L`INQUINAMENTO CHIMICO Origine e definizione. Nel mondo si

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LA CASA SANA
a cura di Arch. Nunzia Coppola
L ’ I N Q U I N AM E N T O C H I M I C O
Origine e definizione.
Nel mondo si producono, attualmente, su scala industriale 60.000 diverse sostanze chimiche,
non esiste al giorno d’oggi alcun luogo in cui sia possibile evitare, del tutto, di entrare in
contatto con agenti chimici di origine antropica.
L’ambiente “moderno” è costituito in larga misura proprio da questi prodotti di sintesi e noi
stessi siamo gli utilizzatori della maggior parte di essi:
• Materiali da costruzione;
• Rivestimenti murali esterni ed interni;
• Colle ed isolanti;
• Pavimenti e mobili;
• Detersivi e cosmetici;
• Imballaggi.
La gran parte di questi prodotti ha avuto un’accoglienza entusiasta sia da parte dei produttori
che dei consumatori, in quanto offrono una serie di prestazioni “ottimali” con un impegno
economico relativamente basso.
Nel campo più specifico dell’edilizia, oltre a vantaggi di tipo economico e prestazionale, si
sono aggiunti vantaggi formali ed estetici; con cifre molto modiche si possono avere materiali
che imitano perfettamente: legno, pietra e marmo.
Andando, inoltre, incontro ad esigenze di mercato che hanno come parametri di
fondamentale importanza la velocità, sono attualmente disponibili in commercio prodotti
come colle e sigillanti e guarnizioni che in tempi brevissimi offrono un livello prestazionale
eccellente.
Il “prezzo” di tutto ciò è però molto alto. Si parla ormai diffusamente di inquinamento chimico
indoor e da un recente studio svolto in California emerge che nelle abitazioni private, le
problematiche più frequentemente lamentate dopo l’amianto, riguardano proprio la
contaminazione chimica.
“I materiali e le sostanze di tipo chimico-sintetico sono accusati di avere effetti negativi sulla
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salute e sull’ambiente” .
Il complesso degli inquinanti che sono in grado di rilasciare nell’ambiente indoor, ascrivibili sia
al mondo organico che inorganico, vanno inevitabilmente a sommarsi con quelli
provenienti dall’esterno dell’edificio .
Alla classe degli inquinanti inorganici di origine esterna, che si vanno a sommare a quelli
indoor, appartengono:
• L’anidride solforosa: di prevalente origine esterna e derivante dagli impianti di
combustione;
• L’ossido di carbonio: il livello indoor è generalmente rapportabile a quello dell’aria
esterna, eccezion fatta per gli edifici muniti di apparecchi di combustione non raccordati (o
raccordati in modo inadeguato a canne di ventilazione);
• Il biossido di carbonio: la cui immissione nell’ambiente indoor è dovuta all’attività
metabolica umana ed ad impianti di combustione non opportunamente ventilati (cucine a gas
e stufe);
• L’ozono: può formarsi nell’aria degli ambienti confinati per effetto delle luci fluorescenti e
delle fotocopiatrici.
Un numero elevato di sostanze chimiche organiche “è stato identificato invece nell’aria
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indoor con percentuali e livelli di concentrazione da 2 a 10 volte superiori a quelli esterni” .
Si tratta dei VOC (Volatile organic compounds) composti organici vaporei, la cui
composizione chimica rivela prevalentemente, la presenza di atomi di carbonio ed hanno la
caratteristica comune di esistere allo stato di vapore a temperatura ambiente.
In base alla loro volatilità si distinguono 4 gruppi:
• VVO: composti molto volatili o gassosi;
• VOC: composti volatili;
• SVOC: composti semivolatili;
• POM: composti associati con il particolato indoor.
La concentrazione di questi composti è dipendente in modo marginale dalla qualità
1 Da U. Wienke, “La salute in cassa, una sfida per l’edilizia”, Nuovi strumenti, Perugia ’96.
2 Da M. Maroni, “Habitat costruito, inquinamento e salute”, F. Angeli, Milano ’93, pg. 58.
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a cura di Arch. Nunzia Coppola
dell’aria esterna; risulta invece legata:
• All’andamento stagionale (maggiore concentrazione nei momenti estivi);
• Alla ventilazione complessiva dell’edificio;
• Alla presenza di materiali emissivi;
• Alle tecniche di pulizia e gestione dell’edificio.
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