ESPERIENZE DI LABORATORIO CORSO DI CHIMICA DELLE SUPERFICI ED INTERFASI a.a. 2016-2017 ESPERIENZA N. 1 - MODIFICA DI SUPERFICI TRAMITE APPROCCIO DEL MONOSTRATO AUTOASSEMBLATO (SAM, SELF-ASSEMBLING MONOLAYER) SU SUBSTRATO DI VETRO ARGENTATO. Preparazione di un monostrato di ottadecantiolo su superficie di argento In questo esperimento, si sfrutta una reazione di riduzione, a carico di un gruppo aldeidico del glucosio che riduce un sale di argento, Ag(NH3)2, ad Ag metallo (vedi Saggio di Tollens). In questo modo si ha il ricoprimento di una superficie di vetro con uno strato di Ag metallico, che ne varia le proprietà di bagnabilità. Questo strato di argento viene poi rivestito con un monostrato auto-assemblato di ottadecantiolo. La reazione di un gruppo -SH (tiolo) con la superficie di Ag metallico permette la formazione di un SAM (Self Assembled Monolayer) che cambia drasticamente la bagnabilità della superficie di Ag; si passa da una superficie con caratteristiche parzialmente idrofile ad una superficie idrofoba, non polare. Ciò può essere facilmente verificato osservando la variazione dell’angolo di contatto formato dall’acqua prima e dopo il trattamento con il tiolo. Inoltre, utilizzando due solventi differenti, come ad esempio acuq ae diiodometano, è possibile stimare l’energia libera superficiale di tali campioni, applicando il modello di Owens Wendt. (1) Preparazione soluzione 1: reagente “argentante” attivo Soluzione di nitrato d'argento al 5% (5 g AgNO3 in 100 mL H2O) Soluzione di idrossido di sodio al 5% (5 g NaOH in 100 mL H2O) Soluzione di idrossido di ammonio al 2% (diluisco la soluzione al 30%) Procedura In una provetta, pulita attentamente e minuziosamente con acqua e risciacquata con acqua deionizzata, si pongono circa 1 ml di nitrato d'argento al 5%; si aggiungono 0.25 ml di una soluzione di idrossido di sodio al 5%. Mescolare bene con una bacchetta di vetro fino a quando non si forma un precipitato bruno di ossido di argento, Ag2O. Questo viene poi solubilizzato con aggiunta di una soluzione di ammoniaca (idrossido di ammonio) al 2% in una quantità sufficiente a sciogliere completamente il precipitato (Attenzione: il massimo quantitativo di soluzione totale nella provetta è 5-6 ml; se il precipitato non si solubilizza decantare il liquido in un'altra provetta!). Precauzioni 1. Il nitrato d'argento disciolto in acqua forma una soluzione perfettamente limpida e incolore. Se questa soluzione viene a contatto con la pelle può provocare ustioni (indicazione di rischio da etichetta). Se una soluzione di nitrato d'argento viene a contatto con pelle o tessuti, provoca dopo alcune ore, la comparsa di tipiche macchie marrone dato che l’esposizione alla luce solare diretta tende a farlo decomporre liberando argento metallico. Tale colorazione, nel caso della pelle, scompare spontaneamente nel giro di una decina di giorni, per ricambio cellulare. 2. Il reattivo di Tollens, se lasciato per troppo tempo all'aria, può dare origine a solidi esplosivi come il fulminato d'argento, lo azoturo di argento e il nitruro d'argento. Trattare qualsiasi soluzione attiva residua con abbondante acqua per il successivo smaltimento nelle soluzioni acquose contenenti metalli pesanti. Questa soluzione "attiva" dovrebbe essere usata entro un'ora dalla preparazione. (2) Preparazione soluzione 2: reagente riducente (zucchero) Soluzione 0.5 M di glucosio o di destrosio (sciogliere 0.90 g in 10 ml di acqua). Procedura Posizionare un vetrino da microscopio pulito in una capsula di Petri. Inserire 3 grandi gocce di una soluzione 0.5 M di glucosio sul vetrino da microscopio. Aggiungere 10 grandi gocce di una soluzione di ioni argento attiva. Agitare delicatamente per mescolare la soluzione. Attendere qualche minuto mentre la soluzione si scurisce e si forma un precipitato grigiastro. Si forma uno specchio argentato sul vetrino, che può essere oscurato dal precipitato. Usare acqua distillata per lavare via il precipitato e rivelare lo specchio d'argento. Senza toccare la soluzione d'argento, rimuovere il vetrino dalla piastra di Petri e risciacquare lo specchio d'argento con acqua distillata. Attendere che la superficie si asciughi (per una più rapida asciugatura utilizzare un asciugacapelli.) Precauzioni 1. Evitare il contatto con la soluzione di nitrato di argento dal momento che macchia le mani! 2. Attenzione: Lo zucchero comune o il saccarosio non funzionano! Approfondimento: Saggio di Tollens Il saggio di Tollens è un saggio chimico per l'individuazione delle aldeidi in una soluzione basato sull'utilizzo del reattivo di Tollens; tale reattivo è, di solito, idrossiammoniato d'argento. Le aldeidi reagiscono con il reattivo, mediante una reazione di ossidoriduzione, formando il corrispondente acido carbossilico e riducendo l'Ag da +1 a 0. L'argento metallico (a numero di ossidazione 0) forma sulle pareti della provetta un sottile strato a specchio, che permette chiaramente di verificare che la reazione sia avvenuta o meno. Semireazione di riduzione: Ag(NH3)2+ + e− → Ag + 2 NH3 Semireazione di ossidazione: R-CHO + 3 OH− → RCOO− + 2 H2O + 2e− Reazione globale: 2 Ag(NH3)2+ + R-CHO + 3 OH− → 2Ag + 4 NH3 + R-COO− + 2H2O (3) Preparazione soluzione 3: reagente autoassemblante (tioli) • Soluzione diluita di alcantiolo (esadecantiolo, CH3(CH2)15SH, MW = 258.51) Procedura Aggiungere una quantità molto piccola (appena visibile) di un alcantiolo a catena lunga (C16), esadecantiolo, a 20 mL di etanolo assoluto. Erogare da una bottiglia contagocce. Coprire solo una parte dello strato di argento con alcune gocce della soluzione di alcantiolo in etanolo. Lasciare che l'etanolo evapori a temperatura ambiente (non con l’asciugacapelli), e in questo modo si depositerà un monostrato autoassemblato di alcantiolo, dove gli atomi di zolfo saranno legati covalentemente all’argento e le code idrocarburiche punteranno verso l’esterno. In questo modo si riveste la superficie con un monostrato di idrocarburi. Nota: La formazione de SAM dipende fortemente dalla concentrazione del derivato tiolico, dal tempo di immersione, dal solvente usato, e dalla temperatura di lavoro. Sicurezza personale (raccomandazioni): • Indossare gli occhiali di protezione • Indossare il camice • Indossare i guanti Fare attenzione a maneggiare gli utensili di vetro. Non gettare alcun materiale nel cestino o nel lavandino, utilizzare i recipienti specifici per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti (solidi e liquidi). Conclusioni Quale è la forma delle gocce d'acqua sulla superficie di vetro? E per la superficie di argento? E su quella rivestita del monostrato? Le gocce d'acqua si spandono o rimangono sferiche? Ricordarsi che “il simile attira il simile”. L'acqua è più affine al vetro normale, all'argento o all’argento rivestito dal monostrato di alcantiolo? L'angolo di contatto è ampio (piccola attrazione verso la superficie) o piccolo (grande attrazione verso la superficie) per ogni superficie? Classificare il vetro, l'argento, e la superficie rivestita da alcantiolo in base alla diversa tensione superficiale. Pretrattamento del substrato (eventuale) Il substrato che deve essere ricoperto dallo strato di argento può essere pretrattato, oltre ad una normale operazione di pulizia e sgrassatura, tramite immersione in una soluzione SnCl2 e successivo risciacquo in acqua. Le particelle di argento aderiranno meglio alla superficie del vetro, per effetto degli ioni Sn(II) che ridurranno gli ioni di argento Ag(I) ad argento metallico e ossidandosi di conseguenza a ioni Sn(IV). La deposizione Composizione del bagno per il pretrattamento: SnCl2 0.1 M HCl 0.1 M ESPERIENZA N. 2 - MODIFICA DI SUPERFICI TRAMITE APPROCCIO DEL MONOSTRATO AUTOASSEMBLATO (SAM, SELF-ASSEMBLING MONOLAYER) SU SUBSTRATO DI SILICIO. In questo esperimento si utilizza l’approccio del monostrato autoassemblato per ricoprire una superficie di silicio con uno strato di silano. Le superfici metalliche (ma anche il silicio) tendono ad adsorbire sostanze organiche, pertanto è necessario rimuovere le sostanze organiche dalla superficie metallica prima della preparazione del SAM. Il primo trattamento avviene con una soluzione Piranha, che è un agente ossidante e richiede una ulteriore procedura di gestione e di smaltimento, perché reagisce intensamente con le sostanze organiche. È necessario minimizzare la formazione del film di ossido. (1) Trattamento della superficie di Si prima della funzionalizzazione (pulizia, attivazione). Utilizzare il protocollo di pulizia delle superfici di silicio riportato di seguito. Misurare l’angolo di contatto dopo ogni trattamento (escludendo il trattamento con Acido Fluoridrico per motivi di sicurezza). Discutere i risultati ottenuti. Sequenza di pulizia delle superfici di Si 1. Acido solforico/ Perossido di idrogeno: 3/1 (110-130 °C). Di solito utilizzata per rimuovere le contaminazioni organiche (piranha). 2. L'acido fluoridrico o acido fluoridrico diluito (20-25 °C). Rimuove gli ossidi dalla zona di interesse, e riduce la contaminazione della superficie da metalli (non lo useremo). 3. Idrossido di ammonio/ Perossido di idrogeno/ acqua deionizzata: 3/1/4 (60-80 °C). Ossida leggermente e rimuove le particelle dalla superficie, rimuove anche i contaminanti organici e metallici (piranha basica). 4. Acido cloridrico/ Perossido idrogeno/ Acqua deionizzata: 3/1/4 (60-80 °C) Rimuove i contaminanti metallici da substrati di silicio e agisce come agente ossidante. 5. Acqua ultra pura (comunemente chiamata acqua deionizzata), diluisce le sostanze chimiche, e sciacqua le superfici dopo trattamento chimico. Soluzione Piranha: La soluzione piranha è una miscela di acido solforico (H2SO4) e perossido d'idrogeno (H2O2), utilizzata per eliminare residui organici dalle superfici. Essendo un forte agente ossidante, è in grado di rimuovere la maggior parte dei composti organici. È in grado di rendere idrofile la maggior parte delle superfici idrossilandole. Talvolta viene utilizzato per pulire la vetreria da laboratorio, perché a differenza delle soluzioni di acido cromico (es. la miscela cromica), questa soluzione non contamina la vetreria con ioni di cromo esavalente. La dicitura "soluzione piranha" comprende varie soluzioni di differenti concentrazioni. La più comune ha il rapporto di 3:1 acido solforico concentrato (99%) a perossido d'idrogeno (acqua ossigenata) al 30%; altre soluzioni possono essere preparate utilizzando un rapporto di 4:1 o di 7:1. Un'altra miscela, correlata alla soluzione piranha, è la "base piranha", una miscela di tre parti di idrossido di ammonio (NH4OH) ed una di perossido di idrogeno. La soluzione piranha deve essere preparata aggiungendo il perossido all'acido (contrariamente alla solita regola di aggiungere acido all'acqua, identificata nel proverbietto "Non dare da bere all'acido"). Una volta che la soluzione sia stabilizzata, può essere ulteriormente riscaldata per mantenerne la reattività. La soluzione calda (una volta cessate le bollicine) sarà in grado di pulire le superfici da pressoché ogni sorta di composto organico e può ossidare/idrossilare la maggior parte delle superfici metalliche. La pulizia richiede generalmente dai 10 ai 40 minuti, dopodiché la superficie, ormai perfettamente pulita, può essere tolta dalla soluzione. A causa dell'auto-decomposizione del perossido d'idrogeno, la soluzione piranha deve essere preparata al momento, in più, non può essere conservata, per cui deve essere neutralizzata, con una soluzione diluita di una base. Dopo il trattamento con soluzione piranha si fa sempre un risciacquo successivo in acqua deionizzata. L'acqua deionizzata significa acqua con elevata resistività e quindi con una presenza trascurabile di ioni. Sicurezza La soluzione piranha, come suggerisce il nome, è estremamente pericolosa, essendo composta da un acido forte e da un potente agente ossidante. Deve essere maneggiata con la massima attenzione e bisogna prendere tutte le precauzioni del caso, onde evitare il contatto di tale liquido con superfici e pelle, in quanto è in grado di corrodere pressoché qualunque cosa. Bisogna indossare guanti e camice e lavorare sotto cappa perché fuma fortemente liberando triossido di zolfo, molto tossico e corrosivo e ossigeno gassoso. La soluzione piranha è esplosiva. La sua preparazione sprigiona grandi quantità di calore. Tale energia può portare la soluzione a temperature superiori ai 120 °C. Prima di scaldare la soluzione bisogna darle il tempo di raffreddarsi sufficientemente, in quanto un'ulteriore fonte di calore può portare ad una violenta ebollizione in grado di spruzzare la soluzione tutt'intorno. Inoltre possono verificarsi esplosioni se la concentrazione del perossido di idrogeno è maggiore del 50%; per scongiurare danni, è ragionevole usare una soluzione di perossido al 30%. La soluzione piranha non deve essere lasciata agire più del dovuto e non deve essere lasciata incustodita se calda. Non può essere conservata in un recipiente chiuso (la liberazione di ossigeno ed il conseguente aumento della pressione interna porterebbe il recipiente all'esplosione, spruzzando acido ovunque). Se tale soluzione viene mescolata con solventi organici (acetone, alcool etilico, toluene) causerà un'esplosione. Il trattamento con soluzione piranha (anche se si tratta di una superficie con residui organici), deve essere eseguito lentamente dando alla soluzione il tempo di stabilizzarsi. (2) Funzionalizzazione della superficie di Si (silanizzazione). Soluzione di silano 0.5 mM (perfluoro, C14H19F13O3Si, MW = 510.36) in eptano anidro (o esano) Procedura L’ottadecil tricloro silano viene disciolto in eptano anidro. L’intera operazione andrebbe effettuata con l’utilizzo di guanti e in atmosfera controllata (camera pulita con un umidità inferiore al 12%). Il substrato di silicio deve rimanere in immersione per un minimo di 6 ore (6-24 ore), poi viene estratto dalla soluzione, risciacquato con il solo solvente ed asciugato in flusso d’azoto (o aria). Misurare l’angolo di contatto dopo la funzionalizzazione. Discutere i risultati ottenuti. ESPERIENZA N. 3 - MODIFICA DI SUPERFICI TRAMITE APPROCCIO DEL MONOSTRATO AUTOASSEMBLATO (SAM, SELF-ASSEMBLING MONOLAYER) SU SUBSTRATO DI ORO. In questo esperimento si utilizza l’approccio del monostrato autoassemblato per ricoprire una superficie di oro con uno strato di tiolo. Tra i vari substrati di metallo, l’oro è comunemente utilizzato per applicazioni con SAM, a causa della 1) disponibilità, 2) facilità di trattamento, 3) capacità di non ossidarsi, 4) adattabilità ai vari strumenti di analisi. Anche in questo esperimento la superficie verrà pretrattata per rimuovere i contaminanti presenti. La soluzione Piranha (acido solforico e perossido di idrogeno, 3: 1) viene comunemente usata per il lavaggio delle superfici d'oro. Procedura (1) Preparare il substrato rivestito di oro tramite pre-lavaggio con una soluzione Piranha. (2) Dopo 10-15 minuti di immersione, si lava il substrato con acqua distillata. (3) Immergere il substrato in una soluzione 10 mmol/l di tiolo per 30 min - 24 ore. (4) Lavare la superficie ricoperta dal SAM con etanolo e poi con acqua distillata. (5) Asciugare la superficie sotto azoto se necessario. Nota: Quando si conserva il campione di superficie modificata con un SAM, è preferibile conservarlo in condizioni asciutte, piuttosto che nella soluzione. Misurare l’angolo di contatto dopo la funzionalizzazione. Discutere i risultati ottenuti. Approfondimento SAM La formazione del SAM dipende fortemente dalla concentrazione del derivato tiolico, dal tempo di immersione, dal solvente usato, e dalla temperatura di lavoro. Densità e tempo di immersione La densità e il tempo di immersione sono correlati tra loro. Una soluzione di tiolo a minore concentrazione richiede più tempo di immersione per la formazione del SAM. Alcuni mmol/l di soluzione del derivato tiolico iniziano ad impegnare una lastra di vetro rivestita d'oro dopo pochi minuti. Un piatto si satura mediante la formazione di Au-S dopo che si è ri-orientato per un paio d'ore. Una maggiore concentrazione della soluzione del derivato tiolico richiede un tempo di immersione più breve. Tuttavia, viene proposto che un SAM maggiormente orientato si forma quando una piastra viene immersa per più tempo nella soluzione del derivato tiolico a minore concentrazione. Solvente Diversi solventi possono essere usati, a condizione che questi dissolvano i derivati tiolici. Tuttavia, l'etanolo è ampiamente usato come solvente per la sua capacità di solubilizzare derivati tiolici contenenti vari gruppi polari e a diverso peso molecolare. L’etanolo è disponibile in commercio ad alta qualità (etanolo assoluto). Inoltre, la bassa tossicità dell’etanolo per l’uomo è un altro dei motivi. A volte la formazione di SAM da solventi non polari porta ad uno scarso orientamento rispetto all’uso dell’etanolo. Poiché il derivato tiolico ha un carattere nucleofilo, bisogna assicurarsi di scegliere un solvente che non reagisca con il nucleofilo. Non vi è alcuna influenza significativa dell’ossigeno disciolto nel solvente utilizzando una superficie d'oro, ma quando si utilizza una superficie metallica sensibile all'ossigeno si deve minimizzare la quantità di ossigeno disciolto. Temperatura Monostrati SAM formati sopra i 25 ℃ a volte sono risultati incompleti. Inoltre, quando la temperatura di una soluzione è superiore alla temperatura ambiente, aumenta il desorbimento delle impurezze e viene accelerato il ri-orientamento dei gruppi adsorbenti.