LA POSIZIONE DELLA SIFACT SULLA MANOVRA 2017 FOCUS SU COSTI AGGIUNTIVI E VULNUS ALLA CONCORRENZA NEL SETTORE DEI FARMACI La posizione della SIFaCT La nostra società scientifica, come è noto, si è pronunciata più volte (cfr. gli editoriali sul sito ww.sifact.it) a favore dell’equivalenza terapeutica, come conseguenza che oggi tutta la comunità scientifica e la normativa sono orientate a assegnare un prezzo al farmaco sulla base del “valore” terapeutico. Non si comprende quindi perché non mettere a confronto prodotti diversi se questi hanno un identico valore terapeutico. Siamo convinti che una sana competizione rispettosa delle regole, della par condicio e della trasparenza in una situazione concorrenziale avanzata, sia la strada maestra da perseguire, soprattutto oggi che il nuovo Codice propone come preferenziale il criterio della qualità/prezzo rispetto al prezzo più basso anche per i farmaci. I tentativi di eludere la competizione tra le imprese hanno il fiato corto e non hanno mai portato nulla di buono al SSN e probabilmente anche a quelle imprese che possono vantare un elevato livello di innovazione tecnologica e che avrebbero tutto l’interesse a farlo emergere anche prima di perdere il brevetto e ancor più dopo. Non sappiamo se in questa manovra i commi che abbiamo citato siano stati bene 3 meditati alla luce degli effetti che potranno avere per le casse dello Stato e delle Regioni: una cosa certa è che la potestà prescrittiva riottiene un vantaggio prima delimitato da quella tecnico-istituzionale. La posizione della SIFaCT Sarebbe interessante verificare quanti milioni di euro in più verranno spesi dalle Regioni per l’approvvigionamento dei farmaci in assenza di questi confronti competitivi avanzati, che verranno dal 2017 in poi vietati per legge, alla faccia degli obiettivi delle varie spending review. Così come sarebbe interesse conoscere le stime della Ragioneria dello Stato della maggiore spesa a carico delle Regioni quando verrà superato il tetto ridefinito dell’ospedaliera (insieme con le due spese non convenzionali ridette), ben sapendo che il 50% è giusto a carico loro. I farmacisti pubblici, che notoriamente sono in staff alle direzioni strategiche delle Asl e degli ospedali, saranno chiamati a interpretare correttamente la legge e sapranno sicuramente segnalare tale situazione di criticità e, contemporaneamente, applicare al meglio le tecniche competitive previste dalla normativa attualmente in vigore, che potrebbe diventare ancora più rilevanti, oggi, alla luce degli impedimenti previsti dall’approvazione della manovra se non modificata prima della sua promulgazione finale. 4