Rassegna stampa
Gli adulti devono vaccinarsi: quando e perché?
Corriere della Sera - intervista al prof. Paolo Bonanni
19_04_2017
[RASSEGNA STAMPA] 19 aprile 2017 2 [RASSEGNA STAMPA] 19 aprile 2017 Anche gli adulti devono proteggersi da virus
e batteri pericolosi: i vaccini per i «grandi»
Non bastano le immunizzazioni ricevute nell’infanzia: i maggiorenni devono proteggersi da tetano,
difterite, pertosse, rosolia e soprattutto dal morbillo, malattia che colpisce sempre più dopo i 18 anni.
Con il rischio di complicanze anche gravi. E ci sono novità per anziani e donne in gravidanza.
di Laura Cuppini
1.
Da che cosa (non) siamo protetti?
Può capitare di farsi una brutta ferita. Il primo pensiero è: «Quanto tempo fa mi sono vaccinato
contro il tetano?». Spesso, nel dubbio, si corre in Pronto soccorso. È questa probabilmente l’unica
occasione in un cui un adulto in salute, che non abbia malattie croniche, si occupa della questione.
Se è vero che la maggioranza delle vaccinazioni viene messa in calendario tra infanzia e
adolescenza, gli adulti dovrebbero sapere da quali malattie sono protetti e da quali no. Molte
persone di 30 o 40 anni non hanno difese contro il morbillo (a meno che non siano state affette dalla
malattia o vaccinate in passato), perché il vaccino - introdotto nel 1976 in Italia - è stato poco
utilizzato nei primi anni. E non tutti sanno che esiste un Piano nazionale di eliminazione del
morbillo e della rosolia congenita, grazie al quale è possibile immunizzarsi gratuitamente, a
qualunque età.
Può capitare di farsi una brutta ferita. Il primo pensiero è: «Quanto tempo fa mi sono vaccinato
contro il tetano?». Spesso, nel dubbio, si corre in Pronto soccorso. È questa probabilmente l’unica
occasione in un cui un adulto in salute, che non abbia malattie croniche, si occupa della questione.
Se è vero che la maggioranza delle vaccinazioni viene messa in calendario tra infanzia e
adolescenza, gli adulti dovrebbero sapere da quali malattie sono protetti e da quali no. Molte
persone di 30 o 40 anni non hanno difese contro il morbillo (a meno che non siano state affette dalla
malattia o vaccinate in passato), perché il vaccino - introdotto nel 1976 in Italia - è stato poco
utilizzato nei primi anni. E non tutti sanno che esiste un Piano nazionale di eliminazione del
morbillo e della rosolia congenita, grazie al quale è possibile immunizzarsi gratuitamente, a
qualunque età.
3 [RASSEGNA STAMPA] 19 aprile 2017 (Ansa)
Il panorama si è ampliato grazie al Piano nazionale prevenzione vaccinale 2017-19. Le novità
principali riguardano bambini e adolescenti, anziani e donne in gravidanza. «Il Piano è stato
approvato, ma adesso deve essere messo in pratica — spiega Giovanni Rezza, direttore del
Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità —. Il Governo ha stanziato i fondi e
inserito i vaccini nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), ma le singole strategie vengono decise
dalle Regioni, che possono porsi obiettivi di copertura o estendere la gratuità a fasce non previste
nel documento ministeriale». Se l’attenzione su infanzia e adolescenza è alta, non si può dire
altrettanto per chi ha dai 18 anni in su: non ci sono chiamate né lettere di convocazione, si fa
appello alla coscienza del singolo. Vediamo dunque quali vaccini possono ricevere gli adulti in
Italia, distinguendo tra raccomandati (ovvero gratuiti, perché ritenuti misura di sanità pubblica) e
consigliati (atto di protezione individuale, quindi a pagamento).
2.
Morbillo
Sul morbillo circolano due credenze sbagliate: che sia una malattia tipica dei bambini e che non sia
grave. Al contrario, è una patologia che – soprattutto negli adulti – può causare complicanze
drammatiche (polmonite, encefalite), con un decesso ogni 5-10mila casi. Inoltre la sua incidenza si
sta spostando sempre più dall’infanzia alla maturità. Grazie al Piano nazionale di eliminazione del
morbillo e della rosolia congenita, tutte le persone non protette dal morbillo possono ricevere il
vaccino (e sono invitate a farlo), gratuitamente, nei centri Asl. In caso di dubbio
sull’immunizzazione, è bene che la persona verifichi consultando il proprio certificato vaccinale, o
chiedere ai genitori se ha avuto il morbillo durante l’infanzia.
3.
Rosolia
Il vaccino contro il morbillo comprende anche la protezione dalla rosolia, pericolosa in gravidanza
(la cosiddetta forma congenita) perché può causare gravi malformazioni al bambino. Per verificare
il proprio status ci si sottopone al cosiddetto Rubeo test: se dà esito negativo, le donne in età fertile
devono vaccinarsi, gratuitamente, in un centro Asl. «Il test andrebbe fatto prima di pianificare una
gravidanza, perché nei nove mesi il vaccino è sconsigliato, contenendo virus vivo attenuato —
chiarisce Paolo Bonanni, professore ordinario di Igiene all’Università di Firenze e membro della
Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica —. Va comunque detto che non ci
sono mai stati casi di danni in bambini nati da donne che si sono vaccinate non sapendo che era già
in corso una gravidanza». 4 [RASSEGNA STAMPA] 19 aprile 2017 4.
Varicella
Il vaccino contro la varicella è stato introdotto per tutti i nuovi nati con il Piano di prevenzione
entrato recentemente in vigore. «Oggi abbiamo un 10-15% di adulti non protetto, ma il vaccino è
offerto gratuitamente solo ai bambini e agli adolescenti — specifica Bonanni —. Solitamente però,
e questo vale per tutti i vaccini, recandosi in un centro Asl si può ottenere un prezzo scontato
rispetto alla farmacia». Come il morbillo, anche la varicella negli adulti dà maggiore rischio di
complicazioni. Il virus della varicella, una volta entrato nell’organismo, rimane «silente» e può
tornare allo scoperto nell’anziano provocando l’herpes zoster (o fuoco di Sant’Antonio): una
malattia dolorosa contro la quale esiste un altro vaccino, introdotto con il nuovo Piano in offerta
gratuita alle persone di 65 anni, ma consigliato a tutti gli anziani (in co-pagamento al di fuori del
65° anno). Le singole Regioni possono decidere di allargare la gratuità ad altre fasce di età.
5.
Tetano (trvalente)
La vaccinazione antitetanica deve essere fatta da tutti, ogni dieci anni. Viene utilizzato il vaccino
trivalente difterite-tetano-pertosse. La prima dose - dopo le quattro previste durante l’infanzia - è
raccomandata tra i 12 e i 16 anni, cui seguono i richiami decennali. «È importante usare il vaccino
trivalente e non quello monovalente contro il tetano — sottolinea Bonanni —, perché la difterite è
ancora presente in diverse aree del mondo e la pertosse è una malattia abbastanza diffusa e
pericolosa, talvolta letale, per i bambini piccoli. Il vaccino anti-pertosse non dà l’immunità a vita,
così come non la dà aver contratto la malattia. Per questo è importante proteggersi periodicamente».
Che cosa succede se si salta una dose di trivalente difterite-tetano-pertosse? «Si riparte con il
richiamo — chiarisce Bonanni —. L’importante è che siano state fatte a suo tempo le 3 dosi del
ciclo iniziale». Grazie al nuovo Piano vaccinale, l’immunizzazione della pertosse (con il vaccino
trivalente) è gratuita anche per le donne incinte. 6.
Meningite
Per la meningite esistono cinque vaccini: contro il meningococco C, contro il meningococco B, il
quadrivalente (per i ceppi A, C, Y, W), l’anti-pneumococco e l’anti-Haemophilus influenzae di tipo
B (Hib), quest’ultimo contenuto nel vaccino esavalente per l’infanzia. «Escludendo il caso della
Toscana, dove c’è una situazione specifica, in età adulta non c’è bisogno di vaccinarsi contro il
meningococco, anche se non si è stati immunizzati da bambini — chiarisce Bonanni —. Chi vuole
può farlo, ben venga, ma come misura di protezione individuale».
5 [RASSEGNA STAMPA] 19 aprile 2017 7.
Epatite
Il vaccino anti-epatite B (HBV) viene offerto a tutti i nuovi nati in tre dosi, a partire dal 1991 (allora
venivano vaccinati anche i 12enni). Dunque tutte le persone che hanno 36 anni o meno dovrebbero
essere protette. I vaccini contro epatite A e B sono consigliati per gli adulti non vaccinati in
precedenza (a pagamento), in caso di viaggi in Paesi dove le infezioni sono endemiche. L’antiepatite B è offerto gratuitamente ai gruppi a rischio (tra cui personale sanitario, familiari di portatori
del virus).
L’epatite A, infezione del fegato causata dal virus HAV, è presente in aree geografiche dove le
condizioni igienico-ambientali sono scadenti. Dallo scorso agosto, però, anche in Europa e in Italia
si è registrato un importante aumento dei casi, con un’ulteriore impennata all’inizio di quest’anno.
In Italia sono stati notificati al Seieva (Sistema epidemiologico integrato dell’epatite virale acuta)
583 casi tra agosto e febbraio (un numero quasi 5 volte maggiore rispetto allo stesso periodo
dell’anno precedente). La trasmissione avviene per via oro-fecale, attraverso il consumo di acqua o
cibi contaminati (frutti di mare crudi o poco cotti, frutti di bosco, verdure), o per contatto con
persone infette. È stata descritta anche la trasmissione sessuale, prevalentemente tra omosessuali
maschi. In Italia sono disponibili due vaccini (entrambi in due dosi), che forniscono protezione
dopo due-tre settimane già dalla prima somministrazione.
8.
Influenza e altri vaccini per gli anziani
Il nuovo Piano vaccinale ha ampliato l’offerta per la terza età: oltre all’immunizzazione
dall’influenza (gratuita, da fare ogni anno), chi ha 65 anni può contare sull’anti-pneumococco per
proteggersi da polmonite e meningite, e sull’anti-herpes zoster, contro la riattivazione del virus
della varicella. Questi ultimi due vaccini sono gratuiti solo per chi ha 65 anni. «È stata scelta una
sola fascia di età — spiega Bonanni —, ma si tratta di vaccini che andrebbero estesi, anche perché i
rischi aumentano andando avanti con gli anni». «È molto importante che gli anziani siano protetti
dalla “triade maledetta” — conclude Giovanni Rezza —, ovvero influenza, pneumococco e zoster».
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