Venezia, 03 aprile 2013 Giovanni Finotto

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Venezia, 03 aprile 2013
Giovanni Finotto
D. Lgs. n. 81 del 9 aprile 2008 e smi
“Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro”.

1.
Titolo XI - Articolo 288 - Definizioni
Ai fini del presente Titolo, si intende per: «atmosfera esplosiva»
una miscela con l’aria, a condizioni atmosferiche, di sostanze
infiammabili allo stato di gas, vapori, nebbie o polveri in cui,
dopo accensione, la combustione si propaga nell’insieme della
miscela incombusta.
1-bis Per condizioni atmosferiche si intendono condizioni nelle quali
la
concentrazione
di
ossigeno
nell’atmosfera
è
approssimativamente del 21 per cento e che includono variazioni
di pressione e temperatura al di sopra e al di sotto dei livelli di
riferimento, denominate condizioni atmosferiche normali (pressione
pari a 101325 Pa, temperatura pari a 293 K), purché tali variazioni
abbiano un effetto trascurabile sulle proprietà esplosive della
sostanza infiammabile o combustibile.
2
D. Lgs. n. 81 del 9 aprile 2008 e smi
“Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro”.
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
Il Titolo XI non si applica:
alla produzione, alla manipolazione, all’uso, allo stoccaggio
ed al trasporto di esplosivi o di sostanze chimicamente
instabili.
La valutazione ATEX … NON BASTA??!!!
3
LE OSSERVAZIONI ED I LIMITI
NEL PROCESSO DI
VALUTAZIONE
Ciò che è … non è solo ciò che appare.
… abituiamoci ad osservare meglio!
Un’osservazione molto puntuale e non
contestualizzata non è in grado di garantire
informazioni primarie e fondamentali
MgCa(CO3)2
MgCa(CO3)2
MgCa(CO3)2
MgCa(CO3
)2
MgCa(CO3)2
MgCa(CO3)2
Un’osservazion
e superficiale
non
coglie
informazioni
fondamentali
Articolo 17 - Obblighi del datore di lavoro non delegabili
a) la valutazione di tutti i rischi con la conseguente elaborazione del
documento previsto dall’articolo 28;
Articolo 28 - Oggetto della valutazione dei rischi
1. La valutazione di cui all’articolo 17, comma 1, lettera a), anche
nella scelta delle attrezzature di lavoro e delle
sostanze o dei preparati chimici impiegati, nonché nella
sistemazione dei luoghi di lavoro, deve riguardare tutti i
rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli
riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi
particolari, tra … e i
rischi derivanti dal possibile rinvenimento di ordigni bellici inesplosi
nei cantieri temporanei o mobili
5. Laddove la natura dell’attività lavorativa non consenta di prevenire sul luogo
di lavoro la presenza di concentrazioni pericolose di sostanze infiammabili o
quantità pericolose di sostanze chimicamente instabili, il datore di lavoro deve
in particolare:
a) evitare la presenza di fonti di accensione che potrebbero dar luogo a incendi
ed esplosioni, o l’esistenza di condizioni avverse che potrebbero provocare
effetti fisici dannosi ad opera di sostanze o miscele di sostanze chimicamente
instabili;
b) limitare, anche attraverso misure procedurali ed organizzative gli effetti
in caso di incendio o di esplosione dovuti all’accensione di sostanze
infiammabili, o gli effetti dannosi derivanti da sostanze o miscele di sostanze
chimicamente instabili.
6. DPC – DPI in atmosfere potenzialmente esplosive.
7. Controllo degli impianti, apparecchi e macchinari con sistemi e dispositivi
finalizzati alla limitazione del rischio di esplosione o dispositivi per limitare la
pressione delle esplosioni.
ESPLOSIONE
Un'esplosione è un improvviso e violento rilascio di energia termica e
meccanica a partire da energia chimica o nucleare, con produzione di
gas ad altissima temperatura e pressione.
L'espansione istantanea di questi gas genera un'onda d'urto nel
mezzo fisico in cui avviene, che in assenza di ostacoli si espande in
fronti d'onda sferici centrati nel punto d'origine dell'esplosione. Se
incontra ostacoli esercita su di essi una forza tanto maggiore quanto
maggiore è la superficie investita e quanto più è vicina al centro
dell'esplosione.
Le
esplosioni chimiche vengono suddivise in:
deflagrazioni, nelle quali la propagazione della reazione
chimica di esplosione è una forma di combustione endogena
che procede nel materiale a velocità subsonica;
detonazioni, nelle quali la reazione chimica di esplosione non
è una combustione, ma una decomposizione diretta della
molecola di esplosivo, innescata direttamente dall'onda d'urto:
la reazione di esplosione procede quindi alla velocità del suono
in quella particolare sostanza attraverso tutto il materiale, e la
pressione e temperatura finale dei prodotti di reazione sono
quindi molto più elevate.
9
Nel caso degli alti esplosivi, il gas è generato da una reazione
esotermica di decomposizione e l'alta pressione viene raggiunta
istantaneamente senza che l'esplosivo debba essere racchiuso in un
involucro.
Il gas rilasciato, nel porsi in equilibrio con l'ambiente,
dissipa la sua energia producendo effetti la cui natura
(acustica, termica, meccanica) ed entità dipendono
da fattori quali:
1.
- rapidità del rilascio,
2.
- pressione al momento del rilascio,
3.
- quantità rilasciata,
4.
- direzioni verso cui avviene il rilascio.
Agli effetti prodotti dalla dissipazione di energia si aggiungono quelli
derivanti:
- dai proiettili eventualmente lanciati nel rilascio, che possono colpire e
frantumare, perforare e/o produrre altre avarie strutturali;
- dall'eventuale alta temperatura dei gas rilasciati che può causare gravi
danni da calore a quanto si trova nell'ambiente circostante: danneggiamento
delle superfici colpite dai gas, distorsione termica e incendio di combustibili.
ESPLOSIONE
CHIMICA – REAZIONE CHIMICA DI OSSIDO RIDUZIONE
GAS, VAPORI, NEBBIE, POLVERI, AEROSOL
STABILITÀ E REATTIVITÀ
REAZIONE TRA SOSTANZE INCOMPATIBILI
DECOMPOSIZIONE TERMICA
RUNAWAY REACTIONS
Esplosioni
fisiche o scoppi
Nella definizione di esplosione non sono contemplati fenomeni di aumento di
pressione e/o di temperatura, non associati a reazioni chimiche.
Esplosioni per transizioni di fase (liquida/solida – gas/vapore) – Bombole,
recipienti in pressione, ghiaccio/acqua olio bollente
Esplosioni fisiche possono essere seguite da esplosioni chimiche
Esplosioni
cinetiche
Esplosioni nucleari
Esiste
la possibilità di un’esplosione
in assenza di aria!!!
Indagare
tutte le possibili esplosioni e le reazioni
violente non identificabili e classificabili come ATEX.
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Esplosioni fisiche
Come abbiamo detto sopra le "esplosioni fisiche" sono rilasci di gas o vapori ad
alta pressione che non implicano reazioni chimiche.
Le esplosioni fisiche possono provocare danni rilevanti per i loro effetti meccanici,
ma gli effetti derivanti dalla natura chimica del materiale rilasciato al contatto con
l'ambiente possono essere devastanti.
Prescinderemo dagli effetti dei gas tossici (per es. rilascio di cloro) e ci limiteremo
a citare quelli dovuti alla combustibilità dei materiali rilasciati.
Il cedimento di gasdotti (gas naturale) per effetto della corrosione o dello stress
dei materiali è un tipico esempio di esplosione fisica che è quasi sempre seguito
da accensione del gas combustibile rilasciato.
La rottura per sovrappressione o danno meccanico di recipienti o tubazioni
contenenti liquidi surriscaldati o gas liquefatti ha come conseguenza la
vaporizzazione quasi istantanea (flash vaporization) di parte del liquido per
raffreddarlo sino alla sua temperatura di ebollizione normale.
Tratto da «Incidenti in ambiente chimico – Cardillo P. SSC»
Esplosioni fisiche
Questo fenomeno è chiamato comunemente B.L.E.V.E., acronimo di Boiling
Liquid Expanding Vapor Explosion.
Gli effetti dipendono dalla quantità dei gas e vapori rilasciati e dalla velocità di
rilascio.
Si ha B.L.E.V.E. per rottura di una caldaia a vapore a grande massa d'acqua, per
la rottura di una bombola di anidride carbonica o di ammoniaca, per la rottura di
una sfera di GPL.
Quando, in particolare, il fenomeno riguarda liquidi infiammabili surriscaldati o gas
combustibili liquefatti, all'esplosione fisica può seguire un'esplosione secondaria,
con effetti catastrofici, dovuta all'accensione del materiale rilasciato.
Tratto da «Incidenti in ambiente chimico – Cardillo P. SSC»
Esplosioni chimiche
In linea generale qualunque reazione chimica che comporti la produzione di
composti gassosi o il cui svolgimento esotermico può dare luogo alla
vaporizzazione di altre sostanze presenti o al riscaldamento di gas presenti
può, se uscita di controllo, causare un'esplosione.
Mentre le reazioni chimiche endotermiche richiedono il verificarsi di circostanze
particolari per dare luogo ad un'esplosione, per quelle esotermiche le
condizioni necessarie possono raggiungersi rapidamente se il calore prodotto
dalla massa in reazione supera quello ceduto all'ambiente.
Poiché, in media, ad ogni aumento di temperatura di 10 gradi centigradi
corrisponde un raddoppio della velocità di reazione, è subito evidente come
una reazione esotermica possa autoaccelerarsi e uscire di controllo
provocando un'esplosione.
Tratto da «Incidenti in ambiente chimico – Cardillo P. SSC»
Le "esplosioni chimiche" possono a loro volta essere suddivise in:
- Esplosione di sostanze esplosive.
Cioè, esplosioni dovute alla
decomposizione rapidissima, autopropagantesi e fortemente esotermica di
sostanze ad alto contenuto energetico con formazione di sostanze più stabili,
quasi sempre gassose ma talvolta almeno in particelle solide. Appartengono a
questo gruppo gli esplosivi propriamente detti.
- Esplosioni termiche dovute a reazioni esotermiche fuori controllo
(combustione esclusa). Reazioni, cioè, in cui il calore prodotto dalla massa
reagente non viene ceduto all'ambiente con rapidità sufficiente ad impedire
un'autoaccelerazione della reazione stessa e produzione, diretta o indiretta, di
gas ad alta pressione e temperatura.
-Esplosione di miscele combustibili gassose (gas e vapori).
-Esplosioni di polveri sospese e nebbie.
Tratto da «Incidenti in ambiente chimico – Cardillo P. SSC»
Le reazioni fuggitive (runaway)
Una reazione fuggitiva è la conseguenza della perdita di controllo della
temperatura. Questo fenomeno è anche definito esplosione termica e
comporta un aumento della velocità di reazione, il possibile raggiungimento di
una temperatura alla quale iniziano reazioni secondarie di decomposizione e
un aumento di pressione.
Le esplosioni termiche, pur avendo caratteristiche diverse dalle combustioni
esplosive dei gas, vapori e polveri, comportano ugualmente notevoli problemi
di sicurezza. Contrariamente a quanto avviene per le combustioni esplosive,
non è soddisfatto il requisito che l'energia venga rilasciata molto rapidamente,
in quanto questo tipo di esplosione è sempre preceduto da un processo di
autoriscaldamento e quindi da un periodo di induzione.
Una reazione fuggitiva è quindi caratterizzata dal progressivo aumento della
velocità di liberazione del calore (e quindi di aumento della temperatura e
della pressione). In ogni processo chimico esiste sempre la possibilità che la
velocità di liberazione del calore (per effetto dell'esotermicità della reazione)
sia superiore alla velocità di smaltimento, per cui la massa di reazione
subisce un aumento di temperatura indesiderato.
Tratto da «Incidenti in ambiente chimico – Cardillo P. SSC»
All'aumentare della temperatura aumenta anche la velocità di liberazione
del calore, con conseguente ulteriore aumento (in maniera esponenziale)
della temperatura fino alla perdita di controllo della reazione.
Tratto da «Incidenti in ambiente chimico – Cardillo P. SSC»
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Regolamento CE 1272/2008 CLP
Esplosivi
Ai fini del presente regolamento, s’intende per:
sostanza o miscela esplosiva, una sostanza solida o liquida (o
una miscela di sostanze) che può, per reazione chimica,
sviluppare gas a una temperatura, una pressione e una velocità
tali da causare danni nell ’ area circostante. Le sostanze
pirotecniche sono comprese in questa definizione anche se non
sviluppano gas;
esplosivo instabile, una sostanza o miscela esplosiva
termicamente instabile e/o troppo sensibile per essere
manipolata, trasportata e utilizzata in condizioni normali;
Esplosivi instabili
Esplosivi classificati Divisioni 1-6 (esplosione di massa,
spostamento d ’ aria, proiezione, sensibilità, irraggiamento
termico).
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Regolamento CE 1272/2008 CLP
Gas infiammabili
Per gas infiammabile s’intende un gas o una miscela di gas con un
campo di infiammabilità con l’aria a 20° C e a una pressione
normale di 101,3 kPa.
Criteri di classificazione dei gas infiammabili
Categoria Criteri
1- Gas che, a una temperatura di 20° C e alla pressione normale
di 101,3 kPa:
a) sono infiammabili quando sono in miscela al 13 % o meno (in
volume) con l'aria;
b) hanno un campo di infiammabilità con l’aria di almeno 12 punti
percentuali, qualunque sia il loro limite inferiore di infiammabilità.
2 - Gas diversi da quelli della categoria 1 che, a una temperatura
di 20° C e alla pressione normale di 101,3 kPa, hanno un campo
di infiammabilità se mescolati con l’aria.
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Regolamento CE 1272/2008 CLP
Gas comburenti
Per «gas comburente» s’intende un gas o una miscela di gas
capace, in genere per apporto di ossigeno, di provocare o favorire
più dell’aria la combustione di altre materie.
Criteri di classificazione dei gas comburenti
Categoria Criteri
1 Un gas capace, in genere per apporto di ossigeno, di provocare
o favorire più dell’aria la combustione di altre materie.
Nota:
Per «gas che causano o favoriscono, più dell'aria, la combustione
d'altre materie» s'intendono gas puri o miscele di gas con un
potere comburente superiore al 23,5 % determinato con un
metodo contenuto nella norma ISO 10156 modificata o nella
norma 10156-2 modificata.
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Regolamento CE 1272/2008 CLP
Gas sotto pressione
Per gas sotto pressione s’intendono i gas contenuti in un recipiente a una
pressione relativa pari o superiore a200 kPa o sotto forma di gas liquefatti o
di gas liquefatti e refrigerati.
Questi gas comprendono i gas compressi, i gas liquefatti, i gas disciolti e i
gas liquefatti refrigerati.
Nota: La temperatura critica è la temperatura al di sopra della quale un gas
puro non può essere liquefatto, quale che sia il grado di compressione.
Criteri di classificazione dei gas sotto pressione

Gas sotto pressione

Un gas che, imballato sotto pressione, è interamente gassoso a − 50° C; sono


compresi tutti i gas aventi una temperatura critica ≤ − 50° C.
Gas compresso

Un gas che, imballato sotto pressione, è parzialmente liquido a temperature

superiori a − 50° C. Si distinguono:


i) gas liquefatto ad alta pressione: un gas avente una temperatura critica
compresa tra − 50°C e + 65°C, e

ii) gas liquefatto a bassa pressione: un gas avente una temperatura critica

superiore a + 65° C.



Gas liquefatto refrigerato
Un gas che, imballato, è parzialmente liquido a causa della bassa temperatura.
Gas liquefatto Un gas che, imballato, è disciolto in un solvente in fase liquida.
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Regolamento CE 1272/2008 CLP
Liquidi infiammabili
Per liquido infiammabile s’intende un liquido avente
un punto di infiammabilità non superiore a 60° C.
Criteri di classificazione dei liquidi infiammabili
1 Punto di infiammabilità < 23° C e punto iniziale di
ebollizione ≤ 35° C
2 Punto di infiammabilità < 23° C e punto iniziale di
ebollizione > 35° C
3 Flash point ≥ 23° C and ≤ 60° C (1)
Nota: Ai fini del presente regolamento, i gasoli, i
carburanti diesel e gli oli da riscaldamento leggeri il
cui punto di infiammabilità è compreso tra ≥ 55 °C e
≤ 75 °C possono essere considerati come
appartenenti alla categoria 3.
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Regolamento CE 1272/2008 CLP
Solidi infiammabili
Per solido infiammabile s'intende un solido facilmente infiammabile o che
può provocare o favorire un incendio per sfregamento.
I solidi facilmente infiammabili sono sostanze o miscele in polvere,
granulari o pastose, che sono pericolose se possono prendere fuoco
facilmente per breve contatto con una sorgente d’accensione, come un
fiammifero che brucia, e se la fiamma si propaga rapidamente.
Criteri di classificazione
Le sostanze o le miscele in polvere, granulari o pastose (ad eccezione delle
polveri di metalli o di leghe metalliche) sono classificate come solidi
facilmente infiammabili se la durata di combustione in una o più prove
effettuate conformemente al metodo di prova …. delle Raccomandazioni
delle Nazioni Unite sul trasporto di merci pericolose …. è inferiore a 45
secondi o se la velocità di combustione è superiore a 2,2 mm/s.
Le polveri di metalli o di leghe metalliche sono classificate come solidi
infiammabili quando si ha un'accensione e se la reazione si propaga su
tutta la lunghezza del campione in dieci minuti o meno.
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Regolamento CE 1272/2008 CLP
Solidi infiammabili
Criteri di classificazione dei solidi infiammabili
1Prova di velocità di combustione
Sostanze e miscele diverse dalle polveri metalliche:
a) la zona umidificata non arresta la propagazione della fiamma
b) la durata di combustione è < 45 secondi o la velocità di combustione è >
2,2 mm/s
Polveri metalliche
La durata di combustione è ≤ 5 minuti
2 Prova di velocità di combustione
Sostanze e miscele diverse dalle polveri metalliche:
a) la zona umidificata arresta la propagazione della fiamma per almeno 4
minuti e
b) la durata di combustione è < 45 secondi o la velocità di combustione è >
2,2 mm/s
Polveri metalliche
La durata di combustione è > 5 minuti e ≤ 10 minuti
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Regolamento CE 1272/2008 CLP
Sostanze o miscele autoreattive
Le sostanze o miscele autoreattive sono sostanze o miscele liquide o solide
termicamente instabili, che possono subire una decomposizione fortemente
esotermica, anche in assenza di ossigeno (aria). Questa definizione esclude le
sostanze e miscele classificate, conformemente a questa parte, come
esplosivi, perossidi organici o comburenti.
Si considera che una sostanza o miscela autoreattiva possiede proprietà
esplosive se, durante le prove di laboratorio, si rivela in grado di detonare,
deflagrare rapidamente o reagire violentemente al riscaldamento
sotto confinamento.
Liquidi piroforici
Per liquido piroforico s’intende una sostanza o miscela liquida che, anche in
piccole quantità, può infiammarsi in meno di cinque minuti quando entra in
contatto con l’aria.
Solidi piroforici
Per solido piroforico s’intende una sostanza o miscela solida che, anche in
piccole quantità, può accendersi in meno di cinque minuti quando entra in
contatto con l’aria.
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
Regolamento CE 1272/2008 CLP
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Sostanze e miscele autoriscaldanti

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
Per sostanza o miscela autoriscaldante s ’ intende una sostanza o miscela
liquida o solida diversa da un liquido o solido piroforico che, per reazione con
l’aria e senza apporto di energia, può autoriscaldarsi. Una tale sostanza o
miscela differisce da un liquido o solido piroforico per il fatto che si accende
solo se in grande quantità (chilogrammi) e dopo un lungo lasso di tempo (ore
o giorni).
L ’ autoriscaldamento di sostanze o miscele che causa una combustione
spontanea è dovuto a una reazione della sostanza o miscela con l’ossigeno
dell ’ aria e al fatto che il calore prodotto non è dissipato in maniera
sufficientemente rapida nell’ambiente esterno. La combustione spontanea si
produce quando il tasso di produzione di calore è superiore a quello di perdita
di calore ed è raggiunta la temperatura di autoaccensione.
Sostanze e miscele che, a contatto con l’acqua, sviluppano gas infiammabili
Per sostanze o miscele che, a contatto con l’acqua, sviluppano gas
infiammabili s’intendono le sostanze o miscele solide o liquide che, per
interazione con l’acqua, possono diventare spontaneamente infiammabili o
sviluppare gas infiammabili in quantità pericolose.
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Regolamento CE 1272/2008 CLP
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Sostanze e miscele autoriscaldanti

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Per sostanza o miscela autoriscaldante s ’ intende una sostanza o miscela
liquida o solida diversa da un liquido o solido piroforico che, per reazione con
l’aria e senza apporto di energia, può autoriscaldarsi. Una tale sostanza o
miscela differisce da un liquido o solido piroforico per il fatto che si accende
solo se in grande quantità (chilogrammi) e dopo un lungo lasso di tempo (ore
o giorni).
L ’ autoriscaldamento di sostanze o miscele che causa una combustione
spontanea è dovuto a una reazione della sostanza o miscela con l’ossigeno
dell ’ aria e al fatto che il calore prodotto non è dissipato in maniera
sufficientemente rapida nell’ambiente esterno. La combustione spontanea si
produce quando il tasso di produzione di calore è superiore a quello di perdita
di calore ed è raggiunta la temperatura di autoaccensione.
Sostanze e miscele che, a contatto con l’acqua, sviluppano gas infiammabili
Per sostanze o miscele che, a contatto con l’acqua, sviluppano gas
infiammabili s’intendono le sostanze o miscele solide o liquide che, per
interazione con l’acqua, possono diventare spontaneamente infiammabili o
sviluppare gas infiammabili in quantità pericolose.
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Regolamento CE 1272/2008 CLP
Liquidi comburenti
Per liquido comburente s’intende una sostanza o miscela liquida che, pur non
essendo di per sé necessariamente combustibile, può — generalmente
cedendo ossigeno — causare o favorire la combustione di altre materie.
Criteri di classificazione dei liquidi comburenti
Categoria Criteri
1 Ogni sostanza o miscela che, in una prova in miscela 1:1 (in massa) con la
cellulosa, si accende spontaneamente o ha un tempo medio di aumento di
pressione inferiore a quello di un miscela 1:1 (in massa) di acido perclorico al
50 % e cellulosa.
2 Ogni sostanza o miscela che, in una prova in miscela 1:1 (in massa) con la
cellulosa, ha un tempo medio di aumento di pressione inferiore o uguale a
quello di una miscela 1:1 (in massa) di clorato di sodio in soluzione acquosa al
40 % e cellulosa e non corrisponde ai criteri di classificazione nella categoria 1.
3 Ogni sostanza o miscela che, in una prova in miscela 1:1 (in massa) con la
cellulosa, ha un tempo medio d’aumento di pressione inferiore o uguale a
quello di una miscela 1:1 (in massa) di acido nitrico in soluzione acquosa al 65
% e cellulosa e non corrisponde ai criteri di classificazione nelle categorie 1 e
2.
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Regolamento CE 1272/2008 CLP
Solidi comburenti
Per solido comburente s’intende una sostanza o miscela solida che, pur non
essendo di per sé necessariamente
combustibile, può — generalmente cedendo ossigeno — causare o favorire la
combustione di altre materie.
Criteri di classificazione dei solidi comburenti
Categoria Criteri
1 Ogni sostanza o miscela che, in una prova in miscela 4:1 o 1:1 (in massa)
con la cellulosa, ha una durata media di combustione inferiore a quella di una
miscela 3:2 (in massa) di bromato di potassio e cellulosa.
2 Ogni sostanza o miscela che, in una prova in miscela 4:1 o 1:1 (in massa)
con la cellulosa, ha una durata media di combustione uguale o inferiore a
quella di una miscela 2:3 (in massa) di bromato di potassio e cellulosa, e non
corrisponde ai criteri di classificazione nella categoria 1.
3 Ogni sostanza o miscela che, in una prova in miscela 4:1 o 1:1 (in massa)
con la cellulosa, ha una durata media di combustione uguale o inferiore a
quella di una miscela 3:7 (in massa) di bromato di potassio e cellulosa, e non
corrisponde ai criteri di classificazione nelle categorie 1 e 2.
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Regolamento CE 1272/2008 CLP
Perossidi organici
I perossidi organici sono sostanze organiche liquide o solide
che contengono la struttura bivalente -O-O- e possono
quindi essere considerate come derivati del perossido
d ’ idrogeno, nei quali uno o due atomi di idrogeno sono
sostituiti da radicali organici. Sotto questa denominazione
sono comprese anche le miscele (formulazioni) di perossidi
organici contenenti almeno un perossido organico. I
perossidi organici sono sostanze o miscele termicamente
instabili che possono subire una decomposizione esotermica
autoaccelerata.
Inoltre, possono avere una o più delle seguenti proprietà:
i) sono soggetti a decomposizione esplosiva;
ii) bruciano rapidamente;
iii) sono sensibili agli urti e agli sfregamenti;
iv) reagiscono pericolosamente al contatto con altre
sostanze.
Si considera che un perossido organico possiede proprietà esplosive se,
durante le prove di laboratorio, la miscela (formulazione) si rivela in grado di
detonare, deflagrare rapidamente o reagire violentemente al riscaldamento
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sotto confinamento.
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Regolamento CE 1272/2008 CLP
Sostanze o miscele corrosive per i metalli
Una sostanza o miscela corrosiva per i metalli è una
sostanza o miscela che, per azione chimica, può attaccare
o distruggere i metalli.
Criteri di classificazione
Velocità di corrosione su superfici in acciaio o in alluminio
superiore a 6,25 mm all’anno a una temperatura di prova
di 55° C e se la prova è eseguita su entrambi i materiali.
Nota: Se una prima prova eseguita su acciaio o su alluminio indica che la
sostanza o miscela è corrosiva, non è necessario eseguire un'ulteriore prova
sull'altro metallo.
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Reazioni pericolose
Sono considerate come reazioni pericolose:
a) una combustione e/o uno sviluppo
considerevole di calore
b) l'emanazione di gas infiammabili e/o tossici;
c) la formazione di materie liquide corrosive;
d) la formazione di materie instabili.
SOSTANZE CHIMICHE INCOMPATIBILI
Il termine "sostanze chimiche incompatibili" si riferisce
a quelle sostanze che possono :
reagire violentemente
reagire producendo una notevole quantità di calore
reagire determinando la formazione di prodotti
infiammabili
reagire determinando la formazione di prodotti tossici
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Reazioni pericolose ClO-
Ca(ClO)2 + H2SO4
CLORO GAS
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Reazioni pericolose NO3-
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HNO3
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Nitrazioni della cellulosa in acido solforico

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Nitrocellulosa – Fulmicotone
Pulizia stracci di cotone – Industria vernici
KNO3 Polvere da sparo
NH4NO3 ANFO
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Reazioni pericolose H2O2
Concentrazioni
Perossido di idrogeno 3% corrisponde a volumi 10
Perossido di idrogeno 3,6% corrisponde a volumi 12
Perossido di idrogeno 30% corrisponde a volumi 110
La soluzione piranha
H2O2 + H2SO4
L'esplosivo degli attentatori di Londra: Il perossido di acetone
In relazione agli attentati di Londra, notizie di stampa
riferiscono che gli attentatori avrebbero usato il perossido di
acetone.
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Reazioni pericolose
L'acido peracetico è un perossiacido organico, di formula
CH3COOOH, abbastanza stabile a temperatura e pressione
standard, ma che si decompone in modo esplosivo per
urto o riscaldamento, ed è un potentissimo agente
ossidante e comburente.
CALORE
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Per le sue proprietà energiche non c'è da stupirsi che il
suo principale uso sia quello di potente agente antisettico
e antibatterico, attivo a concentrazioni anche minori
dell'1%.
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Reazioni pericolose
Idratazione di acidi
Procedura di sicurezza
Interventi di emergenza
Reazione violenta esotermica
Emissione di getti, schizzi, vapori, rottura di
recipienti e contenitori
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Prodotti pericolosi ed impieghi di
alcuni prodotti chimici
Ossigeno (metalmeccanica, sanità, farmaceutica)
Perclorati - Clorati (fuochi d’artificio, esplosivi,
diserbanti, farmaceutica)
Cloriti – ipocloriti (disinfettanti, sbiancanti, smacchianti)
Biossido di cloro: disinfettante, potabilizzante
Nitrati (fertilizzanti, antiossidanti, conservanti, fuochi,
fuochi d’artificio, esplosivi)
Nitriti (conservanti)
Cianuri
(galvanica,
farmaceutica,
metallurgica,
insetticidi)
Isocianati (produzione polimeri, insetticidi)
Diazocomposti (industria dei coloranti, dei prodotti
farmaceutici, della fotoriproduzione)
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IDRAZINA
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L'idrazina
(o diammide, o diammina, o idruro di azoto) è un
composto dell'azoto di formula bruta N2H4 (formula di
struttura NH2-NH2): a temperatura ambiente è un liquido
incolore e dall'odore pungente.
È
una sostanza corrosiva, tossica e cancerogena: la soglia
di contaminazione dell'aria è di 1 ppm, mentre la soglia
olfattiva (oltre la quale l'odore è avvertibile) è di 3-5 ppm:
già a 20 °C i vapori possono raggiungere tali
concentrazioni. Oltre i 38 °C, se i vapori non vengono
dispersi, la miscela aria-vapori di idrazina può raggiungere
concentrazioni tali da essere esplosiva.
Flash point
38 °C (311 K)
Limiti di esplosione
1,8 - 100% vol.
Temperatura di autoignizione variabile a seconda del supporto:
da 24 °C (297 K) a contatto con superfici di ferro arrugginito a 270
°C (435 K) su lastre di vetro.
Simboli di rischio chimico:
tossicità acuta - pericoloso per l'ambiente - infiammabile - corrosivo
tossico a lungo termine
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A
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Azotidrati inorganici
(con gruppo -N3)
Cianuri inorganici
Nitrati inorganici
Nitriti inorganici
Solfuri inorganici
Composti organici
Alogenuri acilici organici
Anidridi organiche
Composti organici alogenati
Nitro composti organici
Polveri di metalli
Basi
Acqua/ acidi
Acidi
Composti organici alogenati
Agenti ossidanti (b)
Cromati, bicromati, CrO3
Alogeni
Agenti alogenati
Idrogeno perossido e perossidi
Acido nitrico e nitrati
Perclorati e clorati
Permanganati
Persolfati
Acidi, Agenti ossidanti (b)
Metalli pesanti e loro sali
Acidi, basi forti
Acidi, Metalli, Nitriti, Zolfo
Acidi, Agenti ossidanti (b)
Acidi
Agenti ossidanti (b)
Basi, Idrossi composti organici
Basi, Idrossi composti organici
Alluminio metallico
Basi forti
Acidi, Agenti ossidanti (b)
Sostanze incompatibili
Acidi
Metalli alcalini
e alcalino terrosi
carburi
idruri
idrossidi
ossidi
perossidi
B
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Acetilene
Acetone
Acido ossalico
Acido perclorico
Acido solforico
Ammoniaca (anidra)
Anilina
Argento
Bromo
Carbone attivo
Clorati
Cloro
Sostanze reazione violenta
Acido acetico
Acido cianidrico
Acido cromico e
triossido di cromo
Acido nitrico (conc.)
Fluoro, cloro, bromo, argento, rame e mercurio
Miscele di acido nitrico e solforico concentrati, acqua
ossigenata
Acido cromico, nitrico, perossidi e permanganati
Acido nitrico, alcali
Acido acetico, naftalene, canfora, glicerolo, acqua ragia,
alcool e liquidi infiammabili
Acido acetico, acetone, alcool, anilina, ac.cromico,
ac.cianidrico, solfuro di idrogeno, liquidi infiammabili,
gas infiammabili, sostanze nitrabili
Argento, mercurio
Anidride acetica, bismuto e le sue leghe, alcool, carta,
legno, grasso e olii
Clorati, perclorati e permanganati
Mercurio, cloro, calcio ipoclorito, iodio, bromo,
ac.fluoridrico
Acido nitrico, perossido di idrogeno
Acetilene, ac.ossalico, ac.tartarico, ac.pulminico
Ammoniaca, acetilene, butadiene, butano e altri gas
petroliferi, carburo di sodio, acqua ragia, benzene e
metalli finemente suddivisi
Ipoclorito di calcio, altri ossidanti
Sali di ammonio, acidi, polveri metalliche, zolfo,
sostanze organiche finemente suddivise o combustibili
Ammoniaca, acetilene, butadiene, butano ed altri gas
petroliferi, idrogeno, carburo di sodio, acqua ragia,
benzene e metalli finemente suddivisi
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Idrocarburi (benzene,
butano, propano, ecc.)
Ammoniaca, metano fosfina, solfuro di idrogeno
Dev'essere isolato da tutti gli altri reattivi
Ammoniaca (acquosa o anidra)
Aria, ossigeno
Perossido di idrogeno, ac.nitrico, qualsiasi ossidante
in genere
Fluoro, cloro, bromo, ac.cromico, perossidi
Iodio
Mercurio
Acetilene, ammoniaca (acquosa o anidra)
Acetilene, ac.fulminico, ammoniaca
Metalli alcalini e alcalino
terrosi (Na, K, Mg, Ca in
polvere)
Acqua, anidride carbonica, tetracloruro di carbonio e
altri idrocarburi clorurati
Sostanze reazione violenta
Diossido di cloro
Fluoro
Fluoruro di idrogeno
Fosforo (bianco)
Idrazina
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Nitrato di ammonio
Ossigeno
Olii, grassi, idrogeno, liquidi infiammabili o gas
infiammabili
Permanganato di potassio Glicerolo, glicole etilenico, benzaldeide, ac.solforico
Perossidi organici
Rame
Acidi (minerali e organici).
Conservare al fresco e al riparo da urti
Rame, cromo, acetone, acidi, ferro, metalli e loro
sali, liquidi infiammabili, materiali combustibili,
anilina, nitrometano
Acetilene, perossido di idrogeno
Solfuro di idrogeno
Ac.nitrico fumante, gas ossidanti
Perossido di idrogeno
Le tabelle, tratte da una pubblicazione ISPESL 1990, hanno
valore esemplificativo ed indicativo e non devono essere
considerate come esaustive.
I necessari approfondimenti devono essere ricercati nelle
schede di sicurezza e nella bibliografia specifica.
Sostanze reazione violenta
Nitrito di sodio
Nitroparaffina
Ossido di calcio
Acidi, polveri metalliche, liquidi infiammabili,
clorati, nitriti, zolfo, sostanze organiche o
combustibili
Acidi, nitrato di ammonio ed altri sali di ammonio
Basi organiche, ammine
Acqua, acidi
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