Alberto Bagnai Ce lo chiede l’Europa S E C O N D A PA R T E Trascrizione a cura di Marta Cerutti 1:14:50 Poi altre due cose che abbiamo dimenticato: - il tasso di inflazione doveva non allontanarsi di più di un punto e mezzo dalla media dei 2 o 3 Paesi Best performing (cioè con inflazione più bassa) (perché c’è l’approccio ideologico del generale Sheridans: l’unico indiano buono è quello morto = l’unica inflazione buona è quella morta, quella a 0. Questo in realtà fa disastri, come abbiamo visto quando siamo entrati in deflazione). - Inoltre i tassi nominali dovevano avere un criterio analogo a quello dell’inflazione: convergere e non distare più di un punto e mezzo dai Best Performing. La Teoria delle Aree suggellati a Maastricht. Ottimali (1961) non considera affatto necessari questi 4 punti Che per entrare in una Unione monetaria sia necessario avere un rapporto debito estero/Pil al 60%, ecc, nessun economista lo ha mai detto, perché è una sesquipedale idiozia!!!! Nessun economista ti direbbe mai che una volta che hai rigidità monetaria, devi anche averla in termini di politica fiscale: questo rende rigido il sistema e un sistema rigido va in pezzi quando c’è uno shock. Nessun economista, prima di Maastricht, ha mai auspicato che la politica fiscale venisse ingessata in parametri, per entrare in un’unione monetaria, che è una istituzione che per definizione ingessa la politica monetaria. Negli anni ’90, dopo che i politici hanno scritto questo trattato privo di alcun fondamento nella teoria delle Aree valutario Ottimali, nasce questo dibattito sulla convergenza, o “carte in regola”, parametri... Nonostante gli economisti avvisassero che si trattava di follia, di trappola. Gli economisti che hanno voluto integrarsi nei vantaggi del mainstream (bocconiani), hanno sviluppato quindi ardite teorie rispetto che una decisione sbagliata, avrebbe creato da sé le condizioni per la propria sostenibilità: - entrando in un’unione monetaria, i governi periferici avrebbero acquisito “credibilità”. Questa avrebbe permesso di fare politiche deflazionistiche e quindi di allinearsi alle economie più forti e tutto sarebbe andato bene. (=entrate in trappola e vedrete che tutto andrà bene) - si svilupperà talmente tanto il commercio che in pratica si svilupperà una specie di coordinamento automatico: grazie alla moneta unica, aumentando l’interscambio commerciale, e quindi tutti in espansione perché gli stati trainanti, andando in espansione, avrebbero importato molto di più da noi, quindi anche noi in espansione. Oppure tutti in recessione insieme. Di fatto se ci si muove tutti insieme così, la politica monetaria, che è una sola, saprebbe intervenire raffreddando un po’ se c’è troppa espansione, e riscaldando un po’ (abbassando il tasso) se c’è troppa recessione. Quindi la BCE è il termostato dell’unione monetaria. Nulla di tutto questo è successo, l’entrata nell’unione ha amplificato le divergenze (come previsto da Frenkel: grandi afflussi di capitali e nella periferia l’inflazione esplode). Di fatto c’è stato un aumento dell’8-9% che non ha sincronizzato le nostre economie; inoltre il commercio è diventato tutto a vantaggio della Germania che è stata una locomotiva che ha tirato però dalla parte sbagliata, cioè è stato il rimorchio d’Europa. Tutta questa capacità di leadership si è tradotta in “ti piace vincere facile”: la Germania prende sonore legnate sui mercati emergenti (come noi!); realizza invece il suo surplus commerciale coi paesi del sud europa. 1:23:40 Ci siamo basati su un insieme di parametri (“le carte in regola”) totalmente sbagliati. La vera letteratura scientifica, es Nouriel Roubini, già dal 2003, mostra comel a variabilie più significativa per prevedere il verificarsi di una crisi finanziaria di debito pubblico, sia il rapporto debito estero/Pil (non debito pubblico/Pil!). Questo perché (ciclo di Frenkel) il debito pubblico esplode a valle di un afflusso di capitali esteri (di un indebitamento estero) che si rivolge al debito privato. Prima della crisi il debito pubblico non è grande, lo diventa tutto di colpo quando lo stato salva le istituzioni finanziarie private. Se volessimo fare un’europa che mette a posto i conti pubblici ecc, non si deve guardare il debito pubblico ma il debito estero! Ma perché non si guarda il debito estero e si guarda il debito pubblico?? Semplice! Perché se guardi il debito pubblico dici “Stato brutto e ladro, riduciamo il peso dello stato”, se guardi il debito estero... Dici “mercato brutto! Riduciamo i movimenti internazionali di capitali”. Se quindi vogliamo uscire dalla crisi, bisogna mettere dei controlli sui movimenti internazionali dei capitali!! Questo lo dice il FMI (Roubini). È ormai riconosciuto che sia necessario un’azione pubblica che ponga un freno a questo tipo di dinamiche. (mdf: Se “il mercato è brutto” quindi è il debito estero da tenere sotto controllo, significa ridurre un segmento dove grossi capitalisti e finanzieri internazionali guadagnano. Se è lo “stato brutto” vuol dire svendere, privatizzare, liberalizzare = guadagni della grossa finanza internazionale) Bagnai: quello che possiamo fare è contribuire a diffondere nel pubblico una consapevolezza di questi processi. 1:27:45 Io non dico “Il mercato è brutto” (sono loro che dicono che lo stato è brutto!) Il mercato è un’istituzione che ci ha fatto fare enormi progressi, ma che ha un limite, oltre il quale rischia di provocare gravi danni: si chiama ubris. Quando i sistemi vengono presi in mano e gestiti da management accecati da deliri di onnipotenza, i risultati sono questi. Che è un po’ quello che succederà al nostro sistema europeo Parallelamente a quest’azione dei mercati finanziari, c’è anche l’azione delle elites che vogliono costruire un’Europa unita anche sotto il profilo politico, processo notoriamente elitario perché i popoli non si sono mai espressi favorevolmente (vedi Francia, Irlanda, Danimarca...) Questo processo ha bisogno dello stato di crisi (e lo dicono anche!). Viene pubblicamente dichiarato: abbiamo fatto l’unione monetaria sapendo che vi avrebbe messo in difficoltà, perché spinti da queste difficoltà, avreste voluto più Europa. 1:35:22 Questo è fascismo! È un paternalismo posto a difesa di una scelta classista, perché l’euro è una scelta chiaramente classista: ha aumentato la disuguaglianza dei redditi - lo dice la Banca d’Italia l’euro ha depresso i salari reali dell’Italia (lo dicono le tasche di tutti), quindi è una scelta di classe contro i salariati. La Teoria delle Aree Valutarie Ottimali dice: prima si integrano i sistemi educativi, i mercati del lavoro, i sistemi previdenziali, soltanto dopo si passa all’integrazione monetaria. Tutto questo non esiste oggi, è stato fatto l’opposto. 1:36:56 Paradosso della moneta unica: ha senso solo se è dannosa. Il vantaggio nel complesso per l’economia europea rispetto ai costi di transazione era stato valutato dell’8% del Pil da uno studio della CE (che era in conflitto di interessi, con tutto il vantaggio nel gonfiare i valori). Nb: vedi quanto ne abbiamo perso. I costi di transazione derivano dalle oscillazioni del cambio. Se i paesi sono allineati il cambio non oscilla, quindi non ci sono grossi costi di transazione. Quando il risparmio di costi di transazione diventa importante? Quando i paesi hanno economie talmente diverse o talmente divergenti che il cambio oscilla molto. Ma è precisamente in quella circostanza che rinunciare all’elemento di flessibilità del cambio è dannoso! Cioè i costi di transazione, cioè il beneficio che ottieni passando alla moneta unica, sono importanti nel momento in cui il danno che la moneta unica fa togliendoti flessibilità, è importante! La moneta unica è utile solo se dannosa! La scala, la dimensione di un Paese ha un’importanza relativa per quel che attiene il successo economico di un paese. (Nel ‘600 il grande successo economico fu il Portogallo, nel ‘700 l’Olanda!) È quindi errata la retorica del “grande è bello”, gli Usa, la Cina sono grandi... Non c’è nessun motivo di imporre la cappa di piombo della moneta unica, quando per cooperazioni internazionali a livello di ricerca, di sviluppo ecc, è possibile creare trattati flessibili, rispettosi. Ragionare in termini di trattati economici specifici (es con la Turchia) e integrare pezzo per pezzo, gradatamente. 1:42:23 Italia, Grecia... Non avevano le carte in regola e sono state truccate. Lo sapevano tutti i dirigenti Ue. In realtà anche il Belgio aveva un debito superiore al 100% alla fine degli anni ’90. Questa è la prova provata che avevano bisogno di un mercato di sbocco. Perché anche se non rientri nei parametri ti fanno entrare (tutti i paesi periferici)? Perché ti vogliono sfruttare. Sulla base di queste premesse è impensabile l’idea di un’unione politica. Eppure parlano di Stati Uniti d’Europa. L’unica cosa che può tenere insieme un’area con unione monetaria dove si creano squilibri di competitività, è compensare con domanda pubblica, “unione di trasferimento”, quindi trasferimenti fiscali, il calo della domanda estera (cioè da uno stato all’altro). Questo la Germania non lo vuole! 1:46:30 Cosa succederebbe se uscissimo dall’euro? Tutti gli organi di informazione ci stanno mentendo su cosa è successo l’ultima volta che abbiamo svalutato. L’euro dal ’99 al 2001 ha fatto un tonfo di quasi il 30%. L’argomentazione che si adduce all’idea di uscire dall’euro è: “Svaluteremmo [e ne avremmo bisogno, dopo 20 anni di rigidità!!] e sarebbe una catastrofe perché andremmo in inflazione altissima, perché dipendiamo dalle materie prime estere, in particolare dal petrolio, e questo comporterebbe un aggravio di costi per tutte le attività produttive e per i privati che riscaldano col gas (che ha il prezzo agganciato al petrolio...)” Ma abbiamo dei precedenti storici: Quando nel ’92 svalutammo tra il 20 e il 30% (a seconda se consideri l’’il marco o l’ecu) l’inflazione l’anno dopo scese dal 5 al 4%. (Fonte: FMI) Quindi chi oggi dice che se oggi svalutassimo del 20% l’inflazione aumenterebbe di 20 punti, è un criminale. Quando siamo entrati nell’euro, questo fece uno scivolone del 25 - 30%. Ciò significa che i dollari ci costavano di più. (Il famoso euro che ci avrebbe dato stabilità, ha esordito con una svalutazione mostruosa! Ma vi risulta che il costo della benzina sia aumentato in maniera proporzionale? Tra il ’99 e il 2001 l’inflazione italiana è aumentata di 0,6 punti. Forse dovuta all’inflazione da parte dell’offerta (di beni prodotti), sia dal lato della domanda di capitali esteri richiesti (in Italia nell’età dell’euro il debito delle famiglie è passato dal 35% al 70%): keynesismo privatizzato: c’è bisogno di una fonte di domanda in economia, lo Stato più che guerre non può fare perché se fa ospedali... viene subito tacciato di allargarsi ecc, allora al posto della domanda pubblica si mette la domanda privata, attraverso l’indebitamento delle famiglie. Per un po’ ci guadagnano tutti, ma alla fine c’è il tonfo. Il legame tra inflazione e svalutazione è un legame estremamente tenue. (Il coefficiente di trasferimento da svalutazione ad inflazione è stimato a 0,1 - 02%). Meccanismi di contrattazione efficienti possono tutelare il potere d’acquisto delle famiglie. I grossi problemi sono sulla regolazione debito-credito a livello internazionale. Qui le difficoltà scaturiscono da un fatto politico, cioè dal fatto che chi ci ha guadagnato non vuole cooperare a risolvere il problema. Qui stiamo tutti studiando per capire che succederà. Il vero problema che hanno gli economisti in questo caso, è che non si riesce a capire quale potrebbe essere il disegno politico, la forza politica in grado guidare questo tipo di processo, perché in Italia attualmente non c’è! La verità è un vizio seriale, se tu l’hai detta prima la puoi dire anche dopo! E purtroppo ha questa caratteristica spiacevole che - proprio come la cultura - non fa mai particolamente comodo al potere. (In Italia il “progetto europeo” è stato concomitante, correlato, ad una distruzione del sistema universitario di proporzioni cosmiche). 2:00:00 Nazionalista!!! La sovranità nazionale un suo significato ce l’ha! Checché ne dicano i sinistroidi che vogliono un sindacato europeo (iscriviamoci tutti all’IG Metal, mentre non sanno che i salari reali in Germania stanno scendendo e il precariato impazza). La Nazione è lo spazio nel quale i cittadini possono esercitare un controllo democratico sulle istituzioni. La parola “internazionale” oggi è da tradurre con “Capitalismo”. Dobbiamo preoccuparci di preservare degli spazio di democrazia nazionale non cedendo in primo luogo la nostra sovranità! È un suicidio questo! La sovranità nazionale non è un retaggio ottocentesco: significa riconoscere che dobbiamo confrontarci in termini democratici con istituzioni nazionali, di cui per altro abbiamo un controllo molto labile, ma tuttavia l’abbiamo. Parlare di fare integrazione fiscale dove le potenze che hanno privatizzato i profitti non vogliono fare, e se anche volessero farlo, richiederebbe il trasferimento di ingenti somme per un bilancio federale, il quale dovrebbe poi agire come buon padre di famiglia facendo gli interessi dei più deboli, (con gran felicità della Germania); tutto questo significherebbe dare più soldi a persone che noi controlliamo ancora di meno... E tutto questo sulla base del presupposto che noi non ci sappiamo governare da soli perché da noi c’è ‘a coruzzzione.... Ma la corruzione c’è anche a Bruxelles! Dove nei palazzi delle istituzioni EU ci sono uffici di lobby ecc... 2:03:08 monete complementari Cosa ne pensi delle ? Nei media Italiani non si sente mai parlare di tutto questo, mentre è un fenomeno diffuso in Eu. Io sono per la flessibilità, quindi uno strumento che può aumentare la liquidità di un sistema produttivo locale, tra l’altro incoraggiando cose come la filiera corta (dato il significato locale che la valuta assume), ben venga. Si può immaginare un’architettura monetaria europea su tre strati: L’euro può restare come moneta per la regolazione per gli scambi tra le banche centrali (come era l’ecu nello sme), si può ripristinare un sistema di cambi flessibili fra le valute nazionali e infine prevedere l’esistenza di valute locali. Frenkel racconta che questo tipo di monete locali ha avuto un impatto enorme nell’uscita dalla crisi, dato che era venuta a cadere la liquidità (per il corralito), le valute locali presero posto, con tassi di inflazione minimi perché la gente aveva fiducia in quell’esperimento e la dimostrò. 2:05:58 La lezione che viene dalla Teoria delle Aree Valutarie Ottimali è che la moneta deve essere dimensionata sul mercato del lavoro. Se questo non succede, gli shock - anziché tradursi in una svalutazione esterna della moneta - si traducono in una svalutazione interna: del salario. L’Italia ha il suo mercato del lavoro, con la sua tipologia di contratti, la Francia il suo... Quindi bisogna tornare in questo tipo di architettura monetaria, anche multilivello, che comunque di fatto abbia uno strato che sia dimensionato sui mercati del lavoro che sono ancora nazionali! Quando mai avremo il mercato del lavoro europeo, che significa che parleremo 20 e più lingue, significa che se versiamo i contributi in un Paese e poi andiamo a vivere nell’altro, sappiamo che pensione ci darà l’altro, se abbiamo un certo tipo di contratto lo troviamo anche in un altro paese, ecc... Sai quello che trovi, sai quello che lasci... Lasciare il mercato monetario dell’euro, significa tornare alla sovranità monetaria. Se sei credibile, succede che ti danno i Capitali, cioè un sacco di soldi: la credibilità ti permette di indebitarti anche oltre le tue reali necessità. Nulla è solo bene, nulla è gratis: anche la credibilità si paga. Paesi come la Grecia, il Portogallo, la Spagna, l’Italia, che hanno acquisito credibilità aderendo all’euro, adesso stanno pagando il conto in termini di difficoltà di sostenere il debito estero che hanno contratto e che non avrebbero contratto se fossero state percepite come meno credibili. La sovranità monetaria uno se la riprende per esercitarla. Questa idea che lo scopo della BC sia fare lo sgambetto al ministero del Tesoro è un’idea delirante. A partire dal ’79 in Italia, e in europa, si è affermata l’idea che la BC dovesse agire in modo scoordinato, o comunque indipendente, dalla politica fiscale, dal ministero del Tesoro. In Italia l’abbiamo chiamato divorzio tra BC e MdT. Per tutti gli anni ’80,’90, ’00, ’10, a chi parlava di BC indipendente, io chiedevo sempre “Da chi?”. L’indipendenza della BC va contro ogni logica keynesiana: c’è un modello in cui ci sono politica fiscale e politica monetaria, che se coordinate, realizzano obiettivi più ambiziosi e con costi inferiori per la comunità, che non se sono scoordinate. Avere una sovranità monetaria limitata ce l’abbiamo dal divorzio, ed ha significato che - dato che eravamo entrati in degli accordi di cambio - i nostri tassi di interesse sono schizzati verso l’alto, e lì è sorto il processo di accumulazione di debito pubblico poiché il debito pubblico è diventato un debito che lo stato contraeva per pagare gli interessi sul debito, che contraeva per pagare gli interessi sul debito.... Ecc..... Quando BC e Tes erano “sposati”, succedeva che la BC era il “prestatore di ultima istanza” (impropriamente perché questo è un termine per il settore bancario; in realtà era l’acquirente residuale dei titoli di Stato sul mercato primario) Lo Stato ha da coprire un fabbisogno di 100, allora stampa 100 di titoli stabilendo il tasso, es al 3%. A quel tasso il mercato compra quanti titoli voleva, il resto lo acquistava la Banca d’Italia, che di fatto non pagava interessi (li retrocedeva...) di fatto era un debito ad interesse 0, che corrispondeva ad una creazione di moneta, il CD “canale di creazione di moneta del Tesoro”, perché erano titoli del Tesoro che collocati preso la BdI, venivano pagati dalla BdI “stampando moneta”, la “monetizzazione del debito”. Oggi si direbbe “tutto questo genera inflazione, aiuto!! negli anni ’70 c’era inflazione perché non c’era il divorzio!!” Negli anni ’70 il prezzo del petrolio prima è quadruplicato (’73) poi raddoppiato.... È ovvio e fisiologico che ci fosse inflazione... Non dipendeva dal fatto che la BC stampava moneta! Non è ancora chiarito che sia la moneta a causare i prezzi! Se i prezzi aumentano per uno shock esogeno (es il prezzo del petrolio quadruplica) la BC è costretta a ratificare questo shock stampando moneta, altrimenti l’economia collassa, non ci sono più i soldi per pagare i beni: quindi non si sa se siano i prezzi a causare la moneta o la moneta a causare i prezzi!... Nessuno risolverà mai questo problema! In una situazione come la nostra dove c’è tanta offerta (di manodopera, disoccupati) e poca domanda, se lo stato crea domanda di lavoro (distribuire reddito) laddove c’è disoccupazione di risorse, c’è eccesso di risorse, (stabilimenti che chiudono, disoccupati in giro..) in queste circostanze di tanta offerta e poca domanda, se lo stato aggiunge la sua domanda, finanziandola stampando moneta (come dovrebbe fare nell’ambito della sua sovranità) è ovvio che non ci sarebbe una ventata inflazionistica! Ma preferiamo morire oggi perché se no tra 4 anni avremo inflazione?? Questo è assurdo o più probabilmente in cattiva fede! Se chi sostiene questo è in buona fede, non posso far a meno di pensare che sia totalmente imbecille! Almeno se lo penso in cattiva fede lo posso vedere come razionale... 2:16:42 Abbiamo talmente stravolto il senso delle parole!! Chiamiamo unione il darci mazzate sui denti. Questo stravolgimento forse aumenta il nostro senso di autolesionismo: credo che certi italiani preferiscano dire che sono corrotti, improduttivi e ladri, che sia colpa loro quello che sta succedendo, e che i tedeschi siano produttivi, incorrotti e corretti, perché questo almeno stabilisce un senso, si crea una favola dove ci sono dei buoni e dei cattivi, e almeno - anche se i dalla parte del cattivo - stai in una favola, non nel delirio più totale! Quello che stiamo vivendo è un delirio di irrazionalità. 2:19:51 Il problema dei costi della politica non è la corruzione, la mazzetta (certo, quelle costano!) tema su cui gli organi “di informazione” insistono: il vero costo della politica sono le decisioni sbagliate, l’aver messo un intero paese in trappola. Il Manifesto ha ammesso di aver mantenuto una linea di informazione orientata esplicitamente a scongiurare il rientro alle monete nazionali. Io in quelle sedi portavo un ragionamento che Marx avrebbe chiamato di materialismo storico: le logiche economiche nei processi storici contano. Alcune istanze del capitalismo tedesco, ed alcune istanze del capitalismo italiano, hanno tratto benefici da tutto questo: Il vantaggio del capitalismo del centro (dei paesi del centro) è che - investendo nei paesi della periferia lucra interessi maggiori che a casa propria, (il tasso di interesse greco era 3 punti più alto che in Germania). Alla faccia della convergenza: i tassi sul debito sovrano erano tutti allineati, i tassi sul debito privato erano tutti sventagliatissimi, questo consentiva opportunità di arbitraggio. - Vende tanti beni, quindi lucra interessi industriali I vantaggi del capitalismo della periferia: - “Ce lo chiede l’europa”: il vincolo esterno permette al capitalismo della periferia di disciplinare i propri sindacati e quindi di realizzare quella politica di repressione dei salari reali nella quale siamo incappati dritti dritti nel ’79 e dalla quale non stiamo uscendo, e siccome in tutti gli anni ’80 fino al ’96 la produttività italiana è cresciuta a ritmi comparabili a quella tedesca, se la produttività cresce, ma i salari no, cosa aumenta? I profitti!! Tutti i vari capitalismi avevano quindi vari vantaggi da ricavare da questo gioco. 2:24:15 Il processo di mercatizzazione dei mercati finanziari, con alti tassi di interesse ecc, è all’origine del grosso spostamento del reddito a favore delle rendite, ciò spiega il processo della deindustrializzazione perché magari l’imprenditore vende l’azienda perché capisce che guadagna di più investendo nei mercati finanziari. 2:25:30 Se l’Italia uscisse dall’euro e recuperasse la sua sovranità monetaria, non sarebbe un guscio di noce in un mare in tempesta con Brics, Cina, super potenze, paesi emergenti ecc? Se ci fosse una tempesta tu preferiresti essere un guscio di noce o avere una pietra la collo? Usare in maniera terroristica la minaccia dei paesi emergenti è solo un’altra sfaccettatura della disinformazione che ci sommerge. La Cina occupa il posto che le compete, occupa il 30% del Pil mondiale. L’Italia non è piazzata così male sui paesi emergenti, è messa peggio la Francia. Non c’è nulla nella storia dell’economia che dica che i paesi piccoli necessariamente vanno a fondo. Veramente è cambiato tutto? Oggi chi ci dice che oggi è tutto diverso lo fa con un intento profondamente reazionario, cioè di farci credere che la Storia non ha lezioni da offrirci, invece la Storia ha lezioni da offrirci.