I° incontro 4 Novembre 2011 Coppie presenti 12 + 2 “single” Il tema dell’incontro è stato preso dal libro: Gustate quanto è buono il Signore (G. Barbon, R. Paganelli) Integrazione da brani del libro: l gabbiano Jonathan Livingston (J. Livingston Seagull,) IL VINO CULTURA DI UN POPOLO il vino, bevanda che allieta il cuore dell’uomo, diventa una passione, un oggetto di culto, una fonte di ispirazione, uno stile di vita. Dopo una breve esposizione del tema e del programma, si passa a leggere il foglio preparato dagli accompagnatori e successivamente ci si riunisce in tre gruppi. Al termine dei gruppi, in assemblea, i portavoce relazionano su quanto è emerso: Gruppo 1 E’ stato preso in considerazione il VINO Come elemento della vita (Spirito Santo) che rende l’esperienza della sequela e la comunione con gli altri gioiosa, serena , che scalda il cuore. a) Elemento che rappresenta il sangue di Cristo e quindi del grande dono del Signore per noi. b) Come frutto della relazione del padre (vignaiolo), Gesù (la vite) e gli uomini (i tralci). Il tralcio Tagliato o Potato? Tagliato vuol dire separato, allontanato, ma è un’auto esclusione, che può non essere definitiva, infatti si può essere sempre nuovamente inseriti grazie anche all’aiuto dei fratelli, degli altri tralci. I tralci inseriti però non producono tutti gli stessi frutti, dipende anche dall’esporsi più o meno alla Luce - la linfa comunque è uguale per tutti. Potato cioè purificato (riferimento alla riconciliazione, e alla correzione fraterna). E’ un percorso di formazione, di educazione, di crescita nella fede e nella vita. Il peccato di uno riduce la produttività della vite, la potatura invece favorisce la crescita dei tralci e dei grappoli che sono fatti dall’unione degli acini ( unità della comunità). Impegno Ciascuna coppia prende l’impegno di invitare per il prossimo incontro un’altra coppia esterna al gruppo a partecipare al Percorso Famiglie, a diventare un altro acino. Segni: Le forbici per potare; La pigna dell’uva con i nomi dei componenti del gruppo riportati su alcuni acini. Gruppo 2 Ognuno ha un "Suo Personale" percorso di fede, ogni esperienza della vita ci ha aiutato a crescere e a migliorarci. Per raggiungere ciò abbiamo imparato a metterci a disposizione del prossimo con impegno e amore gratuito. Gesu' è nostra vite, noi siamo i suoi tralci e come tali produciamo frutti più o meno buoni, (in base all'annata), ma questo fà di noi persone che vogliono migliorarsi costantemente. Lui è sempre vicino a noi, dobbiamo leggere fra le righe la sua volontà e seguirla. Essere inseriti nella vite per noi significa vivere la vita serenamente, trasmettendo gioia, amicizia e comunione verso tutti quelli che incontriamo. In sintesi prossimo dire che: con lo "Spirito Giusto" si può fare un Buon Vino! Gruppo 3 Dio vuole punire l’uomo? La distruzione deriva dalla lontananza da Dio o Dio è parte attiva in essa? In che misura siamo la vigna del Signore? Gli interrogativi sono tanti, spesso difficili da comprendere data la nostra limitatezza umana. Il nostro percorso di fede procede tra alti e bassi ma il Battesimo è un sacramento che dà forza, perché ci rende simili a Lui. Le sconfitte, anche personali, possono servire a “irrobustirci” per evitare che la solitudine, le delusioni, le difficoltà “appesantiscano” le ali dei nostri pensieri, del nostro entusiasmo, della nostra fede, che è fiducia nella vita, devastando la nostra anima che è la vigna del Signore. Cosa vuol dire essere tralcio vivo, legato alla vite? Probabilmente vuol dire essere capace di “amore per chi è diverso da me”, dove la diversità non deve essere intesa in senso restrittivo, cioè come disabilità ma anche come differenza di atteggiamenti e/o opinioni che possono creare incomprensioni se non si fa lo sforzo di “comprendere le ragioni dell’altro”, di cercare un terreno comune di incontro e non di semplice scontro tra fazioni contrapposte. E’ cercare di trasferire l’amore materno (un amore che consente il superamento del proprio egoismo per il bene dell’altro, senza sforzo, con semplicità) su “scala globale”. “I nostri limiti” ….. Bisogna avere consapevolezza dei limiti imposti dalla natura ma anche consapevolezza che deve esserci da parte nostra uno sforzo continuo per superarli. La parola di Dio può darci la forza necessaria a vincere le difficoltà, gli ostacoli sul nostro cammino di uomini e di cristiani ma non può rappresentare da sola la soluzione diretta ai problemi: siamo chiamati a essere “attori” consapevoli delle nostre scelte di vita, con attenzione a non essere indifferenti a quanto ci circonda ma rifuggendo “il fanatismo” che è un’acritica accettazione di dogmi preconfezionati e “non sentiti” ma imposti (anche con la violenza) agli altri. “La salvezza” La salvezza non è un fatto individuale ma coinvolge la comunità anche se l’amor proprio è uno scoglio non facilmente superabile, un ostacolo nel nostro percorso verso gli altri. E’ importante la consapevolezza dell’importanza delle sinergie realizzabili tra persone con abilità e attitudini diverse (fare rete di relazioni, di competenze, di capacità …) “attingendo alla parola” per affrontare e superare i fallimenti e le delusioni che di volta in volta si presentano. “Il segno” …. Il calice pieno rivolto verso l’alto visto come segno di condivisione, di apertura verso l’esterno in contrapposizione con quello vuoto e rovesciato che è indice di chiusura (anche mentale) e di mancanza di contenuto (da offrire a chi mi circonda), che è anche impreparazione di fronte “alla diversità”.