Artt. 2, 3, 4, 10: La riflessione L’articolo 2 garantisce i diritti inviolabili dell’uomo. Si tratta di diritti che sono propri della persona e che lo Stato si limita a riconoscere e a difendere. Per questo sono detti “diritti umani”. Essi riguardano il diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della persona, all’ eguaglianza. Affinché questi diritti siano realmente garantiti, occorre che lo Stato assicuri alcune fondamentali libertà, tra cui il rilascio del permesso di soggiorno, un’autorizzazione che consente di trattenersi nel Paese per più di otto giorni. Qualora lo straniero non fosse in possesso di tale documento, verrebbe considerato clandestino e accompagnato alla frontiera senza essere arrestato, come è stabilito dalla modifica apportata alla Legge Bossi-Fini, il 2 aprile 2014, che prevede la depenalizzazione del reato di clandestinità, trasformato in illecito amministrativo. Tale norma non è applicata a coloro che richiedono asilo politico per motivi umanitari. L’articolo 3 nella sua prima parte afferma che tutti i cittadini senza alcuna distinzione hanno pari dignità e sono uguali di fronte alla legge. E’ la solenne affermazione dell’uguaglianza di tutti gli esseri umani che compongono la nostra società. Nella seconda parte la Costituzione si preoccupa però di garantire quelle condizioni reali che possano rendere effettiva questa uguaglianza. L’articolo 4 promuove il diritto al lavoro come il primo diritto sociale, in quanto costituisce la fonte di sostentamento dell’individuo e lo strumento per affermare la sua autonomia e indipendenza. La Repubblica pertanto non può garantire lavoro a tutti i cittadini, ma ha il compito di rendere tale diritto effettivo favorendo l’occupazione. L’articolo 10 stabilisce che lo straniero, che si trova nel nostro paese, gode degli stessi diritti inviolabili di cui gode il cittadino italiano. Giudicando la libertà individuale un bene irrinunciabile, la Repubblica concede asilo a quanti nella patria d’origine sono perseguitati o discriminati per le loro idee politiche, sociali o religiose: i cosiddetti “rifugiati” troveranno sempre accoglienza nel nostro paese.