2014 – 2015 Presidente ERT Daniele Gualdi Direttore ERT Pietro Valenti Direttore Teatro Bonci Franco Pollini catalogo a cura di Emanuela Dallagiovanna 2 SOMMARIO 3 Una stagione all’insegna della pluralità e della qualità Paolo Lucchi Sindaco di Cesena Christian Castorri Assessore alla Cultura 4 Al Teatro Bonci il sipario si apre su un grande cartellone Daniele Gualdi Presidente di Emilia Romagna Teatro Fondazione 5 Sventola un colorato teatro d’arte Franco Pollini Direttore del Teatro Bonci 7 Centri di interesse del cartellone 9 Moby Dick. La balena bianca e altri cannibali 12 Prosa 21 Essai 25 Teatro contemporaneo 28 Concerti 37 Danza 44Abbonati in anticipo 47 Calendario la copertina è di Paul Thompson Questo volume è stato stampato a Cesena nel mese di settembre dell’anno 2014 dalla litografia «Il Papiro» per conto della Società Editrice «Il Ponte Vecchio» UNA STAGIONE ALL’INSEGNA DELLA PLURALITÀ E DELLA QUALITÀ 3 Si alza il sipario su una nuova stagione del Teatro Bonci ed è una festa per gli occhi, per la mente, per il cuore. Una festa che si ripeterà per ognuno degli spettacoli in cartellone, in ognuna delle tante serate in cui artisti e pubblico si ritroveranno insieme per rinnovare lo straordinario rito del ‘fare teatro’, perché – come scrive Jerzy Grotowski, che certo se ne intendeva – teatro è “ciò che avviene tra lo spettatore e l’attore”. Questa formula, apparentemente semplice, ben rappresenta (anche nel non detto) il rapporto speciale che si instaura, immancabilmente, fra gli spettatori seduti in platea e chi sale sul palcoscenico per esprimere davanti a loro – anzi, per condividere con loro – la sua arte. Non una semplice rappresentazione, dunque, ma un atto vitale e creativo, che rende lo spazio condiviso un’agorà contemporanea, uno luogo di cultura e di confronto diretto con altre idee e visioni del mondo. Nessuno schermo, nessun tablet può offrirci altrettanto. È questo il motivo per cui gli spettacoli teatrali sono unici e speciali; è questo che li rende indispensabili anche nella nostra difficile epoca, in cui le minori risorse a disposizione (ma anche l’abitudine di aver sempre e dovunque a portata di mano – grazie alle nuove tecnologie – musica e intrattenimento) possono indurre a guardare al teatro come qualcosa di ormai superato e superfluo. Non è così, anche perché la magia della scena è nella sua pluralità: c’è il teatro dell’impegno sociale e quello che offre emozioni, stupore, divertimento; c’è il teatro che conserva la memoria di sé stesso e quello che ribalta canoni e convenzioni per parlare una lingua nuova; c’è il teatro che offre risposte e quello che pungola con interrogativi. E anche quest’anno il Bonci bene interpreta questa molteplicità, grazie al cartellone ricco e variegato proposto da Emilia Romagna Teatro Fondazione, che mixa sapientemente forme di spettacolo diverse, in modo da soddisfare i vari tipi di pubblico, ma sempre con una particolare attenzione alla qualità. Così, nella stagione 2014-2015 Cesena accoglierà interpreti del calibro di Alessandro Haber, Alessio Boni, Franco Branciaroli, Carlo Cecchi, Glauco Mauri, Silvio Orlando; andranno in scena opere di Shakespeare e Pirandello e testi contemporanei di autori come Pinter e Schmitt; arriveranno il grande musical con la Compagnia della Rancia e i funambolismi verbali di Alessandro Bergonzoni, le sorprendenti contaminazioni di Stefano Bollani e i ritmi travolgenti di Goran Bregovic, la struggente grazia del Balletto di Mosca e le gioiose coreografie di David Parsons, e tanto altro ancora. Come sempre, poi, nel cartellone è stato riservato un posto di riguardo alla scena contemporanea, grazie ai progetti speciali della Socìetas Raffaello Sanzio e del Teatro della Valdoca, compagnie nate e cresciute a Cesena ma ormai protagoniste della scena teatrale internazionale. Anche in questa nuova stagione, dunque, il Teatro Bonci si conferma una presenza irrinunciabile per l’identità culturale non solo di Cesena, ma dell’intero territorio. Paolo Lucchi Sindaco di Cesena Christian Castorri Assessore alla Cultura AL TEATRO BONCI IL SIPARIO SI APRE SU UN GRANDE CARTELLONE 4 I numeri non sono tutto, ma val la pena sottolineare che da ottobre a aprile al Teatro Bonci di Cesena sono in programma 29 titoli per un totale di 66 serate di spettacolo. E questo ancora una volta grazie alla comune volontà di ERT e Amministrazione comunale di Cesena di investire sul Teatro, nonostante le difficoltà in cui continuano a versare le attività culturali. Il pubblico ha risposto bene al cartellone della passata stagione. Un gradimento che ci ha sollecitato a cercare di costruire una proposta artistica altrettanto interessante e ricca, che attraversa epoche, stili e generi, fra tradizione del classico e scena contemporanea. Sono due le produzioni ERT presenti nella stagione 2014-2015: Il cappotto di Vittorio Franceschi, liberamente ispirato all’omonimo racconto di Gogol’, con la regia di Alessandro D’Alatri, che apre la sezione prosa il 13 novembre, e La serra di Pinter riletta dalla regia di Marco Plini, che debutta il 15 gennaio al Bonci in prima nazionale. Non è cosa di poco conto perché con queste produzioni ERT e con altre, come ad esempio Astarto, l’opera allestita dal Conservatorio “Bruno Maderna” di Cesena, il Teatro Bonci si conferma sede produttiva in un circuito teatrale che supera i confini locali. La prosa e l’essai si mantengono sezioni portanti del cartellone, con i grandi interpreti dello spettacolo dal vivo e i volti più amati del nuovo cinema italiano impegnati a calcare la scena: Alessio Boni, Alessandro Haber, Silvio Orlando, Marina Massironi, Angela Finocchiaro, Maria Amelia Monti, Alessandro Bergonzoni, Glauco Mauri, Franco Branciaroli, Vittorio Franceschi. Il teatro contemporaneo ha ancora nel Teatro Valdoca e nella Socìetas Raffaello Sanzio le espressioni più mature e originali del teatro di ricerca, che Cesena ha avuto la fortuna di veder nascere e crescere in prestigio e qualità. Per la musica lo straordinario palcoscenico del Bonci ospiterà i giovani solisti più prestigiosi della classica – fra gli altri Maria Perrotta e Giuseppe Albanese – e i grandi innovatori del jazz e della musica crossover come Stefano Bollani (che sempre al Bonci nella sezione abbonati in anticipo sarà con Valentina Cenni in La Regina Dada di cui ha curato anche le musiche), Goran Bregovic, Lucilla Galeazzi (in duo con Moni Ovadia), il fado di Mafalda Arnauth; per la danza il balletto russo e la migliore coreografia contemporanea (David Parsons, Spellbound Contemporary Ballet, Compagnia Virgilio Sieni, Junior Balletto di Toscana, Eugenio Scigliano). Continueremo gli incontri con le compagnie teatrali, sull’onda del gradimento del pubblico che ha affollato il foyer del Bonci o le sale del Cinema San Biagio, mantenendo, ove possibile, quel connubio tra teatro e cinema che ha caratterizzato gli appuntamenti dello scorso anno. Infine vorrei dedicare due parole al progetto “Teatro in classe”, il concorso di critica teatrale riservato alle Scuole superiori che anche alla seconda edizione ha coinvolto centinaia di studenti nella visione e recensione degli spettacoli del cartellone. Il progetto sostenuto da Conad, con Il Resto del Carlino come media sponsor, ha una valenza culturale enorme, perché propone ai nostri ragazzi una partecipazione attiva al teatro, accompagnandoli alla scoperta dei linguaggi dello spettacolo dal vivo e delle emozioni che ogni volta nascono all’aprirsi del sipario. Proprio per questo siamo intenzionati a riproporre il progetto e siamo grati a chi continuerà ad essere al nostro fianco per realizzarlo. Daniele Gualdi Presidente di Emilia Romagna Teatro Fondazione SVENTOLA UN COLORATO TEATRO D’ARTE 5 Sulla facciata del Teatro Bonci sventola un doppio stendardo che riporta tutti i titoli della prossima stagione teatrale: sul primo gli elementi di spicco della prosa e dell’essai, sul secondo quelli relativi ai concerti e alla danza. Chi durante l’estate, concittadino o turista, abbia attraversato la piazza, non può non essere stato colpito da questo annuncio di futuro prossimo, da questa voglia di ricominciare, quasi che la sosta non ci sia stata e il Teatro, forse come dovrebbe, fosse stato aperto per accogliere chi lo desideri visitare. Le serate che ci attendono riempiono le stagioni più fredde e più impegnative per la scuola e per il lavoro, il tempo ideale per dedicarsi al teatro e alla cultura. Presto arriveranno con l’impellenza di sempre. Per ora, raccogliamo queste nostre impressioni e sensazioni che ci preparano alla nuova stagione. Gli amici che hanno attraversato la piazza, molti dei quali si sono soffermati, anche per acquistare gli abbonamenti a posto fisso in vendita d’estate, mentre il primo autunno, dal 30 settembre, è riservato agli abbonamenti flessibili, hanno commentato con favore i singoli titoli, alcuni dei quali colpiscono per gli importanti riferimenti letterari (come Il cappotto e L’ispettore generale tratti da Gogol, La serra di Pinter, Enrico IV di Pirandello, La dodicesima notte e Macbeth su Macbeth su Macbeth di Shakespeare), oppure per la presenza di grandi attori e grandi registi (tutti gli spettacoli, ma ricordiamo in particolare Il visitatore con Alessandro Haber e Alessio Boni, La scuola con Silvio Orlando e Marina Massironi, La scena con Angela Finocchiaro e Maria Amelia Monti, Una pura formalità con Glauco Mauri e Roberto Sturno, Nessi di e con Alessandro Bergonzoni, Voci di tenebra azzurra con Mariangela Gualtieri, oltre a Carlo Cecchi, Franco Branciaroli, Vittorio Franceschi, Chiara Guidi e altri protagonisti degli spettacoli già citati), e ancora per la forte passione e presenza musicale, sempre condivisa con i grandi teatrali italiani e le stagioni di prima serie, per il ritorno del musical, Cercasi Cenerentola (protagonisti Paolo Ruffini e Manuel Frattini e un cast eccellente in ogni campo), scelto anche per la capacità di interessare i ragazzi e le famiglie; ma soprattutto con una stagione concertistica di grande significato e di notevole varietà, in cui ogni appuntamento è un evento: dalla classicità di Maria Perrotta e di Giuseppe Albanese con i Solisti Aquilani alla improvvisazione jazzistica di Stefano Bollani, dalla musica popolare di Goran Bregovic all’oratorio di Moni Ovadia, dedicato al ricordo delle sofferenze causate dalla Grande Guerra che abbiamo voluto proporre non a caso il 27 gennaio 2015, per tutti il Giorno della Memoria, fino alla struggente voce di Mafalda Arnauth che ha rinnovato profondamente il fado. Se si parla di musica, la danza diventa protagonista, per la capacità di trasformare i corpi e i loro movimenti in splendide partiture musicali: dal balletto classico, presentato in due spettacoli consecutivi, l’uno in abbonamento, Romeo e Giulietta, l’altro fuori abbonamento, Lo Schiaccianoci, alla danza contemporanea di Virgilio Sieni che presenta Dolce vita, da una versione moderna di un’opera classica come Giselle, alle sfolgoranti Quattro stagioni dello Spellbound Contemporary Ballet, fino al ritorno di una tra le più note compagnie di danza acrobatica americana, Parsons Dance. Si aggiungono vari appuntamenti che hanno forti riferimenti con la vita culturale cittadina, dal debutto di Astarto, l’Opera del Conservatorio di Cesena che, grazie al Concorso Primo Palcoscenico, da molti anni riesce a proporre un appuntamento lirico di prestigio ad ogni stagione, all’omaggio dell’Associazione Polonia e del Consolato Generale di Polonia di Milano al Teatro Bonci con il concerto per pianoforte e viola su musiche della tradizione polacca, dalla ripresa dopo la “prima estiva” di La Regina Dada, la drammaturgia scritta da Stefano Bollani per l’attrice danzatrice Valentina Cenni, al progetto Moby Dick che verrà proposto a maggio, al termine della stagione, per i ragazzi, nell’ambito della stagione di Teatro ragazzi che compie i suoi 35 anni e del Festival Nazionale di Teatro Scolastico che giunge alla XVII edizione, e per gli adulti fuori abbonamento. Ma gli amici che hanno attraversato la piazza hanno anche avvertito che quegli stendardi colorati che sventolano le news della stagione teatrale non sono solamente un elenco di titoli ma presentano un quadro d’insieme organico, una proposta organizzata, un progetto culturale. Gli spettacoli non sono slegati, non rispondono unicamente all’esigenza di soddisfare il nostro desiderio di spettatori, sempre rivolto alla qualità e alla visibilità dei singoli appuntamenti, ma si inseriscono in una visione che viene ritmata dalle tante iniziative culturali che le settimane autunnali-invernali-primaverili vedranno sbocciare. Sono raccolte nei Centri di interesse che in apposita sezione di questo catalogo vengono dettagliatamente descritti, anche se i programmi saranno definiti in itinere, costruiti per approfondire i temi suggeriti dagli spettacoli e dai concerti e soprattutto per introdurre altri percorsi, come quello che porta alla Rassegna autunnale dedicata a William Shakespeare, nel 450° anniversario della sua nascita, avvenuta nel 1564, lo stesso anno in cui nacque, per una coincidenza 6 astrale di incredibile fascino, il nostro Galileo Galilei – a cui dedicheremo conferenze e letture, anche per gli Istituti scolastici superiori -, oppure quelli che annunciano il rilancio di iniziative trasversali come “Poesia a teatro” e “Uno scrittore le sue musiche”. La scelta dei titoli, la programmazione, risponde, va ribadito, ad una idea, ad una ispirazione, ad un mission del Teatro Bonci che tiene conto della tradizione, prima musicale, poi dramatica, come la prosa veniva chiamata nell’Ottocento, della paradigmatica classicità di prospettiva della sua immagine (oggi si direbbe del brand), intesa nel senso di una proposta che dal futuro guarda al presente e al passato. Parteggia per una sperimentazione che costruisca drammaturgie e partiture, scritture sceniche e coreografie che domani verranno considerate classiche: non è pensata come una riproposizione polverosa di vecchie cartoline, di vecchi merletti teatrali. Tutt’altro: l’idea è che occorra ricercare sempre il giusto equilibrio, una ricca mediazione con il rinnovamento, i nuovi linguaggi, l’attualizzazione, per un teatro d’arte che attiri, interessi e appassioni il pubblico. Non è tempo di trasgressioni, perché è tempo di consolidare i risultati acquisiti con professionalità e senso della misura; non è tempo di un teatro d’artista che, come avviene in tanta parte dell’arte contemporanea, sia una solipsistica esercitazione di ermetiche frasi, comprensibili solamente attraverso codici posseduti solamente dagli stessi autori. È invece tempo di condivisione, di comunicazione, di nuovo teatro che spazi, che per accogliere e conquistare il pubblico faccia tesoro dei risultati e delle esperienze di tutti generi teatrali, anche attraverso contaminazioni, e di tante forme artistiche innovative ma professionali, rispettose dei codici e delle norme, di un teatro d’arte che parli lo stesso linguaggio dei pubblici che sta cercando. Solo così potrà sorprenderli, meravigliarli, affascinarli, farsi amare. La nostra stagione, la proposta 2014-2015 del Teatro Bonci di Cesena, è il risultato di un tentativo che si è ispirato a queste intenzioni: se e quanto siano realizzate saranno il palcoscenico e il pubblico a decretarlo con la nostra approvazione o disapprovazione di spettatori. In ogni caso, riteniamo sia una buona ragione, anzi un insieme colorato e sventolante di ragioni, per abbonarsi e per scegliere il cartellone del Teatro Bonci di Cesena. Franco Pollini Direttore del Teatro Bonci CENTRI DI INTERESSE DEL CARTELLONE 7 GOGOL (L’ISPETTORE GENERALE/ IL CAPPOTTO): due autori/registi di grande interesse contemporaneo, Vittorio Franceschi e Damiano Michieletto, interpretano e rendono contemporaneo con stili diversi il realismo visionario e la creatività fantastica di Gogol. PIRANDELLO (ENRICO IV): l’allestimento del testo più rappresentativo del teatro di Pirandello (interpretato da Franco Branciaroli) consente di approfondire e attualizzare l’opera tragica del drammaturgo siciliano. SHAKESPEARE/ GALILEO: come Wagner e Verdi, due grandi scrittori, l’uno di teatro, l’altro di scienza, sono nati nello stesso anno, il 1564, quattrocentocinquanta anni fa, Shakespeare e Galileo. L’anno in corso è per questo ricordato con il logo di Galwill. Due spettacoli in cartellone sono ulteriori omaggi al genio inglese (La dodicesima notte e il Macbeth di Chiara Guidi, nel festival “Mantica” della Raffaello Sanzio), ma anche a Galileo verrà prestata grande attenzione. LA SCUOLA: nel remake di se stessa, e con regia di Daniele Lucchetti e la cardinalità di Silvio Orlando, “la scuola” rivive personaggi e situazioni che paiono fermarsi nel tempo in una società che corre troppo veloce. FREUD E IL VISITATORE: la regia di Valerio Binasco coglie la dinamicità del rapporto tra Freud e il misterioso “visitatore” (interpretati da Alessandro Haber e Alessio Boni), a cui Schmitt, l’autore, intitola il dramma, segno anche della complessità del pensiero scientifico che si arricchisce nel dubbio e nell’incertezza. CENERENTOLA E IL MUSICAL: un genere tra le arti e i linguaggi del teatro, trova un nuovo stile e una lettura che attira i più giovani e piace a tutti in Cercasi Cenerentola. LA SERRA: in un luogo estremo, di confine, i personaggi sono guidati da una trama gialla, da una condizione da thriller, in cui tuttavia ciò che li unisce è la surreale conversazione che si svolge tra loro e che viene sviluppata da Marco Plini, un regista molto attento alla contemporaneità, che a Cesena debutta con il suo nuovo lavoro. GLI ATTORI TRA CINEMA E TEATRO. GLI INCONTRI: il riferimento al cinema (e ai media in generale) è costante nel teatro contemporaneo. La presenza di attrici e attori così poliedrici consente di favorire incontri ricchi di testimonianze, di materiali e di notizie. Nel corso della stagione, se compatibili con impegni e disponibilità contingenti, gli spettacoli saranno integrati da una interazione positiva tra gli spettatori e i protagonisti della scena, come Alessio Boni, Angela Finocchiaro, Alessandro Haber, Marina Massironi, Silvio Orlando. Accade anche che il rapporto sia vivificato da un interscambio di testi, copioni e sceneggiature, come capita con la stessa La scuola, ma soprattutto con la versione teatrale di film di successo come Una pura formalità (che segna il ritorno a Cesena di Glauco Mauri e Roberto Sturno) o con l’impegno a teatro di registi cinematografici, come Cristina Comencini per La scena. LINGUE SPECIALI E TEATRO: ogni autore usa la lingua in modo diverso; Alessandro Bergonzoni, di più, ha inventato una lingua originale in cui è consentito di montare e smontare il lessico e di giocare con gli infiniti significati delle parole. GIORNO DELLA MEMORIA: il 27 gennaio è il giorno in cui nel 1945 il campo di concentramento di Auschwitz è stato liberato e oggi viene celebrato in ricordo delle vittime dell’Olocausto. Il Teatro Bonci è partecipe di questo sentimento universale, in ricorrenza anche del 70° della Liberazione di Cesena, con una serata dedicata alla musica e alla voce di Moni Ovadia. MARIA PERROTTA/ GIUSEPPE ALBANESE: il pianoforte è lo strumento musicale principe per la classica, quest’anno rappresentata da due esecutori italiani di fama internazionale. STEFANO BOLLANI: per la prima volta al Bonci con il suo programma solistico (anche se presente più volte in varie formazioni), Bollani si presenta anche come drammaturgo, in uno spettacolo scritto e interpretato da Valentina Cenni, La Regina Dada. BREGOVIC/ ARNAUTH: la musica popolare e il fado sembrano appartenere a mondi molto lontani, almeno quanto i Balcani da Lisbona ma, allo stesso modo, conquistano e affascinano il pubblico contemporaneo, travolgendo con i loro ritmi. 8 DANZA: gli aggettivi per la danza si sprecano e gli specialismi dominano la scena, ma sul tappeto i corpi si muovono seguendo traiettorie simili e spendono una formazione comune. Gli spettacoli del cartellone del Bonci (il balletto classico di Mosca e la danza americana contemporanea di Parsons, le diverse esperienze italiane, dal teatro-danza alla scuola del classico contemporaneo) propongono uno spaccato qualificato e trasversale di una disciplina e di un mondo di grande interesse e spessore. LIRICA: oltre all’abituale appuntamento autunnale con la produzione lirica del Conservatorio di Cesena, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Bologna – quest’anno prevedono l’allestimento di Astarto di Giovanni Bononcini –, che vedrà il debutto sul palcoscenico di giovani cantanti, vincitori del concorso “Primo palcoscenico”, sono previste nel corso della stagione altre proposte di repertorio che verranno annunciate di volta in volta. SEGNALI DI PROGETTI SPECIALI E ALTRI EVENTI TEATRO IN CLASSE: accompagna la stagione di prosa, assicurando per ogni spettacolo una recensione e un testo di approfondimento che sono pubblicati da Il Resto del Carlino che è il promotore dell’iniziativa insieme con ERT e Conad. La qualità dei lavori dei ragazzi, guidati dai loro insegnanti, viene rimarcata da alcuni riconoscimenti finali per le scuole e per i ragazzi. STAGIONE DI TEATRO RAGAZZI. 35ª edizione: per l’Area vasta del teatro romagnolo, si svolge da gennaio a maggio 2015 e coinvolge istituti scolastici, ragazzi e insegnanti di ogni ordine e grado. Nel programma, costruito con i docenti, compaiono produzioni nazionali in rappresentanza di ogni linguaggio teatrale, progetti speciali dal territorio, eventi realizzati dal Teatro Bonci nell’ambito dei percorsi formativi che attiva, oltre ad iniziative degli stessi istituti scolastici. FESTIVAL NAZIONALE DEL TEATRO SCOLASTICO Elisabetta Turroni XVII edizione: si svolgerà dal 14 al 18 aprile 2015, con spettacoli, incontri, mostre, iniziative turistiche e una vetrina internazionale. Riconosciuto tra i festival italiani più qualificati del settore, laurea ogni anno gli allestimenti più riusciti, dal punto di vista sia didattico che teatrale, realizzati in Italia durante il precedente anno scolastico. UNO SCRITTORE LE SUE MUSICHE: rassegna diffusa, in genere allestita con il pubblico sul palcoscenico, che in teatro unisce la scrittura (poesia, letteratura, saggistica, cinematografia) con la musica, eseguita dal vivo e suggerita, stimolata e amata dagli stessi scrittori. L’edizione sarà dedicata a un anno di drammatica importanza, il 1915, con testi, personaggi, opere pensate e pubblicate in quel tempo terribile e mirabile. POESIA A TEATRO: rassegna concentrata nel tempo, in genere allestita nel foyer del Teatro, che presenta poetesse e poeti emergenti e laureati, letti in luoghi teatrali da attrici e attori. MOBY DICK: nuovo appuntamento del Format Itaca che vede sul palcoscenico giovani studenti debuttanti, preparati da un corso di formazione, integrato con il Festival del Teatro Scolastico e con la stagione di Teatro ragazzi. Lo spettacolo conclusivo, per ragazzi e per adulti, presenta uno stile e un linguaggio originali, frutto di un interpretazione profonda e attuale del capolavoro e dell’intera opera di Melville. ARCHIMEDE: presentazione del volume Sulle tracce di Archimede. Viaggio nella Biblioteca Malatestiana (edizioni Carrocci), con il copione e il dvd dello spettacolo L’infinito prima di noi realizzato in collaborazione con la Biblioteca Malatestiana. MOBY DICK LA BALENA BIANCA E ALTRI CANNIBALI 9 Una introduzione al format e al percorso creativo che dai laboratori con i ragazzi degli Istituti scolastici superiori e delle Università porterà alla realizzazione di uno spettacolo di Gabriele Marchesini per le scuole e per gli adulti Moby Dick, la balena bianca, Pequod, la baleniera, Achab, il capitano, Ismaele, il narratore, e tutti i personaggi del romanzo di Melville sono entrati nell’immaginario della cultura e degli uomini occidentali con la stessa forza e durata degli eroi e dei miti dell’antichità. Sono classici senza tempo, anche se le loro vicende ammettono spiegazioni ed interpretazioni legate ad un periodo storico molto preciso, l’Ottocento americano e la frontiera da esso attraversato, e ad una civiltà emergente, frutto della rivoluzione industriale e tecnica generata dall’avvento e dall’avanzata del capitalismo rampante. La fortuna di Moby Dick e di Melville è stata alterna: è esplosa solamente all’inizio del Novecento, decenni dopo la morte dello scrittore, misconosciuto in vita dagli stessi ambienti letterari, e in Italia addirittura successivamente per l’interesse di Pavese e del suo realismo magico. Questi riconoscimenti tardivi hanno motivato una complessità di interpretazioni, così ampia e profonda, da creare attorno al romanzo e alle vicende che vi sono narrate una nube di possibili percorsi così intricati da rendere la lettura più meditata di quanto forse sarebbe utile. In realtà, il libro è la summa di una attività editoriale intrecciata profondamente con la vita dell’autore che spesso ha trasfuso nella scrittura proprie personali vicende ed avventure, così realizzando racconti di mare, come in Billy Budd, in cui la vita, i ritmi, i conflitti che si scatenano sulle navi sono descritti nei minimi particolari tecnici ed umani; racconti d’avventura, come in Typee, vera e propria prova generale di Moby Dick, che descrive la drammatica avventura dello stesso Melville presso una tribù polinesiana dedita al cannibalismo rituale; racconti esistenziali, come Bertleby, lo scrivano e Benito Cereno, dove sono colti atteggiamenti di rifiuto estremo delle consuetudini e del comportamento razionale dell’uomo contemporaneo. Da qui anche la sua complessità che, al di là dei significati che hanno attribuito al libro il segno dell’epicità, della sacralità, della riflessione filosofica, può essere in realtà ridotta all’essenziale della sua trama apparente. Del resto è quanto facciamo con i classici, con i grandi poemi della epica occidentale, della mitologia antica: non guardiamo in prima istanza ai profondi significati che celano e che si rinnovano di epoca in epoca, di generazione in generazione. Se trattano questioni durature, se sono in grado di parlare agli uomini di ogni latitudine e di ogni tempo, queste opere hanno il pregio di presentarci una tessitura, un ordito di superficie sempre convincente e sempre ricorrente, una maglia che non ammette smagliature e che regge nei secoli, alla quale applicare le nostre mutevoli concezioni del mondo, a cominciare da quella che sicuramente lo stesso Melville ci voleva trasmettere. Aveva a che fare con la Bibbia e la concezione cristiana della divinità? aveva a che fare con il conflitto eterno tra Natura e Umanità, nel contesto di un processo di trasformazione dai confini non decifrabili? aveva a che fare con la capacità attrattiva del Male e con la diabolica proliferazione delle nostre paure nei confronti dell’ignoto, delle profondità del nostro animo? aveva a che fare con la lotta senza quartiere contro il diverso? Forse non sappiamo decifrare del tutto, forse questi significati convivono in una visione magica, pre-scientifica, primordiale della tecnica e del fare come strumenti della conquista dell’Uomo verso il Mondo. In ogni caso, seguendo la trama del racconto, dando vita ai personaggi che agiscono e interagiscono, costruendo un copione di fatti, di microeventi, riducendo la vicenda all’antagonismo tra due personaggi mitici, enormi, eroici, al duello tra Moby Dick e Achab, alla loro contrapposizione senza mediazioni, anzi con l’unica mediazione possibile, quella della narrazione, del racconto in prima persona dell’unico che si salva, Ismaele, l’io narrante, il testimone, adottando questa scelta dunque, si può tentare di individuare una linea semplificata, un fiume sotterraneo comune a tutte le possibili interpretazioni. Moby Dick è la balena bianca, cannibale, essere in estinzione, che difende la propria vita e la propria permanenza sulla terra; Achab è l’eroe antico che soffre nell’impari lotta contro una natura che in realtà è stata scatenata non dagli dei, come nell’epica antica, ma dal demone dei propri incubi, sogni, desideri, nascosti nel profondo del proprio animo. 10 Se Moby Dick è il cannibale bianco, Achab è il cannibale nero che cattura, uccide e mangia ogni parte del corpo della balena che a sua volta morde e mangia il corpo del capitano e di tutti gli uomini dell’equipaggio. Dove, come nella ritualità della tribù di Typee, e come nella liturgia cristiana, l’atto edulo è il più alto dei gesti religiosi e sacri. Nel libro di Melville il riferimento al cannibalismo è continuo: oltre a Moby Dick, che strappa e mastica i suoi aggressori, la stessa nave è un cannibale, perché usa le ossa, il grasso e altro delle balene uccise per strumenti e vari oggetti e varie funzioni, ma sono selvaggi cannibali alcuni personaggi come il fondamentale Queequeng e comunque ripetuto è il riferimento a Giona che viene “mangiato” dalla balena, come poi succederà a Pinocchio nella fantastica costruzione narrativa di Collodi. Infatti, questa lotta senza quartiere e senza speranza sarebbe un fatto privato, nei mari del Sud e lontano dalla civiltà, se non fosse per Ismaele, per la letteratura, per la narrazione che ci consentono di conoscere, di apprendere, di interpretare. Su queste tre figure e sulla loro complessa interazione si costruisce il copione e la scrittura scenica di uno spettacolo che intende innanzitutto esprimere la profonda e ancestrale attrazione del mare e della sua forza. Un’idea per lo spettacolo. Pubblico e attori sono ubicati all’interno della nave che prima si prepara e poi realizza la caccia a Moby Dick. Il nucleo è costituito dagli episodi della caccia, gli ultimi capitoli del libro che iniziano con l’avvistamento e terminano con l’affondamento della nave e la morte dell’equipaggio, a parte Ismaele, il narratore. La caccia è preceduta da quattro-cinque quadri che introducono la vicenda e ne danno un’interpretazione fedele: riguardano (1) l’avvicinamento di Ismaele al Pequod con una prima descrizione del tema del cannibalismo, delle pratiche religiose, della figura di Queequeng; (2) la figura di Achab e la descrizione delle sue sofferenze; (3) il tema della rappresentazione interiore in Achab della balena bianca, come grumo del male, anzi di tutti mali; (4) la balena, la sua fisicità, il suo biancore; (5) la malattia di Queequeng, il selvaggio, con la costruzione della bara a forma di barca, grazie alla quale Ismaele si salverà. Franco Pollini 1564 L’anno mirabile di William Shakespeare, Galileo Galilei e John Milton. Discorsi attorno a William Shakespeare & Co. tra cinema, teatro e letteratura 6-10 dicembre 2015 Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni. William Shakespeare Prosa da giovedì 13 a domenica 16 novembre 2014 IL CAPPOTTO di Vittorio Franceschi liberamente ispirato all’omonimo racconto di Gogol’ regia Alessandro D’Alatri con Vittorio Franceschi, Umberto Bortolani, Marina Pitta da giovedì 18 a domenica 21 dicembre 2014 IL VISITATORE di Eric-Emmanuel Schmitt traduzione e adattamento Valerio Binasco con Alessandro Haber, Alessio Boni regia di Valerio Binasco da giovedì 15 a domenica 18 gennaio 2015 LA SERRA di Harold Pinter traduzione Alessandra Serra regia Marco Plini con Mauro Malinverno, Valentina Banci, Luca Mammoli, Fabio Mascagni, Giusto Cucchiarini, Francesco Borchi, Elisa Cecilia Langone da giovedì 29 gennaio a domenica 1 febbraio 2015 PROSA L’ISPETTORE GENERALE di Nikolaj Vasil’evič Gogol’ adattamento drammaturgico di Damiano Michieletto con Alessandro Albertin, Luca Altavilla, Alberto Fasoli, Emanuele Fortunati, Michele Maccagno, Fabrizio Matteini, Eleonora Panizzo, Silvia Paoli, Pietro Pilla, Stefano Scandaletti regia Damiano Michieletto da giovedì 12 a domenica 15 febbraio 2015 ENRICO IV di Luigi Pirandello regia Franco Branciaroli con Franco Branciaroli, Melania Giglio, Giorgio Lanza, Antonio Zanoletti da venerdì 27 febbraio a domenica 1 marzo 2015 Compagnia della Rancia CERCASI CENERENTOLA una favola musicale per tutta la famiglia di Saverio Marconi e Stefano D’Orazio musica Stefano Cenci con Paolo Ruffini, Manuel Frattini regia Saverio Marconi e Marco Iacomelli da giovedì 5 a domenica 8 marzo 2015 LA DODICESIMA NOTTE di William Shakespeare traduzione Patrizia Cavalli regia Carlo Cecchi con Carlo Cecchi da martedì 21 a venerdì 24 aprile 2015 LA SCUOLA di Domenico Starnone regia di Daniele Lucchetti con Silvio Orlando, Vittorio Ciorcalo, Roberto Citran, Marina Massironi, Roberto Nobile, Antonio Petrocelli, Maria Laura Rondanini Gli spettacoli serali iniziano alle ore 21, le pomeridiane della domenica e la pomeridiana di sabato 28 febbraio alle ore 15,30 12 Prosa 13 da giovedì 13 a domenica 16 novembre 2014 Emilia Romagna Teatro Fondazione IL CAPPOTTO di Vittorio Franceschi liberamente ispirato all’omonimo racconto di Gogol’ regia Alessandro D’Alatri con Vittorio Franceschi, Umberto Bortolani, Marina Pitta, Federica Fabiani, Andrea Lupo, Giuliano Brunazzi, Matteo Alì, Alessio Genchi, Valentina Grasso scene Matteo Soltanto costumi Elena Dal Pozzo luci Paolo Mazzi musiche Germano Mazzocchetti suono Giampiero Berti regista assistente Gabriele Tesauri in equilibrio perfetto tra liricità e comicità (Corriere della Sera) ph. R. Cavalieri Un piano sequenza che “seguendo il candore di un umile personaggio ci accompagna tra le pieghe dei vizi e della corruzione della condizione umana”: così il regista Alessandro D’Alatri, talento diviso tra cinema, teatro e pubblicità, inquadra la vicenda de Il cappotto, uno dei racconti più famosi della letteratura mondiale, scritto da Gogol’ nel 1842 e già adattato in pellicola nel 1952, da Alberto Lattuada con Renato Rascel. Vittorio Franceschi ne ha tratto una nuova versione teatrale che interpreta, come protagonista, sotto la direzione di D’Alatri. Si rinnova la felice collaborazione nata con Il sorriso di Daphne, spettacolo premiato nel 2006 con l’UBU e il Premio “ETI – Gli Olimpici del Teatro”. La produzione è di Emilia Romagna Teatro. Ambientato nella Russia zarista, Il cappotto racconta le vicissitudini del piccolo funzionario Akàkij Akàkievic Bašmàckin che vive serenamente della propria anonima attività di copista, sino al momento in cui, costretto dalle convenzioni sociali più che dal freddo, deve comprarsi un nuovo cappotto... “É la storia”, scrive Franceschi, “della maggioranza degli esseri umani, dei ‘copisti della vita’ i quali mandano avanti il mondo pur subendone le violenze e gli insulti, e ripetendone all’infinito le parole e gli usi, i sentimenti e i desideri, i sogni e i naufragi. Siamo tutti vecchi Pietroburghesi. Di quella città conosciamo a fondo gli angoli delle strade, i volti dei passanti, le voci, i rumori e gli odori, perché sono gli stessi di Milano e di Torino, di Bologna e di Genova, di Roma e di Napoli e di tutte le città italiane di oggi e di sempre. La marmaglia rapace dei presuntuosi, dei vili, delle mezze calzette, dei barattieri e dei prepotenti cammina e traffica al nostro fianco, come camminava e trafficava al fianco di Akàkij Akàkievič ai tempi dello Zar Nicola I.” www.emiliaromagnateatro.com Prosa da giovedì 18 a domenica 21 dicembre 2014 14 Goldenart production IL VISITATORE di Eric-Emmanuel Schmitt traduzione e adattamento Valerio Binasco con Alessandro Haber, Alessio Boni e con Nicoletta Robello Bracciforti, Alessandro Tedeschi regia di Valerio Binasco musiche Arturo Annecchino scene Carlo De Marino costumi Sandra Cardini Haber e Boni incendiano la tragicommedia (La Stampa) Torna in scena la formidabile coppia formata da Alessandro Haber e Alessio Boni (al Bonci con Art nel 2011), questa volta alle prese con Il Visitatore, un’altra pièce francese contemporanea, firmata da EricEmmanuel Schmitt, diretta da Valerio Binasco. Il testo, ambientato nella Vienna occupata del 1938, racconta l’incontro tra Sigmund Freud e un misterioso visitatore (Dio, come dichiara di essere? o soltanto un mitomane?) che all’improvviso entra dalla finestra del suo celebre studio, in via Bergstrasse 19, seriamente intenzionato a discutere con lui, vecchio e devastato dalla malattia, le basi del suo pensiero laico. È una commedia brillante, intelligentemente leggera, che, sullo sfondo della tragedia nazista affronta temi fondanti come il bene e il male, l’amore, la religione, la libertà, la storia, il senso della vita, fino a formulare la domanda inevitabile: se Dio esiste, perché permette tutto ciò? Il piglio dei dialoghi è efficace, diretto, quasi da sit-com: uno di fronte all’altro i due attori, perfetti nelle parti e in totale empatia fra loro, si sfidano a colpi di pensiero, in una partita esilarante e commovente. “La casa di Freud è una casa qualsiasi, assediata dal buio e dalla follia del mondo. Quasi quasi, sembra casa nostra.”, annota il regista. “Tutto si svolge in una triste notte di tanti anni fa, ma potrebbe essere, quasi quasi, anche stanotte. Niente è quel che sembra, questa notte: i canti nazisti a volte sembrano quasi belli, Dio sembra un matto qualunque e perfino Sigmund Freud ph. T. Le Pera sembra disperatamente ingenuo, come ciascuno di noi. Anche Dio, qui, è in fondo un ‘povero Diavolo’; e le domande vertiginose che questa commedia ci pone, sono da lasciare tutte, umilmente, senza risposta; tranne una, forse…Una risposta importante, a ben vedere, c’è, ed è questa: ‘Sì ’. La domanda, però, dovrete farvela da soli. Buon divertimento.” www.goldenartproduction.it Prosa da giovedì 15 a domenica 18 gennaio 2015 15 Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro Metastasio Stabile della Toscana LA SERRA di Harold Pinter traduzione Alessandra Serra regia Marco Plini con Mauro Malinverno, Valentina Banci, Luca Mammoli, Fabio Mascagni, Giusto Cucchiarini, Francesco Borchi, Elisa Cecilia Langone scene e costumi Claudia Calvaresi PRIMA NAZIONALE All’inizio del 2015 debutta in prima nazionale la nuova produzione che ERT realizza con il Teatro Metastasio: La serra di Pinter firmata da Marco Plini, già giovane assistente di Castri, oggi tra i registi più interessanti del panorama nazionale. Si tratta di un testo molto particolare del repertorio ph. L. Porrazzini pinteriano, scritto nel 1958 ma rimasto in un cassetto fino al 1980, anno in cui il drammaturgo decide di metterlo in scena personalmente con le opportune revisioni. La serra sembra confermare il celebre dettame di Beckett, non c’è nulla di più divertente dell’infelicità: mette in scena una vicenda profondamente drammatica che si dipana, però, tra commedia surreale e giallo. Personaggi meschini, messi impietosamente a nudo, rivelano il vero volto del potere: stupidi burocrati, inetti e spaventati, si nascondono dietro il loro titolo, perennemente impegnati nella guerra per la successione, terrorizzati dall’idea di perdere una piccola o grande rendita di posizione. Nel disordine e nella casuale anarchia che determina il loro mondo, ciò che emerge è chiaro: dietro alle più oscure e cervellotiche manovre per il potere si celano solo piccoli uomini spaventati. Pinter sovrappone una figura tradizionale del repertorio ebraico-yiddish, l’inetto di professione, lo Schlemiel, a una figura di potere collocata all’interno di una strana struttura semi-ospedaliera, stravolgendo la funzione di questo carattere: non è più il sopraffatto, l’oppresso, ma un potente, un dominatore ad essere schiacciato dal sistema, solo che in questo caso è stato lui stesso ad architettarlo. Pinter costruisce un messaggio politico che è quasi una dimostrazione matematica: dietro alla bramosia di potere non c’è niente, nessuna idea, nessuna visione, solo la vanità del singolo individuo. La condanna, senza appello, colpisce il genere umano, per le azioni di cui è, o meglio non è, capace. www.emiliaromagnateatro.com Prosa da giovedì 29 gennaio a domenica 1 febbraio 2015 16 Teatro Stabile del Veneto, Teatro Stabile dell’Umbria L’ISPETTORE GENERALE di Nikolaj Vasil’evič Gogol’ adattamento drammaturgico di Damiano Michieletto con Alessandro Albertin, Luca Altavilla, Alberto Fasoli, Emanuele Fortunati, Michele Maccagno, Fabrizio Matteini, Eleonora Panizzo, Silvia Paoli, Pietro Pilla, Stefano Scandaletti regia Damiano Michieletto scene Paolo Fantin costumi Carla Teti disegno luci Alessandro Carletti attori perfetti per una geniale messa in scena (Il Giornale di Vicenza) La spietata commedia scritta da Gogol’ nel 1835 per sbeffeggiare i piccoli, corrotti notabili della Russia zarista, è materia del secondo lavoro che Damiano Michieletto firma nell’ambito della prosa nel giro di due anni. Star della regia lirica, autore di sorprendenti allestimenti in tutto il mondo (dalla Scala a Salisburgo, da New York al Covent Garden di Londra), Michieletto è infatti reduce dal successo del Ventaglio goldoniano, frizzante messa in scena che ha conquistato anche il pubblico cesenate. L’ispettore generale, è l’affresco di una società degradata, viziosa e corrotta, in cui il potere politico rappresenta all’ennesima potenza le meschinità del popolo. La vicenda è nota: a una piccola comunità della provincia russa si annuncia l’arrivo di un ispettore del governo, probabilmente in incognito. Nel clima di corruzione generale che governa la cittadina tutti hanno le mani in pasta: dal sindaco al commissario di polizia, dal giudice alle autorità sanitarie e scolastiche. Si scatena il panico e quando i notabili scambiano un giovane pietroburghese squattrinato per l’ispettore fanno a gara per ingraziarselo a suon di mazzette… “Guarda queste banconote, sono tutte sporche!”: la regia parte da questa battuta per immaginare una versione pop della storia, ambientata in una sgangherata balera di periferia, in cui si muove “un’umanità gretta e sporca, compressa nella paura per quattro atti e pronta ad esplodere nel finale, in una catartica liberazione, raccontata come un’aspirazione al lusso, al divertimento facile, ad un altrove forse ancora più gretto e meschino della realtà.” Tutto si risolve in un grottesco party a bordo piscina. L’ispettore generale è una graffiante e attualissima denuncia della corruzione pubblica, un testo oggi più che mai necessario. www.teatrostabileveneto.it ph. S. Pea Prosa da giovedì 12 a domenica 15 febbraio 2015 17 CTB Teatro Stabile di Brescia, Teatro de Gli Incamminati ENRICO IV di Luigi Pirandello scene e costumi Margherita Palli luci Gigi Saccomandi regia Franco Branciaroli con Franco Branciaroli, Melania Giglio, Giorgio Lanza, Antonio Zanoletti, Valentina Violo, Tommaso Cardarelli, Daniele Griggio e con Sebastiano Bottari, Andrea Carabelli, Pier Paolo D’Alessandro, Mattia Sartoni superbo (L’Unità) Dopo i recenti successi di Servo di scena, Il Teatrante e Don Chisciotte Franco Branciaroli continua la sua indagine sui grandi personaggi del teatro in bilico fra realtà e finzione, ph. U. Favretto firmando una nuova versione del capolavoro pirandelliano Enrico IV. La sua interpretazione del protagonista è definita dalla critica irripetibile, superba incarnazione che addirittura trascende il testo. Scritto nel 1921, il dramma è uno studio sul tema della pazzia e sul rapporto, complesso e inestricabile, tra personaggio e uomo. Enrico IV, del quale magistralmente Pirandello non svela mai il vero nome, è un aristocratico che, circa vent’anni addietro, insieme ad alcuni amici ha inscenato, in tempo di carnevale, una cavalcata in costume in una villa di campagna. Ciascuno rappresentava un personaggio storico, lui era l’imperatore tedesco. Sbalzato a terra dal cavallo (aizzato da uno degli amici, suo rivale in amore) aveva battuto la testa, rimanendo bloccato nella sua identità fittizia. La verità è che da tempo è tornato ad essere lucido ma, quando gli amici decidono di guarirlo rivivendo la vicenda, coglie l’occasione per uccidere il rivale scegliendo per sempre la follia. Su una scena che riproduce il fantomatico mondo in cui vive il personaggio di Enrico, vero arsenale delle apparizioni popolato da teste di cavallo, stendardi e costumi d’epoca, Branciaroli proietta una figura dai bagliori sinistri, quasi crudele: il suo sguardo disincantato sulle persone e sulle cose genera la consapevolezza che della realtà ormai sfugge il senso e l’unica possibilità di vita è nella finzione. Vittima non solo della follia, prima vera poi cosciente, ma del modo di intendere la vita di chi gli sta intorno, Enrico decide di interpretare il ruolo fisso del pazzo. Il finale incorona di cartone l’imperatore, su un cavallo da giostra. Folgorante. www.incamminati.it Prosa da venerdì 27 febbraio a domenica 1 marzo 2015 18 Compagnia della Rancia CERCASI CENERENTOLA una favola musicale per tutta la famiglia testo Saverio Marconi e Stefano D’Orazio musica Stefano Cenci liriche Stefano D’Orazio con Paolo Ruffini, Manuel Frattini, Beatrice Baldaccini, Laura Di Mauro, Claudia Campolongo, Silvia Di Stefano, Roberta Miolla, Gianluca Sticotti, Silvia Contenti, Luca Spadaro, Rossella Contu scene Gabriele Moreschi costumi Carla Accoramboni coreografie Gillian Bruce direzione vocale Lena Biolcati disegno luci Valerio Tiberi disegno fonico Emanuele Carlucci trucco e parrucche Antonella Marinuzzi orchestrazione e produzione musicale Riccardo Di Paola regia Saverio Marconi e Marco Iacomelli in collaborazione con Medina produzioni La Compagnia della Rancia rilegge la favola più amata dalle giovani “principesse” di tutto il mondo, trasformandola in una commedia musicale per le famiglie. Cercasi Cenerentola, che porta le prestigiose firme di Stefano D’Orazio (ex Pooh), Saverio Marconi e Stefano Cenci, è uno spettacolo sorprendente, tra fantasy e rock and roll. Il principe “azzurrissimo”, un po’ atipico, in tuta da ginnastica blu e con l’inconfondibile accento toscano, è Paolo Ruffini, verve esplosiva e carismatica, in teatro dopo il grande successo televisivo di Colorado e della pellicola Fuga di Cervelli. Al suo fianco il poliedrico, funambolico Manuel Frattini, protagonista dei migliori musical degli ultimi anni, che, interpretando il fido consigliere del principe, regala al pubblico anche un magistrale numero di tip-tap. Manca all’appello solo Cenerentola: alle audizioni per lo spettacolo si sono presentate in più di 500. Saverio Marconi era alla ricerca di una giovane performer, età scenica tra i 18 e i 24 anni, dalla bellezza pulita e solare, un soprano o mezzo soprano dalla voce limpida che sapesse esprimere sfumature comiche e naturale charme. La scelta è ricaduta su Beatrice Baldaccini, che dà vita a una Cenerentola moderna, determinata e piena di energia. L’erede al trono è costretto a sposarsi in fretta: quale migliore soluzione se non organizzare un concorso per tutte le fanciulle del regno (coinvolgendo anche le spettatrici in teatro nella prova della mitica scarpetta)? Una carrozza, i rintocchi di mezzanotte…gli ingredienti tradizionali ci sono tutti ma Marconi e D’Orazio hanno voluto ambientare la loro rivisitazione negli anni Cinquanta. “Non esiste il Principe Azzurro…esistono le storie d’amore!”, dichiarano gli autori, “e la nostra Cenerentola è una moderna Grace Kelly, che va al ballo per divertirsi, come vorrebbe fare ogni ragazza, e tiene testa al Principe anche quando scatta il colpo di fulmine”. Spegnete la realtà e accendete la favola! www.compagniadellarancia.it ph. A. Pinna Prosa da giovedì 5 a domenica 8 marzo 2015 19 MARCHE TEATRO Teatro Stabile Pubblico LA DODICESIMA NOTTE di William Shakespeare traduzione Patrizia Cavalli regia Carlo Cecchi musiche di scena Nicola Piovani scena Sergio Tramonti costumi Nanà Cecchi disegno luci Paolo Manti con Carlo Cecchi, Tommaso Ragno, Antonia Truppo, Eugenia Costantini, Dario Iubatti, Barbara Ronchi, Remo Stella, Loris Fabiani, Federico Brugnone, Davide Giordano, Rino Marino, Giuliano Scarpinato musicisti Luigi Lombardi d’Aquino tastiere e direzione musicale, Ivan Gambini strumenti a percussione, Alessio Mancini flauti e chitarra assistente alla regia Dario Iubatti in collaborazione con Estate Teatrale Veronese Maestro della misura e del gioco, Cecchi in scena nei panni di Malvolio ne fa un cammeo che è un capolavoro (La Repubblica) Carlo Cecchi torna a Shakespeare per misurarsi con La dodicesima notte, commedia corale fondata sugli equivoci, sugli scambi di identità e di genere. Classica per la traduzione del testo, curata dalla poetessa Patrizia Cavalli, e per i fastosi e coloratissimi costumi ispirati al pittore Antoine Watteau, ph. A. Cecchi originale per le musiche del Premio Oscar Nicola Piovani, suonate live da tre strumentisti, e lo spazio minimalista, questa nuova messa in scena permette ancora una volta al regista, anche interprete nelle vesti del maggiordomo Malvolio, di orchestrare un gioco attoriale straordinario, lavorando sull’essenza dei personaggi attraverso quella capacità che ha fatto di lui uno dei grandi maestri del teatro italiano. “Illiria. Il Duca e la Contessa hanno due tenaci fissazioni: il Duca si è fissato sulla Contessa perché lei non ne vuole sapere; la Contessa si è fissata sul fratello morto, al quale vuole restare fedele per sette anni. Con questi due begli esemplari di nevrosi narcisistica, tutto resterebbe nell’immobilità e addio commedia. Ma il Destino – e Shakespeare – fanno scoppiare una tempesta: una nave fa naufragio, dal quale si salva una ragazzetta di nome Viola. Nel naufragio ha perduto un fratello. La ragazzetta si trova sperduta in Illiria; ma è piena di risorse (vecchiotte, a dir la verità: Plauto, gli Italiani, già Shakespeare in commedie precedenti) e decide di travestirsi da ragazzo e di diventare il paggio del Duca… La follia che percorre la commedia, come in un carnevale dove tutti sono trascinati in un ballo volteggiante, trova il suo capro espiatorio nel più folle dei personaggi: il maggiordomo, un attore comico che aspirava a recitare una parte nobile, quella del Conte Consorte. Shakespeare è il Teatro assoluto. Un’attualità che va al di là dell’attualità. È talmente universale Shakespeare…che quasi miracolosamente, diventa sempre, immediatamente, Teatro”. (Carlo Cecchi) www.marcheteatro.it Prosa da martedì 21 a venerdì 24 aprile 2015 20 Cardellino srl LA SCUOLA di Domenico Starnone regia di Daniele Lucchetti con Silvio Orlando, Vittorio Ciorcalo, Roberto Citran, Marina Massironi, Roberto Nobile, Antonio Petrocelli, Maria Laura Rondanini uno dei pochi spettacoli che davvero sanno portare in scena la realtà (Il Sole 24 ore) Silvio Orlando riporta in teatro il professor Vivaldi, protagonista del film La scuola (1995) di Daniele Luchetti, tratto dai romanzi di Domenico Starnone Sottobanco e Ex cattedra. 1992: debutta Sottobanco, spettacolo teatrale interpretato da un gruppo di attori eccezionali capitanati da Silvio Orlando e diretti da Daniele Luchetti. Lo spettacolo diviene presto un cult, antesignano del fortunato filone “di ambientazione scolastica”. La trasposizione cinematografica del 1995, uno dei rari casi in cui il cinema accoglie un successo teatrale e non viceversa, vince il David di Donatello come miglior film e il Globo d’oro per la sceneggiatura. Sottobanco era un ritratto della scuola italiana di quei tempi e al tempo stesso un esempio quasi profetico del cammino che stava intraprendendo il sistema scolastico. “Ho deciso di riportare in scena lo spettacolo più importante della mia carriera”, racconta Orlando, “fu un evento straordinario, entusiasmante, con una forte presa sul pubblico. Più che della situazione scolastica in quanto struttura e finanziamenti parliamo di istruzione e di come il modo di insegnare è cambiato negli anni. Raccontiamo due modi diversi di interpretare il ruolo educativo nella scuola, uno più democratico e vicino agli studenti e l’altro più reazionario che vorrebbe un scuola più elitaria”. Siamo in tempo di scrutini in IV D. Un gruppo di insegnanti deve decidere il futuro dei loro studenti. Dal confronto tra speranze, ambizioni, conflitti sociali e personali, amori, amicizie e scontri generazionali, prendono vita personaggi esilaranti, giudici impassibili e compassionevoli al tempo stesso. Brillanti e affiatati i componenti del cast compongono un divertente e spesso penoso consorzio umano. I problemi della scuola sono tragicamente i medesimi degli anni Novanta e La scuola finisce per essere un’occasione di comica, amara riflessione. www.cardellino.eu Prosa 21 sabato 29 e domenica 30 novembre 2014 LA SCENA ESSAI di Cristina Comencini con Angela Finocchiaro, Maria Amelia Monti e con Stefano Annoni regia Cristina Comencini giovedì 12 e venerdì 13 marzo 2015 UNA PURA FORMALITÀ dal film di Giuseppe Tornatore versione teatrale e regia Glauco Mauri con Glauco Mauri, Roberto Sturno sabato 28 e domenica 29 marzo 2015 NESSI di e con Alessandro Bergonzoni regia di Alessandro Bergonzoni e Riccardo Rodolfi Tutti gli spettacoli iniziano alle ore 21 Essai sabato 29 e domenica 30 novembre 2014 22 Enfi Teatro in coproduzione con Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia LA SCENA di Cristina Comencini con Angela Finocchiaro, Maria Amelia Monti e con Stefano Annoni regia Cristina Comencini scene Paola Comencini costumi Cristiana Ricceri luci Sergio Rossi incantevole, due interpreti strepitose (Noi Donne) Cristina Comencini, autrice e regista raffinata, che da anni indaga l’universo femminile fra cinema e teatro, scrive e dirige La scena, divertente commedia capace di far riflettere con il sorriso sul rapporto fra generi e generazioni. Prestano il volto alla coppia protagonista due interpreti accordate alla perfezione, vere amiche nella vita, Angela Finocchiaro e Maria Amelia Monti, attrici di straordinaria vis comica. Due amiche mature, Lucia e Maria, leggono una domenica mattina una scena di teatro che Lucia, attrice, deve recitare l’indomani. Dal modo in cui affrontano la lettura emergono caratteri molto diversi. Lucia è fragile e chiusa in se stessa, Maria, invece, dirigente di banca separata e madre di due bambini, è in perenne ricerca di occasioni di vita. Due femminilità opposte: Lucia, accantonata la passione per un vero uomo, si accontenta di amare i personaggi (più interessanti) che incontra sul palcoscenico. Maria non può stare senza un compagno, senza fare l’amore, senza illudersi di avere finalmente incrociato quello giusto. Come l’ultimo, agganciato la sera prima a una festa in cui ha bevuto troppo, e di cui non ricorda esattamente il nome né l’età. Anche se risvegliandosi al mattino, non l’ha più trovato nel suo letto. Eccolo, invece, apparire sulla porta in mutande: un giovane di meno di trent’anni. Chi è veramente? Le due donne lo interrogano, lo prendono in giro, gli fanno scuola di vita. Ma non prevedono la sua reazione… Su sponde opposte, due donne e un ragazzo scoprono di vivere nello stesso mondo tutto da rifare. Una sorta di educazione sentimentale reciproca, che ricostruisce un rapporto tra età e sessi diversi, difficile ma necessario, in cui emergono le pulsioni femminili, le rabbie e le fragilità di un giovane uomo, la comune ricerca di amore e di libertà in un mondo che cambia. www.ilrossetti.it Essai 23 giovedì 12 e venerdì 13 marzo 2015 Compagnia Mauri Sturno UNA PURA FORMALITÀ dal film di Giuseppe Tornatore versione teatrale e regia Glauco Mauri con Glauco Mauri, Roberto Sturno e con Giuseppe Nitti, Amedeo D’Amico, Paolo Benvenuto Vezzoso, Marco Fiore scene Giuliano Spinelli costumi Irene Monti musiche Germano Mazzocchetti in collaborazione con la Fondazione Teatro della Pergola uno spettacolo da non perdere (Il Messaggero) Con una magistrale versione per la scena del film di Giuseppe Tornatore, Una pura formalità, torna a Cesena Glauco Mauri, protagonista con Roberto Sturno di un serrato faccia a faccia teatrale. Quando il film uscì nelle sale nel 1994 fu accolto, per la sua inquietante novità, con una certa difficoltà da parte della critica. Oggi è considerato uno dei film di Tornatore più belli in assoluto (lo stesso autore ne è convinto), un “piccolo capolavoro”: ne erano protagonisti Gérard Depardieu e Roman Polanski con Sergio Rubini. Tema centrale è la ricerca della memoria. Gli squarci che si aprono nella mente del protagonista durante l’interrogatorio in uno “strano” commissariato ricostruiscono il suo passato, risalgono alle sue origini con continui colpi di scena, e come in un thriller lo spettatore arriva alla verità con un inatteso finale. Una squallida stanza di uno squallido Commissariato di Polizia. Un delitto è stato commesso e ne viene accusato un celebre scrittore, Onoff. Onoff cerca ansiosamente di ricordare...ricordare...ma che cosa? Un altro uomo lo aiuta in questa faticosa ricerca di un passato che si è voluto dimenticare: un inquietante commissario di polizia, un personaggio duro e ironico, comprensivo ma implacabile... Tutto si svolge nella stazione di Polizia. Ma lo è veramente? E dove si trova? E quelle strane persone al suo interno, sono poliziotti? Il racconto rimane oscuro fino al suo sconvolgente epilogo dove i pezzi lacerati di una vita si compongono in una serenità inaspettata e commovente: un capovolgimento radicale di quello che sembrava un giallo. Una pura formalità è il racconto di una lunga, misteriosa, notte dove un uomo aiuta un altro uomo a cercare di capire quel viaggio a volte stupendo e a volte terribile, ma sempre affascinante che è la vita. www.mauristurno.it ph. M. Giusto Essai 24 sabato 28 e domenica 29 marzo 2015 Allibito Srl NESSI di e con Alessandro Bergonzoni regia di Alessandro Bergonzoni e Riccardo Rodolfi scene Alessandro Bergonzoni distribuzione e organizzazione Progetti Dadaumpa È attesissimo il nuovo “sbarco in città” di Alessandro Bergonzoni che stavolta presenta Nessi, quattordicesimo spettacolo da lui scritto, interpretato e diretto in coppia con Riccardo Rodolfi. Ciò che si annuncia, come sempre all’arrivo dell’artista bolognese, è una performance totale e strabiliante, dove l’equilibrio tra autore e attore è continuamente messo in gioco. ph. R. Rodolfi Nessi, ovvero connessioni ma anche fili tesi e tirati, trame e reti, tessute e intrecciate per collegarsi con il resto del pianeta. O meglio dell’universo. Perché è proprio questo il nucleo vivo e pulsante del nuovo spettacolo di Bergonzoni: la necessità assoluta e contemporanea di vivere collegati con altre vite, altri orizzonti, altre esperienze, non necessariamente e solamente umane che permettono percorsi oltre l’io finito per espandersi verso un “noi” veramente universale. Bergonzoni si trova in un’assoluta solitudine drammaturgica, al centro di una cosmogonia comica, circondato da una scenografia “prematura”, da lui concepita, alle prese con un testo che a volte potrebbe anche essere, e questa è una vera e propria novità, una candida e poetica confessione esistenziale. Senza per questo rinunciare alla sua dirompente visione stereoscopica che è diventata, in questi anni, materia complessa, comicamente eccedente. Di certo i Nessi bergonzoniani, e la loro conseguente messa in scena, ci mostreranno ancora quel personalissimo disvelamento, la vera cifra stilistica di questo artista, che porta molte volte anche grazie ad una risata, dallo stupore alla rivelazione. “Nessi”, dichiara, “è il nostro comandamento zero. Prima della Costituzione, del codice della strada, del galateo...ci sono norme che riguardano noi, il comandamento zero, appunto: fare nesso, cucire i fili con quello che ci sta intorno. E i fili sono i sensori che abbiamo addosso, le nostre sensibilità che ci mettono nella stessa frequenza col mondo esterno. Basta attivarli.” www.alessandrobergonzoni.it Teatro contemporaneo 25 TEATRO CONTEMPORANEO PROGETTI SPECIALI fuori abbonamento Teatro Bonci da lunedì 8 a mercoledì 10 dicembre 2014 orari da definire Chiara Guidi MACBETH SU MACBETH SU MACBETH Uno studio per la mano sinistra da William Shakespeare adattamento e regia di Chiara Guidi musiche originali di Francesco Guerri e Giuseppe Ielasi collaborazione artistica di Francesca Grilli produzione Socìetas Raffaello Sanzio Sala Teatro Valdoca (via Aldini, 26) da giovedì 11 a domenica 21 dicembre 2014 (lunedì 15 riposo) feriali ore 21, festivi ore 16 Teatro Valdoca VOCI DI TENEBRA AZZURRA di e con Mariangela Gualtieri regia, scene, luci Cesare Ronconi Teatro contemporaneo Teatro Bonci da lunedì 8 a mercoledì 10 dicembre 2014 orari da definire 26 nell’ambito di Màntica 2014, festival organizzato dalla Socìetas Raffaello Sanzio Chiara Guidi MACBETH SU MACBETH SU MACBETH Uno studio per la mano sinistra da William Shakespeare adattamento e regia di Chiara Guidi musiche originali di Francesco Guerri e Giuseppe Ielasi collaborazione artistica di Francesca Grilli con Anna Lidia Molina, Agnese Scotti, Chiara Guidi violoncello Francesco Guerri cura del suono Giuseppe Ielasi attrezzeria Carmen Castellucci luci e scenotecnica Giovanni Marocco macchinismo Stefano Cortesi organizzazione Cosetta Nicolini, Valentina Bertolino ph. E. Castellucci produzione Socìetas Raffaello Sanzio in coproduzione con Festival Orizzonti di Chiusi – Fondazione Orizzonti in collaborazione con Teatro A. Bonci di Cesena con il sostegno di Comune di Cesena un particolare ringraziamento a Fabrizio Borghesi, Annamaria Cimitile, Roberta Ioli, Rubina Giorgi, Claudia Castellucci, Chiara Savoia e Alice Keller l’attività generale della Socìetas Raffaello Sanzio è sostenuta da Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Emilia Romagna, Comune di Cesena “In Macbeth l’azione non si compie mai fino in fondo. Il Re non sa essere Re. La finzione diventa impossibile. Di fronte a questa aporìa, la natura del teatro si interroga profondamente. Quale teatro può resistere in questa confusione di piani, reali e linguistici? Quale teatro può tollerare un attore incapace di fingere? C’è una lotta in questa tragedia che si gioca tutta nell’oscurità dell’anima e nella natura non esposta del linguaggio umano. Nulla è per me tranne ciò che non è. Alla voce di tre attrici il compito di interpretare tutta la tragedia. Di bocca in bocca il corpo del poeta si frantuma in pezzi: il testo si spezza in arbitrari emistichi per nominare quell’unica profezia che contagia, come un morbo, tutte le presenze. E mentre il destino trova la sua unica voce, il suono accompagna lo sguardo nel vuoto della scena assumendo l’assenza come tema fondante della tragedia. Ho orchestrato alcuni versi del testo affidandoli alla voce delle attrici e al suono del violoncello di Francesco Guerri. Sulla figura del violoncello ha lavorato anche l’artista visiva e performer Francesca Grilli evidenziando il gesto dell’archetto il cui movimento diventa paradigmatico rispetto al tagliare del coltello. Il suono, allora, ripropone continuamente il gesto del pugnale ribadendone in modo ossessivo la memoria. La scena è solo apparentemente vuota. Oggetti invisibili hanno una loro collocazione sulla scena e lì, sul contrassegno del loro posto, prima appaiono e poi scompaiono, oppure prima sono evidenti e poi non si mostrano più pur continuando ad essere presenti nella memoria. Il suono di Giuseppe Ielasi misura questa assenza e accompagna lo sguardo del pubblico nel vuoto. E se al suono della voce delle attrici e dei musicisti, all’inizio, è affidata la creazione di uno spazio dove, anche nel buio, lo spettatore possa vedere i colori, le forme, gli oggetti e le figure, alla fine il fuoco che Francesca Grilli accende sull’archetto consumerà anche il suono, come quando un grande fuoco brucia le stoppie prima di una nuova semina” (Chiara Guidi) www.raffaellosanzio.org Teatro contemporaneo Sala Teatro Valdoca (via Aldini, 26) da giovedì 11 a domenica 21 dicembre 2014 (lunedì 15 riposo) feriali ore 21, festivi ore 16 27 Teatro Valdoca VOCI DI TENEBRA AZZURRA di e con Mariangela Gualtieri regia, scene, luci Cesare Ronconi oggetti e abiti di scena Patrizia Izzo cura del suono Luca Fusconi organizzazione Elisa Bello amministrazione Morena Cecchetti consulenza amministrativa Cronopios in collaborazione con Teatro A. Bonci di Cesena con il sostegno di Comune di Cesena con il contributo di Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Emilia Romagna, Provincia di Forlì-Cesena “In Voci di tenebra azzurra una donna poeta si dispone al dialogo con interlocutori non visibili, in un’apertura che chiama in campo le maestre e i maestri del passato, ciò che hanno detto e pensato: è stato tutto inutile se siamo arrivati fin qui? O forse è tempo di un ascolto più acuto, di un silenzio più largo, di un amore più adorante per la terra e per tutte le specie che la popolano. In questo viaggio nella contemporaneità, Mariangela Gualtieri struttura il suo recitato in una forma più prossima al monologo, intercalando l’aspra denuncia all’intima introspezione, le osservazioni stupite della natura a una serie di domande decisive, fino a condurre lo spettatore verso un atteggiamento di risvegliata attenzione, fuori dai torpori del presente. Il preciso disegno di luci e la regia di Cesare Ronconi, l’accurata ricerca del suono e alcuni pregnanti oggetti di scena creati da Patrizia Izzo, fanno di questa essenziale partitura visiva e sonora una piccola, preziosa pièce di vivo teatro.” (Teatro Valdoca) Adesso le genti mie stanno tutte in sbando. Chiedono e nessuno può ascoltare. Sentiamo un’ombra avvolgente cadere sulle nazioni del mondo. Una generale scontentezza sporge tutti i cuori verso quel luogo dove tutto si rompe, dove il popolo muore. Ma tu non dire il nome di quello sfascio – e metti nella testa nel respiro un paesaggio di pace. Mettiti dentro più che puoi una pace – Mettila dentro i pensieri appoggiala alla fronte e sulla testa come una brocca porta la pace con quell’attenzione che non cada – che non si versi una goccia di pace. Calmati ora, calma tutto il sangue. (Mariangela Gualtieri) ph. G. Guidi www.teatrovaldoca.org Teatro contemporaneo 28 sabato 11 ottobre 2014 fuori abbonamento Conservatorio “B. Maderna” – Cesena Accademia di Belle Arti di Bologna – Sede di Cesena Primo Palcoscenico (Concorso internazionale Voci liriche) presenta ASTARTO opera in tre atti di Pietro Pariati e Apostolo Zeno musica di Giovanni Bononcini sabato 22 novembre 2014 MARIA PERROTTA pianoforte venerdì 5 dicembre 2014 (recupero stagione 2013-14) CONCERTI in collaborazione con Associazione Polonia e Consolato Generale di Polonia in Milano LESZEK BRODOWSKI viola JAKUB TCHORZEWSKI pianoforte martedì 27 gennaio 2015 LUCILLA GALEAZZI e MONI OVADIA Doppio fronte Oratorio per la Grande Guerra martedì 10 febbraio 2015 I SOLISTI AQUILANI GIUSEPPE ALBANESE pianoforte Tre compositori, tre luoghi, tre storie di passioni domenica 22 febbraio 2015 STEFANO BOLLANI Piano Solo Teatro Nuovo al Carisport (piazzale Paolo Tordi, 99) sabato 14 marzo 2015 GORAN BREGOVIC Wedding & Funeral Band If you don’t go crazy, you are not normal! venerdì 27 marzo 2015 MAFALDA ARNAUTH Terra da Luz Tutti i concerti iniziano alle ore 21 Concerti sabato 11 ottobre 2014 fuori abbonamento 29 Conservatorio “B. Maderna” – Cesena Accademia di Belle Arti di Bologna – Sede di Cesena Primo Palcoscenico (Concorso internazionale Voci liriche) presenta ASTARTO opera in tre atti di Pietro Pariati e Apostolo Zeno musica di Giovanni Bononcini edizione critica a cura di Giovanni Andrea Sechi Maestro direttore e concertatore Gabriele Raspanti regia Gian Franco Zanetti scene, luci e costumi a cura del Corso di Scenografia del Melodramma dell’Accademia di Belle Arti di Bologna (Sede di Cesena) Orchestra barocca del Conservatorio “B. Maderna” di Cesena realizzazione scene Laboratorio di Scenografia del Melodramma – Cesena in collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena, Comune di Cesena, Emilia Romagna Teatro Fondazione, Ser.In.Ar PRIMA NAZIONALE Si conferma il tradizionale appuntamento con l’opera prodotta dal Conservatorio “Bruno Maderna” di Cesena in collaborazione con la sede cesenate dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, uno straordinario progetto che ogni anno le due istituzioni di Alta Formazione Musicale e Artistica regalano ai numerosissimi melomani della città: allievi e docenti realizzano l’allestimento integrale di un’opera, curando nei minimi dettagli musica, canto, recitazione, scenografia e costumi. Il risultato è sempre emozionante. Quest’anno è prevista la messa in scena di Astarto, composto da Giovanni Bononcini (1670-1747), rappresentato per la prima volta a Roma nel gennaio 1715 e, successivamente, in una versione rivisitata, a Londra il 19 novembre 1720. “Uno sforzo di analisi e ripresa filologica di un’opera barocca rara ma estremamente interessante dal punto di vista musicale e drammaturgico si inserisce nel filone della ricerca su testi tra il XVII e XVIII secolo del Dipartimento di Musica Antica del Conservatorio ‘Maderna’. La ripresa dell’opera di Giovanni Bononcini rappresenta anche un importante evento che ha come fine quello di mettere in risalto l’importantissimo corpus di composizioni del compositore modenese che nel suo tempo fu fondatore della scuola violoncellistica europea. Alla luce di tutto ciò il ‘Progetto Opera’ sostenuto dal Conservatorio ‘Maderna’ e dal corso di Scenografia del Melodramma dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, ma con sede nella nostra città, pervicacemente continua e vuole essere un messaggio del desiderio di esaltare la nostra cultura musicale. Docenti ed allievi delle due istituzioni, pur incontrando grandi difficoltà di ordine economico e logistico, con il loro entusiasmo dimostrano che la fiamma non è spenta ma viene costantemente vivificata e nutrita con grande tenacia.” (Adriano Tumiatti Direttore del Conservatorio “Bruno Maderna”) www.conservatoriomaderna-cesena.it Concerti 30 sabato 22 novembre 2014 MARIA PERROTTA pianoforte PROGRAMMA J. S. Bach Fantasia Cromatica e Fuga in re minore BWV 903 L. van Beethoven Sonata n. 31 in la bemolle maggiore, op. 110 F. Chopin Berceuse in re bemolle maggiore op. 57 A. Scriabin Sonata n. 2 in sol diesis minore op. 19 “Sonate-Fantaisie” S. Prokofiev Sonata n. 6 in la maggiore op. 82 uno dei veri astri del pianismo mondiale (Corriere della Sera) Applaudita già agli esordi per la sua intensa capacità comunicativa, la pianista Maria Perrotta si afferma in importanti concorsi fra cui il “Rina Sala Gallo” di Monza, il “Premio Encore! Shura Cherkassky” (2008) e il Concorso “J. S. Bach” di Saarbrücken (2004) che la impone sulla scena internazionale come significativa interprete bachiana. Di lei scrive la Saarbrücker Zeitung: “Maria Perrotta sa sfruttare le risorse del pianoforte moderno senza incorrere in inesattezze stilistiche. Il suono di vitrea trasparenza, la tessitura sempre percepibile, l’interessante articolazione della frase hanno reso la musica di Bach in modo ideale”. La sua cifra priva di retorica, delicata ma profonda, ha ormai conquistato anche i critici più severi. È stata paragonata a Rosalyn Tureck, Glenn Gould, Maurizio Pollini e Alexis Weissenberg. Registra per la Radio Tedesca, per la Rai e Sky Classica. La sua incisione dal vivo delle Variazioni Goldberg di Bach (Cinik Records) ottiene le 5 Stelle delle riviste Amadeus e Musica, 5 Stelle e Disco del Mese della rivista Suonare News, il Premio della Critica 2012 promosso dalla rivista Musica & Dischi. Nell’ottobre 2013 la Decca pubblica in cd la sua registrazione dal vivo delle tre ultime Sonate di Beethoven. Ha studiato al Conservatorio di Cosenza, dov’è nata, con Antonella Barbarossa e si è diplomata con lode al Conservatorio di Milano con Edda Ponti. Ha ottenuto il Diploma Superiore di Musica da Camera all’École Normale de Musique di Parigi, si è perfeziona a Imola con Franco Scala e Boris Petrushansky e in Germania con Walter Blankenheim. Nel 2007 si è diplomata con lode presso l’Accademia di Santa Cecilia nella classe di Sergio Perticaroli. Ha arricchito la sua formazione con Cristiano Burato e François-Joël Thiollier. Vive a Parigi. www.mariaperrotta.com ph. U. Dalla Porta Concerti venerdì 5 dicembre 2014 (recupero stagione 2013-14) 31 in collaborazione con Associazione Polonia e Consolato Generale di Polonia in Milano LESZEK BRODOWSKI viola JAKUB TCHORZEWSKI pianoforte PROGRAMMA T. Paciorkiewicz Sonata per viola e pianoforte K. Szymanowski Sonata per violino e pianoforte op. 9 – trascrizione per viola di Leszek Brodowski F. Chopin Sonata per violoncello e pianoforte op. 74 – trascrizione per viola di Leszek Brodowski Violista e pedagogo polacco, Leszek Brodowski si è diplomato all’Accademia di Musica “F. Chopin” di Varsavia nella classe del famoso violista Stefan Kamasa. Ha suonato nelle più importanti orchestre del suo paese, fra cui l’Orchestra Polacca da Camera, sotto la direzione di Jerzy Maksymiuk, in cui si è esibito al fianco di musicisti come Lutosławski, Penderecki, Szeryng, Zimerman, Menuhin, Benedetti-Michelangeli, DeLarocha, Grimiaux, Kremer, Berman, nelle più prestigiose sale del mondo. Dal 1985 al 1987 è stato membro dell’orchestra del San Carlo di Napoli. Ha tenuto concerti in Thailandia (per il 70° anniversario del Re Thailandese), India, Giappone, Italia, Svizzera, Austria e Polonia. È stato registrato dal vivo dalla RadioTelevisione Polacca, da Radio France, e dalla BBC Londra. Ha inciso per la EMI e per case discografiche polacche. È autore di oltre 40 trascrizioni per viola, tra cui di sonate di Mozart, Beethoven, Schubert, Grieg, Chopin e Rachmaninov. Della sua prova da finalista per il 55th Washington Piano Competition, nel maggio 2008, il Washington Post ha scritto: “il giovane pianista polacco ha fatto sfoggio d’immaginazione”. A 33 anni, Jakub Tchorzewski si è già esibito in Europa, Nord America, Giappone e Brasile, ospite delle maggiori istituzioni musicali. Le sue esecuzioni sono state registrate e trasmesse dalle radio nazionali di Polonia, Italia, Svizzera, Slovacchia e Repubblica Ceca. Die neue Zeitschrift für Musik ha attribuito al suo cd d’esordio, prodotto nel 2007 da Musiques Suisses, il massimo punteggio per l’interpretazione musicale e la scelta del repertorio. Si tratta del primo cd nella storia della fonografia a riportare tutti i lavori per pianoforte di Sándor Veress, ungherese allievo di Béla Bartok, insegnante di György Ligeti e György Kurtag. Nel 2014 sono usciti tre nuovi dischi con la partecipazione di Tchorzewski per Tactus, Acte Prealable e Dux. www.facebook.com/AssociazionePolonia Concerti 32 martedì 27 gennaio 2015 Promo Music e Teatro Biondo Stabile di Palermo in collaborazione con Ravenna Festival 2014 LUCILLA GALEAZZI e MONI OVADIA Doppio fronte Oratorio per la Grande Guerra di e con Lucilla Galeazzi e Moni Ovadia e con Luca Garlaschelli contrabbasso, Massimo Marcer tromba, Albert Florian Mihai fisarmonica, Paolo Rocca clarinetto e con Il Coro giovanile Freevoices diretto dal M° Manuela Marussi suono Mauro Pagiaro Per il Giorno della Memoria è in programma un evento speciale, firmato da Moni Ovadia e Lucilla Galeazzi. Coppia d’eccezione, formata da uno dei più popolari uomini di cultura della scena nazionale (il suo originalissimo teatro musicale ha fatto apprezzare l’umorismo yiddish a migliaia di spettatori italiani e i suoi arguti interventi a favore dei diritti e della pace hanno spesso scosso l’opinione pubblica) e dalla voce che, al fianco di Giovanna Marini, ha portato in tutto il mondo la nostra musica folk. Li accompagnano quattro strumentisti e il pluripremiato Coro giovanile Freevoices diretto da Manuela Marussi. Doppio fronte, che ha debuttato il 16 giugno 2014 al Ravenna Festival, è un oratorio che racconta la Prima Guerra Mondiale, combattuta dal nostro esercito nelle trincee di montagna e subita dai civili (le donne soprattutto) in un paese che si stava impoverendo. Una guerra imposta all’Italia da una minoranza avventuriera e fanatica, contro una maggioranza sfavorevole. Tra sogni di espansione e irredentismo, risuona la “fatale e irrinunciabile” chiamata alle armi, generata dall’ambizione del primo ministro Salandra, del suo ministro degli esteri Sonnino, del generale Cadorna, comandante in capo dell’esercito italiano, e del titubante Vittorio Emanuele III, Re d’Italia. I testi sono tratti dalle lettere dal fronte, dalle memorie dei combattenti (tra cui Gadda e Ungaretti), dai diari di uomini e donne che hanno vissuto la guerra “ in casa”, come i veneti e i friulani: questi ultimi arruolati nel ‘14 dall’esercito austriaco e mandati a combattere sul fronte orientale, nel ‘15 si trovarono in trincea contro l’esercito italiano. I canti sono quelli del grande repertorio a cui hanno dato vita la sanguinosissima guerra e le sue battaglie: canti patriottici, canti contro la guerra, Trilussa, E. A. Mario e la canzone anonima Gorizia, canto straordinario e indimenticabile delle sofferenze quotidiane e terribili dei nostri soldati. www.promomusic.it ph. R. Chiovitti Concerti martedì 10 febbraio 2015 33 I SOLISTI AQUILANI GIUSEPPE ALBANESE pianoforte Tre compositori, tre luoghi, tre storie di passioni Liszt a Parigi si fa ispirare da Victor Hugo Britten in Canada viene folgorato da Keats Cajkovskij in Russia rievoca Firenze PROGRAMMA F. Liszt “Malédiction” (per pianoforte e orch. d’archi S. 121) B. Britten “Young Apollo” (per pianoforte e archi op. 16) P.I.Cajkovskij “Souvenir de Florence” (sestetto in re minore per archi op. 70) versione per orchestra d’archi dell’autore Attivi dal 1968, I Solisti Aquilani sono una delle più prestigiose formazioni cameristiche internazionali. Si sono esibiti in tournée in tutta Europa, in America, Medio Oriente, Africa, Vietnam, Singapore, ospiti delle più prestigiose sale da concerto di Stati Uniti, Canada, Libano, Malta, Tunisia, Turchia, Egitto, Kazakistan, Giappone. Hanno collaborato con grandi solisti internazionali, tra cui Maurice André, Felix Ayo, Paul Badura Skoda, Hermann Baumann, Renato Bruson, Michele Campanella, Cecilia Gasdia, Severino Gazzelloni, David Geringas, Ilya Grubert, Stefan Milenkovic, Massimo Quarta, Quartetto d’Archi della Scala, Jean Pierre Rampal, Uto Ughi, Fabrizio Bosso, Danilo Rea, Ramin Bahrami. Numerose sono le incisioni discografiche e le registrazioni radiofoniche e televisive delle loro esecuzioni. Tra i pianisti più richiesti della sua generazione, Giuseppe Albanese debutta nel 2014 su etichetta Deutsche Grammophon con un concept album dal titolo Fantasia. Invitato per recital e concerti con orchestre da autorevoli ribalte internazionali – tra gli altri il Metropolitan Museum di New York, la Konzerthaus di Berlino, il Mozarteum di Salisburgo, la Steinway Hall di Londra, la Filarmonica di San Pietroburgo – in Italia ha suonato per tutte le più importanti stagioni concertistiche, tra cui quella dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI e per Fondazioni Liriche come il Petruzzelli di Bari, il Comunale di Bologna, il Maggio Musicale Fiorentino, il San Carlo di Napoli, il Teatro dell’Opera di Roma, la Fenice di Venezia, l’Arena di Verona. “Premio Venezia” 1997, Albanese ha vinto nel 2003 il primo premio al “Vendome Prize” con finali a Londra e Lisbona: un evento definito da Le Figaro “il concorso più prestigioso del mondo attuale”. www.solistiaquilani.it www.giuseppealbanese.com Concerti 34 domenica 22 febbraio 2015 STEFANO BOLLANI Piano Solo “Stefano Bollani, dopo il grande successo del suo programma televisivo su Rai3, Sostiene Bollani, andato in onda per due stagioni, e il nuovo spettacolo teatrale, La Regina Dada da lui scritto e interpretato insieme a Valentina Cenni, non si può più definirlo soltanto come pianista jazz. Bollani inizia a suonare all’età di 6 anni e si diploma al Conservatorio Cherubini di Firenze, iniziando la sua attività professionale a 15 anni sia con gruppi pop-rock che con gruppi jazz. Nel 1996 l’incontro con Enrico Rava, suo mentore, è decisivo e da quel momento nasce una collaborazione mai interrotta. Invasioni continue nella classica, dvd Live a La Scala Decca con la Filarmonica della Scala diretta da Riccardo Chailly, con il quale ha già registrato Sounds of the 30’s e Rhapsody in blue con la Gewandhousorchester di Lipsia; Ambasciatore di Topolino, nell’ambito del fumetto ha collaborato anche con Leo Ortolani il disegnatore di Rat-man; conduttore per sei stagioni su Radio3 del programma di grande successo il Dottor Djembè insieme a David Riondino e Mirko Guerrini; varie le collaborazioni con il teatro e con il cinema; non lo possono contenere nella sola definizione di jazz. Pluripremiato per i suoi dischi, Sounds of the 30’s ha ricevuto il disco d’oro, O que serà in duetto con il mandolinista brasiliano Hamilton De Holanda è stato giudicato uno dei migliori album del 2013 per la rivista americana DownBeat ed per le italiane Musica Jazz e JazzIt; nel 2010 ha ricevuto la laurea honoris causa dal Berklee College of Music di Boston. Bollani è un puzzle di musica, di simpatia, di estemporaneità che si fondono in continuazione per poi cogliere e plasmare i suoni in un continuo dialogo fra improvvisazione e canzone, pubblico e pianista. Nel suo concerto in Piano Solo non chiedetegli cosa farà, Stefano Bollani non lo sa finché non appoggia le due dita sui tasti ed inizia a ripercorrere il suo io, la sua memoria, i suoi sentimenti. Piano Solo è un viaggio nella sua musica interiore, nelle sue emozioni, passando dal Brasile alla canzone degli anni’40 fino ad arrivare ai bis a richiesta in cui mescola 10 brani come se fosse dj. Un viaggio incredibile, dove Bollani sembra prendere per mano ogni spettatore per portarlo accanto a sé, nella sua musica piena di sentimento e di divertimento. Destrutturando e ricostruendo ogni volta in modo diverso i brani che spesso ritroviamo nei suoi dischi.” (testo a cura dell’ufficio stampa di Stefano Bollani) www.stefanobollani.com ph. V. Cenni Concerti Teatro Nuovo al Carisport (piazzale Paolo Tordi, 99) sabato 14 marzo 2015 35 GORAN BREGOVIC Wedding & Funeral Band If you don’t go crazy, you are not normal! Goran Bregovic chitarra, sintetizzatore, voce una band gitana di fiati Muharem Redžepi goc (Grancassa tradizionale), voce, Bokan Stankovic prima tromba, Dragic Velickovic seconda tromba, Stojan Dimov sax, clarinet, Aleksandar Rajkovic primo trombone, glockenspiel, Milos Mihajlovic secondo trombone voci bulgare Ludmila Radkova Trajkova, Daniela Radkova Aleksandrova ingegnere del suono Dusan Vasic tournée organizzata da Just in Time srl – Mauro Diazzi Ritmi travolgenti e sonorità fragorose, due ore di energia pura. If you don’t go crazy, you are not normal! è il nuovo concerto di Goran Bregovic, accompagnato dalla sua storica formazione, la Wedding & Funeral Band (fiati, percussioni e voci bulgare), con un repertorio che spazia dai suoi celebri successi agli ultimi album (Alkohol e Champagne for Gypsies) fino ad anticipare alcuni brani del nuovo disco, in uscita nel 2015. Con le radici nei Balcani e la testa nel XXI secolo, Bregovic mescola sonorità da fanfara tzigana, polifonie tradizionali bulgare, sax e percussioni tradizionali, il tutto con accentuazioni rock. Una miscela scoppiettante fra Bartok e il jazz, tanghi e ritmi folk slavi, melodie turche e vocalità bulgara, polifonie sacre ortodosse e pop contemporaneo. Irresistibile. Impossibile resistere alla malia di questo ubriacante cocktail. Nato a Sarajevo da madre serba e padre croato, in Jugoslavia Bregovic è stato una star del rock dai sedici ai trent’anni. Alla fine degli anni ’80 si isola in una piccola casa sulla costa adriatica, un vecchio sogno d’infanzia. Qui compone le musiche del terzo film di Emir Kusturica Il Tempo dei Gitani. Cresciuti nello stesso ambiente, della stessa generazione, sfuggiti agli stessi pericoli, Bregovic e Kusturica si rifugiano a Parigi allo scoppio del conflitto balcanico e insieme conquistano l’Europa. Nel 1995 Underground vince la Palma d’Oro al Festival di Cannes. Dopo varie e fortunate collaborazioni con il mondo del cinema Bregovic torna alla musica dal vivo con una serie di trionfali tour. A febbraio 2012 partecipa come ospite al Festival di Sanremo proponendo in coppia con Samuele Bersani un’inedita versione “gitana” di Romagna Mia. Il 25 agosto 2012, davanti a 150.000 persone, dirige, in veste di Maestro Concertatore, la 15° edizione della Notte della Taranta a Melpignano. A settembre 2012 esce Champagne for Gypsies. www.goranbregovic.rs Concerti venerdì 27 marzo 2015 36 MAFALDA ARNAUTH Terra da Luz Mafalda Arnauth voce Pedro Santos direzione musicale e fisarmonica Nelson Aleixo viola do fado Pedro Viana chitarra portoghese Fernando Júdice basso acustico tournée italiana organizzata da Kino Music srl Stefano Bollani l’ha voluta come ospite speciale in una puntata del suo programma televisivo, Sostiene Bollani: lei, Mafalda Arnauth, è la nuova regina del fado e anche in Italia è ormai di casa. Torna nel nostro paese per presentare il suo ultimo album, Terra da Luz, uscito nel febbraio 2014 in distribuzione esclusiva IRD. Terra da Luz è il settimo titolo della cantante portoghese: un disco in cui affiora ancora una volta la sua visione positiva e ottimistica sulla nostra attualità, attraverso composizioni molto personali, ispirate al Portogallo, alle idee e ai sogni della sua gente, che esplorano nuove sonorità. “Nella mia musica”, dice Mafalda Arnauth, “non ph. P. Claudio si avverte la solita attitudine fatalista della musica tradizionale portoghese. C’è fado, ma senza ovvietà. Perché io non scrivo di fantasia, mi ispiro alla vita di tutti giorni”. E le canzoni di Terra da luz sono lo specchio fedele di questa visione della musica e della vita: 11 brani in cui si colgono una sensibilità e un afflato poetico non comuni. Il rinnovamento del fado Mafalda Arnauth lo persegue sin dal suo esordio, nel 1999, con l’album omonimo che le ha fatto conquistare una nomination come miglior interprete ai Globes d’or e il premio “voce rivelazione dell’anno” della rivista portoghese Blitz. Come risposta al successo quasi insperato di questo disco, un anno dopo l’uscita realizza il suo primo concerto nel tempio del fado: nel settembre 2000 riempie il Centro Culturale di Belem, a Lisbona. Con il secondo disco, Esta voz que me atravessa (2001), uscito simultaneamente in Portogallo e in Olanda sotto l’etichetta EMI, diviene la prima artista portoghese rappresentata internazionalmente dalla Virgin Records. Il successo è cresciuto con i lavori successivi, fra i quali Flor de Fado (2008) e Fadas (2011), che hanno proiettato Mafalda Arnauth sulla scena europea, con ampi consensi di pubblico e critica, fino ad essere considerata, oggi, l’erede di Amália Rodrigues. www.mafaldarnauth.com Prosa 37 sabato 27 dicembre 2014 Ballet of Moscow – National Russian Ballet ROMEO E GIULIETTA musiche di Sergei Prokofiev coreografie Andrey Lyapin domenica 28 dicembre 2014 fuori abbonamento Ballet of Moscow – National Russian Ballet LO SCHIACCIANOCI musiche di Pyotr Ilyich Tchaikovsky coreografie Marius Petipa DANZA sabato 24 gennaio 2015 Spellbound Contemporary Ballet LE QUATTRO STAGIONI coreografia e set concept Mauro Astolfi musiche originali Luca Salvadori musiche Antonio Vivaldi sabato 7 febbraio 2015 Compagnia Virgilio Sieni DOLCE VITA ARCHEOLOGIA DELLA PASSIONE coreografia Virgilio Sieni musiche di Daniele Roccato eseguite dal vivo dall’autore venerdì 20 febbraio 2015 Junior Balletto di Toscana GISELLE musica Adolphe Adam drammaturgia, regia e coreografia Eugenio Scigliano mercoledì 11 marzo 2015 PARSONS DANCE coreografie David Parsons Tutti gli spettacoli iniziano alle ore 21 Danza sabato 27 dicembre 2014 38 Ballet of Moscow – National Russian Ballet ROMEO E GIULIETTA musiche di Sergei Prokofiev coreografie Andrey Lyapin solisti Aleksandr Stoyanov e Ekaterina Kukhar Per il Teatro Bonci è diventata ormai una tradizione: il periodo natalizio si festeggia nella magica atmosfera del grande balletto russo. Quest’anno da Mosca arriva il National Russian Ballet che presenta due titoli: Romeo e Giulietta (sabato 27 dicembre) e Lo schiaccianoci (domenica 28, fuori abbonamento). Il Ballet of Moscow – National Russian Ballet è stato istituito nell’aprile 1998 dal coreografo Valery Anuchin e dall’insegnante e coreografa Alsou Kondraleevoy, con l’approvazione dell’Artista Popolare Russa Maya Plisetskaya. La giovane compagnia si pone l’obiettivo di interpretare le nuove tendenze della danza classica e della tradizione russa, in una combinazione armoniosa di elementi coreografici e cultura popolare, che fa entrare lo spettatore nella storia stessa del balletto. Il Ballet of Moscow si è esibito in Europa, Asia e America: ogni anno è invitato da prestigiose sale da concerto degli Stati Uniti, di Israele, Spagna, Svizzera, Austria, Croazia, Finlandia, Francia, Cina, e India. Ha partecipato al Festival di Cannes. In Russia la compagnia è stata più volte premiata per il suo contributo allo sviluppo della danza classica. È il balletto più rappresentato al mondo: il dramma di Romeo e Giulietta è l’archetipo dell’amore puro in contrasto con la società. Morte, amore e guerra, sono evocati in uno scenario emotivamente shakespeariano: la versione del Ballet of Moscow s’inserisce nella più classica tradizione russa ma sottolinea il lato torbido della contesa tra i Capuleti e i Montecchi, nella cui ottusità emerge con pieno rilievo poetico l’amore dei due giovani. I personaggi hanno caratteri ben definiti: Giulietta, con la grazia del suo slancio amoroso. Romeo, tutto ardore e sentimento, Mercuzio, il ribaldo, Tebaldo, l’arrogante. Il tutto in una ambientazione medioevale, evocata dagli sfarzosi costumi e dagli scenari incantati che, con effetti speciali e giochi di luce, continuano a emozionare il pubblico. www.moscowballet.eu Danza domenica 28 dicembre 2014 fuori abbonamento 39 Ballet of Moscow – National Russian Ballet LO SCHIACCIANOCI musiche di Pyotr Ilyich Tchaikovsky coreografie Marius Petipa solisti Katerina Kukhar e Aleksandr Stoyanov È uno dei balletti più affascinanti della storia della danza: per le sue caratteristiche di favola a lieto fine e per la vicenda pervasa da un’atmosfera fatata di festa, Lo Schiaccianoci è lo spettacolo più rappresentato nel mondo durante il periodo natalizio. Una fiaba fatta di dolciumi, soldatini, fiocchi di neve e fiori che danzano, che ammalia grandi e piccini. Vigilia di Natale, agli inizi del XIX secolo: durante una festa un amico di famiglia regala alla piccola di casa, Clara, uno schiaccianoci. Dopo che gli invitati si ritirano, la bambina si addormenta sul letto e inizia a sognare. È mezzanotte, e tutto intorno a lei inizia a crescere: la sala, l’albero di Natale, i giocattoli e, soprattutto, una miriade di topi che cercano di rubarle lo schiaccianoci. Alla fine della battaglia con i topi, lo schiaccianoci si trasforma in un principe e conduce Clara nel Regno dei Dolci, dove li riceve la Fata Confetto… La conclusione è segnata dallo squisito Valzer dei Fiori, dopo il quale Clara si ritrova sulla sua poltrona con lo schiaccianoci in grembo, felice di questo sogno di Natale. Il Ballet of Moscow – National Russian Ballet è stato istituito nell’aprile 1998 dal coreografo Valery Anuchin e dall’insegnante e coreografa Alsou Kondraleevoy, con l’approvazione dell’Artista Popolare Russa Maya Plisetskaya. La giovane compagnia si pone l’obiettivo di interpretare le nuove tendenze della danza classica e della tradizione russa, in una combinazione armoniosa di elementi coreografici e cultura popolare, che fa entrare lo spettatore nella storia stessa del balletto. Il Ballet of Moscow si è esibito in Europa, Asia e America: ogni anno è invitato da prestigiose sale da concerto degli Stati Uniti, di Israele, Spagna, Svizzera, Austria, Croazia, Finlandia, Francia, Cina, e India. Ha partecipato al Festival di Cannes. In Russia la compagnia è stata più volte premiata per il suo contributo allo sviluppo della danza classica. www.moscowballet.eu Danza 40 sabato 24 gennaio 2015 Spellbound Contemporary Ballet LE QUATTRO STAGIONI coreografia e set concept Mauro Astolfi interpreti Maria Cossu, Fabio Cavallo, Alessandra Chirulli, Giuliana Mele, Gaia Mattioli, Sofia Barbiero, Mario Laterza, Cosmo Sancilio, Giovanni La Rocca musiche originali Luca Salvadori musiche Antonio Vivaldi disegno luci Marco Policastro elaborazioni video Enzo Aronica scene Esse a Sistemi con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali in collaborazione con AterDanza una coreografia elettrizzante, un modello di invenzione (Ballet Review) ph. M. Bravi Per la prima volta a Cesena, lo Spellbound Contemporary Ballet trasforma Le quattro stagioni di Vivaldi in un’opera per corpi, suoni e luce: un ensemble di danzatori tra i migliori dell’ultima generazione esalta l’inconfondibile cifra del coreografo Mauro Astolfi e la partitura musicale di Luca Salvadori. La scrittura coreografica è insieme astratta, lirica e atletica: i bravissimi ballerini della Spellbound disegnano linee e geometrie perfette, ariose o delicate, morbide o vorticose. Protagonista assoluta resta la musica: le note del grande compositore veneziano rivivono intrecciandosi con le incursioni contemporanee di Salvadori, in una sovrapposizione di linguaggi e stili differenti che fa da perfetto contrappunto alla danza dei nove interpreti in scena, capaci di muoversi come un corpo unico, un organismo vivente che pulsa, soffre, gioisce, condivide. Autore molto ricercato sulla scena europea, Astolfi ha costruito il suo linguaggio attraverso una personale elaborazione di diverse forme espressive del movimento contemporaneo. Dopo un lungo periodo di permanenza artistica negli Stati Uniti, nel 1994 fonda Spellbound Dance Company, oggi Spellbound Contemporary Ballet, progetto artistico e produttivo che condivide con Valentina Marini. Il carattere internazionale e trasversale del progetto favorisce la diffusione degli spettacoli prodotti in contesti diversi: dai Gala ai format televisivi Rai firmati da Vittoria Cappelli e Vittoria Ottolenghi, fino alle piattaforme di più continenti. Applauditissimo per l’eccellenza degli interpreti e la versatilità del linguaggio coreografico, Spellbound è ospite dei maggiori teatri e festival di Serbia, Germania, Francia, Croazia, Cipro, Thailandia, Svizzera, Spagna, Austria, Bielorussia, Russia e Corea e protagonista di una prestigiosa tournée negli Stati Uniti. Memorabile il record di incassi per cinque stagioni teatrali consecutive ottenuto dallo spettacolo Carmina Burana. www.spellboundance.com Danza sabato 7 febbraio 2015 41 Compagnia Virgilio Sieni DOLCE VITA ARCHEOLOGIA DELLA PASSIONE coreografia Virgilio Sieni interpretazione e collaborazione Giulia Mureddu, Sara Sguotti, Jari Boldrini, Ramona Caia, Maurizio Giunti, Giulio Petrucci, Claudia Caldarano, Marjolein Vogels musiche di Daniele Roccato eseguite dal vivo dall’autore luci Fabio Sajiz, Virgilio Sieni costumi Giulia Bonaldi collaborazione alla produzione Emilia Romagna Teatro, Romaeuropa Festival la Compagnia è sostenuta da Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Regione Toscana, Comune di Firenze in collaborazione con AterDanza Sieni è tra i pochissimi capaci tramite il movimento di dar vita a composizioni che parlano ancora dell’umano (Goffredo Fofi) A distanza di tre anni dall’affascinante Tristi Tropici, torna sul palcoscenico del Bonci la geniale danza ideata da Virgilio Sieni che presenta il nuovo lavoro (coprodotto da Emilia Romagna Teatro) Dolce vita. Pochi coreografi sanno intrecciare con tanta sapienza la poesia del gesto e del movimento con l’esplorazione dell’animo umano: Sieni ci riesce in un costante dialogo con le parole dei grandi autori dell’occidente, da Claude Levi Strauss a Collodi, fino a Aristotele e Lucrezio. Per Dolce vita si confronta con le sacre scritture e, in particolare, con quella serie di episodi che formano la Passione di Cristo: come nel suo stile, il testo è punto di partenza per una ispirata ricerca coreografica. Cinque quadri, Annuncio, Crocifissione, Deposizione, Pietà, Resurrezione, ciascuno dei quali si inoltra nel racconto evangelico della Passione ricercando il senso della comunità attraverso un arcipelago di avvicinamenti, tangenze, riconoscimenti, solidarietà, complicità, sguardi. Nasce così un viaggio che riflette sul dolore e la bellezza, la pietà e la leggerezza. La comunità di danzatori si muove come un unico corpo, attraversa il vuoto dello spazio lasciando tracce di umanità: così la coreografia nasce e trapassa all’istante, tracciando una mappa archeologica del corpo che tenta di indicarci un sentiero possibile di adiacenza della danza alla vita, della vita al corpo, delle azioni alla bellezza e alla tragedia. Direttore della Biennale di Venezia, settore Danza, Virgilio Sieni è uno degli artisti più interessanti della scena europea. Coreografo e danzatore, si è formato fra Amsterdam, New York e Tokyo. Tre volte Premio Ubu, ha creato balletti per i principali Enti Lirici italiani: Teatro alla Scala di Milano, Maggio Musicale Fiorentino, Teatro Massimo di Palermo, Teatro San Carlo di Napoli, Teatro dell’Opera di Roma. Nel giugno 2013 è stato nominato Chevalier de l’ordres des arts et de lettres dal Ministro della cultura francese Aurelie Filippetti. Nell’agosto 2013 è invitato a rappresentare l’Italia a Marsiglia in occasione di Marsiglia Capitale Europea della Cultura dove presenta Arte del gesto nel Mediterraneo, un progetto quadriennale realizzato con più di 160 interpreti provenienti da vari Paesi del bacino del Mediterraneo. www.sienidanza.it Danza 42 venerdì 20 febbraio 2015 Junior Balletto di Toscana GISELLE musica Adolphe Adam drammaturgia, regia e coreografia Eugenio Scigliano luci Carlo Cerri in collaborazione con Andrea Narese costumi Santi Rinciari realizzati da Opificio della Moda e del Costume direzione artistica JBdT Cristina Bozzolini in collaborazione con AterDanza una lettura che si dimostra vincente, riuscendo a emozionare e commuovere (delteatro.it) Il travolgente ensemble Junior Balletto di Toscana propone un titolo classico, Giselle, nella versione contemporanea di Eugenio Scigliano che ha vinto il premio Danza & Danza 2013 come miglior produzione italiana. ph. F. Impiumi Per affrontare questo caposaldo del Romanticismo coreografico Scigliano torna direttamente alle fonti poetiche e letterarie del balletto. Proprio partendo dalla suggestiva leggenda delle Wilis che Heine evocò nel suo libro sulla Germania e tanto suggestionò Theophile Gauthier nello scrivere lo scenario di Giselle, il coreografo si immerge nell’atmosfera gotica e notturna tanto cara alle culture nordiche. Ma riconduce la prima parte della vicenda in un college di età vittoriana dove si educano fanciulle di buona famiglia con rigidi rituali pensati per soffocarne le passioni, in cui è sufficiente mettere a contatto l’innocenza dei sentimenti dei più giovani con l’ambiguità cinica degli adulti per fare esplodere un conflitto profondo e sconvolgente tra verità e convenzioni. Esaltata dalla sorprendente qualità interpretativa dei giovanissimi danzatori la scrittura coreografica restituisce, quasi crudamente, una verità gestuale di sapore espressionista ai personaggi. Scigliano si fa guidare dalla musica di Adam e, affrontando la sfida di una pagina assoluta del repertorio ballettistico, trova la sua personalissima, coerente risposta, offrendo la sua inconfondibile cifra stilistica e la sua sensibilità di autore capace di registrare le minime sfumature del cuore in gesti e movimenti di ampio respiro teatrale. La vivace e agguerrita formazione dello Junior BdT è una fucina di giovani talenti under 20, diretta da Cristina Bozzolini, che si è imposta all’attenzione generale meritando nel 2009 il Premio Danza & Danza e attualmente affronta palcoscenici prestigiosi, nazionali e internazionali. www.danzatoscana.it Danza mercoledì 11 marzo 2015 43 PARSONS DANCE coreografie David Parsons tournée italiana organizzata da BaGS Entertainment un ciclone, una vera forza della natura (New York Times) Torna in Italia a gran richiesta David Parsons, con le coreografie gioiose e colorate che hanno incantato il pubblico di tutto il mondo. Vera e propria icona della post modern dance statunitense, Parsons crea una danza solare, acrobatica, comunicativa, una mix di fisicità, umorismo e tecnologia. Le sue opere, prima fra tutte la celeberrima Caught del 1982, con straordinaria teatralità trasformano il gesto atletico in virtuosismo e leggerezza. L’alta preparazione degli interpreti e la capacità del fondatore di dare anima alla tecnica sono da sempre gli elementi distintivi della sua compagnia, Parsons Dance. Autore di pezzi coreografici divenuti cult della danza planetaria, Parsons ha creato, fra gli altri, per ensemble come Paul Taylor Dance Company, American Ballet Theater, New York City Ballet, National Ballet of Canada. Tra le compagnie che hanno messo in scena sue coreografie si annoverano l’Opera di Parigi, il Netherlands Dance Theater, l’English National Ballet, il Ballet National de Nancy, l’Hubbard Street Dance di Chicago, la BatSheva Dance Company of Israel. Nel 2001 ha diretto Aeros, spettacolo con i ginnasti della Federazione Rumena di Ginnastica Artistica, Ritmica ed Aerobica che è stato in tournée negli Stati Uniti fino al 2003 e nel 2004 ha debuttato con grande successo in Italia. David Parsons ha sempre avuto un rapporto privilegiato con l’Italia: nel 2006 ha realizzato alcune coreografie per la cerimonia di chiusura delle Paraolimpiadi di Torino, nel 2007 è stato chiamato per alla serata di apertura della 57° edizione del Festival di Sanremo. A luglio dello stesso anno la Fondazione Arena di Verona gli ha affidato le coreografie per l’opera Aida di Giuseppe Verdi, con la regia di Giampiero Solari. Nel corso della stagione 2007-2008, ha realizzato le coreografie del musical Hair, di James Rado e Jerome Ragni, con la regia di Giampiero Solari e la direzione musicale di Elisa. www.parsonsdance.org ABBONATI IN ANTICIPO Prosa 44 sabato 13 dicembre 2014 ore 21 Abbonati MUSICA/ DANZA LA REGINA DADA scritto e interpretato da Stefano Bollani e Valentina Cenni musiche Stefano Bollani date da definire Abbonati PROSA/ ESSAI spettacolo da definire Abbonati in anticipo sabato 13 dicembre 2014 ore 21 45 LA REGINA DADA scritto e interpretato da Stefano Bollani e Valentina Cenni musiche Stefano Bollani sound design Francesco Giomi regia del suono Francesco Canavese/ Tempo Reale light design Luigi Biondi registrazione del suono Roberto Lioli scenografia e costumi Andrea Stanisci aiuto regia Emiliano Masala produzione Stefano Bollani, Corte Ospitale Uno spettacolo surreale, intessuto di musica, in cui esplorare i territori della creatività, sfuggendo al senso comune e alle rigide convenzioni umane: si preannuncia così La Regina Dada, prima volta ph. M. Cenni di Stefano Bollani in veste d’autore e attore teatrale. Sul palco il celebre pianista dà corpo ai vari fantasmi che dialogano con la protagonista, che ha il volto, la voce e la fisicità dell’attrice/ danzatrice Valentina Cenni (Desdemona nell’Otello di Luigi Lo Cascio, visto al Bonci durante la scorsa stagione). L’invenzione del mondo sonoro nel quale si muovono i personaggi è affidata a Francesco Giomi e all’associazione Tempo Reale, che da anni plasma nuove forme di interazione fra voce, strumenti, ambienti ed elettronica. Le musiche, registrate, sono di Bollani. La Regina Dada è una storia immaginaria gioiosa e leggiadra, fatta di invenzioni poetiche: una situazione scenica dominata da una coscienza, regina del proprio mondo, frenetica e assorta al tempo stesso. Una donna dialoga con se stessa in una casa popolata di fantasmi, frutto della sua immaginazione. Sono apparizioni varie, tutte incarnate da Bollani, sempre mascherato, trasfigurato in un coniglietto, un panda, una gamba, in un suono…e perfino nel dio Pan. “Parafrasando Aldous Huxley: come il nostro pianeta anche la nostra mente ha ancora le sue terre non registrate dalle carte geografiche e noi proviamo a esplorarle”, dichiara Bollani. “Come la giraffa e l’ornitorinco, le creature che abitano queste più remote regioni della mente sono straordinariamente improbabili. Eppure esistono, perché ignorarle?”. “Tristan Tzara, il teatro dada ci hanno molto ispirato: sono una mia passione dall’adolescenza, quando già mi piaceva chi rompeva le convenzioni”. Del resto da 25 anni questo poliedrico artista suona, compone, canta, presenta, racconta. Fuori dalla rete delle convenzioni e dei generi che ha piegato in un percorso non comune. www.stefanobollani.com 46 ph. G. Senni CALENDARIO 11 ottobre 2014 fuori abbonamento Conservatorio “Bruno Maderna” - Cesena Accademia di Belle Arti di Bologna - Sede Cesena ASTARTO - CONCERTI 13-16 novembre 2014 Vittorio Franceschi IL CAPPOTTO - PROSA 22 novembre 2014 MARIA PERROTTA pianoforte - CONCERTI 29-30 novembre 2014 Angela Finocchiaro, Maria Amelia Monti LA SCENA - ESSAI 5 dicembre 2014 (recupero stagione 2013-14) in collaborazione con Associazione Polonia e Consolato Generale di Polonia in Milano LESZEK BRODOWSKI viola JAKUB TCHORZEWSKI pianoforte - CONCERTI 8-10 dicembre 2014 Chiara Guidi - Socìetas Raffaello Sanzio MACBETH SU MACBETH SU MACBETH Uno studio per la mano sinistra - TEATRO CONTEMPORANEO fuori abbonamento Sala Teatro Valdoca 11-21 dicembre 2014 (riposo lunedì 15) Teatro Valdoca VOCI DI TENEBRA AZZURRA TEATRO CONTEMPORANEO fuori abbonamento 13 dicembre 2014 Abbonati MUSICA/ DANZA Stefano Bollani e Valentina Cenni LA REGINA DADA - ABBONATI IN ANTICIPO 18-21 dicembre 2014 Alessandro Haber, Alessio Boni IL VISITATORE - PROSA 29 gennaio- 1 febbraio 2015 L’ISPETTORE GENERALE - PROSA regia Damiano Michieletto 7 febbraio 2015 Compagnia Virgilio Sieni DOLCE VITA ARCHEOLOGIA DELLA PASSIONE - DANZA 10 febbraio 2015 I SOLISTI AQUILANI GIUSEPPE ALBANESE pianoforte - CONCERTI 12-15 febbraio 2015 Franco Branciaroli ENRICO IV - PROSA 20 febbraio 2015 Junior Balletto di Toscana GISELLE - DANZA 22 febbraio 2015 STEFANO BOLLANI - CONCERTI Piano solo 27 febbraio-1 marzo 2015 Compagnia della Rancia CERCASI CENERENTOLA - PROSA 5-8 marzo 2015 Carlo Cecchi LA DODICESIMA NOTTE - PROSA 11 marzo 2015 PARSONS DANCE - DANZA 12-13 marzo 2015 Glauco Mauri, Roberto Sturno UNA PURA FORMALITÀ - ESSAI 27 dicembre 2014 Ballet of Moscow – National Russian Ballet ROMEO E GIULIETTA - DANZA Teatro Nuovo al Carisport 14 marzo 2015 GORAN BREGOVIC Wedding & Funeral Band - CONCERTI If you don’t go crazy, you are not normal! 28 dicembre 2014 fuori abbonamento Ballet of Moscow – National Russian Ballet LO SCHIACCIANOCI - DANZA 27 marzo 2015 MAFALDA ARNAUTH - CONCERTI Terra da Luz 15-18 gennaio 2015 LA SERRA - PROSA regia Marco Plini 28-29 marzo 2015 Alessandro Bergonzoni NESSI – ESSAI 24 gennaio 2015 Spellbound Contemporary Ballet LE QUATTRO STAGIONI - DANZA 21-24 aprile 2015 Silvio Orlando LA SCUOLA - PROSA 27 gennaio 2015 LUCILLA GALEAZZI e MONI OVADIA - CONCERTI Doppio fronte 47