WEB DOC WEB DOC WEB DOC WEB DOC WEB DOC WEB DOC WEB DOC WEB DOC WEB DOC WEB DOC WEB DOC WEB DOC WEB DOC WEB DOC APPROFONDIMENTO La corrente del Golfo Il grande circuito dell’Atlantico settentrionale Le grandi correnti che percorrono gli oceani sono mosse da due meccanismi, che spesso agiscono insieme: una differenza di densità dell’acqua, a sua volta provocata da squilibri di temperatura o di salinità, e la spinta esercitata da venti che soffiano costantemente nelle stessa direzione. In entrambi i casi, motore delle correnti è l’energia del sole, che giunge molto più abbondante sulla fascia tropicale rispetto alle latitudini polari. Le correnti finiscono dunque per distribuire meglio il calore sulla superficie della Terra, rendendo più fresche le regioni calde, verso le quali scendono correnti fredde, e più tiepide le regioni fredde, sotto l’effetto di correnti calde che scorrono dai tropici. Insieme, le correnti fredde e quelle calde formano grandi circuiti, che continuamente rimescolano l’acqua degli oceani. Anche il circuito che interessa l’Atlantico settentrionale è fatto di due correnti: la fredda corrente del Labrador, che dalle coste della Groenlandia scende a lambire gli Stati Uniti, e la calda corrente del Golfo, che dal golfo del Messico e dalle Antille si sposta verso l’Europa. Dopo aver attraversato diagonalmente l’Atlantico sotto la spinta dei venti occidentali, essa si apre a ventaglio: mentre un “ricciolo” piega a sud, bagnando la penisola Iberica e il Marocco, il ramo principale prosegue diritto fino a entrare nel Mare del Nord e lambire le coste scandinave. Un ultimo ramo, infine, piega sotto l’Islanda e ritorna verso l’America, dove le sue acque ormai fredde si mescolano con la corrente del Labrador. mare dei Sargassi. Vasto 8 milioni di km2, esso è noto per un aspetto che riguarda l’Europa: qui, infatti, nascono le anguille, che poi la corrente del Golfo trascina lentamente verso nord-est. Dopo aver vissuto per anni nei fiumi e nelle paludi costiere, questi pesci raggiungono la maturità sessuale e intraprendono il loro viaggio di ritorno. Nuotando contro corrente, essi percorrono alcune migliaia di chilometri finché raggiungono nuovamente, dopo oltre sei mesi, il mare dei Sargassi, dove depongono le uova e concludono la loro vita. Gli effetti termici delle correnti oceaniche Le grandi correnti oceaniche, come si è detto, influiscono sul clima delle fasce costiere. A riprova di questo effetto basta osservare ciò che accade sulle due sponde opposte dell’Atlantico settentrionale, dove a parità di latitudine si registrano temperature molto più basse lungo le coste americane rispetto a quelle europee. New York, per esempio, è nota per i suoi inverni rigidi e le forti nevicate, ma la sua latitudine è la stessa di Lisbona e Napoli, dove gli inverni sono assai più miti. Un analogo effetto termico si verifica più a nord, dove il mare di Norvegia si mantiene sgombro dai ghiacci anche in pieno inverno, mentre le coste della Groenlandia e del Canada sono spesso inaccessibili per la presenza di barriere ghiacciate e di iceberg che vanno alla deriva. Un grave rischio per il nostro futuro Gli scienziati che studiano il clima hanno lanciato un allarme: la temperatura media del pianeta sta crescendo in modo preoccupante, probabilmente a causa delle emissioni di anidride carbonica prodotte dal consumo di combustibili fossili (effetto serra). Fra le conseguenze di questo fenomeno ve n’è una che riguarda la corrente del Golfo. Si teme infatti che un ulteriore riscaldamento della Terra possa da un lato sciogliere completamente la calotta artica, dall’altro ostacolare il flusso di acqua tropicale verso il mar Glaciale Artico. Le conseguenze di un ipotetico Il mare dei Sargassi Al centro di questo grande anello di correnti le acque sono tranquille e non si spostano. Queste condizioni favoriscono lo sviluppo di alcune alghe di mare aperto, i Sargassi, che hanno la particolarità di galleggiare. La scoperta di questo fenomeno si deve a Cristoforo Colombo, che nel suo viaggio di ritorno dall’America vide un mare cosparso di chiazze verdeggianti, chiamato poi Massimo Boschetti Enzo Fedrizzi Scienze della Terra Ecosistema Terra 1 Minerva Scuola © 2010 by Mondadori Education S.p.A. Milano WEB DOC WEB DOC WEB DOC WEB DOC WEB DOC WEB DOC WEB DOC WEB DOC WEB DOC WEB DOC WEB DOC WEB DOC WEB DOC WEB DOC WEB DOC APPROFONDIMENTO arresto della corrente del Golfo sarebbero gravissime, perché venendo meno il suo apporto termico, il clima dell’Europa diventerebbe molto più freddo. Naturalmente, questa è soltanto un’ipotesi, ma se ciò dovesse accadere, il nostro continente andrebbe incontro a un raffreddamento simile a quello delle glaciazioni. Anche la traiettoria delle perturbazioni rimarrebbe sconvolta, con il risultato di trasformare in piovose le zone secche e forse di inaridire i territori che oggi sono fertili. Una situazione di questo tipo andrebbe a ripercuotersi sulle attività economiche e determine- Massimo Boschetti Enzo Fedrizzi Scienze della Terra Ecosistema Terra rebbe spostamenti di popolazione difficilmente immaginabili. La corrente del Golfo in cifre larghezza da 50 a 80 km spessore fino a 400 m di profondità portata d’acqua da 50 a 70 milioni di m3/s (500 volte la portata del Rio delle Amazzoni) velocità da 9 a 13 km/ora temperatura dai 27 °C iniziali scende fino ai 6 °C all’altezza di Capo Nord 2 Minerva Scuola © 2010 by Mondadori Education S.p.A. Milano WEB DOC