Lezioni 39-40 - Minerva.unito

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Corso di Studi di Fisica
Corso di Chimica
Luigi Cerruti
www.minerva.unito.it
Lezione 39-40
2009
A che punto siamo?
Il potenziale chimico
• Il potenziale chimico è una grandezza parziale molare ed è dato
dalla derivata parziale dell'energia libera di Gibbs o energia di Gibbs
G (T, p, n1, n2, ... nk) rispetto al numero di moli del componente iesimo, mantenendo costante pressione, temperatura e
composizione rispetto alle altre j-esime specie:
• Essendo G una funzione omogenea del primo ordine, per il teorema
di Eulero si ha una relazione molto importante, e ricordando che T e
p sono costanti:
G = Σiµini = Σiniµi
L'energia libera di una miscela è la somma delle energie
molari parziali dei diversi componenti chimici, moltiplicate per il
loro numero di moli.
•
Il potenziale chimico
un sistema ad un solo componente G/n = μ; il potenziale
coincide con il valore dell’energia di Gibbs molare Gm,valore che
abbiamo indicato anche con ΔGf°:
• Per
µ = Gm
Per un gas ideale, con p° = 1 atm, vale l’espressione:
μ = μ° + RT ln (p/p°)
Energia di Gibbs
Quoziente di reazione e costante di equilibrio
• Abbiamo ricavato importanti relazioni fra la variazione ΔGr°
dell’energia di Gibbs dovuta ad una reazione nelle condizioni
standard e
• il quoziente di reazione Q (concentrazioni qualunque)
• la costante di equilibrio K (concentrazioni all’equilibrio)
ΔGr = ΔGr° + RT ln Q
ΔGr° = - RT ln k
Un problema fisico: le sostanze reali non si comportano come i
gas ideali e le soluzioni non sono soluzioni ideali
Un problema matematico: dato che il logaritmo è una funzione
trascendente i valori di Q e K vanno espressi come numeri puri e
non come rapporti fra potenze delle concentrazioni o delle
pressioni relative
Fugacità e attività
• Per superare i problemi posti dal comportamento reale delle
sostanze e dall’uso di funzioni trascendenti si sono elaborati i
concetti di fugacità e attività
• La fugacità di un gas reale può essere definita come il valore f che
rende vera l’espressione:
μ = μ° + RT ln f
• La fugacità di un gas è il valore adimensionale che risulta dalla
relazione f = cf · p, dove cf ha le dimensioni dell’inverso di una
pressione
• Nelle trattazioni elementari ammettiamo che sia f = p, allora per un
gas reale abbiamo:
μ = μ° + RT ln p
In questa espressione p va inteso come un
valore numerico adimensionale
corrispondente alla pressione del gas reale
• Analogamente assumiamo che l’attività di una j-esima sostanza
reale in soluzione sia un valore adimensionale aj che poniamo
numericamente eguale alla concentrazione [J]
Nomenclatura IUPAC
Idrossidi e idracidi
• Per gli idrossidi (composti ternari) le regole sono le stesse per gli
ossidi utilizzando il termine idrossido con l’opportuno prefisso
seguito dal nome del metallo
– la formula Ba(OH)2 si legge diidrossido di bario
• Per gli idracidi (composti binari) la nomenclatura si ha aggiungendo
la desinenza uro al nome del non metallo
– ad esempio HCl si legge cloruro di idrogeno
Nomenclatura tradizionale degli idracidi
•
Nelle lezioni di questo corso si è
sempre utilizzato il nome “cloruro
di idrogeno” per indicare la
sostanza HCl (g) e il nome “acido
cloridrico” per indicare la sostanza
HCl (aq)
Nomenclatura IUPAC
Ossiacidi
• Per gli ossiacidi: Il nome si indica come “acido [prefisso indicante
il numero di atomi di ossigeno] osso [aggettivo derivato dal nome
del non metallo]''
– L'aggettivo derivato dal nome del non metallo deve terminare
sempre in -ico
– si utilizza il termine osso per indicare l'ossigeno, preceduto da
un prefisso che riporta il numero degli atomi di ossigeno
(n.a.o.)
– tra parentesi tonde, tramite un numero romano, viene indicata il
numero di ossidazione (n.o.) del non metallo
• Per scrivere correttamente la formula dell’acido il numero degli
atomi di idrogeno si ricava come differenza nei numeri di
ossidazione: 2·n.a.o. – n.o. = numero degli atomi di idrogeno
• ad esempio HNO2 si chiamerà acido diossonitrico(III));
Nomenclature usuale e IUPAC
Ossiacidi
Acido borico
Acido nitroso
Acido nitrico
Acido solforoso
Acido solforico
Acido ipocloroso
Acido cloroso
Acido clorico
Acido perclorico
Acidi e basi secondo Arrhenius
Ione H+ e ione idronio
• Non possono esistere
protoni liberi in soluzione
• Utilizziamo la notazione H+
per semplicità
• Un acido di Arrhenius cede
un protone ad una molecola
d’acqua formando lo ione
idronio, o idrogenione
• La struttura è quella di una
piramide trigonale regolare,
piuttosto schiacciata
• Si noti che le cariche
positive sono egualmente
distribuite sugli atomi di
idrogeno e che l’atomo di
ossigeno ha una carica
negativa
Ione H+ e ione di Zundel
• Lo ione idronio è così ricco
di cariche elettriche che
stenta a rimanere isolato
• L’associazione più semplice
è quella con un’altra
molecola d’acqua, dando lo
ione Zundel, H5O2+
– Georg Zundel è stato un
chimico fisico tedesco,
diventato biofisico
• Si noti che le cariche
positive sugli atomi di
idrogeno terminali non sono
cambiate di molto. Si ha
comunque un accumulo di
cariche sull’atomo di
idrogeno condiviso
Ione H+ e ione di Eigen
• Lo ione più stabile formato
da un protone e molecole
d’acqua è lo ione di Eigen,
formato con quattro
molecole d’acqua e di
formula H9O4+
– Manfred Eigen è un
chimico fisico tedesco,
premio Nobel per la
chimica 1967
Mobilità di H+
Meccanismo di Grotthuss
• Il meccanismo di Grotthuss è un
modello cinetico che spiega la
particolare mobilità dello ione
idrogeno in soluzione acquosa.
• Il meccanismo consiste in una
serie di trasposizioni
cooperative dello ione H+: il
protone forma il catione ossonio
H3O+ e, tendendo a stabilire
legami idrogeno O-H ··· O con
un atomo di ossigeno di un'altra
molecola di acqua, subisce un
"passaggio" da una molecola di
acqua ad un'altra risultando in
tal modo in netto movimento
generato dal continuo rompersi
e formarsi di legami covalenti
negli ioni Zundel
Acidità e problemi di misura
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La misura dell’acidità di una soluzione è rilevante per il controllo di molte
fermentazioni industriali
Søren Peter Lauritz Sørensen era un chimico danese a capo dei Laboratori
della Carlsberg e propose una procedura per esprimere le concentrazioni
dello ione H+
Espresse in mol L-1 le concentrazioni [H3O+] dello ione H+ in molte soluzioni
comuni si collocherebbero in un intervallo molto ristretto
Risulta più conveniente esprimerle come pH = - log [H3O+]
Sørensen indicò con pH l’acronimo di pondus Hidrogenii
pH = - log [H3O+]
• pH è un valore che esprime l’acidità o la basicità di una soluzione,
indice della concentrazioni di ioni idrogeno disciolti nella soluzione
stessa
• Acidità della soluzione e pH sono in relazione inversa
– maggiore è la concentrazione di idrogenioni, minore è il valore di pH e
viceversa.
• L’acqua pura, ha pH uguale a 7, valore che corrisponde a neutralità
della soluzione.
• Quando il pH è inferiore a 7 la soluzione è acida, quando è
superiore è basica, o alcalina.
Acidi e basi di uso
quotidiano
pOH e pK
• Analogamente al pH si definisce un pOH:
pOH = - log[OH-]
• Più in generale il valore negativo del logaritmo dell’espressione
numerica di una certa grandezza è spesso utilizzato in chimica
quando si ha a che fare con valori numerici molto piccoli, così può
risultare utile esprimere una costante di equilibrio come pK, anziché
con il semplice valore K:
pK = - logK
Acidi e basi
Teoria di Brønsted e Lowry
Equilibri di Brønsted
Autoionizzazione dell’acqua
Prodotto ionico dell’acqua
Acido e base coniugata
Costante acida, costante basica e Kw
Acidi forti e deboli
pH di acidi e basi forti
Idrolisi dei sali
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