Adagiato su un promontorio a 500 mt s.l.m., il borgo di Gerace

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Adagiato su un promontorio
a 500 mt s.l.m., il borgo di
Gerace,
sviluppatosi
a
seguito dello spopolamento
delle coste tra il VII e VIII
sec. d.C., visse durante l’età
bizantina un periodo di
prosperità. Nonostante i
danni
provocati
dai
terremoti, Gerace conserva
l’impianto antico,
ove edifici bizantini e normanni alternavano ad architetture rinascimentali e barocche. E’ composta
da tre agglomerati urbani ben definiti: il Borgo, il Borghetto e la città alta, il Baglio. Il borgo è
fuori dalle mure di cinta ed è costituito prevalentemente dalle case dei contadini e dalle botteghe
dei vasai scavate nel tufo.
Proseguendo dalla Porta del Sole, spicca la Cattedrale
dedicata all’Assunta, la più vasta della regione e
certamente una delle più interessanti. Costruita tra il XI
e XII sec. su un precedente oratorio bizantino sorto sul
luogo di laure basiliane del VII-VIII sec. , l’edificio subì
notevoli
interventi
a
seguito
dei
terremoti del 1783
e del 1908.
Usciti dalla cattedrale, si raggiunge la vicina piazza delle Tre Chiese: Sacro Cuore (barocca), San
Francesco d’Assisi (gotica) e San Giovannello (bizantina).
Nel Baglio si trovano i ruderi del Castello, fondato in età bizantina, ripreso dai Normanni,
rimaneggiato
e
modificato
dai
feudatari
locali
a
partire
dal
XV
sec.
Tra le viuzze si ergono antichi palazzi
nobiliari caratterizzati da slarghi e cortili
fioriti. Questi, unitamente alle piccole case,
conferiscono un fascino particolare al borgo,
certamente uno dei più importanti della
Calabria.
Locri è celebre per l’area archeologica di locri epizephyrii. Fondata alla fine dell’VIII sec
a.C. da coloni provenienti dalla locride, regione della Grecia centrale, Locri conobbe un
notevole sviluppo economico, culturale e artistico che la rese una delle principali colonie
della Magna Grecia. Gli scavi archeologici hanno evidenziato un’area urbana cinta da
cortina muraria, al di fuori della quale si trovavano le necropoli, mentre a ridosso erano
disposti i santuari. Non lontano dal
teatro sorgeva l’agorà, e l’abitato era
organizzato secondo un impianto
urbanistico regolare.
La visita all’area archeologica inizia dal
Museo nazionale, ricco di reperti
provenienti da scavi condotti dalla
Soprintendenza e da collezioni private e
articolato in distinti settori dedicati alle
necropoli, ai santuari extra-urbani,
all’abitato e agli edifici pubblici e sacrali
urbani.
Lungo la SS Jonica, in contrada Palazzi, si trovano i resti di una grande villa romana,
costruita nel corso del I secolo ma oggetto di successive modifiche sino all’assetto
monumentale del IV secolo. Gli ambienti di maggiore interesse appartengono a un
impianto termale, articolato in due settori dotati di locali per bagni freddi e caldi, servito da
un sistema di riscaldamento ben conservato.
A monte delle terme vi era un giardino con ninfeo, una fontana monumentale; a valle della
Statale sorgeva il complesso residenziale vero e proprio. La villa presenta il più vasto
repertorio di mosaici noto in Calabria, alcuni dei quali recanti raffigurazioni di gran pregio,
come quello delle Nereidi, esseri mitologici marini, sulla groppa di animali con coda di
pesce. Attorno alla villa vi era una statio, luogo di sosta lungo la via costiera romana, la
quale sopravvisse sino al VII secolo, quando la gente fu costretta a stabilirsi sulle alture per
difendersi dalla malaria e dalle incursioni turche.
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