Morando Elisa Radioactivity Environment Monitoring group (REM) Classificazione delle stazioni di monitoraggio con l’utilizzo di geo data Riassunto Da sempre il termine “radioattività” suscita preoccupazione nell’immaginario collettivo. Non tutti sanno che la maggior parte della radioattività a cui siamo esposti ogni giorno è di origine naturale. Per informare correttamente l’opinione pubblica, la Comunità Europea ha creato una piattaforma online dove i cittadini possono consultare i valori della radioattività rilevata nelle varie stazioni di rilevamento della radioattività in Europa, EURDEP. Per ragioni storiche, alcune stazioni EURDEP si trovano posizionate in maniera non ottimale, essendo soggette all’influenza di edifici costruiti, talvolta, in un secondo tempo. Per essere certi che i dati che vengono forniti al pubblico siano corretti, tali stazioni devono essere ben posizionate e devono soddisfare determinati parameri. Per questo è necessario classificare le varie stazioni di rilevamento. a seconda che queste siano più o meno affidabili ed eventualmente scartarne alcune. Visto che le stazioni EURDEP sono circa 5000, lo scopo di questo stage al JRC era quello di trovare una metodologia per automatizzare questa classificazione. In un primo momento abbiamo classificato manualmente le stazioni di due Paesi, l’Ungheria e la Croazia, con l’utilizzo di foto e immagini satellitari. Per qualificarle abbiamo usato diversi parametri, tra cui la distanza tra la sonda e l’edifico più vicino. La stessa classificazione era disponibile per le stazioni del Belgio. In un secondo tempo abbiamo sviluppato uno script in Python che classificava le varie stazioni in base alla loro distanza dagli edifici vicini. Tale distanza veniva ottenuta con l’utilizzo di OpenStreetMap. In conclusione abbiamo confrontato questa seconda classificazione con quella ottenuta precedentemente. Nel caso del Belgio le due classificazioni concordavano nel 94% dei casi. Nel caso della Croazia le due classificazioni concordavano nel 60% dei casi, mentre nel caso dell’Ungheria concordavano nel 70% dei casi. Il motivo principale per cui le ultime due classificazioni automatizzate non si allineano bene è che OpenStreetMap non contiene tutti gli edifici. D’altronde neanche GIS proprietari mostrano una miglior copertura riguardo alla completezza della descrizione degli edifici esistenti. 1. Introduzione La radioattività è una proprietà della materia la cui origine è dovuta ad atomi instabili che decadono. Questi atomi decadendo si trasformano in un nuovo atomo diverso da quello di partenza. In questo passaggio questi atomi ,detti radionuclidi, emettono delle radiazioni di tre tipi: α, β,γ. Infatti quando l’atomo decade solitamente emette rispettivamente o un atomo di elio (He), o un elettrone e/o delle radiazioni elettromagnetiche. Ogni giorno siamo esposti a questo tipo di radiazioni (circa 4.5 mSv all’anno). Quello che però forse molti non sanno è che la maggior parte di queste radiazioni è di origine naturale. In riferimento alla Figura 1, si può vedere che in Italia, ogni anno, circa il 73% della dose annuale è dovuta a sorgenti naturali. Per radiazioni naturali si intende, principalmente, la radiazione di origine cosmica, quella proveniente dalla litosfera,in particolare quella emessa dal Radon e quella degli altri radionuclidi naturali quali principalmente Uranio, Torio e Potassio [1] [2]. Figura 1 Schema a torta dei contributi della dose efficace media individuale annuale in Italia [APAT 2005] La Comunità Europea quindi, per sensibilizzare i cittadini e per gestire la loro legittima richiesta di informazioni sulle conseguenze degli incidenti nucleari, ha creato una piattaforma online EURDEP [3](in inglese European Radiological Data Exchange Platform) dove sono consultabili i valori della radioattività rilevati nelle varie stazioni di monitoraggio dei 37 paesi . Per ciascuna stazione infatti è possibile leggere i valori medi della radiazione γ nell’arco della giornata o della settimana. Inoltre è possibile vedere in tempo reale la misura rilevata dalla stazione e come i vari tipi di radiazione contribuiscono a questa misurazione. Infatti con un calcolo matematico è possibile sapere il valore della radiazione cosmica e terrestre [4] in quanto queste due componenti sono costanti nei vari luoghi. Tuttavia per essere certi di questi dati bisogna essere sicuri che le stazioni di rilevamento siano ben posizionate e rispettino determinati parametri. È possibile qualificale tutte andando di persona a fare un sopraluogo, ma ciò richiederebbe molto tempo visto che le stazioni di EURDEP sono circa 4500. Lo scopo di questo stage al Joint Research Centre (JRC) di Ispra era quello di trovare una metodologia per automatizzare questa classificazione e di comparare i risultati trovati con quelli ottenuti precedentemente in maniera manuale su un campione più limitato. Figura 2: Da sinistra verso destra: screenshot della schermata di EURDEP. I cerchietti blu stanno ad indicare le varie stazioni di rilevamento: più è intenso il colore, maggiore è il valore rilevato. Cliccando su le diverse stazioni si possono vedere i grafici dell’andamento della radioattività nella giornata e nei giorni precedenti. In questo caso, nella figura a destra si è preso come riferimento la stazione di rilevamento di Milano il giorno 6 luglio 2016. 2. Classificazione manuale In un primo tempo abbiamo classificato manualmente le diverse stazioni di monitoraggio della radioattività di due paesi (l’Ungheria e la Croazia [5]), utilizzando dei documenti come foto e immagini satellitari. Per caratterizzarle ci siamo basati su parametri come: l’altezza della sonda dal terreno (h); la distanza tra la sonda e l’ostacolo più vicino, ad esempio una strada o un edifico (r); la superficie su cui poggiava la stazione, che poteva essere “standard surface” o “not standard surface” a seconda che il piano su cui poggiasse fosse più o meno obliquo. In seguito abbiamo classificato le stazioni con una penalizzazione da 0 a 9. Per essere considerata idonea (ed essere quindi classificata con uno 0), la stazione doveva avere un’altezza h dal suolo minore di 2 metri e una distanza r dall’edificio più vicino maggiore di 5 metri. Questo perché, la sonda deve misurare la radioattività del terreno e, se è a più di due metri dal terreno, questa non misura più la radioattività del suolo. In più essa deve essere distante dagli edifici perché questi alterano la misurazione. Infatti i palazzi o diminuiscono il valore rilevato poiché il cemento ferma le radiazioni γ; o aumentano il valore a causa dei materiali di costruzione radioattivi come ad esempio il tufo. Invece venivano qualificate con un 9 quelle stazioni che dovevano essere spostate altrove o abbassate. Abbiamo quindi riportato in un file Excel le misure di h, r per ogni stazione e la penalizzazione di ogni stazione che era disponibile già da tempo. Figura 3: Da sinistra a destra: piantina di una stazione della Croazia; foto di due stazioni dell’Ungheria; rispettivamente quella di Komárom (il cui codice identificativo è HU0133) ,quella di Vajta (HU0131). La stazione sulla sinistra rientra nella classe 0 in quanto (almeno guardando questa foto), non sembra vi siano edifici o strade nel raggio di 30 metri. La stazione di destra invece, come indicato con la croce di colore rosso, deve essere spostata altrove. Infatti, come si può vedere, la distanza tra la sonda e la casa è minore di 5 metri. 3. Classificazione automatica Tuttavia il nostro scopo era sì, quello di classificare le stazioni in base alla distanza dagli edifici, ma automatizzando la procedura. Abbiamo allora sviluppato uno script in Python [6] all’interno dell’IDE Eclipse [7]. In questo script, per ottenere l’informazione sulla distanza degli edifici, abbiamo utilizzato OpenStreetMap [8]. (per comodità useremo in seguito l’acronimo OSM per indicare OpenStreetMap). OSM è un GIS disponibile come web service. Per di più non è un servizio proprietario ma è disponibile come open data .Esso contiene diverse informazioni su strade, edifici e punti di interesse (fermate dell’autobus, ristoranti,etc.) che sono state inserite in OSM su base volontaria dagli utenti. È possibile estrarre da OSM delle informazioni con Overpass turbo [9] (un altro web service basato su OSM) attraverso l’interrogazione di un database con dei comandi normalmente detti query (vedi Figura 4). Quindi per estrarre i dati si possono scrivere delle query manualmente nel sito di Overpass turbo e ottenere dei risultati grafici o testuali direttamente nel browser. Nel nostro caso avevamo bisogno di accedere a queste informazioni all’interno di uno script. Abbiamo allora realizzato degli scripts che eseguono automaticamente delle queries e ottengono i risultati all’interno del programma in forma numerica. Questo è possibile perché si può ricorre all’utilizzo dell’ API di Overpass turbo. Figura 4 : Screenshot della schermata dei risultai di Overpass turbo. In questo caso avevamo chiesto al web service di trovare gli edifici nel raggio di 30 m attorno ad una stazione dell’Ungheria (HU0211) identificata attraverso le sue coordinate GPS. I risultati sono evidenziati in giallo. La stazione (in figura nella posizione indicata dalla freccia blu) deve essere spostata altrove visto che a 4 metri vi è una casa. Il nostro script (vedi Figura 5) prende in input un file Excel con le coordinate delle stazioni. Nello script, per ogni stazione, si compone una query domandando a Overpass di trovare gli edifici nel raggio di 30 metri dalla stazione. Nel caso in cui non vi siano edifici, la stazione viene classificata come 0 e si passa a quella successiva. Se, al contrario, vi sono degli edifici, il programma calcola la distanza tra la sonda e l’edifico più vicino [10]. Le stazioni vengono classificate sulla base di questa distanza. In questo modo abbiamo ottenuto una seconda classificazione che abbiamo poi confrontato con quella già disponibile. Figura 5: Flowchart dell’algoritmo 4. Confronto e risultati Per l’Ungheria e la Croazia abbiamo comparato la classificazione automatica con quella ottenuta manualmente. Nel caso della Croazia le due classificazioni concordavano nel 60% dei casi. Nel caso dell’Ungheria le due classificazioni concordavano nel 70% dei casi. Abbiamo poi fatto un ulteriore verifica con i dati delle stazioni EURDEP del Belgio. Infatti, per quanto riguarda queste ultime, degli addetti erano andati a valutare ciascuna stazione di persona e avevano mandato un reso conto al JRC. Nel 94% dei casi le due classificazioni coincidevano. I motivi per cui le prime due classificazioni non si allineavano con le nostre sono molteplici. Tra questi i principali problemi sono due. Il primo è che, quando abbiamo guardato le foto, abbiamo considerato come ostacoli non solo gli edifici ma anche le strade. In secondo luogo OpenStreetMap è su base volontaria, quindi non tutti gli edifici sono segnati sulla mappa. Quindi quando il programma chiede la minima distanza, alcuni edifici che si possono vedere nelle foto non vengono considerati ed r diventa maggiore di quanto in realtà non sia. Figura 6: A sinistra la foto di una stazione della Croazia. Come si capisce dalla foto, la sonda è posta sopra un edificio e quindi deve essere spostata altrove. In OpenStreetMap questo piccolo edificio non è registrato. Infatti attorno al cerchietto (la nostra stazione) non è presente alcun ostacolo. In questo caso per noi la sonda è di classe 9 mentre ricorrendo ai dati dir Overpass la sonda diventa di classe 0. 5. Suggerimenti per il futuro Per il futuro si può pensare di migliorare lo script includendo nella query le strade così da avere una classificazione più precisa. Inoltre si potrebbe rimediare all’imprecisione di OSM con l’impiego di immagini satellitari per controllare se vi siano o meno degli edifici attorno alla stazione. Inoltre sarebbe interessante qualificare le stazioni in base a quanta radiazione viene ricevuta dagli edifici vicini. Infatti, in base alla loro posizione, distanza, forma, volume la quantità di radioattività emessa cambia. Visto che la dose assorbita è inversamente proporzionale al quadrato della distanza dalla sorgente, non è detto che due edifici a eguali distanze emettano la stessa quantità di radiazioni γ (vedi Figura 7 ). Figura 7: In questa figura viene indicata col colore verde la porzione dell’edificio che contribuisce alla radioattività misurata dalla stazione (quadratino nero). Gli edifici si trovano alla stessa distanza dalla stazione, ma sono posizionati diversamente. Infatti nel caso A il contributo alla radiazione dato dall’edificio sulla sonda è minore di quello del caso B, poiché la faccia dell’edificio più vicina è quella con area minore. D’altronde se due edifici sono a distanze diverse da una sonda può essere che il contributo alla radioattività dato da ciascun edificio sia lo stesso (vedi Figura 8). Figura 8: Se invece gli edifici sono a distanze diverse può accadere che influenzino allo stesso modo i dati della stazione. L’edificio sulla sinistra è sì più vicino ma la superficie che contribuisce alla radiazione è inferiore a quella dell’edificio più lontano ma posto orizzontalmente. Quindi alla fine il contributo dei due edifici alla radiazione può essere lo stesso. Per quantificare il contributo degli edifici alla radiazione che perviene su una stazione sarebbe opportuno definire degli indici che tengano conto di tutti gli edifici attorno alla stazione. Ciascun edificio contribuirà a tale indice con una quantità ottenibile considerando l’estensione dell’edificio con un peso proporzionale all’inverso del quadrato della distanza dalla stazione. Ringraziamenti. Ringrazio tutto il gruppo R.E.M. che si è rivelato paziente e disponibile. In particolare (in ordine alfabetico) : Konstantins Bogucarskis, che ci ha aiutato nella parte inerente allo script Python e ci ha fatto una breve introduzione su alcuni concetti chiave della programmazione (ad esempio il polimorfismo); Giorgia Cinelli,che ci ha introdotto in maniera chiara la radioattività e ha risposto alle nostre domande sull’argomento; Luca De Felice, che ci ha aiutato nella progettazione e nella scrittura in Python. Bibliografia [1] M. Eisenbud e T. F. Gesell, Environmental Radioactivity: From Natural, Industrial, and Military Sources, San Diego: Academic Press, 1997. [2] J. Schon, Physical properties of rocks : fundamentals and principles of petrophysics, Oxford: Pergamon Press, 1996. [3] “European Radiological Data Exchange Platform,” [Online]. Available: https://eurdep.jrc.ec.europa.eu/. [4] G. Cinelli, M. Hernandez Ceballos, P. Bossew, T. Tollefsen, J. Sanchez Martin, M. Marin Ferrer, A. Nishev, K. Bogucarskis, V. Gruber e M. De Cort, «A method to estimate the terrestrial component of ambient dose equivalent rate from EURDEP routine monitoring data to improve the European Geogenic Radon Map,» 11 11 2014. [5] C. Michel, S. Matjaž, P. Damir, Š. Davor e Š. Dejan, «Physical and Radiological Characterisation of Measuring Sites Within The Croatian Gamma Dose Rate Early Warning Network,» in 11th International Conference of the Croatian Nuclear Society, Zadar,Croatia, 5 – 8 June 2016. [6] G. Van Rossum, «Python tutorial, Technical Report CS-R9526,» Centrum voor Wiskunde en Informatica (CWI), Amsterdam, May 1995. [7] «About the Eclipse Foundation,» Eclipse Foundation, 2001. [Online]. Available: www.eclipse.org. [8] S. Coast, «OpenStreetMap,» 2004. [Online]. Available: https://www.openstreetmap.org. [9] M. Reifer, «Overpass turbo,» [Online]. Available: https://overpass-turbo.eu. [10] S. Gillies, «The Shapely User Manual,» 31 12 2013. [Online]. Available: http://toblerity.org/shapely/manual.html#coordinate-systems.