Per Elisa non è di Beethoven

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Per Elisa è davvero uno di quei brani che conoscono tutti. Se in questo momento non
riuscite ad associare questo titolo a una melodia, una velocissima ricerca su You Tube o
Spotify vi riporterà immediatamente alla mente il tema iniziale. Bene, sembra che la
Bagatella in la minore 'Für Elise' (questo il titolo completo) in realtà non sia stata scritta nel
1810 dal grande compositore tedesco Ludwig van Beethoven, nato a Bonn il 17 dicembre
1770. Ma andiamo con ordine.
Chi è Elisa? Innanzitutto, ci sono sempre stati molti dubbi su chi fosse questa donna cui
Beethoven avrebbe dedicato il brano. In tempi recenti, nel 2009, il musicologo tedesco
Klaus Martin Kopitz avanzava l'ipotesi che si trattasse della cantante Elisabeth Röckel,
l'anno dopo questa ipotesi è smentita e infine - nel 2012 - la musicologa canadese Rita
Steblin afferma che potrebbe essere una ragazzina di tredici anni, Juliane Katharine
Elisabeth Barensfeld, che studiava canto da Antonio Salieri e che si esibì in qualche
concerto con un amico di Beethoven. Pare possibile che la giovane studiasse anche
pianoforte, e lo studiasse da Therese Malfatti, amica di Beethoven e della quale è
abbastanza certo che il compositore fosse innamorato, date anche alcune lettere a lei
indirizzate e datate proprio 1809-1810.
Un nuovo mistero. Ma qui le cose si complicano. Se Beethoven era innamorato di Therese,
perché dedicare un brano a una sua allieva e non a lei stessa? E infatti alcuni sostengono
che la didascalia originale apposta sullo spartito non fosse Für Elise ma Für Therese. Chi
cambiò il nome? Nel 1865, quasi quarant'anni dopo la morte del compositore, il
musicologo tedesco Ludwig Nohl scopre in una collezione privata una copia di un
manoscritto del brano, con su scritto Für Therese. Ma Nohl - che lo copia a sua volta - pare
si sbagli a trascrivere il nome e scriva invece Für Elise. La cosa sembra un po' ridicola, ma
da questo nasce l'infinita serie di ipotesi su chi fosse questa Elisa. Il bello è che non
possiamo verificare nulla di tutto ciò, perché dell manoscritto che Nohl dice di aver
copiato si perdono subito le tracce, e il manoscritto originale di Beethoven non è mai stato
ritrovato.
Qualcosa non quadra. Ci ritroviamo quindi con un brano che tutti dicono sia di
Beethoven, ma il manoscritto di Beethoven non esiste, e se esistesse avrebbe dedica non a
Elisa ma a Teresa... insomma, sembra davvero un pasticcio. Aggiungiamo un'altra notizia:
né Beethoven, morto nel 1827, né nessun altro fino al 1865 parla o scrive mai di questo
brano: non viene stampato e non viene mai eseguito in pubblico o privato, di fatto questo
brano non esiste. La cosa è molto strana. Si tratta di un brano molto orecchiabile, non
difficile da suonare, adatto in definitiva a un bis oppure a essere stampato e venduto a
giovani e meno giovani pianisti dilettanti, con buon profitto economico. Beethoven non
navigava nell'oro, possibile non ci avesse mai pensato e nessuno sapesse niente di questo
pezzo?
La soluzione. A fornircela nel 2103 è Paolo Chiantore, un musicologo milanese che
compie una ricerca finanziata dal Musikon di Barcellona, ed è davvero una soluzione
rivoluzionaria: Per Elisa non è di Beethoven. Analizzati tutti i dati storici riassunti in
questo articolo, la risposta al mistero non può che essere che il compositore non scrisse mai
questo brano, e che a scriverlo forse fu proprio colui che disse di averlo ritrovato e che lo
pubblicò, lo stesso Ludwig Nohl. Che utilizzò - questo sì - frammenti e temi di Beethoven
(contenuti per esempio nel manoscritto BH 116 conservato alla Beethoven Haus) ma che li
elaborò secondo il proprio gusto e la propria abilità, dando origine a un brano certo
orecchiabile ma che appare come una mosca bianca all'interno del catalogo beethoveniano.
© Valter Carignano
originariamente pubblicato su Blasting News Italia
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