Sbobinatura del 13-04-2013 2°ora di semeiotica chirurgica Claudia Maggiore L’ipotiroidismo è una ridotta funzione della ghiandola tiroidea con una diminuzione della secrezione di ormoni tiroidei ,quindi presenterà un quadro clinico opposto a quello dell’ipertiroidismo. Quindi se dall’altro versante avevamo un paziente frenetico ,ansioso con un aumento di tutte le funzioni psichiche ,con un accelerato transito intestinale,iperidrosi,ipersudorazione e cosi via invece nell’ipotiroidismo il paziente ha un rallentamento di tutte le sue funzioni:mentali,nell’ideazione ,nell’eloquio,ci sono casi di grave compromissione fino a deficit mentali,diffuso mixedema nei tessuti periferici,alterazioni trofiche della cute;mentre prima avevamo una iperidrosi ora avremo una cute secca con unghie friabili,riduzione della frequenza respiratoria,bradicardia,riduzione del metabolismo basale quindi saranno paziente non più magri ma che tendono a ingrassare,ipercolesterolemia,stato anemico. L’ipotiroidismo può essere congenito(agenesia,ipoplasia della tiroide)o acquisito ad esempio per carenza di iodio( se non arriva iodio alla tiroide non possono essere prodotti gli ormoni) o per una causa iatrogena(asportazione chirurgica),per distruzione della ghiandola per una terapia radiante o per processi flogistici,displastici. In presenza di un gozzo la tiroide può avere diversi quadri funzionali. Possiamo avere una tiroide che funziona normalmente(gozzo semplice o eutiroideo),possiamo trovarci di fronte a un gozzo nodulare,colloido-cistico o anche ad un carcinoma tiroideo ,una tiroidite,oppure un gozzo con un ipertiroidismo per presenza ad esempio di adenoma, il classico adenoma di plummer dove un nodulo produce un enorme aumento di ormoni tiroidei in modo tale da inibire il resto della ghiandola. E’ un nodulo indipendente che non risponde al feedback negativo. Ancora quando abbiamo ipertiroidismo possiamo avere il morbo di Basedow ,malattia autoimmune nel quale la produzione ipertiroidea è data da anticorpi che vanno a legarsi ai recettori del tsh. Infatti siccome il tsh stimola la produzione degli ormoni tiroidei ,il tsh prodotto dall’ipofisi si lega a dei recettori nella tiroide stimolando la produzione di ormoni quindi nel morbo di Basedow le immunoglobuline vanno a legarsi al recettore del tsh e stimolano continuamente la ghiandola a produrre ormoni, in questo caso oltre ad un aumento di volume globale della ghiandola tiroide si ha il quadro dell’ipertiroidismo affiancato a produzione di Ig,gozzo,esoftalmo e mixedema pretibiale.Ancora all’ipertiroidismo si associa il gozzo tossico multi nodulare che rappresenta l’evoluzione di un gozzo multi nodulare che prima non era tossico. Ricordiamo che l’ipertiroidismo dal punto di vista funzionale è caratterizzato da instabilità nervosa,psichica viene colpito l’apparato neuromuscolare,tremori,elevato metabolismo basale,cute calda e umida con una profusa sudorazione,tachipnea, tachicardia,aumento della portata circolatoria e della pressione arteriosa,diarrea ecc. Viceversa in presenza di gozzo ci può essere oltre al caso di eutiroidismo e ipertiroidismo(malattia di plummer e morbo di Basedow) anche il gozzo con ipotiroidismo,si ha gozzo perché c’è il tentativo della ghiandola tiroide di cercare di supplire con una iperplasia e ipertrofia però non vengono prodotti gli ormoni . Ciò accade spesso in condizioni di carenza di iodio. Quindi non si ha la produzione di ormoni tiroidei ,si ha una stimolazione del sistema ipotalamo ipofisario e si ha un aumento degli ormoni che stimolano la ghiandola,questa viene stimolata però non produce ormoni ma una sostanza colloide all’interno dei follicoli. Si può avere anche il gozzo con ipotiroidismo a causa di un carcinoma oppure in caso di tiroidite di hashimoto per infiltrazione linfocitaria della ghiandola. Dunque abbiamo visto che la funzione della tiroide è quella di produrre gli ormoni e di secernerli. Per valutare il funzionamento della tiroide abbiamo degli esami di laboratorio come il dosaggio degli ormoni tiroidei : t4 (tirosina) e il t3( triiodiotirosina) ,dosiamo il tsh prodotto dall’ipofisi che stimola la funzione tiroidea e gli anticorpi antitireoglobulina o anti microsomiali, particolarmente indicati per la diagnosi della tiroidite di hashimoto. La tireoglobulina è importante nella sintesi degli ormoni tiroidei e il dosaggio di questa glicoproteina è usato come marker tumorale soprattutto nel follow up,un suo aumento infatti può essere indice di ripresa di malattia. Viene effettuato anche il dosaggio della calcitonina infatti un aumento di questo valore sopra un certo limite(1 ng x ml)depone a favore di un carcinoma midollare della tiroide che ha origine dalle cellule c parafollicolari. Le indagini strumentali che si possono fare sono:scintigrafia,ecografia,tac,risonanza,che non sono invasive, e poi l’agoaspirato. Per quanto riguarda la valutazione strumentale della tiroide la scintigrafia non è molto usata,viene utilizzata più che altro per avere una mappa della captazione funzionale della tiroide,l’esame principe è invece l’ecografia. La scintigrafia tiroidea con una gamma camera consente di vedere la mappatura della captazione di un isotopo che viene dato al paziente per via orale o parenterale(iodio 131 o il tecnezio 99,di solito viene usato di più il tecnezio)e si ha quindi attraverso una gamma camera una mappatura, un tireoscintigramma dove vediamo come funziona la tiroide ,se ha una captazione omogenea o zone fredde che non captano che possono essere sede di noduli non funzionanti. Con l’ecografia possono essere evidenziati noduli tiroidei ed inoltre è possibile fare un agoaspirato eco- guidato,quindi un esame citologico sul prelievo bioptico sul nodulo,per vedere se ci sono cellule normali o con atipie o cellule che possono essere prodromiche di una trasformazione neoplastica anche in senso maligno. Quindi nel caso in cui ci troviamo davanti ad un alterata funzionalità tiroidea accompagnata dalla positività degli esami di laboratorio potremo usare la scintigrafia per valutarne la mappa funzionale della tiroide che può evidenziare una zona calda di ipercaptazione,una zona normale o fredda che non capta e a questo punto è possibile fare l’eco. C’è questo schema però vi dico che di solito vengono fatti prima gli esami di laboratorio e poi il primo esame che viene fatto è l’ecografia, poi eventualmente se ritenuto necessario,per capire se è un nodulo caldo o freddo viene fatta la scintigrafia. All’ecografia il nodulo può essere solido o liquido,quello liquido di solito viene solo monitorato con l’ecografia a meno che non cresca troppo e allora bisogna effettuare uno svuotamento con l’agoaspirato. Mentre per il nodulo solido si effettua un ago aspirato e poi l’esame citologico e a secondo dei risultati di quest’ultimo se le cellule sono benigne basta fare ogni tanto dei controlli ,se invece c’è un sospetto di malignità si va alla chirurgia. Se siamo davanti a un nodulo caldo eutiroideo si fa un semplice follow up anche ecografico oppure in presenza di ipertiroidismo si fa una terapia medica e si valutano le condizioni del nodulo arrivando talora,se non c’è risposta alla terapia medica,sino alla chirurgia . Sono importanti anche le indagini strumentali delle strutture limitrofe non tanto per i noduli benigni della tiroide ma per un eventuale sospetto di malignità. Allora si può fare una lastra del torace un transito con bario per valutare l’esofago ,una tac collo-torace oppure degli esami più invasivi come una laringotracheoscopia o una angiografia. Anche in sospetto di malignità non è che viene subito in mente di fare una lastra del torace ma si fa subito una tac del collo e del torace che consente di evidenziare tutte le strutture sia nel collo che nel torace e quindi la morfologia delle strutture adiacenti alla tiroide per vedere se sono presenti le caratteristiche di un eventuale tumore maligno della tiroide,cioè osserviamo:le dimensioni,se infiltra le strutture circostanti, l’eventuale presenza di linfonodi patologici sospetti come linfoadenopatie,linfomegalie. Si può fare anche un angiografia dei tronchi sopra aortici. I fattori di rischio per i tumori della tiroide sono: carenza/eccesso di iodio,radiazioni,radioterapia,tiroidite di hashimoto,ereditarietà in minima parte. Sappiamo che la tiroide può essere sede di tumefazioni che possono essere tumefazioni infiammatorie,per neoplasie benigne o maligne. La tiroide può essere sede di tumori benigni in particolare adenomi (follicolare,papillifero,a cellule di hurthle)o di tumori maligni che possono essere differenziati o indifferenziati;quelli di solito differenziati sono il carcinoma papillifero,follicolare e midollare. Quelli più pericolosi sono quelli più indifferenziati come il carcinoma anaplastico. I tumori benigni della tiroide per la maggior parte sono adenomi, si presentano come tumefazioni capsulate solide in regioni circoscritte e possono essere non funzionanti(nodulo freddo)o funzionanti(noduli caldi). Gli adenomi possono andare incontro a cancerizzazione e ciò capita più spesso in quelli papilliferi. I carcinomi si dividono in papillifero,follicolare e a cellule di hurthle. Quello papillifero predilige l’età giovanile e tende a dare metastasi linfonodali. Non sempre con la sola palpazione si può mettere in evidenza una tumefazione,magari non si sente nulla però è possibile apprezzare linfoadenopatie,cioè normalmente i linfonodi non vengono percepiti alla palpazione però dobbiamo insospettirci quando palpiamo la tiroide e al di sotto del margine laterale e anteriore del muscolo sternocleidomastoideo, cioè nella catena laterocervicale linfonodale ,è possibile apprezzare la presenza di linfonodi palpabili. Questo non è fisiologico e questi possono essere sede di metastasi linfonodali. Il carcinoma papillifero è quindi quello che tende di più a dare metastasi linfonodali età di incidenza 2030 anni,a differenza del carcinoma follicolare che invece tende a dare metastasi preferibilmente per via ematica. Il carcinoma anaplastico è un po’ meno evidente ma è più aggressivo, colpisce prevalentemente soggetti di età più avanzata ,tende a dare velocemente metastasi e infiltrazione delle strutture circostanti. Il carcinoma a cellule di hurthle ha una prognosi intermedia tra il carcinoma follicolare e quello midollare,quello midollare è più aggressivo e prende origine dalle cellule c parafollicolari produce tirocalcitonina e può essere associata a delle forme familiari e ad un aumento dei livelli di calcitonina. Riguardo ai carcinomi della tiroide per la semeiotica possiamo avere una tumefazione che può essere non dolente ma proprio queste non dolenti devono farci insospettire rispetto a quelle dolenti che di solito sono associate ad eventi infiammatori. Altri aspetti sono la palpazione di linfonodi per linfoadenomegalia laterocervicale(che è la sede più frequente di metastatizzazione della ghiandola). Poi dobbiamo esaminare la forma, la sede, se il processo interessa tutta la tiroide o no,la consistenza, la dolenzia ,se il paziente ha dolorabilità alla digitopressione. La tumefazione quindi può essere dolente ,oppure dolente solo alla palpazione(dolorabile), oppure può non essere dolente. Bisogna anche valutare la ghiandola rispetto ai piani superficiali e profondi,rispetto alle strutture limitrofe, vedere se la tumefazione è immobile o mobile e vedere anche se durante la deglutizione la tumefazione segue i movimenti dal basso verso l’alto come la sede laringotracheale. Importante ricordo di nuovo la palpazione dei linfonodi laterocervicali. I sintomi tardivi di un tumore maligno della tiroide sono:disfagia con infiltrazione o ostacolo all’esofago,dispnea,tosse e raucedine per interessamento della trachea, e disfonia data dall’interessamento dei nervi laringei ricorrenti con possibile paralisi della corda vocale omolaterale. In presenza di carcinoma midollare della tiroide può essere presente un iperparatiroidismo. Quando abbiamo un tumore che cresce accanto alle strutture limitrofe sono coinvolti trachea(dispnea,tosse,raucedine),il nervo ricorrente (che fa parte del fascio vascolo nervoso del collo,che decorre tra la trachea e l’esofago),l’ infiltrazione di questo nervo può provocare appunto una paralisi della corda vocale omolaterale perché va a innervare le strutture della laringe e della trachea;anche l’esofago può essere infiltrato e dare disfagia che è la sensazione di un’alterata progressione del bolo alimentare lungo l’esofago. Dunque l’infiltrazione di questi tumori maligni può dare un infiltrazione locale con interessamento delle strutture periferiche con diffusione e metastatizzazione linfatica soprattutto dei linfonodi latero cervicali,sopraclaveali,mediastinici oppure diffusione per via ematica dove purtroppo possono raggiungere gli altri organi. Quindi la diagnosi dei carcinomi della tiroide esame obiettivo e poi esami di laboratorio in primis dopo che si fa l’anamnesi e l’esame obiettivo si fanno gli esami di laboratorio su prelievi ematici poi eventuale ecografia o scintigrafia tiroidea che ci permette di individuare eventuali noduli di valutarne le dimensioni,tramite la guida ecografica è possibile fare anche un ago aspirato per uno studio citologico e per valutarne le caratteristiche di benignità o malignità,ci sono poi dei markers neoplastici che possono essere dosati:la tireoglobulina,la calcitonina e il tpa per carcinomi anaplastici. Ancora come esami strumentali abbiamo visto la tac cervicomediastinica,la tac del collo e del torace,un rx esofago con bario diciamo che in questo il transito con il bario può essere utile per valutare la morfologia dell’esofago e vedere se ci sono stenosi da compressione oppure la scintigrafia ossea per ricercare eventuali metastasi ossee. Semeiotica fisica delle paratiroidi: Le paratiroidi sono quattro ghiandole di solito come numero due superiori e due inferiori poste su ciascun lobo posteriore della tiroide possono però avere pure una sede ectopica:intratimiche,mediastiniche quindi anche se raramente possono essere anche distanti dalla ghiandola. Di solito la ghiandola tiroide normalmente non si palpa(a meno che non sia una persona particolarmente magra)quindi a maggior ragione le paratiroidi non si possono palpare. Addirittura a volte è anche difficile individuarle sul tavolo operatorio per una eventuale asportazione per iperproduzione dell’ormone paratiroideo. Hanno un colore rosso-bruno,al taglio sono giallastre e producono paratormone. L’irrorazione dipende dai vasi secondari che arrivano dalle arterie tiroidee superiori e inferiori. Le paratiroidi producono il paratormone che è importante per l’aumento della calcemia corporea . L’ormone agisce sull’intestino, sul rene, sull’osso. Sull’osso determina un aumento dell’assorbimento del calcio, sul rene determina un aumento del riassorbimento tubulare del calcio e nell’intestino stimola un aumentato riassorbimento del calcio attraverso la vitamina D. E’ possibile quindi avere un aumentata o diminuita produzione del paratormone (ipo-iperparatiroidismo)che può essere primitivo,secondario o terziario. Le cause di iperparatiroidismo primitivo sono essenzialmente gli adenomi, delle neoplasie benigne o un iperplasia, un aumento diffuso della ghiandola oppure meno frequentemente un carcinoma. Le manifestazioni cliniche dell’iperparatiroidismo cioè l’aumento di produzione del paratormone che agisce sull’osso sul rene e sull’intestino con richiamo di calcio,sono quindi agendo sull’osso osteoporosi, a livello dell’intestino il calcio tampona l’acidità gastrica creando un iperacidità e facilitando lo sviluppo di un ulcera peptica ,un aumento in circolo del calcio causa una calcinosi del pancreas con depositi calcifici del pancreas,una litiasi della colecisti,una calcolosi della colecisti o renale ed è possibile avere anche un’ipertensione arteriosa. Per quanto riguarda gli esami di laboratorio possiamo fare un dosaggio del paratormone quindi in caso di iperparatiroidismo troveremo alti livelli di paratormone con aumentati livelli della calcemia e un ipofosfatemia perché il paratormone oltre che determinare un aumento del calcio riduce anche il livello di fosforo,invece nelle urine avremo un ipercalciuria e un iperfosfatemia perché ovviamente essendoci un aumento in circolo del calcio avremo anche una sua escrezione a livello urinario aumentata. Le indagini strumentali:le indagini radiografiche evidenziano un osteoporosi con eventuali fratture patologiche,poi possiamo fare ecografie,scintigrafie una tac e una risonanza per evidenziare un eventuale adenoma o carcinoma,ovviamente tutti esami orientati nella sede del collo. La terapia è l’asportazione chirurgica in caso di adenoma,di iperplasia o di carcinoma. L’iperparatiroidismo secondario è causato da un ipocalcemia persistente e le paratiroidi cercano di rispondere a quest’ipocalcemia con un aumento di produzione dell’ormone. Quindi in questo caso avremo una aumentata produzione del pth e una ridotta calcemia le cause possono essere un insufficienza renale cronica perché si avrà un ridotto riassorbimento del calcio nel rene e quindi si avrà questo circolo vizioso,ridotto riassorbimento,ridotto livello di calcio ematico con aumentata stimolazione della ghiandola quindi un iperparatiroidismo secondario in risposta a questa ipocalcemia. Le manifestazioni cliniche sono un po’ diverse con dolori ossei, prurito, calcificazioni intravascolari e debolezza muscolare,anche in questo caso ci sarà ipocalcemia ,ipocalciuria e ipofosfaturia. L’iperparatiroidismo terziario è dovuto a un iperplasia secondaria della ghiandola che col tempo è diventata indipendente dai livelli di regolazione del calcio ematico. Anche in questo caso si ha una calcificazione vascolare per un aumentato circolo di calcio nel sangue che causa calcificazione vascolare,calcificazione prearticolare e parenchimali. Infine l’ ipoparatiroidismo può essere ereditario,si ha una ridotta produzione di paratormone e quindi non viene ben sviluppato il riassorbimento del calcio e perciò avremo una ridotta calcemia nel sangue,ipocalciuria e iperfosfatemia. Le manifestazioni cliniche sono essenzialmente dovute a un ipocalcemia quindi tetania,contrazioni muscolari precedute da parestesie,perdita della sensibilità degli arti,crisi convulsive,laringospasmo,ipereccitabilità muscolare(ricordiamo che il calcio è importante per il buon funzionamento neuromuscolare)osteosclerosi generalizzata. Il trattamento clinico consiste nel somministrare il paratormone.