Vademecum C.A.P.E - APE – Associazione Patologie Endocrine

l Comitato Associazioni Pazienti Endocrini (CAPE)
Il Comitato delle Associazioni dei Pazienti Endocrini (C.A.P.E.) è un’organizzazione
fondata nel 2011, a livello nazionale, da numerose Associazioni di Pazienti, ad oggi,
rappresentanti dodici Regioni italiane, costituite da volontari che perseguono lo scopo di
informare e sensibilizzare la popolazione e le istituzioni sulle problematiche relative alle
patologie tiroidee, in particolare, ed endocrine, in generale.
L’intento specifico del C.A.P.E. è quello di estendere l’azione che ciascuna Associazione
porta avanti sul proprio territorio, a livello nazionale, per uniformare la prevenzione,
l’informazione, l’educazione e l’assistenza in tale settore e rappresentare così, per le
persone interessate da patologie tiroidee, un valido supporto anche psicologico, e per i
medici, un efficace aiuto nel rapporto con i pazienti.
L’iniziativa ha avuto un riscontro immediato e dopo solo tre anni dalla sua costituzione, il
C.A.P.E. può annoverare una moltitudine di eventi e manifestazioni realizzati in tutto il
territorio italiano e volti a favorire la conoscenza delle malattie neoplastiche degli organi
endocrini, a sensibilizzare in tal senso gli organi politici, sanitari e di stampa, a favorire
l'assistenza dei pazienti e delle loro famiglie (gli eventi vengono pubblicati sul sito
www.tiroide.com).
Appuntamento annuale del C.A.P.E. è l’organizzazione della Settimana Mondiale della
Tiroide che anche quest’anno si svolgerà dal 18 al 25 maggio ed avrà come tema: “Tiroide
problema sociale – dal corpo alla mente”, appuntamento che si inserisce nella più
generale campagna sulla iodioprofilassi portata avanti, (in collaborazione con le Società
Scientifiche ed il Ministero della Salute) sin dalla sua nascita dal Comitato delle
Associazioni dei Pazienti Endocrini poiché la carenza di iodio rappresenta ancora oggi, nel
mondo, un serio problema di salute pubblica.
La dimensione del problema
La carenza iodica
Lo iodio è un microelemento essenziale per la sintesi degli ormoni tiroidei. La carenza di
iodio può determinare gozzo, ritardo di sviluppo fisico e mentale.
Nella donna in stato di gravidanza un grave deficit iodico aumenta il rischio di nati morti, di
aborti spontanei e di anomalie congenite, mentre nei bambini in età prescolare un deficit
iodico di grado moderato-grave correla con una compromissione della funzione
intellettuale e delle capacità motorie.
La iodoprofilassi
Il consumo di sale iodato è riconosciuto dalla Organizzazione Mondiale della Salute
(OMS) come il modo più efficace per controllare e prevenire i Disordini da Carenza Iodica
(DCI). La raccomandazione del Ministero della Salute di usare “poco sale ma iodato”
consente anche il rispetto della raccomandazione OMS di ridurre il consumo di sale per la
prevenzione delle patologie cardiovascolari.
La cronicità nelle tireopatie
L’impatto socio-economico delle tireopatie è fondamentalmente correlato al carattere
cronico di questo spettro di malattie endocrine.
Come riportato nell’Annuario Statistico del Sistema Sanitario Nazionale, relativo all’anno
2009 e pubblicato a gennaio 2012, nell’ambito dell’Assistenza Sanitaria Distrettuale sono
state erogate circa 3.894.048 prestazioni per la branca specialistica di Endocrinologia, pari
al 6.4 % dell’attività clinica svolta nell’ambito delle discipline internistiche (max cardiologia
28.5 %, min gastroenterologia 4.7 %).
Considerando il dato ISTAT contestuale, relativo alla popolazione residente 60.340.328 e
al numero di famiglie 24.905.042, potremmo stimare che 1 italiano su 6 ha avuto accesso
ad una prestazione endocrinologica al pari di 1 famiglia su 15.
La Levotiroxina rappresenta lo standard della terapia dell’ipotiroidismo, secondo i dati di
FEDERFARMA relativi al 2012 la Levotiroxina è al secondo posto tra le 10 specialità
medicinali più prescritte.
Le azioni di sensibilizzazione
Aspetti Generali.
Le azioni sostenute intendono contribuire a un miglioramento della Salute Pubblica degli
Italiani:
1) richiamando i singoli individui alla pratica del cultura della prevenzione, come prima
2
azione di cura per sé e per gli altri
2) sollecitando le Istituzioni Pubbliche Nazionali e Regionali alla applicazione ed
implementazione della norma vigente (Disposizioni finalizzate alla prevenzione del
gozzo endemico e di altre patologie da carenza iodica, Legge n.55/05)
3) sostenendo la collaborazione con OSNAMI (Osservatorio Nazionale per il
Monitoraggio della Iodoprofilassi in Italia, Intesa Stato-Regioni del 26 febbraio 2009)
nel rispetto del principio costituzionale di sussidiarietà (art. 118 della Costituzione
Italiana)
4) operando d’intesa con le Società Scientifiche Nazionali ed Internazionale e,
particolarmente, con quelle d’aria endocrino-metabolica (ETA, AIT, AME e SIE)
5) richiamando
il
Ministero
dell’Istruzione,
dell’Università
e
della
Ricerca
all’applicazione per Protocollo d’Intesa sottoscritto con la Direzione Generale per lo
Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione in data 28.03.13
6) costruendo una rete di relazioni tra gli stakehohlders interessati (consumatori,
industria alimentare, distribuzione, professionisti della salute, operatori sanitari,
mass media e social media,ecc) valida e continuativa nel tempo.
Programmi
Le attività promosse per questa edizione prevedono:
Convegno Nazionale sul Tema “Iodoprofilassi e Terapia con Ormoni Tiroidei, in calendario
per il 17 maggio p.v. ore 8.30 a Morra De Sanctis (AV), promosso dall’associazione no
profit AMEIr (Associazione Malati Endocrini Irpinia). L’evento è rivolto a Medici di Medicina
Generale, a specialisti in Endocrinologia e Malattie del Ricambio, Medicina Interna,
Pediatria, Ginecologia, Geriatria, Oncologia, Medicina Nucleare, Chirurgia, nonché
Infermieri e Biologi.
Progetti di Educazione alla Salute sul tema della Iodoprofilassi in 2 regioni Liguria e la
Puglia, attraverso le Aree di Coordinamento Politiche per la Promozione della Salute
Regionali saranno invitati a partecipare al progetto gli studenti della Scuola Primaria
I Patrocini
L’iniziativa è promossa in collaborazione con un ampio ventaglio di società scientifiche ed
istituzioni
area endocrino-metabolica: europee (ETA) e nazionali (AIT, AME, SIE),area chirurgica,
3
Istituto Superiore di Sanità.
Le collaborazioni
La Coop rappresenta il principale pattern della grande distribuzione coinvolto nel progetto.
La rete cooperativa è impegnata nell’ospitare e distribuire il materiale divulgativo
sviluppato sul tema (leaflets, locandine, ecc.) esclusivamente nei punti salute (Corner
Coop Salute) e nel promuovere una capillare comunicazione dei contenuti della Settimana
Mondiale della Tiroide attraverso la rivista (Consumatori).
Il sito Tiroide.com (http://www.tiroide.com) è la finestra di comunicazione con cui il CAPE
aggiorna le attività e propone la mappa dei singoli eventi e/o le iniziative presenti sul
territorio nazionale.
CAPE : Consiglio Direttivo
Anna Maria Biancifiori, Presidente dell’Associazione La Lumaca - ONLUS – Associazioni Pazienti Umbri
Affetti da Tumore Tiroide e Presidente del C.A.P.E.
Renato Giarrizzo, Presidente Associazione Tiroidenonsolo – La Spezia e Vicepresidente del C.A.P.E.,
Penelope Romano ,Presidente Associazione G.A.T, Gruppo Aiuto Tiroide Puglia e segretario del C.A.P.E.
Paola Polano, in qualità di Presidente dell’Associazione ATTA Lazio ONLUS – Associazione degli
Ammalati di Tumore della Tiroide e Associati;
Franco Calabrò, in qualità Presidente della Associazione ATTA Toscana - Associazione Città di Livorno ONLUS;
Elio Bonfanti Presidente Associazione ATTA Palermo – ONLUS
Francesco Pagliuca - Presidente AMEIR- Associazione Malati Endocrini Irpinia – ONLUS
AnnaLisa Rampazzo – Presidente APE-Triveneto Padova
CAPE : Componenti Commissione Scientifica
Dr. Fiore Carpenito , AMEiR Irpinia
Dott.ssa Dominique Van Doorne ATTA- Lazio
Dott.ssa Daniela Agrimi ,GAT Puglia
Dr Mario Cappagli TiroideNonsolo La Spezia
Dr. Daniele Barbaro ATTA - Toscana
Dr.Efisio Puxeddu La Lumaca – Onlus Umbria
Drssa S.Morelli La Lumaca – Onlus Umbria
Dr Marco Attard ATTA - Palermo
4
Daniele Barbaro
La Tiroide
Piccolo Manuale del
“Malato con Problemi Tiroidei”
Daniele Barbaro
Direttore Sezione Endocrinologia, Diabetologia e Malattie Metaboliche
Spedali Riuniti Livorno
La Tiroide
Piccolo Manuale del
“Malato con Problemi Tiroidei”
Indice
Prefazione................................................................................................... pag
5
Introduzione............................................................................................... »
7
1) Perché si ammala la tiroide.................................................................... »
9
2) Qual è la frequenza delle malattie tiroidee?.............................................. »
9
3) Le malattie tiroidee sono in aumento?..................................................... » 10
4) Quali sono le manifestazioni cliniche?...................................................... » 10
5) Quali sono i sintomi dell’ipertiroidismo?................................................... » 10
6) Quali sono i sintomi dell’ipotiroidismo?.................................................... » 10
7) La tiroide è causa di una grave obesità?................................................... » 11
8) La tiroide può essere causa di magrezza?.................................................. » 11
9) Come si fa la diagnosi di ipotiroidismo?.................................................... » 12
10) Come si fa la diagnosi di ipertiroidismo?.................................................. » 12
11) La diagnosi di “ipotiroidismo” o “ipertiroidismo” è sufficiente?.................. » 12
12) Quali sono i sintomi della tiroidite virale (tiroidite subacuta)?................... » 13
13)Qual è il ruolo del dosaggio degli anticorpi anti tireoperossidasi (TPO)
e anti tireoglobulina?............................................................................. » 13
14) Qual è il ruolo dell’ecografia tiroidea?....................................................... » 14
15) Qual è il ruolo della scintigrafia?............................................................. » 14
16) Come si cura l’ipotiroidismo?................................................................... » 15
17) Come si cura l’ipertiroidismo?.................................................................. » 15
18)Vi sono dei farmaci che possono determinare alterazioni della funzione tiroidea?.» 15
19) I pazienti in cura per problemi tiroidei devono usare particolari
precauzioni in caso di assunzione di altri farmaci?.................................... » 16
20)La tiroide può provocare problemi agli occhi?............................................ » 17
21) La tiroide può indurre anomalie del ciclo mestruale?.................................. » 18
22) Quale prevenzione si può fare per le malattie tiroidee?.............................. » 18
23)Come si cura l’oftalmopatia basedowiana?................................................ » 19
24) Quale influenza ha la terapia con iodio radioattivo sull’oftalmopatia basedowiana?. » 19
25) I noduli tiroidei sono spesso carcinomi?................................................... » 19
26) Quali sono i disturbi provocati dai noduli tiroidei?.................................... » 20
27) I noduli tiroidei non tumorali cosa sono e come si curano?......................... pag20
28)In che cosa consiste la terapia laser interstiziale?..................................... » 21
29)In caso di malattia tiroidea si può avere gravidanza?................................. » 22
30)È opportuno uno screening della funzione tiroidea prima di iniziare la gravidanza?.» 23
31) Le cure per la tiroide sono controindicate in gravidanza?........................... » 23
32) Durante la gravidanza è opportuno l’utilizzo del sale iodato?...................... » 23
33) Si può allattare durante la terapia per la tiroide?...................................... » 24
34)Dopo la gravidanza la patologia tiroidea peggiora o migliora?.................... » 24
35) Quali sono i carcinomi che possono colpire la tiroide?................................ » 25
36)Vi è una predisposizione al carcinoma tiroideo?......................................... » 25
37) Il disastro di Chernobyl ha prodotto un aumento del carcinoma tiroideo?..... » 25
38)Qual è la prognosi di questi tumori?......................................................... » 26
39) Qual è l’esame pricipale per la diagnosi di carcinoma tiroideo?.................... » 26
40)L’agoaspirato con ago sottile è sempre diagnostico?.................................. » 27
41) L’agoaspirato con ago sottile è doloroso?.................................................. » 27
42)L’agoaspirato con ago sottile è pericoloso?............................................... » 27
43)Il paziente a cui viene fatta la diagnosi di carcinoma tiroideo cosa deve fare?.» 28
44)Cosa farà il medico quando sarà fatta la diagnosi di carcinoma papillare?.... » 28
45) Si vive normalmente senza tiroide?.......................................................... » 28
46)Qual è la dose giusta di ormoni tiroidei?................................................... » 28
47) Dopo l’asportazione della tiroide per carcinoma tiroideo
è prevista la chemioterapia o radioterapia?............................................... » 29
48)Vi è una procedura particolare per la dose ablativa di iodio radioattivo (131 I)?.» 29
49) Quali sono gli effetti collaterali dello iodio radioattivo
alle dosi utilizzate per la terapia del carcinoma tiroideo?........................... » 30
50)Quali sono le condizioni che rendono assoluta l’indicazione all’uso di rhTSH?.» 30
51) Dopo l’intervento e la dose ablativa con 131 I come verrà seguita la malattia?.» 31
52) Le pazienti giovani trattate per carcinoma tiroideo possono avere figli?...... » 31
53) I pazienti trattati per carcinoma tiroideo potranno condurre una vita normale?.» 31
54)I figli di pazienti con malattie tiroidee possono presentare particolari problemi?.» 31
Appendice................................................................................................... » 32
Farmaci e prodotti più comunemente utilizzati
per la terapia e prevenzione della patologia tiroidea........................................ » 33
Prefazione
Perché un medico che dedica già molto tempo alla cura dei
malati e alla stesura di lavori scientifici per “addetti ai lavori”
decide di scrivere questo manuale?
è proprio per i malati, anzi, è dai malati che viene questo
manuale!
Il paziente che non conosce la propria malattia sarà curato
con più difficoltà. Avrà talora ansie inutili o altre volte sottovaluterà l’importanza del controllo. Il malato informato nel senso
più ampio del termine, cioè anche dal punto di vista tecnico,
potrà attivamente collaborare con il proprio medico in alcune
decisioni.
è parlando con i pazienti, cercando di spiegare il più possibile il loro problema senza mai sottrarsi ai loro quesiti, ma anzi
stimolando la loro curiosità di fare domande, che è nato questo
manuale.
Un sentito ringraziamento, quindi, ai miei pazienti affinché
non si stanchino mai di essere curiosi.
Daniele Barbaro
5
Introduzione
La tiroide è una ghiandola endocrina, cioè una ghiandola che
produce sostanze immesse direttamente nel sangue (ormoni) che
regolano le funzioni vitali; essa è situata nel collo al davanti della
trachea e al di sotto della laringe.
Gli ormoni tiroidei sono la T4 (tiroxina) e in misura minore la T3
(triiodotironina). Gli ormoni tiroidei contengono iodio e questo
elemento è pertanto indispensabile per la loro sintesi.
La tiroide è sotto il controllo di un’altra ghiandola situata alla
base del cervello (ipofisi) che produce vari altri ormoni tra cui il
TSH (ormone tireotropo).
Il TSH stimola la funzione tiroidea e gli ormoni prodotti, principalmente la T4, producono a loro volta un controllo sulla secrezione
di TSH (feedback negativo). Pertanto, solitamente, modificazioni
degli ormoni tiroidei circolanti si associano a variazioni in senso
opposto del TSH (una diminuzione degli ormoni tiroidei, detto ipotiroidismo, si accompagna ad un
innalzamento dei livelli del TSH, un’aumento degli
ormoni tiroidei, ipertiroidismo, si accompagna ad
una diminuzione dei livelli del TSH).
Si crede comunemente che le malattie tiroidee
producano effetti devastanti, in realtà invece,
con poche eccezioni, le malattie tiroidee sono
solitamente ben curabili e i pazienti a cui
viene diagnosticato un problema tiroideo
possono stare del tutto tranquilli.
Le domande di seguito riportate sono
quelle più chieste dai pazienti e speriamo che siano di aiuto per capire meglio.
Se il lettore avesse altre domande potrà
farle a [email protected]: nei
limiti del possibile sarò lieto di dare una
risposta mirata.
7
1)Perché si ammala la tiroide?
Le malattie tiroidee riconoscono alcune cause principali:
La carenza iodica: la tiroide necessita di iodio
per la sintesi dei propri ormoni e la mancanza
di questo elemento può produrre ingrandimento della ghiandola (gozzo), uno o
più noduli.
Una carenza se pur lieve di
iodio è presente anche sulle
zone costiere.
Autoimmunità: gli anticorpi,
che sono le proteine che normalmente ci difendono contro le infezioni, autoaggrediscono la propria tiroide
potendo causare alterazioni di funzione.
Più raramente la tiroide
si ammala per cause infettive, soprattutto virus,
o genetiche.
La tiroide può essere sede di tumori di cui parleremo successivamente, ma che per fortuna di solito
presentano ottima prognosi.
2)Qual è la frequenza delle malattie
tiroidee?
Non si ha stima esatta. Si può ritenere che in Italia la prevalenza
del gozzo nelle sue varianti, diffuso o nodulare, possa arrivare
almeno al 10% della popolazione. Stessa prevalenza si può stimare
anche per le malattie autoimmuni: dunque le malattie tiroidee sono
nel loro complesso tra le malattie in assoluto più frequenti.
8
3) Le malattie tiroidee sono in aumento?
è difficile stabilire se l’aumento di patologia tiroidea sia legato
ad un vero aumento o ad una maggiore attenzione diagnostica.
Viceversa i dati sul carcinoma tiroideo sembrano in effetti mostrare un aumento di incidenza.
4) Quali sono le manifestazioni cliniche?
In caso di gozzo le manifestazioni cliniche saranno l’evidenza di
gonfiore a livello del collo o il rilievo casuale durante l’ecografia.
Ulteriori manifestazioni possono essere dovute all’eccesso (ipertiroidismo) o al difetto (ipotiroidismo) di funzione tiroidea.
5) Quali sono i sintomi dell’ipertiroidismo?
I sintomi classicamente descritti sono nervosismo, stancabilità
e debolezza, intolleranza al caldo, palpitazioni, perdita di peso,
diarrea, disturbi del ciclo mestruale. Peraltro alcuni di questi disturbi sono talmenti diffusi nella popolazione che solo il medico
potrà aiutarvi a capire se possono rappresentare la spia di un
disturbo tiroideo.
6) Quali sono i sintomi dell’ipotiroidismo?
I sintomi classicamente descritti sono debolezza, sonnolenza,
intolleranza al freddo, stipsi, aumento di peso, disturbi della
memoria, disturbi del ciclo mestruale. Peraltro alcuni di questi
disturbi sono talmente diffusi nella popolazione che solo il medico potrà aiutarvi a capire se possono rappresentare la spia di
un disturbo tiroideo.
9
7) La tiroide è causa di una grave obesità?
Sebbene la tradizione popolare attribuisca al mal funzionamento
della tiroide (ipotiroidismo) una causa di obesità, questa è raramente dovuta ad ipotiroidismo; comunque è importante nei pazienti
obesi porsi il dubbio della funzione tiroidea almeno una volta.
8)La tiroide può essere causa di magrezza?
Eccesso di funzione tiroidea (ipertiroidismo) produce dimagrimento, dunque un dimagrimento può trovare spiegazione con un
ipertiroidismo. La magrezza “da sempre“ raramente è causata da
un eccesso di funzione tiroidea.
... sono innocente!
10
9)Come si fa la diagnosi
di ipotiroidismo?
La diagnosi di ipotiroidismo si può fare con il solo dosaggio del
TSH. Esso infatti comincia ad innalzarsi quando gli ormoni tiroidei
sono ancora normali; è dunque l’indice più affidabile che permette
di diagnosticare anche le forme iniziali.
In caso di ipotiroidismo legato a mal funzionamento dell’ipofisi
(raro) il TSH da solo non potrà costituire un elemento di diagnosi e
faranno testo i valori di tiroxina libera (FT4). Dunque può bastare
un dosaggio del TSH ma un dosaggio anche di FT4 è senz’altro
indicato in caso di dubbio di malattia ipofisaria.
10) Come si fa la diagnosi
di ipertiroidismo?
è valido il concetto opposto, cioè il TSH si abbasserà precocemente
anche in caso di innalzamenti non percepibili di ormoni tiroidei. Il valore del TSH raggiungerà comunque rapidamente livelli
indosabili e pertanto per capire la severità dell’ipertiroidismo è
importante eseguire anche il dosaggio delle frazioni libere degli
ormoni tiroidei: FT4 e FT3.
11) La diagnosi di “ipotiroidismo” o
“ipertiroidismo” è sufficiente?
Vi sono cause diverse di ipotiroidismo che di ipertiroidismo. Dire
a un paziente che è ipotiroideo o ipertiroideo è come dire a un
paziente che ha la febbre: il medico dovrebbe specificare la causa. Per l’ipotiroidismo, a parte poco frequenti forme ipofisarie,
questa è di solito abbastanza facile da capire: le forme sponta-
11
nee dell’adulto sono pressoché sempre dovute ad autoimmunità
e prendono il nome di tiroidite cronica di Hashimoto. Peraltro
comunque la cura per l’ipotiroidismo è sostanzialmente sempre
la solita. Per l’ipertiroidismo invece è importante distinguere fra
le forme autoimmuni (morbo di Basedow), i gozzi uni o multinodulari e le fasi transitorie in corso di tiroiditi perché cambia
la cura e la prognosi.
12)Quali sono i sintomi della tiroidite
virale (tiroidite subacuta)?
I sintomi sono solitamente costituiti da dolore al
collo, talora irradiato agli orecchi o migrante (cioè
che passa dalla parte destra a sinistra); la febbre
è spesso presente a volte anche con puntate notturne e sudorazione. Molti pazienti con tiroidite
subacuta sono trattati con antibiotici senza
alcun risultato nel sospetto di una faringite.
La diagnosi è semplice spesso con la sola
ecografia; tipicamente in questi casi vi è una
VES molto elevata e un TSH basso associato o
meno ad un modesto rialzo dei valori di ormoni
tiroidei. La terapia è sintomatica con antinfiammatori o cortisone.
13) Qual è il ruolo del dosaggio degli
anticorpi anti tireoperossidasi (TPO) e
anti tireoglobulina?
Essi, quando presenti, con poche eccezioni individuano le forme
autoimmuni di ipotiroidismo o ipertiroidismo.
12
14)Qual è il ruolo dell’ecografia tiroidea?
L’ecografia tiroidea può mostrare la presenza di uno o più noduli e
di misurarne le dimensioni. Non dà informazioni certe sulla natura
dei noduli. Quando la struttura ecografica di tutta la tiroide è “più
trasparente” (ipoecogena in gergo tecnico) indica con quasi assoluta
certezza la presenza di una malattia autoimmune della tiroide.
15) Qual è il ruolo della scintigrafia?
La scintigrafia tiroidea ha costituito in passato uno degli esami
diagnostici fondamentali.
Attualmente ha indicazione assoluta solo in poche circostanze,
quali la presenza di ipertiroidismo e nodulo singolo per distinguere
un nodulo iperfunzionante (caldo) in una tiroide normale da un
nodulo non funzionante (freddo) in un ipertiroidismo autoimmune
(morbo di Basedow).
13
16) Come si cura l’ipotiroidismo?
L’ipotiroidismo si cura con la somministrazione di tiroxina. La
dose è solitamente compresa fra 1,5 e 1,8 microgrammi per chilo
al giorno da assumere in singola dose a digiuno, ma farà fede
per capire se la dose è giusta il valore del TSH che deve essere
riportato alla norma.
17) Come si cura l’ipertiroidismo?
L’ipertiroidismo si può curare con farmaci (antitiroidei), con
iodio radioattivo e con l’intervento chirurgico. I farmaci hanno
possibilità di cura definitiva solo nel morbo di Basedow. Vi sono
evidenze recenti che l’utilizzo del selenio possa ridurre il titolo di
anticorpi nel morbo di Basedow. L’utilizzo dunque di integratori
contenenti selenio potrebbe costituire un aiuto.
Nelle forme di ipertiroidismo dovute a uno o più noduli iperfunzionanti la cura definitiva sarà con iodio radioattivo, con laser
terapia o chirurgica in caso di grossi gozzi. L’ipertiroidismo in
corso di tiroidite necessita solo di cura sintomatica più, eventualmente, breve ciclo di cortisone.
18) Vi sono dei farmaci che possono
determinare alterazioni della
funzione tiroidea?
Sì. Amiodarone, interferone e litio possono determinare ipertiroidismo o ipotiroidismo. La comparsa di ipertiroidismo obbliga la
sospensione del farmaco nella maggior parte dei casi. La comparsa
di ipotiroidismo non obbliga alla sospensione del farmaco ma si
può aggiungere tiroxina.
14
19) I pazienti in cura per problemi tiroidei
devono usare particolari precauzioni
in caso di assunzione di altri farmaci?
I pazienti in cura con tiroxina potranno assumere qualunque altro
farmaco senza alcun problema.
I pazienti in cura con gli antitiroidei analogamente non avranno
particolari problemi anche se gli antitiroidei possono di per sé,
in alcuni individui, avere una tossicità che in alcuni casi dovrà
essere tenuta in considerazione.
15
20)La tiroide può provocare problemi agli
occhi?
In corso di malattie autoimmuni ed in particolare nell’ipertiroidismo autoimmune (morbo di Basedow) gli anticorpi possono
aggredire anche i tessuti nella cavità dell’orbita e determinare il
tipico quadro degli occhi sporgenti o arrossati, fino alla deviazione del globo oculare. Questa condizione che prende il nome
di oftalmopatia basedowiana, è appannaggio eclusivo del morbo
di Basedow, ma fortunatamente si rileva solo nel 50% dei casi e
solo nel 5-10% di essi è clinicamente grave. Recenti studi indicano
che il fumo di sigaretta peggiora sensibilmente la
prognosi di questa
condizione.
16
21)La tiroide può indurre anomalie del
ciclo mestruale?
Sì. L’ipotiroidismo severo e di lunga durata produce di solito
mestruazioni abbondanti e ravvicinate (menometrorragia); l’ipertiroidismo produce viceversa mestruazioni diradate o assenti per
mesi (oligomenorrea/amenorrea).
22)Quale prevenzione si può fare per le
malattie tiroidee?
La profilassi con sale iodato rappresenta un metodo semplice ed
efficace di prevenzione del gozzo, essa andrebbe iniziata prima
17
possibile in età infantile ed a maggior ragione nelle condizioni di
aumentato fabbisogno di iodio(gravidanza e allattamento).
23) Come si cura l’oftalmopatia
basedowiana?
La cura per l’oftalmopatia basedowiana necessita innanzitutto
di un ripristino della funzione tiroidea con antitiroidei, i quali
però non rappresentano la terapia specifica. Cure specifiche sono
il cortisone ad alte dosi per via endovenosa e nei casi più gravi
la radioterapia esterna.
Altre terapie con analoghi della somatostatina e antiossidanti
hanno meno evidenze di efficacia. La terapia andrebbe iniziata al
momento in cui si evidenzia l’evolutività del quadro e non quando
ormai vi sono gli esiti.
24) Quale influenza ha la terapia con
iodio radioattivo sull’oftalmopatia
basedowiana?
“Bruciare” la tiroide con iodio radioattivo certamente migliora,
nel lungo periodo (dopo anni), l’oftalmopatia, ma questo effetto
è talora gravato da un peggioramento nei mesi successivi alla
somministrazione dello iodio.
La terapia con iodio radioattivo per l’ipertiroidismo, nei pazienti
con oftalmopatia, andrebbe dunque accompagnata da terapia
cortisonica e probabilmente evitata se vi sono aspetti acutamente
evolutivi.
25) I noduli tiroidei sono spesso
carcinomi?
La probabilità che un nodulo tiroideo sia un carcinoma è in media
intorno al 5% a seconda delle casistiche.
18
26) Quali sono i disturbi provocati dai
noduli tiroidei?
Come è già stato accennato i noduli tiroidei che non sono associati
a disturbo della funzione tiroidea non danno sintomi.
I noduli iperfunzionanti (non più del 5% dei noduli) daranno
sintomi di ipertiroidismo. I noduli che talora fanno parte di una
tiroidite cronica potranno essere associati ad ipotiroidismo.
Un esempio che mi piace fare ai miei pazienti è quello di paragonare la tiroide con un nodulo ad un’automobile con un’ammaccatura
sulla carrozzeria. Dunque porsi il problema se il motore funziona
(verificare la funzione tiroidea) e vedere se sotto il coccio c’è la
ruggine (escludere il carcinoma).
27) I noduli tiroidei non tumorali cosa
sono e come si curano?
I noduli tiroidei che risultano negativi all’agoaspirato con ago
sottile (FNA) sono solitamente adenomi o noduli iperplastici, con
rare eccezioni un nodulo negativo può rappresentare un “falso
negativo” e pertanto i noduli tiroidei che mostrino crescita
sono talora sottoposti ad ulteriori FNA.
La cura può essere la semplice profilassi con sale iodato o la
terapia con tiroxina (L-T4)che ha lo scopo di mettere a riposo la
tiroide. La cura con ormoni tiroidei non si fa comunque in tutti
i casi in cui la tiroxina possa avere almeno parziali controindicazioni, quali l’età avanzata, malattie cardiache e di solito si
preferisce soprassedere anche nella menopausa. La cura con L-T4
è ovviamente controindicata in tutti i noduli iperfunzionanti.
Una possibilità terapeutica recentemente introdotta per i noduli
iperfunzionanti è la terapia laser interstiziale. I noduli non funzionanti possono anch’essi essere trattati con la terapia laser
interstiziale. è indispensabile comunque l’esclusione assoluta
della possibilità che si tratti di un carcinoma. Indicazioni alla
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terapia laser nei noduli non funzionanti sono i noduli di dimensioni non troppo grosse che mostrino tendenze alla crescita o che
producano disturbo estetico e nei noduli di maggior dimensioni
quando vi siano controindicazioni all’intervento.
28) In che cosa consiste la terapia laser
interstiziale?
Essa utilizza l’energia laser la quale viene veicolata all’interno del
nodulo tramite sottili fibre ottiche inserite all’interno di aghi per
agoaspirato. Vengono inseriti 2-4 aghi sottili e successivamente
inviato l’impulso laser. La seduta della durata di solito di 7 minuti
è sostanzialmente indolore, non richiede anestesia e il paziente
può dedicarsi alle sue normali attività il giorno stesso. Il numero
di sedute (di solito variabile da 1 a 4) dipende dalle dimensioni e
caratteristiche del nodulo. Nei giorni successivi può talora presentarsi un indolenzimento del collo o un piccolo ematoma che non
limita assolutamente le attività quotidiane.
Non resta ovviamente alcuna cicatrice.
Nei noduli iperfunzionanti, i vantaggi di
questa metodica sono l’assenza di utilizzo
di materiali radioattivi e ovviamente la
possibilità di evitare un intervento chirurgico.
Un ulteriore vantaggio, in pazienti con
problematiche cardiovascolari, rispetto
allo iodio radioattivo, è che si può
trattare il paziente senza interrompere la cura con antitiroidei. L’utilizzo per i noduli iperfunzionanti è
un’innovazione assoluta praticata
presso la Sezione di Endocrinologia,
Diabetologia e Malattie Metaboliche
di Livorno.
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29) In caso di malattia tiroidea si può
avere gravidanza?
Malattie tiroidee ben curate consentono una normale fertilità ed
un normale decorso della gravidanza. È opportuno che però la
paziente programmi la gravidanza in modo da avere la funzione
tiroidea ben controllata al momento del cocepimento.
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30)È opportuno uno screening
della funzione tiroidea
prima di iniziare la gravidanza?
Considerata l’importanza di portare a termine una gravidanza nel
migliore dei modi, appare raccomandabile un dosaggio di TSH e
anticorpi anti TPO e anti Tg.
Una tiroidite cronica con ipotiroidismo anche lieve può portare
minimi difetti neuropsichici nel nascituro.
Un ipotiroidismo di grado medio/severo può determinare abortilità.
31) Le cure per la tiroide sono
controindicate in gravidanza?
No. La terapia con ormoni tiroidei anzi andrà solitamente un po’
aumentata.
La cura con farmaci che bloccano la funzione tiroidea (utilizzati
nell’ipertiroidismo) necessita di maggior attenzione e qualche
volta può essere sospesa.
Viceversa assolutamente controindicata è la terapia con iodio
radioattivo.
32)Durante la gravidanza è opportuno
l’utilizzo del sale iodato?
La tiroide fetale inizia a produrre ormoni poco prima della metà
della gravidanza ed ha quindi bisogno di iodio.
A maggior ragione dunque in gravidanza è opportuna la profilassi
con sale iodato.
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33) Si può allattare durante la terapia per
la tiroide?
Sì.
L’allattamento
può essere
intrapreso o
continuato
sia se la
paziente è
in cura con
gli ormoni
tiroidei
che con gli
antitiroidei.
34) Dopo la gravidanza la patologia
tiroidea peggiora o migliora?
Durante la gravidanza le malattie autoimmuni possono mostrare
un miglioramento e, come già detto, nell’ipertiroidismo autoimmune (morbo di Basedow) talora la terapia con antitiroidei può
essere sospesa. Viceversa dopo la gravidanza vi può essere una
riesacerbazione dell’autoimmunità. Esistono anche forme autoimmuni che insorgono dopo la gravidanza in soggetti che non
avevano patologia tiroidea (tiroidite post-partum).
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35) Quali sono i carcinomi che possono
colpire la tiroide?
La maggior parte dei carcinomi tiroidei (90%) è cosituita da tumori
a partenza dalla cellula follicolare (carcinomi papillari 70-80%,
carcinomi follicolari 10-20%), essi sono normalmente chiamati
carcinomi differenziati della tiroide.
Raramente (4-5% dei casi) la tiroide è sede di carcinomi a partenza non da cellule tiroidee (cellule parafollicolari: carcinomi
midollari). Raramente inoltre (4-5%) la tiroide è sede di tumori
indifferenziati.
36) Vi è una predisposizione al carcinoma
tiroideo?
Per i carcinomi tiroidei differenziati vi è una generica predisposizione familiare, mentre i più rari carcinomi midollari sono
ereditari in un terzo dei casi.
Rappresenta inoltre un fattore di rischio l’esposizione, a scopo
terapeutico, a radiazioni sul collo in età infantile.
Nessun problema comunque per gli eventuali accertamenti radiologici eseguiti.
37) Il disastro di Chernobyl ha prodotto un
aumento del carcinoma tiroideo?
I soggetti che vivono nella aree limitrofe e che all’epoca del disastro avevano un età inferiore ai sei anni hanno avuto un netto
incremento del carcinoma tiroideo.
Non si ritiene che gli effetti della nube radioattiva possano essersi
spinti fino in Italia e dunque l’ipotesi che il disastro di Chernobyl
possa aver determinato un aumento di incidenza di carcinoma
tiroideo o di altre patologie è da ritenersi molto improbabile.
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38) Qual è la prognosi di questi tumori?
La prognosi dei carcinomi tiroidei differenziati, in particolare del
carcinoma papillare, è eccezionalmente buona avendo una prognosi che si avvicina al 100% di guarigione. Non così ottimistica è la
prognosi del carcinoma midollare che comunque resta molto buona
soprattutto con una corretta diagnosi preoperatoria. Il carcinoma
indifferenziato, che come abbiamo detto è raro, viceversa ha una
prognosi purtroppo molto peggiore.
39) Qual è l’esame principale per la
diagnosi di carcinoma tiroideo?
L’esame principale è l’agoaspirato con ago sottile; in caso di dubbio di carcinoma midollare (e di routine in alcuni centri tra cui il
nostro) si esegue dosaggio della calcitonina che è un marcatore
di eccezionale utilità per il carcinoma midollare.
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40)L’agoaspirato con ago sottile è sempre
diagnostico?
In una piccola percentuale di casi (circa il 5%) l’agoaspirato andrà
ripetuto poiché è stato aspirato solo sangue. Negli altri casi la
risposta sarà con ragionevole certezza o di nodulo benigno (7080%) oppure di carcinoma papillare (circa 2-6%). Nei rimanenti
casi la risposta invece può essere di incertezza, si tratta delle
risposte indicative di neoplasia microfollicolare o dei noduli a
cellule di Hürtle.
In questi noduli la diagnosi definitiva può essere solo istologica
cioè sul pezzo asportato chirurgicamente. Sarà l’esperienza del
medico, le dimensioni del nodulo, l’eventuale crescita e alcuni
nuovi marcatori (beta galectina), a determinare comunque l’esigenza dell’intervento.
È di importanza fondamentale però che l’agoaspirato venga eseguito da persona esperta in biopsie tiroidee e che il patologo sia
altrettanto esperto.
41) L’agoaspirato con ago sottile è
doloroso?
Assolutamente no ed è paragonabile al dolore riportato per un
banale prelievo di sangue.
42)L’agoaspirato con ago sottile è
pericoloso?
Esso è una procedura del tutto sicura e priva di rischi.
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43) Il paziente a cui viene fatta la
diagnosi di carcinoma tiroideo cosa
deve fare?
Stare tranquillo. Nella grande maggioranza dei casi si tratterà
di un carcinoma tiroideo differenziato in particolare papillare.
Il paziente dunque deve sapere che con una corretta strategia
terapeutica questo tipo di tumore potrà essere curato in modo
definitivo nella quasi totalità dei casi.
44)Cosa farà il medico quando sarà fatta
la diagnosi di carcinoma papillare?
In accordo a quanto detto prima cercherà di rassicurare il paziente concordando comunque l’intervento chirurgico che sarà di
asportazione della tiroide.
45) Si vive normalmente senza tiroide?
Sì. La cura con ormoni tiroidei riproduce in modo pressoché perfetto la funzione tiroidea.
46) Qual è la dose giusta di ormoni
tiroidei?
In caso di carcinoma tiroideo la dose giusta di ormoni è un po’
più alta di quella prescritta comunemente nell’ipotiroidismo.
Lo scopo infatti della terapia con tiroxina è non solo quella di
sostituire la funzione tiroidea ma anche quella di abbassare il più
possibile il TSH che potrebbe costituire uno stimolo alla crescita
di residui di malattia.
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47) Dopo l’asportazione della tiroide
per carcinoma tiroideo è prevista la
chemioterapia o radioterapia?
No. Salvo rare eccezioni relative ai tumori indifferenziati, per gli
altri tipi di tumori è previsto un trattamento radiometabolico
con una dose ablativa di iodio radioattivo (compresse in singola
somministrazione) che è sostanzialmente privo di appariscenti
effetti collaterali. I piccoli residui tiroidei o di tumore captano
avidamente lo iodio radioattivo e si autodistruggono.
48)Vi è una procedura particolare
per la dose ablativa
di iodio radioattivo (131 I)?
La dose ablativa di iodio radioattivo sarà tanto più efficace
quanto i minimi residui tiroidei post-chirurgici saranno “affamati”
di iodio. Per ottenere questo bisognerà innalzare il TSH. Verrà
interrotta dunque la cura con tiroxina per almeno 30 giorni in
modo da far salire il TSH che come abbiamo
visto è prodotto dall’ipofisi ed è controregolato
dal livello di ormoni tiroidei. In questo caso il
paziente avrà i sintomi dell’ipotiroidismo.
Alternativa è l’utilizzo del TSH umano sintetico (rhTSH) che può essere iniettato senza
interrompere la terapia con tiroxina e
dunque senza avere ipotiroidismo. Questa nuova procedura appare altrettanto
efficace.
Altro importante punto è la necessità di
tenere una dieta al minor contenuto possibile di iodio ed evitare tutto ciò che può
contenere iodio nelle due settimane che
precedono la terapia ablativa.
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49) Quali sono gli effetti collaterali dello
iodio radioattivo alle dosi utilizzate
per la terapia del carcinoma tiroideo?
Piccole quantità di iodio radioattivo vengono captate dalle
ghiandole salivari e dalla mucosa dello stomaco, sintomi possibili,
soprattutto con le dosi più elevate (100 mCi), sono secchezza
delle fauci, disturbo del gusto e talora lieve nausea.
L’utilizzo di bevande al limone che provocano secrezione salivare
produrranno una dismissione dello iodio accumulato nelle ghiandole salivari.
Per dosi elevate sono raramente documentati casi di diminuzione dei globuli bianchi o amenorrea transitoria nelle donne. Nel
maschio si può avere una transitoria diminuzione del numero di
spermatozoi. In seguito a radioiodio sono comunque tipicamente
assenti disturbi quali perdita di capelli e vomito incoercibile tipici
di altre terapie antineoplastiche.
In base alla dose inoltre il paziente rimane radioattivo per un
periodo più o meno prolungato ed è opportuno evitare per un
piccolo periodo la vicinanza prolungata alle altre persone e per
alcune settimane la vicinanza a bambini e donne incinta. Poiché
lo iodio è escreto con saliva, sudore e urina, è opportuno utilizzare
asciugamani e stoviglie personali meglio se da buttare.
I tempi esatti, che dipendono dalla quantità di iodio radioattivo
assunto, saranno specificati al momento della dimissione dalla
stanza protetta.
50)Quali sono le condizioni che rendono
assoluta l’indicazione all’uso di rhTSH?
Le indicazioni assolute a tale procedura sono il difetto di funzione
dell’ipofisi e le condizioni generali del paziente non buone che
rendono potenzialmente pericoloso l’ipotiroidismo indotto dalla
sospensione della terapia con tiroxina.
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51) Dopo l’intervento e la dose ablativa con
131 I come verrà seguita la malattia?
Vi saranno dei controlli periodici, il primo dopo un anno e i
successivi in base alla risposta del primo controllo. I modi per
sapere se vi è persistenza di malattia sono, oltre all’ecografia del
collo, il dosaggio della tireoglobulina (che è la proteina prodotta
dal tessuto tiroideo normale o tumorale) e la scintigrafia totale
corporea con piccola dose (cosiddetta dose tracciante) di 131 I.
Analogamente alla somministrazione di dose ablativa di 131 I,
tali procedure andranno eseguite dopo sospensione di terapia con
tiroxina oppure dopo stimolo con rhTSH. In caso di remissione
della malattia avremo tireoglobulina indosabile e una scintigrafia
totale corporea negativa.
52)Le pazienti giovani trattate per
carcinoma tiroideo possono avere figli?
Sì.
53) I pazienti trattati per carcinoma tiroideo
potranno condurre una vita normale?
Sì.
54) I figli di pazienti con malattie
tiroidee possono presentare particolari
problemi?
Come già detto le malattie tiroidee se ben curate non causano
problemi. D’altro canto i disturbi congeniti di funzione tiroidea
saranno individuati con lo screening neonatale che viene ormai
svolto di routine.
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Appendice
La dieta ipoiodica
Come abbiamo detto un adeguato apporto di iodio rappresenta il principale mezzo di prevenzione del gozzo diffuso o nodulate e il fabbisogno di
questo elemento aumenta in gravidanza e durante l’allattamento. Il sale
iodato ed in alcuni casi integratori contenente iodio (in quantità corretta
cioè che non superi i 100/150 microg/die) rappresentano un modo sicuro
per garantire l’introduzione di iodio.
Viceversa però, dopo un intervento di tiroidectomia totale per carcinoma
tiroideo, quando dobbiamo favorire la captazione dello iodio radioattivo
da parte dei residui tiroidei normali o patologici, è opportuno tenere una
dieta che contenga poco iodio per evitare di “diluire” quello radioattivo
somministrato a scopo terapeutico.
La dieta che segue è quella che noi consigliamo ai nostri pazienti nelle
due settimane precedenti la terapia con iodio radiattivo dopo la tiroidectomia totale.
Dieta a basso contenuto di iodio
Dieta da effetture nelle due settimane precedenti indagini scintigrafiche
e terapie con iodio radioattivo.
Da evitare:
• sale iodato
• latte o altri prodotti caseari incluso gelati, formaggi e yogurt
• pesce di mare
• salmone
• cibi contenenti alghe o loro derivati
• cioccolata
• prodotti della soia (latte e salse)
• dolciumi
• lattuga
• olive
• uova
• pane (solo se fatto con sale iodato)
Inoltre si raccomanda di evitare:
• disinfettanti (es: Betadine), farmaci (es: Iodosan) e colluttori contenenti iodio
• creme contenenti ormoni tiroidei o iodio (es: Somatoline)
• indagini strumentali che prevedono l’utilizzo di mezzo di contrasto
iodato (TAC, coronarografia)
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Farmaci e prodotti più comunemente utilizzati
per la terapia e prevenzione della patologia tiroidea
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Nome commerciale
Campo di impiego
Tiroxina
Eutorix, Tirosint,
Tiracrin
Triodotironina
Titre
Tiroxina +
Triodotironina
(rapporto 4:1)
Tiroide AMSA
Terapia
dell’ipotiroidismo,
Terapia soppressiva
per il gozzo nodulare
e del carcinoma dopo
tiroidectomia
Metimazolo
Tapazole
Propiltiuracile (non
in vendita in Italia)
Propicyl
Ipertiroidismo di
vario tipo
TSH umano
ricombinante
Thyrogen
Follow-up del
carcinoma tiroideo
Terapia radio
metabolica del
carcinoma tiroideo
Perclorato di
potassio
Pertiroid
Ipertiroidismo
indotto da iodio
Integratori
contenenti
iodio 75 mcg
Tiralgar (75 mcg)
Integratori
contenenti iodio
insieme ad altri
ingredienti quali
vitamine e sali
minerali
Integral T (75 mcg),
Trocà Donna (150
mcg), Multicentrum
Integratori
contenenti selenio
Normo Tir
Tireopatie
autoimmuni
Prednisone
(cortisonico)
Medrol, Solu Medrol
Tiroidite subacuta
Oftalmopatia
basedowiana
Octreotide
Sandostatina,
Longastatina
Lanreotide
Ipstyl
Profilassi del gozzo
Casi particolari
di oftalmopatia
basedowiana
E 10,00