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F i l i p p o M e d i n a
Diagnosi precoce
per una grave malattia
Uno dei tumori più diffusi nei
paesi occidentali è quello che
interessa la mucosa del colon e
del retto, meglio definito come
cancro colon-rettale. In particolare, secondo recenti stime,
rappresenterebbe il secondo
tumore per ordine di frequenza
e la seconda causa principale
di decesso per cancro
C
on opportune analisi ed esami
effettuati con cadenza regolare,
è possibile diagnosticare il cancro colon-rettale in fase precoce e ridurre, così, il rischio di decesso. È dimostrato, infatti, che i metodi di screening
attualmente disponibili sono in grado di
diagnosticare più del 50% dei tumori colon-rettali negli stadi più precoci, aumentando, così, la percentuale di guarigione dopo l’asportazione chirurgica,
prima della diffusione metastatica (la
diffusione del tumore dalla sua sede originale ad altri organi o tessuti).
UN SANGUINAMENTO SOSPETTO
In genere, il tumore colon-rettale non
provoca sintomi evidenti per lungo tem-
po. Quasi sempre, la persona avverte
una stanchezza generale ingiustificata a
causa della perdita di sangue occulto,
cioè non visibile a occhio nudo, nella zona colpita dal tumore.
Il paziente, così, spesso si reca dal medico solo quando il sanguinamento nelle feci è evidente e, quindi, quando il tumore è in una fase avanzata. Ecco allora l’importanza di sottoporsi con regolarità a indagini preventive, primo fra
tutti l’esame delle feci con la ricerca di
sangue occulto, che permette di rilevare con buona precisione l’eventuale presenza di particelle ematiche non visibili a occhio nudo.
LA RICERCA
DI SANGUE OCCULTO
Fino a pochi anni fa, per ricercare la presenza di sangue nelle feci si utilizzava
una cartina impregnata al guaiaco, da
mettere a contatto con le feci.
Questo esame richiedeva una dieta priva
di carne per almeno tre giorni precedenti quello dell’esame. Oggi si utilizza una
nuova metodica che distingue il sangue
umano da quello di altre specie animali;
oltre che essere molto più preciso e sensibile, per questo esame non è necessaria
alcuna dieta. Se la reazione del test è positiva, significa che è presente un sanguinamento, che può far sospettare un
adenoma (lesione pre-cancerosa) o un
cancro del colon-retto in fase iniziale.
Per ridurre il rischio di falsi positivi,
però, la persona nei giorni precedenti il
test deve evitare l’assunzione di cibi contenenti perossidasi o di farmaci che possono essere lesivi per la mucosa dello stomaco (salicilati e altri antinfiammatori).
Inoltre, il medico dovrà tenere conto ed
escludere che l’eventuale sanguinamento non derivi da altre malattie non cancerose, come le emorroidi, l’ulcera peptica e la diverticolosi intestinale, di gran
lunga le cause più frequenti di presenza
di sangue nelle feci.
LA SIGMOIDOSCOPIA
Altro esame molto utile per la diagnosi
precoce di tumore colon-rettale è la sigmoidoscopia, un’indagine che tramite
un tubo rigido o flessibile a fibre ottiche
permette di visionare l’interno del colon
sigmoideo (l’ultimo tratto di colon, con
caratteristica forma a “S”, che continua
poi con l’intestino retto).
La procedura dura in media 8 minuti e
durante l’esame è possibile eseguire biopsie, ma non la polipectomia (esportazione di polipi), che andrebbe limitata alle persone in corso di colonscopia, dopo
una completa preparazione intestinale.
La brevità della parte analizzata, però, limita l’utilità di questo esame come indagine preventiva di tumore.
Con la sigmoidoscopia, infatti, si possono analizzare soltanto gli ultimi 20-30
centrimetri di intestino, dove, secondo
statistiche aggiornate, si svilupperebbe
solo il 20-30 per cento di tutti i tumori
colon-rettali.
IL CLISMA OPACO
E LA COLONSCOPIA
Per una diagnosi più approfondita il me-
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DAI 50 ANNI IN SU
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Filippo Medina ha una lunga esperienza professionale di medico internista (già clinico universitario e primario medico). Attualmente esercita come specialista di medicina interna presso il Centro diagnostico italiano e presso la Casa di cura S.
Pio X di Milano. Svolge inoltre un’intensa attività
di giornalista medico come responsabile di riviste
specialistiche ed è collaboratore di numerosi giornali e riviste tra cui Il Giornale, Le Scienze, Nel Blu,
ViverSani&Belli, In Forma Perfetta.
La strategia di screening raccomandata dall’American Cancer Society prevede per
tutti i soggetti di ambo i sessi dai 50 anni in poi di sottoporsi ogni anno alla ricerca di
sangue occulto nelle feci e ogni 3-5 anni a una rettosigmoidoscopia.
La colonscopia, invece, in linea generale andrebbe effettuata ogni 10 anni, sempre a partire dai 50 anni d’età.
Esami più ravvicinati, naturalmente, sono richiesti per le persone con un rischio di
cancro colon-rettale superiore alla norma o che mostrano risultati delle analisi dubbi o positivi e, comunque, secondo indicazione medica.
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FATTORI
DI RISCHIO
Alcuni individui rispetto ad altri presentano un più alto rischio di sviluppare un carcinoma del colon-retto.
Questi, in particolare, sono i pazienti:
• affetti da rare sindromi familiari
(poliposi ereditaria e cancro del colon retto ereditario non associato a
poliposi);
• con lunga storia di colite ulcerosa;
• con anamnesi familiare positiva (precedenti casi in famiglia) per carcinoma del colon retto o per adenoma;
• con diagnosi pregressa per cancro
della mammella, dell’ovaio o dell’endometrio.
Tutti questi sono fattori di rischio non
modificabili, ma esistono anche alcune
abitudini e comportamenti a rischio
che, se modificati, possono contribuire
a ridurre il rischio di ammalarsi di tumore. Si parla, in questo caso, di:
• una dieta troppo calorica e povera
di fibre;
• l’abitudine al fumo;
• l’eccessivo consumo di bevande alcoliche.
dico dovrebbe avere la possibilità di visionare tutto il colon e, per fare questo,
la persona deve sottoporsi a un clisma
opaco o, meglio ancora, alla colonscopia.
Il primo rappresenta un esame radiologico della parte da analizzare (il colon,
appunto), che viene opacizzata attraverso una sostanza (bario) introdotta mediante clistere.
La colonscopia, invece, è un esame che,
tramite un endoscopio a fibre ottiche,
permette di esplorare tutto il colon, fino
al cieco. Inoltre, offre la possibilità di eliminare direttamente eventuali polipi (tumori benigni) e di prelevare un frammento di tessuto della mucosa da sottoporre all’esame istologico (biopsia).
Solitamente, la colonscopia richiede
però la sedazione del paziente e l’utilizzo
di attrezzature ospedaliere e il suo costo,
quindi, risulta essere più elevato rispetto
alle altre indagini. Nonostante queste limitazioni, la colonscopia costituisce l’esame di scelta in caso di positività della
ricerca di sangue nelle feci.
䡺
QUESTA PATOLOGIA
È INSERITA
NEL PROGRAMMA
DI PREVENZIONE
FASDAC
Vi ricordiamo che uno dei sette moduli del programma
di prevenzione del Fondo di assistenza sanitaria per i
dirigenti di aziende commerciali (Fasdac) è la prevenzione per il tumore del colon-retto.
I moduli di prevenzione sono erogati esclusivamente
attraverso le strutture sanitarie convenzionate che
hanno aderito al programma di prevenzione Fasdac.
L’elenco delle strutture è aggiornato in tempo reale e
consultabile sul portale www.manageritalia.it, nell’apposito motore di ricerca della sezione “Servizi”.
Il programma di prevenzione è totalmente gratuito.
Per ulteriori informazioni visita il portale
www.manageritalia.it, oppure contatta
la tua Associazione territoriale.
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