C Crotone CALABRIA Il patrimonio di uno dei santuari più venerati della Magna Grecia TESORO DI HERA C’ era chi portava piccoli bronzi, chi vasi e figurine in terracotta, chi manti con fregi d’oro e vesti di bisso, chi ancora ori e gioielli. Era ricchissimo il Tesoro del Santuario di Hera Lacinia, tra i più venerati del mondo ellenico, dedicato alla dea regina, moglie di Zeus, protettrice della donna (quindi della fertilità), della natura, degli armenti. In posizione superba, sul promontorio di Lacinion proteso sullo Ionio (l’attuale Capo Colonna, 12 chilometri dall’attuale Crotone, dove svetta un’unica colonna superstite), il Santuario vedeva arrivare carichi di doni dei pellegrini provenienti da tutta la Magna Grecia. E anche qualche eroe omerico. Secondo il mito, Enea vi portò una coppa bronzea (phiale) con il proprio nome nell’iscrizione dedicatoria. Di quei preziosi ex-voto gli scavi non hanno restituito che una piccola parte, confluita al Museo Archeologico Nazionale di Crotone, che al Tesoro di Hera ha dedicato la sala più insigne. Quella in cui sfolgora, protetto da una teca in cristallo, il Diadema Aureo di Hera Lacinia (IV sec. a.C.), corona in lamina d’oro di straordinaria fattura che, con ogni probabilità, cingeva il capo del simulacro della divinità al modo in cui appare su alcune serie monetali dell’antica colonia achea di Kroton. In questa pagina, particolare della lavorazione del diadema in oro proveniente dall’Heraion di Capo Colonna. 362 Barchetta Nuragica da Capo Colonna; in alto, testa in terracotta di età arcaica. 363 Crotone Le sirene di Crotone Nel patrimonio dell’Archeologico di Crotone si distingue un piccolo, bizzarro capolavoro d’arte funeraria. Un askos bronzeo del V secolo a.C., vaso-unguentario a forma di sirena, il corpo di uccello e la testa di fanciulla, che stringe tra le mani una melagrana (la rinascita) e un flauto a sette canne (l’armonia celeste). Il manico raffigura l’anima del defunto in viaggio verso la destinazione finale sul dorso del prodigioso volatile, che la tradizione voleva dimorasse alle soglie dell’Ade. Trafugato dalla necropoli delle Murge di Strongoli, il reperto fu restituito nel 2007 dal Getty Museum di Malibu dove arrivò per vendita illegale. Il museo di Crotone ospita un secondo askos del tutto simile (VI sec. a.C.), proveniente dalla chora meridionale di Kroton. Due dei tre esemplari esistenti al mondo; il terzo è in Grecia. 364 loc. Praialonga SS 106, Isola di Capo Rizzuto (KR) tel. 0962 1902890 www.praiaartresort.com Boutique hotel sulla Costa dei Saraceni, in un tratto della riserva marina più estesa d’Italia, quella di Isola di Capo Rizzuto: quasi 15mila ettari di superficie, tra cui 42 chilometri di promontori, scogliere, spiagge di sabbia rossa finissima. Al di là del grande cancello in ferro brunito che ne protegge la privacy e all’ombra di un’immensa cupola di pini marittimi, il Praia Art si inserisce con armonioso equilibrio in un paesaggio che conserva un fascino ancora selvaggio. Intorno alla grande piscina, cuore della struttura, 15 stanze di ricercata semplicità, ognuna diversa dall’altra, ma tutte con patio o terrazza. Spiaggia privata e piccola area benessere. IL RISTORANTE Pietramare Natural Food loc. Praialonga SS 106, Isola di Capo Rizzuto (KR) tel. 0962 1902890 www.praiaartresort.com Un lavoro di eccellente oreficeria, alto non più di 5 centimetri e lungo 37, realizzato a sbalzo e rifinito a cesello. La decorazione si ispira al mondo vegetale, di cui replica con meticolosa perizia foglie di acero (o vite) e ramoscelli di mirto impreziositi da un’esuberante esplosione di bacche, che ruotano intorno a un motivo a doppia treccia. A far parte del Tesoro (oltre a numerosi altri oggetti di grande valore storico-artistico) anche la misteriosa Barchetta Nuragica (VII sec. a.C.), lampada in bronzo a forma di navicella, con a poppa due carri tirati da una coppia di buoi e a prua due colombe. Molto frequenti in Sardegna e nei corredi funerari delle necropoli etrusche, è l’unica del suo genere rinvenuta nel meridione d’Italia. Nella foto in alto, anfora attica a figure nere con lotta tra Eracle e l’Amazzone dalla necropoli della Carrara. L’HOTEL Praia Art Resort Sopra, l’askos bronzeo del Museo Archeologico. È la tavola del Praia Art, dove gli ingredienti feticcio della terra di Calabria, ricca di prodotti dop e igp (dalla cipolla rossa di Tropea alla patata della Sila) costituiscono la base di una cucina insieme semplice e raffinata, che guarda tanto alle antiche tradizioni regionali di terra e di mare, quanto a una rivisitazione creativa della tradizione mediterranea, in versione spesso light. Una cucina da accompagnare al blasonato Cirò rosso, il “Barolo del sud”, offerto nella Grecia classica ai vincitori delle Olimpiadi, o al Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto, rosso e rosato, apprezzato, secondo la leggenda, anche dall’imperatore Federico Barbarossa. 365