G.I.O.T. 2004;30:65-72 La protesi totale del ginocchio nel grande anziano. Indicazioni e limiti Total knee arthroplasty in patients over eighty years old. Indications and limits L. Del Sasso C. Cavenago G. Bianchi Divisione di Ortopedia e Traumatologia Dipartimento delle Chirurgie Azienda Ospedaliera “S. Anna” Como Indirizzo per la corrispondenza: Giancarlo Bianchi c/o Divisione di Ortopedia e Traumatologia Azienda Ospedaliera Ospedale “S. Anna” Via Napoleona 60 22100, Como Tel. +39 031 5855238 E-mail: [email protected] Ricevuto l’1 dicembre 2003 Accettato il 15 febbraio 2004 RIASSUNTO Dal gennaio 1991 all’aprile 2003 abbiamo sottoposto ad intervento di protesi totale del ginocchio 659 pazienti, di cui 48 (7,3%) avevano un’età uguale o superiore agli 80 anni. Gli impianti sono stati parzialmente cementati in alcuni casi (protesi a scivolamento con cementazione della sola componente tibiale) e totalmente cementati in altri (protesi vincolata con cementazione sia della componente femorale che di quella tibiale). La rotula è stata protesizzata in 5 casi (10,4%). Utilizzando lo schema di valutazione a punti ideato dalla Knee Society (Knee Society Clinical Rating System), abbiamo esaminato lo stato funzionale dei pazienti e del ginocchio affetto da gonartrosi prima dell’intervento e durante i controlli successivi. Sono state eseguite radiografie prima dell’intervento e nei controlli successivi adottando il Knee Society Radiographic Evaluation Form. I risultati clinici sono stati più che soddisfacenti, con correzione della deformità del ginocchio e risoluzione della sintomatologia dolorosa. Abbiamo riscontrato uno scarso numero di complicanze, delle quali nessuna fatale. La selezione del paziente da candidare all’intervento e la scelta del modello di impianto sono cruciali: si devono tenere in considerazione le condizioni generali e locali del paziente, il suo grado di autonomia precedente all’intervento e le sue attese da quest’ultimo. Entro questi limiti, l’intervento di protesi totale del ginocchio è una buona soluzione per mantenere o migliorare il grado di autonomia del grande anziano affetto da gonartrosi. Parole chiave: artroprotesi di ginocchio, grande anziano SUMMARY Between January 1991 and April 2001, 659 patients underwent a total knee arthroplasty. Of these, 48 (7,3%) were ≥ 80 years old. We have done some unconstraint knee prostheses with only the tibial component cemented to the bone, and some hinged prosthesis were totally cemented. We have done 5 (10,4%) prosthetic patellas. We use the knee society assessment scale preoperatively and at final follow up. All patients had complete pain relief and excellent knee score. The surgical and medical complications were in accordance with the most recent published literature. The choice of the patient and the prosthesis design are very important. We must consider any pre-existing medical condition, local knee status and the needs of the elderly patient. So, within these limits, the total knee prosthesis can improve the patients’ ability to manage the activities of daily living and improve their quality of life. Key words: total knee prosthesis, elderly 65 La protesi totale del ginocchio nel grande anziano INTRODUZIONE Il numero di persone anziane tra la popolazione è in crescente aumento. Una recente rilevazione conferma che la popolazione anziana negli Stati Uniti aumenterà da 12,9% a 20,0% tra il 2005 e il 2030 e che, di conseguenza, anche il numero degli anziani colpiti da osteoartrosi subirà un drastico incremento passando da 21,4 milioni a 41,1 milioni di persone 1. Nel mondo tra cinquant'anni il numero di persone con più di 65 anni passerà dagli attuali 340 ai 1.550 milioni. In Italia, secondo i dati pubblicati dall’ISTAT nel ’98 2 3, i soggetti che hanno superato i 65 anni di età sono oltre 10 milioni (pari al 18% della popolazione) e lo strato a crescita più rapida è attualmente quello degli ottantacinquenni. Il nostro Paese è al momento l'unico in cui il numero degli ultrassessantacinquenni ha superato quello dei giovani sotto i 15 anni: se nel 1950 c’era un ottantenne ogni 92 persone, negli anni ’90 ne trovavamo uno ogni 27 e nel 2004 ne avremo uno ogni 10 persone 2 3. Al pari di ogni altro aspetto della salute di questa fascia di popolazione, anche i risultati dell’intervento di protesi totale del ginocchio (PTG) rivestono importanti implicazioni cliniche, sociali ed economiche 4. Il nostro studio retrospettivo ha lo scopo di analizzare i risultati dell’intervento di PTG in persone di età uguale o superiore a 80 anni. MATERIALI E METODI Dal gennaio 1991 all’aprile 2003 abbiamo sottoposto ad intervento di protesi totale del ginocchio (PTG) 659 pazienti. Di questi, 48 (7,3%) avevano un’età uguale o superiore agli 80 anni (min.: 80; max.: 89; media: 81,85). La grande maggioranza dei pazienti era di sesso femminile: 40 (83,3%), con un rapporto femmine/maschi 7:1. Una paziente è stata operata bilateralmente, portando il totale degli impianti protesici effettuati a 49. Delle 49 ginocchia operate, 30 (61,2%) presentavano una deformità in varismo (angolo medio di 10°), 5 (10,2%) una deformità in valgismo (angolo medio di 13°), mentre 14 (28,6%) mostravano un’artrosi globale in assenza di importanti deviazioni assiali. Si è osservata una minima prevalenza del lato operato destro, 26 casi (53%), rispetto al sinistro, 23 casi (47%). 66 Durante la visita preliminare è stata adottata la valutazione preoperatoria proposta dalla Knee Society (Knee Society Clinical Rating System) 5, modificata da Insall nel 1993 6, in virtù della sua semplicità, efficacia e riproducibilità 7. Il Knee Score ottenuto con questo sistema misura le capacità funzionali del paziente (deambulazione, salita e discesa delle scale, necessità di ausili) e, separatamente, la funzione del ginocchio da protesizzare/protesizzato (dolore, ampiezza di movimento, forza muscolare, stabilità legamentosa, allineamento, contrattura in flessione, deficit di estensione). Nella valutazione dei risultati, inoltre, i pazienti sono divisi in tre categorie in base ad altri fattori che possono peggiorare la funzione: la categoria A comprende pazienti sottoposti a PTG monolaterale e pazienti che hanno una PTG controlaterale ben funzionante; la B pazienti con PTG monolaterale e un ginocchio controlaterale sintomatico; la categoria C pazienti con artropatie multiple o patologia medica. In accordo con le indicazioni della Knee Society, nella visita preoperatoria abbiamo eseguito una radiografia in scarico del ginocchio affetto nelle due proiezioni standard, una proiezione antero-posteriore in carico monopodalico e una proiezione assiale di rotula (Knee Society Radiographic Evaluation Form) 8-11. Il medesimo protocollo di valutazione radiografica è stato adottato per il controllo postoperatorio e nel follow-up. Questo sistema, originariamente ideato per consentire il confronto dei risultati radiografici di artroprotesi di ginocchio di differenti design e di impianti eseguiti in diversi centri ortopedici, è il metodo di valutazione radiografica più diffusamente accettato, permette la valutazione dell’allineamento, della posizione delle componenti in rapporto agli assi anatomici femoro-tibiali e della presenza di aree radiotrasparenti all’interfaccia osso-cemento o protesi-osso 12. Abbiamo impiantato protesi a scivolamento in 30 casi (62,5%), pari a 31 ginocchia (63,2%) con cementazione della sola componente tibiale. In 18 casi (37,5%) e altrettante ginocchia (36,7%) abbiamo utilizzato impianti vincolati con cementazione sia della componente tibiale che di quella femorale. La rotula è stata protesizzata in 5 casi (10,4%) pari a 5 ginocchia (10,2%). In tutti gli interventi sono stati utilizzati drenaggi collegati ad un sistema di emorecupero postoperatorio, sempre rimossi in seconda giornata. Le perdite ematiche sono state in media 490 cc. (min. 300 cc.; max. 750 cc.). 39 casi (81,3%) hanno seguito un protocollo di reclutamento per il predeposito di sangue autologo, mentre i restanti 9 (18,7%) sono stati esclusi per patologie concomitanti. L. Del Sasso, et al. Durante tutti gli interventi è stato utilizzato il tourniquet previa spremitura dell’arto, temporaneamente rimosso prima dell’impianto protesico, per permettere un’accurata emostasi. In tutti i casi è stata eseguita una profilassi antibiotica con associazione di vancomicina e teicoplanina ed una profilassi antitrombotica con eparina a basso peso molecolare. I pazienti hanno cominciato il programma di recupero articolare passivo in seconda giornata e sono stati trasferiti in un reparto di Rieducazione motoria dopo una media di 10 giorni dall’intervento (min. 7; max. 18), eccetto uno colpito da infarto del miocardio nell’immediato postoperatorio che ha reso necessario il trasferimento presso il reparto di Unità Coronarica. Le patologie concomitanti osservate con maggior frequenza sono state l’ipertensione arteriosa (36%), la cardiopatia ischemica (18%), il diabete mellito (9%), tutti i pazienti erano affetti da osteoporosi di grado medio e in tre casi di grado elevato. Non sono state osservate patologie vascolari arteriose, mentre 10 (20,8%) pazienti soffrivano di insufficienza venosa di grado lieve. Il follow-up va da un massimo di 12 anni a un minimo di 6 mesi. Dei pazienti considerati in questo studio, 4 (8,3%) non sono stati ricontrollati perché deceduti. I decessi si sono verificati per cause indipendenti dall’intervento di artroprotesi, in un periodo compreso fra 2 e 6 anni postoperatori. I restanti pazienti (44 per un totale di 45 ginocchia) hanno eseguito controlli clinico-radiografici a distanza di 3, 6, 12 mesi dall’intervento, poi a cadenza annuale. RISULTATI La valutazione dei risultati è stata effettuata applicando il Knee Society Clinical Rating System (che prevede un esame obiettivo ed un’intervista ai pazienti) 5 6 e il Knee Society Total Knee Arthroplasty Roentgenographic Evaluation and Scoring System 8, comparando i relativi punteggi con quelli ottenuti preoperatoriamente. Prima della dimissione e al controllo clinico a 3, 6, 12 mesi e ogni anno seguente sono state eseguite una radiografia in scarico del ginocchio affetto nelle due proiezioni standard, una proiezione antero-posteriore in carico monopodalico e una proiezione assiale di rotula 8. Tutti i pazienti avevano preoperatoriamente un punteggio funzionale del ginocchio (Knee Score) pari a 43,5 punti di media ed un punteggio funzionale globale (Functional Score) pari a 27,5 punti di media, come mostrato in dettaglio nelle Tabelle I e II. Al follow-up abbiamo osservato in tutti i pazienti un sensibile miglioramento del punteggio funzionale (Functional Score), che si è attestato sul valore medio di 51,5 punti con la ripresa di un discreto grado di autonomia. Infatti 35 pazienti (72,9%) hanno potuto riprendere le attività ricreazionali abbandonate prima dell’intervento (giardinaggio, passeggiate, cyclette). Per quanto riguarda il punteggio del ginocchio (Knee Score) il miglioramento si è rivelato altrettanto sensibile: 68,5 in media, grazie alla scomparsa o netta riduzione del dolore in 39 casi (81%) e solo un modesto miglioramento dell’ampiezza del movimento (10° in media) (Tabb. III e IV). La valutazione radiografica postoperatoria mediante il Knee Society Radiographic Evaluation Form ha permesso di definire il corretto allineamento delle componenti protesiche in rapporto agli assi anatomici femoro-tibiali e l’individuazione di aree radiotrasparenti all’interfaccia osso-cemento o protesi-osso. Le complicanze relative all’atto chirurgico riguardano un caso (2%) di infezione da Staphilococcus epidermidis, risolto con l’introduzione di un lavaggio a perfusione continua con soluzione antibiotica; un caso (2%) di deiscenza della ferita chirurgica in paziente affetta da cirrosi HCv e HBv correlata, risolto senza ulteriori complicanze; un caso (2%) di frattura intraoperatoria del condilo femorale mediale dovuta alla grave osteopenia del paziente, trattata con sintesi metallica, che non ha comunque ritardato il recupero funzionale. L’incidenza delle complicanze chirurgiche rientra nelle percentuali descritte in letteratura 4 13-15. Non abbiamo registrato nessun decesso. Le complicanze mediche sono rappresentate da un caso (2%) di anemizzazione postoperatoria, che ha reso necessaria la trasfusione di tre unità di sangue omologo oltre ad una unità di sangue autologo; un caso (2%) di infarto del miocardio risolto dopo adeguata terapia in ambiente specialistico (Unità Coronarica) e un caso (2%) di fibrillazione atriale. La sopravvivenza degli impianti che abbiamo ricontrollato (n = 45) è del 100%, non abbiamo registrato complicanze femoro-rotulee (impingement dei tessuti molli, mobilizzazione della componente rotulea, frattura della rotula, instabilità femoro-rotulea, lesione dell’apparato estensore) né complicanze vascolari o nervose. 67 La protesi totale del ginocchio nel grande anziano Tab. I. Knee Score preoperatorio (45 ginocchia). Tab. II. Functional Score preoperatorio (44 pazienti). Pazienti Dolore Ampiezza di Stabilità Stabilità Detrazioni movimento antero-post. medio-laterale B.A P.E. B.M. R.R. R.C. G.L. S.E. R.R. T.M. A.M. M.F. T.G. M.F. M.A. F.C. S.L. C.V. S.A. C.A. S.M. B.G. L.T. C.C. L.C. Z.V. D.L. A.B. B.F. B.L. G.G. S.L. M.M. T.G. L.T. O.R. R.A. V.E. T.S. C.P. G.L. C.T. R.R. B.F. G.F. B.F. MEDIA 68 20 20 30 10 0 20 0 10 0 0 20 20 20 20 30 20 20 10 10 20 30 0 30 30 20 10 10 0 20 30 10 10 10 10 20 30 20 20 10 20 0 10 20 20 10 15,2 18 16 20 16 14 18 14 16 14 14 18 16 16 18 20 20 18 16 14 18 20 14 21 20 18 16 16 14 18 22 16 14 16 16 18 21 20 18 14 16 14 16 16 18 14 17 (85°) 5 5 10 5 0 10 0 0 0 0 5 10 5 5 10 5 5 5 0 10 10 0 10 5 5 0 5 0 10 10 5 5 0 5 10 10 5 10 0 5 0 5 5 5 0 5 10 10 15 10 0 10 5 5 0 5 10 5 10 10 15 10 5 10 10 5 10 5 15 15 15 10 5 5 10 15 10 10 5 5 15 15 10 15 10 15 0 5 10 10 0 9 0 0 2 2 10 2 2 2 8 8 0 0 2 2 2 2 2 6 2 2 0 10 2 0 0 2 2 8 0 0 2 2 8 6 0 0 0 2 6 2 8 2 0 0 4 2,7 Totale 53 51 73 39 4 56 17 29 6 11 53 51 49 51 73 53 46 35 32 51 70 9 74 70 58 34 34 11 58 77 39 37 23 30 63 76 55 61 28 54 6 34 51 53 20 43,5 Pazienti Deambul. Scale Detrazioni Totale B.A P.E. B.M. R.R. R.C. G.L. S.E. R.R. T.M. A.M. M.F. T.G. M.F. M.A. F.C. S.L. C.V. S.A. C.A. S.M. B.G. L.T. C.C. L.C. Z.V. D.L. A.B. B.F. B.L. G.G. S.L. M.M. T.G. L.T. O.R. R.A. V.E. T.S. C.P. G.L. C.T. B.F. G.F. B.F. MEDIA 30 0 15 30 15 30 15 15 0 15 30 15 15 30 30 30 30 15 15 15 30 15 30 30 30 15 15 15 30 30 15 15 15 15 30 30 30 30 15 15 15 15 0 15 20,3 0 0 5 0 5 0 0 0 10 10 0 0 0 0 0 0 0 5 20 0 0 10 5 0 0 0 0 10 0 0 5 0 10 5 0 0 0 5 5 0 10 0 0 5 2,8 40 10 30 40 10 40 15 25 0 5 40 25 25 30 40 30 40 20 5 35 40 5 45 40 40 25 25 5 50 40 20 25 15 20 50 40 50 35 20 35 15 25 10 20 27,5 10 10 20 10 0 10 0 10 10 0 10 10 10 0 10 0 10 10 10 20 10 0 20 10 10 10 10 0 20 10 10 10 10 10 20 10 20 10 10 20 10 10 10 10 10 L. Del Sasso, et al. Tab. III. Knee Score postoperatorio (45 ginocchia). Tab. IV. Functional Score postoperatorio (44 pazienti). Pazienti Dolore Ampiezza di Stabilità Stabilità Detrazioni movimento antero-post. medio-laterale B.A P.E. B.M. R.R. R.C. G.L. S.E. R.R. T.M. A.M. M.F. T.G. M.F. M.A. F.C. S.L. C.V. S.A. C.A. S.M. B.G. L.T. C.C. L.C. Z.V. D.L. A.B. B.F. B.L. G.G. S.L. M.M. T.G. L.T. O.R. R.A. V.E. T.S. C.P. G.L. C.T. R.R. B.F. G.F. B.F. MEDIA 40 40 45 30 20 20 20 30 20 20 40 45 40 30 45 30 45 20 30 40 40 30 45 45 40 30 20 20 40 45 20 20 20 20 30 45 40 40 30 45 20 30 30 30 20 32 20 18 22 18 18 18 20 18 16 18 18 20 18 20 22 22 20 18 16 18 20 18 22 20 18 18 18 18 20 22 18 18 20 18 20 22 20 20 18 18 16 18 18 20 18 19 (95°) 5 5 5 10 5 10 5 10 5 5 5 10 5 5 10 10 5 10 5 10 10 5 10 5 10 5 10 5 10 10 10 5 5 5 10 10 5 10 5 5 5 15 5 10 5 7,1 10 10 15 10 10 10 15 5 10 10 10 10 10 15 15 10 15 15 10 10 15 10 15 15 15 10 10 15 10 15 10 15 15 10 15 15 10 15 10 15 10 10 10 10 10 12 0 0 2 2 5 0 2 2 2 4 0 0 2 0 2 0 2 5 2 2 0 4 2 0 0 0 2 4 0 0 2 2 4 5 0 0 0 2 2 2 4 2 0 0 2 1,6 Totale 75 73 85 66 48 58 58 61 49 49 73 85 71 70 90 72 83 58 59 76 85 59 90 85 83 63 56 54 80 92 56 56 56 48 75 92 75 83 61 81 47 71 63 70 51 68,5 Pazienti Deambul. Scale Detrazioni Totale B.A P.E. B.M. R.R. R.C. G.L. S.E. R.R. T.M. A.M. M.F. T.G. M.F. M.A. F.C. S.L. C.V. S.A. C.A. S.M. B.G. L.T. C.C. L.C. Z.V. D.L. A.B. B.F. B.L. G.G. S.L. M.M. T.G. L.T. O.R. R.A. V.E. T.S. C.P. G.L. C.T. B.F. G.F. B.F. MEDIA 50 30 15 40 30 40 30 30 15 15 40 30 30 40 50 40 40 30 15 30 40 30 40 40 40 30 15 30 30 40 15 30 30 15 40 30 40 30 30 30 15 30 30 15 30,8 0 0 0 0 5 0 0 0 5 5 0 0 0 0 0 0 0 5 10 0 0 5 5 0 0 0 0 5 0 0 5 0 5 5 0 0 0 0 5 0 5 0 0 5 1,7 70 50 45 60 35 70 40 50 40 20 70 60 50 50 70 50 60 55 25 60 60 35 65 60 60 50 45 35 60 60 40 50 65 30 70 50 70 60 45 60 30 50 60 30 51,4 20 20 30 20 10 30 10 20 30 10 30 30 20 10 20 10 20 30 20 30 20 10 30 20 20 20 30 10 30 20 30 20 30 20 30 20 30 30 20 30 20 20 30 20 22,3 69 La protesi totale del ginocchio nel grande anziano DISCUSSIONE Tutti i pazienti considerati in questo studio avevano uno scarso grado di autonomia prima dell’intervento, sia da un punto di vista funzionale generale che legato alla patologia del ginocchio. L’intervento chirurgico ha condotto in tutti i casi ad una drastica risoluzione del dolore con la conseguenza di aumentare il grado di autonomia preoperatoria e la possibilità di tornare alle occupazioni quotidiane, migliorando così la qualità di vita dei pazienti. Si è osservato d’altro canto un discreto miglioramento della funzione del ginocchio con un modesto incremento della escursione articolare, in accordo con le casistiche più recenti 4 14 16-22. Una particolare attenzione va posta alle complicanze dell’intervento di protesi totale di ginocchio nel paziente anziano. Tra esse la più grave è senza dubbio rappresentata dall’infezione, alla quale si riconosce un’incidenza compresa tra l’1% e il 2%. Il rischio di infezione, intrinseco a qualsiasi intervento chirurgico, non può essere completamente eliminato: è quindi essenziale soffermarsi sulla prevenzione, sull’accuratezza e tempestività della diagnosi e sulla scelta del trattamento appropriato 13 15. La letteratura riporta un’incidenza di complicanze femoro-rotulee nelle PTG oscillante tra il 2% e il 10%, dovute al design dei componenti e a errori di tecnica 13, ma nella serie che abbiamo sottoposto a revisione non ne abbiamo rilevate. L’insorgenza di complicanze gravi della PTG in un paziente anziano, quali l’infezione o la mobilizzazione dell’im- pianto, porta irrimediabilmente ad un netto incremento del dolore, al calo successivo dell’autonomia e al comparire di ulteriori complicanze di carattere medico generale: si innesca così un circolo vizioso ad esito potenzialmente infausto. È dunque imperativo avere la massima cautela nell’indicare l’intervento di artroprotesi di ginocchio nel paziente anziano: devono essere valutate non solo le condizioni locali del ginocchio da protesizzare e il grado di autonomia del paziente, bensì anche le condizioni generali attuali e tutte le patologie concomitanti e pregresse. L’età non deve essere considerata di per sé una controindicazione, tuttavia esistono risultati contrastanti riguardo l’aumento di incidenza di complicanze nell’anziano 4 16 19 21, 23. Il timing dell’intervento è importante: un precoce intervento di PTG è spesso associato ad un risultato eccellente 24. È necessario soppesare i vantaggi prevedibili attuando un bilancio attento rischi/benefici, considerando le condizioni generali del paziente, le patologie di base, le reali capacità di recupero postoperatorie e le aspettative del paziente per poter ridurre al minimo i rischi perioperatori. Secondariamente, ai fini della scelta dell’impianto protesico più adeguato, vanno considerati l’escursione articolare, la deformità del ginocchio e il grado di osteoporosi. La nostra scelta di utilizzare nella maggioranza dei casi (63,3%) una protesi a scivolamento parzialmente cementata (Figg. 1, 2, 3) e nei restanti (36,7%) un impianto vincolato cementato (Fig. 4), è stata dettata dalle riflessioni esposte in precedenza, anche considerando che la sopravvivenza delle protesi totali di ginocchio vincolate o a scivolamento è ormai sovrapponibile e supera il 94% a 20 anni 25. Fig. 1. V.R., anni 81, maschio. Ginocchio varo artrosico sinistro. A, B: Rx preoperatorie. C, D: Rx postoperatorie. Protesi a scivolamento con cementazione della sola componente tibiale. 70 L. Del Sasso, et al. Fig. 2. R.R., anni 85, femmina. Ginocchio varo artrosico bilaterale. A, B: Teleradiografia preoperatoria (particolare) del ginocchio destro. C, D: Rx controllo del ginocchio destro a 2 anni postoperatori. Fig. 3. R.R., Rx controllo a distanza di 3 anni del ginocchio destro e a 2 anni del ginocchio sinistro. A: proiezione antero-posteriore delle due ginocchia. B: proiezione laterale del ginocchio destro. C: proiezione laterale del ginocchio sinistro. Fig. 4. B.M., anni 86, femmina. Ginocchio valgo artrosico dx. A, B: Teleradiografie preoperatorie. C, D: Rx postoperatorie. Protesi vincolata con cementazione delle componenti femorale e tibiale. 71 La protesi totale del ginocchio nel grande anziano CONCLUSIONI La selezione del paziente da candidare all’intervento e la scelta del modello di impianto sono cruciali: si devono tenere in considerazione le condizioni generali e locali del paziente, il suo grado di autonomia precedente all’intervento e le sue attese da quest’ultimo. Entro questi limiti, l’intervento di protesi totale del ginocchio è una buona soluzione per mantenere o migliorare il grado di autonomia e la qualità di vita del grande anziano affetto da gonartrosi. 12 13 14 15 16 BIBLIOGRAFIA 17 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 Hootman JM. MMWR 2003;52:489-91. ISTAT. Indicatori demografici 2002. http://demo.istat.it/Ind_dem2002.htm. ISTAT. 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