TECNOLOGIA & SCIENZA Un convegno in Calabria illustra tecnologie di sviluppo per il Mediterraneo Beni culturali e innovazione: i progetti per valorizzare l'archeologia subacquea Alla ricerca dell'antica Kroton la Magna Grecia incontra il Web 2.0 Fondali marini in 3D ROMA - Mediterraneo e Tecnologia. Magna Grecia e Web 2.0. Accostamenti che potrebbero sembrare bizzarri, ma che invece possono regalare scoperte incredibili. Succede quando si applica l'innovazione tecnologica ai beni culturali. E in particolare all'archeologia subacquea. C'è tutto questo nello spirito di "Kiber Kroton", un convegno-evento che si svolge all'interno del Parco Archeologico di Capo Colonna, a Crotone. Suggestivo già dalla cornice, che ospita tra l'altro il santuario di Hera Licinia. E ancora più ambizioso per la sua vocazione: "Brainstorming 2.0. Il futuro del passato". Ovvero, valorizzare il patrimonio culturale attravero strumenti innovativi. Scanner in 3D, occhiali stereoscopisci, ecografia radar per scandagliare i fondali. Immersioni reali e virtuali nei patrimoni sommersi dell'antica Kroton. Sono alcuni dei progetti presentati in questo evento organizzato dal Parco Scientifico e Tecnologico della provincia di Crotone e dal network 7th Floor. Due giorni (23-24 maggio) in cui si coniugano futuro e passato. Un format che comprende convegni, immersioni, dirette video, set fotografici, virtual set e instant blogging. Il progetto Messiah. È l'acronimo di Metodologie, Strumenti e Servizi Innovativi per l'Archeologia Subacquea. È iniziato nel 2005 e in quasi tre anni ha creato almeno una dozzina di laboratori universitari. Una rete di imprenditori, ricercatori e tecnici tesa al rilancio economico e turistico della Calabria a partire dalla valorizzazione dei beni culturali sommersi. Molta della storia della Magna Grezia, infatti è ancora sott'acqua. Come il porto di Kroton, di cui narra Strabone, l'unico tra Reggio e Taranto, che però è ancora da individuare. O il fondale lungo circa 30 chilometri di costa a sud di Capo Colonna. Dove giacerebbero 200 tonnellate di marmo, di provenienza turca e greca. Sono questi alcuni dei luoghi su cui sperimentare i progetti elaborati nei dodici laboratori universitari calabresi. Le tecnologie. Tra i più importanti temi oggetti di studio c'è stato quello della trasmissione a distanza di immagini in 3D. L'Unical ha messo a punto un sistema, per mettere in rete, a disposizione di tutti, riproduzioni tridimensionali di oggetti. Nel dettaglio si tratta di un tastatore, una punta che vede in 3D, che sfiora l'oggetto e lo trasferisce su uno schermo. Usando occhiali stereoscopici anche l'utente può vederlo in 3D su un monitor posizionato in una qualunque parte del mondo. Questa tecnologia applicata all'archeologia subacquea potrebbe essere utile a rilevare i patrimoni sommersi in modo non invasivo e molto preciso. Inoltre, sempre l'università della Calabria, ha avviato uno studio per l'uso di radiazioni elettromagnetiche per rilevare cosa c'è sui fondali tramite i riflessi delle onde emesse. L'università di Reggio Calabria, invece ha portato avanti studi sulla stabilità dei monumenti vicino al mare e su esami stettroscopici per ricostruire oggetti antichi tenendo presente la composizione chimico fisica. Il programma. Non solo convegni e incontri istituzionali. Il dibattito di Kiber Kroton, si svilupperà anche sul web con un blog partecipativo (www.kiberkroton.com) animato da giornalisti e dagli studenti delle scuole crotonesi. L'evento si concluderà con un happening subacqueo nel Parco Marino di Isola Capo Rizzuto. Giornalisti e archeologi subacquei si immergeranno alla ricerca dei reperti sommersi dell'antica Kroton. Cultura, ma anche nuovi modelli di sviluppo. Come spiega Sergio Iritale, presidente della provincia di Crotone: "Abbiamo voluto rilanciare un nuovo modo di fare impresa, attraverso la produzione di beni immateriali e il rilancio della ricerca". (24 maggio 2008) Divisione La Repubblica Gruppo Editoriale L’Espresso Spa - P.Iva 00906801006