Il Fiore del Deserto è un’associazione di promozione sociale che gestisce una comunità per adolescenti in difficoltà all’interno di un contesto ambientale e paesaggistico nel quale si scontrano ed emergono i problemi e le contraddizioni di una crescita economica, urbana e sociale fuori controllo. La nostra comunità di fatto si trova all’interno della Riserva Naturale della Marcigliana ma amministrativamente è nel IV Municipio di Roma, ovvero nel lembo estremo dell’urbanizzazione selvaggia Bufalotta Porta di Roma che, nelle intenzioni dei costruttori romani e della speculazione sui terreni, è solo un primo passo verso l’area protetta della Riserva Naturale della Marcigliana. Attualmente l’avanzata del cemento è ferma alla borgata Cinquina, zona Bufalotta -Cesarina dove, sui terreni coltivati a seminativo del gruppo Ligresti, doveva sorgere il nuovo stadio di calcio della società sportiva Lazio che, con tutta probabilità, avrebbe consegnato anche la foraggiera dell’azienda agricola della Tenuta del Cavaliere del Comune di Roma nelle braccia di una nuova speculazione edilizia. La nostra comunità si trova al centro di due linee di urbanizzazione che, nei prossimi anni scaricheranno sul nostro territorio volumi impressionanti di cemento: - il cemento che cannibalizza uno dei più bei lembi della campagna romana, che sale dalla via Nomentana verso la ruralità residuale dei terreni di proprietà di Propaganda Fide, dove quasi più nessuno lavora la terra o alleva animali, e dove domina la nuova Centrale del latte e il nuovo quartiere di Casal Monastero; - il cemento delle nuove abitazioni di chi non può permettersi una casa a Roma, che sale da Tivoli e Mentana , insieme al nastro d’ asfalto sempre più largo delle tangenziali che collegano l’autostrada urbana Roma L’Aquila ai mille hinterland che si stanno mangiando un territorio che fino a non molto tempo fa era un polmone verde e una risorsa agricola per tutta la città di Roma. In questo contesto la nostra Comunità, attraverso progetti a sostegno della cultura della sostenibilità, con i quali promuove percorsi riabilitativi e formativi per giovani in difficoltà, si trova ad essere un presidio in difesa del paesaggio e un’ occasione di futuro per giovani che non hanno protezione sociale e che vivono ai margini delle aree del benessere, perché meno fortunati o perché portatori di disagi sociali o di altre abilità. Noi crediamo che difendendo il paesaggio dell’Agro romano si possa dare una speranza di futuro ai giovani. Qui non si tratta solo di conservare il bello del paesaggio della campagna romana, la memoria della civiltà rurale che ha trasformato sapientemente e armonicamente il territorio redendolo accogliente e produttivo, di conservare i saperi che hanno consentito per tanto tempo un equilibrio tra consumo e risorse disponibili, in gioco c’è il destino delle nuove generazioni, le quali, senza più legami e contatti con il mondo delle cose naturali e vere, senza più nessuno che le difende, perderanno definitivamente la possibilità di capire che il futuro non sta e non si costruisce nel consumo illimitato delle risorse e dei beni ma nella capacità di produrre e consumare senza distruggere l’equilibrio naturale nel quale la vita è stata possibile. Lavorare per educare e formare giovani in difficoltà alle problematiche della sostenibilità che comprende l’adozione di uno stile di vita responsabile, sobrio, solidale che presuppone l’abbandono dei modelli sociali votati al consumismo e all’individualismo estremo, al nichilismo dell’anima, è possibile a condizione che la sfera complessa della costruzione del futuro non continui ad essere centrata esclusivamente sulle scelte degli adulti organizzati in società sempre più specializzate e, in particolare, da quelle società che occupano un ruolo centrale sull'accesso al controllo delle materie prime e alle fonti energetiche. La nostra comunità vuole sostenere percorsi sociali e politici che sappiano assumere pienamente le problematiche giovanili per aiutarli ad entrare nel mondo del lavoro e della cultura contrastando i modelli dell’individualismo e del consumismo che, attualmente, in questa fase decadente della globalizzazione, sono proposti come fossero l’unico e l’ultimo esempio di società possibile . I giovani, come le moltitudini povere del mondo, sono esclusi dall'intervenire sulla determinazione del futuro. Questa esclusione si concretizza per i giovani in modelli di riferimento votati al consumo del solo tempo presente che diventa assoluto fino a renderlo permanente, circolare e privo di senso. L’assenza della promessa del futuro annulla completamente, dall'orizzonte giovanile, ogni interesse verso la propria vita e quella degli altri che, invece, dovrebbe essere tutta proiettata verso il domani nel quale far crescere la propria personalità, i propri talenti e i propri sogni. Un mondo arido, con poche risorse naturali, reso improduttivo dal ciclo economico e sociale. Un mondo avvelenato da quantità infinite di gas inquinanti e sommerso dai rifiuti, non è sicuramente un mondo nel quale i giovani vi leggono un modello positivo che gli adulti hanno costruito per viverci secondo le regole della convivenza tra le persone e l'ambiente, per promuovere opportunità per tutti, nessuno escluso. Un mondo che, agli occhi di un ragazzo, non può essere di certo un modello virtuoso per assumere comportamenti sociali rivolti alla solidarietà, al rispetto e all'integrazione. Per questo diciamo che i giovani, e soprattutto i giovani adolescenti che hanno acquisito modelli comportamentali violenti, anti-sociali e centrati unicamente nella rincorsa compulsiva di soddisfare i propri desideri, quasi sempre indotti, sono lo specchio più fedele della qualità della civiltà che stiamo costruendo. Il Fiore del Deserto Associazione di Promozione Sociale Roma Maggio 2012