la potatura, poiché nella nostra vita ci deve essere la croce e quanto più siamo vicini a lui e tanto più la croce ci tocca e la potatura è intima e delicata. Ognuno di noi è un collaboratore di Cristo, il tralcio di quella vite; e che cosa significa per voi e per me essere una collaboratrice di Cristo? Significa dimorare nel suo amore, avere la sua gioia, diffondere la sua compassione, testimoniare la sua presenza nel mondo. 6. Testimoni di Speranza con Gesù Risorto CANTO DI LODE (Madre Teresa di Calcutta, Missione d’amore, Milano 1985, 79 ss..). CANTO DI ESPOSIZIONE ESPOSIZIONE PREGHIERA O Gesù, inondami del tuo Spirito e della tua Vita. Penetra in me e impossessati del mio essere così pienamente che la mia vita sia soltanto un’irradiazione della Tua. Aiutami a spargere il profumo di Te ovunque vada. Che ogni anima che avvicino senta la Tua presenza nella mia anima. Che io cerchi e veda non più me, ma soltanto te. Fa’ che io ti lodi nel modo che a Te più piace, effondendo la tua luce su quanti mi circondano. Che io predichi Te senza parlare, non con la parola, ma col mio esempio, con la forza che trascina, con l’amore che il mio cuore nutre per Te. PREGHIERA DI INTERCESSIONE Rit.: Nada te turbe, nada te espante, quen a Dios tiene, nada le falta. Nada te turbe, nada te espante, solo Dios basta. MONIZIONE INTRODUTTIVA Come la fede in Gesù Cristo, Crocifisso e Risorto, ci rende testimoni di speranza? Il cristiano diventa testimone del Signore vivendo e comunicando il Vangelo con gioia e con coraggio, sapendo che la verità del Vangelo viene incontro ai desideri più autentici dell’uomo. Solo nell’adesione personale a Gesù Risorto possiamo trovare quella linfa vitale capace di alimentare la forza della testimonianza. Gesù è la vite, noi tutti - comunità dei credenti - siamo i tralci. Rinsaldiamo il nostro legame d’amore con Lui questa sera, innestiamo la nostra vita nella sua. Solo così sapremo affrontare anche le fatiche e le prove che l’essere testimoni del Vangelo oggi richiede di affrontare. Creiamo fuori e dentro di noi lo spazio necessario perché il Signore possa abitarvi e invochiamo il dono dello Spirito. CANTO DI INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SALMO 62 Solo in Dio riposa l’anima mia; da lui la mia salvezza. Lui solo è mia rupe e mia salvezza, mia roccia di difesa: non potrò vacillare. Fino a quando vi scaglierete contro un uomo, per abbatterlo tutti insieme, come muro cadente, come recinto che crolla? Tramano solo di precipitarlo dall’alto, si compiacciono della menzogna. Con la bocca benedicono, e maledicono nel loro cuore. Solo in Dio riposa l’anima mia, da lui la mia speranza. Lui solo è mia rupe e mia salvezza, mia roccia di difesa: non potrò vacillare. In Dio è la mia salvezza e la mia gloria; il mio saldo rifugio, la mia difesa è in Dio. Confida sempre in lui, o popolo, davanti a lui effondi il tuo cuore, nostro rifugio è Dio. Sì, sono un soffio i figli di Adamo, una menzogna tutti gli uomini, insieme, sulla bilancia, sono meno di un soffio. Non confidate nella violenza, non illudetevi della rapina; alla ricchezza, anche se abbonda, non attaccate il cuore. Una parola ha detto Dio, due ne ho udite: il potere appartiene a Dio, tua, Signore, è la grazia; secondo le sue opere tu ripaghi ogni uomo. Gloria al Padre. Come era nel principio. CANTO LETTURA BIBLICA Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 15,1-8) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete gia mondi, per la parola che vi ho annunziato. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli”. MEDITAZIONE Il cap. 15 di Giovanni ci avvicina al Cristo. Il Padre, essendo il vignaiolo, deve potare il tralcio perché dia più frutto, e il frutto che dobbiamo produrre nel mondo è bellissimo: l’amore del Padre e la gioia. Ognuno di noi è un tralcio. Quando andai l’ultima volta a Roma, volevo dare qualche piccolo insegnamento alle mie novizie e pensai che questo capitolo fosse il più bel modo di capire che cosa siamo noi per Gesù e che cosa è Gesù per noi. Ma non mi ero resa conto di ciò di cui invece si resero conto quelle giovani suore quando considerarono quanto è robusto il punto di innesto dei tralci nella vite: come se la vite temesse che qualcosa o qualcuno le strappi il tralcio. Un’altra cosa su cui quelle sorelle richiamarono la mia attenzione fu che, se si guarda la vite, non si vedono frutti. Tutti i frutti sono sui tralci. Allora esse mi dissero che l’umiltà di Gesù è così grande che egli ha bisogno dei tralci per produrre frutti. Questo è il motivo per cui ha fatto tanta attenzione al punto di innesto: per poter produrre quei frutti egli ha fatto l’attacco in modo tale che si debba usare la forza per romperlo. Il Padre, il vignaiolo, pota i tralci per produrre più frutto, e il tralcio silenzioso, pieno d’amore, incondizionatamente si lascia potare. Noi sappiamo che cos’è