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L a S y s t e m s B i o l o g y n e l l o s t u d i o d e g l i e ff e t t i d i
xeno biotici in organismi marini per la
valutazione dello stato di salute dell’ambiente:
applicaz ioni biotecnologiche per potenziali
strategie di ripristino
Prospez ioni subacquee
Direttore dell’esecuzione Prof. Giulia Guerriero
Referente del servizio Dr. Enrico Casola
Revisione del 02/08/2013
Prospezioni subacquee Attività di campo
Allo scopo di individuare la fauna bentonica idonea e più significativa ai fini
dell’'indagine, con caratteristiche tipiche delle specie ampiamente diffuse nei siti
e a cui sia possibile attribuire il ruolo di potenziali bioindicatori, sono state
eseguite una serie di prospezioni subacquee da Operatori Tecnici Subacquei
per la biologia, specializzati in attività di monitoraggio marino ed in prelievi
subacquei
di
campioni
biologici.
Ogni
operatore,
oltre
all’attrezzatura
subacquea, aveva in dotazione una lavagnetta per le annotazioni, una bussola,
una macchina fotografica e una rollina metrica subacquea (foto 0).
Foto 0
Le prospezioni sono state effettuate sui fondali all’interno delle due aree di
lavoro, tra Capo Miseno e Monte di Procida e nell'area antistante la ex zona
industriale di Bagnoli.
In particolare, le prospezioni subacquee effettuate nell’immediato intorno delle
stazioni utilizzate per il prelievo dei sedimenti e della sostanza organica, a
causa delle caratteristiche dei fondi mobili, non ha permesso di identificare
un’epifauna (che vive sulla superficie del substrato) bentonica che consentisse
di soddisfare le esigenze della ricerca. Per tale motivo si è ritenuto più
opportuno spostare le indagini sui substrati duri adiacenti alle stazioni di
Sono state ispezionate 3 aree all’interno delle quali sono stati effettuati rilievi
subacquei, prendendo nota delle principali caratteristiche dei fondali, al fine di
individuare le fisionomie bionomiche dominanti alle quali attribuire il ruolo di
potenziali bioindicatori, attraverso una stima della superficie occupata dagli
organismi bentonici. Per ciascuna area è stata, inoltre, raccolta una accurata
documentazione fotografica.
Nella tabella 1 sono riportati l’identificativo delle singole stazioni di prospezione,
la profondità del punto stesso, la data e l’ora della prospezione subacquea e la
tipologia di substrato.
stazioni
data
ora prof. (m) Substrato
02/07/13 10.00
7
roccia
M1 (Capo Miseno)
10
artificiale
B1 (Bagnoli – Pontile Sud) 02/07/13 11.30
12
artificiale
B2 (Bagnoli – Pontile Nord) 02/07/13 13.00
Tabella 1
Risultati
Capo Miseno
Le prospezioni subacquee in questa zona sono state effettuate proprio in
corrispondenza di Capo Miseno, ispezionando i fondali rocciosi posti ad ovest
del capo.
In quest’area la parete rocciosa, che degrada dalla superficie fino ad una
profondità di 7 metri, è caratterizzata dalla presenza della biocenosi delle Alghe
Fotofile (AP), tipica formazione dei substrati duri del Piano Infralitorale. Le
principali caratteristiche di tale piano sono la presenza e lo sviluppo della
grande maggioranza delle alghe fotofile e delle praterie di Fanerogame marine,
un notevole idrodinamismo, una considerevole penetrazione della luce che
rende possibile una ricca vita vegetale e l’immersione completa degli organismi
che vi albergano. La biocenosi delle Alghe Fotofile comprende tutto il
complesso di popolamenti algali che si sviluppa sui fondi duri del piano
Infralitorale; le alghe dominanti danno il nome alle formazioni fitocenotiche:
facies a Cystoseira, a Corallina, a Jania, ecc.. Tale biocenosi, presente su
substrati rocciosi con buona illuminazione, di solito è limitata alla fascia
facies a Cystoseira, a Corallina, a Jania, ecc.. Tale biocenosi, presente su
substrati rocciosi con buona illuminazione, di solito è limitata alla fascia
superiore del piano infralitorale, ma in condizioni di eccezionale trasparenza
dell'acqua può spingersi fino a 40 m di profondità (Pérès & Picard, 1964).
In questo tratto di costa (Capo Miseno) il substrato roccioso è ricoperto
prevalentemente da alghe appartenenti al genere Cystoseira (alga bruna - foto
1-2) che colonizzano i fondi duri del piano Infralitorale ben illuminati (dalla
superficie fino a 3-4 metri di profondità).
Foto 1 – Cystoseira spp.
Foto 2 - Cystoseira spp.
Altra alga bruna (Feoficee) che colonizza questi fondali è Dictyota dicotoma
(foto 3), anch’essa tipica di ambienti prevalentemente superficiali ai quali si
fissa mediante rizoidi che terminano con un disco adesivo.
Foto 3 - Dictyota dicotoma
Tra le alghe verdi (Ulvoficee) domina Udotea petiolata (foto 4), che colonizza
quella parte di substrato meno illuminata insediandosi o in spaccature della
roccia o alla base di alghe frondose.
Foto 4 - Udotea petiolata
Tra le Rodoficee (alghe rosse), le più numerose sono risultate Asparagopsis
armata (foto 5), dotata di tallo cespuglioso ramificato nella parte superiore;
Peyssonnelia squamaria (foto 6) e Mesophyllum expansum (foto 7),
caratterizzate dalla presenza di un tallo impregnato di carbonato di calcio, che
vivono prevalentemente in zone ombreggiate quali anfratti o spaccatture della
roccia.
Foto 5 - Asparagopsis armata
Foto 6 - Peyssonnelia squamaria
Foto 7 - Mesophyllum expansum
Le alghe contribuiscono ad aumentare la diversità spaziale dei biotopi dove
sono presenti, il che, in termini ecologici, si traduce in un più elevato numero di
nicchie trofiche e morfologiche disponibili per molti organismi marini di piccole e
medie dimensioni; tra le alghe si rinvengono, strettamente associati, organismi
sessili (Ascidiacei, Poriferi, Idroidi, Briozoi, Antozoi), natanti (Crostacei, Pesci) e
sedentari (Molluschi, Policheti, Echinodermi).
In particolare gli organismi animali che maggiormente si ritrovano nell’area
indagata sono rappresentati da spugne (Poriferi) incrostanti quali Spirastrella
cuntratrix (foto 8), che si insedia prevalentemente in ambienti poco illuminati
sotto forma di placche ruvide aderenti al substrato e Hemimycale columella
(foto 9), che si ritrova, invece, soprattutto in zone ben illuminate.
Foto 8 - Spirastrella cuntratrix
Foto 9 - Hemimycale columella
Tra i Molluschi, il gasteropode Hexaplex trunculus (foto 10) colonizza questi
fondali dove è possibile rinvenire un cospicuo numero di individui. Può
raggiungere dimensioni massime di 8 cm di lunghezza; si riproduce tra maggio
e giugno quando più individui si radunano per deporre ammassi di uova
racchiuse in nidamenti biancastri (foto 11).
Foto 10 - Hexaplex trunculus
Foto 11 – uova di Hexaplex trunculus
Tra gi Echinodermi, gli organismi maggiormente rappresentati sono Echinaster
sepositus (foto 12) e Paracentrotus lividus (foto 13).
E. sepositus è una specie a movimenti lenti che si ciba prevalentemente di
spugne e di vermi o di detriti in sospensione. Può raggiungere i 30 cm di
diametro e si riproduce dalla primavera all’autunno.
Foto 12 – Echinaster sepositus
P. lividus, caratteristico di ambienti rocciosi ricoperti da alghe e tra i rizomi di
Posidonia, è una specie poco amante della luce tanto da ricoprirsi durante il
giorno di pezzi di alghe, conchiglie e detriti. E’ attivo di notte quando si sposta
alla ricerca di alghe e Posidonia di cui si nutre. Spesso lo si ritrova in anfratti o
in buche che il riccio stesso può scavare. Si riproduce tutto l’anno, ma
prevalentemente in estate.
Foto 13 – Paracentrotus lividus
Bagnoli
Nella zona antistante la ex zona industriale di Bagnoli la scelta delle aree per
effettuare le prospezioni subacquee è ricaduta sui pontili nord e sud dell’ex
Italsider, che venivano utilizzati per l’approdo delle navi adibite al carico e
scarico delle merci pesanti destinate alla lavorazione industriale.
Pontile Nord e pontile Sud
Il pontile Nord da qualche anno è stato riconvertito e ristrutturato ed è stato
adibito a passeggiata panoramica. La struttura, che si protrae nel mare per
almeno due terzi della sua lunghezza (circa 900 metri), è stata realizzata dalla
società Bagnoli Futura nell'ambito del progetto di riqualificazione urbana
dell'area dismessa dell'ex-italsider e inaugurata il 22 dicembre 2005.
La denominazione Nord sta ad indicare l'ubicazione geografica del pontile,
essendo il più settentrionale dei pontili ferroviari dell'ex-Italsider. L'esposizione e
la direzione del pontile sono invece ovest/sud-ovest.
La prospezione subacquea in quest’area è stata effettuata nella parte più
esterna del pontile, lungo le pareti verticali esposte a nord ed a ovest, ad una
profondità compresa tra la superficie e i 12 metri.
La prospezione subacquea del Pontile Sud è stata effettuata, invece, lungo i
piloni in cemento più esterni che sorreggono il pontile, ad una profondità
compresa tra la superficie e i 10 metri.
La natura dei substrati artificiali di entrambi i pontili ha selezionato nel corso
degli anni una flora ed una fauna abbastanza simili, con la creazione di un
biotopo comune. Per questo motivo per entrambe le aree di indagine sarà di
seguito effettuata un’unica esposizione dei risultati.
La parte superficiale dei pontili (sia nord che sud) è caratterizzata dalla
presenza di numerosi organismi incrostanti (foto 14-15), tra cui predominano
Alghe, Spugne (come la specie Crambe crambe – foto 16) e Briozoi.
Foto 14
Foto 15
Foto 15 – Crambe crambe
Gli organismi più comuni nella parte superficiale sono costituiti prevalentemente
da mitili (Mytilus galloprovincialis – foto 17), Molluschi bivalvi diffusi e molto
frequenti nella zona di marea della costa rocciosa. Si fissano in gran numero
mediante il “bisso” su qualsiasi tipologia di substrati artificiali come costruzioni
portuali, gavitelli, ecc. La maturità sessuale viene raggiunta intorno ai 6 mesi e
la riproduzione può avvenire durante un pò tutti i periodi dell'anno. Le larve si
trovano nel plancton fino all’estate; una volta raggiunte le fattezze di una cozza
adulta e le dimensioni di 500 micron, producono il bisso che permetterà loro di
aderire al substrato duro.
Foto 16 – Mytilus galloprovincialis
Altro Mollusco bivalve particolarmente abbondante sui fondali indagati è Arca
noae (foto 17), caratteristico di ambienti rocciosi, detritici o ciottolosi. Presenta
una conchiglia di forma sub quadrangolare, con valve uguali ma inequilaterali
(asimettriche). E’ una specie che vive attaccata con il bisso a superfici rigide,
dove spesso è completamente ricoperta dalla spugna Crambe crambe.
Raggiungere dimensioni massime di 10 centimetri.
Foto 17 – Arca noae
Al di sotto dei 5 metri di profondità la parete del pontile nord è caratterizzata
dalla presenza dell’echinoderma Arbacia lixula (foto 18), tipico di fondali ricchi di
alghe coralline dove vive dalla superficie fino a 40m. Il guscio raggiunge i 6 cm
di diametro. E’ più attiva di notte quando si sposta verso la superficie alla
ricerca di alghe incrostanti di cui si nutre. La riproduzione può avvenire durante
tutto l’anno. Viene comunemente denominato “riccio maschio”; tale appellativo
non ha nulla a che fare con il sesso reale della specie, ma si riferisce alla
scarsa qualità delle sue uova rispetto a quelle del riccio comune (Paracentrotis
lividus) dal quale si distingue per l’intensa colorazione nera.
Foto 18 – Arbacia lixula
Sempre al di sotto dei 5 metri, la superficie è colonizzata da un elevato numero
di esemplari di Sabella spallanzani (foto 19), Anellide Polichete comunemente
denominato “spirografo”. Organismo vermiforme, costruisce un tubo chitinoso di
forma cilindrica che può raggiungere una lunghezza di 30 cm. La corona dei
tentacoli, che fuoriesce dalla parte anteriore del tubo, assume una colorazione
estremamente variopinta e può raggiungere un diametro di 20-30 cm. E’
un’organismo filtratore, cioè si nutre di particelle alimentari in sospensione nella
colonna d’acqua che cattura grazie alla corona tentacolare. Si riproduce da
giugno ad ottobre.
Foto 19 - Sabella spallanzani
Altro Sabellide osservato è Bispira volutacornis (foto 20), molto simile ma con
densità decisamente più basse rispetto allo spirografo, dal quale si distingue sia
per le dimensioni minori del tubo che della corona tentacolare.
Foto 20 - Bispira volutacornis
Caratteristica è, inoltre, la presenza in entrambe le aree di Molluschi
Gasteropodi Nudibranchi quali Cratena peregrina (foto 21) e Flabellina affinis
(foto 22). Entrambe le specie vivono su fondali rocciosi ricchi di Idroidi, di cui si
cibano e tra le cui colonie sono facili da rinvenire. Questi Nudibranchi sono
immuni dalle cellule urticanti degli Idroidi che, anzi, utilizzano a propria difesa. Il
periodo riproduttivo è identificabile tra marzo e settembre.
foto 21 - Cratena peregrina
foto 22 - Flabellina affinis
Sui piloni del Pontile Sud sono stati, infine, identificati alcuni esemplari di
Ascidiacei con prevalenza della specie Styela plicata (foto 23).
foto 22 - Styela plicata
Conclusioni
Sulla base delle osservazioni effettuate nelle tre aree di indagine, la scelta degli
organismi sentinella che presentano caratteristiche tipiche dei bioindicatori e
che sono ampiamente diffusi nell'ambiente costiero dell’area di indagine,
potrebbe ricadere sulle seguenti specie:
• Capo Miseno:
o Mollusco Gasteropode Hexaplex trunculus
o Echinoderma (Asteroide) Echinaster sepositus
o Echinoderma (Echinoide) Paracentrotus lividus
• Bagnoli (Pontile Nord e Pontile Sud)
o Mollusco Bivalve Mytilus galloprovincialis
o Mollusco Bivalve Arca noae
o Echinoderma (Echinoide) Arbacia lixula