L`età romana

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L’età romana
Per arginare l'egemonia macedone in Grecia cominciarono a formarsi delle Leghe che raggruppavano più
poleis, spesso su base etnica. La prima a costituirsi fu la Lega achea che dal 251 fu guidata da Arato di Sicione, il
quale mise in seria difficoltà i Macedoni. Nel 243 gli Achei occuparono Corinto, mentre nel 229 scacciarono la
guarnigione macedone da Atene.
Nel frattempo, Sparta stava conoscendo un periodo di rinascita legato soprattutto a due re che riformarono
la città permettendole di giocare nuovamente un ruolo importante in Grecia. Tra il 243 ed il 235 Agide IV dette
inizio alle riforme, le quali, osteggiate da molti Spartani, furono proseguite da un suo successore, Cleomene III.
Quest'ultimo, salito al trono nel 227, dette inizio ad una politica estera aggressiva che mirava alla riconquista della
Messenia ed alla ricostituzione della potenza spartana nel Peloponneso.
Allarmato dall'espansione di Sparta, Arato di Sicione, capo della Lega achea, preferì allearsi con la
Macedonia per combattere Cleomene III. Nella decisiva battaglia di Sellasia (222), gli Spartani furono sconfitti da
Arato e da Antigono Dosone, reggente del giovane re di Macedonia, Filippo V, e Cleomene fu costretto a fuggire in
Egitto.
Poco dopo, la Macedonia dovette combattere una nuova guerra contro i Greci (220-217) che si concluse
con la Pace di Naupatto, la quale fu l'ultima pace stipulata tra Greci (inclusi i Macedoni) senza l'intervento di una
potenza straniera. Già allora si affacciava sul mondo greco la potenza emergente di Roma che avrebbe giocato un
ruolo decisivo nei decenni successivi. Al momento di stipulare la pace, un certo Agelao di Naupatto disse che era
opportuno che Greci e Macedoni smettessero di combattere tra loro poiché da occidente si stavano addensando
pericolose nubi.
Al momento della Pace di Naupatto (217), Roma era già impegnata nella seconda guerra punica contro
Annibale. A partire dal 215 Roma intervenne in Grecia più volte in occasione delle guerre macedoniche a causa
dell'alleanza stretta da Annibale con Filippo V di Macedonia. Durante la prima (215-205) il peso della guerra fu
sostenuto prevalentemente dalla Lega etolica, alleata di Roma, contro Filippo V.
La seconda guerra macedonica vide invece l'ingresso diretto di Roma in Grecia. Dopo aver ottenuto
l'alleanza di Atene, del regno di Pergamo e della Lega etolica, i Romani sbarcarono in Grecia e nel 197 il console
Tito Quinzio Flaminino sconfisse Filippo nella battaglia di Cinocefale. La pace che seguì stabilì l'alleanza tra Roma
e la Macedonia ed il ritiro di ogni guarnigione macedone dalla Grecia. La libertà della Grecia fu proclamata da
Flaminino durante i Giochi Istmici di Corinto mandando la folla in delirio. L'anno dopo i Romani evacuarono la
Grecia, ma gli Etoli, delusi dalle clausole della pace che giudicavano penalizzanti per se stessi, assunsero un
atteggiamento ostile verso Roma.
In quegli stessi anni, il Peloponneso era nuovamente travagliato dalla guerra tra Sparta, guidata dal tiranno
Nabide, e Lega achea, la quale, morto Arato, aveva trovato un nuovo capo in Filopemene. La guerra si concluse
nel 192 quando Nabide fu sconfitto ed ucciso, Sparta occupata dagli Achei e costretta ad abolire il suo tradizionale
sistema educativo, l'agoghé, per accettare quello acheo.
Nel 193, il re seleucide Antioco III il Grande sbarcò in Grecia deciso a porla sotto la propria egemonia, ma
ciò suscitò allarme a Roma, soprattutto poiché al seguito di Antioco III c'era il temuto Annibale, esule da Cartagine.
I Romani inviarono il console Manio Acilio Glabrione, il quale sconfisse Antioco nella battaglia delle Termopili,
costringendolo ad evacuare la Grecia e tornare in Asia. Fedele all'alleanza con Roma, Filippo V non mosse un dito
in aiuto di Antioco III. La Lega etolica, che aveva appoggiato il re seleucide, fu sciolta.
Alla morte di Filippo V, nel 179, salì sul trono di Macedonia il figlio Perseo, il quale desiderava ripristinare
l'egemonia macedone sulla Grecia. Nel 172 egli si recò a Delfi con il suo esercito intendendo rivendicare i suoi
diritti sulla Grecia. Roma gli dichiarò immediatamente guerra. Il console Lucio Emilio Paolo sconfisse Perseo nella
battaglia di Pidna, costringendo Perseo ad abdicare e finire i suoi giorni in esilio in Italia. La Macedonia fu
suddivisa in quattro repubbliche che non dovevano avere alcun rapporto tra loro. La Lega achea, che aveva
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assunto un atteggiamento giudicato poco chiaro da Roma, fu punita con l'invio di numerosi ostaggi in Italia, tra i
quali lo storico Polibio. Similmente, Rodi, un'altra alleata di Roma il cui comportamento in guerra fu giudicato
ambiguo, fu punita con la creazione di un porto franco a Delo, il quale danneggiò seriamente i commerci di Rodi.
La sola alleata di Roma che fu premiata fu Atene che ottenne il controllo dell'isola di Delo .
Lo scontento dei Greci verso la politica di Roma crebbe negli anni successivi, ma rimase sotto controllo fino
a quando a capo della Lega achea ci fu Callicrate, amico dei Romani. Alla sua morte, nel 150 a.C., i nuovi capi
della Lega achea assunsero un atteggiamento apertamente ostile a Roma attendendo il momento giusto per
dichiarare guerra. Il momento non tardò. Approfittando della rivolta della Macedonia capeggiata da un certo
Andrisco, la Lega achea si ribellò a Roma, ma nel 146 gli Achei furono sconfitti sull'istmo di Corinto dal console
Lucio Mummio. Corinto, epicentro della rivolta, fu rasa al suolo, mentre la Grecia e la Macedonia divennero
province dell'impero romano.
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