CROTONE
Cenni storici
La
mitologia attribuisce a
Herakles la fondazione della
Città di Crotone, che prende il
nome del suo amico Kroton,
alla cui memoria aveva eretto
un’imponente tomba. Narra lo
storico Diodoro Siculo d’Agyrium
che Heracles, di ritorno dall’Iberia con la mandria dei buoi di
Gerione, aveva ricevuto fraterna
ospitalità dal patriarca Kroton,
fratello di Alcinoo re dei Feaci.
Ma Lacinio, suocero di Kroton
tentò di rubare nella notte i capi
di bestiame condotti da Heracles
che avendolo scoperto lo assalì
e lo uccise. Fatalmente però,
nella rissa, perì anche Kroton
che era giunto in soccorso di
Herakles, che profondamente
colpito da quel fatale incidente,
eresse in onore dell’amico un
monumentale mausoleo.
Herakles predisse che in quei
luoghi sarebbe stata fondata
una città che avrebbe portato il
nome Kroton.
La storia, però ci riporta ad una
realtà più ritenuta attendibile,
circa la fondazione della Città di
Crotone, che viene attribuita
all’imponente migrazione di
coloni che dall’antica Grecia si
trasferì nell’Italia meridionale,
dove diedero vita alla più conosciuta Magna Grecia.
L’autore di questa fondazione
porta il nome di Miscello di Ripe,
figlio d’Alemone Argivo, con a
capo un gruppo di Achei si recò
a fondare la Città di Crotone,
come gli aveva ordinato l’oracolo di Apollo Pizio.
Del suo arrivo a Crotone ne
narra lo storico Hippys di
Reggio, mentre Zenobio riporta
la notizia che Miscello in verità
avrebbe voluto fondare la Città
di Sibari e non di Crotone.
Nel tentativo di dirigersi non già
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a Crotone ma a Sibari, Miscello
incorse nelle ire del Dio Apollo,
come ne riferisce Strabone, a
tal punto che, vinto ogni suo
dubbio, si diresse a fondare la
Città di Crotone come gli era
stato ordinato dalla divinità, in
compagnia del fondatore di
Siracusa Archia che navigava
alla volta della Sicilia.
Altra leggenda, riportata dal
poeta latino Ovidio, narra che
Herakles intervenne nella fondazione della città, dissipando
le incertezze di Miscello, con lo
stratagemma dello scambio
delle pietre da nere in bianco
nell’urna.
Lo storico Hippys e Antioco
riportano la data della fondazione di Crotone contemporanea a
quella di Sibari, come anche
asserito dallo storico Eusebio
che ne attribuisce in questa cirwww.ilbelpaesecalabria.it
Kulix a figure nere.
costanza la data certa di fondazione. Dionigi di Alicarnasso
conferma la data di Eusebio nel
terzo anno della XVII Olimpiade,
avvenuta nel 710-709 a.C.,
come risulta dal rinvenimento
dei reperti archeologici negli ultimi anni di scavi e relativi ritrovamenti.
Il nome Kroton è in particolare
attribuito al suddetto personaggio, come pure all’antica pianta
dell’olio kroton, o nel significato
di argilla o del verso della cicogna, appunto “Cro”.
Nel 531-530 a.C. l’importanza di
Crotone è prevalentemente
attribuibile alla presenza di
Pitagora di Samo, figlio di
Mnesarco, rifugiatosi nella Città
per sfuggire al tiranno Policrate.
Pitagora era filosofo e matematico, fondatore della Scuola
Italica, diede lustro e particolare
prestigio alla Città di Crotone
che si poneva con superiorità
rispetto alle colonie che componevano la Magna Grecia.
Crotone estese i suoi domini
oltre i suoi confini, assediando e
distruggendo
Sibari,
come
aveva già fatto con Siris, fondando la Città di Terina sul
Tirreno e Caulonia, l’antica
Monasterace sullo Jonio.
L’espansione militare e commerciale portò ricchezza alla
Città, ma nel contempo una dissolutezza nei costumi, che portò
decadenza e un violento attac-
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co ai moralistici insegnamenti
dei seguaci di Pitagora, di cui
ne distrussero la scuola, data
alle fiamme durante l’assenza di
Pitagora che si era rifugiato a
Metaponto. La Città cadde nelle
mani del tiranno Kleinas.
Seguirono tempi di precaria
immobilità e nel 378 a.C. fu
occupata dal siracusano Dionigi
il Vecchio, che nel 388 aveva
cinto d’assedio la colonia crotoniate di Caulonia, dove ebbe la
meglio sull’esercito crotonese
che era stato inviato in soccorso
della Città.
Agatocle si impadronì della Città
di Crotone nel 285 a.C., mentre
nel 277 a.C. vi giunsero i
Romani e nel 215 fu il turno dei
Bretti,
spalleggiati
dai
Cartaginesi, fino al 2012.
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Vi giunse Annibale che era in
guerra con Roma e nel 196 a.C.
i Romani la occuparono definitivamente, degradata al rango di
Prefettura, conobbe un periodo
di drammatica crisi ed il suo territorio era infestato dalla malaria. I Romani lasciarono diverse
testimonianze databili all’epoca
repubblicana ed al mediobasso
impero. I romani si spinsero,
occupando anche il promontorio
lacinio, che divenne un porto di
imbarco per l’Oriente ed in particolare per la Grecia.
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La sfinge seduta – In bronzo fuso con
ritocco a freddo per la parte della
decorazione (540 a.C.).