componente paesaggio relazione paesaggistica

Studio di ingegneria Ferrari e Giraudo – Corso Nizza, 67/A - 12100 Cuneo
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REGIONE PIEMONTE
PROVINCIA DI CUNEO
COMUNI DI
MONTEROSSO GRANA
E VALGRANA
PROGETTO DI:
PROGETTO DI IMPIANTO IDROELETTRICO
SUL TORRENTE GRANA NEI COMUNI DI
MONTEROSSO GRANA E VALGRANA
COMPONENTE PAESAGGIO
RELAZIONE PAESAGGISTICA
Relazione paesaggistica
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Indice generale
PREMESSA...................................................................................................................................3
DESCRIZIONE DEL SITO E DEL CONTESTO PAESAGGISTICO ATTUALE.............................4
Cenni storico-culturali e architettonici.......................................................................................4
Inquadramento generale del sito..............................................................................................7
Il Piano Paesaggistico della Regione Piemonte.....................................................................9
Il paesaggio e le sue componenti...........................................................................................14
Inquadramento geologico.......................................................................................................18
Aspetti fisico-morfologici.........................................................................................................18
Definizione dell'area vasta......................................................................................................20
CARATTERIZZAZIONE DELL'OPERA IN PROGETTO..............................................................21
Analisi dei quadri di visuale.....................................................................................................21
Opera di presa sul torrente Grana..........................................................................................21
Condotta forzata......................................................................................................................22
Centrale di produzione............................................................................................................23
Canale di scarico.....................................................................................................................23
GRADO DI PERCEZIONE DELL'OPERA...................................................................................23
IMPATTI SUL PAESAGGIO........................................................................................................24
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PREMESSA
La presente relazione ha lo scopo di valutare la compatibilità paesaggistica degli interventi
previsti nel presente progetto definitivo, secondo quanto previsto nell'art. 146, comma 2, del
Codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al decreto legislativo del 22 Gennaio 2004, n°42.
Di seguito si provvederà alla descrizione dello stato attuale del bene interessato dagli interventi,
alla descrizione degli elementi di valore paesaggistico presenti, degli impatti sul paesaggio,
delle trasformazioni proposte e degli eventuali elementi di mitigazione e di compensazione
previsti al fine di permettere, all'Amministrazione competente, la verifica della conformità degli
interventi alle prescrizioni contenute nei provvedimenti di dichiarazione di interesse pubblico e
negli eventuali piani paesaggistici.
Le opere in progetto si collocano nei Comuni di Monterosso Grana e Valgrana, nella media
Valle Grana.
Come ricordato in altre sezioni dello studio, il presente progetto si inserisce nel più ampio
progetto di “Razionalizzazione e gestione delle risorse idriche del comprensorio irriguo”
promosso dal Comitato Acquisgrana – che si ricorda essere costituito dai seguenti Enti:
Comunità Montana Valle Grana, Aggregazione Consorzi di irrigazione Valle Grana e
Caragliese, Comune di Castelmagno, Pradleves, Monterosso Grana, Valgrana, Montemale di
Cuneo, Caraglio e Bernezzo - volto alla promozione ed alla realizzazione di invasi artificiali in
Valle Grana per scopi irrigui, idroelettrici, ricreativi, sportivi e turistici, nel pieno rispetto
dell'ambiente e del territorio.
Stante la molteplicità degli interventi inseriti nel progetto di “Razionalizzazione e gestione delle
risorse idriche del comprensorio irriguo”, e la loro differente tempistica autorizzativa, il
proponente intende procedere per lotti separati di intervento, uno dei quali è rappresentato
proprio dall'impianto idroelettrico in parola.
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DESCRIZIONE DEL SITO E DEL CONTESTO
PAESAGGISTICO ATTUALE
Cenni storico-culturali e architettonici
Monterosso Grana
Il toponimo sembra derivare da Mons Aurorus, interpretabile come monte color d’oro o monte
ventoso. Il paese compare nei documenti solo alla fine del XIII secolo, ma vanta quasi
certamente origini più antiche. Intorno al 1286 il marchese di Saluzzo fece costruire un castello
poco distante dal concentrico, di cui oggi resta una parte della torre.
Franato questo edificio, Federico Saluzzo tra il XIV e il XV secolo costruì un altro castello
infeudandolo ai Monterosso di Valgrana.
Dopo un lungo periodo di lotte trai marchesi di Saluzzo, Cuneo e gli Angiò per il possesso
della valle, nel 1357 il paese divenne parte dei feudi di Eustacchio di Saluzzo, passando poi in
eredità ai suoi discendenti.
Fu occupato definitivamente dai Savoia alla dissoluzione del marchesato di Saluzzo e, dopo
questo passaggio, il paese seguì tutte le vicende della Casata. Il castello venne trasformato in
dimora signorile nel XVII secolo, inglobando le vecchie strutture tre-quattrocentesche
rintracciabili in alcuni muraglioni in pietra e nella massiccia torre quadrata che costituisce la
parte più imponente dell’intero edificio. Nel cortile è murato un frammento di lapide romana del
II secolo.
A qualche centinaio di metri dall'ingresso dei paese, accanto al cimitero, si trova la Cappella
di San Sebastiano che conserva, all'interno, interessanti affreschi attribuiti a Pietro da Saluzzo,
ritenuti di poco posteriori al 1470. La Parrocchiale di San Giacomo Maggiore (XIII secolo),
custodisce un piccolo fonte battesimale in stile gotico. Le principali borgate sono le frazioni di
San Pietro e di Santa Lucia. in quest'ultima borgata si può visitare il Museo etnografico, ricco di
più di tremila pezzi tra i quali spiccano gli attrezzi usati dai montanari occitani della valle.
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All'esterno è collocato un caratteristico frantoio per la canapa (XVII secolo).
La tipologia del centro storico è ad impianto urbano spontaneo, sviluppatosi in prossimità del
castello, al di là e al di qua del ponte sul torrente. Nonostante la presenza di alcuni edifici dai
caratteri tipici rurali/montani (case con distribuzione a ballatoio, semplici edifici a schiera su due
piani, ecc.), è consistente il numero di edifici dai caratteri più moderni.
Le aree di progetto non interessano aree gravate da vincoli storico-culturali.
Valgrana
Il capoluogo comunale si trova all'imbocco dell'alta val Grana e è formato da due borgate
Ripalta e Villa separate dal torrente Grana.
L'antichissimo toponimo di origine preromana, probabilmente derivante da crana (fessura,
crepaccio), appare nominato nella forma attuale in documenti della metà del XII secolo, in cui il
paese viene citato trai possedimenti del Vescovo di Torino.
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Valgrana fu a lungo contesa tra Cuneo e i marchesi di Saluzzo e passò da un all’altro, secondo
le alterne vicende militari, fino al definitivo intervento sabaudo conseguente all’occupazione del
marchesato alla fine del XVI secolo.
Si narra che sia stato il rifugio di Berardo di Valgrana che, nel 1198, concorse con la rivolta
popolare contro Manfredo II a fondare il libero comune di Cuneo.
Restano pochi ruderi dell'antico castello. Dalla rocca si giunge alla quattrocentesca Cappella di
Santa Croce. Dalla borgata Villa si può arrivare al Molino del Paschiero che conserva la grande
ruota metallica e gli antichi macchinari. Da segnalare, poco oltre la periferia del capoluogo, la
Cappella di San Bernardo del XV secolo,che custodisce un interessante ciclo pittorico opera di
Pietro da Saluzzo. Sono da menzionare anche la Cappella di Sant'Anna e la Cappella di San
Matteo, nelle località omonime. Discendendo nel fondovalle si incontra la Chiesa di Santa Maria
della Valle, edificio romanico, ritenuto il piú antico di tutta la valle Grana. A Ripalta sorge la
Parrocchiale di San Martino (XIII secolo), che racchiude pregevoli affreschi del XV secolo. Poco
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oltre la chiesa, lungo la strada che conduce a Montemale, é visibile la cosiddetta Casa del
giudice, un tempo prigione e sede di tribunale, con caratteristici balconi in pietra. Attraversato il
Grana su un massiccio ponte in pietra a secco (1871), si giunge a Villa. Lungo la via principale
é visibile un affresco quattrocentesco (Maestà con Bambino e Sant 'Antonio Abate) e subito
dopo la Casa del conte. L'antica casa dei signori locali conserva, sulla facciata, un grande
stemma (XVII secolo) e all'interno loggiati e soffitti cinquecenteschi. Continuando si giunge in
vicolo Trinità.Sulla facciata di una casa si può vedere un affresco raffigurante la Trinità (XIVXV). Interessante, infine, la Chiesa di San Giuseppe, eretta nel 1776 su disegno di Pio Eula.
Inquadramento generale del sito
I comuni di Monterosso Grana e Valgrana, ubicati nel settore occidentale della provincia di
Cuneo, da cui distano circa 17 km, sono posti nell'alta valle Grana, ed appartegono alla
Comunità Montana Valli Grana e Maira.
Il territorio comunale di Monterosso Grana confina:
•
a NORD: con i comuni di Montemale di Cuneo, Dronero;
•
a SUD: con i comuni di Demonte, Rittana e Valloriate;
•
a OVEST: con il comune di Pradleves;
•
a EST: con il comune di Valgrana;
mentre il comune di Valgrana confina:
•
a NORD: con il comune di Montemale di Cuneo;
•
a SUD: con il comune di Rittana;
•
a OVEST: con il comune di Monterosso Grana;
•
a EST: con i comuni di Caraglio e Bernezzo.
Dal punto di vista cartografico, le aree di intervento sono individuabili alle sezioni n° 225040 e
209130 della Carta Tecnica Regionale.
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Illustrazione 1: Carta dei territori comunali
Nello specifico, la zona è posta nell'area E del territorio comunale di Monterosso Grana e
conseguentemente W del territorio comunale di Valgrana, lungo l'alveo del torrente Grana.
Come organizzazione, entrambi i comuni sono strutturati in più nuclei abitati e frazioni: le zone
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in cui è ubicato l'intervento in progetto sono collocate nel fondovalle della valle principale.
Per quanto riguarda il sistema vincolistico, le aree di intervento ricadono all'interno della
perimetrazione delle aree vincolate ai sensi dell'articolo 142 del D. Lgs. n. 42 del 22.01.2004 in
quanto comprese nella fascia dei 150 m dal torrente Grana (corso d'acqua iscritto negli elenchi
del R.D. n. 1775 del 11/12/1933). Sono invece escluse da zone soggette a vincolo
idrogeologico ai sensi del R.D. 3267/1923. Per maggiori dettagli relativamente alla
pianificazione e all'inquadramento vincolistico, si rimanda al Quadro programmatico.
Il Piano Paesaggistico della Regione Piemonte
La Giunta regionale, con D.G.R. n. 53-11975 del 04 agosto 2009, ha adottato il Piano
Paesaggistico Regionale. L’atto di pianificazione è stato predisposto per promuovere e
diffondere la conoscenza del paesaggio piemontese e il suo ruolo strategico per lo sviluppo
sostenibile dell’intero territorio regionale, e per attivare un processo di condivisione con gli enti
pubblici a tutti i livelli del quadro conoscitivo e regolativo in esso contenuto.
Il piano paesaggistico disciplina la pianificazione del paesaggio e, unitamente al Piano
Territoriale Regionale ed al Documento Strategico Territoriale, costituisce il Quadro di Governo
del Territorio.
Il Piano Paesaggistico comprende disposizioni normative quali indirizzi, direttive e prescrizioni.
Gli indirizzi sono le disposizioni di orientamenti e criteri per il governo del territorio e del
paesaggio attraverso la pianificazione settoriale e territoriale urbanistica.
Le direttive si intendono le disposizioni che devono essere obbligatoriamente osservate nella
elaborazione dei piani settoriali, nei piani territoriali provinciali e nei piani locali alle diverse
scale.
Le prescrizioni si intendono come disposizioni con diretta efficacia che regolano gli usi
ammissibili e disciplinano le trasformazioni consentite. Le disposizioni sono vincolanti e cogenti
e presuppongono l'immediata osservanza da parte di tutti i soggetti pubblici e privati titolari di
podestà territoriali e prevalgono sulle prescrizioni eventualmente incompatibili contenute nei
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vigenti strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica. Le prescrizioni sono sottoposte alle
misure di salvaguardia previste dall'art. 143, comma 9, del codice e pertanto a far data
dall'adozione del Ppr non sono consentiti sugli immobili e sulle aree tutelate ai senti dell'art. 134
del Codice, interventi in contrasto con le prescrizioni delle Norme tecniche del PPR.
L'ambito territoriale nel quale si sviluppano gli interventi in progetto è il numero 53 – Valle
Grana, di cui si riporta in seguito un estratto identificativo.
Facendo riferimento alla cartografia specifica, si evince che, relativamente alla Tavola P2 Beni
Paesaggistici, l'area interessata dalle opere è così connotata:
•
aree vincolate ai sensi dell'art.142 del D. Lgs. 42/2004:
○
i fiumi, torrenti, i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle
disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11
dicembre 1933, n.1775 e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150
metri ciascuna (lett.c)
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Per quanto riguarda la Tavola P4_7, l'area interessata dalle opere ricade entro i seguenti
componenti e sistemi naturalistici:
Porte urbane e varchi tra aree edificate (art. 10)
Le prescrizioni dell'art. 10 prevedono che i piani locali, per gli interventi di completamento e di
sviluppo urbanistico, ne disciplinino l'ammissibilità anche in riferimento ai seguenti aspetti:
•
le porte urbane, ambiti di ingresso alle parti compatte o centrali del tessuto urbano lungo
assi di penetrazione, per le quali vanno valorizzati gli spazi esistenti o formanti nuovi
spazi di filtro tra interno ed esterno, con una progettazione unitaria che metta in luce i
caratteri delle preesistenze;
•
i varchi, intesi come spazi liberi tra aree edificate per i quali devono essere evitati
interventi che agevolino la formazione o il prolungamento di aggregazioni lineari lungostrada tali da saldare fra loro diverse morfologie insediative o, comunque, ridurre i varchi
tra aree edificate, soprattutto ove funzionali alla continuità ecosistemica e paesaggistica
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Fascia fluviale allargata (art. 14)
Il Ppr riconosce il sistema idrografico, composto da fiumi, torrenti, corsi d'acqua e canali, quale
componente strutturale di primaria importanza per il territorio regionale e risorsa strategica per il
suo sviluppo sostenibile. Nelle fasce allargate ed interne il Ppr persegue obiettivi di qualità
paesaggistica, con particolare attenzione alla razionale utilizzazione e gestione delle risorse
idriche, alla tutela della qualità delle acque e la prevenzione dell'inquinamento, alla garanzia del
deflusso minimo vitale e per la sicurezza idraulica.
Per quanto riguarda gli indirizzi,
all'interno delle fasce fluviali allargate, si provvede a: a)
favorire il mantenimento degli ecosistemi più naturali con la rimozione o mitigazione dei fattori di
frammentazione e di isolamento; b) migliorare l'accessibilità e la percorribilità pedonale,
ciclabile, a cavallo.
Le prescrizioni dell'art. 14 impongono che:
•venga
conservata la vegetazione arbustiva ed arborea di tipo igrofilo ed i lembi di bosco
planiziale
•la
realizzazione degli impianti di produzione idroelettrica deve rispettare gli eventuali fattori
caratterizzanti il corso d'acqua quali cascata e salti di valore scenico
Aree di elevato interesse agronomico (art. 20)
Il Ppr riconosce le aree ad elevata capacità d'uso dei suoli come componenti rilevanti del
paesaggio agrario e risorsa insostituibile per lo sviluppo sostenibile della Regione. In queste
aree, il Ppr persegue obiettivi di qualità paesaggistica, e nello specifico:
•
la salvaguardia attiva dello specifico valore agronomico;
•
la protezione del suolo dall'impermeabilizzazione, dall'erosione, da forme di degrado
legate alle modalità colturali;
•
il mantenimento dell'uso agrario delle terre, secondo tecniche agronomiche adeguate a
garantire la peculiarità delle produzioni e, nel contempo, la conservazione del
paesaggio.
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Aree rurali di pianura con edificato rado (art.40) m.i.14
Il
Ppr
individua
le
aree
dell'insediamento
rurale
nelle
quali
le
tipologie
edilizie,
l'infrastrutturazione e la sistemazione del suolo sono prevalentemente segnate da usi
storicamente consolidati per l'agricoltura, l'allevamento o la gestione forestale, con marginale
presenza di utilizzi diversi.
Per quanto sopra, ed in riferimento alle aree rurali di pianura con edificato rado (morfologia
insediativa 14), il Ppr persegue il seguente obiettivo: sviluppo, nei contesti periurbani, delle
pratiche colturali e forestali innovative che uniscono gli aspetti produttivi alla fruizione per il
tempo libero e per gli usi naturalistici.
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In base a quanto sopra si evince come le opere in progetto siano compatibili con le prescrizioni
degli articoli delle Norme di Attuazione del PPR, in quanto:
•non
si prevedono modifiche alle porte urbane ed ai varchi tra aree edificate;
•non
si sono rilevate morfologie sceniche di rilievo nel tratto sotteso alla derivazione;
•le
opere sono compatibili con le programmazioni territoriali e provinciali;
•non
sono previsti tagli a carico della vegetazione ripariale
o di bosco planiziale per la
realizzazione delle opere
•le
opere fuori terra rispettano le forme e le tipologie costruttive locali, facendo ampio ricorso a
legno e pietra;
•le
opere incidono sulla qualità agronomica del territorio esclusivamente per la realizzazione
dell'edificio della centrale, permanente, ma di dimensioni tali da rendere l'interferenza
trascurabile; la condotta sarà posata a profondità tali da consentire sempre nel tempo l'utilizzo
agronomico dei suoli, senza variazioni rispetto allo stato attuale.
Il paesaggio e le sue componenti
Il paesaggio, nella sua accezione più vasta, rappresenta e costituisce la sintesi dell’insieme di
tutti gli elementi percettivi presenti in un determinato ambito territoriale. Alla caratterizzazione
del paesaggio concorrono indistintamente sia gli elementi naturali che quelli antropici. Per
questo, il paesaggio rappresenta una componente ambientale in continua evoluzione, in cui,
agli elementi naturali quali la morfologia, la litologia, la vegetazione spontanea, il clima, tutti in
lenta evoluzione, si intercalano i segni dell’antropizzazione che concorrono a determinare le
modificazioni più rapide.
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Il paesaggio, sia quale memoria storica dell’evoluzione di un territorio che mantiene ed
evidenzia i segni delle modificazioni naturali e di quelle dovute agli usi ed attività pregresse, sia
quale elemento di percezione estetico-visiva, costituisce un bene culturale di interesse collettivo
e, come tale, entra di diritto a far parte delle componenti ambientali.
L’obiettivo degli studi di analisi e valutazione paesaggistica è di fornire tutti quegli elementi
conoscitivi utili ad un corretto inserimento delle opere nel paesaggio, senza alterarne le
peculiarità, perderne le memorie storiche, innescare processi di dequalificazione, peggiorarne la
qualità percettiva.
In sintesi, la compatibilità paesaggistica dell’opera coincide con la capacità intrinseca del
paesaggio di “assorbire” il nuovo inserimento/modificazione senza innescare e subire processi
di deterioramento funzionale e scenico.
Alla verifica di quanto sopra, si è pervenuti attraverso le seguenti fasi di analisi:
•
Caratterizzazione del paesaggio: l'analisi paesaggistica, condotta a livello comunale, è stata
sviluppata sia in termini generali con l’inquadramento degli aspetti naturalistici ed antropici,
sia individuando eventuali elementi puntuali di particolare pregio o disturbo. Il tutto si è
tradotto in una definizione complessiva della qualità del paesaggio. Gli elementi conoscitivi di
detta analisi sono stati tratti sia da osservazione diretta mediante sopralluoghi, sia da esame
di aerofotografie attuali.
•
Caratterizzazione dell'opera in progetto: in questa fase sono state descritte, per quanto di
competenza paesaggistica, le caratteristiche attuali del sito (in assenza di intervento), le
opere da realizzare, le attività di esercizio, gli interventi di mitigazione previsti in fase di
esercizio e le opere di sistemazione ambientale finali. Si sono valutate le modificazioni che
l’opera in progetto indurrà negli usi del territorio, nella struttura e stabilità paesaggistica, la
durata delle azioni modificative e le soluzioni proposte per ridurne gli effetti negativi.
•
Analisi dei quadri visuali e valutazione dell'impatto visivo causato dall'opera.
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Per una sintetica analisi della componente paesaggistica ante-operam dal punto di vista qualiquantitativo, e, tenendo conto della classificazione di cui sopra, è possibile far riferimento al
Manuale H-8410-1 Visual Resource Inventory, elaborato da Department of the Interior – Bureau
of Land Management americano.
Il metodo di valutazione visiva si basa sulla descrizione sintetica di alcune componenti del
paesaggio, e sull'assegnazione a ciascuna di esse di un punteggio prestabilito per ottenere un
valore totale.
Si considera come unità di paesaggio l'ambiente della rete fluviale principale, in cui ricade
integralmente il percorso in progetto. Qui di seguito vengono descritte le diverse componenti, i
cui punteggi (massimo, medio, minimo) sono riassunti nella Tabella 1.
Morfologia del terreno: il paesaggio è caratterizzato da versanti montani di media pendenza, ed
un fondovalle mediamente ampio. Il punteggio assegnato è medio , in quanto non si osservano
caratteristiche particolarmente interessanti ed eccezionali.
Vegetazione: nell'area di interesse sono presenti diverse associazioni vegetali (prati polifiti,
frassineti, querceti, vegetazione ripariale), caratterizzate da una buona biodiversità senza
comunque evidenziare elementi di particolare pregio. Il punteggio dato è medio.
Acque: il torrente Grana-Mellea è un elemento dominante del paesaggio, nonostante la fascia
fluviale non molto ampia e le formazioni ripariali adiacenti non molto estese. Il punteggio
assegnato è massimo.
Colore: non si osservano forti contrasti e varietà di colore, se non temporaneamente in
determinate stagioni dell'anno. Il punteggio assegnato è medio.
Influenza visiva di paesaggi adiacenti: i paesaggi sullo sfondo (paesaggi alpini con le creste
montuose e le vette innevate) influenzano positivamente l'aspetto visivo. Il paesaggio adiacente
presente sullo sfondo più prossimo (urbanizzato in prossimità dell'opera di presa ed agrario in
prossimità della centrale) non hanno particolari influenze sul'aspetto visivo dei luoghi. Per tale
motivazione, il punteggio assegnato è minimo.
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Rarità: tale paesaggio nel settore alpino in studio è piuttosto comune, pertanto il punteggio
assegnato è minimo.
Modificazioni antropiche: nella fascia di terreno interessata dal progetto, non sono presenti
particolari influenze derivanti da modificazioni antropiche, suscettibili di peggiorare o migliorare
l'aspetto estetico dei luoghi . L'impatto antropico è trascurabile.
Componenti
Punteggi
Morfologia del terreno
3
Vegetazione
3
Acque
5
Colore
3
Influenza visiva di paesaggi adiacenti
1
Rarità
1
Modificazioni antropiche
0
TOTALE
16
Tabella 1 – Valutazione visiva del paesaggio ante-operam - Punteggi
Nella classificazione del Bureau of Land Management americano, il paesaggio analizzato ricade
in classe B (Tabella 2).
Classe di qualità visiva
Punteggio
A
19 o superiore
B
da 12 a 18
C
inferiore a 11
Tabella 2 – Classi di qualità, secondo BLM
Inquadramento geologico
L'ossatura geologica dei rilievi che caratterizzano la Valle Grana nell'intorno dell'area di
progetto è costituita da terreni appartenenti al Complesso dei Calcescisti Ofiolitiferi
rappresentati, nello specifico, da calcari a cellette e dolomie cariate del Trias.
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I terreni di copertura sono rappresentati principalmente da depositi fluviali attuali e mediorecenti del T. Grana che rivestono gran parte dell'alveo del corso d'acqua e formano dei terrazzi
sulle sue sponde; in particolare, sul fianco vallivo su cui si sviluppa parte del tracciato, essi
sono rappresentati da terreni detritici corrispondenti, talora, ad accumuli di frana.
Per ulteriori approfondimenti si rimanda all'esame della relazione geologica ed ai relativi allegati
grafici.
Aspetti fisico-morfologici
Il territorio in cui si inserisce l'impianto idroelettrico in progetto si presenta montano, localmente
intervallato da pianori interessati dall'attività agricola/pastorale. L'elemento geomorfologico
principale risulta essere il torrente Grana, orientato in direzione E-W e posto a quota inferiore
rispetto al piano campagna circostante. Nell'area di interesse, si distinguono ordini di terrazzi
che, in considerazione dell'andamento planimetrico dell'alveo del corso d'acqua, si presentano
discontinui e caratterizzati da ampiezza variabile da pochi metri ad alcune decine.
La tipologia di paesaggio presente nell'area in esame è quella tipica fluviale in ambiente
premontano, con presenza di acero-tiglio-frassineti; le aree agricole non coperte da boschi sono
per la maggior parte destinate al pascolo e gestiti in gran parte a sfalcio od incolti .
I principali elementi di antropizzazione del territorio sono costituiti:
- dal concentrico di Monterosso Grana;
- dalle piccole frazioni sparse costituite da due o più unità abitative;
- dalla rete viaria costituita dalla strada provinciale Caraglio-Castelmagno, e da una fitta rete
viaria minore il centro urbano alle borgate e agli insediamenti rustici sparsi.
Immaginando di descrivere il paesaggio mediante matrici, macchie e corridoi, l'area in esame è
caratterizzata dalla matrice del paesaggio dei rilievi montuosi e delle valli alpine, all'interno della
quale si riconoscono le macchie riferite agli edifici e alla vegetazione, e dal corridoio dell'alveo
del Grana e delle sue fasce perifluviali. Potrebbe essere considerata come corridoio secondario
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la rete delle piste forestali e delle strade.
Secondo la classificazione dei paesaggi agrari e forestali elaborata dalla Regione Piemonte, in
collaborazione con l'IPLA, i territori comunali ricadono nelle seguenti categorie:
•
sistema paesaggio P – Rilievi montuosi e valli alpine (latifoglie)/sottosistema rilievi
interni delle valli occidentali.
Si specifica che l'area di intervento ricade esclusivamente nel sistema paesaggio P.
Per meglio comprendere tale classificazione, è utile sapere che essa propone la suddivisione
del territorio regionale in aree omogenee dal punto di vista delle componenti paesaggistiche,
procedendo dal generale al particolare secondo i seguenti tre livelli:
1. SISTEMI: insiemi ambientali che, per salienti analogie di forme, coperture ed altri elementi
costitutivi, identificano i fondamentali e più significativi scenari del panorama regionale;
2. SOTTOSISTEMI:
ambiti
geografici
differenziati
all'interno
dei
rispettivi
Sistemi
di
appartenenza, per condizioni dettate dall'ambiente naturale o dalla diversa azione antropica
sul territorio, che conferiscono globalmente all'assetto ambientale, aspetti fisionomici con
caratteri propri;
3. SOVRAUNITA': areali che comprendono più circoscritti territori, costituiti da più unità di
paesaggio che si differenziano, all'interno dei sottosistemi di appartenenza, per una o più
caratteristiche ambientali e/o colturali predominanti.
Si riporta nel seguito uno stralcio della Carta dei paesaggi agrari e forestali, e la relativa
legenda.
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Per ulteriori approfondimenti si rimanda alla visione delle carte allegate alla relazione
ambientale, all'interno del quadro ambientale, in particolare la carta di uso del suolo, la carta
della capacità di uso del suolo, la Corine Land Cover, la carta forestale, la carta relativa
all'Indice di Funzionalità Fluviale.
Inoltre, sono allegati all'interno del quadro programmatico gli elaborati grafici relativi allo stralcio
dello strumento urbanistico (assetto del territorio comunale con i relativi vincoli) e la carta
relativa all'uso del suolo.
Definizione dell'area vasta
L'area vasta definisce la porzione di territorio su cui si ripercuotono gli effetti positivi/negativi
dell'opera in progetto, tenendo però presente che l'area di influenza varia a seconda della
componente ambientale considerata e non sempre è riconducibile ad estensioni di territorio
geometricamente regolari nell'intorno del sito di intervento.
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Nel caso in esame, si ritiene di poter circoscrivere tale area in base agli impatti di natura
negativa, circoscrivibili alla porzione di fondovalle compresa tra l'abitato di Monterosso Grana e
la porzione di territorio, in comune di Valgrana, posto a monte della frazione Cavaliggi, nelle cui
prossimità sarà ubicata la centrale.
Le ricadute positive di un impianto idroelettrico sono determinate essenzialmente dalla
produzione energetica distribuita alla rete nazionale; pertanto l'area vasta è stata determinata
cartograficamente sulla base della localizzazione delle interferenze con il reticolo idrografico.
CARATTERIZZAZIONE DELL'OPERA IN PROGETTO
In questo capitolo vengono richiamate le principali caratteristiche dell'opera al fine di poterne
valutare correttamente l'inserimento all'interno del quadro paesaggistico.
Analisi dei quadri di visuale
Verranno nel seguito analizzate le interferenze dal punto di vista paesaggistico determinate
dall'infrastruttura idroelettrica nelle condizioni che si presenteranno, sulla base dei quadri di
visuale che vengono via via a modificarsi in seguito al posizionamento della nuova
infrastruttura.
Opera di presa sul torrente Grana
L'opera di presa è posta circa 30 m a valle della confluenza del Rio Freddo di Monterosso in
Grana, in corrispondenza del punto di prelievo della captazione del consorzio irriguo Borgata
Parou.
Per realizzare l'opera si prevede di adeguare la traversa esistente senza innalzarne la soglia,
inserendo la rampa di risalita per l'ittiofauna e modificando la dimensione della finestra di
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rilascio del DMV.
La derivazione ai fini idroelettrici avverrà tramite una bocca di presa e vasca di carico posta alle
spalle dell'attuale canale di derivazione del consorzio irriguo Parou. Nelle finestre d' ingresso
verranno posizionati delle paratoie di chiusura atte a sezionare l'impianto nel corso delle piene.
La vasca di carico è posta a valle della vasca disabbiatrice ed ha sezione crescente da una
larghezza minima di 2,00 m a 4,00 m in corrispondenza dello sgrigliatore. La vasca di carico si
approfondisce notevolmente rispetto alla bocca di ingresso, per consentire una efficiente
sgrigliatura ed una sufficiente sommergenza rispetto alla condotta forzata.
La scala di rimonta dell'ittiofauna è costituita da una rampa in pietrame realizzata con massi
immersi in calcestruzzo emergenti dallo scivolo al fine di realizzare una superficie
sufficientemente scabra da consentire il deposito di ciottoli ed altri sedimenti. La pendenza della
rampa sarà inferiore al 10 % circa.
L'opera di presa sarà parzialmente incassata nella sponda esistente, e pertanto ne è prevista la
copertura mediante soletta in c.a. ricoperta di terreno vegetale e successivamente inerbita.
Risulterà scoperta unicamente la porzione di vasca in corrispondenza della bocca di presa.
Lungo tutto il perimetro della soletta di copertura si prevede la posa di una recinzione in
legname. Le pareti a vista dell'opera di presa e quelle non direttamente in contatto con le acque
saranno rivestite in pietra.
Le zone limitrofe all'opera di presa, interessate durante la fase di cantiere dall'asportazione del
materiale, saranno opportunamente inerbite e vegetate al fine di accelerarne il processo di
rinaturalizzazione
Condotta forzata
La condotta forzata costituita da una tubazione in acciaio di diametro 2000 mm e spessore
minimo come indicate nei calcoli di dimensionamento idraulico delle opere.
Il tracciato avrà uno sviluppo di 1265 m e coprirà un dislivello di 25,10 m tra l'opera di presa e
la centrale di produzione.
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La condotta sarà interrata per almeno 1,00 m al fine di mantenere inalterata la capacità
produttiva dei terreni agricoli attraversati.
Centrale di produzione
L'edificio della centrale verrà realizzato ex novo in destra idrografica a valle del ponte della
Strada Provinciale.
La centrale sarà collocata a 25 metri dalla Strada Provinciale ed a circa 50 m dal Torrente
Grana.
La centrale avrà una forma in pianta ad “L” con le dimensioni 12,70 m x 15,20 m (dimensioni al
netto del rivestimento in pietra presente in corrispondenza dei pilastri).
L'accesso alla centrale avverrà attraverso una pista sterrata esistente che verrà prolungata di
per raggiungere l'ingresso della centrale idroelettrica.
L'edificio si suddivide in due blocchi, di cui uno è destinato alle due turbine ed ai quadri elettrici,
l'altro destinato ai locali di servizio ENEL, contatori e trasformatori.
Il locale turbina è collocato nel vano di maggiore dimensione posto sul lato di valle in direzione
del Torrente Grana. Esso presenta un ingresso mediante portone a due ante utilizzabile per
posare le opere elettromeccaniche e per effettuare la manutenzione. Dal portone potrà essere
manovrato il carro ponte per la movimentazione dei carichi pesanti.
Le turbine sono posate a quota -4,43 m rispetto il piano di campagna in un locale di dimensioni
interne di 8,30 m x 12,10 m.
Durante la fase di esercizio l'accesso alle turbine ed ai quadri elettrici avviene tramite un
portoncino laterale mediante il quale si accede al percorso grigliato dove sono collocati i quadri
elettrici e la scala per la discesa alle macchine.
Il settore dei locali di servizio verrà ripartito in tre locali, che saranno accessibili direttamente dal
piazzale antistante la centrale idroelettrica, e che saranno:
•
locale ENEL
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•
locale Contatori
•locale
Trasformatori
Il locale ENEL presenta dimensioni interne di 3,50 m x 6,00 m ed ha una finestra di dimensione
1,50 x 1,20 e n. 3 aperture di aerazione di dimensione 1,20 x 0,50 m.
Il locale trasformatori presenta le dimensioni 6,00 m x 3,35 m.
Il locale contatori presenta dimensioni di 1,70 x 1,50 m.
Canale di scarico
Il canale di scarico delle acque turbinate sarà realizzato per la parte sottostante il basamento
del piano terra. Il canale di scarico presenta una lunghezza di 51,0 m con una pendenza media
del 0,4 %.
Il canale ha sezione trapezia con base minore di 4,00 m e pareti inclinate di 60° consolidate con
scogliere in massi di cava rinverdite con talee di salice.
Al termine del canale di scarico verrà effettuata la misurazione della portata derivata,
realizzando un tratto di canale con fondo e sponde in calcestruzzo con stramazzo in bazin in
parete sottile
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GRADO DI PERCEZIONE DELL'OPERA
Definiti il quadro descrittivo della componente paesaggio, ed analizzate le caratteristiche fisiche
e dimensionali che assumeranno gli elementi costituenti l’opera in progetto, si verifica il grado di
percezione della stessa (visibilità) secondo la metodologia dei “Punti di vista chiave”.
I “punti di vista chiave” sono stati individuati in base a condizioni di visibilità delle opere da punti
esterni, e di affluenza-frequenza dei luoghi.
Sulla base di questi aspetti, sono stati individuati due punti di vista chiave (i fotogrammi 4 e 16)
le cui viste con fotoinserimento sono riportate al termine della seguente relazione .
Per quanto concerne l'opera di presa, essa si presenta lontana dalla viabilità provinciale e da
abitazioni: la visibilità dell'opera, quindi, è esclusivamente per l'osservatore transitante a piedi
lungo l'alveo del fiume. Il punto considerato è localizzato a valle delle opere, in sponda destra.
Le opere in progetto andranno ad integrare quanto già attualmente presente; la percezione
delle opere, quindi, sussiste già allo stato attuale, ed i nuovi elementi che verranno inseriti,
grazie al loro quasi completo interramento, alla presenza di rivestimento in pietra, ed alla
vegetazione ripariale, risulteranno perfettamente mimetizzati all'interno del quadro scenico.
Per quanto concerne l'edificio della centrale, i punti da cui potrebbe risultare visibile sono
localizzati lungo la strada provinciale della Valle Grana, dalla quale è scattato uno dei
fotogrammi utilizzati come punto di ripresa. Si riporta, inoltre, la visione dell'area della centrale
che si ha dai prati interni, grazie alla quale apprezzare maggiori caratteristiche dell'edificio.
Considerando che l'edificio sarà parzialmente mimetizzato dalla presenza di alcuni alberi,
impedendo quindi all'osservatore la visione diretta dell'edificio, e che comunque l'edificio in
progetto riproporrà integralmente i caratteri dell'edilizia rurale alpina del fabbricato esistente, si
ritiene che, anche nel periodo autunno-invernale, in cui si avrà la caduta delle foglie, l'edificio
potrà essere riconoscibile esclusivamente come elemento di sfondo (circa 100 m). Va
sottolineato, inoltre, la visibilità dall'asse stradale risulta trascurabile, in quanto il fatto stesso di
percorrerlo comporta una permanenza estremamente limitata.
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Per quanto riguarda la condotta forzata, correndo interrata, non sarà visibile in fase di esercizio.
IMPATTI SUL PAESAGGIO
Sulla base di quanto sopra e tenendo conto delle opere di mitigazione previste in progetto, è
stato calcolato il valore paesaggistico delle aree in condizioni post-operam. L'unico parametro
variato è quello relativo alle modificazioni antropiche, posto pari al valore minimo, in modo da
porsi cautelativamente nella condizione maggiormente peggiorativa. La classe di riferimento
rimane la stessa.
Componenti
Punteggi
Morfologia del terreno
3
Vegetazione
3
Acque
5
Colore
3
Influenza visiva di paesaggi adiacenti
1
Rarità
1
Modificazioni antropiche
-4
TOTALE
12
Tabella 3 – Valutazione visiva del paesaggio post-operam - Punteggi
Considerando quindi che:
•
è stato previsto il parziale interramento dell'opera di presa e dell'edificio della centrale, ed il
completo interramento della condotta forzata;
•
le opere in progetto interagiranno negativamente con il paesaggio esclusivamente durante la
fase di cantiere, in cui, per la posa della condotta, saranno chiaramente visibili i materiali di
risulta dello scavo ed il tracciato lungo il quale si articola il cantiere. Durante tutta questa fase
potranno essere presenti nell'area mezzi meccanici, materiali vari, accumuli di materiali di
scavo, soprattutto nell'area destinata alla costruzione della centrale e presso l'opera di presa;
•
sono stati previsti interventi di ripristino e mitigazione ambientale delle aree e dei manufatti di
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cui sopra, ed adottate, per questi ultimi, tipologie costruttive e materiali tipici dell'edilizia
rurale locale;
•
dai punti di vista chiave, le opere risultano, grazie alla presenza di una vegetazione folta ed
al rivestimento in pietra dei manufatti – colorazioni tipiche dei luoghi, ben celate alla vista
dell'osservatore per parte dell'anno, o solo confusamente percettibili in lontananza negli altri
periodi;
•
l'eventuale percezione dell'edificio della centrale interessa l'osservatore solo per un tempo
breve (tempo di percorrenza di poche decine di metri);
•
nessuna interferenza emerge a carico delle risorse storico – culturali;
si ritiene che le opere possano inserirsi armoniosamente nel contesto paesaggistico locale.
Dott. Ing. Franco GIRAUDO
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DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA DELLE AREE DI
PROGETTO
Si riporta nel seguito la documentazione fotografica delle aree interessate dal presente progetto. Per
l'individuazione dei punti di ripresa, si rimanda alla alla Tav. 02, 06 e 10.
Foto 1: Vista del punto di innesto della futura pista sterrata di accesso all'opera di presa
Foto 2: Vista, sullo sfondo, della zona da cui si dipartirà la pista sterrata di accesso all'opera di presa
Foto 3: Vista della zona compresa tra l'alveo ed il campetto sportivo comunale
Foto 4: Vista della traversa esistente, sullo sfondo, e del canale di pertinenza del Consorzio Bealera Parou
Foto 5: Vista del canale esistente di presa del Consorzio Bealera Parou
Foto 6: Vista della traversa di presa esistente del Consorzio Bealera Parou
Foto 7: Vista della traversa di presa esistente del Consorzio Bealera Parou
Foto 8: Vista della zona del tracciato in corrispondenza del punto B
Foto 9: Vista della zona del tracciato compresa tra i punti B e C
Foto 10: Vista della zona del tracciato in corrispondenza del punto C
Foto 11: Vista della zona del tracciato nella zona a monte dell'area comunale
Foto 12: Vista della zona del tracciato a monte dell'attraversamento della S.P.
Foto 13: Vista della zona del tracciato a monte dell'attraversamento della S.P.
Foto 14: Vista della zona del tracciato a monte punto G
Foto 15: Vista della zona sulla quale si svilupperà la pista sterrata di accesso alla centrale di produzione
Foto 16: Vista sullo sfondo della zona in cui sorgerà la centrale di produzione. Ripresa effettuata dalla S.P.
Foto 17: Vista della zona in cui verrà realizzato il canale di scarico, a valle della centrale di produzione
Foto 18: Vista della zona in cui sorgerà la centrale di produzione. Ripresa effettuata dal ponte sul T. Grana
Foto 19: Vista dell'alveo del T. Grana, nella zona a monte del ponte di attraversamento della S.P. sul torrente
Foto 20: Vista dell'alveo del T. Grana, nella zona a valle del ponte di attraversamento della S.P. sul torrente
Foto 21: Vista dell'alveo del T. Grana, nella zona a valle del ponte di attraversamento della S.P. sul torrente,
con obiettivo sulla zona di sbocco del canale di scarico
SIMULAZIONE FOTOGRAFICA DEGLI INTERVENTI DI
PROGETTO
Fotoinserimento basato sulla foto n.4
Fotoinserimento basato sulla foto n.16