Presidente ERT Daniele Gualdi Direttore ERT Pietro

2014 – 2015
Presidente ERT
Daniele Gualdi
Direttore ERT
Pietro Valenti
Direttore Teatro Bonci
Franco Pollini
catalogo
a cura di
Emanuela Dallagiovanna
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SOMMARIO
3 Una stagione all’insegna della pluralità e della qualità
Paolo Lucchi Sindaco di Cesena
Christian Castorri Assessore alla Cultura
4 Al Teatro Bonci il sipario si apre su un grande cartellone
Daniele Gualdi Presidente di Emilia Romagna Teatro Fondazione
5 Sventola un colorato teatro d’arte
Franco Pollini Direttore del Teatro Bonci
7 Centri di interesse del cartellone
9 Moby Dick. La balena bianca e altri cannibali
12 Prosa
21 Essai
25 Teatro contemporaneo
28 Concerti
37 Danza
44Abbonati in anticipo
47 Calendario
la copertina è di
Paul Thompson
Questo volume è stato stampato a Cesena
nel mese di settembre dell’anno 2014
dalla litografia «Il Papiro» per conto della
Società Editrice «Il Ponte Vecchio»
UNA STAGIONE ALL’INSEGNA DELLA PLURALITÀ E DELLA QUALITÀ
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Si alza il sipario su una nuova stagione del Teatro Bonci ed è una festa per gli occhi, per la mente,
per il cuore.
Una festa che si ripeterà per ognuno degli spettacoli in cartellone, in ognuna delle tante serate in
cui artisti e pubblico si ritroveranno insieme per rinnovare lo straordinario rito del ‘fare teatro’,
perché – come scrive Jerzy Grotowski, che certo se ne intendeva – teatro è “ciò che avviene tra lo
spettatore e l’attore”.
Questa formula, apparentemente semplice, ben rappresenta (anche nel non detto) il rapporto
speciale che si instaura, immancabilmente, fra gli spettatori seduti in platea e chi sale sul palcoscenico
per esprimere davanti a loro – anzi, per condividere con loro – la sua arte. Non una semplice
rappresentazione, dunque, ma un atto vitale e creativo, che rende lo spazio condiviso un’agorà
contemporanea, uno luogo di cultura e di confronto diretto con altre idee e visioni del mondo.
Nessuno schermo, nessun tablet può offrirci altrettanto.
È questo il motivo per cui gli spettacoli teatrali sono unici e speciali; è questo che li rende
indispensabili anche nella nostra difficile epoca, in cui le minori risorse a disposizione (ma anche
l’abitudine di aver sempre e dovunque a portata di mano – grazie alle nuove tecnologie – musica e
intrattenimento) possono indurre a guardare al teatro come qualcosa di ormai superato e superfluo.
Non è così, anche perché la magia della scena è nella sua pluralità: c’è il teatro dell’impegno sociale
e quello che offre emozioni, stupore, divertimento; c’è il teatro che conserva la memoria di sé
stesso e quello che ribalta canoni e convenzioni per parlare una lingua nuova; c’è il teatro che offre
risposte e quello che pungola con interrogativi.
E anche quest’anno il Bonci bene interpreta questa molteplicità, grazie al cartellone ricco e
variegato proposto da Emilia Romagna Teatro Fondazione, che mixa sapientemente forme di
spettacolo diverse, in modo da soddisfare i vari tipi di pubblico, ma sempre con una particolare
attenzione alla qualità. Così, nella stagione 2014-2015 Cesena accoglierà interpreti del calibro di
Alessandro Haber, Alessio Boni, Franco Branciaroli, Carlo Cecchi, Glauco Mauri, Silvio Orlando;
andranno in scena opere di Shakespeare e Pirandello e testi contemporanei di autori come Pinter
e Schmitt; arriveranno il grande musical con la Compagnia della Rancia e i funambolismi verbali
di Alessandro Bergonzoni, le sorprendenti contaminazioni di Stefano Bollani e i ritmi travolgenti
di Goran Bregovic, la struggente grazia del Balletto di Mosca e le gioiose coreografie di David
Parsons, e tanto altro ancora.
Come sempre, poi, nel cartellone è stato riservato un posto di riguardo alla scena contemporanea,
grazie ai progetti speciali della Socìetas Raffaello Sanzio e del Teatro della Valdoca, compagnie nate
e cresciute a Cesena ma ormai protagoniste della scena teatrale internazionale.
Anche in questa nuova stagione, dunque, il Teatro Bonci si conferma una presenza irrinunciabile
per l’identità culturale non solo di Cesena, ma dell’intero territorio.
Paolo Lucchi
Sindaco di Cesena
Christian Castorri
Assessore alla Cultura
AL TEATRO BONCI IL SIPARIO SI APRE SU UN GRANDE CARTELLONE
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I numeri non sono tutto, ma val la pena sottolineare che da ottobre a aprile al Teatro Bonci di
Cesena sono in programma 29 titoli per un totale di 66 serate di spettacolo. E questo ancora una
volta grazie alla comune volontà di ERT e Amministrazione comunale di Cesena di investire sul
Teatro, nonostante le difficoltà in cui continuano a versare le attività culturali.
Il pubblico ha risposto bene al cartellone della passata stagione. Un gradimento che ci ha sollecitato
a cercare di costruire una proposta artistica altrettanto interessante e ricca, che attraversa epoche,
stili e generi, fra tradizione del classico e scena contemporanea.
Sono due le produzioni ERT presenti nella stagione 2014-2015: Il cappotto di Vittorio Franceschi,
liberamente ispirato all’omonimo racconto di Gogol’, con la regia di Alessandro D’Alatri, che apre
la sezione prosa il 13 novembre, e La serra di Pinter riletta dalla regia di Marco Plini, che debutta il
15 gennaio al Bonci in prima nazionale.
Non è cosa di poco conto perché con queste produzioni ERT e con altre, come ad esempio Astarto,
l’opera allestita dal Conservatorio “Bruno Maderna” di Cesena, il Teatro Bonci si conferma sede
produttiva in un circuito teatrale che supera i confini locali.
La prosa e l’essai si mantengono sezioni portanti del cartellone, con i grandi interpreti dello spettacolo
dal vivo e i volti più amati del nuovo cinema italiano impegnati a calcare la scena: Alessio Boni,
Alessandro Haber, Silvio Orlando, Marina Massironi, Angela Finocchiaro, Maria Amelia Monti,
Alessandro Bergonzoni, Glauco Mauri, Franco Branciaroli, Vittorio Franceschi.
Il teatro contemporaneo ha ancora nel Teatro Valdoca e nella Socìetas Raffaello Sanzio le espressioni
più mature e originali del teatro di ricerca, che Cesena ha avuto la fortuna di veder nascere e
crescere in prestigio e qualità.
Per la musica lo straordinario palcoscenico del Bonci ospiterà i giovani solisti più prestigiosi
della classica – fra gli altri Maria Perrotta e Giuseppe Albanese – e i grandi innovatori del jazz e
della musica crossover come Stefano Bollani (che sempre al Bonci nella sezione abbonati in anticipo
sarà con Valentina Cenni in La Regina Dada di cui ha curato anche le musiche), Goran Bregovic,
Lucilla Galeazzi (in duo con Moni Ovadia), il fado di Mafalda Arnauth; per la danza il balletto
russo e la migliore coreografia contemporanea (David Parsons, Spellbound Contemporary Ballet,
Compagnia Virgilio Sieni, Junior Balletto di Toscana, Eugenio Scigliano).
Continueremo gli incontri con le compagnie teatrali, sull’onda del gradimento del pubblico che
ha affollato il foyer del Bonci o le sale del Cinema San Biagio, mantenendo, ove possibile, quel
connubio tra teatro e cinema che ha caratterizzato gli appuntamenti dello scorso anno.
Infine vorrei dedicare due parole al progetto “Teatro in classe”, il concorso di critica teatrale
riservato alle Scuole superiori che anche alla seconda edizione ha coinvolto centinaia di studenti
nella visione e recensione degli spettacoli del cartellone. Il progetto sostenuto da Conad, con Il Resto
del Carlino come media sponsor, ha una valenza culturale enorme, perché propone ai nostri ragazzi
una partecipazione attiva al teatro, accompagnandoli alla scoperta dei linguaggi dello spettacolo
dal vivo e delle emozioni che ogni volta nascono all’aprirsi del sipario. Proprio per questo siamo
intenzionati a riproporre il progetto e siamo grati a chi continuerà ad essere al nostro fianco per
realizzarlo.
Daniele Gualdi
Presidente di
Emilia Romagna Teatro Fondazione
SVENTOLA UN COLORATO TEATRO D’ARTE
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Sulla facciata del Teatro Bonci sventola un doppio stendardo che riporta tutti i titoli della prossima
stagione teatrale: sul primo gli elementi di spicco della prosa e dell’essai, sul secondo quelli relativi
ai concerti e alla danza. Chi durante l’estate, concittadino o turista, abbia attraversato la piazza,
non può non essere stato colpito da questo annuncio di futuro prossimo, da questa voglia di
ricominciare, quasi che la sosta non ci sia stata e il Teatro, forse come dovrebbe, fosse stato aperto
per accogliere chi lo desideri visitare. Le serate che ci attendono riempiono le stagioni più fredde e
più impegnative per la scuola e per il lavoro, il tempo ideale per dedicarsi al teatro e alla cultura.
Presto arriveranno con l’impellenza di sempre. Per ora, raccogliamo queste nostre impressioni e
sensazioni che ci preparano alla nuova stagione.
Gli amici che hanno attraversato la piazza, molti dei quali si sono soffermati, anche per acquistare
gli abbonamenti a posto fisso in vendita d’estate, mentre il primo autunno, dal 30 settembre, è
riservato agli abbonamenti flessibili, hanno commentato con favore i singoli titoli, alcuni dei quali
colpiscono per gli importanti riferimenti letterari (come Il cappotto e L’ispettore generale tratti da
Gogol, La serra di Pinter, Enrico IV di Pirandello, La dodicesima notte e Macbeth su Macbeth su Macbeth
di Shakespeare), oppure per la presenza di grandi attori e grandi registi (tutti gli spettacoli, ma
ricordiamo in particolare Il visitatore con Alessandro Haber e Alessio Boni, La scuola con Silvio Orlando
e Marina Massironi, La scena con Angela Finocchiaro e Maria Amelia Monti, Una pura formalità con
Glauco Mauri e Roberto Sturno, Nessi di e con Alessandro Bergonzoni, Voci di tenebra azzurra con
Mariangela Gualtieri, oltre a Carlo Cecchi, Franco Branciaroli, Vittorio Franceschi, Chiara Guidi
e altri protagonisti degli spettacoli già citati), e ancora per la forte passione e presenza musicale,
sempre condivisa con i grandi teatrali italiani e le stagioni di prima serie, per il ritorno del musical,
Cercasi Cenerentola (protagonisti Paolo Ruffini e Manuel Frattini e un cast eccellente in ogni campo),
scelto anche per la capacità di interessare i ragazzi e le famiglie; ma soprattutto con una stagione
concertistica di grande significato e di notevole varietà, in cui ogni appuntamento è un evento:
dalla classicità di Maria Perrotta e di Giuseppe Albanese con i Solisti Aquilani alla improvvisazione
jazzistica di Stefano Bollani, dalla musica popolare di Goran Bregovic all’oratorio di Moni Ovadia,
dedicato al ricordo delle sofferenze causate dalla Grande Guerra che abbiamo voluto proporre non
a caso il 27 gennaio 2015, per tutti il Giorno della Memoria, fino alla struggente voce di Mafalda
Arnauth che ha rinnovato profondamente il fado. Se si parla di musica, la danza diventa protagonista,
per la capacità di trasformare i corpi e i loro movimenti in splendide partiture musicali: dal balletto
classico, presentato in due spettacoli consecutivi, l’uno in abbonamento, Romeo e Giulietta, l’altro
fuori abbonamento, Lo Schiaccianoci, alla danza contemporanea di Virgilio Sieni che presenta Dolce
vita, da una versione moderna di un’opera classica come Giselle, alle sfolgoranti Quattro stagioni
dello Spellbound Contemporary Ballet, fino al ritorno di una tra le più note compagnie di danza
acrobatica americana, Parsons Dance. Si aggiungono vari appuntamenti che hanno forti riferimenti
con la vita culturale cittadina, dal debutto di Astarto, l’Opera del Conservatorio di Cesena che,
grazie al Concorso Primo Palcoscenico, da molti anni riesce a proporre un appuntamento lirico
di prestigio ad ogni stagione, all’omaggio dell’Associazione Polonia e del Consolato Generale di
Polonia di Milano al Teatro Bonci con il concerto per pianoforte e viola su musiche della tradizione
polacca, dalla ripresa dopo la “prima estiva” di La Regina Dada, la drammaturgia scritta da Stefano
Bollani per l’attrice danzatrice Valentina Cenni, al progetto Moby Dick che verrà proposto a maggio,
al termine della stagione, per i ragazzi, nell’ambito della stagione di Teatro ragazzi che compie i
suoi 35 anni e del Festival Nazionale di Teatro Scolastico che giunge alla XVII edizione, e per gli
adulti fuori abbonamento.
Ma gli amici che hanno attraversato la piazza hanno anche avvertito che quegli stendardi colorati
che sventolano le news della stagione teatrale non sono solamente un elenco di titoli ma presentano
un quadro d’insieme organico, una proposta organizzata, un progetto culturale. Gli spettacoli non
sono slegati, non rispondono unicamente all’esigenza di soddisfare il nostro desiderio di spettatori,
sempre rivolto alla qualità e alla visibilità dei singoli appuntamenti, ma si inseriscono in una visione
che viene ritmata dalle tante iniziative culturali che le settimane autunnali-invernali-primaverili
vedranno sbocciare. Sono raccolte nei Centri di interesse che in apposita sezione di questo catalogo
vengono dettagliatamente descritti, anche se i programmi saranno definiti in itinere, costruiti
per approfondire i temi suggeriti dagli spettacoli e dai concerti e soprattutto per introdurre altri
percorsi, come quello che porta alla Rassegna autunnale dedicata a William Shakespeare, nel 450°
anniversario della sua nascita, avvenuta nel 1564, lo stesso anno in cui nacque, per una coincidenza
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astrale di incredibile fascino, il nostro Galileo Galilei – a cui dedicheremo conferenze e letture,
anche per gli Istituti scolastici superiori -, oppure quelli che annunciano il rilancio di iniziative
trasversali come “Poesia a teatro” e “Uno scrittore le sue musiche”.
La scelta dei titoli, la programmazione, risponde, va ribadito, ad una idea, ad una ispirazione, ad
un mission del Teatro Bonci che tiene conto della tradizione, prima musicale, poi dramatica, come
la prosa veniva chiamata nell’Ottocento, della paradigmatica classicità di prospettiva della sua
immagine (oggi si direbbe del brand), intesa nel senso di una proposta che dal futuro guarda al
presente e al passato. Parteggia per una sperimentazione che costruisca drammaturgie e partiture,
scritture sceniche e coreografie che domani verranno considerate classiche: non è pensata come
una riproposizione polverosa di vecchie cartoline, di vecchi merletti teatrali. Tutt’altro: l’idea è che
occorra ricercare sempre il giusto equilibrio, una ricca mediazione con il rinnovamento, i nuovi
linguaggi, l’attualizzazione, per un teatro d’arte che attiri, interessi e appassioni il pubblico. Non
è tempo di trasgressioni, perché è tempo di consolidare i risultati acquisiti con professionalità e
senso della misura; non è tempo di un teatro d’artista che, come avviene in tanta parte dell’arte
contemporanea, sia una solipsistica esercitazione di ermetiche frasi, comprensibili solamente
attraverso codici posseduti solamente dagli stessi autori. È invece tempo di condivisione, di
comunicazione, di nuovo teatro che spazi, che per accogliere e conquistare il pubblico faccia tesoro
dei risultati e delle esperienze di tutti generi teatrali, anche attraverso contaminazioni, e di tante
forme artistiche innovative ma professionali, rispettose dei codici e delle norme, di un teatro
d’arte che parli lo stesso linguaggio dei pubblici che sta cercando. Solo così potrà sorprenderli,
meravigliarli, affascinarli, farsi amare.
La nostra stagione, la proposta 2014-2015 del Teatro Bonci di Cesena, è il risultato di un tentativo
che si è ispirato a queste intenzioni: se e quanto siano realizzate saranno il palcoscenico e il pubblico
a decretarlo con la nostra approvazione o disapprovazione di spettatori. In ogni caso, riteniamo sia
una buona ragione, anzi un insieme colorato e sventolante di ragioni, per abbonarsi e per scegliere
il cartellone del Teatro Bonci di Cesena.
Franco Pollini
Direttore del Teatro Bonci
CENTRI DI INTERESSE DEL CARTELLONE
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GOGOL (L’ISPETTORE GENERALE/ IL CAPPOTTO): due autori/registi di grande interesse
contemporaneo, Vittorio Franceschi e Damiano Michieletto, interpretano e rendono contemporaneo
con stili diversi il realismo visionario e la creatività fantastica di Gogol.
PIRANDELLO (ENRICO IV): l’allestimento del testo più rappresentativo del teatro di Pirandello
(interpretato da Franco Branciaroli) consente di approfondire e attualizzare l’opera tragica del
drammaturgo siciliano.
SHAKESPEARE/ GALILEO: come Wagner e Verdi, due grandi scrittori, l’uno di teatro, l’altro di
scienza, sono nati nello stesso anno, il 1564, quattrocentocinquanta anni fa, Shakespeare e Galileo.
L’anno in corso è per questo ricordato con il logo di Galwill. Due spettacoli in cartellone sono ulteriori
omaggi al genio inglese (La dodicesima notte e il Macbeth di Chiara Guidi, nel festival “Mantica” della
Raffaello Sanzio), ma anche a Galileo verrà prestata grande attenzione.
LA SCUOLA: nel remake di se stessa, e con regia di Daniele Lucchetti e la cardinalità di Silvio Orlando,
“la scuola” rivive personaggi e situazioni che paiono fermarsi nel tempo in una società che corre
troppo veloce.
FREUD E IL VISITATORE: la regia di Valerio Binasco coglie la dinamicità del rapporto tra Freud e
il misterioso “visitatore” (interpretati da Alessandro Haber e Alessio Boni), a cui Schmitt, l’autore,
intitola il dramma, segno anche della complessità del pensiero scientifico che si arricchisce nel dubbio
e nell’incertezza.
CENERENTOLA E IL MUSICAL: un genere tra le arti e i linguaggi del teatro, trova un nuovo stile e
una lettura che attira i più giovani e piace a tutti in Cercasi Cenerentola.
LA SERRA: in un luogo estremo, di confine, i personaggi sono guidati da una trama gialla, da una
condizione da thriller, in cui tuttavia ciò che li unisce è la surreale conversazione che si svolge tra loro
e che viene sviluppata da Marco Plini, un regista molto attento alla contemporaneità, che a Cesena
debutta con il suo nuovo lavoro.
GLI ATTORI TRA CINEMA E TEATRO. GLI INCONTRI: il riferimento al cinema (e ai media in
generale) è costante nel teatro contemporaneo. La presenza di attrici e attori così poliedrici consente
di favorire incontri ricchi di testimonianze, di materiali e di notizie.
Nel corso della stagione, se compatibili con impegni e disponibilità contingenti, gli spettacoli saranno
integrati da una interazione positiva tra gli spettatori e i protagonisti della scena, come Alessio
Boni, Angela Finocchiaro, Alessandro Haber, Marina Massironi, Silvio Orlando. Accade anche che
il rapporto sia vivificato da un interscambio di testi, copioni e sceneggiature, come capita con la
stessa La scuola, ma soprattutto con la versione teatrale di film di successo come Una pura formalità
(che segna il ritorno a Cesena di Glauco Mauri e Roberto Sturno) o con l’impegno a teatro di registi
cinematografici, come Cristina Comencini per La scena.
LINGUE SPECIALI E TEATRO: ogni autore usa la lingua in modo diverso; Alessandro Bergonzoni,
di più, ha inventato una lingua originale in cui è consentito di montare e smontare il lessico e di
giocare con gli infiniti significati delle parole.
GIORNO DELLA MEMORIA: il 27 gennaio è il giorno in cui nel 1945 il campo di concentramento
di Auschwitz è stato liberato e oggi viene celebrato in ricordo delle vittime dell’Olocausto. Il Teatro
Bonci è partecipe di questo sentimento universale, in ricorrenza anche del 70° della Liberazione di
Cesena, con una serata dedicata alla musica e alla voce di Moni Ovadia.
MARIA PERROTTA/ GIUSEPPE ALBANESE: il pianoforte è lo strumento musicale principe per la
classica, quest’anno rappresentata da due esecutori italiani di fama internazionale.
STEFANO BOLLANI: per la prima volta al Bonci con il suo programma solistico (anche se presente
più volte in varie formazioni), Bollani si presenta anche come drammaturgo, in uno spettacolo scritto
e interpretato da Valentina Cenni, La Regina Dada.
BREGOVIC/ ARNAUTH: la musica popolare e il fado sembrano appartenere a mondi molto lontani,
almeno quanto i Balcani da Lisbona ma, allo stesso modo, conquistano e affascinano il pubblico
contemporaneo, travolgendo con i loro ritmi.
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DANZA: gli aggettivi per la danza si sprecano e gli specialismi dominano la scena, ma sul tappeto i
corpi si muovono seguendo traiettorie simili e spendono una formazione comune. Gli spettacoli del
cartellone del Bonci (il balletto classico di Mosca e la danza americana contemporanea di Parsons,
le diverse esperienze italiane, dal teatro-danza alla scuola del classico contemporaneo) propongono
uno spaccato qualificato e trasversale di una disciplina e di un mondo di grande interesse e spessore.
LIRICA: oltre all’abituale appuntamento autunnale con la produzione lirica del Conservatorio
di Cesena, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Bologna – quest’anno prevedono
l’allestimento di Astarto di Giovanni Bononcini –, che vedrà il debutto sul palcoscenico di giovani
cantanti, vincitori del concorso “Primo palcoscenico”, sono previste nel corso della stagione altre
proposte di repertorio che verranno annunciate di volta in volta.
SEGNALI DI PROGETTI SPECIALI E ALTRI EVENTI
TEATRO IN CLASSE: accompagna la stagione di prosa, assicurando per ogni spettacolo una
recensione e un testo di approfondimento che sono pubblicati da Il Resto del Carlino che è il promotore
dell’iniziativa insieme con ERT e Conad. La qualità dei lavori dei ragazzi, guidati dai loro insegnanti,
viene rimarcata da alcuni riconoscimenti finali per le scuole e per i ragazzi.
STAGIONE DI TEATRO RAGAZZI. 35ª edizione: per l’Area vasta del teatro romagnolo, si svolge
da gennaio a maggio 2015 e coinvolge istituti scolastici, ragazzi e insegnanti di ogni ordine e grado.
Nel programma, costruito con i docenti, compaiono produzioni nazionali in rappresentanza di ogni
linguaggio teatrale, progetti speciali dal territorio, eventi realizzati dal Teatro Bonci nell’ambito dei
percorsi formativi che attiva, oltre ad iniziative degli stessi istituti scolastici.
FESTIVAL NAZIONALE DEL TEATRO SCOLASTICO Elisabetta Turroni XVII edizione: si
svolgerà dal 14 al 18 aprile 2015, con spettacoli, incontri, mostre, iniziative turistiche e una vetrina
internazionale. Riconosciuto tra i festival italiani più qualificati del settore, laurea ogni anno gli
allestimenti più riusciti, dal punto di vista sia didattico che teatrale, realizzati in Italia durante il
precedente anno scolastico.
UNO SCRITTORE LE SUE MUSICHE: rassegna diffusa, in genere allestita con il pubblico sul
palcoscenico, che in teatro unisce la scrittura (poesia, letteratura, saggistica, cinematografia) con la
musica, eseguita dal vivo e suggerita, stimolata e amata dagli stessi scrittori. L’edizione sarà dedicata
a un anno di drammatica importanza, il 1915, con testi, personaggi, opere pensate e pubblicate in
quel tempo terribile e mirabile.
POESIA A TEATRO: rassegna concentrata nel tempo, in genere allestita nel foyer del Teatro, che
presenta poetesse e poeti emergenti e laureati, letti in luoghi teatrali da attrici e attori.
MOBY DICK: nuovo appuntamento del Format Itaca che vede sul palcoscenico giovani studenti
debuttanti, preparati da un corso di formazione, integrato con il Festival del Teatro Scolastico e con
la stagione di Teatro ragazzi. Lo spettacolo conclusivo, per ragazzi e per adulti, presenta uno stile e
un linguaggio originali, frutto di un interpretazione profonda e attuale del capolavoro e dell’intera
opera di Melville.
ARCHIMEDE: presentazione del volume Sulle tracce di Archimede. Viaggio nella Biblioteca Malatestiana
(edizioni Carrocci), con il copione e il dvd dello spettacolo L’infinito prima di noi realizzato in
collaborazione con la Biblioteca Malatestiana.
MOBY DICK
LA BALENA BIANCA E ALTRI CANNIBALI
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Una introduzione al format e al percorso creativo che dai laboratori con i ragazzi degli Istituti scolastici
superiori e delle Università porterà alla realizzazione di uno spettacolo di Gabriele Marchesini per le scuole
e per gli adulti
Moby Dick, la balena bianca, Pequod, la baleniera, Achab, il capitano, Ismaele, il narratore, e tutti
i personaggi del romanzo di Melville sono entrati nell’immaginario della cultura e degli uomini
occidentali con la stessa forza e durata degli eroi e dei miti dell’antichità. Sono classici senza
tempo, anche se le loro vicende ammettono spiegazioni ed interpretazioni legate ad un periodo
storico molto preciso, l’Ottocento americano e la frontiera da esso attraversato, e ad una civiltà
emergente, frutto della rivoluzione industriale e tecnica generata dall’avvento e dall’avanzata del
capitalismo rampante.
La fortuna di Moby Dick e di Melville è stata alterna: è esplosa solamente all’inizio del Novecento,
decenni dopo la morte dello scrittore, misconosciuto in vita dagli stessi ambienti letterari, e in
Italia addirittura successivamente per l’interesse di Pavese e del suo realismo magico. Questi
riconoscimenti tardivi hanno motivato una complessità di interpretazioni, così ampia e profonda,
da creare attorno al romanzo e alle vicende che vi sono narrate una nube di possibili percorsi così
intricati da rendere la lettura più meditata di quanto forse sarebbe utile.
In realtà, il libro è la summa di una attività editoriale intrecciata profondamente con la vita
dell’autore che spesso ha trasfuso nella scrittura proprie personali vicende ed avventure, così
realizzando racconti di mare, come in Billy Budd, in cui la vita, i ritmi, i conflitti che si scatenano
sulle navi sono descritti nei minimi particolari tecnici ed umani; racconti d’avventura, come in
Typee, vera e propria prova generale di Moby Dick, che descrive la drammatica avventura dello
stesso Melville presso una tribù polinesiana dedita al cannibalismo rituale; racconti esistenziali,
come Bertleby, lo scrivano e Benito Cereno, dove sono colti atteggiamenti di rifiuto estremo delle
consuetudini e del comportamento razionale dell’uomo contemporaneo.
Da qui anche la sua complessità che, al di là dei significati che hanno attribuito al libro il segno
dell’epicità, della sacralità, della riflessione filosofica, può essere in realtà ridotta all’essenziale
della sua trama apparente. Del resto è quanto facciamo con i classici, con i grandi poemi della epica
occidentale, della mitologia antica: non guardiamo in prima istanza ai profondi significati che
celano e che si rinnovano di epoca in epoca, di generazione in generazione. Se trattano questioni
durature, se sono in grado di parlare agli uomini di ogni latitudine e di ogni tempo, queste opere
hanno il pregio di presentarci una tessitura, un ordito di superficie sempre convincente e sempre
ricorrente, una maglia che non ammette smagliature e che regge nei secoli, alla quale applicare le
nostre mutevoli concezioni del mondo, a cominciare da quella che sicuramente lo stesso Melville ci
voleva trasmettere. Aveva a che fare con la Bibbia e la concezione cristiana della divinità? aveva a
che fare con il conflitto eterno tra Natura e Umanità, nel contesto di un processo di trasformazione
dai confini non decifrabili? aveva a che fare con la capacità attrattiva del Male e con la diabolica
proliferazione delle nostre paure nei confronti dell’ignoto, delle profondità del nostro animo?
aveva a che fare con la lotta senza quartiere contro il diverso? Forse non sappiamo decifrare del
tutto, forse questi significati convivono in una visione magica, pre-scientifica, primordiale della
tecnica e del fare come strumenti della conquista dell’Uomo verso il Mondo.
In ogni caso, seguendo la trama del racconto, dando vita ai personaggi che agiscono e interagiscono,
costruendo un copione di fatti, di microeventi, riducendo la vicenda all’antagonismo tra due
personaggi mitici, enormi, eroici, al duello tra Moby Dick e Achab, alla loro contrapposizione
senza mediazioni, anzi con l’unica mediazione possibile, quella della narrazione, del racconto
in prima persona dell’unico che si salva, Ismaele, l’io narrante, il testimone, adottando questa
scelta dunque, si può tentare di individuare una linea semplificata, un fiume sotterraneo comune
a tutte le possibili interpretazioni. Moby Dick è la balena bianca, cannibale, essere in estinzione,
che difende la propria vita e la propria permanenza sulla terra; Achab è l’eroe antico che soffre
nell’impari lotta contro una natura che in realtà è stata scatenata non dagli dei, come nell’epica
antica, ma dal demone dei propri incubi, sogni, desideri, nascosti nel profondo del proprio animo.
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Se Moby Dick è il cannibale bianco, Achab è il cannibale nero che cattura, uccide e mangia ogni
parte del corpo della balena che a sua volta morde e mangia il corpo del capitano e di tutti gli
uomini dell’equipaggio. Dove, come nella ritualità della tribù di Typee, e come nella liturgia
cristiana, l’atto edulo è il più alto dei gesti religiosi e sacri. Nel libro di Melville il riferimento al
cannibalismo è continuo: oltre a Moby Dick, che strappa e mastica i suoi aggressori, la stessa nave
è un cannibale, perché usa le ossa, il grasso e altro delle balene uccise per strumenti e vari oggetti
e varie funzioni, ma sono selvaggi cannibali alcuni personaggi come il fondamentale Queequeng e
comunque ripetuto è il riferimento a Giona che viene “mangiato” dalla balena, come poi succederà
a Pinocchio nella fantastica costruzione narrativa di Collodi. Infatti, questa lotta senza quartiere
e senza speranza sarebbe un fatto privato, nei mari del Sud e lontano dalla civiltà, se non fosse
per Ismaele, per la letteratura, per la narrazione che ci consentono di conoscere, di apprendere,
di interpretare. Su queste tre figure e sulla loro complessa interazione si costruisce il copione e
la scrittura scenica di uno spettacolo che intende innanzitutto esprimere la profonda e ancestrale
attrazione del mare e della sua forza.
Un’idea per lo spettacolo. Pubblico e attori sono ubicati all’interno della nave che prima si prepara
e poi realizza la caccia a Moby Dick. Il nucleo è costituito dagli episodi della caccia, gli ultimi
capitoli del libro che iniziano con l’avvistamento e terminano con l’affondamento della nave e la
morte dell’equipaggio, a parte Ismaele, il narratore. La caccia è preceduta da quattro-cinque quadri
che introducono la vicenda e ne danno un’interpretazione fedele: riguardano (1) l’avvicinamento
di Ismaele al Pequod con una prima descrizione del tema del cannibalismo, delle pratiche religiose,
della figura di Queequeng; (2) la figura di Achab e la descrizione delle sue sofferenze; (3) il tema
della rappresentazione interiore in Achab della balena bianca, come grumo del male, anzi di tutti
mali; (4) la balena, la sua fisicità, il suo biancore; (5) la malattia di Queequeng, il selvaggio, con la
costruzione della bara a forma di barca, grazie alla quale Ismaele si salverà.
Franco Pollini
1564
L’anno mirabile di William Shakespeare,
Galileo Galilei e John Milton.
Discorsi attorno
a William Shakespeare & Co.
tra cinema, teatro
e letteratura
6-10 dicembre 2015
Siamo fatti della stessa
sostanza dei sogni.
William Shakespeare
Prosa
da giovedì 13 a domenica 16 novembre 2014
IL CAPPOTTO
di Vittorio Franceschi
liberamente ispirato all’omonimo racconto di Gogol’
regia Alessandro D’Alatri
con Vittorio Franceschi, Umberto Bortolani, Marina Pitta
da giovedì 18 a domenica 21 dicembre 2014
IL VISITATORE
di Eric-Emmanuel Schmitt
traduzione e adattamento Valerio Binasco
con Alessandro Haber, Alessio Boni
regia di Valerio Binasco
da giovedì 15 a domenica 18 gennaio 2015
LA SERRA
di Harold Pinter
traduzione Alessandra Serra
regia Marco Plini
con Mauro Malinverno, Valentina Banci, Luca Mammoli, Fabio Mascagni, Giusto
Cucchiarini, Francesco Borchi, Elisa Cecilia Langone
da giovedì 29 gennaio a domenica 1 febbraio 2015
PROSA
L’ISPETTORE GENERALE
di Nikolaj Vasil’evič Gogol’
adattamento drammaturgico di Damiano Michieletto
con Alessandro Albertin, Luca Altavilla, Alberto Fasoli, Emanuele Fortunati, Michele
Maccagno, Fabrizio Matteini, Eleonora Panizzo, Silvia Paoli, Pietro Pilla, Stefano
Scandaletti
regia Damiano Michieletto
da giovedì 12 a domenica 15 febbraio 2015
ENRICO IV
di Luigi Pirandello
regia Franco Branciaroli
con Franco Branciaroli,
Melania Giglio, Giorgio Lanza, Antonio Zanoletti
da venerdì 27 febbraio a domenica 1 marzo 2015
Compagnia della Rancia
CERCASI CENERENTOLA
una favola musicale per tutta la famiglia
di Saverio Marconi e Stefano D’Orazio
musica Stefano Cenci
con Paolo Ruffini, Manuel Frattini
regia Saverio Marconi e Marco Iacomelli
da giovedì 5 a domenica 8 marzo 2015
LA DODICESIMA NOTTE
di William Shakespeare
traduzione Patrizia Cavalli
regia Carlo Cecchi
con Carlo Cecchi
da martedì 21 a venerdì 24 aprile 2015
LA SCUOLA
di Domenico Starnone
regia di Daniele Lucchetti
con Silvio Orlando, Vittorio Ciorcalo, Roberto Citran, Marina Massironi, Roberto
Nobile, Antonio Petrocelli, Maria Laura Rondanini
Gli spettacoli serali iniziano alle ore 21, le pomeridiane della domenica e la
pomeridiana di sabato 28 febbraio alle ore 15,30
12
Prosa
13
da giovedì 13 a domenica 16 novembre 2014
Emilia Romagna Teatro Fondazione
IL CAPPOTTO
di Vittorio Franceschi
liberamente ispirato all’omonimo racconto di Gogol’
regia Alessandro D’Alatri
con Vittorio Franceschi, Umberto Bortolani,
Marina Pitta, Federica Fabiani, Andrea Lupo, Giuliano
Brunazzi, Matteo Alì, Alessio Genchi, Valentina Grasso
scene Matteo Soltanto
costumi Elena Dal Pozzo
luci Paolo Mazzi
musiche Germano Mazzocchetti
suono Giampiero Berti
regista assistente Gabriele Tesauri
in equilibrio perfetto tra liricità e comicità
(Corriere della Sera)
ph. R. Cavalieri
Un piano sequenza che “seguendo il candore di un umile personaggio ci accompagna tra le pieghe
dei vizi e della corruzione della condizione umana”: così il regista Alessandro D’Alatri, talento diviso
tra cinema, teatro e pubblicità, inquadra la vicenda de Il cappotto, uno dei racconti più famosi della
letteratura mondiale, scritto da Gogol’ nel 1842 e già adattato in pellicola nel 1952, da Alberto Lattuada
con Renato Rascel.
Vittorio Franceschi ne ha tratto una nuova versione teatrale che interpreta, come protagonista, sotto
la direzione di D’Alatri. Si rinnova la felice collaborazione nata con Il sorriso di Daphne, spettacolo
premiato nel 2006 con l’UBU e il Premio “ETI – Gli Olimpici del Teatro”.
La produzione è di Emilia Romagna Teatro.
Ambientato nella Russia zarista, Il cappotto racconta le vicissitudini del piccolo funzionario Akàkij
Akàkievic Bašmàckin che vive serenamente della propria anonima attività di copista, sino al momento in
cui, costretto dalle convenzioni sociali più che dal freddo, deve comprarsi un nuovo cappotto...
“É la storia”, scrive Franceschi, “della maggioranza degli esseri umani, dei ‘copisti della vita’ i quali
mandano avanti il mondo pur subendone le violenze e gli insulti, e ripetendone all’infinito le parole
e gli usi, i sentimenti e i desideri, i sogni e i naufragi. Siamo tutti vecchi Pietroburghesi. Di quella città
conosciamo a fondo gli angoli delle strade, i volti dei passanti, le voci, i rumori e gli odori, perché sono
gli stessi di Milano e di Torino, di Bologna e di Genova, di Roma e di Napoli e di tutte le città italiane di
oggi e di sempre. La marmaglia rapace dei presuntuosi, dei vili, delle mezze calzette, dei barattieri e dei
prepotenti cammina e traffica al nostro fianco, come camminava e trafficava al fianco di Akàkij Akàkievič
ai tempi dello Zar Nicola I.”
www.emiliaromagnateatro.com
Prosa
da giovedì 18 a domenica 21 dicembre 2014
14
Goldenart production
IL VISITATORE
di Eric-Emmanuel Schmitt
traduzione e adattamento Valerio Binasco
con Alessandro Haber, Alessio Boni
e con Nicoletta Robello Bracciforti, Alessandro Tedeschi
regia di Valerio Binasco
musiche Arturo Annecchino
scene Carlo De Marino
costumi Sandra Cardini
Haber e Boni incendiano la tragicommedia (La Stampa)
Torna in scena la formidabile coppia formata da Alessandro Haber e Alessio Boni (al Bonci con Art nel
2011), questa volta alle prese con Il Visitatore, un’altra pièce francese contemporanea, firmata da EricEmmanuel Schmitt, diretta da Valerio Binasco.
Il testo, ambientato nella Vienna occupata del 1938, racconta l’incontro tra Sigmund Freud e un misterioso
visitatore (Dio, come dichiara di essere? o soltanto un mitomane?) che all’improvviso entra dalla finestra
del suo celebre studio, in via Bergstrasse 19, seriamente intenzionato a discutere con lui, vecchio e
devastato dalla malattia, le basi del suo pensiero laico.
È una commedia brillante, intelligentemente leggera, che, sullo sfondo della tragedia nazista affronta
temi fondanti come il bene e il male, l’amore, la religione, la libertà, la storia, il senso della vita, fino a
formulare la domanda inevitabile: se Dio esiste,
perché permette tutto ciò?
Il piglio dei dialoghi è efficace, diretto, quasi da
sit-com: uno di fronte all’altro i due attori, perfetti
nelle parti e in totale empatia fra loro, si sfidano
a colpi di pensiero, in una partita esilarante e
commovente.
“La casa di Freud è una casa qualsiasi, assediata
dal buio e dalla follia del mondo. Quasi quasi,
sembra casa nostra.”, annota il regista. “Tutto
si svolge in una triste notte di tanti anni fa, ma
potrebbe essere, quasi quasi, anche stanotte.
Niente è quel che sembra, questa notte: i canti
nazisti a volte sembrano quasi belli, Dio sembra
un matto qualunque e perfino Sigmund Freud ph. T. Le Pera
sembra disperatamente ingenuo, come ciascuno
di noi. Anche Dio, qui, è in fondo un ‘povero Diavolo’; e le domande vertiginose che questa commedia
ci pone, sono da lasciare tutte, umilmente, senza risposta; tranne una, forse…Una risposta importante, a
ben vedere, c’è, ed è questa: ‘Sì ’. La domanda, però, dovrete farvela da soli. Buon divertimento.”
www.goldenartproduction.it
Prosa
da giovedì 15 a domenica 18 gennaio 2015
15
Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro Metastasio Stabile della Toscana
LA SERRA
di Harold Pinter
traduzione Alessandra Serra
regia Marco Plini
con Mauro Malinverno, Valentina Banci, Luca Mammoli,
Fabio Mascagni, Giusto Cucchiarini, Francesco Borchi,
Elisa Cecilia Langone
scene e costumi Claudia Calvaresi
PRIMA NAZIONALE
All’inizio del 2015 debutta in prima nazionale la
nuova produzione che ERT realizza con il Teatro
Metastasio: La serra di Pinter firmata da Marco
Plini, già giovane assistente di Castri, oggi tra i
registi più interessanti del panorama nazionale.
Si tratta di un testo molto particolare del repertorio ph. L. Porrazzini
pinteriano, scritto nel 1958 ma rimasto in un
cassetto fino al 1980, anno in cui il drammaturgo decide di metterlo in scena personalmente con le
opportune revisioni.
La serra sembra confermare il celebre dettame di Beckett, non c’è nulla di più divertente dell’infelicità:
mette in scena una vicenda profondamente drammatica che si dipana, però, tra commedia surreale e
giallo.
Personaggi meschini, messi impietosamente a nudo, rivelano il vero volto del potere: stupidi burocrati,
inetti e spaventati, si nascondono dietro il loro titolo, perennemente impegnati nella guerra per la
successione, terrorizzati dall’idea di perdere una piccola o grande rendita di posizione.
Nel disordine e nella casuale anarchia che determina il loro mondo, ciò che emerge è chiaro: dietro alle
più oscure e cervellotiche manovre per il potere si celano solo piccoli uomini spaventati.
Pinter sovrappone una figura tradizionale del repertorio ebraico-yiddish, l’inetto di professione, lo
Schlemiel, a una figura di potere collocata all’interno di una strana struttura semi-ospedaliera, stravolgendo
la funzione di questo carattere: non è più il sopraffatto, l’oppresso, ma un potente, un dominatore ad
essere schiacciato dal sistema, solo che in questo caso è stato lui stesso ad architettarlo.
Pinter costruisce un messaggio politico che è quasi una dimostrazione matematica: dietro alla bramosia di
potere non c’è niente, nessuna idea, nessuna visione, solo la vanità del singolo individuo. La condanna,
senza appello, colpisce il genere umano, per le azioni di cui è, o meglio non è, capace.
www.emiliaromagnateatro.com
Prosa
da giovedì 29 gennaio a domenica 1 febbraio 2015
16
Teatro Stabile del Veneto, Teatro Stabile dell’Umbria
L’ISPETTORE GENERALE
di Nikolaj Vasil’evič Gogol’
adattamento drammaturgico di Damiano Michieletto
con Alessandro Albertin, Luca Altavilla, Alberto Fasoli, Emanuele Fortunati, Michele Maccagno, Fabrizio Matteini,
Eleonora Panizzo, Silvia Paoli, Pietro Pilla, Stefano Scandaletti
regia Damiano Michieletto
scene Paolo Fantin
costumi Carla Teti
disegno luci Alessandro Carletti
attori perfetti per una geniale messa in scena (Il Giornale di Vicenza)
La spietata commedia scritta da Gogol’ nel 1835 per sbeffeggiare i piccoli, corrotti notabili della Russia
zarista, è materia del secondo lavoro che Damiano Michieletto firma nell’ambito della prosa nel giro
di due anni. Star della regia lirica, autore di sorprendenti allestimenti in tutto il mondo (dalla Scala
a Salisburgo, da New York al Covent Garden di Londra), Michieletto è infatti reduce dal successo del
Ventaglio goldoniano, frizzante messa in scena che ha conquistato anche il pubblico cesenate.
L’ispettore generale, è l’affresco di una società degradata, viziosa e corrotta, in cui il potere politico
rappresenta all’ennesima potenza le meschinità del popolo.
La vicenda è nota: a una piccola comunità della provincia russa si annuncia l’arrivo di un ispettore
del governo, probabilmente in incognito. Nel clima di corruzione generale che governa la cittadina
tutti hanno le mani in pasta: dal sindaco al commissario di polizia, dal giudice alle autorità sanitarie e
scolastiche. Si scatena il panico e quando i notabili scambiano un giovane pietroburghese squattrinato
per l’ispettore fanno a gara per ingraziarselo a suon di mazzette…
“Guarda queste banconote, sono tutte sporche!”: la regia parte da questa battuta per immaginare una
versione pop della storia, ambientata in una sgangherata balera di periferia, in cui si muove “un’umanità
gretta e sporca, compressa nella paura per quattro atti e pronta ad esplodere nel finale, in una catartica
liberazione, raccontata come un’aspirazione al
lusso, al divertimento facile, ad un altrove forse
ancora più gretto e meschino della realtà.” Tutto
si risolve in un grottesco party a bordo piscina.
L’ispettore generale è una graffiante e
attualissima denuncia della corruzione
pubblica, un testo oggi più che mai necessario.
www.teatrostabileveneto.it
ph. S. Pea
Prosa
da giovedì 12 a domenica 15 febbraio 2015
17
CTB Teatro Stabile di Brescia, Teatro de Gli Incamminati
ENRICO IV
di Luigi Pirandello
scene e costumi Margherita Palli
luci Gigi Saccomandi
regia Franco Branciaroli
con Franco Branciaroli,
Melania Giglio, Giorgio Lanza, Antonio Zanoletti,
Valentina Violo, Tommaso Cardarelli,
Daniele Griggio
e con Sebastiano Bottari, Andrea Carabelli,
Pier Paolo D’Alessandro, Mattia Sartoni
superbo (L’Unità)
Dopo i recenti successi di Servo di scena, Il
Teatrante e Don Chisciotte Franco Branciaroli
continua la sua indagine sui grandi personaggi
del teatro in bilico fra realtà e finzione, ph. U. Favretto
firmando una nuova versione del capolavoro
pirandelliano Enrico IV. La sua interpretazione del protagonista è definita dalla critica irripetibile, superba
incarnazione che addirittura trascende il testo.
Scritto nel 1921, il dramma è uno studio sul tema della pazzia e sul rapporto, complesso e inestricabile,
tra personaggio e uomo. Enrico IV, del quale magistralmente Pirandello non svela mai il vero nome, è un
aristocratico che, circa vent’anni addietro, insieme ad alcuni amici ha inscenato, in tempo di carnevale,
una cavalcata in costume in una villa di campagna. Ciascuno rappresentava un personaggio storico, lui
era l’imperatore tedesco. Sbalzato a terra dal cavallo (aizzato da uno degli amici, suo rivale in amore)
aveva battuto la testa, rimanendo bloccato nella sua identità fittizia. La verità è che da tempo è tornato
ad essere lucido ma, quando gli amici decidono di guarirlo rivivendo la vicenda, coglie l’occasione per
uccidere il rivale scegliendo per sempre la follia.
Su una scena che riproduce il fantomatico mondo in cui vive il personaggio di Enrico, vero arsenale
delle apparizioni popolato da teste di cavallo, stendardi e costumi d’epoca, Branciaroli proietta una
figura dai bagliori sinistri, quasi crudele: il suo sguardo disincantato sulle persone e sulle cose genera la
consapevolezza che della realtà ormai sfugge il senso e l’unica possibilità di vita è nella finzione. Vittima
non solo della follia, prima vera poi cosciente, ma del modo di intendere la vita di chi gli sta intorno,
Enrico decide di interpretare il ruolo fisso del pazzo.
Il finale incorona di cartone l’imperatore, su un cavallo da giostra. Folgorante.
www.incamminati.it
Prosa
da venerdì 27 febbraio a domenica 1 marzo 2015
18
Compagnia della Rancia
CERCASI CENERENTOLA
una favola musicale per tutta la famiglia
testo Saverio Marconi e Stefano D’Orazio
musica Stefano Cenci
liriche Stefano D’Orazio
con Paolo Ruffini, Manuel Frattini,
Beatrice Baldaccini, Laura Di Mauro, Claudia Campolongo, Silvia Di Stefano, Roberta Miolla,
Gianluca Sticotti, Silvia Contenti, Luca Spadaro, Rossella Contu
scene Gabriele Moreschi
costumi Carla Accoramboni
coreografie Gillian Bruce
direzione vocale Lena Biolcati
disegno luci Valerio Tiberi
disegno fonico Emanuele Carlucci
trucco e parrucche Antonella Marinuzzi
orchestrazione e produzione musicale Riccardo Di Paola
regia Saverio Marconi e Marco Iacomelli
in collaborazione con Medina produzioni
La Compagnia della Rancia rilegge la favola più amata dalle giovani “principesse” di tutto il mondo,
trasformandola in una commedia musicale per le famiglie. Cercasi Cenerentola, che porta le prestigiose
firme di Stefano D’Orazio (ex Pooh), Saverio Marconi e Stefano Cenci, è uno spettacolo sorprendente,
tra fantasy e rock and roll.
Il principe “azzurrissimo”, un po’ atipico, in tuta da ginnastica blu e con l’inconfondibile accento toscano,
è Paolo Ruffini, verve esplosiva e carismatica, in teatro dopo il grande successo televisivo di Colorado e
della pellicola Fuga di Cervelli. Al suo fianco il poliedrico, funambolico Manuel Frattini, protagonista dei
migliori musical degli ultimi anni, che, interpretando il fido consigliere del principe, regala al pubblico
anche un magistrale numero di tip-tap.
Manca all’appello solo Cenerentola: alle audizioni per lo spettacolo si sono presentate in più di 500.
Saverio Marconi era alla ricerca di una giovane performer, età scenica tra i 18 e i 24 anni, dalla bellezza
pulita e solare, un soprano o mezzo soprano dalla voce limpida che sapesse esprimere sfumature
comiche e naturale charme. La scelta è ricaduta su
Beatrice Baldaccini, che dà vita a una Cenerentola
moderna, determinata e piena di energia.
L’erede al trono è costretto a sposarsi in fretta: quale
migliore soluzione se non organizzare un concorso
per tutte le fanciulle del regno (coinvolgendo
anche le spettatrici in teatro nella prova della
mitica scarpetta)? Una carrozza, i rintocchi di
mezzanotte…gli ingredienti tradizionali ci sono tutti
ma Marconi e D’Orazio hanno voluto ambientare la
loro rivisitazione negli anni Cinquanta. “Non esiste
il Principe Azzurro…esistono le storie d’amore!”,
dichiarano gli autori, “e la nostra Cenerentola è una
moderna Grace Kelly, che va al ballo per divertirsi,
come vorrebbe fare ogni ragazza, e tiene testa al
Principe anche quando scatta il colpo di fulmine”.
Spegnete la realtà e accendete la favola!
www.compagniadellarancia.it
ph. A. Pinna
Prosa
da giovedì 5 a domenica 8 marzo 2015
19
MARCHE TEATRO Teatro Stabile Pubblico
LA DODICESIMA NOTTE
di William Shakespeare
traduzione Patrizia Cavalli
regia Carlo Cecchi
musiche di scena Nicola Piovani
scena Sergio Tramonti
costumi Nanà Cecchi
disegno luci Paolo Manti
con Carlo Cecchi,
Tommaso Ragno, Antonia Truppo, Eugenia Costantini, Dario Iubatti,
Barbara Ronchi, Remo Stella, Loris Fabiani, Federico Brugnone,
Davide Giordano, Rino Marino, Giuliano Scarpinato
musicisti Luigi Lombardi d’Aquino tastiere e direzione musicale,
Ivan Gambini strumenti a percussione,
Alessio Mancini flauti e chitarra
assistente alla regia Dario Iubatti
in collaborazione con Estate Teatrale Veronese
Maestro della misura e del gioco, Cecchi in scena nei panni di
Malvolio ne fa un cammeo che è un capolavoro (La Repubblica)
Carlo Cecchi torna a Shakespeare per misurarsi con La
dodicesima notte, commedia corale fondata sugli equivoci,
sugli scambi di identità e di genere. Classica per la traduzione
del testo, curata dalla poetessa Patrizia Cavalli, e per i fastosi
e coloratissimi costumi ispirati al pittore Antoine Watteau,
ph. A. Cecchi
originale per le musiche del Premio Oscar Nicola Piovani,
suonate live da tre strumentisti, e lo spazio minimalista, questa nuova messa in scena permette ancora
una volta al regista, anche interprete nelle vesti del maggiordomo Malvolio, di orchestrare un gioco
attoriale straordinario, lavorando sull’essenza dei personaggi attraverso quella capacità che ha fatto di lui
uno dei grandi maestri del teatro italiano.
“Illiria. Il Duca e la Contessa hanno due tenaci fissazioni: il Duca si è fissato sulla Contessa perché lei
non ne vuole sapere; la Contessa si è fissata sul fratello morto, al quale vuole restare fedele per sette
anni. Con questi due begli esemplari di nevrosi narcisistica, tutto resterebbe nell’immobilità e addio
commedia.
Ma il Destino – e Shakespeare – fanno scoppiare una tempesta: una nave fa naufragio, dal quale si salva
una ragazzetta di nome Viola. Nel naufragio ha perduto un fratello. La ragazzetta si trova sperduta in
Illiria; ma è piena di risorse (vecchiotte, a dir la verità: Plauto, gli Italiani, già Shakespeare in commedie
precedenti) e decide di travestirsi da ragazzo e di diventare il paggio del Duca…
La follia che percorre la commedia, come in un carnevale dove tutti sono trascinati in un ballo volteggiante,
trova il suo capro espiatorio nel più folle dei personaggi: il maggiordomo, un attore comico che aspirava
a recitare una parte nobile, quella del Conte Consorte.
Shakespeare è il Teatro assoluto. Un’attualità che va al di là dell’attualità. È talmente universale
Shakespeare…che quasi miracolosamente, diventa sempre, immediatamente, Teatro”. (Carlo Cecchi)
www.marcheteatro.it
Prosa
da martedì 21 a venerdì 24 aprile 2015
20
Cardellino srl
LA SCUOLA
di Domenico Starnone
regia di Daniele Lucchetti
con Silvio Orlando,
Vittorio Ciorcalo, Roberto Citran, Marina Massironi, Roberto Nobile, Antonio Petrocelli,
Maria Laura Rondanini
uno dei pochi spettacoli che davvero sanno portare in scena la realtà (Il Sole 24 ore)
Silvio Orlando riporta in teatro il professor Vivaldi, protagonista del film La scuola (1995) di Daniele
Luchetti, tratto dai romanzi di Domenico Starnone Sottobanco e Ex cattedra.
1992: debutta Sottobanco, spettacolo teatrale interpretato da un gruppo di attori eccezionali capitanati
da Silvio Orlando e diretti da Daniele Luchetti. Lo spettacolo diviene presto un cult, antesignano del
fortunato filone “di ambientazione scolastica”. La
trasposizione cinematografica del 1995, uno dei rari
casi in cui il cinema accoglie un successo teatrale e non
viceversa, vince il David di Donatello come miglior film e
il Globo d’oro per la sceneggiatura.
Sottobanco era un ritratto della scuola italiana di quei
tempi e al tempo stesso un esempio quasi profetico del
cammino che stava intraprendendo il sistema scolastico.
“Ho deciso di riportare in scena lo spettacolo più
importante della mia carriera”, racconta Orlando, “fu
un evento straordinario, entusiasmante, con una forte
presa sul pubblico. Più che della situazione scolastica in
quanto struttura e finanziamenti parliamo di istruzione
e di come il modo di insegnare è cambiato negli anni.
Raccontiamo due modi diversi di interpretare il ruolo
educativo nella scuola, uno più democratico e vicino agli
studenti e l’altro più reazionario che vorrebbe un scuola
più elitaria”.
Siamo in tempo di scrutini in IV D. Un gruppo di insegnanti deve decidere il futuro dei loro studenti. Dal
confronto tra speranze, ambizioni, conflitti sociali e personali, amori, amicizie e scontri generazionali,
prendono vita personaggi esilaranti, giudici impassibili e compassionevoli al tempo stesso.
Brillanti e affiatati i componenti del cast compongono un divertente e spesso penoso consorzio umano.
I problemi della scuola sono tragicamente i medesimi degli anni Novanta e La scuola finisce per essere
un’occasione di comica, amara riflessione.
www.cardellino.eu
Prosa
21
sabato 29 e domenica 30 novembre 2014
LA SCENA
ESSAI
di Cristina Comencini
con Angela Finocchiaro, Maria Amelia Monti
e con Stefano Annoni
regia Cristina Comencini
giovedì 12 e venerdì 13 marzo 2015
UNA PURA FORMALITÀ
dal film di Giuseppe Tornatore
versione teatrale e regia Glauco Mauri
con Glauco Mauri, Roberto Sturno
sabato 28 e domenica 29 marzo 2015
NESSI
di e con Alessandro Bergonzoni
regia di Alessandro Bergonzoni e Riccardo Rodolfi
Tutti gli spettacoli iniziano alle ore 21
Essai
sabato 29 e domenica 30 novembre 2014
22
Enfi Teatro
in coproduzione con Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
LA SCENA
di Cristina Comencini
con Angela Finocchiaro, Maria Amelia Monti
e con Stefano Annoni
regia Cristina Comencini
scene Paola Comencini
costumi Cristiana Ricceri
luci Sergio Rossi
incantevole, due interpreti strepitose (Noi Donne)
Cristina Comencini, autrice e regista raffinata,
che da anni indaga l’universo femminile fra
cinema e teatro, scrive e dirige La scena,
divertente commedia capace di far riflettere con
il sorriso sul rapporto fra generi e generazioni.
Prestano il volto alla coppia protagonista due
interpreti accordate alla perfezione, vere amiche
nella vita, Angela Finocchiaro e Maria Amelia
Monti, attrici di straordinaria vis comica.
Due amiche mature, Lucia e Maria, leggono una domenica mattina una scena di teatro che Lucia, attrice,
deve recitare l’indomani. Dal modo in cui affrontano la lettura emergono caratteri molto diversi. Lucia
è fragile e chiusa in se stessa, Maria, invece, dirigente di banca separata e madre di due bambini, è in
perenne ricerca di occasioni di vita. Due femminilità opposte: Lucia, accantonata la passione per un vero
uomo, si accontenta di amare i personaggi (più interessanti) che incontra sul palcoscenico. Maria non
può stare senza un compagno, senza fare l’amore, senza illudersi di avere finalmente incrociato quello
giusto. Come l’ultimo, agganciato la sera prima a una festa in cui ha bevuto troppo, e di cui non ricorda
esattamente il nome né l’età. Anche se risvegliandosi al mattino, non l’ha più trovato nel suo letto.
Eccolo, invece, apparire sulla porta in mutande: un giovane di meno di trent’anni.
Chi è veramente? Le due donne lo interrogano, lo prendono in giro, gli fanno scuola di vita. Ma non
prevedono la sua reazione…
Su sponde opposte, due donne e un ragazzo scoprono di vivere nello stesso mondo tutto da rifare.
Una sorta di educazione sentimentale reciproca, che ricostruisce un rapporto tra età e sessi diversi,
difficile ma necessario, in cui emergono le pulsioni femminili, le rabbie e le fragilità di un giovane uomo,
la comune ricerca di amore e di libertà in un mondo che cambia.
www.ilrossetti.it
Essai
23
giovedì 12 e venerdì 13 marzo 2015
Compagnia Mauri Sturno
UNA PURA FORMALITÀ
dal film di Giuseppe Tornatore
versione teatrale e regia Glauco Mauri
con Glauco Mauri, Roberto Sturno
e con Giuseppe Nitti, Amedeo D’Amico, Paolo Benvenuto Vezzoso, Marco Fiore
scene Giuliano Spinelli
costumi Irene Monti
musiche Germano Mazzocchetti
in collaborazione con la Fondazione Teatro della Pergola
uno spettacolo da non perdere (Il Messaggero)
Con una magistrale versione per la scena del film di Giuseppe Tornatore, Una pura formalità, torna a
Cesena Glauco Mauri, protagonista con Roberto Sturno di un serrato faccia a faccia teatrale.
Quando il film uscì nelle sale nel 1994 fu accolto, per la sua inquietante novità, con una certa difficoltà
da parte della critica. Oggi è considerato uno dei film di Tornatore più belli in assoluto (lo stesso autore
ne è convinto), un “piccolo capolavoro”: ne erano protagonisti Gérard Depardieu e Roman Polanski con
Sergio Rubini.
Tema centrale è la ricerca della memoria. Gli squarci che si aprono nella mente del protagonista durante
l’interrogatorio in uno “strano” commissariato ricostruiscono il suo passato, risalgono alle sue origini con
continui colpi di scena, e come in un thriller lo spettatore arriva alla verità con un inatteso finale.
Una squallida stanza di uno squallido Commissariato di Polizia. Un delitto è stato commesso e ne viene
accusato un celebre scrittore, Onoff. Onoff cerca ansiosamente di ricordare...ricordare...ma che cosa?
Un altro uomo lo aiuta in questa faticosa ricerca di un passato che si è voluto dimenticare: un inquietante
commissario di polizia, un personaggio duro e ironico, comprensivo ma implacabile...
Tutto si svolge nella stazione di Polizia. Ma lo è veramente? E dove si trova? E quelle strane persone al suo
interno, sono poliziotti?
Il racconto rimane oscuro fino al suo sconvolgente
epilogo dove i pezzi lacerati di una vita si
compongono in una serenità inaspettata e
commovente: un capovolgimento radicale di
quello che sembrava un giallo.
Una pura formalità è il racconto di una lunga,
misteriosa, notte dove un uomo aiuta un altro uomo
a cercare di capire quel viaggio a volte stupendo
e a volte terribile, ma sempre affascinante che è
la vita.
www.mauristurno.it
ph. M. Giusto
Essai
24
sabato 28 e domenica 29 marzo 2015
Allibito Srl
NESSI
di e con Alessandro Bergonzoni
regia di Alessandro Bergonzoni e Riccardo Rodolfi
scene Alessandro Bergonzoni
distribuzione e organizzazione Progetti Dadaumpa
È attesissimo il nuovo “sbarco in città” di
Alessandro Bergonzoni che stavolta presenta Nessi,
quattordicesimo spettacolo da lui scritto, interpretato
e diretto in coppia con Riccardo Rodolfi. Ciò che
si annuncia, come sempre all’arrivo dell’artista
bolognese, è una performance totale e strabiliante,
dove l’equilibrio tra autore e attore è continuamente
messo in gioco.
ph. R. Rodolfi
Nessi, ovvero connessioni ma anche fili tesi e
tirati, trame e reti, tessute e intrecciate per collegarsi con il resto del pianeta. O meglio dell’universo.
Perché è proprio questo il nucleo vivo e pulsante del nuovo spettacolo di Bergonzoni: la necessità assoluta
e contemporanea di vivere collegati con altre vite, altri orizzonti, altre esperienze, non necessariamente
e solamente umane che permettono percorsi oltre l’io finito per espandersi verso un “noi” veramente
universale.
Bergonzoni si trova in un’assoluta solitudine drammaturgica, al centro di una cosmogonia comica,
circondato da una scenografia “prematura”, da lui concepita, alle prese con un testo che a volte potrebbe
anche essere, e questa è una vera e propria novità, una candida e poetica confessione esistenziale.
Senza per questo rinunciare alla sua dirompente visione stereoscopica che è diventata, in questi anni,
materia complessa, comicamente eccedente.
Di certo i Nessi bergonzoniani, e la loro conseguente messa in scena, ci mostreranno ancora quel
personalissimo disvelamento, la vera cifra stilistica di questo artista, che porta molte volte anche grazie
ad una risata, dallo stupore alla rivelazione.
“Nessi”, dichiara, “è il nostro comandamento zero. Prima della Costituzione, del codice della strada, del
galateo...ci sono norme che riguardano noi, il comandamento zero, appunto: fare nesso, cucire i fili con
quello che ci sta intorno. E i fili sono i sensori che abbiamo addosso, le nostre sensibilità che ci mettono
nella stessa frequenza col mondo esterno. Basta attivarli.”
www.alessandrobergonzoni.it
Teatro contemporaneo
25
TEATRO CONTEMPORANEO
PROGETTI SPECIALI fuori abbonamento
Teatro Bonci
da lunedì 8 a mercoledì 10 dicembre 2014 orari da definire
Chiara Guidi
MACBETH SU MACBETH SU MACBETH
Uno studio per la mano sinistra
da William Shakespeare
adattamento e regia di Chiara Guidi
musiche originali di Francesco Guerri e Giuseppe Ielasi
collaborazione artistica di Francesca Grilli
produzione Socìetas Raffaello Sanzio
Sala Teatro Valdoca (via Aldini, 26)
da giovedì 11 a domenica 21 dicembre 2014 (lunedì 15 riposo)
feriali ore 21, festivi ore 16
Teatro Valdoca
VOCI DI TENEBRA AZZURRA
di e con Mariangela Gualtieri
regia, scene, luci Cesare Ronconi
Teatro contemporaneo
Teatro Bonci
da lunedì 8 a mercoledì 10 dicembre 2014 orari da definire
26
nell’ambito di Màntica 2014, festival organizzato dalla Socìetas Raffaello Sanzio
Chiara Guidi
MACBETH SU MACBETH SU MACBETH
Uno studio per la mano sinistra
da William Shakespeare
adattamento e regia di Chiara Guidi
musiche originali di Francesco Guerri e Giuseppe Ielasi
collaborazione artistica di Francesca Grilli
con Anna Lidia Molina, Agnese Scotti, Chiara Guidi
violoncello Francesco Guerri
cura del suono Giuseppe Ielasi
attrezzeria Carmen Castellucci
luci e scenotecnica Giovanni Marocco
macchinismo Stefano Cortesi
organizzazione Cosetta Nicolini, Valentina Bertolino
ph. E. Castellucci
produzione Socìetas Raffaello Sanzio
in coproduzione con Festival Orizzonti di Chiusi – Fondazione Orizzonti
in collaborazione con Teatro A. Bonci di Cesena
con il sostegno di Comune di Cesena
un particolare ringraziamento a Fabrizio Borghesi, Annamaria Cimitile, Roberta Ioli, Rubina Giorgi, Claudia
Castellucci, Chiara Savoia e Alice Keller
l’attività generale della Socìetas Raffaello Sanzio è sostenuta da Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione
Emilia Romagna, Comune di Cesena
“In Macbeth l’azione non si compie mai fino in fondo.
Il Re non sa essere Re. La finzione diventa impossibile.
Di fronte a questa aporìa, la natura del teatro si interroga profondamente.
Quale teatro può resistere in questa confusione di piani, reali e linguistici?
Quale teatro può tollerare un attore incapace di fingere?
C’è una lotta in questa tragedia che si gioca tutta nell’oscurità dell’anima e nella natura non esposta del
linguaggio umano.
Nulla è per me tranne ciò che non è.
Alla voce di tre attrici il compito di interpretare tutta la tragedia. Di bocca in bocca il corpo del poeta si
frantuma in pezzi: il testo si spezza in arbitrari emistichi per nominare quell’unica profezia che contagia,
come un morbo, tutte le presenze. E mentre il destino trova la sua unica voce, il suono accompagna lo
sguardo nel vuoto della scena assumendo l’assenza come tema fondante della tragedia.
Ho orchestrato alcuni versi del testo affidandoli alla voce delle attrici e al suono del violoncello di
Francesco Guerri. Sulla figura del violoncello ha lavorato anche l’artista visiva e performer Francesca
Grilli evidenziando il gesto dell’archetto il cui movimento diventa paradigmatico rispetto al tagliare del
coltello. Il suono, allora, ripropone continuamente il gesto del pugnale ribadendone in modo ossessivo
la memoria.
La scena è solo apparentemente vuota. Oggetti invisibili hanno una loro collocazione sulla scena e lì, sul
contrassegno del loro posto, prima appaiono e poi scompaiono, oppure prima sono evidenti e poi non si
mostrano più pur continuando ad essere presenti nella memoria.
Il suono di Giuseppe Ielasi misura questa assenza e accompagna lo sguardo del pubblico nel vuoto.
E se al suono della voce delle attrici e dei musicisti, all’inizio, è affidata la creazione di uno spazio dove,
anche nel buio, lo spettatore possa vedere i colori, le forme, gli oggetti e le figure, alla fine il fuoco che
Francesca Grilli accende sull’archetto consumerà anche il suono, come quando un grande fuoco brucia
le stoppie prima di una nuova semina” (Chiara Guidi)
www.raffaellosanzio.org
Teatro contemporaneo
Sala Teatro Valdoca (via Aldini, 26)
da giovedì 11 a domenica 21 dicembre 2014 (lunedì 15 riposo)
feriali ore 21, festivi ore 16
27
Teatro Valdoca
VOCI DI TENEBRA AZZURRA
di e con Mariangela Gualtieri
regia, scene, luci Cesare Ronconi
oggetti e abiti di scena Patrizia Izzo
cura del suono Luca Fusconi
organizzazione Elisa Bello
amministrazione Morena Cecchetti
consulenza amministrativa Cronopios
in collaborazione con Teatro A. Bonci di Cesena
con il sostegno di Comune di Cesena
con il contributo di Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Emilia Romagna, Provincia di Forlì-Cesena
“In Voci di tenebra azzurra una donna poeta si dispone al dialogo con interlocutori non visibili, in
un’apertura che chiama in campo le maestre e i maestri del passato, ciò che hanno detto e pensato: è
stato tutto inutile se siamo arrivati fin qui? O forse è tempo di un ascolto più acuto, di un silenzio più
largo, di un amore più adorante per la terra e per tutte le specie che la popolano.
In questo viaggio nella contemporaneità, Mariangela Gualtieri struttura il suo recitato in una forma più
prossima al monologo, intercalando l’aspra denuncia all’intima introspezione, le osservazioni stupite
della natura a una serie di domande decisive, fino a condurre lo spettatore verso un atteggiamento di
risvegliata attenzione, fuori dai torpori del presente.
Il preciso disegno di luci e la regia di Cesare Ronconi, l’accurata ricerca del suono e alcuni pregnanti
oggetti di scena creati da Patrizia Izzo, fanno di questa essenziale partitura visiva e sonora una piccola,
preziosa pièce di vivo teatro.” (Teatro Valdoca)
Adesso le genti mie stanno
tutte in sbando.
Chiedono e nessuno può ascoltare.
Sentiamo un’ombra avvolgente
cadere sulle nazioni del mondo.
Una generale scontentezza sporge
tutti i cuori verso quel luogo
dove tutto si rompe, dove il popolo
muore. Ma tu non dire il nome
di quello sfascio – e metti nella testa
nel respiro un paesaggio di pace.
Mettiti dentro più che puoi
una pace – Mettila dentro i pensieri
appoggiala alla fronte
e sulla testa come una brocca
porta la pace con quell’attenzione
che non cada – che non si versi una goccia
di pace. Calmati ora, calma tutto il sangue.
(Mariangela Gualtieri)
ph. G. Guidi
www.teatrovaldoca.org
Teatro contemporaneo
28
sabato 11 ottobre 2014 fuori abbonamento
Conservatorio “B. Maderna” – Cesena
Accademia di Belle Arti di Bologna – Sede di Cesena
Primo Palcoscenico (Concorso internazionale Voci liriche) presenta
ASTARTO
opera in tre atti di Pietro Pariati e Apostolo Zeno
musica di Giovanni Bononcini
sabato 22 novembre 2014
MARIA PERROTTA pianoforte
venerdì 5 dicembre 2014 (recupero stagione 2013-14)
CONCERTI
in collaborazione con Associazione Polonia e Consolato Generale di Polonia in Milano
LESZEK BRODOWSKI viola
JAKUB TCHORZEWSKI pianoforte
martedì 27 gennaio 2015
LUCILLA GALEAZZI e MONI OVADIA
Doppio fronte
Oratorio per la Grande Guerra
martedì 10 febbraio 2015
I SOLISTI AQUILANI
GIUSEPPE ALBANESE pianoforte
Tre compositori, tre luoghi, tre storie di passioni
domenica 22 febbraio 2015
STEFANO BOLLANI
Piano Solo
Teatro Nuovo al Carisport (piazzale Paolo Tordi, 99)
sabato 14 marzo 2015
GORAN BREGOVIC
Wedding & Funeral Band
If you don’t go crazy, you are not normal!
venerdì 27 marzo 2015
MAFALDA ARNAUTH
Terra da Luz
Tutti i concerti iniziano alle ore 21
Concerti
sabato 11 ottobre 2014 fuori abbonamento
29
Conservatorio “B. Maderna” – Cesena
Accademia di Belle Arti di Bologna – Sede di Cesena
Primo Palcoscenico (Concorso internazionale Voci liriche) presenta
ASTARTO
opera in tre atti di Pietro Pariati e Apostolo Zeno
musica di Giovanni Bononcini
edizione critica a cura di Giovanni Andrea Sechi
Maestro direttore e concertatore Gabriele Raspanti
regia Gian Franco Zanetti
scene, luci e costumi a cura del Corso di Scenografia del Melodramma
dell’Accademia di Belle Arti di Bologna (Sede di Cesena)
Orchestra barocca del Conservatorio “B. Maderna” di Cesena
realizzazione scene Laboratorio di Scenografia del Melodramma – Cesena
in collaborazione con
Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena, Comune di Cesena, Emilia Romagna Teatro Fondazione, Ser.In.Ar
PRIMA NAZIONALE
Si conferma il tradizionale appuntamento con l’opera prodotta dal Conservatorio “Bruno Maderna” di
Cesena in collaborazione con la sede cesenate dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, uno straordinario
progetto che ogni anno le due istituzioni di Alta Formazione Musicale e Artistica regalano ai numerosissimi
melomani della città: allievi e docenti realizzano l’allestimento integrale di un’opera, curando nei minimi
dettagli musica, canto, recitazione, scenografia e costumi. Il risultato è sempre emozionante.
Quest’anno è prevista la messa in scena di Astarto, composto da Giovanni Bononcini (1670-1747),
rappresentato per la prima volta a Roma nel gennaio 1715 e, successivamente, in una versione rivisitata,
a Londra il 19 novembre 1720.
“Uno sforzo di analisi e ripresa filologica di un’opera barocca rara ma estremamente interessante dal
punto di vista musicale e drammaturgico si inserisce nel filone della ricerca su testi tra il XVII e XVIII
secolo del Dipartimento di Musica Antica del Conservatorio ‘Maderna’.
La ripresa dell’opera di Giovanni Bononcini rappresenta anche un importante evento che ha come fine
quello di mettere in risalto l’importantissimo corpus di composizioni del compositore modenese che nel
suo tempo fu fondatore della scuola violoncellistica europea.
Alla luce di tutto ciò il ‘Progetto Opera’ sostenuto dal Conservatorio ‘Maderna’ e dal corso di Scenografia
del Melodramma dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, ma con sede nella nostra città, pervicacemente
continua e vuole essere un messaggio del desiderio di esaltare la nostra cultura musicale.
Docenti ed allievi delle due istituzioni,
pur incontrando grandi difficoltà di ordine
economico e logistico, con il loro entusiasmo
dimostrano che la fiamma non è spenta ma
viene costantemente vivificata e nutrita con
grande tenacia.”
(Adriano Tumiatti Direttore del Conservatorio
“Bruno Maderna”)
www.conservatoriomaderna-cesena.it
Concerti
30
sabato 22 novembre 2014
MARIA PERROTTA pianoforte
PROGRAMMA
J. S. Bach Fantasia Cromatica e Fuga in re minore BWV 903
L. van Beethoven Sonata n. 31 in la bemolle maggiore, op. 110
F. Chopin Berceuse in re bemolle maggiore op. 57
A. Scriabin Sonata n. 2 in sol diesis minore op. 19 “Sonate-Fantaisie”
S. Prokofiev Sonata n. 6 in la maggiore op. 82
uno dei veri astri del pianismo mondiale (Corriere della Sera)
Applaudita già agli esordi per la sua intensa capacità comunicativa, la pianista Maria Perrotta si afferma
in importanti concorsi fra cui il “Rina Sala Gallo” di Monza, il “Premio Encore! Shura Cherkassky”
(2008) e il Concorso “J. S. Bach” di Saarbrücken (2004) che la impone sulla scena internazionale come
significativa interprete bachiana. Di lei scrive la Saarbrücker Zeitung: “Maria Perrotta sa sfruttare le
risorse del pianoforte moderno senza incorrere in inesattezze stilistiche. Il suono di vitrea trasparenza,
la tessitura sempre percepibile, l’interessante articolazione della frase hanno reso la musica di Bach in
modo ideale”.
La sua cifra priva di retorica, delicata ma profonda, ha ormai conquistato anche i critici più severi.
È stata paragonata a Rosalyn Tureck, Glenn Gould, Maurizio Pollini e Alexis Weissenberg.
Registra per la Radio Tedesca, per la Rai e Sky Classica.
La sua incisione dal vivo delle Variazioni Goldberg di Bach (Cinik Records) ottiene le 5 Stelle delle riviste
Amadeus e Musica, 5 Stelle e Disco del Mese della rivista Suonare News, il Premio della Critica 2012
promosso dalla rivista Musica & Dischi.
Nell’ottobre 2013 la Decca pubblica in cd la sua
registrazione dal vivo delle tre ultime Sonate di
Beethoven.
Ha studiato al Conservatorio di Cosenza, dov’è nata,
con Antonella Barbarossa e si è diplomata con lode al
Conservatorio di Milano con Edda Ponti. Ha ottenuto
il Diploma Superiore di Musica da Camera all’École
Normale de Musique di Parigi, si è perfeziona a Imola
con Franco Scala e Boris Petrushansky e in Germania
con Walter Blankenheim. Nel 2007 si è diplomata con
lode presso l’Accademia di Santa Cecilia nella classe
di Sergio Perticaroli. Ha arricchito la sua formazione
con Cristiano Burato e François-Joël Thiollier.
Vive a Parigi.
www.mariaperrotta.com
ph. U. Dalla Porta
Concerti
venerdì 5 dicembre 2014 (recupero stagione 2013-14)
31
in collaborazione con Associazione Polonia e Consolato Generale di Polonia in Milano
LESZEK BRODOWSKI viola
JAKUB TCHORZEWSKI pianoforte
PROGRAMMA
T. Paciorkiewicz Sonata per viola e pianoforte
K. Szymanowski Sonata per violino e pianoforte op. 9 –
trascrizione per viola di Leszek Brodowski
F. Chopin Sonata per violoncello e pianoforte op. 74 –
trascrizione per viola di Leszek Brodowski
Violista e pedagogo polacco, Leszek Brodowski si
è diplomato all’Accademia di Musica “F. Chopin”
di Varsavia nella classe del famoso violista Stefan
Kamasa. Ha suonato nelle più importanti orchestre
del suo paese, fra cui l’Orchestra Polacca da
Camera, sotto la direzione di Jerzy Maksymiuk,
in cui si è esibito al fianco di musicisti come
Lutosławski, Penderecki, Szeryng, Zimerman,
Menuhin, Benedetti-Michelangeli, DeLarocha,
Grimiaux, Kremer, Berman, nelle più prestigiose sale del mondo. Dal 1985 al 1987 è stato membro
dell’orchestra del San Carlo di Napoli.
Ha tenuto concerti in Thailandia (per il 70° anniversario del Re Thailandese), India, Giappone, Italia,
Svizzera, Austria e Polonia.
È stato registrato dal vivo dalla RadioTelevisione Polacca, da Radio France, e dalla BBC Londra.
Ha inciso per la EMI e per case discografiche polacche.
È autore di oltre 40 trascrizioni per viola, tra cui di sonate di Mozart, Beethoven, Schubert, Grieg, Chopin
e Rachmaninov.
Della sua prova da finalista per il 55th Washington Piano Competition, nel maggio 2008, il Washington Post
ha scritto: “il giovane pianista polacco ha fatto sfoggio d’immaginazione”. A 33 anni, Jakub Tchorzewski
si è già esibito in Europa, Nord America, Giappone e Brasile, ospite delle maggiori istituzioni musicali.
Le sue esecuzioni sono state registrate e trasmesse dalle radio nazionali di Polonia, Italia, Svizzera,
Slovacchia e Repubblica Ceca.
Die neue Zeitschrift für Musik ha attribuito al suo cd d’esordio, prodotto nel 2007 da Musiques Suisses,
il massimo punteggio per l’interpretazione musicale e la scelta del repertorio. Si tratta del primo cd
nella storia della fonografia a riportare tutti i lavori per pianoforte di Sándor Veress, ungherese allievo di
Béla Bartok, insegnante di György Ligeti e György Kurtag. Nel 2014 sono usciti tre nuovi dischi con la
partecipazione di Tchorzewski per Tactus, Acte Prealable e Dux.
www.facebook.com/AssociazionePolonia
Concerti
32
martedì 27 gennaio 2015
Promo Music e Teatro Biondo Stabile di Palermo
in collaborazione con Ravenna Festival 2014
LUCILLA GALEAZZI e MONI OVADIA
Doppio fronte
Oratorio per la Grande Guerra
di e con Lucilla Galeazzi e Moni Ovadia
e con Luca Garlaschelli contrabbasso, Massimo Marcer tromba,
Albert Florian Mihai fisarmonica, Paolo Rocca clarinetto
e con Il Coro giovanile Freevoices diretto dal M° Manuela Marussi
suono Mauro Pagiaro
Per il Giorno della Memoria è in programma un evento speciale, firmato da Moni Ovadia e Lucilla
Galeazzi.
Coppia d’eccezione, formata da uno dei più popolari uomini di cultura della scena nazionale (il suo
originalissimo teatro musicale ha fatto apprezzare l’umorismo yiddish a migliaia di spettatori italiani e
i suoi arguti interventi a favore dei diritti e della pace hanno spesso scosso l’opinione pubblica) e dalla
voce che, al fianco di Giovanna Marini, ha portato in tutto il mondo la nostra musica folk.
Li accompagnano quattro strumentisti e il pluripremiato Coro giovanile Freevoices diretto da Manuela
Marussi.
Doppio fronte, che ha debuttato il 16 giugno 2014 al Ravenna Festival, è un oratorio che racconta la
Prima Guerra Mondiale, combattuta dal nostro esercito nelle trincee di montagna e subita dai civili
(le donne soprattutto) in un paese che si stava impoverendo. Una guerra imposta all’Italia da una
minoranza avventuriera e fanatica, contro una maggioranza sfavorevole. Tra sogni di espansione e
irredentismo, risuona la “fatale e irrinunciabile” chiamata alle armi, generata dall’ambizione del primo
ministro Salandra, del suo ministro degli esteri Sonnino,
del generale Cadorna, comandante in capo dell’esercito
italiano, e del titubante Vittorio Emanuele III, Re d’Italia.
I testi sono tratti dalle lettere dal fronte, dalle memorie
dei combattenti (tra cui Gadda e Ungaretti), dai diari di
uomini e donne che hanno vissuto la guerra “ in casa”,
come i veneti e i friulani: questi ultimi arruolati nel ‘14
dall’esercito austriaco e mandati a combattere sul fronte
orientale, nel ‘15 si trovarono in trincea contro l’esercito
italiano.
I canti sono quelli del grande repertorio a cui hanno dato
vita la sanguinosissima guerra e le sue battaglie: canti
patriottici, canti contro la guerra, Trilussa, E. A. Mario
e la canzone anonima Gorizia, canto straordinario e
indimenticabile delle sofferenze quotidiane e terribili dei
nostri soldati.
www.promomusic.it
ph. R. Chiovitti
Concerti
martedì 10 febbraio 2015
33
I SOLISTI AQUILANI
GIUSEPPE ALBANESE pianoforte
Tre compositori, tre luoghi, tre storie di
passioni
Liszt a Parigi si fa ispirare da Victor Hugo
Britten in Canada viene folgorato da Keats
Cajkovskij in Russia rievoca Firenze
PROGRAMMA
F. Liszt “Malédiction” (per pianoforte e orch. d’archi S. 121)
B. Britten “Young Apollo” (per pianoforte e archi op. 16)
P.I.Cajkovskij “Souvenir de Florence” (sestetto in re
minore per archi op. 70) versione per orchestra d’archi
dell’autore
Attivi dal 1968, I Solisti Aquilani sono una
delle più prestigiose formazioni cameristiche
internazionali.
Si sono esibiti in tournée in tutta Europa, in America, Medio Oriente, Africa, Vietnam, Singapore, ospiti
delle più prestigiose sale da concerto di Stati Uniti, Canada, Libano, Malta, Tunisia, Turchia, Egitto,
Kazakistan, Giappone.
Hanno collaborato con grandi solisti internazionali, tra cui Maurice André, Felix Ayo, Paul Badura Skoda,
Hermann Baumann, Renato Bruson, Michele Campanella, Cecilia Gasdia, Severino Gazzelloni, David
Geringas, Ilya Grubert, Stefan Milenkovic, Massimo Quarta, Quartetto d’Archi della Scala, Jean Pierre
Rampal, Uto Ughi, Fabrizio Bosso, Danilo Rea, Ramin Bahrami.
Numerose sono le incisioni discografiche e le registrazioni radiofoniche e televisive delle loro esecuzioni.
Tra i pianisti più richiesti della sua generazione, Giuseppe Albanese debutta nel 2014 su etichetta
Deutsche Grammophon con un concept album dal titolo Fantasia.
Invitato per recital e concerti con orchestre da autorevoli ribalte internazionali – tra gli altri il Metropolitan
Museum di New York, la Konzerthaus di Berlino, il Mozarteum di Salisburgo, la Steinway Hall di Londra,
la Filarmonica di San Pietroburgo – in Italia ha suonato per tutte le più importanti stagioni concertistiche,
tra cui quella dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e dell’Orchestra Sinfonica
Nazionale della RAI e per Fondazioni Liriche come il Petruzzelli di Bari, il Comunale di Bologna, il
Maggio Musicale Fiorentino, il San Carlo di Napoli, il Teatro dell’Opera di Roma, la Fenice di Venezia,
l’Arena di Verona.
“Premio Venezia” 1997, Albanese ha vinto nel 2003 il primo premio al “Vendome Prize” con finali a
Londra e Lisbona: un evento definito da Le Figaro “il concorso più prestigioso del mondo attuale”.
www.solistiaquilani.it
www.giuseppealbanese.com
Concerti
34
domenica 22 febbraio 2015
STEFANO BOLLANI
Piano Solo
“Stefano Bollani, dopo il grande successo del suo programma televisivo su Rai3, Sostiene Bollani, andato
in onda per due stagioni, e il nuovo spettacolo teatrale, La Regina Dada da lui scritto e interpretato
insieme a Valentina Cenni, non si può più definirlo soltanto come pianista jazz.
Bollani inizia a suonare all’età di 6 anni e si diploma al Conservatorio Cherubini di Firenze, iniziando la
sua attività professionale a 15 anni sia con gruppi pop-rock che con gruppi jazz. Nel 1996 l’incontro con
Enrico Rava, suo mentore, è decisivo e da quel momento nasce una collaborazione mai interrotta.
Invasioni continue nella classica, dvd Live a La Scala Decca con la Filarmonica della Scala diretta
da Riccardo Chailly, con il quale ha già registrato Sounds of the 30’s e Rhapsody in blue con la
Gewandhousorchester di Lipsia; Ambasciatore di Topolino, nell’ambito del fumetto ha collaborato anche
con Leo Ortolani il disegnatore di Rat-man; conduttore per sei stagioni su Radio3 del programma di
grande successo il Dottor Djembè insieme a David Riondino e Mirko Guerrini; varie le collaborazioni
con il teatro e con il cinema; non lo possono contenere nella sola definizione di jazz. Pluripremiato per i suoi dischi, Sounds of the 30’s ha ricevuto il disco d’oro, O que serà in duetto con il
mandolinista brasiliano Hamilton De Holanda è stato giudicato uno dei migliori album del 2013 per la
rivista americana DownBeat ed per le italiane Musica Jazz e JazzIt; nel 2010 ha ricevuto la laurea honoris
causa dal Berklee College of Music di Boston.
Bollani è un puzzle di musica, di simpatia, di estemporaneità che si fondono in continuazione per poi
cogliere e plasmare i suoni in un continuo dialogo fra improvvisazione e canzone, pubblico e pianista.
Nel suo concerto in Piano Solo non chiedetegli cosa
farà, Stefano Bollani non lo sa finché non appoggia le
due dita sui tasti ed inizia a ripercorrere il suo io, la sua
memoria, i suoi sentimenti. Piano Solo è un viaggio nella
sua musica interiore, nelle sue emozioni, passando dal
Brasile alla canzone degli anni’40 fino ad arrivare ai bis
a richiesta in cui mescola 10 brani come se fosse dj.
Un viaggio incredibile, dove Bollani sembra prendere
per mano ogni spettatore per portarlo accanto a sé,
nella sua musica piena di sentimento e di divertimento.
Destrutturando e ricostruendo ogni volta in modo diverso
i brani che spesso ritroviamo nei suoi dischi.”
(testo a cura dell’ufficio stampa di Stefano Bollani)
www.stefanobollani.com
ph. V. Cenni
Concerti
Teatro Nuovo al Carisport (piazzale Paolo Tordi, 99)
sabato 14 marzo 2015
35
GORAN BREGOVIC
Wedding & Funeral Band
If you don’t go crazy, you are not normal!
Goran Bregovic chitarra, sintetizzatore, voce
una band gitana di fiati
Muharem Redžepi goc (Grancassa tradizionale),
voce, Bokan Stankovic prima tromba, Dragic
Velickovic seconda tromba, Stojan Dimov sax,
clarinet, Aleksandar Rajkovic primo trombone,
glockenspiel, Milos Mihajlovic secondo trombone
voci bulgare Ludmila Radkova Trajkova, Daniela
Radkova Aleksandrova
ingegnere del suono Dusan Vasic
tournée organizzata da Just in Time srl – Mauro
Diazzi
Ritmi travolgenti e sonorità fragorose, due ore
di energia pura.
If you don’t go crazy, you are not normal! è il nuovo concerto di Goran Bregovic, accompagnato dalla sua
storica formazione, la Wedding & Funeral Band (fiati, percussioni e voci bulgare), con un repertorio che
spazia dai suoi celebri successi agli ultimi album (Alkohol e Champagne for Gypsies) fino ad anticipare
alcuni brani del nuovo disco, in uscita nel 2015.
Con le radici nei Balcani e la testa nel XXI secolo, Bregovic mescola sonorità da fanfara tzigana,
polifonie tradizionali bulgare, sax e percussioni tradizionali, il tutto con accentuazioni rock. Una miscela
scoppiettante fra Bartok e il jazz, tanghi e ritmi folk slavi, melodie turche e vocalità bulgara, polifonie
sacre ortodosse e pop contemporaneo. Irresistibile. Impossibile resistere alla malia di questo ubriacante
cocktail.
Nato a Sarajevo da madre serba e padre croato, in Jugoslavia Bregovic è stato una star del rock dai sedici
ai trent’anni. Alla fine degli anni ’80 si isola in una piccola casa sulla costa adriatica, un vecchio sogno
d’infanzia. Qui compone le musiche del terzo film di Emir Kusturica Il Tempo dei Gitani. Cresciuti nello
stesso ambiente, della stessa generazione, sfuggiti agli stessi pericoli, Bregovic e Kusturica si rifugiano a
Parigi allo scoppio del conflitto balcanico e insieme conquistano l’Europa. Nel 1995 Underground vince
la Palma d’Oro al Festival di Cannes.
Dopo varie e fortunate collaborazioni con il mondo del cinema Bregovic torna alla musica dal vivo con
una serie di trionfali tour.
A febbraio 2012 partecipa come ospite al Festival di Sanremo proponendo in coppia con Samuele Bersani
un’inedita versione “gitana” di Romagna Mia.
Il 25 agosto 2012, davanti a 150.000 persone, dirige, in veste di Maestro Concertatore, la 15° edizione
della Notte della Taranta a Melpignano.
A settembre 2012 esce Champagne for Gypsies.
www.goranbregovic.rs
Concerti
venerdì 27 marzo 2015
36
MAFALDA ARNAUTH
Terra da Luz
Mafalda Arnauth voce
Pedro Santos direzione musicale e fisarmonica
Nelson Aleixo viola do fado
Pedro Viana chitarra portoghese
Fernando Júdice basso acustico
tournée italiana organizzata da Kino Music srl
Stefano Bollani l’ha voluta come ospite speciale in una
puntata del suo programma televisivo, Sostiene Bollani:
lei, Mafalda Arnauth, è la nuova regina del fado e
anche in Italia è ormai di casa. Torna nel nostro paese
per presentare il suo ultimo album, Terra da Luz, uscito
nel febbraio 2014 in distribuzione esclusiva IRD.
Terra da Luz è il settimo titolo della cantante portoghese:
un disco in cui affiora ancora una volta la sua visione
positiva e ottimistica sulla nostra attualità, attraverso
composizioni molto personali, ispirate al Portogallo,
alle idee e ai sogni della sua gente, che esplorano
nuove sonorità.
“Nella mia musica”, dice Mafalda Arnauth, “non ph. P. Claudio
si avverte la solita attitudine fatalista della musica
tradizionale portoghese. C’è fado, ma senza ovvietà. Perché io non scrivo di fantasia, mi ispiro alla vita
di tutti giorni”. E le canzoni di Terra da luz sono lo specchio fedele di questa visione della musica e della
vita: 11 brani in cui si colgono una sensibilità e un afflato poetico non comuni.
Il rinnovamento del fado Mafalda Arnauth lo persegue sin dal suo esordio, nel 1999, con l’album
omonimo che le ha fatto conquistare una nomination come miglior interprete ai Globes d’or e il premio
“voce rivelazione dell’anno” della rivista portoghese Blitz. Come risposta al successo quasi insperato di
questo disco, un anno dopo l’uscita realizza il suo primo concerto nel tempio del fado: nel settembre
2000 riempie il Centro Culturale di Belem, a Lisbona. Con il secondo disco, Esta voz que me atravessa
(2001), uscito simultaneamente in Portogallo e in Olanda sotto l’etichetta EMI, diviene la prima artista
portoghese rappresentata internazionalmente dalla Virgin Records.
Il successo è cresciuto con i lavori successivi, fra i quali Flor de Fado (2008) e Fadas (2011), che hanno
proiettato Mafalda Arnauth sulla scena europea, con ampi consensi di pubblico e critica, fino ad essere
considerata, oggi, l’erede di Amália Rodrigues.
www.mafaldarnauth.com
Prosa
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sabato 27 dicembre 2014
Ballet of Moscow – National Russian Ballet
ROMEO E GIULIETTA
musiche di Sergei Prokofiev
coreografie Andrey Lyapin
domenica 28 dicembre 2014 fuori abbonamento
Ballet of Moscow – National Russian Ballet
LO SCHIACCIANOCI
musiche di Pyotr Ilyich Tchaikovsky
coreografie Marius Petipa
DANZA
sabato 24 gennaio 2015
Spellbound Contemporary Ballet
LE QUATTRO STAGIONI
coreografia e set concept Mauro Astolfi
musiche originali Luca Salvadori
musiche Antonio Vivaldi
sabato 7 febbraio 2015
Compagnia Virgilio Sieni
DOLCE VITA
ARCHEOLOGIA DELLA PASSIONE
coreografia Virgilio Sieni
musiche di Daniele Roccato eseguite dal vivo dall’autore
venerdì 20 febbraio 2015
Junior Balletto di Toscana
GISELLE
musica Adolphe Adam
drammaturgia, regia e coreografia Eugenio Scigliano
mercoledì 11 marzo 2015
PARSONS DANCE
coreografie David Parsons
Tutti gli spettacoli iniziano alle ore 21
Danza
sabato 27 dicembre 2014
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Ballet of Moscow – National Russian Ballet
ROMEO E GIULIETTA
musiche di Sergei Prokofiev
coreografie Andrey Lyapin
solisti Aleksandr Stoyanov e Ekaterina Kukhar
Per il Teatro Bonci è diventata ormai una
tradizione: il periodo natalizio si festeggia
nella magica atmosfera del grande balletto
russo. Quest’anno da Mosca arriva il
National Russian Ballet che presenta
due titoli: Romeo e Giulietta (sabato 27
dicembre) e Lo schiaccianoci (domenica
28, fuori abbonamento).
Il Ballet of Moscow – National Russian
Ballet è stato istituito nell’aprile 1998
dal coreografo Valery Anuchin e dall’insegnante e coreografa Alsou Kondraleevoy, con l’approvazione
dell’Artista Popolare Russa Maya Plisetskaya.
La giovane compagnia si pone l’obiettivo di interpretare le nuove tendenze della danza classica e della
tradizione russa, in una combinazione armoniosa di elementi coreografici e cultura popolare, che fa
entrare lo spettatore nella storia stessa del balletto.
Il Ballet of Moscow si è esibito in Europa, Asia e America: ogni anno è invitato da prestigiose sale da
concerto degli Stati Uniti, di Israele, Spagna, Svizzera, Austria, Croazia, Finlandia, Francia, Cina, e India.
Ha partecipato al Festival di Cannes.
In Russia la compagnia è stata più volte premiata per il suo contributo allo sviluppo della danza
classica.
È il balletto più rappresentato al mondo: il dramma di Romeo e Giulietta è l’archetipo dell’amore
puro in contrasto con la società. Morte, amore e guerra, sono evocati in uno scenario emotivamente
shakespeariano: la versione del Ballet of Moscow s’inserisce nella più classica tradizione russa ma
sottolinea il lato torbido della contesa tra i Capuleti e i Montecchi, nella cui ottusità emerge con pieno
rilievo poetico l’amore dei due giovani.
I personaggi hanno caratteri ben definiti: Giulietta, con la grazia del suo slancio amoroso. Romeo, tutto
ardore e sentimento, Mercuzio, il ribaldo, Tebaldo, l’arrogante. Il tutto in una ambientazione medioevale,
evocata dagli sfarzosi costumi e dagli scenari incantati che, con effetti speciali e giochi di luce, continuano
a emozionare il pubblico.
www.moscowballet.eu
Danza
domenica 28 dicembre 2014 fuori abbonamento
39
Ballet of Moscow – National Russian Ballet
LO SCHIACCIANOCI
musiche di Pyotr Ilyich Tchaikovsky
coreografie Marius Petipa
solisti Katerina Kukhar e Aleksandr Stoyanov
È uno dei balletti più affascinanti della storia della danza: per le sue caratteristiche di favola a lieto fine e
per la vicenda pervasa da un’atmosfera fatata di festa, Lo Schiaccianoci è lo spettacolo più rappresentato
nel mondo durante il periodo natalizio. Una fiaba fatta di dolciumi, soldatini, fiocchi di neve e fiori che
danzano, che ammalia grandi e piccini.
Vigilia di Natale, agli inizi del XIX secolo: durante una festa un amico di famiglia regala alla piccola di
casa, Clara, uno schiaccianoci. Dopo che gli invitati si ritirano, la bambina si addormenta sul letto e
inizia a sognare. È mezzanotte, e tutto intorno a lei inizia a crescere: la sala, l’albero di Natale, i giocattoli
e, soprattutto, una miriade di topi che cercano di rubarle lo schiaccianoci. Alla fine della battaglia con i
topi, lo schiaccianoci si trasforma in un principe e conduce Clara nel Regno dei Dolci, dove li riceve la
Fata Confetto…
La conclusione è segnata dallo squisito Valzer dei Fiori, dopo il quale Clara si ritrova sulla sua poltrona
con lo schiaccianoci in grembo, felice di questo sogno di Natale.
Il Ballet of Moscow – National Russian Ballet è stato istituito nell’aprile 1998 dal coreografo Valery
Anuchin e dall’insegnante e coreografa Alsou Kondraleevoy, con l’approvazione dell’Artista Popolare
Russa Maya Plisetskaya.
La giovane compagnia si pone l’obiettivo di interpretare le nuove tendenze della danza classica e della
tradizione russa, in una combinazione armoniosa di elementi coreografici e cultura popolare, che fa
entrare lo spettatore nella storia stessa del balletto.
Il Ballet of Moscow si è esibito in Europa, Asia e America: ogni anno è invitato da prestigiose sale da
concerto degli Stati Uniti, di Israele, Spagna,
Svizzera, Austria, Croazia, Finlandia, Francia,
Cina, e India. Ha partecipato al Festival di
Cannes.
In Russia la compagnia è stata più volte
premiata per il suo contributo allo sviluppo
della danza classica.
www.moscowballet.eu
Danza
40
sabato 24 gennaio 2015
Spellbound Contemporary Ballet
LE QUATTRO STAGIONI
coreografia e set concept Mauro Astolfi
interpreti Maria Cossu, Fabio Cavallo, Alessandra
Chirulli, Giuliana Mele, Gaia Mattioli,
Sofia Barbiero, Mario Laterza, Cosmo Sancilio,
Giovanni La Rocca
musiche originali Luca Salvadori
musiche Antonio Vivaldi
disegno luci Marco Policastro
elaborazioni video Enzo Aronica
scene Esse a Sistemi
con il contributo del Ministero per i Beni e le
Attività Culturali
in collaborazione con AterDanza
una coreografia elettrizzante, un modello di
invenzione (Ballet Review)
ph. M. Bravi
Per la prima volta a Cesena, lo Spellbound Contemporary Ballet trasforma Le quattro stagioni di Vivaldi
in un’opera per corpi, suoni e luce: un ensemble di danzatori tra i migliori dell’ultima generazione esalta
l’inconfondibile cifra del coreografo Mauro Astolfi e la partitura musicale di Luca Salvadori.
La scrittura coreografica è insieme astratta, lirica e atletica: i bravissimi ballerini della Spellbound disegnano
linee e geometrie perfette, ariose o delicate, morbide o vorticose. Protagonista assoluta resta la musica:
le note del grande compositore veneziano rivivono intrecciandosi con le incursioni contemporanee di
Salvadori, in una sovrapposizione di linguaggi e stili differenti che fa da perfetto contrappunto alla danza
dei nove interpreti in scena, capaci di muoversi come un corpo unico, un organismo vivente che pulsa,
soffre, gioisce, condivide.
Autore molto ricercato sulla scena europea, Astolfi ha costruito il suo linguaggio attraverso una personale
elaborazione di diverse forme espressive del movimento contemporaneo.
Dopo un lungo periodo di permanenza artistica negli Stati Uniti, nel 1994 fonda Spellbound Dance
Company, oggi Spellbound Contemporary Ballet, progetto artistico e produttivo che condivide con
Valentina Marini. Il carattere internazionale e trasversale del progetto favorisce la diffusione degli
spettacoli prodotti in contesti diversi: dai Gala ai format televisivi Rai firmati da Vittoria Cappelli e Vittoria
Ottolenghi, fino alle piattaforme di più continenti. Applauditissimo per l’eccellenza degli interpreti e
la versatilità del linguaggio coreografico, Spellbound è ospite dei maggiori teatri e festival di Serbia,
Germania, Francia, Croazia, Cipro, Thailandia, Svizzera, Spagna, Austria, Bielorussia, Russia e Corea
e protagonista di una prestigiosa tournée negli Stati Uniti. Memorabile il record di incassi per cinque
stagioni teatrali consecutive ottenuto dallo spettacolo Carmina Burana.
www.spellboundance.com
Danza
sabato 7 febbraio 2015
41
Compagnia Virgilio Sieni
DOLCE VITA
ARCHEOLOGIA DELLA PASSIONE
coreografia Virgilio Sieni
interpretazione e collaborazione Giulia Mureddu, Sara Sguotti, Jari Boldrini,
Ramona Caia, Maurizio Giunti, Giulio Petrucci, Claudia Caldarano, Marjolein Vogels
musiche di Daniele Roccato eseguite dal vivo dall’autore
luci Fabio Sajiz, Virgilio Sieni
costumi Giulia Bonaldi
collaborazione alla produzione
Emilia Romagna Teatro, Romaeuropa Festival
la Compagnia è sostenuta da Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Regione Toscana, Comune di
Firenze
in collaborazione con AterDanza
Sieni è tra i pochissimi capaci tramite il movimento di dar vita a composizioni che parlano ancora dell’umano
(Goffredo Fofi)
A distanza di tre anni dall’affascinante Tristi Tropici, torna sul palcoscenico del Bonci la geniale danza
ideata da Virgilio Sieni che presenta il nuovo lavoro (coprodotto da Emilia Romagna Teatro) Dolce vita.
Pochi coreografi sanno intrecciare con tanta sapienza la poesia del gesto e del movimento con
l’esplorazione dell’animo umano: Sieni ci riesce in un costante dialogo con le parole dei grandi autori
dell’occidente, da Claude Levi Strauss a Collodi, fino a Aristotele e Lucrezio.
Per Dolce vita si confronta con le sacre scritture e, in particolare, con quella serie di episodi che formano
la Passione di Cristo: come nel suo stile, il testo è punto di partenza per una ispirata ricerca coreografica.
Cinque quadri, Annuncio, Crocifissione, Deposizione, Pietà, Resurrezione, ciascuno dei quali si inoltra
nel racconto evangelico della Passione ricercando il senso della comunità attraverso un arcipelago di
avvicinamenti, tangenze, riconoscimenti, solidarietà, complicità, sguardi. Nasce così un viaggio che
riflette sul dolore e la bellezza, la pietà e la leggerezza.
La comunità di danzatori si muove come un unico corpo, attraversa il vuoto dello spazio lasciando tracce
di umanità: così la coreografia nasce e trapassa all’istante, tracciando una mappa archeologica del corpo
che tenta di indicarci un sentiero possibile di adiacenza della danza alla vita, della vita al corpo, delle
azioni alla bellezza e alla tragedia.
Direttore della Biennale di Venezia, settore Danza,
Virgilio Sieni è uno degli artisti più interessanti della
scena europea. Coreografo e danzatore, si è formato
fra Amsterdam, New York e Tokyo. Tre volte Premio
Ubu, ha creato balletti per i principali Enti Lirici
italiani: Teatro alla Scala di Milano, Maggio Musicale
Fiorentino, Teatro Massimo di Palermo, Teatro San
Carlo di Napoli, Teatro dell’Opera di Roma.
Nel giugno 2013 è stato nominato Chevalier de
l’ordres des arts et de lettres dal Ministro della
cultura francese Aurelie Filippetti.
Nell’agosto 2013 è invitato a rappresentare l’Italia
a Marsiglia in occasione di Marsiglia Capitale
Europea della Cultura dove presenta Arte del
gesto nel Mediterraneo, un progetto quadriennale
realizzato con più di 160 interpreti provenienti da
vari Paesi del bacino del Mediterraneo.
www.sienidanza.it
Danza
42
venerdì 20 febbraio 2015
Junior Balletto di Toscana
GISELLE
musica Adolphe Adam
drammaturgia, regia e coreografia Eugenio Scigliano
luci Carlo Cerri in collaborazione con Andrea Narese
costumi Santi Rinciari
realizzati da Opificio della Moda e del Costume
direzione artistica JBdT Cristina Bozzolini
in collaborazione con AterDanza
una lettura che si dimostra vincente, riuscendo a
emozionare e commuovere (delteatro.it)
Il travolgente ensemble Junior Balletto di
Toscana propone un titolo classico, Giselle,
nella versione contemporanea di Eugenio
Scigliano che ha vinto il premio Danza &
Danza 2013 come miglior produzione italiana.
ph. F. Impiumi
Per affrontare questo caposaldo del Romanticismo coreografico Scigliano torna direttamente alle fonti
poetiche e letterarie del balletto. Proprio partendo dalla suggestiva leggenda delle Wilis che Heine evocò
nel suo libro sulla Germania e tanto suggestionò Theophile Gauthier nello scrivere lo scenario di Giselle,
il coreografo si immerge nell’atmosfera gotica e notturna tanto cara alle culture nordiche. Ma riconduce
la prima parte della vicenda in un college di età vittoriana dove si educano fanciulle di buona famiglia
con rigidi rituali pensati per soffocarne le passioni, in cui è sufficiente mettere a contatto l’innocenza dei
sentimenti dei più giovani con l’ambiguità cinica degli adulti per fare esplodere un conflitto profondo e
sconvolgente tra verità e convenzioni.
Esaltata dalla sorprendente qualità interpretativa dei giovanissimi danzatori la scrittura coreografica
restituisce, quasi crudamente, una verità gestuale di sapore espressionista ai personaggi.
Scigliano si fa guidare dalla musica di Adam e, affrontando la sfida di una pagina assoluta del repertorio
ballettistico, trova la sua personalissima, coerente risposta, offrendo la sua inconfondibile cifra stilistica
e la sua sensibilità di autore capace di registrare le minime sfumature del cuore in gesti e movimenti di
ampio respiro teatrale.
La vivace e agguerrita formazione dello Junior BdT è una fucina di giovani talenti under 20, diretta da
Cristina Bozzolini, che si è imposta all’attenzione generale meritando nel 2009 il Premio Danza & Danza
e attualmente affronta palcoscenici prestigiosi, nazionali e internazionali.
www.danzatoscana.it
Danza
mercoledì 11 marzo 2015
43
PARSONS DANCE
coreografie David Parsons
tournée italiana organizzata da BaGS Entertainment
un ciclone, una vera forza della natura (New York Times)
Torna in Italia a gran richiesta David Parsons, con le coreografie gioiose e colorate che hanno incantato
il pubblico di tutto il mondo. Vera e propria icona della post modern dance statunitense, Parsons crea
una danza solare, acrobatica, comunicativa, una mix di fisicità, umorismo e tecnologia. Le sue opere,
prima fra tutte la celeberrima Caught del 1982, con straordinaria teatralità trasformano il gesto atletico
in virtuosismo e leggerezza. L’alta preparazione degli interpreti e la capacità del fondatore di dare anima
alla tecnica sono da sempre gli elementi distintivi della sua compagnia, Parsons Dance.
Autore di pezzi coreografici divenuti cult della danza planetaria, Parsons ha creato, fra gli altri, per
ensemble come Paul Taylor Dance Company, American Ballet Theater, New York City Ballet, National
Ballet of Canada. Tra le compagnie che hanno messo in scena sue coreografie si annoverano l’Opera di
Parigi, il Netherlands Dance Theater, l’English National Ballet, il Ballet National de Nancy, l’Hubbard
Street Dance di Chicago, la BatSheva Dance Company of Israel.
Nel 2001 ha diretto Aeros, spettacolo con i ginnasti della Federazione Rumena di Ginnastica Artistica,
Ritmica ed Aerobica che è stato in tournée negli Stati Uniti fino al 2003 e nel 2004 ha debuttato con
grande successo in Italia.
David Parsons ha sempre avuto un rapporto privilegiato con l’Italia: nel 2006 ha realizzato alcune
coreografie per la cerimonia di chiusura delle Paraolimpiadi di Torino, nel 2007 è stato chiamato per alla
serata di apertura della 57° edizione del Festival di Sanremo. A luglio dello stesso anno la Fondazione
Arena di Verona gli ha affidato le coreografie per l’opera Aida di Giuseppe Verdi, con la regia di Giampiero
Solari.
Nel corso della stagione 2007-2008, ha realizzato le coreografie del musical Hair, di James Rado e
Jerome Ragni, con la regia di Giampiero Solari e la direzione musicale di Elisa.
www.parsonsdance.org
ABBONATI IN ANTICIPO
Prosa
44
sabato 13 dicembre 2014 ore 21
Abbonati MUSICA/ DANZA
LA REGINA DADA
scritto e interpretato da Stefano Bollani e Valentina Cenni
musiche Stefano Bollani
date da definire
Abbonati PROSA/ ESSAI
spettacolo da definire
Abbonati in anticipo
sabato 13 dicembre 2014 ore 21
45
LA REGINA DADA
scritto e interpretato da Stefano Bollani e Valentina
Cenni
musiche Stefano Bollani
sound design Francesco Giomi
regia del suono Francesco Canavese/ Tempo Reale
light design Luigi Biondi
registrazione del suono Roberto Lioli
scenografia e costumi Andrea Stanisci
aiuto regia Emiliano Masala
produzione Stefano Bollani, Corte Ospitale
Uno spettacolo surreale, intessuto di musica, in
cui esplorare i territori della creatività, sfuggendo
al senso comune e alle rigide convenzioni umane:
si preannuncia così La Regina Dada, prima volta ph. M. Cenni
di Stefano Bollani in veste d’autore e attore teatrale. Sul palco il celebre pianista dà corpo ai vari fantasmi
che dialogano con la protagonista, che ha il volto, la voce e la fisicità dell’attrice/ danzatrice Valentina
Cenni (Desdemona nell’Otello di Luigi Lo Cascio, visto al Bonci durante la scorsa stagione).
L’invenzione del mondo sonoro nel quale si muovono i personaggi è affidata a Francesco Giomi
e all’associazione Tempo Reale, che da anni plasma nuove forme di interazione fra voce, strumenti,
ambienti ed elettronica. Le musiche, registrate, sono di Bollani.
La Regina Dada è una storia immaginaria gioiosa e leggiadra, fatta di invenzioni poetiche: una situazione
scenica dominata da una coscienza, regina del proprio mondo, frenetica e assorta al tempo stesso.
Una donna dialoga con se stessa in una casa popolata di fantasmi, frutto della sua immaginazione. Sono
apparizioni varie, tutte incarnate da Bollani, sempre mascherato, trasfigurato in un coniglietto, un panda,
una gamba, in un suono…e perfino nel dio Pan.
“Parafrasando Aldous Huxley: come il nostro pianeta anche la nostra mente ha ancora le sue terre non
registrate dalle carte geografiche e noi proviamo a esplorarle”, dichiara Bollani. “Come la giraffa e
l’ornitorinco, le creature che abitano queste più remote regioni della mente sono straordinariamente
improbabili. Eppure esistono, perché ignorarle?”. “Tristan Tzara, il teatro dada ci hanno molto ispirato:
sono una mia passione dall’adolescenza, quando già mi piaceva chi rompeva le convenzioni”.
Del resto da 25 anni questo poliedrico artista suona, compone, canta, presenta, racconta. Fuori dalla rete
delle convenzioni e dei generi che ha piegato in un percorso non comune.
www.stefanobollani.com
46
ph. G. Senni
CALENDARIO
11 ottobre 2014 fuori abbonamento
Conservatorio “Bruno Maderna” - Cesena
Accademia di Belle Arti di Bologna - Sede Cesena
ASTARTO - CONCERTI
13-16 novembre 2014
Vittorio Franceschi
IL CAPPOTTO - PROSA
22 novembre 2014
MARIA PERROTTA pianoforte - CONCERTI
29-30 novembre 2014
Angela Finocchiaro, Maria Amelia Monti
LA SCENA - ESSAI
5 dicembre 2014 (recupero stagione 2013-14)
in collaborazione con Associazione Polonia
e Consolato Generale di Polonia in Milano
LESZEK BRODOWSKI viola
JAKUB TCHORZEWSKI pianoforte - CONCERTI
8-10 dicembre 2014
Chiara Guidi - Socìetas Raffaello Sanzio
MACBETH SU MACBETH SU MACBETH
Uno studio per la mano sinistra
- TEATRO CONTEMPORANEO fuori abbonamento
Sala Teatro Valdoca 11-21 dicembre 2014 (riposo lunedì 15)
Teatro Valdoca
VOCI DI TENEBRA AZZURRA
TEATRO CONTEMPORANEO fuori abbonamento
13 dicembre 2014
Abbonati MUSICA/ DANZA
Stefano Bollani e Valentina Cenni
LA REGINA DADA - ABBONATI IN ANTICIPO
18-21 dicembre 2014
Alessandro Haber, Alessio Boni
IL VISITATORE - PROSA
29 gennaio- 1 febbraio 2015
L’ISPETTORE GENERALE - PROSA
regia Damiano Michieletto
7 febbraio 2015
Compagnia Virgilio Sieni
DOLCE VITA
ARCHEOLOGIA DELLA PASSIONE - DANZA
10 febbraio 2015
I SOLISTI AQUILANI
GIUSEPPE ALBANESE pianoforte - CONCERTI
12-15 febbraio 2015
Franco Branciaroli
ENRICO IV - PROSA
20 febbraio 2015
Junior Balletto di Toscana
GISELLE - DANZA
22 febbraio 2015
STEFANO BOLLANI - CONCERTI
Piano solo
27 febbraio-1 marzo 2015
Compagnia della Rancia
CERCASI CENERENTOLA - PROSA
5-8 marzo 2015
Carlo Cecchi
LA DODICESIMA NOTTE - PROSA
11 marzo 2015
PARSONS DANCE - DANZA
12-13 marzo 2015
Glauco Mauri, Roberto Sturno
UNA PURA FORMALITÀ - ESSAI
27 dicembre 2014
Ballet of Moscow – National Russian Ballet
ROMEO E GIULIETTA - DANZA
Teatro Nuovo al Carisport
14 marzo 2015
GORAN BREGOVIC
Wedding & Funeral Band - CONCERTI
If you don’t go crazy, you are not normal!
28 dicembre 2014 fuori abbonamento
Ballet of Moscow – National Russian Ballet
LO SCHIACCIANOCI - DANZA
27 marzo 2015
MAFALDA ARNAUTH - CONCERTI
Terra da Luz
15-18 gennaio 2015
LA SERRA - PROSA
regia Marco Plini
28-29 marzo 2015
Alessandro Bergonzoni
NESSI – ESSAI
24 gennaio 2015
Spellbound Contemporary Ballet
LE QUATTRO STAGIONI - DANZA
21-24 aprile 2015
Silvio Orlando
LA SCUOLA - PROSA
27 gennaio 2015
LUCILLA GALEAZZI e MONI OVADIA - CONCERTI
Doppio fronte
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