Crataegus monogyna

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Crataegus monogyna
3 Usi
Il biancospino comune (Crataegus monogyna Jacq.,
1775) è un arbusto o un piccolo albero molto ramificato e
dotato di spine, appartenente alla famiglia delle Rosaceae.
1
1.1
• Il legno, denso e pesante, è un apprezzato combustibile.
• Un tempo, in diverse regioni italiane, veniva utilizzato come essenza costituente delle siepi interpoderali, cioè per delimitare i confini degli appezzamenti. In ragione delle spine e del fitto intreccio dei
rami la siepe di biancospino costituiva una barriera pressoché impenetrabile. Attualmente l'esigenza
di non rendere difficoltosa la circolazione dei mezzi agricoli meccanici ha determinato la quasi totale
scomparsa delle siepi di biancospino aventi quella
funzione.
Morfologia
Portamento
La pianta può raggiungere altezze comprese tra i 50 centimetri ed i 6 metri. Il fusto è ricoperto da una corteccia
compatta e di colore grigio. I rami giovani sono dotati di
spine che si sviluppano alla base dei rametti brevi.
1.2
Foglie
3.1 Usi terapeutici
Le foglie sono lunghe 2-4 centimetri, dotate di picciolo, di
Come erba medicinale il biancospino è usato come
forma romboidale ed incise profondamente. L'apice dei
ricostituente, antidiarroico, ipotensivo e cardiotonico[1] .
lobi è dentellato.
I principi attivi contenuti nella pianta sono:
1.3
• flavonoidi tra cui l'iperoside e la vitexina;
Fiori
• composti triterpenici tra i quali l'acido ursolico;
I fiori sono raggruppati in corimbi, che ne contengono circa 5-25. I petali sono di colore bianco-rosato e lunghi 5 o
6 millimetri.
1.4
• ammine e steroli;
• tannino e derivati purinici.
Ha un'azione coronariadilatatrice, vasodilatatrice dei vasi
sanguigni addominali e coronarici, azione inotropa positiva, risparmio del consumo di ossigeno da parte del muscolo cardiaco, modulazione della concentrazione intracellulare di calcio, sedativa sul sistema nervoso centrale,
diminuzione della frequenza cardiaca.
È indicato nei casi di angina pectoris, nelle nevrosi
cardiache, negli stati di ipereccitabilità con aritmie e
nell'ipertensione arteriosa[2] .
È utilizzato anche come ansiolitico e nel trattamento dei
casi di insonnia[3] .
Frutti
I frutti sono ovali, rossi a maturazione e con un nocciolo
che contiene il seme. La fioritura avviene tipicamente tra
aprile e maggio, mentre i frutti maturano fra novembre e
dicembre. I frutti del biancospino sono edibili, ma solitamente non vengono mangiati freschi, bensì lavorati per
ottenere marmellate, gelatine o sciroppi.
Sono questi frutti rossi “le brocche dei biancospini”
a cui Giovanni Pascoli fa riferimento nella sua poesia
"Valentino" del 1903.
2
4 Restrizioni
Distribuzione e habitat
In alcune regioni del nord Italia, è stata vietata la commercializzazione e messa a dimora di nuove piante di Biancospino, poiché è ritenuto un vettore di diffusione del batterio Erwinia amylovora, che è responsabile di una malattia
che colpisce soprattutto i frutteti conosciuta col nome di
Colpo di fuoco batterico.
Si trova in Europa, Nordafrica, Asia occidentale e
America settentrionale. Il suo habitat naturale è rappresentato dalle aree di boscaglia e tra i cespugli, in terreni
prevalentemente calcarei. Vegeta a quote comprese tra 0
e 1.500 metri.
1
2
10
5
Galleria immagini
• Fiori
• Frutti
6
Note
[1] Antonia Pessei
[2] Luca Fioretti, Sonni tranquilli grazie alle piante in
Sapere&Salute, vol. 3, nº 16, settembre 1998, p. 40.
[3] Roberto Michele Suozzi, Le piante medicinali, Roma,
Newton&Compton, 1994, p. 71.
7
Bibliografia
• Sandro Pignatti, Flora d'Italia, Bologna, Edagricole,
1982, Volume 1, p. 612, ISBN 88-506-2310-0.
• Antonia Pessei, Le piante officinali della Sardegna,
Nuoro, Edizioni Il Maestrale, 2000, p. 74, ISBN 8886109-39-3.
8
Voci correlate
• Rosaceae
• Draco Malfoy
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Altri progetti
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10
informazioni
Collegamenti esterni
• (EN) Crataegus monogyna nel database IPNI
su
COLLEGAMENTI ESTERNI
3
11
11.1
Fonti per testo e immagini; autori; licenze
Testo
• Crataegus monogyna Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Crataegus%20monogyna?oldid=67588958 Contributori: Alfiobot, Biopresto,
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11.2
Immagini
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11.3
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