La bonifica degli impianti aeraulici e la qualità dell`aria

A RT I C O L O T E C N I C O
La bonifica degli impianti aeraulici e la qualità dell’aria
Prendendo come spunto un’indagine condotta sugli impianti aeraulici di strutture pubbliche
e private dislocate su tutto il territorio nazionale, l’articolo spiega cosa siano questi impianti
con particolare attenzione alla qualità dell’aria indoor
Parole chiave: Qualità dell’aria • Fenomeno dello sbilanciamento • Contaminazione aeraulica • Patologie
cliniche • Manutenzione degli impianti
A. Casa
Vicepresidente Operativo Area Nord di A.I.I.S.A
(Associazione Italiana Igienisti Sistemi Aeraulici)
Introduzione
Quando si parla di “igiene aeraulica” con qualcuno che
non proviene dallo specifico settore impiantistico, si nota
spesso sul volto dell’interlocutore un’espressione perplessa
e dubbiosa, riconducibile direttamente al termine “aeraulico”. In effetti l’esperienza insegna che tale termine non è
molto conosciuto e può anche generare fragorosi fraintendimenti.
Per tale motivo risulta assolutamente necessario chiarire,
fin dall’inizio, in cosa consistono gli “impianti aeraulici” e
quali sono le funzioni che essi svolgono.
Il termine “aeraulico” ha un’etimologia greca, derivando
dai sostantivi
(= aria) e
(= tubo, flauto). Letteralmente, dunque, gli impianti aeraulici possono
essere definiti come quegli impianti costituiti da “tubi che
trasportano aria”.
In modo meno prosaico e più preciso, la norma UNI
10339:1995 li identifica “nell’insieme di apparecchiature, dispositivi, accessori e sistemi di controllo necessari per realizzare la
desiderata qualità dell’aria nelle
condizioni prefissate”.
In altri termini, gli impianti
aeraulici sono tutti quegli apparati che garantiscono il raggiungimento, in ambiente indoor, di
una determinata qualità dell’aria
sotto il profilo termico, igrometrico, di purezza, di quantità e di
movimento della stessa.
In estrema sintesi presentiamo
quali sono le principali funzioni svolte da tale tipo di
impianti:
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- controllo della temperatura ambientale;
- controllo dell’umidità relativa;
- apporto di una sufficiente quantità di aria rinnovata;
- diluizione degli inquinanti interni;
- filtrazione dell’aria
Dopo aver risolti (o tentato di risolvere) i dubbi relativi alla
natura ed alle funzioni degli impianti aeraulici, spostiamo
l’attenzione sull’aspetto manutentivo, per comprendere
che una compromissione della loro situazione igienica può
causare un impatto fortemente negativo sulla qualità dell’aria indoor (ovvero l’aria che viene respirata all’interno
dei luoghi confinati, come gli edifici).
La manutenzione degli impianti aeraulici
Il tema della qualità dell’aria indoor negli ultimi anni è
stata più volte oggetto di indagine ed i risultati emersi non
hanno fornito dati confortanti.
Nel 1998, ad esempio, l'EPA
(Environmental
Protection
Agency - USA), attraverso
l’IEMB (Indoor Environment
Management Branch), ha confrontato il livello di concentrazione ed esposizione a numerosi inquinanti dell’aria registrato in ambiente indoor con
il livello registrato in ambiente
outdoor (esterno).
L’analisi dei dati ha confermato
che le concentrazioni indoor riscontrate sono generalmente da 1 a 5 volte maggiori a quelle outdoor e che l'e-
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sposizione a contaminanti indoor è da 10 a 50 volte
superiore all'esposizione outdoor.
Poiché nelle società dei Paesi sviluppati la popolazione
passa una parte rilevante del proprio tempo (circa il 75%)
all’interno di edifici o in altri luoghi confinati, è chiaro
capire perché il fenomeno dell’inquinamento indoor è
diventato di primaria importanza nell’ottica di una effettiva tutela della salute umana.
In quest’ottica, gli impianti aeraulici risultano essere una
delle principali cause di peggioramento dell’aria indoor,
perché con il passare del tempo, per la loro stessa struttura e funzione, subiscono possibili fenomeni di sbilanciamento e fisiologici fenomeni di contaminazione.
Il fenomeno dello sbilanciamento
Per quanto riguarda il primo dei due fenomeni, un
impianto aeraulico tecnicamente si definisce “sbilanciato” quando subisce un’alterazione permanente della sua
capacità di:
- trasmettere all’ambiente indoor il carico termo-igrometrico previsto dal progetto;
- apportare all’ambiente indoor la quantità d’aria rinnovata prevista da progetto;
- filtrare e diluire i contaminanti interni.
Tra le cause più comuni che producono un simile fenomeno a carico degli impianti aeraulici, si possono certamente annoverare:
- errati comportamenti manutentivi che alterano involontariamente le impostazioni e le tarature originariamente previste da progetto. Gli esempi pratici più ricorrenti riguardano la frequente manomissione involontaria della componentistica che dirige i flussi dell’aria (ad
esempio serrande, deviatori di flusso, anemostati, ecc.)
e l’impiego di pezzi di ricambio non appropriati;
- il mancato adeguamento dell’impianto alle mutate
condizioni, quantitative e qualitative, di popolazione
dell’ambiente indoor di cui è a servizio. Esempi pratici
sono un aumento del numero degli occupanti od un
mutamento delle loro condizioni di salute: caso, ad
esempio, di uno spostamento di reparti ospedalieri, in
seguito al quale pazienti immunodepressi vanno ad
occupare locali i cui impianti non risultano idonei a
garantire alti livelli di salubrità dell’aria;
- il mancato adeguamento dell’impianto alle mutate
volumetrie dell’ambiente indoor di cui è a servizio. Un
esempio può essere il cambio di disposizione di pareti
mobili che comportano modifiche nella volumetria dei
locali.
In tutti questi casi, si avrà come conseguenza il fatto che
l’impianto non riuscirà a svolgere completamente le fun-
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zioni per le quali era stato progettato, con un diretto
peggioramento dei parametri ambientali indoor dal
punto di vista fisico, chimico e microbiologico.
La contaminazione aeraulica
Oltre al fenomeno dello sbilanciamento, esiste un secondo fenomeno: quello della contaminazione aeraulica.
Va subito chiarito che un impianto aeraulico nel corso
della sua vita d’esercizio va fisiologicamente incontro a
due diverse tipologie di contaminazione:
- La contaminazione chimica, dovuta all’accumulo negli
apparati di particelle inquinanti provenienti dall’esterno
(attraverso la presa d’aria) e dall’interno dell’edificio
(attraverso il circuito di ricircolo).
In particolare, è statisticamente significativa la presenza
all’interno di tali impianti di polveri sottili (PM 10 e PM
15) tra le quali si possono annoverare il solfuro di carbonio, il monossido di carbonio, l’acido solforico, il biossido di zolfo, il biossido di azoto, l’ozono, i Contaminanti
Volatili Organici (VOC, quali il benzene, toluene, etilbenzene, xilene), ecc.
Per limitare questo primo tipo di inquinamento, gli
impianti di climatizzazione prevedono tutta una serie di
filtri e prefiltri collocati normalmente all’interno delle
unità di trattamento aria.
Tuttavia tali cautele sono spesso vanificate per una duplice serie di motivi.
In primo luogo molte delle sostanze che dall’esterno
vengono convogliate negli impianti di climatizzazione,
per le loro ridottissime dimensioni (< 15µ) non sono di
fatto filtrabili, se non dai cosiddetti “filtri assoluti”,
impiegati solamente in ambiti specifici in quanto molto
costosi e di onerosa manutenzione.
In secondo luogo il calo fisiologico della capacità filtrante degli apparati ed il regime manutentivo non sempre
preciso e puntuale, permettono anche a particelle inquinanti di maggiori dimensioni di attraversare i filtri e di
essere così immesse all’interno degli apparati.
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- La contaminazione microbiologica, provocata dalla proliferazione all’interno degli apparati di microrganismi animali (batteri, virus, muffe e lieviti).
In particolare, i principali agenti microbiologici rilevati
negli impianti aeraulici sono:
- Batteri (Staphylococcus Aureus, Pseudomonas
Aeruginosa, Legionella Pneumophila, Legionella
Gormani).
- Virus (Rhinovirus, Virus influenzali A e B, Virus parainfluenzali, Coronavirus, Adenovirus).
- Miceti
(Aspergillus,
Cladosporium,
Penicillium,
Paecylomyces, Cephalosporium, Fusarium, Streptomyces,
Tricoderma).
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), a conclusione di una serie di studi realizzati negli ultimi vent’anni
da gruppi di ricercatori di nazioni diverse, a latitudini differenti, su lavoratori con compiti e ritmi di lavoro confrontabili ma non sovrapponibili, ha dimostrato come le contaminazioni chimico-biologiche derivanti dagli impianti di climatizzazione scarsamente igienizzati siano una delle principali cause di vari tipi di patologie, tra le quali vanno certamente annoverate:
- La Sick Building Syndrome (SBS - Sindrome dell’Edificio
Malsano), che non è imputabile ad un agente eziologico individuabile e che presenta sintomi vari e non specifici, quali astenia, cefalea, tosse, senso di costrizione
toracica, irritazione delle mucose e della cute, bruciore
ed arrossamento degli occhi, malessere diffuso.
Tale sintomatologia si manifesta in un’alta percentuale
dei soggetti esposti ed è cronologicamente associata
all’attività lavorativa, poiché spesso si attenua o si risolve
con l’allontanamento dall’ambiente malsano.
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- Le Building Related Illness (BRI - Malattie correlate agli
edifici), ovvero quelle patologie causate da batteri, miceti, virus e quelle derivanti da polveri e contaminanti chimici.
Tali patologie, assai più gravi della precedente, presentano
un quadro clinico generalmente uniforme, una eziologia
ben identificata, segni clinici e di laboratorio definiti, recupero prolungato nonostante l’allontanamento dall’edificio
e la necessità di rimuovere l’agente contaminante al fine di
ottenere la guarigione del paziente.
Tali patologie si presentano con una bassa prevalenza tra
gli occupanti dell’edificio.
A questo gruppo di patologie sono ad esempio riconducibili:
- Sindromi Infettive, quali la “Sindrome del Legionario” (o
Legionellosi), la “Febbre di Pontiac”, Sindromi Influenzali,
Tubercolosi.
- Sindromi Allergiche, quali l’Alveolite Allergica Estrinseca,
l’Asma Bronchiale, Dermatiti, Riniti, Orticaria da
Contatto.
- Sindromi Immunologiche, quali la Polmonite da
Ipersensibilità, “Febbre dell’Umidificatore”.
Summary
Starting from an aeraulic equipments study conducted in public and private national health structures,
the article explains what these equipments are used
for and their linkage with air quality indoor
Per ulteriori informazioni segnalare sull’apposito tagliando
il n. 4
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