utilizzo dei sistemi informativi geografici e della

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Atti dell’Incontro-Seminario “Mappatura delle aree nettarifere”, Firenze 23 marzo 2005
Giovanna Aronne (*), Maurizio Buonanno (**), Michele Scala (*), Veronica De Micco (*)
(*)
Università degli Studi di Napoli Federico II – Dipartimento di Arboricoltura, Botanica e Patologia
Vegetale - Centro di Analisi Palinologiche (CeAP )
(**)
CNR – Istituto per lo studio dei Sistemi Agricoli e Forestali del Mediterraneo (ISAFOM)
UTILIZZO DEI SISTEMI INFORMATIVI GEOGRAFICI
E DELLA CARATTERIZZAZIONE BOTANICA E GEOGRAFICA DEI MIELI
PER IL MIGLIORAMENTO DELLE PRODUZIONI APISTICHE IN CAMPANIA
Introduzione
Presso il Dipartimento di Arboricoltura, Botanica e Patologia Vegetale dell’Università degli Studi di
Napoli Federico II, nel Laboratorio di Botanica ed Ecologia Riproduttiva, si svolge da molti anni
attività di ricerca sulla biologia riproduttiva di piante spontanee e coltivate. Particolare interesse è
rivolto agli studi sulle caratteristiche morfo-funzionali del fiore e sulle interazioni con i meccanismi e
le strategie d’impollinazione (Aronne 1999; Aronne & Wilcock 1994; Aronne et al. 1993, 2005;
Martinez-Pallé & Aronne 2000). Più recentemente, è stato anche istituito il Centro di Analisi
Palinologiche (CeAP, www.ceap.unina.it), un laboratorio di analisi conto terzi che offre, tra varie
attività, servizi di consulenza e di analisi dei mieli e dei pollini finalizzati al miglioramento qualitativo
delle produzioni apistiche. Le ricerche applicate svolte dal gruppo di lavoro hanno un’impostazione
rigorosamente scientifica e, poiché sono finalizzate alla risoluzione di problematiche concrete ed
attuali, sono commissionate ed apprezzate sia dagli apicoltori, singoli o in associazioni, sia dagli enti
pubblici che devono gestire questo settore produttivo.
Di seguito si descrivono brevemente le finalità ed i risultati di alcuni progetti di botanica applicata al
miglioramento delle produzioni apistiche in Campania. Considerando la complessità dell’argomento
sono stati condotti studi a diverse scale: dall’analisi al microscopio dei residui pollinici nel miele,
all’uso di foto aeree per delimitare le aree nettarifere presenti sul territorio. L’obiettivo di valorizzare le
produzioni apistiche della regione è stato perseguito attraverso: a) la conoscenza delle attuali
caratteristiche dei mieli prodotti, b) la stima delle potenzialità territoriali, c) la caratterizzazione
geografica di alcuni mieli finalizzata alla richiesta di marchi di qualità, d) la pianificazione razionale
delle attività apistiche (programmazione della transumanza, definizione di calendari delle smielature in
funzione della fenologia di specie guida, ecc.).
Uso dei sistemi informativi geografici (GIS – Geographical Information Systems) per raccogliere
informazioni sulla distribuzione delle specie di interesse apistico e delle loro fioriture
Il tipo di miele che un alveare riesce a produrre è strettamente dipendente dalle caratteristiche botaniche
dell’areale di bottinaggio delle api. Pertanto, la conoscenza degli ambienti, dell’uso del suolo o della
vegetazione presenti in un dato territorio costituisce un elemento essenziale per valutare le potenzialità
produttive di una determinata area. Inoltre, le informazioni sulla distribuzione (areale ed altitudinale)
delle specie di interesse apistico e sui loro periodi di fioritura sono fondamentali per la pianificazione a
breve e medio termine delle attività finalizzate al sostegno o allo sviluppo del settore apistico. Per questo
motivo le amministrazioni regionali che hanno mostrato una maggiore sensibilità ed interesse per la
valorizzazione delle proprie produzioni apistiche hanno prodotto, almeno per alcune aree geografiche di
particolare interesse, apposite mappe tematiche (Sabatini et al. 2000; Persano-Oddo & Piana 2001).
Il primo progetto finalizzato alla stesura di mappe apistiche della Regione Campania è stato portato
a termine nel 1999. Esso ha interessato il territorio del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di
Diano (SA), area selezionata come caso studio considerando le peculiari caratteristiche
vegetazionali e produttive del territorio (Buonanno & Aronne, 2004).
Dopo aver aggregato tutti i dati disponibili sulla flora del Parco, ottenendo un database floristico di
circa 1800 specie, ogni scheda è stata integrata con dati relativi al tipo di habitat in cui generalmente
si ritrova la singola specie, il periodo di fioritura, il tipo e la stima della quantità della ricompensa
per i pronubi, presi dalla letteratura specializzata. Da questo primo archivio sono state quindi
selezionate più di 500 specie i cui fiori sono stati considerati di interesse apistico. L'insieme di
queste informazioni ha costituito il Primo database della flora di interesse apistico del Parco
Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano (Fig. 1).
Fig. 1. Esempio di una scheda del Database della Flora di Interesse Apistico del Cilento
Contemporaneamente è stata prodotta una Carta degli Ambienti del Parco (Fig. 2) a scala 1:200.000
integrando, mediante tecniche GIS , le classi del database CORINE Land Cover (1990-93) a scala
1:100.000 con dati tratti da cartografia topografica dell'IGM, da cartografia di uso del suolo del
CNR-Touring Club Italiano e con conoscenze personali degli autori. L’elaborazione digitale è stata
eseguita in ambiente ArcView (ESRI) ed Illustrator (Adobe) ottenendo quindi, sia una banca dati
GIS, sia degli elaborati grafici facilmente riproducibili.
Poiché gli ambienti riportati nel database della flora di interesse apistico del Parco corrispondevano
esattamente a quelli definiti nella Carta degli ambienti è stato possibile collegare i due database ed
ottenere diverse carte tematiche derivate. Tra queste, particolarmente utili al fine della gestione
delle attività apistiche sul territorio sono state a) una Carta della Distribuzione delle Specie di
Interesse Apistico Ottimo e Buono (Fig. 3), che riporta la distribuzione sul territorio del numero di
specie maggiormente visitate dalle api; b) una Carta delle Fioriture delle Specie di Interesse
Apistico Ottimo e Buono che riporta, per ogni bimestre, la distribuzione sul territorio del numero di
specie di particolare interesse apistico in fase di fioritura (fig. 4a) oltre ad un indice cumulativo di
fioritura che indica in quali aree è più conveniente svolgere attività stanziale (fig. 4b).
I risultati di questo studio, sono stati utilizzati dall’Ente Parco che, assieme alle associazioni di
apicoltori locali, ha progettato la distribuzione sul territorio di piazzole per il nomadismo.
2
Fig.2. Carta degli Ambienti del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano
Fig. 3. Carta della Distribuzione delle Specie di Interesse Apistico Ottimo e Buono nel Parco nazionale del Cilento e
Vallo di Diano
3
Fig. 4a. Particolare della Carta delle fioriture delle specie di interesse apistico ottimo e buono del Parco nei mesi
giugno-luglio.
Fig. 4b. Particolare della Carta delle fioriture delle specie di interesse apistico ottimo e buono del Parco: indice
cumulativo.
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Caratterizzazione, miglioramento qualitativo e stima delle produzioni potenziali del miele
prodotto in Penisola Sorrentino-Amalfitana
La comunità agricola della Penisola Sorrentino-Amalfitana, in collaborazione con gli enti locali e
regionali competenti, da anni sta sviluppando programmi di valorizzazione delle produzioni
agricole tipiche del proprio territorio. In questo filone di attività s’inserisce il lavoro di ricerca sulla
caratterizzazione melissopalinologica, il miglioramento qualitativo e la stima delle produzioni
potenziali di miele della Penisola Sorrentino-Amalfitana (Scala & Aronne 2003a, 2003b). Questo
progetto, iniziato nel 2003 e tuttora in corso, ha come scopo: a) la valutazione delle caratteristiche
qualitative del miele prodotto tradizionalmente dagli apicoltori del posto; b) l'esame delle possibilità
di miglioramento della produzione tramite analisi delle relazioni esistenti tra caratteristiche
melissopalinologiche dei mieli e pattern temporali e spaziali delle fioriture delle principali specie di
interesse apistico; c) la stima delle produzioni potenziali delle principali tipologie di miele della
Penisola.
La Penisola Sorrentina, data la varietà di ambienti naturali e di usi agricoli di cui dispone, è
caratterizzata da una notevole ricchezza di specie botaniche d’interesse apistico utilizzate dalle api
per la raccolta del nettare, del polline e della propoli. Questa potenzialità può essere sfruttata
formando e sostenendo un’apicoltura professionale e di qualità che ben s’inserirebbe nell'area, oltre
che per la citata abbondanza delle risorse floristiche, anche per gli elevati flussi turistici presenti nel
territorio e per l'immagine di questo comprensorio come area di elevato pregio naturalistico e fonte
di un grande numero di prodotti tipici di qualità (IGP “Limone di Sorrento”, Vini DOC “Penisola
Sorrentina” e Oli DOP “Penisola Sorrentina”).
Nell’ottica di promozione dei prodotti tipici locali è in programma a livello regionale la richiesta di
marchi di qualità dei prodotti apistici della Penisola. Le caratteristiche qualitative del miele sono
infatti strettamente legate al tipo di flora bottinata dalle api per la raccolta di nettare. Pertanto i
risultati delle analisi dei residui di polline nel miele, se opportunamente elaborati, permettono non
solo di definirne l’origine botanica, ma anche di risalire al tipo di flora apistica presente sul
territorio di produzione e quindi individuare l’origine geografica. Le analisi melissopalinologiche,
meglio di quelle chimiche e/o sensoriali, costituiscono quindi uno strumento fondamentale per
classificare i mieli e permettere la verifica dell’origine botanica e geografica.
Al fine di collegare i mieli al territorio di origine, presso il Centro di Analisi Palinologiche
i
dati
delle
analisi
melissopalinologiche sono
stati elaborati oltre che con i
metodi tradizionali, anche
con sistemi di analisi
statistica multivariata (Fig.
5). I risultati di queste
elaborazioni
hanno
permesso di individuare
alcune peculiarità nella
composizione botanica dei
mieli di castagno e di
agrumi della Penisola che
potrebbero essere utilizzati
per distinguerli dagli stessi
tipi di miele prodotti in altre
aree geografiche (Scala et al
2004a, 2004b; Aronne et al.
2004).
Fig. 5. Bi-plot di un’analisi delle componenti principali (PCA) dei dati
melissopalinologici.
5
Presso il CeAP, contemporaneamente alla caratterizzazione dei mieli, si stanno portando avanti
studi sulla biologia fiorale delle principali specie nettarifere della Penisola (Fig.6). In letteratura
sono disponibili dati sulla produzione di nettare per specie, tuttavia i valori medi riportati possono
subire notevoli variazioni in funzione di diversi fattori ambientali (cultivar analizzata, disponibilità
d’acqua
nel
suolo,
esposizione,
durata
dell’antesi dei singoli fiori).
Pertanto, una stima accurata
della produttività potenziale
di un tipo di miele in una
data area geografica deve
necessariamente basarsi su
dati reali di flussi nettariferi
di quella zona. Ai dati di
biologia fiorale è stato
affiancato un GIS che
riporta
con
grande
accuratezza (scala nominale
1:10.000) la distribuzione
geografica delle principali
specie di interesse apistico. Fig.6. Fiore di limone: particolari degli antofilli fertili e del nettario
La stima accurata della produttività di un’area geografica è infatti possibile solo attraverso
l’integrazione dei dati sui flussi nettariferi con quelli geografici. Questo tipo di dati costituisce uno
strumento molto utile per la gestione delle attività apistiche di un dato territorio poiché permette di
pianificare e regolamentare la transumanza degli alveari.
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