E - Università degli studi di Bergamo

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Interazione didattica e
comunicazione
interculturale
Claudio Baraldi
Università di Modena e Reggio Emilia
Le scuole multiculturali
Quattro diverse “condizioni multiculturali”:
1. Immigrazione recente
2. Immigrazione pregressa
3. Seconde generazioni
4. Meticciato
Interventi nelle scuole secondarie di
primo grado (Modena)
„
„
„
„
„
„
Quasi esclusivamente italiano L2
Pochi interventi di mediazione interculturale
Pochi progetti interculturali nelle classi
Pochi insegnanti coinvolti nelle attività
Diversità culturale considerata come problema
Mancanza di considerazione per la varietà dei
problemi
Problemi nella prospettiva degli
insegnanti
„
„
„
Il fatto che un insegnante sia consapevole di
interagire con uno studente non competente
nella sua lingua/cultura ha conseguenze
sull’interazione.
Si ha una frequente rimozione o connotazione
negativa dell’identità culturale degli studenti
migranti. Ad esempio: pregiudizi sulle loro
competenze nel rispondere alle domande.
La visione aprioristica dello studente migrante
impedisce di individuare carenze o
incompetenze in aree o abilità specifiche
Interventi nelle classi multiculturali
„ Prevalenza di “teorie”
e pratiche di
assimilazione
„ Diversità culturale come valore astratto, ma
negato in concreto
„ Valorizzazione della condivisione
„ Insoddisfazione e rivendicazione (“Non si
è fatto abbastanza per gli italiani in questi
anni”)
Qual è il problema?
„I
pregiudizi degli insegnanti sono il
problema fondamentale?
„ Il problema centrale è la comunicazione in
classe
Analisi della comunicazione in classe
„
„
„
„
„
Analisi valutativa: che cosa significa?
Obiettivo: verificare le condizioni di efficacia e i
problemi di realizzazione della comunicazione
in classe
Analisi del processo comunicativo e analisi dei
risultati
Problema dell’efficacia nella gestione della classe
Comunicazione in classe e interazione didattica
L’interazione didattica
„
„
Definizione di interazione: presenza fisica?
Uso del linguaggio: sequenze di turni
Coppia adiacente e “next positioning”
1. I. Poi abbiamo letto alcune storie. Per esempio dalla prima abbiamo
notato diverse cose. Tu, Paolo, cos’hai notato da questa prima storia?
2. S1. Che anche gli animali si possono aiutare insieme.
3. I. Sì, che anche gli animali possono aiutarsi a vicenda. Ma questa storia
l’hai trovata molto diversa dalle nostre oppure hai notato qualche
somiglianza?
4. S1 [dopo un attimo di titubanza]. No, ci sono alcune somiglianze.
„
Sistematicità della partecipazione attiva
Analisi dell’interazione didattica
„
„
„
„
Interazione didattica come interazione educativa
Fattori linguistici e fattori culturali: uso del
linguaggio nell’interazione e presupposti culturali
Distinzione analitica tra fattori linguistici e
fattori culturali
Rilevanza degli indicatori di contestualizzazione
(contextualization cues)
Esempio 1 (ripresa)
1. I. Poi abbiamo letto alcune storie. Per esempio
dalla prima abbiamo notato diverse cose. Tu, Paolo,
cos’hai notato da questa prima storia?
2. S1. Che anche gli animali si possono aiutare
insieme.
3. I. Sì, che anche gli animali possono aiutarsi a
vicenda. Ma questa storia l’hai trovata molto
diversa dalle nostre oppure hai notato qualche
somiglianza?
4. S1 [dopo un attimo di titubanza]. No, ci sono alcune
somiglianze.
Fattori linguistici “locali”: un
esempio
„
„
„
Dalla coppia adiacente alla tripletta domandarisposta- feedback di valutazione
Varietà delle forme della tripletta
La tripletta in se stessa non definisce una forma
di interazione educativa.
Esempio 1 (continuazione)
1. I. Poi abbiamo letto alcune storie. Per esempio dalla prima abbiamo
notato diverse cose. Tu, Paolo, cos’hai notato da questa prima storia?
2. S1. Che anche gli animali si possono aiutare insieme.
3. I. Sì, che anche gli animali possono aiutarsi a vicenda. Ma questa storia
l’hai trovata molto diversa dalle nostre oppure hai notato qualche
somiglianza?
4. S1 [dopo un attimo di titubanza]. No, ci sono alcune somiglianze.
5. I. Direi che ci sono diverse somiglianze. Sono molto simili ad alcune
storie che ci raccontiamo qui in Italia. E ve la ricordate? Tu Gennaro.
6. S2. C’è una formica che sta affogando e la colomba la prende e la tira su.
7. I. Sì, e poi che succede Marco?
8. S3. Che poi la formica lo punge per salvarla.
9. I. Che nel momento in cui un cacciatore sta per sparare alla colomba, la
formica lo punge in modo da fargli sbagliare il tiro. Abbiamo quindi un
caso di - ?
10. Bambini. Amicizia.
I presupposti culturali: l’educazione
„
„
„
„
„
Visibilità delle intenzioni formative
Differenziazione dei ruoli in base alle
prestazioni
Azione dell’insegnante Æ esperienza/azione
dello studente
Aspettative cognitive e normative
Anelito al cambiamento e controllo
dell’incertezza: valutazione (corretto/scorretto)
Comunicazione interculturale in
classe
„
Controversie:
1. “Intercultura” come problema e come soluzione
2. Aspetti linguistici e culturali nella comunicazione
„
„
Comunicazione interculturale = manifestazione
di presupposti culturali diversi nella
comunicazione
Come osservare la comunicazione interculturale
in classe?
Osservazione della comunicazione
interculturale
„
„
„
„
Non nasce dall’incontro di culture “precostituite”
(prima le culture e poi la comunicazione)
Si vede invece nell’interazione (la comunicazione crea
la differenza tra le culture)
È necessario osservare se nella comunicazione si
produce una diversità di presupposti culturali
(aspettative riferite a valori, modi di agire, risultati,
conseguenze)
Rilevanza degli indicatori linguistici (verbali e non
verbali)
Modi di manifestazione della
diversità culturale nella
comunicazione
„
„
„
Si possono identificare 3 modi in cui si
manifesta la diversità culturale nella
comunicazione:
Costruzione didattica (azione dell’insegnante)
(esempi 2 e 3)
Costruzione conflittuale dello studente (esempi
4, 5)
Costruzione di disagio e difficoltà (azione
dell’insegnante) (esempio 6)
Costruzione didattica
Esempio 2
1. I. Allora, andiamo avanti? Possiamo? Se avete delle cose da chiedere le
chiedete. Lo conoscete voi C.?
2. S1. No
3. I. Allora dobbiamo anche imparare a conoscerci. Allora, lui si chiama
C.S. C. è il nome, S. è il cognome, vero?
4. S1. Sì.
5. I. Fa la seconda media. In che corso sei? Sei vicino a qualcuno di loro
come classe?
6. S1. Sì.
7. I. Li conoscevi già?
8. S1. Conoscevo (…)
9. I. Lui già dall’anno scorso –
10. S1. Anche lui. Ma non conoscevo altri.
11. I. Ho capito. Allora come ti trovi a scuola? Prova a raccontare tu12. S1. Benissimo!
13. I. Benissimo? Vuoi aggiungere qualcosa? Se no, si va avanti. Quando
qualcuno ha finito passa la parola all’altro.
Esempio 3
1. I. Parlando di vestiti, D. e K., vi potrebbero raccontare che i vestiti che
hanno in Ghana sono famosi in tutto il mondo. D., glielo puoi raccontare?
Pendi il quaderno.
2. S1. Io mi vesto in Italia come in mio paese.
3. I. Ma tu mi avevi portato l’anno scorso un vestito – e le stoffe del
Ghana?
4. S2 [leggendo]. Sono di due tipi: il primo kente è di seta e un altro si
chiama adinkra, di cotone, con disegni stampati.
5. I. I colori hanno dei significati particolari, vero? Anche in Cina –
6. S2 [sempre leggendo]. Il colore rosso è della terra e del sangue, blu è
dell’amore, giallo, come l’oro, è il colore della ricchezza.
7. I. Allora durante le feste i colori dei vestiti possono cambiare a seconda
del tipo di festa. E in Cina i colori sono? Ho letto che anche in Cina hanno
dei significati diversi (..). Ti ricordi?
8. S3. Mmm – No (…) Ho il quaderno a casa.
Costruzione conflittuale dello
studente
Comunicazione e conflitto
interculturale
„ Manifestazione della diversità
significa
generalmente conflitto interculturale
„ Il conflitto nasce dalla partecipazione
(come espressione di diversità)
„ Normalità ed improbabilità del conflitto
Gestione del conflitto in classe
„
„
„
I conflitti nascono e vengono gestiti nella
comunicazione: dall’apertura alla soluzione
Fondamentale è la forma della comunicazione,
cioè i presupposti culturali della gestione
Gestione prevalente in classe = complementarità
gerarchica:
1. Fissazione di una norma
2. Formulazione di un giudizio (ragione/torto)
3. Creazione del consenso
Gestione della comunicazione
interculturale
Complementarità gerarchica:
1. Domande sistematiche (enfasi sulla
conoscenza)
2. Correzioni culturali
3. Formulazioni didattiche
4. Asimmetria nella ricchezza semantica
Presupposti educativi Æ gestione della
comunicazione interculturale
Esempio 4
1. I1. Sentiamo A. che cosa deve dire.
2. S1 (rumeno) Ventotto Novembre, giorno
della liberazione dai turchi.
3. [Alcuni ragazzi ridono]
4. I2. Siamo a Febbraio.
5. I1. Scusa A., non c’entra niente. Stavamo
parlando del carnevale a Febbraio. Allora, c’è il
Carnevale in Romania?
6. S1. No.
Esempio 5
1. I. In Cina tutti i cibi vengono messi già pronti. Al
posto del pane2. S1. Usiamo il riso.
3. S2. E’ vero che mangiano le rane?
4. S3 Anche i pesci vivi!
5. I. Avete fatto un po’ di confusione. S4, ti ricordi
come si chiamano le posate che abbiamo studiato al
corso del mattino?
6. S1, S2, S3, S4. Cucchiaio, forchetta e coltello.
Costruzione di disagio
Esempio 6
1. I. Chi è che aveva la mano alzata? J., vai.
2. M. Nooo!
3. S1. Allora M., alzi la mano e aspetti il tuo turno.
4. M. Sì, ma l'avevo alzata prima io.
5. S2. Non essere geloso.
6. I. Oh là!
7. M. E di cosa dovrei essere geloso?
8. S3. Degli altri.
9. I. Allora chi è che si sente di parlare a M., prima che possa parlare J. Un
discorso per cui M. possa stare tranquillo. C’è qualcuno che riesce a farlo?
S4, parla a M.
10. S4. M. se ti senti 11. I. Guardalo M.
12. M. [girandosi verso il compagno]. Non mi sento escluso.
13. S4. Ma se te vuoi parlare aspetta che parlino prima gli altri 14. M. Ma se avevo alzato prima io la mano.
15. S4. Poi quando hanno finito puoi parlare pure te.
16. I. Qual è il problema di Madi?
Gestione etnocentrica della
comunicazione interculturale
„
„
„
„
La costruzione della norma, del giudizio e del
consenso previene o evita i conflitti interculturali
La costruzione della norma, del giudizio e del
consenso è causa di etnocentrismo (distinzione
tra un Noi positivo ed un Loro negativo)
L’etnocentrismo non dipende dalla volontà del
singolo partecipante: è una forma culturale
Prevalentemente, l’etnocentrismo non è esplicito
(non è razzismo)
Etnocentrismo in classe
1. Costruzione didattica di universalità (esempio 1)
2. Costruzione didattica di differenze (esempio 3)
3. Repressione del conflitto avviato dallo studente
(esempio 4)
4. Elusione del conflitto avviato dallo studente
(esempio 5)
5. Costruzione di disagio (esempio 6) o di
difficoltà
Conseguenze per la comunicazione
interculturale
1. Mancanza di variabilità di espressioni
2. Mancanza di partecipazione nella costruzione
delle identità culturali
3. Formulazioni didattiche che bloccano la
partecipazione
4. Azione dell’insegnante che vincola l’azione
degli studenti
5. Mancanza di collaborazione degli studenti
come seconda parte della coppia adiacente
I problemi interculturali
nell’educazione
I presupposti culturali del sistema educativo spiegano:
1. La difficoltà nel distinguere tra assimilazione e
espressione della diversità culturale
2. La difficoltà nel produrre una comunicazione
interculturale efficace
L’interazione educativa tende a sopprimere la diversità
culturale.
Non sono sufficienti né l’abolizione dei pregiudizi degli
insegnanti, né la valorizzazione delle competenze degli
studenti perché l’ostacolo è nei presupposti
dell’interazione educativa.
Mediazione come forma di gestione
dei conflitti
„ Mediazione in classe: insegnanti come
mediatori?
„ Aspettative rivolte alla mediazione
„ Coordinamento tra le parti in conflitto,
realizzato da una terza parte, che porta ad
un apprezzamento reciproco e alla
soddisfazione delle reciproche aspettative
„ Mediazione come sostegno del dialogo
Il dialogo
„
„
„
„
Il dialogo è una forma di comunicazione, quindi non
dipende da un unico partecipante
L’azione dialogica di un partecipante promuove
opportunità di dialogo nella comunicazione
Il successo comunicativo dell’azione dialogica
dipende dalla comprensione e dall’accettazione
dell’interlocutore
L’azione dialogica è l’unica chance per rendere
probabile il dialogo in situazioni comunicative difficili
(gestione del conflitto)
Azioni dialogiche
„
„
„
„
„
„
Asserzioni di sostegno e conferma
Narrazione in prima persona
Verifica della percezione
Retroazione (feedback) sugli effetti della
propria azione
Formulazione dei significati dell’azione
dell’interlocutore
Apprezzamento
Azione dialogica come azione
centrata sulla persona
„
„
„
„
Differenziazione dei contributi in base alle
espressioni personali
Centralità dell’azione personale dello studente e
del docente
Aspettative affettive (espressione personale)
Auto-valutazione (?)
Azione educativa e azione
dialogica
„ Verifica dell’attività
e del contenuto
„ Sostegno/conferma dell’espressione
personale e della prestazione di ruolo
„ Apprezzamento come attenzione affettiva
e come valutazione cognitiva o giudizio
normativo
„ Narrazione personale e di ruolo
„ Formulazione promozionale e didattica
Esempio 7
1. E. Sentite una cosa, a noi interessava sapere che idea vi siete fatti di
queste tre giornate che andremo a passare insieme 2. S1. Che ci osservate mentre lavoriamo
3. E. Poi (.) qualcun altro?
4. S2. Fare dei test, dei lavori di gruppo 5. E. Fare dei test, dei lavori di gruppo, e poi? solo questo?
6. S3. Dei dettati
7. E. Dei dettati
8. [risate]
9. E. Però lui ha detto la sua 10. S4. Avrà voglia di fare dei dettati 11. E. Non ha detto che aveva voglia, ma che si aspettava di fare questo 12. S2. Forse delle domande 13. E. Delle domande in che senso, che voi facevate delle domande a noi?
14. S2. Sì, beh anche quello, noi a voi, voi a noi 15. E. Ah, farsi delle domande reciprocamente
Esempio 8
3. E. A me interessa vedere come arrivate alla decisione 4. S1. Chi vota per la storia?
5. E. A me interessa sapere come arrivate alla decisione
6. S2. (.) Noi facciamo solo le votazioni
7. B. Facciamo una leggenda!
8. S1. Facciamo un accordo (.) chi vota per la storia?
9. [S2 alza la mano]
10. S3 [deridendo Katia]: Ah, ah
11. S1. Chi vota “no”?
12. [quattro mani alzate]
13. S4. Ah, ah, 4 contro 1,
[allora: 14. S2.
[Però io voglio fare la storia
15. B. E va bene, la facciamo (.) la facciamo...
16. S1. Oh, 'scolta17. E [rivolto a B.]: Vince la maggioranza, dicono –
18. S5. Sì, infatti, dicono così, "vince la maggioranza", e prima abbiamo
incollato le foto che a qualcuno non andava!
19. E. E a te questa cosa sta bene, che vince la maggioranza?
Esempio 9
25. E. Io mi ricordo quand'ero con un gruppo di ragazzi che andavamo
sempre in montagna assieme, no? inizialmente avevamo previsto tutta una
serie di gite in montagna, no? ci si trovava alla domenica mattina, si arriva
al sentiero si faceva tutti insieme poi si arrivava al rifugio, "come è andata"
e si tornava a casa. Ad un certo punto succede che il gruppo comincia a
litigare, ma no, andiamo di qua, andiamo dall'altra parte, allora sapete cosa
abbiamo fatto?
26. S4. Eh, no 27. E. Abbiamo deciso di
[trovare 28. S1.
[Di trovare un accordo
29. E. Un accordo, che consisteva nel- (.) un gruppo andava da una parte,
un gruppo andava dall'altra poi ci si trovava al rifugio ed ognuno aveva
fatto quello che voleva, però tutti ci si ritrovava al rifugio. Questo vi può
suggerire qualche cosa?
30. S1. Ho capito: lei fa il
[testo 31. S2.
[E poi ci ritroviamo al rifugio con
il testo!
32. E. Che cosa significa? (..) Guarda che hai avuto una bella: a me piace
questa idea!
Esempio 7 (continuazione)
16. S5. Che ci osservavate mentre facevamo il nostro lavoro 17. Vari S. Eh, l'aveva già detto
18. E. Beh ci mettiamo un asterisco, che vuol dire che altri (..)
ma, tu pensavi mentre facevate lezione o mentre facevate
altro?
19. S5. Sempre mentre facevamo lezione, ma in un altro modo
20. S6. Forse vuole dire mentre facevano dei lavori in gruppo 21. E. Chiediglielo
22. S6. Forse volevi dire così 23. S5. Sì
Esempio 8 (continuazione)
33. S2. Io faccio il testo, se loro non vogliono fare il testo lo faccio da sola
e poi (.) la guardiamo insieme, lo leggiamo e:
34. E. Allora, scusatemi: se lei dice io scrivo la storia, e poi ci ritroviamo al
rifugio e la leggiamo insieme (.) voi potreste aiutarla?
35. S1. Semmai facciamo che (.) non lei da sola, qualcuno l'aiuti e altri
fanno il cartellone, lo abbelliscono 36. E. La sua è una bella proposta, ma sentiamo anche la sua
37. S4. Facciamo così: chi vuol fare la storia?
38. S5. E: però così votiamo!
39. S4. No, no, non è la maggioranza (.) te sola la vuoi fare? allora,
facciamo così, lei scrive la storia, e noi tutti facciamo il cartellone
40. S1. No, no! (.) è la cosa che avevo detto io, però se lei fa la storia da
sola, non è una storia di gruppo!
41. S4. Qualcuno mi deve aiutare, io scrivo mentre lui segue
42. S1. O:h, ad esempio, io scrivo, tu vedi, segui (.) ad esempio -
Mediazione dialogica in classe
„
„
„
„
„
Promozione della partecipazione (esempio 7) e
invito alla verifica della percezione (esempio 7,
continuazione)
Verifica dell’esistenza del conflitto (esempio 8)
Promozione della riflessione sul conflitto
(esempio 8)
Mediazione attraverso narrazione, apprezzamento
(esempio 9) e formulazioni (esempio 7)
Risultati: soluzioni “creative”; soddisfazione
(esempio 8, continuazione)
Passaggi nella mediazione dialogica
La mediazione dialogica mitiga la
complementarità
gerarchica
nella
comunicazione in classe
1. Azioni dialogiche Æ promozione di
partecipazione e apertura di possibilità
2. Partecipazione/apertura Æ riflessione e
mediazione
3. Mediazione Æ auto-gestione e soddisfazione
Presupposti della mediazione
dialogica
Paradosso della promozione della partecipazione
personale come presupposto dell’espressione di
apparenze culturali
Cambiamento dei presupposti educativi come
premessa della comunicazione interculturale
Considerazioni di sintesi
1. L’osservazione delle interazioni è lo strumento più
efficace per capire la comunicazione interculturale in
classe
2. Le azioni dialogiche sono possibili in situazioni e
condizioni diverse
3. Le azioni dialogiche consentono di promuovere la
partecipazione dei partecipanti “deboli” (empowerment)
4. In classe è possibile promuovere la mediazione
dialogica (riflessione)
Domande per ricercatori e insegnanti
Problema generale: forma della comunicazione
interculturale
Problema specifico: condizioni di efficacia
della mediazione dialogica
1. In che misura e in base a quali azioni
dialogiche?
2. Con quale efficacia per la gestione dei
conflitti interculturali?
3. Con quali conseguenze per l’interazione
didattica?
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