ERLING STRUDSHOLM (Copenaghen) Il costrutto vedere di + inf

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ERLING STRUDSHOLM (Copenaghen)
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Il costrutto vedere di + inf – restrizioni e contesti d’uso
La maggior parte dei significati del verbo vedere si riferisce facilmente ad un tipo di
percezione visiva, e fra i significati elencati nei vocabolari (ad es. DISC, p. 2985), possiamo
distinguere una percezione diretta/fisica (percepire qlcu. o qlco. mediante la facoltà della
vista) e una percezione indiretta (capire, comprendere, constatare qlco.), e, in relazione a
questa distinzione, anche differenti modalità di costruzione. Spesso i verbi di percezione e le
loro differenti possibilità di costruzione vengono studiati in relazione a differenti tipi di
percezione.
Un uso particolare del verbo vedere, che però non richiama la percezione è quello che
troviamo in esempi come:
vedrò di fare tutto il possibile
vedete di convincerlo
vedi di tornare in tempo
vedremo di accontentarvi
Qui si trova vedere nel significato di “provare a, tentare di, cercare di fare qlco.” con
l’argomento espresso da frase introdotta da “di”, cioè ne l costrutto vedere di+infinito, in cui
vedere assume il ruolo di modificatore di un altro verbo.
In tutti gli esempi elencati nei vocabolari troviamo il verbo al presente o al futuro, e sempre in
prima o seconda persona, e ci si può chiedere se il costrutto sia mai riscontrabile anche in altri
contesti: nei tempi del passato e in terza persona, o se esistano in questo uso di vedere
restrizioni riguardo ad alcune delle categorie verbali. I vocabolari non accennano a restrizioni
di tale tipo, e sono restrizioni che a prima vista non valgono per gli altri verbi considerati
sinonimi in questo significato (cioè provare, tentare e cercare).
In questa sede cercheremo di circoscrivere quali siano le presunte restrizioni, in particolar
modo per ciò che riguarda tempo e persona. Interessante sarà indagare la relazione di questo
costrutto (e le sue restrizioni d’uso) con la tipologia testuale, l’atto linguistico, la situazione
comunicativa. Si tratta infatti di una serie d’usi che troviamo soprattutto (o esclusivamente?)
nella lingua parlata e in diverse imitazioni di lingua parlata.
Bibliografia
-
Bazzanella, Carla (1994). Le facce del parlare. Un approccio pragmatico all’italiano parlato. Firenze,
La Nuova Italia.
Cresti, Emanuela (2000). Corpus di italiano parlato, vol. I-II. Firenze, L’Accademia della Crusca.
De Mauro, Tullio, Federico Mancini, Massimo Vedovelli & Miriam Voghera (1993). Lessico di
frequenza dell’italiano parlato. Milano, Etaslibri.
Sabatini, Francesco & Vittorio Coletti (1997). DISC. Dizionario Italiano Sabatini Coletti. Firenze,
Giunti.
Stoppelli, Pasquale & Eugenio Picchi (1997) (a cura di): LIZ 3.0. Letteratura italiana Zanichelli. CDROM dei testi della letteratura italiana. Terza edizione per Windows. Bologna, Zanichelli.
Skytte, Gunver (1983). La sintassi dell’infinito in italiano parlato, vol. I-II. København, Munksgaard.
Strudsholm, Erling (1999). Relative situazionali in italiano moderno. Münster, LIT Verlag.
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