Anno Accademico 2006-07 CORSO DI SCIENZA DELLE FINANZE Scienza delle finanze Corso comune ai Corsi di laurea CLEA, CLEMI e SES 4 crediti Docenti: • Prof. Paolo Bosi (lettere A-E) • Prof. M. Cecilia Guerra (lettere F-O) • Prof. Massimo Baldini (lettere P-Z) Periodo di svolgimento del corso: settembre- ottobre 2006 Lezione 1 Obiettivo del corso PRESENTAZIONE DEL CORSO RIPASSO DI ALCUNI UTILI CONCETTI DI BASE ECONOMIA DEL BENESSERE Argomenti di finanza pubblica affrontati in altri corsi SES VPPT E Il corso è di carattere prevalentemente istituzionale Ha lo scopo di fornire un quadro delle finanza pubblica italiana, con particolare riguardo al sistema fiscale I TESTI DI RIFERIMENTO P. Bosi (a cura), Corso di scienza delle finanze Il Mulino, Bologna, terza edizione 2006 •Sistemi di Welfare (P.Silvestri) (selezioni da alcuni Capitoli) •Federalismo fiscale (P.Bosi) • Offerta, finanziamento e regolamentazione dei servizi pubblici (M.C.Guerra – P.Bosi) • Effetti redistributivi delle politiche pubbliche (M.Baldini) •Economia Pubblica corso avanzato (P. Bosi) P.Bosi, M.C.Guerra I tributi nell’economia italiana Il Mulino, Bologna, SETTIMA edizione 2006 (selezioni indicate nel programma) 1 Conoscenze necessarie per seguire il corso • Elementi di Economia politica • Con particolare riguardo alla Microeconomia (scelta del consumatore e teoria dell’impresa) • Elementi di economia del benessere RICEVIMENTO - in ufficio n. 73 Ala Ovest: lunedì lunedì 1010-12 -email: email: [email protected] INFORMAZIONI - programma del corso (che include le indicazioni dei testi consigliati) e materiali didattici sul sito della facoltà facoltà : www.economia.unimo.it pagina web del docente L’esame: Prova scritta, divisa in tre parti di uguale importanza: 4 domande vero/falso da motivare Domanda sulla parte teorica Domanda sul sistema tributario italiano Difficoltà dell’esame • No esame orale • Tutte le prove degli studenti P-Z saranno corrette solo dal prof. Baldini • Più della quantità, conta la qualità • Il concetto di qualità comprende anche l’uso di un italiano corretto, e di una grafia comprensibile • Sarà molto difficile copiare Struttura del corso 1) Motivazioni dell’intervento pubblico: EEG, teoremi fondamentali dell’Economia del benessere, fallimenti del mercato 2) Teoria della distribuzione del carico fiscale ed effetti economici delle imposte: effetti distorsivi (variazioni prezzi relativi) sull’offerta di lavoro e di risparmio 3) Un quadro della finanza pubblica italiana: evoluzione dei conti pubblici negli ultimi 30 anni, bilancio dello Stato, legge Finanziaria 4) Le principali imposte in Italia: Irpef, Ires, Iva, Irap, Ici Confusione in aula Ripasso: alcuni concetti di base della microeconomia Teoria del consumatore Il consumatore massimizza una funzione di utilità, dato un vincolo di bilancio Funzione di utilità: U=f(x1, x2, …, xn) La forma della f(.) dipende dalle preferenze del consumatore Possiamo rappresentare le preferenze del consumatore con una curva di indifferenza: l’insieme di tutti i panieri di beni che danno al consumatore un uguale livello di utilità 2 Il Saggio marginale di sostituzione è la pendenza (in valore assoluto) della curva di indifferenza E’ il tasso a cui un consumatore è disposto a scambiare un bene con un altro. x2 x2 Il SMS in A è maggiore del SMS in B; C A Il SMS è decrescente spostandoci lungo una stessa curva di indiff. da sinistra verso destra C A B B A contiene molto x2 e poco x1: sono disposto a cedere molto x2 in Il paniere B contiene molto x1 e cambio di 1 unità inpoco più x2: sono disposto a cedere di x1: SMS alto solo una piccola quantità di x2 in cambio di 1 unità in più di x1: SMS basso x1 I panieri A e B sono sulla stessa curva di indiff., quindi danno al consumatore lo stesso livello di utilità; C fornisce una utilità superiore x1 Il SMS è decrescente diminuisce quando ci si sposta verso il basso lungo una curva di indifferenza SMS=∆X2/∆X1 A contiene molto In B le quantità sono X2: sono disposto a più equilibrate: in sacrificare 2 unità di cambio di 1 X1, sono X2 in cambio di 1 disposto a cedere solo X1. 1 X2. A 2 X2 1 1 B 1 C 0,5 1 In C, X2 è molto scarso: sono disposto a rinunciare solo a mezzo X2 per 1 X1. il SMS12 dice quanto valuto X1 in termini di X2, cioè a quante unità di X2 sono disposto a rinunciare in cambio di 1 X1 in più. All’aumentare della quantità di X1 che possiedo, l’utilità addizionale si riduce Î SMS12 decrescente. X1 Il SMS12 misura l’utilità marginale del bene X1 in termini del bene X2 Se il prezzo unitario del bene X2 è 1 (cioè X2 funge da numerario), il SMS12 misura il prezzo che sono disposto a pagare per ogni unità in più del bene X1 I due elementi fondamentali alla base della scelta razionale sono il vincolo di bilancio e la struttura delle preferenze Per trovare il paniere di beni che max U non basta la funzione di utilità, bisogna anche conoscere il vincolo di bilancio Y=P1X1+P2X2 X2 = Da cui: P2X2=Y-P1X1 Î X2 Y/P2 preferenze Scelta razionale del paniere che Max l’utilità prezzi Se X1=0, Y=P1X1 Cioè X2=Y/P2 Tutto il reddito viene speso in X2, di cui posso comprare Y/P2 unità Pendenza: -P1/P2 Y P1 − X1 P2 P2 Se X2=0, Y=P1X1 Cioè X1=Y/P1 Tutto il reddito viene speso in X1, di cui posso comprare Y/P1 unità Vincolo di bilancio reddito Y/P1 X1 3 X2 X2 Se il reddito aumenta: Se il prezzo del bene X2 diminuisce: X1 X2 X1 X2 Se il prezzo del bene X1 diminuisce: Se il prezzo del bene X1 aumenta: X1 Nel punto di ottimo, la curva di indifferenza è tangente al vincolo di bilancio, e tutto il reddito viene speso (cioè il punto di ottimo sta sul vincolo di bilancio, non al di sotto di esso) X1 Cosa accade quando un prezzo cambia: effetto reddito ed effetto sostituzione Quando il prezzo di un bene diminuisce (o aumenta): a) Modifico il paniere di consumo perché sono cambiati i prezzi relativi (eff. Sostituzione) b) Modifico il paniere di consumo perché, a parità di reddito monetario, sono diventato più ricco (o povero se il prezzo aumenta) (eff. Reddito) 4 Il prezzo del bene X1 diminuisce: il vincolo passa da ab ad ac Il paniere ottimo passa da A a B. La curva di domanda è la relazione tra il prezzo di un bene e la quantità domandata Effetto sostituzione: lo spostamento lungo una stessa curva di indifferenza, cioè dovuto alla sola variazione dei prezzi relativi Effetto reddito: lo spostamento da un vincolo di bilancio all’altro, a parità di prezzi relativi (pendenza) a Si può ricavare dal problema di massimizzazione dell’utilità X2 Al diminuire di P1, il consumatore sceglie panieri con quantità sempre maggiori di X1 Da A a C: effetto sostituzione Da C a B: effetto reddito Otteniamo diverse combinazioni (P1, Q1) che possono essere rappresentate nel piano prezzo/quantità A B C Q1 Q2 Q3 X1 c b La curva di domanda esprime il beneficio marginale che il consumatore riceve dal bene Prezzo del bene X1 P1 E’ decrescente perché il SMS è decrescente P2 Per ogni dato livello di P, sono disposto ad acquistare solo quelle unità del bene che mi danno un B’ superiore al loro costo (p) L’elasticità della domanda: E’ il rapporto tra la variazione percentuale della domanda e la variazione percentuale del prezzo: ∆QD εD = ∆P QD P Esempio: se il prezzo di un biglietto del cinema passa da 8 a 10 euro, e la mia domanda annuale di biglietti passa da 12 a 8, qual è l’elasticità della domanda al prezzo? La quantità domandata diminuisce del (4/12)100% = 33% P3 Il prezzo del biglietto aumenta del (2/8)100% = 25% Îelasticità= -33% / 25% = - 1.32 Q1 Q2 Q3 Quantità del bene X1 ÎL’elasticità della domanda al prezzo è di solito negativa ÎNon è costante lungo una curva di domanda lineare Teoria dell’impresa Se la curva di domanda è verticale, l’elasticità della domanda è 0, la quantità non cambia al variare del prezzo ÎDomanda perfettamente inelastica Se la curva di domanda è orizzontale, l’elasticità della domanda è infinito, la quantità cambia infinitamente anche per una piccola variazione del prezzo Î Domanda perfettamente elastica P Elasticità nulla La curva di offerta è la relazione tra il prezzo di un bene e la quantità offerta Si deriva a partire dal problema di massimizzazione del profitto da parte dell’impresa La funzione di produzione esprime la relazione tra l’output di una impresa e gli input che essa usa: Q=f(K, L) La produttività marginale del lavoro è la derivata parziale rispetto a L MP=∆Q/∆L Elasticità bassa Elasticità alta La produttività marginale del lavoro, cioè la variazione di Q per una data variazione di L (con K costante) è decrescente: dato K, ogni lavoratore aggiuntivo produce una quantità di output minore di quella prodotta dal lavoratore precedente. Anche la produttività marginale del capitale, dato L, è decrescente. La funzione di costo dell’impresa è C=wL+rK Elasticità infinita Q Se K è fisso nel breve periodo, solo L può essere variato 5 • Produttività marginale decrescente implica costo marginale crescente: • C=wL+rK • Quanto costa produrre una unità di Q in più? Devo calcolare il costo marginale di Q: C' = ∆C ∆L w w =w = = ∆Q ∆Q ∆Q MP ∆L Dato che w è costante, e che MP è decrescente all’aumentare di L, MC aumenta se la produzione (e quindi L) aumenta Î La curva del costo marginale è inclinata positivamente rispetto a Q Se P aumenta, l’impresa trova conveniente offrire quantità crescenti di Q, e viceversa • L’impresa massimizza il profitto quando è massima la differenza tra ricavo totale e costo totale: • Max profitto = R(Q) – C(Q) • Derivata rispetto a Q: R’(Q)-C’(Q)=0 • Î condizione di max profitto: R’=C’ • In un mercato perfettamente concorrenziale, R(Q)=pQ, cioè l’impresa prende il prezzo come un dato, non può cambiarlo • Î la condizione di max profitto è p=C’ • Î la curva del costo marginale è la curva di offerta dell’impresa Per trovare l’equilibrio del mercato, sommiamo orizzontalmente le curve individuali di domanda, per ottenere la domanda aggregata C’ E sommiamo orizzontalmente anche le curve individuali di offerta, per trovare l’offerta aggregata P P3 Offerta aggregata P2 P1 Domanda aggregata Q1 P Q2 Surplus dei consumatori= area tra la curva di domanda e la linea del prezzo Q3 Q La somma dei due surplus è il benessere sociale, che raggiunge la massima dimensione nell’equilibrio concorrenziale Offerta aggregata Q* • La Scienza delle finanze o Economia pubblica è la disciplina economica che studia il ruolo dello stato in una economia di mercato • Con particolare riguardo alle entrate e alle spese pubbliche rappresentate nel bilancio dello stato Surplus dei produttori = area tra la linea del prezzo e la curva di offerta Domanda aggregata P* CHE COS’E’ LA SCIENZA DELLE FINANZE Q 6 Le 3 domande chiave dell’Economia Pubblica Come vedremo, generalmente i mercati concorrenziali producono esiti efficienti Non è quindi facile giustificare l’intervento pubblico Perché lo Stato interviene nell’economia? Come interviene? Le 2 giustificazioni principali sono: 1) Fallimenti del mercato (efficienza) 2) Redistribuzione (equità) Quali sono gli effetti economici del suo intervento? La presenza dell’attività pubblica è molto ampia Una giornata Usiamo elettricità, gas, acqua gestititi da imprese pubbliche o private ma regolate dallo stato o da enti pubblici Giriamo per strade costruite dallo stato La presenza dell’attività pubblica è molto ampia Una vita Da giovani passiamo molti anni in scuole, la maggior parte pubbliche o sovvenzionate dallo stato Lavoriamo:il nostro salario o compenso è gravato in misura rilevante da oneri sociali, che servono per accumulare diritti pensionistici nell’ambito di istituzioni pubbliche. Veniamo all’Università, che è pubblica Costruiamo una famiglia, abbiamo figli e in molti casi ci sono sussidi dallo stato (assegni familiari, detrazioni fiscali) Beviamo un caffè, fumiamo una sigaretta, consumiamo benzina, il cui prezzo è fortemente influenzato dalle imposte indirette Ci ammaliamo e siamo curati quasi sempre in istituzioni pubbliche La presenza dell’attività pubblica è molto ampia Tutte le attività descritte richiedono un volume elevato di mezzi finanziari in gran parte raccolti con imposte, prelievi coattivi a carico dei cittadini. La descrizione delle spese e delle entrate è condensata nel Bilancio dello Stato, o meglio nei bilanci dei moltissimi enti pubblici che compongono ciò che chiamiamo stato. Cessiamo di lavorare e viviamo di una pensione, quasi sempre pubblica Si muore e saremo sepolti in un cimitero costruito dal comune. Cosa fa lo Stato: Richard Musgrave The Theory of Public Finance Mc Graw Hill, New York 1959 Ha schematizzato le funzioni fondamentali dello Stato: Allocazione (efficienza) Redistribuzione (equità) Stabilizzazione 7 ALLOCAZIONE Lo Stato dovrebbe garantire l’efficienza del sistema economico, superando i fallimenti del mercato,attraverso: Produzione pubblica •Regolamentazione di attività attività private STABILIZZAZIONE Lo Stato regola il livello dell’attività economica, garantendo il pieno impiego e il controllo dell’inflazione attraverso: •La manovra delle spese e delle imposte •Misure che incentivano l’attività produttiva REDISTRIBUZIONE Obiettivo: realizzare una equa distribuzione delle risorse Î Lo Stato corregge la distribuzione delle risorse realizzata dal mercato attraverso: •Trasferimenti monetari •Imposte •Offerta di servizi reali (trasferimenti in kind) : asili, scuole, sanità, … Visioni dello stato Visione “weberiana” di Musgrave • Lo stato benevolente – Il bene comune – la democrazia rappresentativa Le visioni sociologiche e la Public Choice • Il conflitto – Le motivazioni politiche Musgrave scrive negli anni ’50, quando domina la lezione di Keynes: grande fiducia nella capacità di G e T di influenzare il livello di attività economica Economia del benessere Obiettivo: definire le motivazioni teoriche TEORIA POSITIVA E dell’intervento pubblico TEORIA NORMATIVA 8 TEORIA POSITIVA spiega le cause di un fenomeno economico TEORIA POSITIVA Altri esempi: Perché.. Esempi: Perché.. • un chilo di mele costa meno di un’automobile? • esiste la disoccupazione? • la difesa è sempre gestita dallo stato e mai da imprese private? • la sanità è quasi sempre gestita dallo stato? • in autostrada si paga un pedaggio e nelle strade normali no? Lo scopo è capire perché si verificano certi fenomeni TEORIA NORMATIVA Individua gli obiettivi di politica economica e gli strumenti idonei per il loro raggiungimento Esempi: Quali sono le politiche migliori… • per ridurre la disoccupazione o l’inflazione? • per distribuire tra i cittadini il carico tributario? • per gestire il servizio di trasporto ferroviario? Si basa su giudizi di valore In questa fase storica è molto diffusa la convinzione che un’economia di mercato decentrata sia più efficiente che un’economia in cui l’intervento pubblico è ampio. Da quali principi teorici trae origine questa affermazione? Dai risultati dell’Economia del Benessere e in particolare dal c.d. Primo Teorema dell’Economia del benessere L’ Economia pubblica si occupa sia dell’aspetto positivo sia di quello normativo Il contesto teorico più appropriato per discutere gli aspetti normativi è la ECONOMIA DEL BENESSERE: studia quali condizioni devono essere rispettate affichè la società raggiunga il massimo benesere collettivo assumono un rilievo particolare i concetti di: EFFICIENZA e di EQUITA’ L’idea di fondo dell’Economia del benessere individuare le condizioni di efficienza economica (ottimo (ottimo Paretiano): Paretiano): . Partendo da una data distribuzione iniziale di risorse . Accettando giudizi di valori minimali Questa ricerca di solito non consente di individuare un solo punto di ottimo, ma infiniti. Interviene allora un principio di equità equità sulla base del quale è possibile pervenire ad una scelta, e tra tutti gli infiniti ottimi partiani se ne sceglie uno solo, l’ l’ottimo sociale 9 ECONOMIA DEL BENESSERE I presupposti “filosofici” dell’Economia del Benessere sembrano ragionevoli, ma.. Presupposti “filosofici” • Individualismo metodologico: gli individui sono i migliori giudici di se stessi e scelgono secondo criteri egoistici • Visione non organicistica della società: non esiste un bene della “società” diverso da quelle degli individui che la compongono • Principio di Ottimo Paretiano: c’è un miglioramento di benessere solo se almeno un individuo migliora e nessun altro peggiora. • Def.: Una allocazione è un ottimo paretiano se a partire da essa non è possibile spostarsi in un’altra in cui almeno una persona sta meglio senza che alcuno stia peggioÎ E’ una allocazione che non ammette miglioramenti paretiani. • Visione individualistica: non sempre gli individui agiscono nel proprio interesse o hanno un orizzonte temporale abbastanza ampio (alcool, ,) • Visione non organicistica della società: molti pensano che esistano valori comunitari (il senso dell’identità nazionale, la protezione dell’ambiente come valore al di sopra delle scelte individuali) • Principio di Ottimo Paretiano: induce a legittimare lo status quo. Legittima solo le riallocazioni in cui un agente sta meglio, senza che alcuno stia peggio. Se A ha 10 mld. di euro e B ha 10 euro, non è lecito sottrarre ad A neppure un euro per aumentare il benessere di B. OTTIMO PARETIANO Condizioni di ottimo Paretiano Efficienza nella Produzione : Efficienza nel consumo: Efficienza globale: Beneficio marginale del bene X in termini del bene Y X K ,L SMST una definizione formale = SMST Y K ,L una situazione in cui non è possibile, SMS XA ,Y = SMSTXB,Y SMS X ,Y = SMTX ,Y attraverso modificazioni delle condizioni di produzione e scambio, migliorare il benessere di un individuo senza diminuire quello di qualche altro Costo marginale del bene X in termini del bene Y L’OTTIMO PARETIANO dipende dalla allocazione iniziale delle risorse La frontiera delle utilità è l’insieme delle allocazioni P-E U2 . Poiché le possibili allocazioni iniziali delle risorse tra gli individui sono infinite, A e C sono ottimi Paretiani B non è un ottimo Paretiano A esistono infiniti punti ottimo-paretiani, uno per ogni allocazione iniziale B Essi possono essere rappresentati, nel caso di due individui, dalla frontiera delle utilità 0 . C U1 Area dei possibili miglioramenti paretiani a partire da B 10 Primo teorema dell’economia del benessere Primo teorema dell’economia del benessere In un contesto di equilibrio parziale l’ottimo paretiano concorrenziale è caratterizzato da: Prezzo = Costo marginale ovvero: Beneficio marginale = Costo marginale Un equilibrio di concorrenza perfetta è Pareto-ottimale (è un punto sulla frontiera dell’utilità) P A sinistra del punto di equilibrio, il beneficio marginale di una unità di bene è superiore al suo costo marginale Î È socialmente efficiente aumentare Q A destra del punto di equilibrio, il beneficio marginale di una unità di bene è inferiore al suo costo marginale Î È socialmente efficiente diminuire Q Ma Le condizioni di concorrenza perfetta, presupposto per l’applicazione del Primo Teorema dell’Economia del benessere, si realizzano ben difficilmente Offerta aggregata equilibrio, la curva di omanda (beneficio rginale) interseca la rva di offerta (costo marg.) Î B’=C’ Domanda aggregata Q ÎDal I teorema discende una prima motivazione dell’intervento pubblico: Se il mercato non è perfettamente concorrenziale, l’intervento dello stato è giustificato per correggere l’esito del mercato e avvicinarlo alla condizione di concorrenza perfetta Il mercato non è perfettamente concorrenziale se vi sono Fallimenti del mercato (monopolio, beni pubblici, ecc.) E’ una giustificazione di efficienza dell’intervento pubblico Anche se l’equilibrio concorrenziale è efficiente, non è detto che sia anche equo, cioè che corrisponda ai giudizi di valore distributivi che la società esprime. Per trovare l’ ottimo sociale, cioè una allocazione che è non solo efficiente, ma anche equa, è necessario disporre di un criterio di scelta tra i punti della frontiera dell’utilità Bisogna usare la funzione del benessere sociale 11 Funzione del benessere sociale W = W(U1, U2) è il criterio in base al quale è possibile ordinare tutti i possibili stati sociali Rappresenta i giudizi di valore di una società sulla distribuzione delle utilità Esistono tante possibili funzioni del benessere sociale Per ogni FBS, è possibile definire una mappa di curve di indifferenza sociali, cioè di insiemi di allocazioni che producono lo stesso livello di benessere sociale FBS Benthamiana (Utilitarista) W= U1+U2 U2= W - U1 è l’equazione della curva di indifferenza (linea retta con pendenza -1) Ugualitaria: U1 = U2 Rawlsiana (da John Rawls) Rawls) W = Min (U1, U2) Il benessere sociale è uguale al livello di utilità del soggetto che sta peggio Î il benessere sociale aumenta solo se aumenta l’utilità del più povero FBS Benthamiana U2 W = U1 + U2Î U2=W=W-U1 W1 Le curve di indifferenza sono rette inclinate a -45 gradi. Tutte le combinazioni di U1 e U2 poste sulla stessa retta hanno uguale somma W0 W1 > W0 C A A=B<C B 45° 45° 0 Per l’utilitarismo conta solo la somma delle utilità, non il modo con cui sono distribuite U1 Funzioni del benessere sociale U2 Date le due allocazioni: Ugualitaria A) U1=10; U2=20 Î Somma delle utilità=30 B) U1=2; U2=30 Î Somma delle utilità=32 Per l’utilitarismo l’allocazione B è migliore, anche se in B il soggetto 1 è poverissimo . A . . B U1 = U2 D B>A>D 45° 45° 0 U1 12 Funzioni del benessere sociale U2 U2 W1 Ottimo paretiano vs ottimo sociale (FBS Benthamiana) W0 W0 Area dei miglioramenti paretiani Rawlsiana .. . . C B B W = Min (Ui) D C A 45° 45° C=A < B =D 0 A 0 U1 U1 Da A a B : Non è un miglioramento paretiano, ma aumenta il benessere sociale Per trovare l’ottimo sociale, bisogna cercare l’allocazione in cui la frontiera delle utilità è tangente alla più elevata curva di indifferenza sociale raggiungibile Curve di indifferenza di una qualche FBS (quella preferita dalla società) U2 W0 W 1 W2 C è l’ottimo sociale A (forte analogia con il problema della max U per il consumatore) Il punto A è un ottimo paretiano (è efficiente), ma non è un ottimo sociale Il punto B è socialmente preferito ad A, ma non è un ottimo paretiano (non è efficiente) 0 L’ottimo sociale soddisfa 2 criteri: U2 C B U1 Data la frontiera delle U, la scelta di una certa FBS condiziona l’ l’identificazione dell’ dell’ottimo sociale 45° 45° Ugualitaria a) Un criterio di efficienza economica: si trova sulla frontiera delle utilità, quindi rappresenta il max benessere ottenibile da ciascun individuo dato il benessere dell’altro U1= U2 Rawlsiana b) Un criterio di equità, incorporato nella FBS B . C W = Min (Ui) Benthamiana W= U1+ U2 45° 45° 0 U1 Al variare della FBS, cambia l’ottimo sociale 13 Ma come si può arrivare all’ottimo sociale? Secondo teorema dell’economia del benessere: Ogni allocazione Pareto-ottimale può essere raggiunta con un equilibrio concorrenziale mediante l’uso di imposte o trasferimenti in somma fissa (lump sum taxes) Secondo teorema dell’economia del benessere U2 . A Il mercato concorrenziale conduce all’equilibrio in A, che è efficiente (I teorema), ma non è l’ottimo sociale Lump sum tax . C W2 W0 0 Con una lump sum tax, ci spostiamo da A all’ottimo sociale C Il I teorema ci dice solo che il processo di scambio concorrenziale ci porta su un punto che si trova sopra la frontiera delle utilità, ma può darsi che esso non corrisponda alla tangenza tra la curva di indifferenza della FBS e la frontiera delle utilità, cioè che non sia l’ottimo sociale. Con le imposte o trasferimenti lump sum, lo Stato può cambiare le dotazioni iniziali, e quindi il processo di scambio porterà l’economia al punto desiderato sulla FU. E’ una giustificazione di equità dell’intervento pubblico Lump sum tax • imposta (o trasferimento) sul cui ammontare il contribuente (o beneficiario) non può influire modificando i propri comportamenti E’ una imposta non distorsiva, che quindi non fa perdere efficienza Non altera i comportamenti individuali, perché è commisurata a fattori esogeni, al di fuori dei comportamenti individuali Non ha effetti di sostituzione, ma solo effetti di reddito Non modifica i prezzi relativi U1 Esempi di Lump sum tax • imposta fissa • Imposta commisurata al colore degli occhi • Imposta commisurata al QI • Imposta commisurata all’abilità individuale Se valgono entrambi i teoremi dell’Economia del Benessere esiste separazione logica tra efficienza ed equità • La concorrenza genera una situazione di First Best (ottimo paretiano) • Utilizzando lump-sum taxes si realizza la distribuzione desiderata del benessere tra gli individui (ottimo sociale) 14 Una seconda motivazione dell’intervento pubblico Se la concorrenza perfetta è realizzata, l’intervento dello stato può essere giustificato dall’esigenza di effettuare redistribuzioni coerenti con la Funzione del benessere sociale (Secondo teorema del benessere) Se l’esito del mercato concorrenziale, pur essendo un ottimo Paretiano, definito per una data distribuzione iniziale delle risorse, è socialmente inaccettabile dal punto di vista dell’equità, tentativi di correggere la distribuzione producono inefficienze, Soluzioni di Second best Nella realtà non esiste un sistema di imposte in somma fissa in grado di svolgere i compiti redistributivi richiesti dal Secondo teorema perché richiede informazioni troppo elevate: Una imposta fissa uguale per tutti sarebbe troppo iniqua Î Bisogna commisurare le imposte al reddito o ad altri comportamenti osservabili (consumo, ecc.), ma allora lo stato introduce distorsioni sui comportamenti individuali, provocando perdite di benessere Secondo teorema dell’economia del benessere Gli effetti distorsivi delle U2 . A Lump sum tax .. imposte e dei trasferimenti impediscono di arrivare in C. Arriviamo invece in B, che (in questo caso) è comunque preferito socialmente ad A C W2 B W1 W0 0 U1 C’è TRADE – OFF tra efficienza ed equità equità Un esempio: se per aumentare il benessere dei poveri introduciamo una imposta molto progressiva sul reddito, i ricchi possono reagire lavorando meno, riducendo così il reddito nazionale, o evadendo di più; c’è una riduzione dell’efficienza del sistema, anche se il benessere sociale aumenta perché diamo molto peso all’equità. Altro esempio: una forte imposta indiretta sui beni di lusso se la gente smette di comprarli, chiudono le industrie che li producono, e lo stato non incassa gettito Î perdita secca Le deviazioni dall’ottimo paretiano sono spesso imputabili alla presenza di condizioni che modificano i prezzi relativi che emergono dall’equilibrio di concorrenza perfetta Quasi sempre le imposte o la regolamentazione pubblica producono distorsioni dei prezzi relativi 15 Il trade-off Efficienza-equità • La riforma X aumenta l’efficienza del sistema • Ma riduce il benessere di qualche gruppo sociale • Conflitto Nel tentativo di modificare le quote distributive….. …finiamo per ridimensionare le dimensioni del pil Il trade-off Efficienza-equità Il trade-off Efficienza-equità • Quando e come si presentano tali trade-off alla luce della teoria dell’Economia del benessere ? Prima proposizione Il trade-off efficienza-equità Seconda proposizione Il conflitto esiste perché siamo in Second Best e può nascere perché: • abbiamo visioni alternative dell’equità sociale • nel tentativo di migliorare la situazione iniziale si usano strumenti distorsivi Se vivessimo in un mondo di First Best il trade-off efficienza-equità non esisterebbe CONCLUSIONE PRINCIPALE Abbiamo visto due ragioni generali dell’intervento pubblico. Da esse consegue che: Ogni intervento dello stato parte sempre da uno status quo che non è un First Best ma un Second Best (non esiste concorrenza perfetta) Ogni intervento pubblico genera inefficienze (non esistono lump-sum taxes) In questo contesto può porsi il trade-off tra efficienza ed equità 16 Cosa abbiamo imparato: • Teoria positiva e normativa • Presupposti teorici dell’Economia del benessere • Primo e Secondo teorema dell’economia del benessere • La Funzione del Benessere sociale (generale, ugualitaria, benthamiana, rawlsiana) • La distinzione tra Ottimo sociale e Ottimo paretiano • First Best, Second Best e il trade-off tra efficienza ed equità 17