18/06/2016 il Giornale - La mia Filumena? Una vera napoletana ma

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l'intervista »
Liliana Cavarti
«La mia Filumena?
Una vera napoletana
ma senza folclore»
La regista dirige a Spoleto la celebre opera
di De Filippo con Mariangela
D'Abbraccio
turgo italiano del 900. Come at- tacolo, vedo sulla strada tante
tore, poi... Andai apposta a ve- prostitute. Sa quanti sono oggi i
• Un giorno Liliana Cavani derlo due sere di seguito in Na- maschi italiani che pagano
viene invitata a pranzo da tale in casa Cupiello. Beh: la se-l'amore? Dieci milioni. E dieci
Eduardo De Filippo, nella sua conda recita fu totalmente di- milioni sono tanti. Troppi. Ma
casa romana dei Paridi. «Ti pre- versa dalla prima. Perché Filumena è la donna che riscatparo un bel piatto di pasta alle Eduardo in scena non recitava. ta se stessa da tanto squallore e
dai pregiudizi. È l'ex puttana
vongole fujute», le annuncia il Viveva».
mitico attore e drammaturgo.
E Napoli? Può un'emiliana che si innalza moralmente ben
«Pensai subito: buoni, gli spa- di Carpi capirefinoin fondo la oltre il borghese ipocrita che la
ghetti alle vongole! - ride ancor città dei «bassi» e dei panni sfrutta. Che combatte con le unghie per qualcosa che a noi oggi
oggi la Cavani -. Ma fujute in stesi al sole?
napoletano vuol dire "fuggite".
«Amo Napoli come città di an- sembra normale; ma che allora,
Insomma: di vongole neanche tica, profonda cultura; aperta, in un dopoguerra in cui l'analfal'ombra. Così dicono i napoleta- accogliente. Se penso a certi betismo era ancora diffuso, e il
ni quando ironizzano sulla for- mugugni, a certe diffidenze del delitto d'onore ancora perdonazata austerità dei loro piatti». mio Nord... Napoli è nata prima bile, una cultura millenaria si
L'aneddoto culinario sintetizza di Roma. E' popolare ma non ostinava ad ignorare. E cioè che
molto dell'ironico, umanissimo plebea: i suoi "bassi" sono puli- "i figli sono figli. E sono tutti
(e feroce) universo di Eduardo. tissimi. E tutti quei panni stesi uguali"».
Quale preferisce fra le tanLo stesso che la grande regista, significano solo una cosa: a Naper la prima volta ad 83 anni, poli la gente si lava più che altro- te primedonne che hanno
dato viscere e anima all'indal primo luglio al Festival di ve».
domita Filumena?
Spoleto, dirigerà in uno dei suoi
Filumena e la sua storia
«Quella sublime di Sophia Loclassici più celebri ed universalmente amati: Filumena Martu- (che nel 1946 Eduardo creò ren, in Matrimonio all'italiana
per la sorella Titina, ispi- di De Sica. Si, lo so: i puristi non
rano.
randosi ad un trafiletto di mettono quel film sullo stesso
Eppure la ribollente vicenda
cronaca letto sul giornale) piano della commedia originadell'ex prostituta partenopea,
sono ancora attuali?
le. Ma signori: oltre a De Filipche lotta perrivendicarenome
«Sono eterni. Filumena è l'au- po, in quel film, c'è anche De
e dignità ai propri figli illegitti- tentica donna del popolo. Quelmi, sembra lontana dalle lucide la che con inventiva geniale ri- Sica. E De Sica è il maestro nugeometrie intimiste della regi- solve ogni giorno il problema mero uno. Il mio divo personale. Il più grande di tutti».
sta di Portiere di notte.
della sopravvivenza. E la sua sto- Tradotta in decine di lin«E perché mai? Io adoro ria è più che viva: è scottante.
gue e rappresentata in tutEduardo. Insieme a Pirandello Tutte le mattine, andando in
to il mondo, dalla Russia al
loritengoil più grande dramma- macchina alle prove dello spetPaolo Scotti
MEDIA
Giappone, come sarà la Filumena Marturano che ora
incontra Liliana Cavani?
«Io amo il teatro contemporaneo e rigoroso, stile Living Theatre. Ma applicare quelle astrazioni ad un capolavoro naturalista sarebbe un intellettualismo
totalmente inutile. Diciamo che
la nostra Filumena non concederà nulla al folclore da sceneggiata napoletana. Ma nemmeno rinuncerà alla carne, al sangue del temperamento partenopeo. L'irruenza mediterranea,
in questa storia, è parte irrinunciabile».
E la protagonista?
«Mariangela D'Abbraccio è
napoletana. Ha un grande talento emotivo. Quel capolavoro di
personaggio, tutto istinto e spirito, è perfettamente nel suo temperamento».
Finché, dopo il debutto spoletino, lo spettacolo sarà a
Napoli. Dove tutti conoscono a memoria le battute
più famose; dove tutti hanno ancora nelle orecchie la
voce di Pupella Maggio o
Regina Bianchi; dove in
questo ruolo perfino una
grandissima come Valeria
Moriconi venne contestata,
perché non napoletana.
«Andare a Napoli mi emozionerà, certo. Ma io in vita mia ne
ho fatte di tutti i colori. Ho ricevuto fischi, denunce, censure.
Una volta feci quasi crollare la
dirigenza Rai, si figuri. Sono
pronta a tutto. Del resto, non fa
parte del gioco? Se avremo la
mano giusta vinceremo. E sennò... Il bello del teatro è anche
le frasi
Sono emiliana
ma amo Napoli
MEDIA
profondamente,
una città antica,
di grande cultura
e pulizia
La mia preferita
nel ruolo della
Marturano
è Sophia Loren
in«Matrimomio
all'italiana»
REGISTA
Liliana Cavani (Carpi,
12 gennaio 1933) sarà
al Festival di Spoleto
dal primo luglio
ALBUM
Sabato 18 giugno 2016 | il Giornale
l'intervista
•
Liliana Cavani
«La mia Filumena?
Una vera napoletana
ma senza folclore»
le frasi
CONVINZIONI
La regista dirige a Spoleto la celebre opera
di De Filippo con Mariangela D'Abbraccio
Paolo Scotti
• Un giorno Liliana Cavani
viene invitata a pranzo da
Eduardo De Filippo, nella sua
casa romana dei Parioli. «Ti preparo un bel piatto di pasta alle
vongole fujute», le annuncia il
mitico attore e drammanirgo.
«Pensai subito: buoni, gli spaghetti alle vongole! - ride ancor
oggi la Cavani -. Ma fujute in
napoletano vuol dire "fuggite".
Insomma: di vongole neanche
l'ombra. Cosi dicono i napoletani quando ironizzano sulla forzata austerità dei loro piatti*.
L'aneddoto culinario sintetizza
molto dell'ironico, umanissimo
(e feroce) universo di Eduardo.
Lo stesso che la grande regista,
per la prima volta ad 83 anni,
dal primo luglio al Festival di
Spoleto, dirigerà in uno dei suoi
classici più celebri ed universalmente amati: Filumena Marturano.
Eppure la ribollente vicenda
dell'ex prostituta partenopea,
che lotta per rivendicare nome
e dignità ai propri figli illegittimi, sembra lontana dalle lucide
geometrie intinnste della regista di Portiere di notte.
«E perché mai? Io adoro
Eduardo. Insieme a Pirandello
loritengoil piùgrande drammaturgo italiano del 900. Come attore, poi... Andai apposta a vederlo due sere di seguito inAfatale iti casa Cupielb. Beh: la seconda recita fti totalmente diversa dalla prima. Perché
Eduardo in scena non recitava.
Viveva».
E Napoli? Può un'emiliana
di Carpi capire uno in fondo la
città dei «bassi» e dei panni
stesi al sole?
«Amo Napoli come città di antica, profonda cultura; aperta,
accogliente. Se penso a certi
mugugni, a certe diffidenze del
mio Nord... Napoli è nata prima
di Roma. E' popolare ma non
plebea: i suoi "bassi" sono pulitissimi. E tutti quei panni stesi
significano solo una cosa: a Napoli la gente si lava più che altro-
Filumena e la sua storia
(che nel 1946 Eduardo creò
per la sorella Titilla, ispirandosi ad un trafiletto di
cronaca letto sul giornale)
sono ancora attuali?
«Sono eterni. Filumena è l'autentica donna del popolo. Quella che con inventiva geniale risolve ogni giorno il problema
della sopravvivenza. E la sua storia è più che viva: è scottante.
Tutte le mattine, andando in
macchina alle prove dello spettacolo, vedo stilla strada tante
prostitute. Sa quanti sono oggi i
maschi italiani che pagano
l'amore? Dieci milioni. E dieci
milioni sono tanti. Troppi. Ma
Filumena è la donna che riscatta se stessa da tanto squaDore e
dai pregiudizi. È l'ex puttana
che si innalza moralmente ben
oltre il borghese ipocrita che la
sfrutta. Che combane con le unghie per qualcosa che a noi oggi
sembra normale; ma che allora,
Sono emiliana
ma amo Napoli
profondamente,
una città antica,
di grande cultura
e pulizia
in un dopoguerra in cui l'analfabetismo era ancora diffuso, e il
delitto d'onore ancora perdonabile, una cultura millenaria si
ostinava ad ignorare. E cioè che
"i figli sono figli. E sono tutti
uguali"».
Quale preferisce frale tan- GUSTI
te primedonne che hanno
dato viscere e anima all'indomita Filumena?
«Quella sublime di Sophia Loren, in Matrimonio all'italiana
di De Sica. Si, lo so: i puristi non
mettono quel film stillo stesso
piano della commedia originale. Ma signori: oltre a De Filippo, in quel film, c'è anche De
Sica. E De Sica è il maestto numero uno. 11 mio divo personale. Il piti grande di tutti».
Tradotta in decine di lingue e rappresentata in tutREGISTA
to il mondo, dalla Russia al
Liliana Cavani (Carpi,
Giappone, come sarà la Fi12 gennaio 1933! sarà
lumena Mai Murano che ora
al Festival di Spoleto
incontra Liliana Guani?
dal primo luglio
La mia preferita
nel ruolo della
Marturano
è Sophia Loren
in «Matrimomio
all'italiana»
CINEMA
«lo amo il teatro contemporaneo erigoroso,stile Living Tiieatte. Ma applicare quelle astrazioni ad un capolavoro naturalista sarebbe un intellettualismo
totalmente inutile. Diciamo che
la nostra Filumena non concederà nulla al folclore da sceneggiata napoletana. Ma nemmeno rinuncerà alla carne, al sangue del temperamento partenopeo. L'irruenza mediterranea,
in questa storia, è parte irrintuiciabile».
E la protagonista?
«Mariangela D'Abbraccio è
napoletana. Ha un grande talento emotivo. Quel capolavoro di
personaggio, tutto istinto e spirito, è perfettamente nel suo temperamento».
Finché, dopo il debutto spoletino, lo spettacolo sarà a
Napoli. Dove tutti conoscono a memoria le battute
più famose; dove lutti hanno ancora nelle orecchie la
voce di Pupella Maggio o
Regina Bianchi; dove in
questo ruolo perfino una
grandissima come Valeria
Monconi venne contestata,
perché non napoletana.
•«Andare a Napoli mi emozionerà, certo. Ma io in vita mia ne
ho fatte di tutti i colori. Ho ricevuto fischi, denunce, censure.
Una volta feci quasi crollale la
dirigenza Rai, si figuri. Sono
pronta a tutto. Del resto, non fa
parte del gioco? Se avremo la
mano giusta vinceremo. E sennò... Il bello del teatro è anche
questo».
Belpietro si metterà «Dalla vostra parte»
L'ex direttore di «Libero» da fine mese alla guida del programma di Retequattro
Laura Rio
• Il film La La Land, scritto e diretto da Damien Chazelle [Whiplash) e interpretato da Emma Stone, Ryan
Gosling, John Legend e J.K.
Simmons è il film d'apertura, in concorso, della 73esima Mostra internazionale
d'arte cinematografica di
Venezia (31 agosto -10 settembre 2016), diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta. «La La
Land è un sorprendente
omaggio alla stagione
d'oro del musical americano - ha dichiarato il direttore Alberto Barbera - da Un
americano a Parigi di Vincent Minnelli a New York,
New York di Martin Scorsese». Barbera è stato confermato dal eda della Biennale alla direzione del settore
cinema per il quadriennio
2017-2020. «Si tratta di un
riconoscimento della qualità del lavoro fin qui svolto ha spiegato il presidente
Paolo Baratta»
«Sconosciuti»
lascia Raitre
e va su Laeffe
• Rai senza più Sconosciuti. Dopo sei edizioni il programma di Simona Ercolani prodotto dalla Stand By
Me, dice addio alla Rai. A
nulla sono servite le richieste dei fan, che reclamano
il ritorno del programma
che trasforma in leggendarie storie di quotidiana normalità. La striscia, finora in
onda su Raitre, dal 4 luglio
traslocherà su Laeffe - la tv
di Feltrinelli (Sky canale
139) e dal 2017 arriverà anche su TY2000. Il direttore
di Laeffe Riccardo Chiatte! li prova a dare nuova linfa
aila tv: «Ci rivolgiamo a un
pubblico che cerca prodotti più ricercati per linguaggio e scrittura, ma questo
non vuol dire che siamo radicai chic». Tra gli altri programmi Italian Tabloid,
con il racconto di sei giornalisti-scrittori come Roberto
Saviano, Vittorio Zucconi,
Federico Rampini, Filippo
Ceccarelti, Carlo Bonini e
Attilio Bolzoni.
TELEVISIONE E INFORMAZIONE
• Cambi di conduzionee di programmi per l'informazione Mediaset. Maurizio Befpietro va al
posto di Paolo Del Debbio, Nicola Porro al posto di Luca Telese.
Sono queste due delle novità
che riguardano i palinsesti del
Biscione. Di Porro che, chiuso
Virus, il talk politico che conduceva su Raidue, realizzerà in autunno un nuovo programma di
«La La Land»
apre la Mostra
di Venezia
seconda serata su Canale 5 al
posto di Matrix, vi abbiamo già
raccontato ieri. La novità (annunciata dal sito TvBlog) riguarda Dalla vostra parte, la striscia
di approfondimento quotidiano, in onda alla sera alle 20,30,
su Retequattro. Maurizio Belpietro ne prenderà le redini già tra
fine giugno e inizio luglio (in
questi giorni in conduzione c'è
Giuseppe Brindisi). Poi a settembre si vedrà il da farsi. Pare che
Del Debbio, impegnato anche
con il serale Quinta colonna,
(che chiude la stagione lunedì),
abbia intenzione di prendersi
un po' di riposo. E per Mediaset
è venuto naturale proporre la
conduzione a Belpietro, che da
poco ha lasciato Libero (o meglio è stato costretto a lasciare la
direzione del quotidiano) e quindi si è trovato con un po' di tem pò a disposizione. Del resto l'ex
direttore di Libero e, prima del
MEDIA
Giornale, non è un «novizio» televisamente parlando. Da anni
aUa mattina su Canale 5 fa «la
telefonata» al politico o al personaggio di attualità. In passato ha
condotto L'antipatico, trasmissione di approfondimento andata in onda tra il 2004 e il 2008
prima su Canale 5 e poi su Retequattro. Ora Belpietro tornerà in
video in una fascia importante e
anche molto delicata prendendo le redini di ima trasmissione
\ik
GIORNALISTA
Maurizio
Belpietro,
ex direttore
di iLiberoj e
de di Giornale'»
con un pubblico popolare abituato a dire la propria anche senza mezzi termini. A settembre
poi Del Debbio dovrebbe tomare alle redini di Quinta Colonna,
il suo amato talk in cui apre i
microfoni alle piazze.
Sempre sul fronte informazione, Luca Telese che perde Matrix a favore di Nicola Porro, dovrebbe restare in azienda e occuparsi di realizzare dei reportage.
Matrix, invece, sotto la guida di
Porro pare destinato a sparire
sia nella forma sia nel titolo. Insomma a Mediaset si ritrovano,
in diverse fasce orarie, alcuni
giornalisti che hanno lungamente lavorato (e assunto la direzione) in questo giornale.
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