Tumore al colon - La Frutta che Paradiso

Tumore
al colon
cos’è
e come
evitarlo
Diego Pagani
Che cos’è il tumore all’intestino (colon)?
Cancro al colon: come evitarlo.
Introduzione
Per tumore al colon - in oncologia - s’intende una crescita
di cellule maligne nell’intestino crasso, sia cieco che colon,
cioè nell’ultima parte dell’intestino, o nel retto. Il tumore
rettale interessa invece gli ultimi 15 centimetri di questo
tratto intestinale (retto), mentre sono rari i casi di cancro
all’intestino tenue.
Unitamente, queste forme rappresentano una delle
maggiori cause di decesso per tumore.
Il carcinoma si sviluppa più frequentemente nel colon (circa
il 72%) e meno sovente nel retto (circa il 28%); i medici
dichiarano che questo tipo di cancro si può sanare o
prevenire se diagnosticato in tempo.
…o può essere evitato del tutto seguendo una dieta naturale…
Come vedremo, nella gran parte dei casi in realtà, questo
tipo di tumore si determina da parte della generazione
preparatoria dei cosiddetti polipi: lesioni dovute a una
crescita delle cellule alterata, che in origine sono benigne e
che però nel tempo sono capaci di mutare in carcinoma
maligno.
Intestino e colon
Questo tipo di tumore è causato dalla proliferazione delle
cellule della mucosa che rivestono internamente la parete
intestinale.
Il colon occupa l’ultimo pezzo dell’intestino: prima il cibo
attraversa l’esofago, dirigendosi nello stomaco dove viene
digerito, poi procede verso il piccolo intestino, dove le
sostanze nutritive sono digerite e in parte assorbite. Il cibo
digerito e le fibre finalmente raggiungono la parte
intestinale chiamata “colon”, nel quale il resto dei nutrienti
saranno assorbiti.
Con gli “scarti”, si formeranno le feci, che prima di essere
espulse saranno spinte verso il sigmoide (l’ultima parte del
colon), poi, attraverso il retto, all’ano.
IN SINTESI ESTREMA POSSIAMO DEFINIRE IL TUMORE IN QUESTI
TERMINI:
Il nostro organismo è composto da cellule molto piccole,
queste nascono, crescono e muoiono costantemente; a
volte alcune cellule si dividono e crescono senza motivo
apparente causando un’accrescimento anormale detto
cancro o tumore. Se il cancro non invade il tessuto e le
parti vicine si usa il termine di tumore benigno, altrimenti
diventa maligno.
É vero che i tumori benigni non sono quasi mai mortali, ma
è altresì vero, che spesso si trasformano in maligni. Le
cellule cancerose possono estendersi in molte parti del
corpo tramite i canali linfatici e i vasi sanguigni.
Cancri e tumori, di solito si generano da una crescita
esagerata di cellule normali, chiamate “polipo”. In un polipo
le cellule possono continuare a crescere senza controllo
diventando cancerose. Per questo la medicina dice che
prima i polipi vengono scoperti ed eliminati, maggiore sarà
la possibilità di evitare un tumore maligno.
…però quello che non dice è il perché si formano questi polipi, ma lo
vedremo più avanti…
In base alla parte del corpo colpita da un tumore, gli viene
dato un nome specifico anche se, per esempio, un tumore
che parte dal colon e si diffonde ad altre parti del corpo,
sarà comunque e sempre chiamato “cancro al colon”.
I trattamenti e le cure di solito puntano ad uccidere o a
controllare le cellule cancerose che si sviluppano in
maniera anomala, ma mai o quasi, si tenta di capire le vere
cause di questa anomala crescita.
Le cause, vere e presunte
Parte della medicina sostiene ancora che la maggioranza
dei tumori al colon siano di provenienza sporadica, ovvero
che non presentano fattori scatenanti noti: il tumore
all’intestino può formarsi anche a causa di malattie
intestinali croniche e infiammatorie, tipo il morbo di Crohn,
o la rettocolite ulcerosa (è una malattia infiammatoria cronica
intestinale che coinvolge selettivamente la mucosa del retto e/
o del colon).
Sempre secondo alcuni medici il 25% circa dei cancri al
colon sarebbe da riportare a una inclinazione familiare: a
volte se un individuo ha parenti che hanno sviluppato
questo tipo di tumore è più facile che anche lui venga
colpito dallo stesso tipo di tumore.
Questo potrebbe anche essere vero, ma è vero che di solito
all’interno di una famiglia si osservano le stesse abitudini
alimentari. Quindi, anche se si possedesse una genetica
ereditaria “difettosa”, quest’ultima potrebbe essere attivata
(o meno), in funzione del tipo di alimentazione.
Quali sono i principali fattori di rischio per questa
patologia secondo la medicina ufficiale?
√ L’età: il 90% circa ha più di cinquant’anni.
√ Ereditarietà genetica: se un cancro colorettale o polipi
adenomatosi sono stati riscontrati soprattutto nei genitori o
nei fratelli, la probabilità di venirne colpiti è più alta.
Tra le condizioni genetiche ereditarie che potrebbero
i n n e s c a r e q u e s t a m a l a t t i a t r ov i a m o : l a Po l i p o s i
adenomatosa familiare (questa colpisce circa un individuo su
diecimila formando nell’intestino numerosi polipi, con un’alta
probabilità che uno o più di questi si tramuti in tumore) e la
Sindrome di Lynch che è conosciuta come “Cancro
ereditario non poliposico del colon” (un tipo di cancro
provocato da mutazioni genetiche del sistema di riparazione del
DNA, il quale si trasmette come carattere autosomico
dominante. Sembra che il 90% degli uomini e il 70% delle
donne che presentano queste caratteristiche genetiche possa
sviluppare questo tumore anche prima dei 70 anni).
…e se continuano a mangiare come hanno sempre fatto, è quasi
sicuro…
√ Altri problemi di salute: la percentuale è più alta nelle
persone affette da malattia infiammatoria cronica
dell’intestino come la colite ulcerosa o la malattia di Crohn.
La colite (infiammazione continua del colon), può
aumentare le probabilità di sviluppo del tumore
all’intestino.
√ Ripetizione degli eventi: se un paziente ha già rimosso in
passato un cancro o un polipo è facile che si ripresenti.
..a meno che, non cambi dieta…
√ Condizioni fisiche: sovrappeso, obesità e scarsa attività
fisica aiutano la formazione di tumori, anche al colon.
Gli obesi di sesso maschile hanno una probabilità del 50%
più alta di sviluppare questo tumore. La percentuale si alza
nei casi di obesità grave. Per le donne obese invece,
sembra che la differenza di rischio rispetto alle donne di
peso normale sia minore rispetto agli uomini.
v Vizi: alcool e fumo, oltre a tutto il resto,
essere responsabili di questo tipo di cancro.
Sembra che fumare possa aumentare la
questa malattia fino al 25%.
Un incremento di sole due unità alcoliche al
un aumento del rischio di tumore al colon di
possono anche
percentuale di
giorno produce
circa l’ 8%.
√ Alimentazione: è accertato che il rischio aumenta
notevolmente quando la dieta contiene un alto contenuto di
grassi, soprattutto se di origine animale.
Interessante sottolineare che anche la scienza ufficiale
sostiene inequivocabilmente che una dieta ricca di frutta e
verdure riduce la possibilità di incorrere nel tumore al
colon.
…e in tutti gli altri…
La medicina ufficiale sa spiegare con certezza quali
sono i motivi scatenati di questi tumori?
Nonostante i medici riescano ad individuare la parte del
corpo dove il cancro si è formato, secondo il loro parere, la
vera causa non può essere identificata con precisione.
Per questi motivi di “incertezza” presumono che il cancro
all’intestino si diffonda più facilmente tra i famigliari,
consigliando a chi ha dei parenti stretti che hanno
sviluppato questa malattia, di sottoporsi a visite periodiche
preventive.
…spero che qualche medico chieda al paziente anche che tipo di
dieta segue, e non solo quanti parenti malati di cancro ha…
Chi sostiene la responsabilità genetica si esprime così:
“Le cellule contengono i cromosomi che sono materiali
ereditari, e questo materiale genetico controlla lo sviluppo
delle cellule.
Il tumore sembra che si sviluppi da cambiamenti che si
manifestano nei cromosomi, quando il materiale genetico
in una cellula diventa anormale, può non essere più in
grado di controllare lo sviluppo della cellula.
Cambiamenti improvvisi nel materiale genetico nascono
per svariati motivi e questa tendenza potrebbe essere
ereditaria. I cambiamenti nei materiali genetici
potrebbero presentarsi anche per colpa di
un’esposizione ad infezioni, al consumo di droghe, al fumo,
a sostanze chimiche, o altri fattori”.
…ho sottolineato in neretto le parti che ritengo interessanti,
sono tutti condizionali e non spiegano nulla, siamo nel mondo
delle ipotesi…
Sintomi
Come si manifesta questo tipo di tumore e quali sono i
maggiori sintomi?
Il cancro al colon presenta sintomi variabili e differenti:
secondo della posizione in cui compare, della sua
estensione e anche della presenza di emorragie o
ostruzioni. Alcune volte i sintomi possono essere confusi
con quelli di altre malattie dell’apparato addominale o
intestinale, quindi spesso sottovalutati.
Inizialmente il tumore all’intestino è asintomatico o con
sintomi difficilmente riscontrabili; infatti nella maggior
parte dei casi i polipi non presentano sintomi e soltanto il
5% circa possono causare perdite di sangue. Si tratta del
“sangue occulto”, rilevabile solo con un esame delle feci.
Alcuni sintomi iniziali sono spesso: stanchezza e mancanza
di appetito, ma anche più gravi come anemia, perdita di
peso e stitichezza alternata a diarrea.
Questi però sono tutti sintomi comuni a moltissime altre
situazioni patologiche più o meno gravi, per questo di solito
non viene prestata molta attenzione.
Nel tempo questo tipo di tumore può provocare sintomi più
specifici come occlusione o sub-occlusione intestinale.
Se il tumore diventa molto grande può provocare
improvvisi gonfiori e distensione addominale, dolori
addominali, vomito e una grave interruzione di evacuazioni
dovute ad un abnorme assenza di movimenti intestinali;
oppure a blocco intestinale che rappresenta un’emergenza
medica e chirurgica.
I tumori presentano vasi sanguini più sottili e delicati
quindi con maggior tendenza a sanguinare, questo porta
spesso ad emorragie interne al colon. In questi casi un
sintomo molto comune è il sangue mescolato alle feci.
Anche in questo caso non è facile stabilire con esattezza la
causa, per esempio tracce di sangue sulla carta igienica
indicano a volte problemi di emorroidi, di ulcera, o di
ragadi anali. Oppure cambiamenti cromatici delle feci sono
causate anche dal consumo di integratori di ferro o di
alcuni tipi di medicinali antidiarroici.
diagnosi
Come si diagnostica un tumore all’intestino?
Si dice che la diagnosi precoce del cancro al colon sia la
soluzione migliore per aumentare la probabilità di
guarigione, ma come abbiamo visto, questa patologia
spesso non presenta sintomi evidenti.
Viene quindi consigliato di sottoporsi a visite specialistiche,
sopratutto quando si pensa di rientrare in una delle
categorie a rischio: età, patologie dei famigliari e storia
medica personale.
…oppure quando si segue un’alimentazione ricca di grassi e prodotti
animali…
La diagnosi più immediata per diagnosticare la possibilità di
avere un tumore al colon è fatta tramite la palpazione
dell’addome, con questo semplice metodo è facile scoprire
eventuali masse tumorali.
Se si sospetta un cancro del colon-retto, questo metodo è
comunque insufficiente a determinare con certezza la
presenza di un tumore.
Ci sono alcune metodologie che la medicina usa per
determinare con più certezza la presenza o meno di questo
tipo di tumore: la colonscopia o la rettosigmoidoscopia.
Questi esami possono evidenziare una crescente lesione
nell’area dell’ano o del retto o rilevare un polipo o una
lesione cancerosa.
La sigmoidoscopia:
Inserendo un telescopio rigido nel retto o nella parte più
bassa del colon (sigmoide), i medici possono controllare
eventuali anomalie all’interno del colon.
La rettosigmoidoscopia differentemente dalla colonscopia,
osserva solo la prima parte dell’intestino.
La colonscopia:
Questo esame è più profondo della sigmoidoscopia poiché
viene usato un tubo più lungo e flessibile che raggiunge la
prima parte del colon attraversando tutto il retto.
La sonda utilizzata per la colonscopia è dotata di
telecamera che riprende tutto il percorso inviandolo ad un
monitor.
A volte, durante l’esame endoscopico, viene rimossa una
piccola parte di tessuto anomalo o i polipi (biopsia).
Tramite la biopsia lo specialista può rilevare il tumore nei
tessuti prelevati.
Esistono altri esami utili a diagnosticare il tumore
all’intestino, uno dei più comuni è la Tac. Tramite una
macchina a raggi x, i medici possono controllare la
presenza di eventuali anomalie all’interno dell’addome.
Il clistere al bario
Un metodo che aiuta a diagnosticare questo tipo di tumore
è il clistere al bario (un elemento metallico di colore
argenteo, tenero e molto tossico). Questo liquido bianco
una volta nel retto, aiuta tramite i raggi x, ad osservare lo
stato di diffusione dl tumore nell’intestino.
Cura e terapia
Come si può curare il tumore all’intestino?
Dalle statistiche, sembrerebbe che negli ultimi anni, la
percentuale di sopravvivenza per i trattamenti del cancro al
colon sia aumentata.
La cura dipende anche dallo stadio in cui si trova questa
patologia, se in fase iniziale la procedura comune richiede
un’intervento chirurgico: asportazione del tratto di intestino
in cui è presente il tumore. Per evitare che alcune cellule
tumorali si riformino nella stesso posto, è prassi che dopo
l’operazione segua anche una terapia adiuvante.
Quando il cancro al colon è in stato avanzato, è probabile
che altri organi come il fegato siano ormai assaliti dal
tumore (metastasi) e in questi casi non è più possibile
intervenire chirurgicamente. A questo punto le alternative
della medicina tradizionale sono altre e vengono scelte in
base allo stadio di gravità del tumore.
Radioterapia
La radioterapia (radiazioni ad elevata energia) viene
utilizzata nei casi in cui il tumore interessa maggiormente il
retto e talvolta è impiegata prima dell’intervento
chirurgico.
La radioterapia utilizzata per combattere il cancro al colon
si utilizza o prima dell’intervento chirurgico in modo da
ridurre la massa tumorale. In caso di di tumori in stadio
avanzato non operabili, la radioterapia viene usata per
tenere controllati i sintomi e per cercare di rallentare la
progressione del cancro.
La radioterapia si può usare esternamente, bombardando
l’intestino con onde per uccidere le cellule cancerogene,
oppure internamente (brachiterapia) tramite una sorta di
"tubo" radioattivo che viene inserito nell’ano fino a
raggiungere il tumore.
Chemioterapia
La chemioterapia consiste in un cocktail micidiale di
farmaci che uccide le cellule tumorali.
…ma non solo, a quanto pare devasta anche tutto l’organismo
perché non distingue tra le cellule cancerogene e quelle sane…
Questa procedura viene impiegata in tre differenti
metodologie:
√ prima della chirurgia e insieme alla radioterapia con
l’intenzione di ridurre l’estensione del tumore.
√ dopo l’intervento chirurgico per prevenire recidive
(ricomparsa del tumore).
√ in casi di stadio avanzato del tumore è utilizzata per
alleviare i sintomi rallentandone la progressione.
Con la chemioterapia si cerca di combattere il cancro
facendo uso di sostanze chimiche tossiche, molto forti e
pericolose, che causano: nausea, vomito, perdita dei
capelli e tra l’altro mette a grave rischio il funzionamento
del sistema immunitario.
Farmaci Biologici
I farmaci biologici sono medicinali relativamente nuovi,
creati per interagire con alcuni componenti vitali delle
cellule tumorali e come nel caso del tumore al colon, per
rallentarne la crescita.
Questi farmaci colpiscono normalmente due proteine: il
fattore di crescita dell'endotelio vascolare (VEGF) o
dell'epidermide (EGFR).
Sembrerebbe che questi farmaci biologici non possano
venire utilizzati per tutti i casi, sarebbe necessario
possedere alcune caratteristiche genetiche, inoltre il loro
utilizzo è legato anche allo stadio più o meno avanzato del
tumore.
Chirurgia
I dati statistici dicono che in un caso su cinque, quando si
diagnostica il tumore al colon, questo è già in uno stadio
troppo avanzato per poter intervenire chirurgicamente.
La chirurgia rimane comunque il principale trattamento,
anche se spesso da sola non è sufficiente per combattere la
malattia.
Quando il cancro si presenta in uno stadio iniziale è
possibile rimuovere chirurgicamente solo una piccola parte
della parete dell’intestino, ma spesso viene rimossa una
sezione di colon e a volte di linfonodi.
Non sempre durante l’operazione e possibile ricongiungere
i due lembi dell’intestino, una pratica necessaria per
recuperare pienamente la funzionalità intestinale.
Quindi si ricorrere spesso alla colostomia, cioè la creazione
di un nuova uscita per le feci sull’addome (praticamente
ricostruiscono un’ano artificiale da qualche parte sulla
pancia).
La colostomia, a seconda dei casi, può essere temporanea
o permanente.
Con questa operazione
intestinale, infatti per
prassi normale porre
colon per raccogliere le
si perde completamente il controllo
prevenire fuoriuscite impreviste, è
un sacchetto sopra l’apertura del
feci.
Durante l’operazione di solito vengono sezionati i linfonodi
per verificare se e quanto, il cancro si sia diffuso anche
fuori dal colon.
Rischi e complicazioni
Ecco alcuni rischi e complicazioni conseguenti l’intervento
chirurgico atto ad asportare il tumore al colon:
√ complicazioni legate all’anestesia, tra cui: ictus,
insufficienza renale, polmonite e coaguli di sangue nelle
gambe. Questi coaguli possono spostarsi dalle gambe ai
polmoni causando carenza di respiro, dolori al torace e
anche embolia polmonare (morte).
√ rischi associati al tipo di intervento chirurgico come:
grave infezione a livello cutaneo, note come “peritonite”,
questo può richiedere una cura a base di antibiotici ed
eventualmente un’altro intervento chirurgico.
√ perdite di sangue durante o dopo l’operazione: possibilità
di una trasfusione di sangue o di un’altra operazione.
√ Cicatrici cutanee che possono essere, oltre che poco
estetiche, anche molto dolorose.
Durante questo tipo di operazioni chirurgiche (per molti
motivi) si possono presentare delle complicazioni anche
gravi, che coinvolgono i seguenti organi:
√ Stomaco e intestino (possono per errore venire perforati)
√ problemi alla Milza
√ vescica e ureteri (potrebbero venire lesi)
√ utero e ovaie (potrebbero venire lesi)
√ danni alla parete dell’addome che potrebbero richiede
un’ulteriore intervento
√ possibili formazione di ernie attraverso le incisioni a
causa della parete interna dell’addome debole (potrebbe
richiedere un’altra operazione)
√ complicazione o fallimento dell’anastomosi, solitamente
ciò provoca un’infezione addominale che richiede una
successiva operazione chirurgica
Dopo l’intervento
Ad operazione conclusa il paziente non dovrà mangiare o
bere per alcuni giorni, questo per permettere
all’anastomosi di cicatrizzare.
Spesso per alcuni giorni, viene inserito un tubo che tramite
le narici arriva allo stomaco, questo serve per risucchiare
l’aria dallo stomaco evitando al paziente la percezione di
nausee o gonfiori.
Poi dopo aver analizzato i reperti patologici derivanti
dall’intervento e da altri esami, i medici potrebbero ritenere
necessario un ulteriore intervento o un’altro tipo
trattamento come la radioterapia e la chemioterapia.
Prevenzione
La prevenzione ideale suggerita dalla medicina tradizionale
è basata sulla correzione dei fattori di rischio eliminabili,
come: la dieta, il fumo, la mancanza di attività fisica e
l’alcol.
La prevenzione di maggior impatto secondo sempre la
medicina ufficiale, sarebbe quella di utilizzare la chirurgia
per rimuovere le lesioni precancerose (polipi), che
potrebbero precedere di anni lo sviluppo del cancro al
colon.
…è stato ben dimostrato che cambiando le abitudini alimentari
errate: quindi seguendo un regime alimentare il più possibile
naturale, a base di verdure o frutta fresca ed eliminando anche tutti
gli alimenti dannosi, eventuali polipi scompaiono in poco tempo…
Comunque per identificare queste lesioni, esistono
varie modalità.
Per quanto riguarda l’Italia, sono attivi Programmi
Regionali basati sulla ricerca di sangue occulto nelle feci,
raccomandato dai medici per i pazienti di età superiore ai
50 anni e da ripetersi ogni 2 anni.
In caso di diagnosi positiva, diventa obbligatorio
sottoporsi a una colonscopia, questo per essere sicuri che
si tratti di un tumore.
Esistono tuttavia alternative efficaci anche per ridurre il
rischio di sviluppare il tumore al colon.
Dieta
Una dieta a basso contenuto di grassi e ricca di fibre
vegetali, frutta e verdura sopratutto, riduce il rischio di
tumore al colon, oltre che altre tipologie di tumori e le
malattie cardiovascolari.
…il rischio può venire completamente annullato se si sceglie di
seguire una dieta veramente sana e senza prodotti di origine
animale…
Attività fisica
La possibilità di trovarsi a combattere un tumore al colon
può essere ridotta anche grazie all’esercizio fisico, che può
essere intenso o moderato.
Peso corporeo
Ricordiamoci che il rischio di tumore al colon-retto viene
aumentato dall’obesità.
Fumo
Smettere di fumare dovrebbe essere la prima cosa da fare,
in ogni caso.
Alcol
Diminuire il consumo di alcol è il primo consiglio, meglio
eliminarlo del tutto quando si è stabilito di avere il cancro o
solo i polipi.
Diverticolosi e Diverticolite
Vediamo intanto la differenza: la diverticolosi è la semplice
presenza dei diverticoli, mentre la diverticolite è una
patologia che riguarda l’infiammazione o il sorgere di
complicazioni ai diverticoli.
Prendiamo in considerazione anche questa patologia in
quanto chi soffre di diverticolite, corre un rischio maggiore
rispetto alla popolazione sana, di essere colpito in futuro di
tumore al colon. Quindi attenzione anche a questa
patologia, anche se non sembra essere così grave è un
segnale da non sottovalutare.
La diverticolite si presenta quando uno o più diverticoli nel
tubo digerente s’infiammano o si infettano. I diverticoli
sono piccole sporgenze che possono formarsi in qualsiasi
punto del sistema digestivo ma maggiormente riscontrati
nell'intestino.
Oltre il 10% della popolazione statunitense di età superiore
ai 40 anni ed il 50% di età superiore ai 60 anni presenta
diverticolosi.
Questa malattia è comune negli Stati Uniti, in Gran
Bretagna, in Australia e Canada. Risulta invece rara in Asia
ed in Africa. Infatti è una tipica malattia delle società
industrializzate occidentali, un'ampia letteratura scientifica
ne documenta l'assenza o la minore incidenza nei paesi in
cui vi è un alto consumo di fibre e tra le popolazioni
prevalentemente vegetariane.
Chi è colpito da diverticolosi deve consumare tutti i giorni
una giusta quantità di fibre eliminando o riducendo prodotti
carnei.
Sembra molto importante consumare soprattutto fibre
insolubili poiché queste assorbono grandi quantità d’acqua
aumentando il volume delle feci, facilitando così il corretto
transito intestinale.
Con il giusto svuotamento del colon, operato dalla fibra
vegetale, si può evitare il ristagno delle feci, feci che se
accumulate possono premere sulle pareti intestinali
f avo r e n d o l a c o m p a r s a d i d i ve r t i c o l i o c r e a n d o
infiammazione.
Non tutte le fibre vegetali sono uguali
La componente insolubile delle fibre della cellulosa, si è
rivelata particolarmente utile alla riduzione del rischio di
diverticolite, ma questa caratteristica non sembra essere
altrettanto valida per la fibra dei cereali.
Ecco perché frutta e vegetali sono raccomandati come una
fonte di fibre ottime per la prevenzione della malattia
diverticolare.
Però può capitare che persone già colpite da diverticolite
possano riscontrare alcuni problemi assumendo fibre,
soprattutto nella fase acuta della malattia: nei diverticoli,
quando la masticazione non è fatta come si deve, possono
accumularsi piccole sostanze come alcuni semi contenuti
nella frutta.
kiwi, pomodori e cocomero potrebbero dare dei problemi
(stitichezza) in caso di diverticolite ricorrente.
…basta togliere i semi dai pomodori e non mangiare quelli
dell’anguria, per i kiwi se ne può anche fare a meno…
La malattia diverticolare (o diverticolite) modifica la
motilità intestinale, predisponendo il paziente anche ad un
maggior rischio di intolleranze alimentari.
Per quanto riguarda il consumo di carne, si è rilevato che è
associato alla comparsa della diverticolosi sintomatica.
Infatti e non è un caso, l'incidenza di questa condizione è
nettamente inferiore nei vegetariani e quasi nulla nei
vegani.
Fermenti lattici
Pubblicità fuorvianti stanno convincendo parecchie persone
ad assumere fermenti lattici con l’intento di regolarizzare la
propria funzionalità intestinale.
Però chi soffre di malattia diverticolare questi fermenti
potrebbero complicare la sindrome da contaminazione
batterica ed avere un effetto contrario a quanto sperato.
I fermenti lattici potenziano ulteriormente la flora batterica
del colon favorendo meteorismo, stitichezza, flatulenza e
diarrea.
Statistiche
Il tumore al colon è in assoluto il cancro a maggiore
insorgenza tra gli italiani, circa 55.000 diagnosi ne 2013
Figura 1: stime di incidenza e mortalità per tumore del colon-retto in Italia negli uomini e nelle donne.
Tassi standardizzati per 100.000 persone/anno (popolazione standard europea), età 0-99 anni.
80
60
50
incidenza U
40
30
incidenza D
20
mortalità U
10
mortalità D
0
1970
1973
1976
1979
1982
1985
1988
1991
1994
1997
2000
2003
2006
2009
2012
2015
Tassi standardizzati per 100.000
(pop. Europea)
70
anno di calendario
Figura 2: stime di prevalenza per tumore del colon-retto in Italia negli uomini e nelle donne. Proporzione grezza
per 100.000 abitanti, età 0-99 anni. (La prevalenza è espressa come proporzione grezza poiché fornisce informazioni
sul reale
carico sanitario della patologia oncologica)
Fonte:
www.tumori.net
500
Proporzione grezza per 100.000
Tra gli450uomini si trova al terzo posto, dopo il cancro alla
400
prostata
e al polmone (14% di tutti i nuovi tumori).
350
Nelle 300
donne è al secondo posto, preceduto soltanto dal
250 al seno (circa il 14%).
Uomini
tumore
200
Donne
150
100
50
http://www.tumori.net/it3/rapporti%20sedi/Colonretto.pdf
0
1970
1973
1976
1979
1982
1985
1988
1991
1994
1997
2000
2003
2006
2009
2012
2015
Per maggiori dettagli sulle statistiche vi rimando a questo sito:
Si stima che in Italia nel 2013 siano stati diagnosticati
Variabilità
territoriale
113
nuovi
casi di tumore al colon ogni 100.000 uomini e
Le tendenze
incidenza,
mortalità
e prevalenza
del tumore del colon-retto stimate in Italia non
80
nuovidicasi
ogni
100.000
donne.
sono omogenee sul territorio italiano (figura 3). L’incidenza tra gli uomini, dopo un primo periodo
di forte crescita, dal 2004 ha iniziato a stabilizzarsi nelle regioni settentrionali e centrali, mentre
Ilnelle
numero
totalecontinua
di persone
hapuravuto
nelvalori
corso
della
regioni meridionali
il suo trend che
crescente,
presentando
più bassi.
Nelle
donne,
invece,
la stabilizzazione
del rischio colorettale
di ammalarsi è comune
tutte lecrescita
aree italianein
con
vita
una
diagnosi
di tumore
è in aforte
livelli minori al Sud.
entrambi i sessi: nel 2013 sono stati stimati 393.650 casi
Che il Sud non sia più l’area a minor rischio del Paese emerge anche dall’analisi della mortalità:
prevalenti,
cuidi211.920
tra gli
uomini
181.730
tra leera
mentre nel 1970 di
il rischio
morire per i residenti
(uomini
e donne)edelle
regioni meridionali
circa la metà rispetto alle aree del Centro-Nord, nel 2015 il rischio di morte è stimato essere
donne.
equivalente tra le diverse aree geografiche (figura 4).
…volevo sottolineare il fatto che le statistiche e i grafici sono
elaborati su una popolazione da 0 a 99 anni, ora, se
consideriamo che l’età in cui questo tipo di tumore è più
frequente (la percentuale dei casi è circa il 90% oltre i 50 anni)
i grafici andrebbero rivisti e l’impatto visivo ed emotivo
sarebbe ben più grave, sopratutto per gli ultra cinquantenni…
In occidente questo tipo di cancro è al terzo posto per
diffusione e mortalità, dopo il cancro al seno per la donna e
al polmone per l’uomo.
É ancora poco diffuso al di sotto dei 40 anni, ma aumenta
gradualmente con l’età fino al suo massimo verso gli 80
anni, questo indipendentemente dal sesso.
…questo è ovvio, più passano gli anni mangiando male e più tossine
si accumulano e questo causa tutta una serie di conseguenze tra
cui anche il tumore al colon…
Nuove ricerche
Le prove scientifiche che dimostrano la correlazione tra
alcuni cibi ed il tumore al colon sono veramente numerose,
quasi ogni mese viene pubblicato un nuovo studio
scientifico.
Ecco per esempio una delle ultime ricerche al riguardo:
Il cancro del colon è una malattia molto temuta e viene
innescata dalla nostra dieta.
L’imperial College di Londra ha riferito tramite Alpha Galileo
(27 aprile 2015): “La dieta comune odierna ha effetti
drammatici sul rischio di cancro al colon sia per gli
americani, sia per gli africani”.
I ricercatori hanno osservato effetti drammatici sui fattori
di rischio per il cancro del colon su volontari americani e
africani che hanno modificato la loro dieta per appena due
settimane.
Le Diete occidentali sono ricche di proteine e grassi, ma
sono a basso contenuto di fibre e sono quindi “fatte
apposta” per aumentare il rischio di cancro al colon.
Discorso diverso per quelle diete africane (originali) che
sono ricche di fibre e povere di grassi e proteine.
I batteri intestinali hanno un ruolo importante
Un nuovo studio ha confermato che una dieta ricca di fibre
può ridurre significativamente il rischio di cancro al colon
dimostrando che i batteri che vivono nell'intestino svolgono
un ruolo decisivo.
Questa notizia è importante perché il tumore del colon è la
quarta causa di morte per cancro in tutto il mondo: più di
600.000 morti l’anno. I tassi di cancro al colon sono molto
più alti nel mondo occidentale che in Africa o in Estremo
Oriente, ma negli Stati Uniti sono proprio gli afro-americani
che presentano maggiormente questa malattia.
…infatti sono quelli che mangiano più carne…
Al fine di individuare il possibile ruolo dei batteri intestinali
in relazione alla dieta e nello sviluppo del cancro del colon,
i ricercatori hanno studiato un gruppo di 20 volontari afroamericani e un altro gruppo di 20 partecipanti provenienti
da zone rurali del Sud Africa.
Nel corso di due settimane, ai due gruppi, in condizioni
strettamente controllate, venne scambiata loro la dieta e
analizzati gli effetti.
All'inizio di questo studio quasi la metà dei soggetti
americani avevano polipi: crescite anomali nel rivestimento
intestinale che può rivelarsi innocuo, ma che può
progredire a cancro.
Nessuno dei partecipanti africani aveva queste anomalie.
Dopo appena due settimane di dieta “originale africana” a
base di vegetali, il gruppo americano aveva nettamente
meno infiammazione nel colon e questo fatto già
diminuisce i biomarcatori di rischio di cancro.
Mentre nel gruppo di afro-americani a cui venne
somministrata una dieta alto-proteica, la classica SAD, si è
stabilito che dopo solo due settimane il rischio di crescita
di cancro era notevolmente aumentato.
DUE SETTIMANE!
Questo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature
Communications. I risultati di questa ricerca suggeriscono
che le persone possono ridurre notevolmente il rischio di
cancro al colon mangiando più fibra e meno (o zero) carne
e prodotti di origine animale.
Anche se questo risultato in sé non è nuovo è stato
sorprendente vedere quanto rapidamente e
drammaticamente i marcatori di rischio possano cambiare
in entrambi i gruppi dopo un cambiamento di dieta così
repentino.
Da questo studio è chiaro come l’occidentalizzazione della
dieta scateni cambiamenti nei biomarcatori di rischio di
cancro al colon che si trovano nella mucosa del colon e
questo nel giro di sole due settimane.
Viceversa è anche interessante sottolineare come un
cambiamento nella dieta da un tipo carnivoro ad uno ricco
di fibre e a basso contenuto di grassi abbia diminuito questi
biomarcatori di rischio di cancro, nel tempo ridotto di sole
due settimane.
Non è mai troppo tardi: modificare la propria alimentazione
in qualsiasi momento, può diminuire o annullare il rischio di
ammalarsi di cancro al colon.
Una dieta ricca di fibre basso contenuto di grassi, come al
solito appare la migliore.
Quindi
In tavola non dovrebbe mai mancare frutta e verdura,
indipendentemente dal nostro stato di salute, vero o
apparente.
I residui vegetali contenuti nella fibra aiutano la motilità
intestinale, inoltre regolando la consistenza delle feci
aiutano anche a irrobustire le pareti intestinali ed
allontanando la probabilità di essere colpiti da tumore
all’intestino.
…oltre a tutta una serie di benefici che abbiamo cercato di spiegare
nel libro “La Frutta che Paradiso”…
Conclusioni personali
Cosa dire? leggendo quello che ho appena scritto mi
sarebbe sicuramente passata la voglia di mangiare carne.
Se non fosse che non la mangio più da qualche anno.
Per mia fortuna ho cominciato ad occuparmi di
alimentazione tempo fa, quindi ora mi sento più tranquillo.
Non mi sarebbe piaciuto arrivare a trovarmi nelle condizioni
di scoprire d’aver un tumore al colon o da qualche altra
parte, solo perché non ho voluto (o saputo di dover)
rinunciare alle mie precedenti abitudini alimentari.
“Purtroppo (o per fortuna) non sono un medico, un
dietologo o un nutrizionista, sono soltanto un ricercatore
indipendente, non ho né il titolo né il permesso legale di
consigliare niente a nessuno, l’unica cosa che posso
raccomandarvi e quella di informarvi, informarvi e
informarvi ancora.”
Diego Pagani
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