Regime sinusoidale • Consideriamo il solito circuito RC, ma utiliziamo una Vin sinusoidale invece che quadra. • Il caso sinusoidale è molto importante perchè – Una forma d’ onda periodica qualsiasi può essere sviluppata in serie di armoniche (sviluppo di Fourier). Siccome le equazioni del circuito sono lineari, la risposta all’ onda qualsiasi è la somma delle risposte alle singole componenti sinusoidali. – Ci sono generatori di segnali sinusoidali importanti (la rete elettrica ad es., e molti componenti elettromeccanici (alternatori ad es.). R Vin C Regime sinusoidale Vin Vo cos(t ) dQ Q V (t ) R 0 dt C dVC V (t ) RC VC 0 dt dVC RC VC Vo cos(t ) dt si cerca una soluzione del tipo VC VoC cos(t ) Sostituendo si trovano le costanti VoC e R Vin C Regime sinusoidale si preferisce pero' usare la notazione complessa, che rende piu' semplici i calcoli. Si usa l' identita' R e j cos( ) j sin( ) e si considera, convenzionalmente, l' equazione per V(t) come la parte reale di una equazione complessa : Vin C Quindi : VC VoC e j (t ) e Vin Vo e jt e quindi dVC RC VC Vo cos(t ) RCjVoC e j (t ) VoC e j (t ) Vo e jt dt Regime sinusoidale RCj V oC e j ( t ) V oC e j ( t ) V o e j t RCj V oC e j t e j V oC e j t e j V o e j t RCj V oC e j V oC e j V o V oC e j V oC Vo RCj 1 Vo RC 2 1 e quindi R Vin C Regime sinusoidale inoltre si puo' anche scrivere Vo Vo j 1 jRC V oC e 2 RCj 1 ( RC ) 1 Im V oc e j si trova subito usando il fatto che arctan j Re V oc e RC arctan arctan RC arctan 1 R Vin C • Possiamo quindi graficare, inRegime sinusoidale funzione della frequenza del segnale d’ ingresso, l’ ampiezza del segnale in uscita, ed il suo R sfasamento: Vin Vin Vo e jt C Vout VoC e j (t ) Vo Vo / 2 dove VoC Vout Vo 1 arctan 2 0 VoC 0 1 2 3 4 5 6 RC 0 0 1 2 3 4 5 6 RC /4 /2 Regime sinusoidale • Per 0 la tensione ai capi del condensatore tende ad essere in ogni istante uguale a quella del generatore: condizioni quasistatiche • Per le variazioni di tensione in ingresso sono talmente veloci che il condensatore non riesce né a VoC Vo caricarsi né a scaricarsi in tempo. Di conseguenza la Vo / 2 tensione ai suoi capi rimane 0 nulla. 0 • Per intermedi, la tensione del condensatore segue, con 0 0 un certo ritardo e ridotta in /4 ampiezza, la tensione di /2 ingresso. R Vin Vout C 1 2 3 4 5 6 RC 1 2 3 4 5 6 RC Regime sinusoidale • Possiamo dire quindi che le pulsazioni molto minori di 1/RC (frequenze R molto minori di 1/(2RC)) passano attraverso il Vin blocco RC, mentre le C pulsazioni molto maggiori di 1/RC non VoC passano attraverso il Vo blocco RC. Vo / 2 • Si conclude che, quando si prende il segnale in uscita 0 0 1 2 3 4 5 ai capi del condensatore, il blocco RC si comporta come un filtro passa basso 0 0 1 2 3 4 5 • La frequenza fo=1/(2RC) /4 viene detta frequenza di /2 taglio del filtro. O.D.G.: R=1k, C=1F, fo=0.16 kHz Vout 6 RC 6 RC I fasori • Alla rappresentazione complessa delle tensioni corrisponde una rappresentazione geometrica interessante. • Nel piano complesso i segnali Vin Vo cos(t ) Vin Vo e jt VC VoC cos(t ) VC VoC e j(t ) • Sono vettori che ruotano in senso antiorario con velocità : VC VoC e j(t ) Im(Vin) Im(V) jt Vosin(t) Vin Vo e t Vocos(t) Re(Vin) t+ Vin Vo e jt t Re(V) Corrente • La corrente che scorre nel circuito … è dq dV C d i VoC e j ( t ) CV oC j e j ( t ) C C dt dt dt Legge di Ohm Generalizzata: iC i j C VC basta pensare ad una “impedenza“ del condensatore pari a 1/jC j CV in i j CV C RCj 1 scrivendo la corrente nella forma i I o e j ( t I ) si ottiene : I o Vo C 1 I arctan( 1 ) 2 io io / 2 0 0 /2 1 2 3 4 5 6 RC 0 0 1 2 3 4 5 6 RC /4 Corrente • La corrente che scorre nel circ. durante la carica e scarica del condensatore è dV C d dq C C VoC e j ( t ) CV oC j e j ( t ) i dt dt dt Legge di Ohm Generalizzata: iC i j C VC basta pensare ad una “impedenza“ j CV in del condensatore pari a 1/jC i j CV C RCj 1 scrivendo la corrente nella forma i I o e Io C 1 I arctan( 2 1 ) Vo da confrontare con j ( t I ) VoC VC si ottiene : 1 1 2 Vo arctan( ) Corrente • La corrente nel circuito è quindi sfasata rispetto alla tensione ai capi del condensatore: 1 tan I tan V C tan( I V C ) 1 tan V C tan I 1 1 • Quindi I V C 2 • La tensione ai capi del condensatore ha un ritardo di 90o rispetto alla corrente, indipendentemente dalla frequenza. Im Vc I V t Ic /2 Re Corrente • Con la notazione complessa si ritrova subito lo stesso risultato da iC i jC VC VoC e VoC e j (t V ) C jV C j 1 1 1 j (t I ) j (t I ) 2 I oe j I oe e I o e j (t I ) C C j C I o j ( I 2 ) e C Im I VC Vc I 2 V t Ic /2 Re L’ oscilloscopio • è lo strumento più utilizzato per studiare grandezze elettriche variabili nel tempo. • Ha uno schermo sul quale viene visualizzato il grafico della grandezza in funzione del tempo: • Grazie ai comandi accessori possono essere variate le scale del grafico in un grande intervallo di valori, in modo da visualizzare segnali lenti o veloci, di grande o piccola ampiezza. monitor V(t) t Y(V/cm) X(ms/cm) comandi L’ oscilloscopio analogico • Nell’ oscilloscopio analogico la visualizzazione viene ottenuta focalizzando un fascetto di elettroni in diversi punti di uno schermo ricoperto di materiale fosforescente. Arrivando nel centro dello schermo gli elettroni cedono la loro energia agli atomi del fosforo, che poi si diseccitano producendo fotoni e generando così un puntino luminoso. Tubo a raggi catodici: F Tubo sotto vuoto (vetro) fosforo Fascetto di elettroni Punto luminoso A1 A2 A3 – F=filamento, C=catodo, A1,A2,A3=anodi • Gli elettroni, emessi dal filamento incandescente, vengono accelerati dagli anodi fino a circa 1 keV. C L’ oscilloscopio analogico • La posizione del punto luminoso sullo schermo può essere modificata deviando la traiettoria del fascetto di elettroni all’ interno del tubo. • Ad esempio, applicando un campo elettrico ortogonale al fascetto, si esercita una forza in direzione ortogonale alla traiettoria, deviando il fascetto. Y X F C A1 A2 A3 L’ oscilloscopio analogico • La posizione del punto luminoso sullo schermo può essere modificata deviando la traiettoria del fascetto di elettroni all’ interno del tubo. • Ad esempio, applicando un campo elettrico ortogonale al fascetto, si esercita una forza in direzione ortogonale alla traiettoria, deviando il fascetto. Y X F C A1 A2 A3 E Z L’ oscilloscopio analogico • La posizione del punto luminoso sullo schermo può essere modificata deviando la traiettoria del fascetto di elettroni all’ interno del tubo. • Ad esempio, applicando un campo elettrico ortogonale al fascetto, si esercita una forza in direzione ortogonale alla traiettoria, deviando il fascetto. Y VY X F C A1 A2 A3 E Z • La deviazione lungo Y può essere ottenuta facendo passare il fascetto tra le due armature di un condensatore (parallele a XZ) al quale viene applicata una tensione VY. L’ oscilloscopio analogico • La posizione del punto luminoso sullo schermo può essere modificata deviando la traiettoria del fascetto di elettroni all’ interno del tubo. • Ad esempio, applicando un campo elettrico ortogonale al fascetto, si esercita una forza in direzione ortogonale alla traiettoria, deviando il fascetto. VX F C Y E X Z A1 A2 A3 • La deviazione lungo X può essere ottenuta facendo passare il fascetto tra le armature di un altro condensatore (parallelo a ZY) al quale viene applicata una tensione VX. L’ oscilloscopio analogico • Nel tubo catodico sono presenti ambedue i condensatori (detti placchette di deflessione). • Combinando opportunamente le tensioni Vx e Vy si può spostare il puntino luminoso in un punto qualsiasi dello schermo. VY VX Y X F C Z A1 A2 A3 • Le deflessioni sono proporzionali alle tensioni Vx e Vy applicate alle placchette. L’ oscilloscopio analogico • Colleghiamo adesso la deflessione sullo schermo alla differenza di potenziale applicata alle placchette di deflessione. • L’ elettrone esce dal catodo e viene accelerato dagli anodi. Se l’ ultimo anodo si trova ad un potenziale Vo, l’ elettrone acquista una energia E=eVo. E quindi uscirà dal cannone elettronico con una velocità data da 1 2 mv eVo 2 2eVo v m • Continuerà a muoversi con questa velocità nel vuoto del tubo a raggi catodici finchè non entrerà nel campo elettrico presente tra le placchette di deflessione. Vo F C v A1 A2 A3 E L’ oscilloscopio analogico • Il campo sarà E=Vy/d • Nel campo l’ elettrone subirà una forza diretta lungo l’ asse y (ortogonale alle sua velocità iniziale) e quindi la traiettoria viene deflessa. Siccome la forza è costante, il moto è uniformemente accelerato lungo y, mentre è uniforme lungo z: y 12 a y t 2 con Fy eE eVy ay m m md z v ot 2 eVy m 2 1 V y 2 z 1 1 • Eliminando t si ottiene y 2 a y 2 2 z z vo md 2eVo 4d Vo Vo F C Y v A1 A2 A3 E d l L L’ oscilloscopio analogico • All’ uscita delle placchette (dopo una distanza l lungo l’ asse z) l’ elettrone si sarà spostato lungo Y di una quantità 1 Vy 2 y (l ) l ed uscirà con un angolo 4d Vo 1 Vy 1 Vy d 1 Vy 2 z z l dz 4d Vo z l 2d Vo z l 2d Vo z l • Quindi dopo una ulteriore distanza L si sposterà ulteriormente lungo Y di Ltg, ed arriverà sullo schermo ad una distanza dal centro Y=Ltg +y(l) dy tg ( ) dz Vo F C Y v A1 A2 A3 E d l L L’ oscilloscopio analogico • Si ottiene quindi 1 Vy 2 1 Vy 1 l Y y(l ) Ltg ( ) l L l 2d Vo 4d Vo 2d Vo l 2 L Vy Y D Vy • La deflessione Y è quindi proporzionale alla differenza di potenziale Vy. Lo stesso di scorso si può fare per X. La costante D è detta fattore di deflessione (in cm/V) e può essere regolata tramite i comandi frontali dell’ oscilloscopio. Vo F C Y v A1 A2 A3 E d l L L’ oscilloscopio analogico • Normalmente si vuole studiare una tensione variabile nel tempo V(t). Lo si fa connettendola all’ ingresso verticale, in modo che la deflessione verticale del punto luminoso sullo schermo sia Y DY V (t ) • Contemporaneamente viene generata internamente all’ oscilloscopio una tensione Vx a dente di sega: X DX t • Quindi la tensione da studiare provoca lo spostamento verticale del punto luminoso, e contemporaneamente questo si sposta a velocità costante orizzontalmente. Il risultato è un grafico della tensione in funzione del tempo. • Ovviamente, il fattore di deflessione orizzontale va regolato in modo da poter osservare tutte le variazioni del segnale V(t), e quello verticale va regolato in modo che l’ ampiezza della deflessione sia sufficiente alla visualizzazione. Vy(t) t Vy(t) X t Vy(t) X t Vy(t) X t Vy(t) X t Vy(t) X t Vy(t) X t Vy(t) X t Vy(t) X t Vy(t) X t Vy(t) X t Vy(t) X t Vy(t) X t Vy(t) X t Vy(t) X t Vy(t) X t Vy(t) X t Vy(t) X t Vy(t) X t Vy(t) X t Vy(t) X t Vy(t) X t Vy(t) X t Vy(t) X t Se la V(t) è periodica e la Vx(t) ha lo stesso periodo, il fascetto ripercorrerà esattamente lo stesso percorso nel periodo successivo. Vy(t) X t Questo viene fatto moltissime volte al secondo, e a causa della persistenza dell’ immagine sulla retina, si vede un disegno stabile Vy(t) X t L’ oscilloscopio analogico • è quindi essenziale sincronizzare il periodo del dente di sega a quello dell’ onda in esame. • Periodo non sincronizzato: • Periodo sincronizzato: L’ oscilloscopio analogico • C’è un circuito all’interno dell’oscilloscopio detto “circuito di trigger”, che risolve questo problema. • Il circuito confronta il livello e la pendenza del segnale d’ ingresso con dei valori di riferimento che si possono impostare. V(t) VTrigger L’ oscilloscopio analogico • C’è un circuito all’ interno dell’ oscilloscopio detto “circuito di trigger”, che risolve questo problema. • Il circuito confronta il livello e la pendenza del segnale d’ ingresso con dei valori di riferimento che si possono impostare. V(t) VTrigger T L’ oscilloscopio analogico • Il “circuito di trigger” fa partire il dente di sega tutte le volte che il livello del segnale e la sua pendenza sono quelli impostati. • In questo modo si sincronizza il dente di sega al segnale V(t) VTrigger T L’ oscilloscopio analogico • Il modo migliore per imparare ad usarlo è lavorarci ! L’ oscilloscopio che avrete a disposizione è un National VP‐ 5220A, o ISO‐TECH ISR 622 oscilloscopio a due canali. • Si possono visualizzare contemporaneamente due segnali indipendenti, chiamati canale 1 e canale 2: V1(t) V2(t) L’ oscilloscopio analogico • Di solito la prima cosa da fare è verificare i comandi di “trigger”. • INT‐LINE‐EXT – Su INT funziona il circuito di trigger che sincronizza automaticamente il dente di sega al segnale – Su LINE il dente di sega è sincrono con la tensione di rete a 50 Hz – Su EXT il dente di sega è sincrono con un segnale applicato dall’ esterno, ad un apposito “ingresso di Trigger” • NORM‐CH1‐CH2 – Permette di selezionare il segnale a cui sincronizzare il dente di sega. Se il canale di interesse è l’ 1, si userà CH1, sennò CH2: nei due casi il trigger è il segnale applicato all’ ingresso scelto. Su norm la sorgente è il segnale visualizzato sul tubo a raggi catodici. L’ oscilloscopio analogico • LEVEL, FIX, SLOPE controlla il valore della tensione di riferimento del trigger e la pendenza di riferimento. Quando è completamente ruotato in senso orario, su FIX, è regolato in modo automatico. Si può tirare la manopola o spingerla per selezionare la pendenza; girandola si regola il livello. • La prima cosa da fare è mettere il trigger su auto: questo permetterà di vedere il segnale, anche se non sincronizzato, e di regolare così le deflessioni verticale e orizzontale. • Una volta visualizzato il segnale, se non è sincrono, si potrà utilizzare il trigger interno regolando livello e pendenza. Velocità del dente di sega, da 0.5s a 0.2 s per quadretto Fattore di deflessione Verticale canale 1 (da 2V a 1 mV per divisione) Fattore di deflessione Verticale canale 2 (da 2V a 1 mV per divisione) Circuito di TRIGGER Uso dell’ Oscilloscopio • La prima cosa da fare è mettere su “cal” i potenziometri di taratura dei fattori di deflessione e della base dei tempi (cerchiati di verde nella figura). Vanno ruotati completamente in senso orario. Uso dell’ oscilloscopio: la seconda cosa da fare è regolare lo zero delle tracce: Si mette il trigger su AUTO Si mettono a zero i segnali in ingresso a CH1 e CH2, commutando su GND i pulsanti identificati in rosso Si regola la posizione orizzonatale delle tracce con il potenziometro identificato in azzurro Uso dell’ oscilloscopio Traccia regolata sullo zero per entrambi i canali Uso dell’ Oscilloscopio • A questo punto si rimettono i commutatori di ingresso su DC (indicati in azzurro) • Regolando il fattore di deflessione verticale (identificato in rosso) si dovrebbero vedere i due segnali. Due metodi possibili: Su auto/norm si grafica V(CH1) e V(CH2) in funzione di t Su X‐Y si grafica V(CH1) in funzione di V(CH2) e quindi si vede una ellisse: A(f)=Vout/Vin Vin Vout A(f)=Vout/Vin Vin Vout Metodo più furbo (f)=2t/T t T (f)=2t/T t T Metodo più furbo Metodo dell’ ellisse • Si applicano i segnali ai due assi ortogonali. X VX cos t Y VY cos(t ) • Eliminando t viene una eq. Y(X) di una ellisse. sin(f)=a/b=c/d b a c d Oscilloscopio analogico collegato con uscita a 50 Ohm del Generatore di funzioni Uscita TTL del Generatore di funzioni Dal manuale dell’oscilloscopio analogico ISO‐TECH ISR 622 Dal manuale dell’oscilloscopio iso-tech-622 Dal manuale dell’ iso-tech isr 622 Oscilloscopi Digitali • Sono sempre più diffusi. • Invece di deflettere il fascetto elettronico, la tensione in ingresso viene campionata da un convertitore analogico‐ digitale e visualizzata sullo schermo di un piccolo computer. • Sono molto comodi, con automatismi di configurazione e di misura, ma hanno qualche limitazione dovuta al campionamento e alla quantizzazione (vedi laboratorio anno prossimo). Impedenza Complessa • Riprendiamo il circuito RC: V in ( t ) RI V C 0 1 V o Ri o e j io e j C 1 R j C i o e R j Vin C j • Quindi la variabile complessa che rappresenta la corrente è proporzionale alla variabile complessa che rappresenta la tensione; la costante di proporzionalità è un numero complesso, detto “impedenza del circuito”. 1 Z R j C • In questo caso, l’ impedenza del circuito è la somma delle impedenze di R e di C, perchè sono in serie. Impedenza Complessa ZR R • Legge di Ohm generalizzata: V Z I 1 ZC jC • Se vogliamo la tensione ai capi del condensatore, ci ricorderemo ancora una volta del partitore e lo scriveremo per le impedenze: ZC Vin VC ZC Z R 1 j C 1 j C R Vin 1 Vin 1 Rj C • Se vogliamo la tensione ai capi della resistenza, avremo : ZR Vin VR ZC Z R R Rj C Vin Vin 1 1 Rj C j C R I circuiti RC e CR come filtri • Quindi quando si prende l’ uscita ai capi del condensatore, il circuito RC si comporta come filtro passa basso: • Invece quando si prende l’ uscita ai capi della resistenza, il circuito CR si comporta come filtro passa alto: VC V oC 1 V in 1 j RC V oin 2 1 arctan VR V oR j RC V in 1 j RC V oin 1 2 arctan 1 / Seconda esperienza (12 Aprile 2017) • Carica e scarica di un condensatore (con costante di tempo breve). • Uso dell’ oscilloscopio. • Studio del circuito RC (onda quadra) e CR (onda quadra) • Avrete a disposizione: – – – – – – – Condensatori Resistenze Cronometro Multimetro digitale Cavi di collegamento Oscilloscopio iso‐tech isr 622 a 2 canali Generatore di segnali alternati (sinusoidali, quadri etc.) Prima parte esercitazione 2 : carica e scarica del condensatore (circuito RC con breve costante di tempo) • Sostituire R e C con valori inferiori (2.7k e 22nF). La costante di tempo è molto diminuita (RC=59s) e il processo è troppo veloce per usare voltmetro e cronometro. • Però si può visualizzare lo stesso il processo di carica (e scarica) usando l’oscilloscopio. • Invece che caricare e scaricare il condensatore collegandolo a mano all’alimentatore Vo, si usa un generatore di funzioni che può generare tensioni periodiche di diverse forme. • L’ uscita TTL genera una tensione periodica che si alterna tra 0V e 5V. • Usando un periodo molto più lungo della costante di tempo, quando la tensione transisce da 0 a 5V inizia la carica del condensatore, che si completa prima che la tensione transisca nuovamente a 0V. • Quando transisce da 5V a 0V parte la scarica. Anche questa si completa prima della successiva transizione del generatore da 0V a 5V. Prima parte esercitazione 2 : carica e scarica del condensatore (circuito RC con breve costante di tempo) Circuito RC Vg(t)=0V..5V Vg(t) Generatore di funzioni (uscita TTL, frequenza f=1kHz) 5V 0V C Vc(t) Resistenza interna R2 500s 500s 0V Vc oscilloscopio f=1/T=1.0 kHz Vg 5V R1 60s 60s t t Generatore di funzioni Regolazione frequenza Uscita TTL del generatore di funzioni Prima parte esercitazione 2 : (circuito RC con breve costante di tempo) • • • • Scegliendo un periodo dell’onda quadra di 1 ms (frequenza 1 kHz) si ha abbastanza tempo nella fase alta e nella fase bassa della tensione del generatore per consentire la carica e scarica praticamente complete del condensatore. Sullo schermo si possono quindi campionare i valori della tensione al passare del tempo, e ricostruire lo stesso grafico fatto nella prima parte dell’esperienza, dal quale si misurerà nello stesso modo la nuova costante di tempo. Si possono usare anche i dati della scarica, con la formula relativa, e la costante di tempo deve venire la stessa entro gli errori. La resistenza interna dell’oscilloscopio è molto elevata (1M) e quindi non è facilmente misurabile in questo caso. 100 s/cm 5 1V/cm Vc(V) VC (t ) VE e(t to ) / VC (t ) VE (1 e t / ) t(s) 0 0 500 1000 Seconda parte esercitazione 2 : (circuito RC con breve costante di tempo con partitore) • Si aggiunge un resistore in parallelo al condensatore (ad es.da 2.7k). • Si ripetono le misure di tensione ai capi del condensatore in funzione del tempo. Che differenze ci sono rispetto al caso precedente ? • Quale è il valore asintotico per la tensione di carica del condensatore? • Come cambia la costante di tempo? Perché? (vedi lezioni) Vg(t) Generatore di funzioni (uscita TTL, frequenza f=1kHz) Vg(t)=0V..5V Circuito RC R1 oscilloscopio R2 C Vc(t) Resistenza interna Circuito RC : schema di montaggio R C Generatore Oscilloscopio di segnali CH 1: misura Vin =coccodrilli rossi Basetta Oscilloscopio CH2: misura Vout =coccodrilli neri • Problemi pratici: • Le connessioni ai BNC vanno fatte con cavetti BNC‐coccodrillo. Il rosso è connesso al centrale, il nero allo schermo. CH1 CH2 Oscilloscopio R GEN C Generatore di segnali Basetta Oscilloscopio Terza parte esercitazione 2 : (circuito CR con breve costante di tempo) • Scambiando R con C nel circuito della parte 1 dell’esperienza, e prendendo il segnale ai capi di R, si misuri, con l’onda quadra in ingresso, la tensione in funzione del tempo. • Si verifichi che il valore della costante di tempo è entro gli errori, compatibile con quella ricavata nella parte 1 dell’esperienza. • Confrontare con il valore ottenuto a partire dalla misura di R e C con il ponte Circuito CR : schema di montaggio C R Generatore Oscilloscopio di segnali CH 1: misura Vin =coccodrilli rossi Basetta Oscilloscopio CH2: misura Vout =coccodrilli neri • Problemi pratici: • Le connessioni ai BNC vanno fatte con cavetti BNC‐coccodrillo. Il rosso e’ connesso al centrale, il nero allo schermo. T CH1 CH2 Oscilloscopio C GEN R Generatore di segnali Basetta Oscilloscopio Terza parte esercitazione 2 : (circuito CR con breve costante di tempo) • Scegliendo un periodo dell’onda quadra di 1 ms (frequenza 1 kHz) si ha abbastanza tempo nella fase alta e nella fase bassa della tensione del generatore per consentire la carica e scarica praticamente complete del condensatore. 100 s/cm VR(V) 5 1V/cm VR (t ) VE et / t(s) 0 0 500 1000 VR (t ) VE e (t to ) /