Nel 2004 la decisione dell’Unesco
I vigneti dell'isola di Pico,
un Patrimonio dell'Umanità
di Eugenia Sciorilli
ieci anni fa l’Unesco
decideva di iscrivere
nella sua prestigiosa
Lista del Patrimonio
dell’Umanità il Paesaggio della
Cultura Vinicola dell’Isola di
Pico, nell’arcipelago delle
Azzorre. Pico è un’isola
vulcanica, e il sito riconosciuto
dall’Unesco per il suo valore
universale si estende per 987
ettari e si distingue per “la
straordinaria bellezza del
paesaggio antropizzato”, come
si legge nella motivazione.
I recinti murati (“currais”) che
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Gli antichi currais, muretti posti a protezione delle viti. Sopra il titolo, i vigneti dell’area
Criacao Velha (fotografie Direzione Regionale dell'Ambiente del Governo delle Azzorre).
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I vi gneti d ell'i s ola d i Pi co,un Pa tri m onio d ell'U manità
In alto; a sinistra, il lajido di Santa Lucia dove si produce vino verdelho; centro di interpretazione del paesaggio della cultura della vite protetta (fotografie Direzione Regionale
dell’Ambiente del Governo delle Azzorre). Sopra, a sinistra, presentazione del vino Lajido
2004, vino da messa Pico Dop (foto Picowines); a destra, le cantine della Cooperativa
Vitivinicola dell'Isola di Pico (foto Picowines). A lato, il Verdelho Czar 2008, vino liquoroso
di Josè Duarte Garcia (foto Verdelho Czar).
vennero edificati a partire
dalla fine del quindicesimo
secolo proteggevano le vigne
dai venti, spesso impetuosi,
dell’Oceano Atlantico e
dall’acqua di mare. Parte del
sito è una zona di viticoltura
coltivata a sud della città
principale dell’isola,
Madalena; a nord la zona era
precedentemente utilizzata per
la coltivazione di viti e fichi,
ma da allora è stata in gran
parte abbandonata ed è ora
ampiamente coperta dalla
vegetazione. All’interno
dell’area Criação Velha, la
viticoltura tradizionale
continua, producendo un vino
molto pregiato, chiamato
Verdelho, un tempo
ampiamente esportato in
Europa e in America (era assai
apprezzato alla corte degli zar
russi).
La rete geometrica di piccoli
campi recintati copre la
striscia di terra pianeggiante
lungo la costa. A formarla
sono pietre di basalto nero,
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Il vulcano Pico, la più alta montagna di
tutto il Portogallo (foto Direzione Regionale dell'Ambiente del Governo delle Azzorre).
A lato, una rola-pipa, antico scivolo scavato nella roccia per agevolare il carico
delle botti sulle barche. (foto Direzione
Regionale dell'Ambiente del Governo
delle Azzorre)
con pareti di circa due metri
di altezza. Grazie al terreno
vulcanico, ricco di nutrienti,
e al microclima dei pendii
riparati dal vento, le viti hanno
trovato qui condizioni
straordinarie per maturare.
I vigneti, che
contraddistinguono
il paesaggio dell’isola,
producono un vino fresco,
fruttato, secco e leggero.
Sul terreno di lava scura si
osservano le “rilheiras”,
i solchi lasciati dalle ruote dei
carri trainati da buoi che
trasportavano l’uva e i barili,
mentre nei porti e piccoli porti
vicino al mare si vedono
ancora i “rola-pipas”, delle
rampe scavate nei pendii per
agevolare il trasporto delle
botti nelle barche: sono la
memoria viva dell’attività
vinicola di un tempo.
L’isola di Pico misura 448
chilometri quadrati ed è la
seconda per superficie
dell’arcipelago delle Azzorre.
Ospita la più alta montagna
del Portogallo, il vulcano Pico,
che raggiunge i 2.351 metri di
altezza. A circa 1250 metri,
dove s’inizia la salita a piedi
della montagna, si può già
vedere buona parte dell’isola,
e le vicine isole di Faial e di
São Jorge. La salita in vetta è
faticosa, ma gli sforzi sono
ricompensati dalla
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I vi gneti d ell'i s ola d i Pi co,un Pa tri m onio d ell'U manità
Sopra, Il Lago del Capitano, sullo sfondo
il vulcano Pico.
A destra, in alto, il suggestivo paesaggio
di rocce vulcaniche; in basso, La Gruta da
Torres, Grotta delle Torri (foto Jorge
Gòis/GESPEA/Direzione Regionale dell'Ambiente del Governo delle Azzorre).
meravigliosa vista panoramica
che in giorni sereni spazia fino
alle isole di Graciosa e
Terceira.
Spesso chiamata Isola
Montagna, Pico si trova a sud
del gruppo centrale
dell’arcipelago, ad appena sei
chilometri dall’isola di Faial.
Oltre che per i terreni di
origine vulcanica e la
suddivisione del territorio
mediante l’impressionante
mosaico di pietra scura
premiato dall’Unesco, l’isola si
distingue per il clima secco e
caldo e per la possibilità di
osservare i cetacei.
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