Il participio nel sistema verbale latino Il participio, come l’infinito, è una forma nominale del verbo, cioè, come indica il suo stesso nome, “partecipa” di caratteristiche tipiche sia del nome che del verbo. Consideriamo il sintagma “una ragazza stimata da tutti”: In quanto forma nominale, il participio passato “stimata” ha la declinazione e la funzione sintattica di un aggettivo: è dunque concordato con un nome (ragazza), indicando che ad esso è attribuita l’azione del verbo “stimare”. - In quanto verbo: ha il tempo (è un participio passato); ha la diatesi (in questo caso passiva); può reggere argomenti ed espansioni (in questo caso un complemento di agente). Anche in latino il participio presenta queste caratteristiche: si declina come un aggettivo ed è concordato in genere, numero e caso con un nome di riferimento; ha tre tempi, presente, perfetto e futuro, che esprimono un rapporto temporale relativo rispetto all’azione del verbo della frase di cui fa parte: il participio presente esprime rapporto di contemporaneità, quello perfetto di anteriorità, quello futuro di posteriorità); ha la diatesi, cioè può avere valore attivo o passivo; in particolare, il participio presente e futuro hanno diatesi attiva, quello perfetto passiva; può reggere tutti gli argomenti ed espansioni del verbo di riferimento. Per ora ci soffermiamo sul participio perfetto. Il participio perfetto Partiamo dall’analisi del participio perfetto per due motivi: in primo luogo il suo uso e la sua forma sono largamente analoghi al participio passato in italiano; del secondo motivo parleremo domani Il participio perfetto si declina come un aggettivo della prima classe, aggiungendo i suffissi -tus, a, um oppure -sus, a, um alla radice del verbo, in alcuni casi mantenendo la vocale tematica. Il tema del participio coincide con quello del supino, la quarta forma del paradigma: lo strumento più sicuro di controllo della forma del participio perfetto è dunque il dizionario es. duco, is, duxi, ductum, ducere il participio perfetto si ricava sostituendo alla desinenza –um quella del participio, -us, -a, -um Data la complessità seguenti participi: adiuvo, “aiuto” foveo, “riscaldo” gero, “porto” mergo, “immergo” dei mutamenti fonetici di alcune radici verbali, è opportuno memorizzare i > participio perfetto > > > adiutus fotus gestus mersus misceo, “mescolo” moveo, “muovo” pono, “pongo” sero, “pianto” sino, “lascio” spargo, “spargo” tango, “tocco” uro, “brucio” > > > > > > > > mixtus motus positus satus situs sparsus tactus ustus Il participio perfetto attribuisce l’azione passiva al nome con cui è concordato: nel sintagma puer laudatus, “il bambino lodato”, il participio perfetto (laudatus) attribuisce al nome ( puer) l’azione di “essere stato lodato”. Trattandosi di una forma passiva, lo troviamo solo nei verbi transitivi. La traduzione del participio perfetto Il participio perfetto latino e il participio passato italiano hanno forma e funzione assai simili. Tuttavia in italiano il participio passato ha perso la diatesi esclusivamente passiva e la relazione temporale esclusivamente anteriore: nei verbi transitivi esso è passivo, sia contemporaneo che anteriore: “amato” significa “che è amato / che è stato amato”; nei verbi intransitivi esso è attivo, sempre anteriore: “andato” significa “che è andato”. Quando traduciamo dal latino il problema nella maggior parte dei casi non si pone: non troveremo participi perfetti di verbi attivi intransitivi, perché non esistono; quando troviamo participi perfetti di verbi transitivi, essi sia in italiano che in latino sono passivi, e anche in italiano possono indicare una relazione di anteriorità. Pertanto possiamo tradurre efficacemente il participio perfetto latino con il corrispondente participio passato italiano. Osserviamo la frase: Pompeius, operibus Caesaris permotus, profectionem parare incipit. (Caes.) Il participio permotus (da permoveo, “metto in movimento, turbo”) è concordato al soggetto della principale, Pompeius. Ecco l’albero della frase principale che contiene il participio: Pompeius ─ incipit + parare ─ profectionem │ │ permotus ─operibus Caesaris La traduzione della frase principale è: “Pompeo …incominciò a preparare la partenza.” Potremmo tradurre a calco il participio permotus = “turbato”: “turbato dalle operazioni militari di Cesare”. Tuttavia ci si rende conto che in questa frase il participio non ha pura funzione attributiva, ma c’è anche una relazione logica fra il turbamento di Pompeo e i preparativi della partenza: infatti Pompeo si prepara a partire “perché è turbato dalle operazioni militari di Cesare” Traduciamo: “Pompeo, turbato/ poiché era stato turbato dalle azioni di Cesare, cominciò a preparare la partenza”. Il participio può corrispondere dunque a una proposizione subordinata circostanziale, che istituisce una dipendenza logica di tipo: temporale, causale, ipotetico concessivo. In questo caso viene definito participio congiunto. Il participio perfetto congiunto ha come soggetto il nome concordato col participio ed esprime un rapporto temporale relativo di anteriorità rispetto alla frase in cui è collocato. laudatus, oltre che con “lodato”, può essere pertanto tradotto: “dopo che era stato lodato” (temporale) “poiché era stato lodato” (causale) “anche se era stato lodato” (concessiva) “se era / fosse stato lodato” (ipotetica) Quando il participio congiunto è al perfetto, tradurlo non comporta comunque problemi perché, come nel caso della funzione attributiva, la traduzione “a calco” è quasi sempre efficace. Se si decide di renderlo esplicito per una precisa scelta stilistica, o come nel caso della frase dell’esempio, occorre rispettare sia la diatesi passiva sia il rapporto di anteriorità rispetto al verbo della frase reggente: Esercizio Nelle seguenti frasi italiane individua il valore logico del costrutto participiale (cioè indica se, nel contesto, esso abbia valore temporale, causale, ipotetico o concessivo, o se corrisponda semplicemente a una relativa) 1. Avvilito dalla situazione, il mio amico decise di cambiare lavoro. 2. Il reo, scoperto in flagrante, fu processato per direttissima. 3. Benché meravigliato dalla circostanza inattesa, Michele reagì con eccezionale prontezza. 4. Pur affaticati dalla corsa, eravamo felici di quell’attività all’aria aperta. 5. I bambini iscritti in IC sono 22. 6. Spinto dall’ambizione, l’ingegner Rossi presentò la sua domanda per la cattedra universitaria. 7. Esaltata dalla musica, la folla perse il controllo. 8 Assunta a stomaco vuoto, l’Aspirina può causare disturbi gastrici. 9. Francesco, bloccato in casa dalla neve, non riuscì a partire in macchina per il lavoro. 10. E’ uscito l’elenco degli studenti ammessi allo stage in Australia . Esercizio Collega il participio al nome con cui è concordato, fai l’albero e traduci. Dapprima traduci il participio a calco; poi prova a tradurlo con una subordinata. Nella frase 5 la traduzione a calco è poco efficace: trova una traduzione che renda bene il senso nell’italiano 1. Graecia capta ferum victorem cepit. (Hor.) 2. Cives territi in collem se receperunt. 3. Post cruentam pugnam milites vulnerati a medico curabantur. (Hor.) 4. Galli victi silere solent, canere victores. (Caes.) 5. Multa scribere non possum: ita sum animo perculso et abiecto. (Cic.)