ISTITUTO ISTRUZIONE SUPERIORE “PONTANO- SANSI – LEONARDI” SPOLETO RETE 8 SPOLETO – VALNERINA IL CURRICOLO VERTICALE ASSE TECNOLOGICO-SCIENTIFICO TEMA: LA MATERIA E LE TRASFORMAZIONI CLASSE I B LICEO CLASSICO – A.S. 2009/2010 DOCENTE: prof.ssa Cinzia Corona DIARIO DI BORDO 12 Novembre 2009 MOTIVAZIONE Nel corso delle prime lezioni di chimica, parlando delle trasformazioni fisiche, è stata ricorrente la richiesta di ulteriori chiarimenti sulla variazione di temperatura che si manifesta nel corso del passaggio di stato di una sostanza pura. Il docente propone alla classe di indagare sperimentalmente su questo fenomeno. PROBLEMATIZZAZIONE Come varia la temperatura nel corso del riscaldamento di una sostanza pura in corrispondenza del passaggio di stato solido-liquido? La temperatura varia in modo continuo o discontinuo? PREMESSA Il docente invita innanzitutto i ragazzi a definire e caratterizzare lo stato solido e lo stato liquido di un sistema. Flavia: un corpo solido ha forma propria e volume proprio, mentre un corpo liquido non ha forma propria ma quella del suo contenitore, perché le sue particelle si muovono più liberamente che nel solido. Giorgio: le sostanze gassose hanno la forma del contenitore e anche il volume dipende dal contenitore. Doc: come avviene il passaggio dallo stato solido allo stato liquido? Pensate al ghiaccio: quando si scioglie e diventa liquido? Federica: quando lo riscaldiamo tenendolo in mano o lo lasciamo all’aria Doc: così facendo cosa hai modificato al ghiaccio? Più ragazzi rispondono: la temperatura. IPOTESI A questo punto il docente chiede ai ragazzi: se riscaldiamo una sostanza solida fino a farla diventare liquida, come varierà la sua temperatura? Più ragazzi rispondono: la temperatura aumenta gradualmente. Doc: non potrebbe succedere qualcosa che modifica un andamento graduale? I ragazzi si mostrano perplessi ma alla fine non escludono che potrebbe effettivamente esserci una variazione non regolare della temperatura. 16 Novembre 2009 FASE DELL’ESPERIENZA Il docente porta in classe un certa quantità di una sostanza incognita e chiede ai ragazzi di definirne la caratteristiche utilizzando i sensi della vista, del tatto e dell’olfatto. Francesca: la sostanza è un po’ bianca e un po’gialla simile alla cera. Federica: solida e a scaglie lucenti come il sapone di Marsiglia. Daniele: non ha odore. Anna: si sgretola tra le dita e lascia una patina cerosa. Doc: perché lascia una patina cerosa? Anna: si scioglie un po’. Doc: perché, cosa è successo? Giorgio: perché l’ha scaldata con il calore della mano. Doc: e se la riscaldassimo ancora di più? Giorgio: forse si “squaglierebbe” tutta. A questo punto la classe si trasferisce nel laboratorio di chimica per sottoporre a riscaldamento la sostanza in esame e seguirne l’aumento di temperatura. Materiali e strumenti: 1. Sostanza incognita (5g) 2. 1 provettoni 3. 1 becher (da 500 ml) 4. 1 sostegno 5. 1 treppiede 6. 1 retina 7. 1 becco bunsen 8. 1 termometro (-10: + 150 °C) 9. acqua (250 ml) 10. 1 cronometro 11. 1 macchina fotografica DESCRIZIONE DELL’ESPERIMENTO Si predispone il sostegno con due pinze: una per il termometro e l’altra per la provetta contenente la nostra sostanza; si pone sul treppiede una retina e su questa si colloca un becher riempito per metà con acqua di rubinetto. Allestiamo un bagno-maria: immergiamo la provetta nel becher e inseriamo all’interno della provetta il termometro, facendo attenzione che il bulbo sia ben inserito nella sostanza senza toccare le pareti interne della provetta; sotto il treppiede disponiamo il becco bunsen. Foto 1 Il docente assegna un ruolo preciso ai ragazzi che seguono l’esperimento:chi controlla il riscaldamento, chi usa il cronometro, chi legge il termometro, chi scrive i dati, chi scatta le foto, ecc. Si accende la fiamma del becco bunsen per riscaldare l’acqua nel becher, che a sua volta riscalda la provetta contenente la nostra sostanza. Ogni trenta secondi i ragazzi osservano le modificazioni a cui va incontro la sostanza, ne rilevano la temperatura raggiunta e la riportano in tabella. Osservazioni:intorno ai 34°C la sostanza diminuisce di volume e si compatta (foto 2). Foto 2 Intorno ai 50°C la sostanza diventa più gialla, si compatta ulteriormente e comincia a sciogliersi laddove è a contatto con le pareti interne della provetta (foto 3). Foto 3 Intorno ai 70°C la sostanza si scioglie man mano, assume un colore giallo (foto 4) e la temperatura cessa di aumentare con la l’incremento osservato fino a quel momento; solo quando la sostanza è del tutto liquefatta, la temperatura riprende ad aumentare. Foto 4 Nel corso dell’esperimento vengono rilevati i valori della temperatura assunta dalla nostra sostanza ogni 30 secondi e annotate eventuali osservazioni. L’esperimento complessivamente dura circa mezz’ora. Foto 5 17 novembre 2009 I ragazzi suddivisi in due gruppi ripetono l’esperienza del giorno 16 novembre in maniera indipendente l’uno dall’altro annotando le misure della temperatura rilevata ogni 30 secondi. 23 novembre 2009 RISULTATI I dati raccolti nei tre esperimenti eseguiti nei giorni 16 e 17 novembre, vengono riportarti in tabella ed elaborati in formato elettronico con il programma Excel con la successiva elaborazione grafica. ESPERIMENTO 1 n. Prove 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 tempo (sec.) 0 30 60 90 120 150 180 210 240 270 300 330 360 390 420 450 480 510 540 570 600 630 660 690 720 750 780 810 840 870 900 930 960 990 1020 1050 1080 1110 1140 t (in °C) 20 21 23 25 28 31 33,5 36 39 42 44,5 49,5 52 54 56 58 60 62 63,5 65 67 68 68,5 69,5 70 71 71 71 70 70,5 70,5 71 71,5 73 75 80 82 84 85 ESPERIMENTO 2 n. Prove 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 tempo (sec.) 0 30 60 90 120 150 180 210 240 270 300 330 360 390 420 450 480 510 540 570 600 630 660 690 720 750 780 810 840 870 900 930 960 990 1020 1050 1080 1110 1140 1170 t (in °C) 20,5 20,5 20,5 21 22 23 24,5 27,5 29 31 34 36 38,5 42 44 46,5 48,5 51 53 55,5 58 61 63 65 68 70,5 72 76 76,5 78 78 78 75 75,5 76 76 77 79,5 82 84 t (in °C) 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 0 200 400 600 800 1000 1200 1400 ESPERIMENTO 3 n. Prove 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 tempo (sec.) 0 30 60 90 120 150 180 210 240 270 300 330 360 390 420 450 480 510 540 570 600 630 660 690 720 750 780 810 840 870 t (in °C) 19 19 19,5 20,5 21,5 23 25 28 31 33,5 36,5 39,5 42,5 45 48,5 51 54 56 58 60 63,5 65,5 67 69 70 72 78 82 88 92 t (in °C) 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 0 200 400 600 800 1000 24 novembre 2009 DISCUSSIONE In classe si discutono i risultati analizzando i grafici ottenuti. I ragazzi sono molto soddisfatti nel vedere concretizzato il loro lavoro nelle curve ottenute nell’osservare che le curve ottenute. Si osserva che intorno ai 70°C l’incremento del temperatura si arresta per un certo periodo di tempo, proprio in corrispondenza dell’osservazione del completo passaggio di stato da solido a liquido della sostanza. Nel caso del secondo esperimento, i ragazzi interpretano il discostarsi della curva dal valore suddetto conseguenza di una manovra errata durante l’esperimento: ricordano infatti che il bulbo del termometro, incautamente spostato in quella fase dell’esperimento, ha toccato la prete interna della provetta provocando un brusco innalzamento della temperatura. Accortisi di ciò, hanno poi riposizionato correttamente il termometro e la temperatura ha assunto valori più vicini ai 70°C. Poiché i dati raccolti dimostrano che la nostra sostanza ha una temperatura di fusione pari a circa 70°C, gli studenti ricercano in letteratura la possibile sostanza corrispondente e compatibilmente con le osservazioni macroscopiche fatte in partenza ritengono si tratti di Acido Stearico. Questo dà lo spunto per uno scambio di considerazioni con il docente. Doc: cosa abbiamo osservato durante la fusione della nostra sostanza? Giorgio: la temperatura non cambiava anche se il becco bunsen continuava a riscaldarla Doc: allora che rapporto c’è tra temperatura e calore? Sono la stessa cosa? Giorgio: sono due cose separate Doc: e allora cosa sono? Daniele: il calore è energia che si sposta Doc: come si sposta? Francesca: dalla fiamma alla retina, al becher, all’acqua, alla provetta e poi alla sostanza Doc: e la temperatura cosa è? Claudia: la quantità di calore di un corpo Doc: questa è una contraddizione: abbiamo appena interpretato dai grafici che temperatura e calore non sono la stessa cosa Daniele: la temperatura è una conseguenza del calore che abbiamo dato, non la stessa cosa Doc: due corpi a diversa temperatura cosa hanno di diverso? Ueda: forse il volume, la densità?!! Daniele: hanno diversa energia interna Doc. cosa è l’energia interna di un corpo? Giorgio: è legata alla sua composizione Doc: come è fatto un corpo? Adelmo: le sostanze sono fatte di atomi e molecole Flavia: …….e quindi l’energia potrebbe rappresentare i legami che uniscono gli atomi Doc: e allora che vuol dire che un corpo ha più o meno energia? Flavia: più legami ci sono più energia c’è Doc: ma si muovono le molecole o stanno ferme? Daniele: si muovono e un corpo con maggiore calore ha maggiore mobilità degli atomi Doc: quindi concludendo sembra che la temperatura è dovuta alla mobilità degli atomi! Abbiamo visto che inizialmente la sostanza era solida e quindi gli atomi sono fermi in quello stato? Francesca: no comunque sono in movimento anche se di meno Doc: la temperatura di un solido, di un liquido e di un gas sono sempre diverse? Daniele: se io prendo un corpo a una certa temperatura ed è solido, aumentando la temperatura diventa liquido ed è più caldo, aeriforme è più caldo ancora Doc: quindi lo stato fisico in generale dipende dalla temperatura; come spieghi che la sostanza che abbiamo usato nell’esperimento a temperatura ambiente era solida mentre l’acqua del becher era allo stato liquido? Daniele: allora l’effetto del calore su una sostanza cambia al variare della sostanza stessa cioè ogni sostanza reagisce in maniera diversa Doc: cosa cambia nelle sostanze perché poi la stessa temperatura le rende solide o liquide o gassose Federica: i legami fra gli atomi e il tipo di atomi, per cui alla stessa temperatura dove ci sono legami più forti la sostanza è solida, dove ci sono legami più deboli la sostanza è liquida Doc: allora proviamo a capire perché la temperatura si arresta nel passaggio di stato come abbiamo visto nell’esperimento: pur continuando a dare calore (energia) la temperatura non aumentava; dove è andato a finire quell’energia? Anna: è stata assorbita dalla parte solida Claudia: il calore si è disperso nell’atmosfera Daniele: ha rotto i legami tra le molecole Doc: come ha fatto una energia a rompere i legami? Giorgio: agitando le molecole si rompono i legami che le tengono insieme Ueda: il calore si è trasformato in un’altra forma di energia Giorgio: in energia cinetica Daniele: infatti abbiamo visto che fin quando tutta la sostanza non è diventata liquida il calore non ha fatto aumentare la temperatura, ma è servito solo a rendere più mobili tutte le molecole CONCLUSIONI Con questa esperienza i ragazzi hanno chiarito le perplessità circa la variazione di temperatura di una sostanza pura nel corso del passaggio di stato solido-liquido ottenuto mediante riscaldamento a pressione costante. In particolare hanno osservato un arresto della temperatura (sosta termica) fintanto che tutta la sostanza non è passata allo stato liquido, concludendo che il calore somministrato “energizza” le molecole tanto da far vincere le forse che le “costringono” le une vicine alle altre. Hanno inoltre compreso la differenza tra temperatura e calore. PROPOSTE PER ULTERIORI PROBLEMATICHE 1. Come varia la temperatura nel passaggio di stato solido-liquido (a pressione costante) di un miscuglio? 2. Come varia la temperatura nel passaggio di stato solido-liquido (a pressione costante) di un’altra sostanza pura? Quanto dura la sosta termica?