Comune di Pieve di Soligo - Ufficio Ambiente ANIMALI CHE “PUNGONO” Dalla primavera all'inizio dell'autunno, giungono all’amministrazione comunale frequenti segnalazioni e richieste di informazioni su generiche "vespe" che, con la loro sola presenza, preoccupano e talvolta spaventano i cittadini. Quando uno di questi insetti entra in contatto con la nostra abitazione la prima cosa da fare è tentare di capire di quale animale si tratta per valutarne l’effettiva pericolosità od utilità, ma non sempre si hanno le informazioni sufficienti per distinguerle. Ecco allora che in queste pagine vorremmo darvi alcune brevi notizie su insetti imenotteri come api, bombi, calabroni e vespe, nonché su alcuni altri artropodi che possiedono ghiandole velenifere o che possono comunque causare lo shock anafilattico sulle sole rare persone sensibili. Calabroni Il più pericoloso tra gli insetti che pungono è sicuramente il calabrone (Vespa crabro L.). Questa bestiola fa male, anzi molto male, e il rischio di morte in caso di punture multiple (attacco di uno sciame disturbato) non è da sottovalutare (il calabrone è al primo posto in Italia tra gli animali selvatici pericolosi, prima della vipera). Nonostante il ronzio del suo volo non è il più aggressivo tra gli imenotteri e, solitamente, non punge se non viene molestato. A differenza degli altri imenotteri che al buio non volano, i calabroni, conservano una parziale attività nelle ore notturne. Il calabrone è l’imenottero più grande in Europa. In genere è lungo 30-35 mm., il pungiglione raggiunge i 3 mm. di lunghezza. E’ un predatore e attacca quasi tutte le specie di insetti, tra cui le api. Il calabrone può pungere ripetutamente. Come le altre vespe è attirato dagli alimenti zuccherini, quali i frutti maturi, e dalla carne, come ad esempio il prosciutto. Animali che “pungono” 1 Comune di Pieve di Soligo - Ufficio Ambiente I calabroni costruiscono il classico nido di carta, prodotto con legno masticato e ridotto in pasta. Il nido, simile a quello delle vespule, è costituito da celle che si aprono verso il basso. Sottotetti, sottogrondaie, cassonetti delle tapparelle, camini e canne fumarie abbandonati, tronchi secchi e/o cavi sono le dimore preferite da questi insetti. I nidi dei calabroni raggiungono dimensioni ragguardevoli (ne sono stati trovati anche di mezzo metro quadrato; un nido di medie dimensioni ha circa 5.000 cellette). Capita spesso di sentir dire, anche a persone dotate di una certa "cultura" naturalistica: "il calabrone, ah sì, quello grosso tutto nero...". Visto che è opportuno saperlo riconoscere, è bene sapere che il calabrone è una grossa vespa marroncina, mentre "quello grosso tutto nero" è la Xylocopa violacea L.. La Xilocopa con i suoi 21-24 mm. è l'apoideo (cioè della famiglia delle api) europeo più grande, è animale solitario e si nutre di polline e nettare. Punge molto difficilmente e solo se fortemente infastidita, ma non è aggressiva e soprattutto, essendo solitaria, non esiste rischio di punture multiple. E’ un utile impollinatore. Poi c'è una mosca della famiglia dei sirfidi che fa di tutto per sembrare un calabrone per spaventarci, e ci riesce abbastanza bene (Milesia crabroniformis Fabricius); inutile dire che è assolutamente innocua (per riconoscerla confrontate le antenne). Altro animale con cui viene confuso il calabrone è il bombo di cui diremo in seguito. Vespa crabro L. Animali che “pungono” Xylocopa violacea L. Fabricius Milesia crabroniformis 2 Comune di Pieve di Soligo - Ufficio Ambiente Vespe Vespule Le vespe comuni (Vespula (Paravespula) vulgaris L.) hanno quattro punti gialli sulla parte posteriore del torace e un segno ad ancora sul “muso” (clipeo) che le distingue dall’altra vespula, o giallone, (Vespula germanica F.), altrettanto diffusa. Entrambe le specie sono lunghe 10-20 mm. Entrambe le specie nidificano al suolo, nelle fessure dei terreni o in cunicoli abbandonati di mammiferi (talpe, arvicole ecc.), fino a penetrare sotto le radici delle piante e costruiscono il loro nido appendendolo ai peduncoli della radice. Queste vespe sociali, che comprendono le comuni specie dei giardini vivono in colonie annuali, ciascuna fondata guidata da una sola regina e migliaia di operaie più piccole (fino a 3000 esemplari in autunno per la V. germanica) allevate in nidi cartacei che possono misurare 20-30 cm di diametro (più piccoli quelli della V. vulgaris). Il loro addome, tronco nel punto di intersezione con il torace, le distingue dai polisteni (vespa cartonaia) che hanno l’addome a forma di fuso. I maschi, che si distinguono per le lunghe antenne compaiono d’estate. Le larve sono nutrite con insetti masticati o altro materiale animale; la preda non viene punta perché il pungiglione ha solo funzione difensiva. Solo le regine, da poco accoppiatesi, sopravvivono all’inverno, spesso, ibernandosi nell’alveare. Se vengono molestate, e ciò può inavvertitamente capitare, si difendono aggredendo in sciami, causando reazioni allergiche molto gravi, anche letali. Sono predatori e catturano altri insetti. Sono anche attirate dagli alimenti zuccherini, quali nettare e frutti maturi, ma anche rifiuti imbrattati di marmellate e dolciumi. Vespula (Paravespula) vulgaris L. Animali che “pungono” Vespula germanica F. 3 Comune di Pieve di Soligo - Ufficio Ambiente Polisteni o vespe cartonaie I polisteni (tra la specie più diffuse ci sono Polistes gallicus L. e la P. nimpha Christ.), sono chiamate vespe cartonaie perché la regina costruisce un nido di carta che fabbrica masticando legno, mischiandolo con la propria saliva. Il nido, sostenuto da un corto piedistallo o peduncolo, appare completamente aperto, con le cellette visibili, sotto le tettoie, grondaie e muretti o rami protetti. Hanno un corpo privo di peli e affusolato. Sono lunghi circa 12-13 mm. e volano mantenendo le zampe molto larghe. Esemplari del genere Polistes Alcuni esempi di nidi di vespe cartonaie Animali che “pungono” 4 Comune di Pieve di Soligo - Ufficio Ambiente Vespa vasaia La vespa vasaia (la specie più comune è Sceliphron destillatorium Ill.), lunga 15-30 mm., è una specie solitaria che entra frequentemente nelle case da giugno ad agosto-settembre alla caccia di ragni e in cerca di luoghi asciutti dove costruire il suo inconfondibile nido costituito da un impasto di terra ed argilla, mescolate con acqua e saliva. Nel suo interno si osservano diverse camere riempite con ragni paralizzati alle spese dei quali si sviluppa una sola larva. Non è aggressiva e quando entra in casa può essere spinta verso dove è entrata con uno straccio (come una volta si faceva con le mosche). Esemplari di Sceliphron e nidi Animali che “pungono” 5 Comune di Pieve di Soligo - Ufficio Ambiente Api L’ape comune (Apis mellifera L.), è una specie animale domestica allevata per la produzione di miele, e viene considerata insetto indispensabile all’impollinazione e quindi tutelato anche da specifica legislazione. L’ape può avere un corpo peloso giallastro. Possiede larghissime zampe posteriori frangiate da peli robusti che formano il cestino del polline ed è lunga 12-20 mm.. L’ape punge una sola volta perché il suo pungiglione, che presenta alcune piccole seghettature all’estremità, si stacca dal corpo quando l’ape tenta di ritrarlo, trattenendo un pezzetto dell'addome dell'ape. Così l’insetto volato via, muore, lasciando anche nella sede della puntura del veleno. Di norma, se punti, è consigliabile togliere il pungiglione poiché può fare infezione. Nella società delle api una femmina fertile (ape regina), governa ogni colonia. Le regine non fanno altro che deporre le uova e tranne che nei voli d’accoppiamento, sono sempre circondate da api operaie. Le nuove regine sono allevate quando quell’esistente sta invecchiando o quando la popolazione supera gli individui che il nido può contenere, quando ciò accade, la vecchia regina vola via con uno sciame d’api per fondare altrove una nuova colonia. E’ in tali occasioni che possono arrivare anche nei giardini nei centri urbani. Quando la regina che sciama si posa, le operaie che l’accompagnano la coprono per proteggerla, formando dei grappoli di anche alcune decine di migliaia di api. Se l’ape regina si è posata solo per riposarsi, nel giro di qualche ora lo sciame riparte, se invece si è posata perché ha individuato il sito dove fondare la colonia, le operaie cominciano a fare dei favi di cera per contenere il miele e le celle dove cresceranno le nuove operaie. Animali che “pungono” 6 Comune di Pieve di Soligo - Ufficio Ambiente In natura le api nidificano nei cavi degli alberi o, meno frequentemente, all’aperto. I nidi sono formati da favi verticali di cera, ciascuno con migliaia di celle esagonali usate per allevare le larve, o per depositare il cibo. Le api diventano particolarmente aggressive in alcune zone del territorio e precisamente nel "perimetro difensivo" attorno alle arnie e nelle "piste" che utilizzano per raggiungere i luoghi di raccolta del polline. Fortunatamente queste piste sono situate ad alcuni metri di altezza dal suolo. Le api aumentano la loro aggressività in caso di condizioni meteo avverse (vento o pioggia) e in presenza di odori forti (profumi, deodoranti, spray). Esempi di sciami d’api prima e durante il recupero da parte di un apicoltore Animali che “pungono” 7 Comune di Pieve di Soligo - Ufficio Ambiente Bombi Anche i bombi sono volgarmente chiamati “calabroni”, ma appartengono alla famiglia delle api, infatti, sono grosse api (20-30 mm.) molto pelose, in genere nere con strisce chiare (gialle o bianche). Vivono in piccoli gruppi di un centinaio di esemplari o poco più. Vivono in colonie annuali come le vespe sociali, con le regine di primo accoppiamento sopravvissute all’inverno per iniziare nuove colonie in primavera. La maggior parte costruisce nidi d’erba o di muschio, sopra o sotto il suolo, spesso usando vecchi buchi dei topi. All’interno dei nidi fanno semplici celle di cera, in cui allevano le larve con polline e miele. Le operaie dei bombi sono molto piccole e volano cariche di miele tanto da dover lottare con l’aria per restare in volo. Non sono particolarmente aggressive e non attaccano mai per prime e si osservano facilmente sui fiori nei giardini. Sono pertanto insetti pronubi, cioè impollinanti, molto utili che meritano di non essere disturbati nel loro lavoro. Bombus terrestris L. Bombus muscorum F. Animali che “pungono” Bombus sylvarum L 8 Comune di Pieve di Soligo - Ufficio Ambiente Altri insetti "pericolosi" Altri imenotteri che possono pungere sono le numerose specie di formiche. La sostanza che spruzzano, anche a distanza, è l’acido formico (o acido metanoico). L’eventuale singola puntura non riveste generalmente (eccetto nel caso di shock anafilattico per specifica allergia) interesse medico, mentre diverso è il caso di punture multiple; ad esempio nel caso in cui un soggetto, accidentalmente, si sia avvicinato troppo ad un formicaio. Per quanto riguarda la sintomatologia indotta possiamo riscontrare delle variazioni a seconda della specie considerata. Un imenottero particolarmente fastidioso è lo Scleroderma domesticus Klung, somigliante ad una piccola formica (da pochi mm fino a 10-12). È un parassita delle larve di insetti che vivono nel legno, in particolare dei comuni tarli dei mobili antichi: la femmina si insinua nelle gallerie del legno e, dopo averle paralizzate con una puntura velenosa, deposita sulle larve dei tarli le sue uova, da cui nasceranno larve di Scleroderma che si nutriranno a spese dell’ospite. In mancanza delle prede abituali, le femmine possono pungere l’uomo, sia di giorno che di notte, soprattutto d’estate quando sono più attive. La puntura provoca papule indurite, rossastre, piuttosto grandi e pruriginose, persistenti (almeno 8-10 giorni). Il quadro clinico è quindi quello di una dermatite papulosa, la cui reale causa non sempre è riconosciuta dal medico. In caso di ipersensibilità al veleno, o di un elevato numero di punture sullo stesso individuo, possono manifestarsi anche orticaria, febbre, malessere generale, che in genere regrediscono spontaneamente nel giro di un paio di giorni. Talvolta il quadro clinico può complicarsi per le contemporanee punture di un altro parassita del tarlo, un acaro pungitore (Pyemotes ventricosus) che può talvolta pungere anche l’uomo. Il periodo di maggior diffusione dello Scleroderma è il mese di giugno. Formicide in posizione di attacco e femmine di Scleroderma domesticum Klung L’unica soluzione per combattere lo Scleroderma è quella di eliminare i tarli dall’abitazione, facendo fumigare i mobili, o chiudendo i buchi dei tarli con cera, dopo avervi iniettato un insetticida specifico. Tra i Ditteri (insetti con due ali) ci sono diverse specie ematofaghe, cioè che si nutrono di sangue (in genere le femmine). Questi insetti non hanno ghiandole velenifere, ma per evitare che durante la suzione il sangue coauguli, dopo aver forato l'epidermide, con l'apparato boccale iniettano una saliva con funzione anticoaugulante che può essere irritante e dare eritemi. Quando il numero di punture è molto elevato può causare lo shock anafilattico in soggetti sensibili. Oltre a diverse specie di zanzare, si comportano in questo modo i tafani (6-30 mm) e i simulidi (Simulium equinum L.), che in genere parassitano gli animali al pascolo (1,5-5 mm), la mosca del carbonchio (Stomoxys calcitrans L.), simile, ma più grande (circa 8 mm), alla mosca domestica ed infine i pappataci (Phlebotomus papatasi Scopoli) grandi 1-3 mm. Animali che “pungono” 9 Tafano (Tabanus bovinus L.), simuliede, papatacio e mosca del carbonchio Comune di Pieve di Soligo - Ufficio Ambiente I bruchi di alcune farfalle (Lepidotteri) possono essere coperti di peli urticanti. In particolare la processionaria del pino (Thaumetopaea (Traumatocampa) pityocampa Den. et Schiff), grande da 1 a 3 cm, è caratterizzata dalla presenza dei peli urticanti sul corpo delle larve che, per contatto diretto delle larve con la pelle, oppure in conseguenza della dispersione dei peli nell’ambiente, causano reazioni epidermiche, reazioni allergiche (soprattutto in soggetti particolarmente sensibili) e reazioni infiammatorie anche particolarmente consistenti alle vie aeree in occasione di inalazioni massive. Risulta pertanto necessario controllare le seguenti alberature per verificare l’eventuale presenza di nidi di Processionaria: bruco e nido Processionaria: Pino silvestre (Pinus sylvestris), il Pino nero (P. nigra), Pino mugo (P. mugo), Pino strobo (P. strobus), pino insigne (P. radiata), Pino da pinoli (P. pinea), Pino d’Aleppo (P. halepensis), Cedro dell’Hymalaia (Cedrus deodara), Cedro dell’Atlante (C. atlantica). In caso sia rilevata la presenza risulta necessario provvedere, entro e non oltre il mese di febbraio di ogni anno (cioè nel periodo più freddo quando i bruchi sono ancora usciti), alla rimozione dei nidi della processionaria dalle fronde delle conifere infestate e alla contestuale distruzione con fuoco direttamente sul fondo agricolo, tenendo presente che i nidi si presentano normalmente in forma di grosse masse sericee (bozzoli di alcune decine di centimetri di dimensioni). Numerosi casi di eruzioni cutanee eritemato-pomfoidi o eritemato-papulose, accompagnate da intenso prurito, sono state attribuite a minuscoli (da 1 ad alcuni mm) insetti dell’ordine degli Psocotteri insetti deteriogeni, volgarmente detti "pulci del legno". I generi chiamati in causa sono Liposcelis, di frequente riscontro nelle biblioteche, Ectopsocus, molto comune nei giardini alberati e nelle abitazioni vicine, e Trogium, ben noto come "pidocchio dei libri". Poiché ripetuti tests allergologici con materiali ottenuti da tali Psocotteri hanno dato esito negativo, alcuni ritengono che le manifestazioni cutanee sopra descritte siano dovute al morso dell'insetto. Psocottero liposcelide Animali che “pungono” 10 Comune di Pieve di Soligo - Ufficio Ambiente Non appartengono invece alla classe degli insetti altri artropodi (parola che deriva dal greco e significa: con piedi articolati) che possono pungere o mordere e che hanno ghiandole velenifere. Tra questi ci sono gli aracnidi, come scorpioni e ragni, i chilopodi, come centopiedi (Scutigera coleoptrata L.) e scolopendre (Scolopendra cingulata Latreille). Centopiedi e scolopendre non vanno confusi con gli innocui miriapodi come millepiedi (Pachyiulus communis). Scorpione e ragno Scutigera, scolopendra e millepiedi (Il millepiedi non ha ghiandole velenifere ed è pertanto innocuo) Animali che “pungono” 11 Comune di Pieve di Soligo - Ufficio Ambiente Conclusioni Concludendo queste, speriamo utili, informazioni, vorremmo darvi alcuni consigli che tengono conto sia della salute delle persone, ma anche del rispetto dell’ambiente in cui viviamo: 1. Lasciamo stare api, bombi e xilocope che frequentano i fiori del giardino facendo una indispensabile azione impollinante. Se entrano in casa cerchiamo di favorirne l’uscita aprendo le finestre ed avendo un po’ di pazienza perché i vetri disorientano notevolemente questi insetti. 2. Se le api sono sciamate su una pianta del nostro giardino o su una parte dell’abitazione teniamo chiuse porte e finestre per evitare che le api entrino nelle stanze dove viviamo, anche solo per errore, e contattiamo un apicoltore che possa recuperare la colonia (è possibile contattare per questo anche l’ufficio Ambiente del Comune che può provare ad aiutarvi nella ricerca dell’apicoltore). 3. Se una vespa vasaia entra in casa può essere spinta con un po’ di cura verso dove è entrata con uno straccio. Se intorno all’abitazione troviamo i caratteristici nidi ancora chiusi ed in un posto dove non danno fastidio, non distruggiamoli, li potremmo eliminare dopo che la nuova generazione è sfarfallata. 4. Le colonie di vespe (vespule e polisteni e calabroni) presso le abitazioni vanno distrutte il prima possibile dopo che sono stati individuate, per evitare che diventino più grandi e aumenti il numero degli individui della colonia rendendola più pericolosa. 5. Non tentiamo di togliere i nidi intervenendo nelle ore più calde della giornata poiché, gran parte degli insetti, sono lontani dal nido per lavorare e tornando possono attaccarci mentre interveniamo. 6. Anche nelle ore serali è sconsigliato intervenire senza adeguate protezioni/precauzioni in quanto, le punture, possono essere letali per le persone con specifica sensibilità. 7. È bene chiamare sempre personale qualificato e competente (disinfestatore per vespe/calabroni e apicoltore per api) per una visione e valutazione della situazione, al fine di pianificare l’intervento. Esistono prodotti in commercio diversi prodotti insetticidi per il fai da te nonché ditte con personale specializzato per la disinfestazione dalle vespe (per le api abbiamo detto che può intervenire utilmente un apicoltore disponibile), ma ricordiamo che gli interventi devono essere fatti solo per mettere in sicurezza la salute delle persone in quanto anche questi animali hanno una loro specifica funzione ecologica. Animali che “pungono” 12 Comune di Pieve di Soligo - Ufficio Ambiente Bibliografia Impariamo a conoscere gli insetti - J. Zahradnik, F. Severa (1985) - Istituto Geografico De Agostini. Siti internet consultati: http://davidmdelaney.com http://digilander.libero.it http://it.wikipedia.org http://microcox.pagesperso-orange.fr http://normanweston.com http://strano16.interfree.it http://www.agri-italia.it http://www.annzool.net http://www.edpa.it http://www.entomologia-antea.it http://www.entomologiitaliani.net http://www.eurogreen.net http://www.funet.fi http://www.grupposgd.it http://www.hlasek.com http://www.homeopathyandmore.com http://www.insecte.org http://www.jordanbru.info http://www.latoxan.com http://www.linnea.it http://www.msn.ve.it http://www.naturamediterraneo.com http://www.pbase.com http://www.travelclinic.it http://www.wikipedia.it http://zipcodezoo.com Animali che “pungono” 13