27/10/2016 RADIAZIONE ELETTROMAGNETICA (EM) È una forma di trasmissione di energia attraverso il vuoto o un mezzo, in cui il campo elettrico e il campo magnetico si propagano sotto forma di ONDE Onda = perturbazione che si propaga in un mezzo (ma la radiazione EM può propagarsi anche nel vuoto) Per una qualsiasi onda possiamo definire: Ampiezza A (altezza massima sopra la linea media) Lunghezza d’onda l (distanza tra due massimi consecutivi) Frequenza n (il n. di massimi nell’unità di tempo) 1 ONDA lunghezza d’onda l (m) frequenza n (s-1) ln = v v = velocità dell’onda (m s-1) 2 1 27/10/2016 Maggiore è la lunghezza d’onda, minore è la frequenza 3 RADIAZIONE ELETTROMAGNETICA (EM) In una radiazione EM, la componente della radiazione associata al campo elettrico oscilla su un piano perpendicolare a quello della componente associata al campo magnetico. Per una data radiazione EM, le lunghezze d’onda, frequenze e ampiezze di campo elettrico e magnetico sono identici. La velocità di propagazione nel vuoto di una radiazione EM è : c= ln dove c = 3.00 x 108 m/s 4 2 27/10/2016 TIPI COMUNI di RADIAZIONE EM 5 Postulato di Planck: verso la meccanica quantistica Inapplicabilità della fisica classica alle particelle piccolissime Errore della fisica classica: ammettere che un oggetto sia in grado di possedere quantità arbitrarie di energia 1900 – la proposta di Max Planck: l’energia (come la materia) non è continua energia quantizzata Postulato di Planck: una radiazione EM di frequenza n è assimilabile a un fascio di particelle (fotoni) ciascuna dotata di energia pari a E = h n (h = 6.63 x 10-34 J s costante di Planck) La quantità di energia che un campione di materia può assorbire o emettere è anch’essa quantizzata: gli scambi di energia avvengono per quanti di energia. 6 3 27/10/2016 SPETTRO ATOMICO dell’IDROGENO Dallo studio degli spettri atomici sono state ottenute le prime prove della quantizzazione dell’energia. Facendo passare una corrente elettrica attraverso un campione di H2 a bassa pressione, si osserva che il campione emette luce. La corrente elettrica (i) scinde le molecole H2 formando atomi H (ii) eccita gli atomi H a energie superiori a quella dello stato fondamentale: gli atomi eccitati si liberano dell’energia eccedente emettendo radiazione EM. La radiazione EM emessa dagli atomi H è costituita da un certo numero di componenti, dette righe spettrali. La riga più intensa cade nel visibile (l = 656 nm) ma si ottengono righe anche nell’infrarosso e nell’ultravioletto. 7 SPETTRO ATOMICO dell’IDROGENO 8 4 27/10/2016 SPETTRI ATOMICI Ogni elemento possiede un proprio spettro di emissione a righe: le righe caratteristiche nello spettro di emissione di un elemento vengono utilizzate per identificare la presenza dell'elemento in un campione, e per determinarne la quantità. L’osservazione di righe spettrali distinte suggerisce che nell’atomo l’elettrone possa avere solo certi valori di energia. Nel 1913 Bohr, riunendo le idee quantistiche di Planck e Einstein, fornì la prima spiegazione degli spettri a righe dell’atomo di idrogeno. 9 ATOMO DI BOHR Il modello atomico accettato dalla comunità scientifica fino a inizio 1900 non indicava il modo in cui gli elettroni sono disposti al di fuori del nucleo. Nel 1913 Bohr risolse questo problema usando l'ipotesi quantistica di Planck. POSTULATI DI BOHR per l’atomo di idrogeno: 1) l'elettrone si muove in orbite circolari attorno al nucleo, secondo un moto descritto dalla fisica classica; 2) l'elettrone possiede solo una serie fissa di orbite permesse, dette STATI STAZIONARI: finche' un elettrone resta in una delle orbite permesse la sua energia resta costante, e non si ha emissione di energia; 3) un elettrone puo' passare solo da un'orbita permessa a un'altra. In queste transizioni vengono coinvolte quantita' discrete di energia (quanti di energia), in accordo con l'equazione di Planck E = h n. 10 5 27/10/2016 ATOMO DI BOHR La teoria di Bohr consente di prevedere i raggi delle orbite permesse in un atomo di idrogeno, i valori dei quali dipendono da un numero intero positivo n che è chiamato numero quantico. A ciascun valore di n corrisponde un valore permesso di energia: l’energia dell’elettrone aumenta all’aumentare del valore di n E’ possibile calcolare l’energia degli stati energetici permessi o LIVELLI ENERGETICI dell’atomo di idrogeno. 11 BOHR: livelli energetici permessi per l’atomo di idrogeno Quando l’elettrone acquista un quanto di energia, si sposta per es. dallo stato fondamentale (n=1) a uno dei possibili stati eccitati (per es. lo stato con n=2). Nel ritornare allo stato fondamentale viene emesso un fotone di energia pari a DE21 = E2 – E1 = h n = E (fotone) condizione della frequenza di Bohr 12 6 27/10/2016 ATOMO DI BOHR e SPETTRI ATOMICI DEn1 = En – E1 = h n = E (fotone) Maggiore è la differenza di energia DE tra i due livelli interessati dalla transizione elettronica, maggiore sarà la frequenza del fotone emesso. Il modello di Bohr funziona bene per l’atomo di idrogeno e le specie idrogenoidi (He+, Li++) ma NON è in grado di prevedere gli spettri atomici degli atomi polielettronici. 13 QUANTOMECCANICA Sviluppata da Bohr e Schroedinger, è la teoria attualmente accettata per descrivere il comportamento degli elettroni negli atomi. PRESUPPOSTI : 1. Dualismo onda-particella (de Broglie) a un elettrone libero di massa m, che si muove con velocita' v, e' associata una lunghezza d'onda data dall'equazione: l = h/(mv) l'elettrone ha duplici proprieta', cioe' si comporta simultaneamente sia come un'onda che come una particella. In generale, a ogni oggetto in moto è associata una lunghezza d’onda, che è misurabile solo per particelle con massa estremamente piccola (= particelle subatomiche) 14 7 27/10/2016 QUANTOMECCANICA PRESUPPOSTI : 2. Principio di indeterminazione (Heisenberg) Il prodotto dell'incertezza sulla posizione di una particella (Dx) per l'incertezza sulla sua quantita' di moto (D(mv)) non può essere inferiore a h/4 (h = costante di Planck). Dx D(mv) h/4 Se si vuol definire con precisione la quantita' di moto (e quindi l’energia) di una particella, allora e' impossibile conoscere con precisione la sua posizione, e viceversa. 15 Principio di indeterminazione: elettrone Il principio di indeterminazione vale anche per un elettrone in un atomo: se si vuole determinare la sua energia (che è importante conoscere con precisione), avremo necessariamente una grande incertezza sulla sua posizione. Nel 1927 Schroedinger propose un’equazione la cui risoluzione fornisce la FUNZIONE D’ONDA di qualunque particella che possieda proprietà ondulatorie. La funzione d’onda è una funzione matematica il cui valore varia con la posizione. Il concetto di funzione d’onda in quantomeccanica prende il posto del concetto di traiettoria in fisica classica. 16 8 27/10/2016 Equazione di Schroedinger Per una particella di massa m che viaggia in una sola dimensione (x) entro una regione in cui l’energia potenziale sia V(x) l’equazione è la seguente: - h2/(82m) d2/dx2 + V = E V(x) = energia potenziale = funzione d’onda m = massa della particella h = costante di Planck L’equazione si usa sia per calcolare sia la corrispondente energia E. 17 Equazione di Schroedinger Anche il comportamento di un elettrone in un atomo è descritto dall’equazione di Schroedinger, la cui risoluzione fornisce una serie di funzioni d’onda . - h2/(82m) d2/dx2 + V = E (forma semplificata per una sola dimensione) Ciascuna funzione d’onda ci dice tutto quello che è noto dello stato fisico dell’elettrone nell’atomo. Significato fisico della funzione d’onda (interpretazione di Max Born): la probabilità di trovare l’elettrone in una data regione dello spazio è proporzionale a 2 ( 2 = densità di probabilità) Una funzione d’onda può assumere valori positivi (fase positiva) in alcune regioni di spazio, valori negativi (fase negativa) in altre. I punti nei quali la funzione d’onda va a zero sono chiamati nodi. 18 9 27/10/2016 Risoluzione dell’equazione di Schroedinger L’equazione è usata per calcolare sia la funzione d’onda sia il corrispondente valore permesso dell’energia. Schroedinger trovò che i livelli energetici permessi per un elettrone in un atomo di idrogeno sono: En = - h R / n2 dove n = numero intero positivo R = m e e4 /(8h3e02) costante di Rydberg con me= massa dell’elettrone, e= carica dell’elettrone, e0= costante dieletttrica del vuoto quindi l’energia dell’elettrone è quantizzata (l’elettrone può assumere solo alcuni valori di energia) tutti i valori di energia permessa sono negativi 19 Equazione di Schroedinger e orbitali atomici La risoluzione dell’equazione fornisce i valori esatti delle energie permesse per l’elettrone nell’atomo di idrogeno di conseguenza, per il principio di indeterminazione non è possibile conoscere la posizione dell’elettrone: si potrà solo parlare di probabilità che un elettrone di energia En si trovi in una certa regione dello spazio. Le funzioni d’onda che corrispondono agli stati di energia permessi per l’elettrone nell’atomo sono chiamate ORBITALI. Per risolvere l’equazione di Schroedinger nello spazio tridimensionale è necessario specificare 3 numeri quantici. 20 10 27/10/2016 NUMERI QUANTICI n numero quantico principale n = 1,2,3…∞ determina l’energia dell’eletttrone (definisce il GUSCIO o LIVELLO) l numero quantico angolare l = 0,1,2…n-1 a ciascun valore di l corrisponde una diversa distribuzione angolare (= una diversa forma) di orbitale (definisce il SOTTOLIVELLO) ml numero quantico magnetico -l ≤ ml ≤ l il suo valore regola il comportamento dell’elettrone in presenza di un campo magnetico esterno; a ciascun valore di m l corrisponde un orbitale con diversa orientazione nello spazio (ciascun valore di m l individua un orbitale del sottolivello) (definisce l’ORBITALE) 21 Orbitali atomici 22 11 27/10/2016 Rappresentazione di un orbitale atomico: SUPERFICIE DEI CONTORNI entro la quale sussiste il 90% di probabilità di trovare l’elettrone I tre orbitali s di minima energia 23 Orbitali atomici 24 12 27/10/2016 Orbitali di tipo p 25 Orbitali atomici 26 13 27/10/2016 Orbitali di tipo d 27 Guscio con n=4 28 14 27/10/2016 Orbitali di tipo f 29 15