Venezia, 03 aprile 2013 Giovanni Finotto D. Lgs. n. 81 del 9 aprile 2008 e smi “Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro”. 1. Titolo XI - Articolo 288 - Definizioni Ai fini del presente Titolo, si intende per: «atmosfera esplosiva» una miscela con l’aria, a condizioni atmosferiche, di sostanze infiammabili allo stato di gas, vapori, nebbie o polveri in cui, dopo accensione, la combustione si propaga nell’insieme della miscela incombusta. 1-bis Per condizioni atmosferiche si intendono condizioni nelle quali la concentrazione di ossigeno nell’atmosfera è approssimativamente del 21 per cento e che includono variazioni di pressione e temperatura al di sopra e al di sotto dei livelli di riferimento, denominate condizioni atmosferiche normali (pressione pari a 101325 Pa, temperatura pari a 293 K), purché tali variazioni abbiano un effetto trascurabile sulle proprietà esplosive della sostanza infiammabile o combustibile. 2 D. Lgs. n. 81 del 9 aprile 2008 e smi “Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro”. Il Titolo XI non si applica: alla produzione, alla manipolazione, all’uso, allo stoccaggio ed al trasporto di esplosivi o di sostanze chimicamente instabili. La valutazione ATEX … NON BASTA??!!! 3 LE OSSERVAZIONI ED I LIMITI NEL PROCESSO DI VALUTAZIONE Ciò che è … non è solo ciò che appare. … abituiamoci ad osservare meglio! Un’osservazione molto puntuale e non contestualizzata non è in grado di garantire informazioni primarie e fondamentali MgCa(CO3)2 MgCa(CO3)2 MgCa(CO3)2 MgCa(CO3 )2 MgCa(CO3)2 MgCa(CO3)2 Un’osservazion e superficiale non coglie informazioni fondamentali Articolo 17 - Obblighi del datore di lavoro non delegabili a) la valutazione di tutti i rischi con la conseguente elaborazione del documento previsto dall’articolo 28; Articolo 28 - Oggetto della valutazione dei rischi 1. La valutazione di cui all’articolo 17, comma 1, lettera a), anche nella scelta delle attrezzature di lavoro e delle sostanze o dei preparati chimici impiegati, nonché nella sistemazione dei luoghi di lavoro, deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra … e i rischi derivanti dal possibile rinvenimento di ordigni bellici inesplosi nei cantieri temporanei o mobili 5. Laddove la natura dell’attività lavorativa non consenta di prevenire sul luogo di lavoro la presenza di concentrazioni pericolose di sostanze infiammabili o quantità pericolose di sostanze chimicamente instabili, il datore di lavoro deve in particolare: a) evitare la presenza di fonti di accensione che potrebbero dar luogo a incendi ed esplosioni, o l’esistenza di condizioni avverse che potrebbero provocare effetti fisici dannosi ad opera di sostanze o miscele di sostanze chimicamente instabili; b) limitare, anche attraverso misure procedurali ed organizzative gli effetti in caso di incendio o di esplosione dovuti all’accensione di sostanze infiammabili, o gli effetti dannosi derivanti da sostanze o miscele di sostanze chimicamente instabili. 6. DPC – DPI in atmosfere potenzialmente esplosive. 7. Controllo degli impianti, apparecchi e macchinari con sistemi e dispositivi finalizzati alla limitazione del rischio di esplosione o dispositivi per limitare la pressione delle esplosioni. ESPLOSIONE Un'esplosione è un improvviso e violento rilascio di energia termica e meccanica a partire da energia chimica o nucleare, con produzione di gas ad altissima temperatura e pressione. L'espansione istantanea di questi gas genera un'onda d'urto nel mezzo fisico in cui avviene, che in assenza di ostacoli si espande in fronti d'onda sferici centrati nel punto d'origine dell'esplosione. Se incontra ostacoli esercita su di essi una forza tanto maggiore quanto maggiore è la superficie investita e quanto più è vicina al centro dell'esplosione. Le esplosioni chimiche vengono suddivise in: deflagrazioni, nelle quali la propagazione della reazione chimica di esplosione è una forma di combustione endogena che procede nel materiale a velocità subsonica; detonazioni, nelle quali la reazione chimica di esplosione non è una combustione, ma una decomposizione diretta della molecola di esplosivo, innescata direttamente dall'onda d'urto: la reazione di esplosione procede quindi alla velocità del suono in quella particolare sostanza attraverso tutto il materiale, e la pressione e temperatura finale dei prodotti di reazione sono quindi molto più elevate. 9 Nel caso degli alti esplosivi, il gas è generato da una reazione esotermica di decomposizione e l'alta pressione viene raggiunta istantaneamente senza che l'esplosivo debba essere racchiuso in un involucro. Il gas rilasciato, nel porsi in equilibrio con l'ambiente, dissipa la sua energia producendo effetti la cui natura (acustica, termica, meccanica) ed entità dipendono da fattori quali: 1. - rapidità del rilascio, 2. - pressione al momento del rilascio, 3. - quantità rilasciata, 4. - direzioni verso cui avviene il rilascio. Agli effetti prodotti dalla dissipazione di energia si aggiungono quelli derivanti: - dai proiettili eventualmente lanciati nel rilascio, che possono colpire e frantumare, perforare e/o produrre altre avarie strutturali; - dall'eventuale alta temperatura dei gas rilasciati che può causare gravi danni da calore a quanto si trova nell'ambiente circostante: danneggiamento delle superfici colpite dai gas, distorsione termica e incendio di combustibili. ESPLOSIONE CHIMICA – REAZIONE CHIMICA DI OSSIDO RIDUZIONE GAS, VAPORI, NEBBIE, POLVERI, AEROSOL STABILITÀ E REATTIVITÀ REAZIONE TRA SOSTANZE INCOMPATIBILI DECOMPOSIZIONE TERMICA RUNAWAY REACTIONS Esplosioni fisiche o scoppi Nella definizione di esplosione non sono contemplati fenomeni di aumento di pressione e/o di temperatura, non associati a reazioni chimiche. Esplosioni per transizioni di fase (liquida/solida – gas/vapore) – Bombole, recipienti in pressione, ghiaccio/acqua olio bollente Esplosioni fisiche possono essere seguite da esplosioni chimiche Esplosioni cinetiche Esplosioni nucleari Esiste la possibilità di un’esplosione in assenza di aria!!! Indagare tutte le possibili esplosioni e le reazioni violente non identificabili e classificabili come ATEX. 11 Esplosioni fisiche Come abbiamo detto sopra le "esplosioni fisiche" sono rilasci di gas o vapori ad alta pressione che non implicano reazioni chimiche. Le esplosioni fisiche possono provocare danni rilevanti per i loro effetti meccanici, ma gli effetti derivanti dalla natura chimica del materiale rilasciato al contatto con l'ambiente possono essere devastanti. Prescinderemo dagli effetti dei gas tossici (per es. rilascio di cloro) e ci limiteremo a citare quelli dovuti alla combustibilità dei materiali rilasciati. Il cedimento di gasdotti (gas naturale) per effetto della corrosione o dello stress dei materiali è un tipico esempio di esplosione fisica che è quasi sempre seguito da accensione del gas combustibile rilasciato. La rottura per sovrappressione o danno meccanico di recipienti o tubazioni contenenti liquidi surriscaldati o gas liquefatti ha come conseguenza la vaporizzazione quasi istantanea (flash vaporization) di parte del liquido per raffreddarlo sino alla sua temperatura di ebollizione normale. Tratto da «Incidenti in ambiente chimico – Cardillo P. SSC» Esplosioni fisiche Questo fenomeno è chiamato comunemente B.L.E.V.E., acronimo di Boiling Liquid Expanding Vapor Explosion. Gli effetti dipendono dalla quantità dei gas e vapori rilasciati e dalla velocità di rilascio. Si ha B.L.E.V.E. per rottura di una caldaia a vapore a grande massa d'acqua, per la rottura di una bombola di anidride carbonica o di ammoniaca, per la rottura di una sfera di GPL. Quando, in particolare, il fenomeno riguarda liquidi infiammabili surriscaldati o gas combustibili liquefatti, all'esplosione fisica può seguire un'esplosione secondaria, con effetti catastrofici, dovuta all'accensione del materiale rilasciato. Tratto da «Incidenti in ambiente chimico – Cardillo P. SSC» Esplosioni chimiche In linea generale qualunque reazione chimica che comporti la produzione di composti gassosi o il cui svolgimento esotermico può dare luogo alla vaporizzazione di altre sostanze presenti o al riscaldamento di gas presenti può, se uscita di controllo, causare un'esplosione. Mentre le reazioni chimiche endotermiche richiedono il verificarsi di circostanze particolari per dare luogo ad un'esplosione, per quelle esotermiche le condizioni necessarie possono raggiungersi rapidamente se il calore prodotto dalla massa in reazione supera quello ceduto all'ambiente. Poiché, in media, ad ogni aumento di temperatura di 10 gradi centigradi corrisponde un raddoppio della velocità di reazione, è subito evidente come una reazione esotermica possa autoaccelerarsi e uscire di controllo provocando un'esplosione. Tratto da «Incidenti in ambiente chimico – Cardillo P. SSC» Le "esplosioni chimiche" possono a loro volta essere suddivise in: - Esplosione di sostanze esplosive. Cioè, esplosioni dovute alla decomposizione rapidissima, autopropagantesi e fortemente esotermica di sostanze ad alto contenuto energetico con formazione di sostanze più stabili, quasi sempre gassose ma talvolta almeno in particelle solide. Appartengono a questo gruppo gli esplosivi propriamente detti. - Esplosioni termiche dovute a reazioni esotermiche fuori controllo (combustione esclusa). Reazioni, cioè, in cui il calore prodotto dalla massa reagente non viene ceduto all'ambiente con rapidità sufficiente ad impedire un'autoaccelerazione della reazione stessa e produzione, diretta o indiretta, di gas ad alta pressione e temperatura. -Esplosione di miscele combustibili gassose (gas e vapori). -Esplosioni di polveri sospese e nebbie. Tratto da «Incidenti in ambiente chimico – Cardillo P. SSC» Le reazioni fuggitive (runaway) Una reazione fuggitiva è la conseguenza della perdita di controllo della temperatura. Questo fenomeno è anche definito esplosione termica e comporta un aumento della velocità di reazione, il possibile raggiungimento di una temperatura alla quale iniziano reazioni secondarie di decomposizione e un aumento di pressione. Le esplosioni termiche, pur avendo caratteristiche diverse dalle combustioni esplosive dei gas, vapori e polveri, comportano ugualmente notevoli problemi di sicurezza. Contrariamente a quanto avviene per le combustioni esplosive, non è soddisfatto il requisito che l'energia venga rilasciata molto rapidamente, in quanto questo tipo di esplosione è sempre preceduto da un processo di autoriscaldamento e quindi da un periodo di induzione. Una reazione fuggitiva è quindi caratterizzata dal progressivo aumento della velocità di liberazione del calore (e quindi di aumento della temperatura e della pressione). In ogni processo chimico esiste sempre la possibilità che la velocità di liberazione del calore (per effetto dell'esotermicità della reazione) sia superiore alla velocità di smaltimento, per cui la massa di reazione subisce un aumento di temperatura indesiderato. Tratto da «Incidenti in ambiente chimico – Cardillo P. SSC» All'aumentare della temperatura aumenta anche la velocità di liberazione del calore, con conseguente ulteriore aumento (in maniera esponenziale) della temperatura fino alla perdita di controllo della reazione. Tratto da «Incidenti in ambiente chimico – Cardillo P. SSC» Regolamento CE 1272/2008 CLP Esplosivi Ai fini del presente regolamento, s’intende per: sostanza o miscela esplosiva, una sostanza solida o liquida (o una miscela di sostanze) che può, per reazione chimica, sviluppare gas a una temperatura, una pressione e una velocità tali da causare danni nell ’ area circostante. Le sostanze pirotecniche sono comprese in questa definizione anche se non sviluppano gas; esplosivo instabile, una sostanza o miscela esplosiva termicamente instabile e/o troppo sensibile per essere manipolata, trasportata e utilizzata in condizioni normali; Esplosivi instabili Esplosivi classificati Divisioni 1-6 (esplosione di massa, spostamento d ’ aria, proiezione, sensibilità, irraggiamento termico). 18 Regolamento CE 1272/2008 CLP Gas infiammabili Per gas infiammabile s’intende un gas o una miscela di gas con un campo di infiammabilità con l’aria a 20° C e a una pressione normale di 101,3 kPa. Criteri di classificazione dei gas infiammabili Categoria Criteri 1- Gas che, a una temperatura di 20° C e alla pressione normale di 101,3 kPa: a) sono infiammabili quando sono in miscela al 13 % o meno (in volume) con l'aria; b) hanno un campo di infiammabilità con l’aria di almeno 12 punti percentuali, qualunque sia il loro limite inferiore di infiammabilità. 2 - Gas diversi da quelli della categoria 1 che, a una temperatura di 20° C e alla pressione normale di 101,3 kPa, hanno un campo di infiammabilità se mescolati con l’aria. 19 Regolamento CE 1272/2008 CLP Gas comburenti Per «gas comburente» s’intende un gas o una miscela di gas capace, in genere per apporto di ossigeno, di provocare o favorire più dell’aria la combustione di altre materie. Criteri di classificazione dei gas comburenti Categoria Criteri 1 Un gas capace, in genere per apporto di ossigeno, di provocare o favorire più dell’aria la combustione di altre materie. Nota: Per «gas che causano o favoriscono, più dell'aria, la combustione d'altre materie» s'intendono gas puri o miscele di gas con un potere comburente superiore al 23,5 % determinato con un metodo contenuto nella norma ISO 10156 modificata o nella norma 10156-2 modificata. 20 Regolamento CE 1272/2008 CLP Gas sotto pressione Per gas sotto pressione s’intendono i gas contenuti in un recipiente a una pressione relativa pari o superiore a200 kPa o sotto forma di gas liquefatti o di gas liquefatti e refrigerati. Questi gas comprendono i gas compressi, i gas liquefatti, i gas disciolti e i gas liquefatti refrigerati. Nota: La temperatura critica è la temperatura al di sopra della quale un gas puro non può essere liquefatto, quale che sia il grado di compressione. Criteri di classificazione dei gas sotto pressione Gas sotto pressione Un gas che, imballato sotto pressione, è interamente gassoso a − 50° C; sono compresi tutti i gas aventi una temperatura critica ≤ − 50° C. Gas compresso Un gas che, imballato sotto pressione, è parzialmente liquido a temperature superiori a − 50° C. Si distinguono: i) gas liquefatto ad alta pressione: un gas avente una temperatura critica compresa tra − 50°C e + 65°C, e ii) gas liquefatto a bassa pressione: un gas avente una temperatura critica superiore a + 65° C. Gas liquefatto refrigerato Un gas che, imballato, è parzialmente liquido a causa della bassa temperatura. Gas liquefatto Un gas che, imballato, è disciolto in un solvente in fase liquida. 21 Regolamento CE 1272/2008 CLP Liquidi infiammabili Per liquido infiammabile s’intende un liquido avente un punto di infiammabilità non superiore a 60° C. Criteri di classificazione dei liquidi infiammabili 1 Punto di infiammabilità < 23° C e punto iniziale di ebollizione ≤ 35° C 2 Punto di infiammabilità < 23° C e punto iniziale di ebollizione > 35° C 3 Flash point ≥ 23° C and ≤ 60° C (1) Nota: Ai fini del presente regolamento, i gasoli, i carburanti diesel e gli oli da riscaldamento leggeri il cui punto di infiammabilità è compreso tra ≥ 55 °C e ≤ 75 °C possono essere considerati come appartenenti alla categoria 3. 22 Regolamento CE 1272/2008 CLP Solidi infiammabili Per solido infiammabile s'intende un solido facilmente infiammabile o che può provocare o favorire un incendio per sfregamento. I solidi facilmente infiammabili sono sostanze o miscele in polvere, granulari o pastose, che sono pericolose se possono prendere fuoco facilmente per breve contatto con una sorgente d’accensione, come un fiammifero che brucia, e se la fiamma si propaga rapidamente. Criteri di classificazione Le sostanze o le miscele in polvere, granulari o pastose (ad eccezione delle polveri di metalli o di leghe metalliche) sono classificate come solidi facilmente infiammabili se la durata di combustione in una o più prove effettuate conformemente al metodo di prova …. delle Raccomandazioni delle Nazioni Unite sul trasporto di merci pericolose …. è inferiore a 45 secondi o se la velocità di combustione è superiore a 2,2 mm/s. Le polveri di metalli o di leghe metalliche sono classificate come solidi infiammabili quando si ha un'accensione e se la reazione si propaga su tutta la lunghezza del campione in dieci minuti o meno. 23 Regolamento CE 1272/2008 CLP Solidi infiammabili Criteri di classificazione dei solidi infiammabili 1Prova di velocità di combustione Sostanze e miscele diverse dalle polveri metalliche: a) la zona umidificata non arresta la propagazione della fiamma b) la durata di combustione è < 45 secondi o la velocità di combustione è > 2,2 mm/s Polveri metalliche La durata di combustione è ≤ 5 minuti 2 Prova di velocità di combustione Sostanze e miscele diverse dalle polveri metalliche: a) la zona umidificata arresta la propagazione della fiamma per almeno 4 minuti e b) la durata di combustione è < 45 secondi o la velocità di combustione è > 2,2 mm/s Polveri metalliche La durata di combustione è > 5 minuti e ≤ 10 minuti 24 Regolamento CE 1272/2008 CLP Sostanze o miscele autoreattive Le sostanze o miscele autoreattive sono sostanze o miscele liquide o solide termicamente instabili, che possono subire una decomposizione fortemente esotermica, anche in assenza di ossigeno (aria). Questa definizione esclude le sostanze e miscele classificate, conformemente a questa parte, come esplosivi, perossidi organici o comburenti. Si considera che una sostanza o miscela autoreattiva possiede proprietà esplosive se, durante le prove di laboratorio, si rivela in grado di detonare, deflagrare rapidamente o reagire violentemente al riscaldamento sotto confinamento. Liquidi piroforici Per liquido piroforico s’intende una sostanza o miscela liquida che, anche in piccole quantità, può infiammarsi in meno di cinque minuti quando entra in contatto con l’aria. Solidi piroforici Per solido piroforico s’intende una sostanza o miscela solida che, anche in piccole quantità, può accendersi in meno di cinque minuti quando entra in contatto con l’aria. 25 Regolamento CE 1272/2008 CLP Sostanze e miscele autoriscaldanti Per sostanza o miscela autoriscaldante s ’ intende una sostanza o miscela liquida o solida diversa da un liquido o solido piroforico che, per reazione con l’aria e senza apporto di energia, può autoriscaldarsi. Una tale sostanza o miscela differisce da un liquido o solido piroforico per il fatto che si accende solo se in grande quantità (chilogrammi) e dopo un lungo lasso di tempo (ore o giorni). L ’ autoriscaldamento di sostanze o miscele che causa una combustione spontanea è dovuto a una reazione della sostanza o miscela con l’ossigeno dell ’ aria e al fatto che il calore prodotto non è dissipato in maniera sufficientemente rapida nell’ambiente esterno. La combustione spontanea si produce quando il tasso di produzione di calore è superiore a quello di perdita di calore ed è raggiunta la temperatura di autoaccensione. Sostanze e miscele che, a contatto con l’acqua, sviluppano gas infiammabili Per sostanze o miscele che, a contatto con l’acqua, sviluppano gas infiammabili s’intendono le sostanze o miscele solide o liquide che, per interazione con l’acqua, possono diventare spontaneamente infiammabili o sviluppare gas infiammabili in quantità pericolose. 26 Regolamento CE 1272/2008 CLP Sostanze e miscele autoriscaldanti Per sostanza o miscela autoriscaldante s ’ intende una sostanza o miscela liquida o solida diversa da un liquido o solido piroforico che, per reazione con l’aria e senza apporto di energia, può autoriscaldarsi. Una tale sostanza o miscela differisce da un liquido o solido piroforico per il fatto che si accende solo se in grande quantità (chilogrammi) e dopo un lungo lasso di tempo (ore o giorni). L ’ autoriscaldamento di sostanze o miscele che causa una combustione spontanea è dovuto a una reazione della sostanza o miscela con l’ossigeno dell ’ aria e al fatto che il calore prodotto non è dissipato in maniera sufficientemente rapida nell’ambiente esterno. La combustione spontanea si produce quando il tasso di produzione di calore è superiore a quello di perdita di calore ed è raggiunta la temperatura di autoaccensione. Sostanze e miscele che, a contatto con l’acqua, sviluppano gas infiammabili Per sostanze o miscele che, a contatto con l’acqua, sviluppano gas infiammabili s’intendono le sostanze o miscele solide o liquide che, per interazione con l’acqua, possono diventare spontaneamente infiammabili o sviluppare gas infiammabili in quantità pericolose. 27 Regolamento CE 1272/2008 CLP Liquidi comburenti Per liquido comburente s’intende una sostanza o miscela liquida che, pur non essendo di per sé necessariamente combustibile, può — generalmente cedendo ossigeno — causare o favorire la combustione di altre materie. Criteri di classificazione dei liquidi comburenti Categoria Criteri 1 Ogni sostanza o miscela che, in una prova in miscela 1:1 (in massa) con la cellulosa, si accende spontaneamente o ha un tempo medio di aumento di pressione inferiore a quello di un miscela 1:1 (in massa) di acido perclorico al 50 % e cellulosa. 2 Ogni sostanza o miscela che, in una prova in miscela 1:1 (in massa) con la cellulosa, ha un tempo medio di aumento di pressione inferiore o uguale a quello di una miscela 1:1 (in massa) di clorato di sodio in soluzione acquosa al 40 % e cellulosa e non corrisponde ai criteri di classificazione nella categoria 1. 3 Ogni sostanza o miscela che, in una prova in miscela 1:1 (in massa) con la cellulosa, ha un tempo medio d’aumento di pressione inferiore o uguale a quello di una miscela 1:1 (in massa) di acido nitrico in soluzione acquosa al 65 % e cellulosa e non corrisponde ai criteri di classificazione nelle categorie 1 e 2. 28 Regolamento CE 1272/2008 CLP Solidi comburenti Per solido comburente s’intende una sostanza o miscela solida che, pur non essendo di per sé necessariamente combustibile, può — generalmente cedendo ossigeno — causare o favorire la combustione di altre materie. Criteri di classificazione dei solidi comburenti Categoria Criteri 1 Ogni sostanza o miscela che, in una prova in miscela 4:1 o 1:1 (in massa) con la cellulosa, ha una durata media di combustione inferiore a quella di una miscela 3:2 (in massa) di bromato di potassio e cellulosa. 2 Ogni sostanza o miscela che, in una prova in miscela 4:1 o 1:1 (in massa) con la cellulosa, ha una durata media di combustione uguale o inferiore a quella di una miscela 2:3 (in massa) di bromato di potassio e cellulosa, e non corrisponde ai criteri di classificazione nella categoria 1. 3 Ogni sostanza o miscela che, in una prova in miscela 4:1 o 1:1 (in massa) con la cellulosa, ha una durata media di combustione uguale o inferiore a quella di una miscela 3:7 (in massa) di bromato di potassio e cellulosa, e non corrisponde ai criteri di classificazione nelle categorie 1 e 2. 29 Regolamento CE 1272/2008 CLP Perossidi organici I perossidi organici sono sostanze organiche liquide o solide che contengono la struttura bivalente -O-O- e possono quindi essere considerate come derivati del perossido d ’ idrogeno, nei quali uno o due atomi di idrogeno sono sostituiti da radicali organici. Sotto questa denominazione sono comprese anche le miscele (formulazioni) di perossidi organici contenenti almeno un perossido organico. I perossidi organici sono sostanze o miscele termicamente instabili che possono subire una decomposizione esotermica autoaccelerata. Inoltre, possono avere una o più delle seguenti proprietà: i) sono soggetti a decomposizione esplosiva; ii) bruciano rapidamente; iii) sono sensibili agli urti e agli sfregamenti; iv) reagiscono pericolosamente al contatto con altre sostanze. Si considera che un perossido organico possiede proprietà esplosive se, durante le prove di laboratorio, la miscela (formulazione) si rivela in grado di detonare, deflagrare rapidamente o reagire violentemente al riscaldamento 30 sotto confinamento. Regolamento CE 1272/2008 CLP Sostanze o miscele corrosive per i metalli Una sostanza o miscela corrosiva per i metalli è una sostanza o miscela che, per azione chimica, può attaccare o distruggere i metalli. Criteri di classificazione Velocità di corrosione su superfici in acciaio o in alluminio superiore a 6,25 mm all’anno a una temperatura di prova di 55° C e se la prova è eseguita su entrambi i materiali. Nota: Se una prima prova eseguita su acciaio o su alluminio indica che la sostanza o miscela è corrosiva, non è necessario eseguire un'ulteriore prova sull'altro metallo. 31 . Reazioni pericolose Sono considerate come reazioni pericolose: a) una combustione e/o uno sviluppo considerevole di calore b) l'emanazione di gas infiammabili e/o tossici; c) la formazione di materie liquide corrosive; d) la formazione di materie instabili. SOSTANZE CHIMICHE INCOMPATIBILI Il termine "sostanze chimiche incompatibili" si riferisce a quelle sostanze che possono : reagire violentemente reagire producendo una notevole quantità di calore reagire determinando la formazione di prodotti infiammabili reagire determinando la formazione di prodotti tossici 32 . Reazioni pericolose ClO- Ca(ClO)2 + H2SO4 CLORO GAS 33 . Reazioni pericolose NO3- HNO3 Nitrazioni della cellulosa in acido solforico Nitrocellulosa – Fulmicotone Pulizia stracci di cotone – Industria vernici KNO3 Polvere da sparo NH4NO3 ANFO 34 . Reazioni pericolose H2O2 Concentrazioni Perossido di idrogeno 3% corrisponde a volumi 10 Perossido di idrogeno 3,6% corrisponde a volumi 12 Perossido di idrogeno 30% corrisponde a volumi 110 La soluzione piranha H2O2 + H2SO4 L'esplosivo degli attentatori di Londra: Il perossido di acetone In relazione agli attentati di Londra, notizie di stampa riferiscono che gli attentatori avrebbero usato il perossido di acetone. 35 . Reazioni pericolose L'acido peracetico è un perossiacido organico, di formula CH3COOOH, abbastanza stabile a temperatura e pressione standard, ma che si decompone in modo esplosivo per urto o riscaldamento, ed è un potentissimo agente ossidante e comburente. CALORE Per le sue proprietà energiche non c'è da stupirsi che il suo principale uso sia quello di potente agente antisettico e antibatterico, attivo a concentrazioni anche minori dell'1%. 36 . Reazioni pericolose Idratazione di acidi Procedura di sicurezza Interventi di emergenza Reazione violenta esotermica Emissione di getti, schizzi, vapori, rottura di recipienti e contenitori 37 . Prodotti pericolosi ed impieghi di alcuni prodotti chimici Ossigeno (metalmeccanica, sanità, farmaceutica) Perclorati - Clorati (fuochi d’artificio, esplosivi, diserbanti, farmaceutica) Cloriti – ipocloriti (disinfettanti, sbiancanti, smacchianti) Biossido di cloro: disinfettante, potabilizzante Nitrati (fertilizzanti, antiossidanti, conservanti, fuochi, fuochi d’artificio, esplosivi) Nitriti (conservanti) Cianuri (galvanica, farmaceutica, metallurgica, insetticidi) Isocianati (produzione polimeri, insetticidi) Diazocomposti (industria dei coloranti, dei prodotti farmaceutici, della fotoriproduzione) 38 IDRAZINA . L'idrazina (o diammide, o diammina, o idruro di azoto) è un composto dell'azoto di formula bruta N2H4 (formula di struttura NH2-NH2): a temperatura ambiente è un liquido incolore e dall'odore pungente. È una sostanza corrosiva, tossica e cancerogena: la soglia di contaminazione dell'aria è di 1 ppm, mentre la soglia olfattiva (oltre la quale l'odore è avvertibile) è di 3-5 ppm: già a 20 °C i vapori possono raggiungere tali concentrazioni. Oltre i 38 °C, se i vapori non vengono dispersi, la miscela aria-vapori di idrazina può raggiungere concentrazioni tali da essere esplosiva. Flash point 38 °C (311 K) Limiti di esplosione 1,8 - 100% vol. Temperatura di autoignizione variabile a seconda del supporto: da 24 °C (297 K) a contatto con superfici di ferro arrugginito a 270 °C (435 K) su lastre di vetro. Simboli di rischio chimico: tossicità acuta - pericoloso per l'ambiente - infiammabile - corrosivo tossico a lungo termine 39 A . Azotidrati inorganici (con gruppo -N3) Cianuri inorganici Nitrati inorganici Nitriti inorganici Solfuri inorganici Composti organici Alogenuri acilici organici Anidridi organiche Composti organici alogenati Nitro composti organici Polveri di metalli Basi Acqua/ acidi Acidi Composti organici alogenati Agenti ossidanti (b) Cromati, bicromati, CrO3 Alogeni Agenti alogenati Idrogeno perossido e perossidi Acido nitrico e nitrati Perclorati e clorati Permanganati Persolfati Acidi, Agenti ossidanti (b) Metalli pesanti e loro sali Acidi, basi forti Acidi, Metalli, Nitriti, Zolfo Acidi, Agenti ossidanti (b) Acidi Agenti ossidanti (b) Basi, Idrossi composti organici Basi, Idrossi composti organici Alluminio metallico Basi forti Acidi, Agenti ossidanti (b) Sostanze incompatibili Acidi Metalli alcalini e alcalino terrosi carburi idruri idrossidi ossidi perossidi B 40 . Acetilene Acetone Acido ossalico Acido perclorico Acido solforico Ammoniaca (anidra) Anilina Argento Bromo Carbone attivo Clorati Cloro Sostanze reazione violenta Acido acetico Acido cianidrico Acido cromico e triossido di cromo Acido nitrico (conc.) Fluoro, cloro, bromo, argento, rame e mercurio Miscele di acido nitrico e solforico concentrati, acqua ossigenata Acido cromico, nitrico, perossidi e permanganati Acido nitrico, alcali Acido acetico, naftalene, canfora, glicerolo, acqua ragia, alcool e liquidi infiammabili Acido acetico, acetone, alcool, anilina, ac.cromico, ac.cianidrico, solfuro di idrogeno, liquidi infiammabili, gas infiammabili, sostanze nitrabili Argento, mercurio Anidride acetica, bismuto e le sue leghe, alcool, carta, legno, grasso e olii Clorati, perclorati e permanganati Mercurio, cloro, calcio ipoclorito, iodio, bromo, ac.fluoridrico Acido nitrico, perossido di idrogeno Acetilene, ac.ossalico, ac.tartarico, ac.pulminico Ammoniaca, acetilene, butadiene, butano e altri gas petroliferi, carburo di sodio, acqua ragia, benzene e metalli finemente suddivisi Ipoclorito di calcio, altri ossidanti Sali di ammonio, acidi, polveri metalliche, zolfo, sostanze organiche finemente suddivise o combustibili Ammoniaca, acetilene, butadiene, butano ed altri gas petroliferi, idrogeno, carburo di sodio, acqua ragia, benzene e metalli finemente suddivisi 41 . Idrocarburi (benzene, butano, propano, ecc.) Ammoniaca, metano fosfina, solfuro di idrogeno Dev'essere isolato da tutti gli altri reattivi Ammoniaca (acquosa o anidra) Aria, ossigeno Perossido di idrogeno, ac.nitrico, qualsiasi ossidante in genere Fluoro, cloro, bromo, ac.cromico, perossidi Iodio Mercurio Acetilene, ammoniaca (acquosa o anidra) Acetilene, ac.fulminico, ammoniaca Metalli alcalini e alcalino terrosi (Na, K, Mg, Ca in polvere) Acqua, anidride carbonica, tetracloruro di carbonio e altri idrocarburi clorurati Sostanze reazione violenta Diossido di cloro Fluoro Fluoruro di idrogeno Fosforo (bianco) Idrazina 42 . Nitrato di ammonio Ossigeno Olii, grassi, idrogeno, liquidi infiammabili o gas infiammabili Permanganato di potassio Glicerolo, glicole etilenico, benzaldeide, ac.solforico Perossidi organici Rame Acidi (minerali e organici). Conservare al fresco e al riparo da urti Rame, cromo, acetone, acidi, ferro, metalli e loro sali, liquidi infiammabili, materiali combustibili, anilina, nitrometano Acetilene, perossido di idrogeno Solfuro di idrogeno Ac.nitrico fumante, gas ossidanti Perossido di idrogeno Le tabelle, tratte da una pubblicazione ISPESL 1990, hanno valore esemplificativo ed indicativo e non devono essere considerate come esaustive. I necessari approfondimenti devono essere ricercati nelle schede di sicurezza e nella bibliografia specifica. Sostanze reazione violenta Nitrito di sodio Nitroparaffina Ossido di calcio Acidi, polveri metalliche, liquidi infiammabili, clorati, nitriti, zolfo, sostanze organiche o combustibili Acidi, nitrato di ammonio ed altri sali di ammonio Basi organiche, ammine Acqua, acidi 43