Idrocarburi Aromatici CH3 CH3 OH OH (Cl)n benzene toluene fenolo cloro benzeni (HCB) OH (Cl)n m-cresolo cloro fenoli (PCB) Benzene cancerogeno (leucemia) Ox nel fegato tox acuta H OH O H Fenolo (tox) La tossicità di benzene e fenolo aumenta con il numero di Cl e NO2 sull’anello. Max tossicità per HCB (esaclorobenzene) e pentaclorofenolo: usati in passato come pesticidi, insolubili in H2O, persistenti ebioaccumulabili in organismi e sedimenti (kow, koc). ClPhen DIOSSINE Composti Aromatici Policiclici IPA o PAH Sono composti con due o + anelli aromatici condensati: cioè con nuvole di elettroni π aromatici in comune. Da combustioni sia naturali sia antropogeniche (presenti nell’atmosfera come aerosol essendo solidi a bassa tensione di vapore) se > 4 anelli Me aumentano tossicità. Metabolismo ossidativo PAH OH O {O} ossidasi GSH idrolisi enzimatica OH SG OH OH GSH = glutadione – glutamilcistamilglicina solubilizzante in acqua al fine di favorire escrezione con urine Tossicità di benzo(a)pirene (BAP) prima fonte: fumo sigaretta Via epossidazione con ossidasi idrolisi epossido epossidazione coniugazione con basi DNA-RNA “bay region” regione recesso O HO H O H OH seconda maggior fonte di PAH: alimentazione cottura cibi, depos. su vegetali a foglia larga, affumicati. PAH ⇒ cancro ossidasi idratasi O Benzo(a)pirene HO apertura trans diolo cancerogeno del fumo di sigaretta, della carne alla brace…… OH DNA O NH ossidasi HO HO HO OH CANCEROGENO OH Si pensa che un nucleofilo NH2 delle basi azotate del DNA attacchi l’epossido a dare una base del DNA modificata perché alchilata. Diossine O O 1,4-diossina o p-diossina Cl O Cl Cl O Cl 2,3,7,8-TCDD tetraclorodibenzodiossina 75 congeneri planari Fonti: per riscaldamento OCH2COOH Sottoprodotta nella sintesi di: Cl • 2,4,5-T acido 2,4,5-triclorifenossiacetico (erbicida) OH Cl Intermedio di partenza Cl Cl Cl Cl Cl Cl O- Cl Cl O- Cl Cl 230-260°C -2Cl- Cl O Cl Cl O Cl • da pentaclorofenolo o congeneri Cl Cl Cl Cl OH Cl Cl OH HO Cl Cl Cl calore Cl Cl Cl O Cl (non molto tox.) Cl O Cl Cl Cl PCBs (PolyChloro Biphenyls) 209 congeneri Bifenili Cl(n) Cl(n) Usati come addittivi per colori da stampa plastiche isolanti nei trasformatori elettrici. Miscele: AROCLOR. Grandissima stabilità: si accumulano negli organismi (BIOMAGNIFICAZIONE) e sedimenti. Persistenza dell’inquinamento (anche ai poli), caratteristica di “estrogeni”: diminuiscono fertilità maschile. Formano DIBENZOFURANI: Cl Cl Cl Cl -H2O Cl Cl H Cl Cl Cal. . X X . OH Cl Cl Cl Cl . +O2 -X Cl Cl O . X Cl Cl O 2,3,7,8-TCDF Si elimina o Cl2 o HCl o H2 Tossicità di PCB, DIOSSINE, FURANI PCB non alta tox acuta cloracne FURANI-DIOSSINE > tox acuta Si ritiene che siano tox a lunga scadenza cancro? (≠ ≠ a seconda della specie) PCB quando sono simili ai DIBENZOFORANI Cl Cl PCB + tox PCB con il Cl io orto non sono planari (circa 70° angolo) Solo diossine senza Cl in orto sono planari! I PCB che non hanno i Cl in orto sono strutturalmente simili alle diossine planari entrano nel sito attivo dell’enzima recettore ⇓ AZIONE TOSSICA Cl Simile a DIOSSINA + tox (2,3,7,8-TCDD) Cl Cl Cl Cl Cl β α O Cl O Cl Analogamente DIOSSINE con Cl in α sono meno tox PESTICIDI Classificazione Presidi Fitosanitari (o Fitofarmaci) Antiparassitari (pesticidi) Diserbanti (erbicidi) Fitoregolatori Algicidi Insetticidi, Acaricidi, Rodenticidi, Nematocidi, Anticrittogami o Fungicidi, Limacidi (o Molluschicidi), Battericidi, Larricidi, Disinfettanti Ogni anno nel Nord America : 1 milione di chilogrammi Tossicità Acuta LD50 (o DL50) 1°classe : LD50 ≤ 50mg\kg 2°classe : 50< LD50 ≤ 500 mg\kg 3°classe : LD50 ≥ 500 mg\kg 4°classe : “non tossici” Fitotossicità • Specifica ⇒ certe specie non sopportano la molecola • Varietale ⇒ solo alcune varietà EPA-USA ha fissato per ogni pesticida : A.D.I. Admissible Daily Intake = NOEL\100 (no-effect level) Pesticidi naturali!!!!! ATTENZIONE Modalità d’uso Trattamenti: • in stagioni particolari (aratura, semina, pre o post emergenza) • tutto l’anno • secondo calendari • secondo soglie di danno • secondo densità di popolazione Dispersione: 30% si perde per deriva 25% si perde per percolazione, gocciolamento, volatilizzazione 40% rimane come residuo sulla cottura 5% raggiunge l’insetto 1% (o meno) viene assorbito dagli insetti MALATTIE TRASMESSE ALL’UOMO DA ANIMALI CONTROLLABILI DAGLI ANTIPARASSITARI Malattia Malaria Filarosi Vettore zanzara (gen. Anopheles) Plasmodium spp. zanzara (gen. Culex, Wuchereria bancrofti Aedes, Anopheles) zanzara (Aedes aegypti) Encecefalite virale zanzara Tifo petecchiale pidocchio Peste bubbonica pulce e ratto Febbre dele montagene zecca rocciose Febbre gialla Agente eziologico Arbovirus del groppo B Arbovirus R. prowazeki Pesteurella pestis R. rickettsi ORDINE DI PRECEDENZA DEL RISCHIO DI CONTAMINAZIONE Secondo l'opinione corrente Secondo la statistica sanitaria 1. Contaminazioni 1. Additivi volontari microbiologiche 2. Rischi di cottura 2. Residui di pesticidi dei cibi 3. Contaminazioni 3. Contaminazioni ambientali ambientali 4. Contaminazioni 4. Tossici naturali microbiologiche 5. Addittivi volontari Vantaggi della lotta chimica EFFICACIA: gli insetticidi sono efficaci nel controllo di migliaia di insetti dannosi; praticamente tutte le specie possono essere controllata con almeno uno dei prodotti attualmente disponibili. RAPIDITA’: grandi popolamenti di insetti nocivi possono essere ridotti nel giro di poche ore e questo consente una protezione pressoché immediata. VERSATILITA’: gli insetticidi offrono una ampia varietà di proprietà, usi e metodi di applicazione a diverse situazioni e tipi di infestazioni. SEMPLICITA’: dal punto di vista operativo, la lotta chimica è (almeno apparentemente) il più semplice mezzo di controllo delle infestazioni. POSSIBILITA’ di APPLICAZIONE NELL’EMERGENZA: la lotta chimica è l’unico mezzo realisticamente utilizzabile in caso di improvvise emergenze. ECONOMICITA’: tra tutti i metodi di controllo, la lotta chimica è probabilmente quello che presenta il più favorevole rapporto costi/ benefici. Svantaggi della lotta chimica •INSORGENZA DI SPECIE RESISTENTI •CRESCITA DI IMPORTANZA DI INFESTAZIONI SECONDARIE •EFFETTI DANNOSI SU SPECIE NON BERSAGLIO: nemici naturali degli infestanti, api e altri impollinatori, altri organismi diversi dagli Artropodi (vertebrati e invertebrati). •RISCHI PER GLI UTILIZZATORI •RESIDUI NEGLI ALIMENTI •ALTRI RISCHI PER L’UOMO E PER L’AMBIENTE SINTESI DI NUOVE MOLECOLE SCREENING IN LAB. E SERRA PROVE PRELIMINARI TOSSICOLOGICHE STUDI DI CHIMICA ANALITICA PROVE PRELIMINARI IN SERRA E CAMPO STUDI DI PRODUZIONE INDUSTRIALE PRODUZIONE SU SCALA INDUSTRIALE STUDIO FORMULAZIONI STUDI TOSSICOLOGICI AUTORIZZAZIONE DEL MINISTERO DELLA SANITA’ COMMERCIALLIZZAZIONE Scema di sviluppo di un antiparassitario PROVE DI CAMPO DATI RICHIESTI IN ITALIA PER CONCEDERE LA REGISRAZIONE DI UN FITOFARMACO •Dati di carattere generale: dati di identità e sulle proprietà chimico-fisiche •Dati agronomici: campi d’impiego, modo d’azione, tipo di parassita combattuto, dosi d’applicazione, numero e epoca d’applicazione, fitotossicità •Dati sulla tossicità: tossicità orale, dermale, inalatoria e per altre vie, irritabilità pelle e occhi, sensibilità allergica, studi metabolici, tossicità a lungo termine, effetti mutageni, teratogeni e cancerogeni, neurotossicità, studi sulla produzione, effetti potenziati, osservazioni dirette sull’uomo, risultati di monitoraggio su operai dell’industria e dell’agricoltura, informazioni per il pronto soccorso eventuali intossicati. •Dati sui residui: vie metaboliche, metodo di analisi dei residui, dati sui residui •Dati sugli effetti su ambiente e fauna selvatica: tossicità su uccelli, pesci, altri animali, api insetti utili, vermi e invertebrati, cambiamenti in ecologia del suolo e microrganismi, movimento e persistenza nel terreno. In Italia non è prevista alcuna autorizzazione provvisoria basata su una documentazione ridotta in attesa di quella definitiva. Alcune forme di autorizzazione provvisoria sono invece concesse in Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti…. INSETTICIDI INORGANICI Più antico insetticida (fumigante): 1000 a.c. (XIX sec.) DERIVATI DELLO ZOLFO: polisolfuri di calcio e di bario, attivi contro stadi giovanili di molti gruppi di insetti; hanno anche azione fungicida. DERIVATI DELL’ARSENICO: arsenati di piombo, calcio e sodio, efficaci insetticidi per ingestione. Arseniti attivi per contatto e per ingestione, attualmente in uso come rodenticidi (es. CuAsO4 o CuAsO3 “verde di Parigi” 900 d.c. fino anni ’50) DERIVATI DEL FLUORO: insetticidi per ingestione con un certo effetto fitotossici (es. NaF per formiche e scarafaggi) DERIVATI DELLO ZINCO: es. fosfuro di zinco usato soprattutto per la protezione delle derrate contro insetti roditori. Tossici per uomo e animali alle alte dosi necessarie per essere efficaci Non biodegradabili – Accumulano nell’ambiente NICOTINICI Altre classi origine vegetale ORGANOSTANNICI N CH3 N SnOH ROTENONE origine vegetale OCH3 H3CO o o o o C Copiati da insetticidi naturali CH3 CH2 PIRETRINE acido piretrico CH3 H H3C R H H2 C C COO CH3 C H C H H O CH3 R: -CH3 o –COOCH3 R’: -CH=CH2,–CH3 o -CH2CH3 R' H Usati in Cina 2000 anni fa. Origine : piante del genere Chrysanthmum (=Pyrethrum) Effetto: potente e rapidissimo effetto per contatto su tutti gli insetti (effetto Knock-down). Agisce sul sistema nervoso gangliare. Modalità d’azione ancora poco chiara. Uso: eccellente per uso domestico per rapidità d’effetto, trascurabile tossicità sui Vertebrati, rapida scomparsa. Usi agricoli trascurabili per alti costi e rapida fotodegradazione. Degradazione: facile per idrolisi estere, instabilità anello a 3C Ossidazione CH3 → CH2OH → COOH. PIRETROIDI ARTIFICIALI Proprietà dei Piretroidi Artificiali •Solubilità in acqua: generalmente compresa tra 0.1 e 6 mg/l (bassa) •Tensione di vapore: generalmente compresa tra 10-3 e 10-7 Pa (bassa) •logkOW = generalmente compreso tra 4 e 6 (alta idrofob.) Persistenza: (bassa) • in generale facilmente fotodegradabili • in presenza di alogeni riduce la fotolabilità • nel complesso classificabili come prodotti non persistenti Tossicità su non target: (selettività) • molta alta su tutti gli artropodi • trascurabile o comunque ridotta sui Vertebrati, presumibilmente a causa di una inattivazione metabolica da parte dei sistemi enzimatici CLORORGANICI Cl Cl CH Cl Cl Cl Cl C Cl Cl Cl2C H2C Cl Cl Cl Cl Cl Cl Cl DDT family, e.g.DDT HCH family, only γ-HCH Anni ’40-’50: •Stabilità verso degradazione •Bassissima solubilità •Alta lipofilia •Tox. elevata specifica non verso uomo Cl Aboliti dal 1972 per loro persistenza e biomagnificazione Ancora in uso in paesi non sviluppati Cl Cl Cl Cl Chlorinated cyclodiene family e.g. aldrin Cl HCB fungicida per cereali dopo II° guerra mondiale ORGANOCLORURATI Alto accumulo, persistenza, biomagnificazione a) DDT e analoghi non tox. ma forte cancerogeno b) Esacloro cicloesani (HCH) c) Famiglia di ciclodieni clorurati a) DDT e analoghi p,p’- DDT p,p’-diclorodifeniltricloroetano rid Cl -Cl Cl CH Cl Cl CH Cl CHCl2 OH Cl ox C Cl DDD Cl Cl CCl3 (Detox) DDTasi -HCl C Cl C DDE (resistenza) CCl2 Non insetticida Cl METOSSICLOR DeMet HO CH OH CCl3 H3CO CH OCH3 (solubile) C Cl Cl Cl -HCl tipo DDE b) Esaclorocicloesani (HCH) Miscele di più isomeri strutturali (8) Forma attiva γ-HCH = Lindano Cl Cl 3 eq. adiac. 3 ox adiac. Cl Cl Detox: • per isomerizzazione a forme inattive • per monoox (-Cl) • per coniugaxione con GluS- ClCl c) Da ciclopentadieni clorurati (1950 , ora sono banditi) Cl Cl Cl Cl Cl Cl Cl Cl Cl Cl Cl Cl Cl O Cl ALDRINA Cl DIELDRINA Cl Cl idrolisi -CH2OH -CH2OH Cl Cl Cl O Cl S Cl O Cl -SO42- O ox Cl ENDOSULFAN ORGANOFOSFATI R1 O O P R2 Ortofosfati O O H2O O R2 O R1 O O O 2) H2O O R3 S R3 HO OH + R1OH R2OH R3OH Tiofosfati R1 R2 -OCH3 -OCH2CH3 R3 varie catene S P R2 1) O2 S P HO P Detox R1 R3 Ditiofosfati Altri (fosfonati, fosforamidi ,ecc) + tossiche ma meno persistenti (non accumulano, si biodegradano) Uso in minor quantità Più selettive Inibitori acetilcolinesterasi (AchE) Attività neurotossica Esteri ortofosforici Esteri tionofosforici Esteri ditiofosforici e altri CARBAMMATI O HO C O NH2 R1 O C NH R2 ACIDO CARBAMMICO carbofuran aldicarb HN O O S N O NH O O Log kow= 1.13 Sw= 6000 ppm Vp= 1x10-4 mmHg (0.013Pa) DL50= 0.9 mg/kg (ratti) Log kow= 2.32 Sw= 700 ppm Vp= 8.3x10-6 mmHg (1.1 mPa) DL50= 8 mg/kg (ratti) carbaryl O O O HN N H propoxur O O Log kow= 2.36 Sw= 32mg/L Vp= 1.36x10-6 mmHg (0.18 mPa) DL50= 307 mg/kg (ratti) No tox per uomo e animali domestici Si per api (giardini e prati) Log kow= 1.52 Sw= 1750mg/L Vp= 3x10-6 mmHg (0.4 mPa) DL50= 307 mg/kg (ratti) Neurotossici – inibitori AchE (diretti) Bassi log P: non idrifobiche Volatili Poco persistenti (si idrolizzano) Bacillus thuringiensis •Elevata attività su larve di Lepidotteri. •Effetto dovuto ad una proteina prodotta dalle spore (endotossina). •Alta specificità. •Trascurabile effetto su non target (eccetto Lepidotteri). •Persistenza relativamente bassa. •La proteina può venire oggi prodotta con metodi di ingegneria genetica. FEROMONI Prodotti non insetticidi ma comunque classificati nell’ambito degli strumenti della lotta chimica. Molecole relativamente semplici, spesso composti alifatici a catena lineare (C10C18). ERBICIDI Il controllo delle malerbe presenta dei problemi diversi rispetto a quello del controllo di funghi ed insetti. Le malerbe riducono seriamente la resa o la qualità delle colture solamente quando competono per l’acqua disponibile, nutrienti e luce Fra le tecniche per ridurre l’infestazione da malerbe si citano: Diserbo meccanico (estirpazione manuale o con macchine) Rotazioni False semine Uso di erbicidi Persistenza degli erbicidi La persistenza degli erbicidi è una caratteristica desiderata, perché prolunga il periodo di azione della molecola. A volte però diventa un problema perché può indurre effetti di fitossicità nella cultura successiva. Classificazione degli erbicidi Una classificazione possibile è la seguente, che si basa essenzialmente sul tipo di applicazione: Erbicidi applicati alle foglie Composti bipiridilici: i più famosi sono diquat e paraquat. Hanno azione sulle foglie in crescita. Non vengono assorbiti dalle radici perché si adsorbono fortemente sulle argille (e non sul carbonio organico). Sono diserbanti totali. paraquat N+ diquat N+ N+ N+ Glyphosate: è un composto organofosfato, inattivo dal suolo, dalla tossicità (per i vertebrati) bassissima. E’ un diserbante totale. Mediante tecniche di ingegneria genetica si è prodotta una varietà di soia N resistente. N OH HO OH P N H O glyphosate HN NH2 N O aminotriazole NH2 N N CH2CHCH2OOH NH2 3-ATAL Erbicidi che agiscono sulle malerbe allo stato di plantula Sono erbicidi applicati al suolo, usati in preemargenza, prima cioè che le plantule della cultura appaiano. Possiamo distinguere alcuni grandi gruppi: INIBITORI DELLA FOTOSINTESI (REAZIONE DI HILL): Erbicidi ureici: (diuron, linuron, chlorbromuron). Sono molto importanti, assieme alle triazine, dal punto di vista quantitativo. Sono adsorbite al materiale organico Cl linuron O urea O O N H2N NH2 O N H Cl Cl Cl chlorbromuron diuron N HN Cl Br NH O N O Erbicidi triazinici: (atrazina, simazina) sono molecole abbastanza solubili e poco volatili, piuttosto persistenti. Alcune piante (mais, sorgo ecc.) possono inattivarle e quindi sono intolleranti a dosi piuttosto alte di erbicida. Cl HN N HN Simazine N N N N H N Cl Atrazine Cl N N N N NH Trietazine N N H Derivati dell’acido fenossiacetico: sono una categoria di erbicidi che controllano infestanti a foglia larga, specialmente cereali. Come esempio si cita il 2,4-D, il mecoprop, MPCA. Il 2,4,5-T è stato bandito perché conteneva diossina come impurità. Si ha il fenomeno di “ enhanced degradation” nel suolo, dopo l’uso per un certo periodo di anni. Sono molecole dall’azione auxino-simile, che causano crescita abnorme dei tessuti vicino ai meristemi. O OH O O OH O O O OH OH O O Cl Cl Cl Cl Cl 2,4-D Mecoprop Cl MCPA Cl 2,4,5-T SOSTANZE CHE AGISCONO A LIVELLO DELLA DIVISIONE CELLULARE: Fenilcarbammati: (chlorprophan). Sulfoniluree: (chlorsulfuron) sono la classe di erbicidi più promettente, perché agiscono a dosi da 10 a100 volte minori rispetto agli altri erbicidi (10-100 g/Ha). Sono di recente introduzione. Si sono mostrati però problemi dovuti alla persistenza di alcune di questa molecole. Cl O S NH NH O O N N Chlorosulfuron O N FUNGICIDI Combattono parassiti fungini che provocano malattie (infettive), ovvero “alterazioni”, deviazioni delle normali funzioni e struttura della pianta, ad esempio: • attività fotosintetica • attività respiratoria • assorbimento radicale • traslocazione • alterazioni morfologiche, anatomiche e strutturali, come galle, tumori, screziature (cambiamenti di colore), gommosi (es. pesco), ipertrofie (bolla del pesco). Fasi dell’attacco fungino raggiungimento della pianta da parte del patogeno penetrazione del patogeno invasione del patogeno comparsa di sintomo ad eventuale riproduzione del patogeno Caratteristiche dell’attacco fungino I problemi dell’attacco da funghi sono in parte diversi da quelli della difesa dagli attacchi degli insetti, per la quasi illimitata capacità dei funghi di rigenerarsi da piccolissime quantità di micelio: un fungo già insediato è di difficile estirpazione. Le strategie di lotta chimica ai funghi si basano essenzialmente su quando avviene l’infezione: preventiva: si usano prodotti di copertura (attivi per contatto) o sistemici dopo l’infezione: in questo caso i prodotti di copertura sono poco efficaci (limitano solo la diffusine dell’infezione), mentre i sistemici sono solo in grado di estirpare il fungo Occorre notare che i fungicidi, al contrario degli insetticidi, sono molto selettivi: ci sono almeno 20 gruppi di fungicidi, la maggior parte dei quali con limitato spettro d’azione. FUNGICIDI Come detto, la classificazione è difficile: un esempio di classificazione è la seguente (meccanismo d’azione e classe chimica): INORGANICI e METTALLORGANICI ORGANICI NON SISTEMICI ORGANICI SISTEMICI INORGANICI e METTALLORGANICI Composti del rame La tossicità dello ione Cu++ è piuttosto alta e deriva dalla capacità di formare complessi. Sono impiegati come fungicidi di copertura, con azione preventiva in frutticoltura, viticoltura, orticultura contro peronospore, ticchiolature, bolla del pasco, anche in miscela con altri prodotti. • ossicloruri (es: 3CuO • CaCl2 • 4H2O, polvere Caffaro). E’ il composto contenente rame più usato, come polvere o liquido colloidale (dispersione • ossiduli di rame (Cu2O): come sospensione acquosa, soprattutto per la “concia” dei semi. • poltiglia bordolese: sostanza di composizione non ben definita ottenuta per reazione fra Ca(OH)2 e CuSO4. Il composto a cui si deve le proprietà anticrittogamiche è il solfato basico CuSO4 • 3Cu(OH)2 Composti del mercurio Sono composti organometallici (ad es.: cloruri di fenilmercurio e corrispondente acetato). Sono vietati in Italia dal 1972. Composti dello stagno Sono molecole estremamente fungitossiche, del tipo RSnX3, R2SnX2 e R3SnX (in ordine di tossicità, dove R è un radicale alchilico o arilico, e X un Fentin acetato anione monovalente. O O Sn Zolfo E’ uno dei più antichi fitofarmaci. Impiegato nelle pratiche agricole da più di due secoli. L’azione tossica (probabilmente della sostanza allo stato elementare) è generalmente ad ampio spettro, in particolare lo zolfo è molto tossico verso la famiglia delle Erysiphaceae (Oidi). La tossicità verso le piante ad animali è invece molto bassa. FUNGICIDI ORGANICI NON SISTEMICI Agiscono per contatto e spesso agiscono su molteplici siti d’azione. Ciò è estremamente importante perché riduce il pericolo della comparsa dei fenomeni di resistenza (che stanno diventando sempre più importanti con i fungicidi sistemici). Ditiocarbammati (tra i più importanti) Sono tra i fungicidi organici più impiegati al mondo. Sono derivati dell’acido carbammico, sostituendo entrambi gli atomi di O S ossigeno. O H2N C OH H2N C SH ac. tiocarbammico ac. carbammico H2N C SH ac. ditiocarbammico I composti ad azione fungicida sono sali dell’acido ditiocarbammico: alchilditiocarbammati: derivano dalla sostituzione con un radicale alchilico di uno o di entrambi gli atomi di idrogeno legati S allo zolfo. R N C SMe R' alchilenbisditiocarbammati: derivano dalla sostituzione di un atomo di idrogeno legato all’azoto amminico con un alchilene S (es. –CH2-CH2-). H H2C H2C N C SMe N H C SMe S Alchilditiocarbammati: Fra i più importanti vi sono lo ziram ed il thiram. - S- S Zn+2 N N S S N S S N S S Alchilenbisditiocarbammati: Fra i più importanti vi sono lo zimeb, il maneb ed il mancozeb. Zn+2 S- - Mn+2 S S SS NH - S S NH S NH NH zineb maneb DL50 orale ratto 5200 mg/kg DL50 orale ratto 6750 mg/kg FUNGICIDI ORGANICI SISTEMICI Hanno avuto un grosso successo perché in grado di attaccare il micelio contenuto all’interno della pianta. Un altro vantaggio rispetto ai fungicidi di copertura deriva dal fatto che la loro presenza all’interno della pianta sottraeva la molecola all’attacco degli agenti atmosferici (dilavamento, degradazione). Si possono dividere in 8 gruppi che caratterizzano per modalità di azione e identità chimica: Benzimidazoli: I derivati del benzimidazolo, come il benomyl, carbendazim, thiabendazolo, sono senz’altro fra i fungicidi sistemici più usati, per l’ampio spettro di azione contro ascomiceti e basidiomiceti. Il loro grande vantaggio, dovuto principalmente allo specifico sito d’azione tossica, è quello di indurre resistenze, al punto di rendere il loro effetto assolutamente inefficace. O NHCOOCH3 N benzimidazolo N N H benonyl NH N O O H N carbendazim H N NH N thiabendazolo S O O N N