Il più grande bugiardo che sia mai vissuto Il caso di Robinson Crusoe Un’esercitazione “Chi l’ha data alle stampe è convinto che questa storia sia una cronaca di fatti realmente accaduti, e non vi sia in essa alcuna traccia di invenzione.” dalla prefazione di D. Defoe a La vita e le strane sorprendenti avventure di Robinson Crusoe di York, marinaio, 1719, London Sandro Zucchi “Egli fu un grande, veramente grande, bugiardo, forse il più grande bugiardo che sia mai vissuto.” da W. Minto, Daniel Defoe, 1879, London 2013-14 “Tutti i romanzi di Defoe furono pubblicati anonimamente come memorie di vita reale (benché egli fosse rapidamente riconosciuto come l’autore di Robinson Crusoe) e ciascuno di essi invitava a trattare direttamente, senza interventi autoriali, con un plausibile narratore in prima persona.” da T. Keymer, “Daniel Defoe”, in A. Poole (ed.) The Cambridge Companion to English Novelists, Cambridge. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione 1 I fatti S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione 2 Teorie al lavoro I Il Robinson Crusoe di D. Defoe è ritenuto oggi un romanzo, un’opera di finzione. I Lo stesso Defoe, in un’opera successiva, ammise che si era inventato tutto. Infatti, nelle Riflessioni durante la vita e le sorprendenti avventure di Robinson Crusoe (1720), scrive: non c’è alcuna circostanza in questa storia immaginaria che non alluda a una storia reale. . . “ (Rosso mio). I Eppure, a quanto pare, l’intenzione originale di Defoe, scrivendo il Robinson Crusoe, era di far sı̀ che il pubblico credesse alla sua storia. I Il pubblico però non si lasciò ingannare e nel giro di pochi mesi il Robinson Crusoe divenne un romanzo assai popolare. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione 3 I Cosa predicono le teorie della finzione che abbiamo esaminato riguardo al Robinson Crusoe? I Gli assegnano lo status di opera di finzione oppure no? S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione 4 La teoria dell’intento assertivo La teoria dell’intento assertivo e il Robinson Crusoe I I I La teoria dell’intento assertivo dice: • un’opera è di finzione se e solo se gli enunciati dichiarativi del testo non sono asseriti dall’autore (l’autore non rivendica la verità di questi enunciati). I I Cosa predice questa teoria riguardo al Robinson Crusoe? Gli assegna lo status di opera di finzione oppure no? S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione I 5 La teoria della finta asserzione S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione I Secondo la teoria della finta asserzione proposta da Searle, un’opera è di finzione se e solo se l’autore finge di asserire ciò che scrive. I I Cosa predice questa teoria riguardo al Robinson Crusoe? Gli assegna lo status di opera di finzione oppure no? I S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione 6 La teoria della finta asserzione e il Robinson Crusoe I I Defoe pubblica la storia come una cronaca di fatti realmente accaduti. Dunque, inizialmente Defoe intendeva rivendicare la verità di quello che si narra nella storia. In questo senso, la storia era asserita dall’autore. Se la conclusione precedente è corretta, la teoria dell’intento assertivo predice che il Robinson Crusoe inizialmente non era un’opera di finzione. E se l’autore cessa di rivendicare la verità di quello che ha scritto, come è accaduto per il Robinson Crusoe? La formulazione che abbiamo dato della teoria dell’intento assertivo non è esplicita al riguardo. Un modo possibile di intenderla è questo: se l’autore cessa di rivendicare la verità di ciò che ha scritto, l’opera diventa di finzione. 7 Supponiamo di ragionare cosı̀: inizialmente Defoe voleva far credere al pubblico che la storia di Robinson Crusoe fosse vera. Dunque, inizialmente ha finto di asserire che la storia fosse vera. Dunque, la teoria della finta asserzione predice che inizialmente il Robinson Crusoe era un’opera di finzione. Cosa c’è di sbagliato in questo ragionamento? Per Searle, il senso rilevante di “fingere” è quello per cui “fingere di. . . fare qualcosa è compiere un’azione come se si stesse facendo. . . quella cosa e senza alcun intento di ingannare.” Dunque, Defoe inizialmente non sta fingendo di asserire la storia nel senso della teoria della finta asserzione. In realtà, asserisce che la storia è vera per ingannare il pubblico. Dunque, secondo la teoria della finta asserzione di Searle, il Robinson Crusoe inizialmente non era un’opera di finzione. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione 8 La teoria di Walton La teoria della finta asserzione e la persistenza dello status di finzione I I I Cosa predice la teoria della finta asserzione se l’autore ammette in seguito che si tratta di una storia immaginaria, come è accaduto per il Robinson Crusoe? I Di nuovo, la formulazione della teoria della finta asserzione data da Searle non è esplicita al riguardo. supporto in giochi di far finta. I Searle potrebbe sostenere che, quando Defoe rivela che il Robinson Crusoe racconta una storia immaginaria, egli finge di asserire ciò che ha scritto (senza intenzione di ingannare), e dunque l’opera diventa di finzione. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione 9 La teoria di Walton e il Robinson Crusoe I In questo senso di “essere di finzione”, il Robinson Crusoe è un’opera di finzione e lo è sempre stato secondo Walton. I Tuttavia, l’autore dell’opera, almeno inizialmente, non ha prodotto il Robinson Crusoe con l’intenzione che serva da supporto in giochi di far finta. I Cosa predice questa teoria riguardo al Robinson Crusoe? Gli assegna lo status di opera di finzione oppure no? S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione 10 La teoria di Currie Al Robinson Crusoe è stata assegnata la funzione di servire da supporto in giochi di far finta sia dalla comunità in cui è stato prodotto (se è vero che il pubblico non si lasciò ingannare e l’opera divenne subito un romanzo popolare) che dalle comunità in cui è stato fruito successivamente. I Secondo Walton, ciò che distingue le opere di finzione da quelle che non sono di finzione è questo: • un’opera è di finzione se e solo se ha la funzione di servire da I Secondo la teoria di Currie, l’essere di finzione di un’opera dipende dalle intenzioni dell’autore riguardo al pubblico. In particolare, • se l’opera è di finzione, è prodotta, almeno in parte, da proferimenti (o emissioni) di finzione; ovvero se l’opera è di finzione, l’autore compie i proferimenti (le emissioni) che producono l’opera con l’intenzione che il pubblico faccia finta che alcuni di questi proferimenti siano veri. I Cosa predice questa teoria riguardo al Robinson Crusoe? Gli assegna lo status di opera di finzione oppure no? In questo senso di “essere di finzione”, il Robinson Crusoe inizialmente non è un’opera di finzione secondo Walton. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione 11 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione 12 La teoria di Currie e il Robinson Crusoe I Defoe, scrive il Robinson Crusoe con l’intenzione che il pubblico creda che racconti dei fatti realmente accaduti. I Dunque, l’autore compie i proferimenti che producono l’opera non con l’intenzione che il pubblico faccia finta che siano veri i proferimenti che producono l’opera, ma con l’intenzione che il pubblico creda che questi proferimenti siano veri. I Un problema per Currie? I Abbiamo visto che il Robinson Crusoe è generalmente considerato un romanzo, un’opera di finzione. I Ma la teoria di Currie predice che non lo è. I Dunque, c’è un problema per la teoria di Currie? Dunque, il Robinson Crusoe non è un’opera di finzione secondo Currie. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione 13 La replica di Currie I Il pubblico tratta il Robinson Crusoe come se fosse un’opera di finzione. I Ma questo non vuol dire che il Robinson Crusoe sia un’opera di finzione. I Se davvero Defoe, quando ha scritto il Robinson Crusoe, voleva che il pubblico credesse che era una storia vera, allora Defoe stava mentendo al suo pubblico. I E se c’è una cosa su cui tutti sono d’accordo è che produrre opere di finzione non è mentire. S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione 15 S. Zucchi: Filosofia del linguaggio 2013-14 – Un’esercitazione 14