Va Pensiero
La Voce libera degli anziani musicisti di Casa Verdi
www.stefaniasina.it
S
Nascita e morte di un sogno
u sollecitazione di colleghi,
amici, parenti, dipendenti e
volontari, ho ceduto alla
loro richiesta al fine di offrire a
tutti la possibilità di esprimersi liberamente, creando per mio
conto un sito Internet (www.stefaniasina.it) dove tutti potranno
leggere i loro pensieri. Un nuovo
mezzo di comunicazione, un
luogo virtuale di incontro e confronto, un nuovo punto di riferimento. Spero che questa
iniziativa sia apprezzata da voi tutti incontrando le vostre esigenze. Fin d'ora
vi ringrazio per la collaborazione e i vostri contributi. Ci dispiace di non
avere avuto spazio sufficiente per tutti i pensieri ricevuti.
Iniziamo con un pensiero di Walt Disney:
“L’unico modo per iniziare a fare qualcosa è smettere di parlare
e iniziare a fare”.
Il giornalino La Voce è stato ideato, fondato e realizzato dagli Ospiti di
Casa Verdi a partire dal 1999. All’inizio era povero con pochi fogli e ciclostilato. Ho iniziato con la signora Steiner e la signora Cernitori che ora
ci assiste dal cielo, con un entusiasmo alle stelle. La finalità era di impegnare intellettualmente ed umanamente gli anziani musicisti, e dare a noi la
possibilità di fare qualche cosa di utile e bello.
L’idea era buonissima, la passione era al massimo, e per molto tempo si
è svolto tutto con grande gioia, grande determinazione, grande impegno.
Pensate a quanta fatica il dover far scrivere a delle persone che da molto
non prendevano in mano una penna e stare al fianco degli ammalati trascrivendo il loro pensiero, rispolverare i ricordi del passato e le emozioni di
un tempo!
Quasi ottantenne mi sono messa ad imparare ad usare il computer, a spillare e fotocopiare tutto; solo grazie a questo è stato possibile coinvolgere
“non senza difficoltà” gli anziani per dare loro “voce”. Da poche copie, in
dieci anni di costante impegno, siamo arrivati ad una tiratura di 1.250 per il
gradimento riscontrato e per far fronte alle numerose richieste. Questo impegno ci ha ringiovanito di tanti, tanti e tanti anni, caricandoci di qull'entusiasmo che solo da giovani si prova.
A nostra insaputa è stato registrato come direttore responsabile una persona estranea alla Redazione del giornalino La Voce e per questo abbiamo
deciso di sospendere la pubblicazione. Sollecitati da parenti e amici abbiamo
deciso di riprendere in autonomia e in piena libertà solo con le nostre forze
e a nostre spese questa nuova iniziativa.
Anche se stiamo vivendo un periodo difficile, per le varie vicende che
hanno coinvolto la nostra Casa, speriamo di contribuire a migliorare e cambiare la pesante situazione.
La nuova Redazione confida nella collaborazione di tutte quelle persone
che ci hanno sostenuto e compreso. Questa iniziativa rappresenta un punto
di riferimento e di libertà per tutti, anche per coloro che la pensano diversamente.
Buon Natale e Buon 2012!
Stefania Sina
"Non c’è nulla di immutabile, tranne
l’esigenza di cambiare" (Eraclito)
P
er quanto sopra detto io sono e sarò sempre molto
favorevole al cambio della guardia con persone più
vicine alle problematiche di oggi”, così finiva una
lettera scritta al Presidente della Fondazione Verdi a fine
2009, dopo poco tempo del mio arrivo a Casa Verdi. Nel
nostro operare quotidiano viviamo ancora psicologicamente in un sistema molto chiuso che necessita di una conversione culturale e sociale da parte di chi ha la
responsabilità. Churchill diceva “Non sempre cambiare
equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare”. Rimanendo sempre in ambiente anglosassone, la
prima grande democrazia, è altrettanto significativo il pen-
N
Dicembre 2011
Messaggio del nostro Parroco
el Santo Natale Dio si avvicina agli uomini “che Egli ama” e
l'annuncio di questa venuta viene salutato con la Pace. Questa
parola è piena di impegno perché ognuno di noi possa adoperarsi ad agire sull'esempio di San Francesco che si è rivolto al nostro Signore chiedendo: “Dio fammi strumento della tua Pace”. C'è tanto
bisogno di Pace! Non solo i singoli, ma anche le Istituzioni, le Associazioni, le Fondazioni, tutte le Organizzazioni traggano impulso dall'esempio di Gesù e operino per migliorare le condizioni di vita di tutti,
ma specialmente di quelli, come gli anziani musicisti della Casa di Riposo Giuseppe Verdi che non vivono più in famiglia, lontani dagli affetti e dai propri cari.
Le parole pronunciate nell'omelia dal Cardinale Angelo Bagnasco nella festa della Madonna
della Guardia mi trovano perfettamente concorde: c'è la necessità di un rinnovamento dello
spirito e della morale di chi ha responsabilità. Aggiungo anche una espressione sintetica del
Cardinale Dionigi Tattamanzi che ha ricevuto l'Ambrogino d'Oro:
“I diritti dei deboli, non sono diritti deboli”.
Pertanto ci sentiamo sollecitati ad un impegno ancora più forte. Come Parroco, mi sento onorato di avere in parrocchia questa istituzione che fa onore a chi l'ha fondata e impegna tutti coloro
che hanno responsabilità a farla funzionare al meglio. Un augurio di Pace e di Serenità a tutti gli
anziani della Casa Verdi, agli ammalati e a tutti coloro che stanno passando un periodo difficile.
Parroco Don Sante Torretta
“Questione morale grave e urgente”
Riportiamo un estratto del discorso pronunciato nell'omelia il 29 agosto 2011, festa della
Madonna della Guardia, dal Presidente della Conferenza episcopale italiana Cardinale Angelo
Bagnasco, per affermare che la questione morale va affrontata, qui e ora:
«Serve conversione culturale e sociale da parte di chi ha responsabilità». «La questione
morale in politica, come in tutti gli altri ambiti del vivere pubblico e privato, è grave e urgente e non riguarda solo le persone ma anche le strutture e gli ordinamenti». «Nessuno può
negare l’impegno generoso e la rettitudine di molti che operano nel mondo della politica e
della pubblica amministrazione, dell’economia, della finanza e dell’impresa. A loro va rinnovata stima e fiducia», ha detto il cardinale che però ha ribadito come la questione riguarda
tutti. «Non si tratta di "fare" diversamente ma di "pensare" diversamente, in modo più vero
e nobile se si vuole purificare l’aria, e i nostri giovani non siano avvelenati nello spirito». Il
presidente dei vescovi sa che si tratta di un compito difficile perché «si tratta di intaccare consuetudini e interessi vetusti, stili e prassi lontani dalla trasparenza, dal sacrificio e dal dovere, ma è possibile perché la gente lo chiede e perché è giusto». Da qui l’appello a «chi ha
responsabilità pubbliche oggi e domani» perché «ha questo primario dovere»: mettere in movimento decisioni coraggiose «perché la cultura della vita facile ed egoista ceda il passo alla
cultura della serietà». Aggiunge, Bagnasco: «c’è bisogno di una grande conversione culturale e sociale e coloro che hanno particolari responsabilità rispetto alla vita pubblica ma
anche quanti hanno poteri e interessi economici, ne hanno il dovere più degli altri, sapendo
che, attraverso il loro operare propongono modelli culturali destinati a diventare dominanti».
Non c’è modo di non capire le parole del Cardinale che conclude la sua omelia pensando,
come sempre, ai giovani, anche a quelli che ha sentito cantare a Madrid: «Sanno che la vita
non è di chi se la gode, di chi è più scaltro e forte, di chi ha la strada spianata. Nonostante
turbolenze e cadute, il giovane sa che la strada della realizzazione e della gioia sta dalla
parte del dovere, del sacrificio».
siero del politico Harold Wilson "Chi rifiuta
il cambiamento è un
vero e proprio architetto
della decadenza e del
disfacimento”. Riconoscente al Padre Eterno
per la longeva vita terrena concessami e grazie alle significative
esperienze lavorative di
grandi responsabilità
(Gioventù Musicale Italiana, il periodo scolastico al carcere minorile “Beccaria”, la ventennale collaborazione
con la Casa Editrice Ricordi), penso che le due principali
regole che stanno alla base della vita stessa sono: il cam1
biamento è inevitabile e tutti cercano di resistere al cambiamento.
Solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di
cambiare il mondo, possono cambiarlo davvero e che
ognuno di noi “deve diventare il cambiamento che vogliamo vedere” come ci ha insegnato Mahatma Gandi.
Concludo con il richiamo del nostro amato Presidente
della Repubblica Giorgio Napolitano al ricambio generazionale, ma anche un invito ai giovani perché si diano da
fare contro la gerontocrazia inamovibile:
«E’ essenziale un rinnovamento generazionale nella
politica e nell’amministrazione. Ma questo non si decide
per decreto. Solo attraverso uno sforzo, un’apertura che
bisogna a tutti i costi provocare in un sistema ancora
molto chiuso».
Carla Bojocchi
Dicembre 2011
D
“Non di solo pane vive l'uomo”
opo tanti anni di duro lavoro e sacrifici, mai avrei immaginato di entrare alla Casa di Riposo per
Musicisti fondata dal maestro Giuseppe
Verdi. Ero bambina e mi ricordo che alle
elementari cantavamo sempre il “Va' Pensiero” e per il sommo Maestro ho sempre
avuto una grande ammirazione e questa
ammirazione si è costantemente rafforzata
Il maestro Daniel Baremboim
negli anni. Sono entrata alla Casa Verdi con
con Luisa Mandelli
entusiasmo, ma questo si è affievolito con
il tempo a seguito delle vicende che hanno coinvolto la Fondazione e che hanno
creato un'atmosfera triste provocando a noi anziani un pesante isolamento accresciuto dalla mancanza di un saldo punto di riferimento. Unica consolazione rimasta, è il prendermi cura della Cappella della Casa dedicata alla patrona dei
musicisti “Santa Cecilia” e con grande amore e gioia dedico tutta me stessa al servizio del Signore ricordando ogni ricorrenza legata a Verdi al quale sono eternamente grata per la Sua immensa generosità.
Grande conforto e comprensione lo trovo ancora dopo tanti anni dai miei
Amici Loggionisti della Scala, dal personale del Museo del Teatro, dagli amici
del negozio Ricordi oltre a Monsignor Manganini Arciprete del Duomo, ai Cantori della Cappella del Duomo e ai Monaci dell'Abbazia di Chiaravalle. Ho quasi
90 anni e non passa giorno che ringrazi Dio per la buona salute che fino ad oggi
mi ha donato permettendomi di frequentare tutti questi grandi Amici che mi danno
ancora la gioia e la forza di vivere. Ho sempre goduto di quanto mi ha dato la
vita, non ho mai ricercato ricchezze o vane glorie anche se Dio mi ha dato la fortuna di farmi conoscere e apprezzare dal pubblico grazie prima al lavoro svolto al
Teatro alla Scala come Cantante e poi alla Casa Ricordi come curatrice del reparto edizioni.
Oggi di cose materiali non mi manca nulla anche perché mi sono sempre accontenta di quel poco o tanto che la vita mi ha concesso, ma rimpiango i tempi duri
del passato dove ero felice solo con un piatto di patate perché erano servite e condite con l'amore e l'affetto di persone care, mi sentivo compresa ed apprezzata per
quello che ero. Sperando in tempi migliori, prego sempre il nostro Signore perché
possa farci ancora dono dell'Armonia, della Serenità, della Pace e della Concordia. Ricordando che “non di solo pane vive l'uomo”, ho nel cuore un frase dalla
nostra scrittrice Alda Merini: “Io non ho bisogno di danaro. Ho bisogno di sentimenti, di parole...”
Luisa Mandelli
N
La “signora” della Chiesa
on sappiamo se tutti
noi abbiamo un Angelo
che ci assiste, ma
siamo sicuri che la Cappella di
Casa Verdi “Santa Cecilia” è
custodita da un Angelo in carne
ed ossa che si chiama Luisa
Mandelli. Ottantanovenne e in
piena salute, da quando è entrata alla Casa, si prende cura
di tutto, e quando diciamo di
tutto è di tutto perché non
manca mai nulla: sull'altare c'è sempre una tovaglia bellissima, una per ogni occasione, spesso acquistate con i suoi risparmi, le lava, le stira e le inamida a casa
di una sua amica, cura le piante, sempre belle e religiose, i fiori non mancano mai,
i paramenti in perfetto ordine, non manca mai il vino, le Ostie, le candele, prepara i libri sacri per le letture, per non parlare della Sacrestia tenuta come una reliquia.
Se la perfezione esiste, di sicuro questo è il miglior esempio, venite a vedere
e rimarrete a bocca aperta! Quando le cose si fanno con amore e passione il risultato è certo: tutto perfetto. Oltre a tutto questo, assiste il Prete o il Frate di turno
e provvede anche alla lettura durante la messa dei testi; organizza e sceglie, coinvolgendo anche i giovani musicisti, i brandi musicali da eseguire durante le varie
funzioni per arricchire la Messa. Sempre a disposizione per tutte le funzioni religiose domenicali, i funerali e tutte le ricorrenze della Casa, non è mai mancata ad
una! Pensate al grande sacrificio, non avere mai una domenica libera, e questo per
il Signore, per Verdi, per l'Istituzione e per tutti noi. Non osiamo immaginare cosa
sarebbe la nostra “Chiesetta” senza la nostra Luisa!
Ti siamo riconoscente e ti ringraziamo pubblicamente per il tuo operato sempre nell'ombra e sempre presente. Ci auguriamo che ci sia un riconoscimento
anche da parte dell'Istituzione!
La redazione
S
Va Pensiero
La Voce libera degli anziani musicisti di Casa Verdi
“Il Violino” compagno della mia vita
ono la violinista Tina Aliprandi, e posso dire che il violino è il
compagno della mia vita, per la professione che ho esercitato per
molti anni in orchestra, quartetto, come solista e insegnante. Oggi
mi sento di parlare del “Caffè Verdi”. Sono degli incontri che si tengono nella sala Toscanini dello Casa ogni 15 giorni, tenuti da oltre un
decennio dalla nostra cara Carmen Greco, e ai quali partecipano un
gruppo di Ospiti che seguono un percorso spirituale, non solo, ma agli
incontri vengono volentieri anche Ospiti che si dichiarano apertamente
non credenti. Gli argomenti si decidono assieme di volta in volta. In questo momento stiamo
attraversando un periodo non molto
sereno a seguito delle pubblicazioni
di notizie riguardanti vari problemi
di Casa Verdi. Tutto questo ci rattrista moltissimo perché, questa casa è
nostra e noi la amiamo moltissimo.
Fra di noi si è instaurato un clima di
tensione, di nervosismo e questo si
respira nell’aria. Il “Caffè Verdi” è
l’unica oasi di pace e serenità che mi
è rimasta. Qui stemperiamo tutto il
nostro nervosismo, parlando di
Foto di gruppo del “Caffè Verdi”
bontà e di altruismo, ogni pensiero
triste se ne va. La sensazione comune a tutti è che a fine incontro usciamo con una maggiore
serenità interiore ed un arricchimento personale.
Tina Aliprandi
“Quando due o tre sono riuniti nel mio nome ...”
(Mt18,20).
C
osì ci siamo detti, qualche giorno fa, riuniti in sala Toscanini per l’incontro del Caffè Verdi; ed eravamo lieti e sorridenti, mentre ci guardavamo, e certi che il Signore era
proprio lì fra noi. Siamo amici, legati da questa affettuosa consuetudine e con la voglia di ritrovarci, ogni volta, per scambiare
idee, pensieri e sensazioni, per conoscere una pagina della Bibbia, per capire qualcosa di noi e del mondo, che alle volte si mostra tanto matto e incredibile; per comprendere delle situazioni
in cui ci troviamo, talora inspiegabili e dolorose.
Sì, perché esiste il dolore? Perché esiste la sofferenza? Quella
fortuita degli eventi naturali, quella della malattia e della morte,
quella provocata dagli uomini che scelgono per sé e non per noi, che agiscono con egoismo
e certamente non con amore.
Negli anni le domande si sono ripetute: sono emerse le sensibilità ferite di ciascuno, le
speranze e la voglia di avere risposte certe, tangibili, concrete. Ma chi è Dio? E poi ancora,
dov’era Dio quando l’arroganza di qualcuno faceva scempio dei sentimenti altrui, calpestandoli con indifferente determinazione?
È la ricorrente domanda dell’uomo attraverso i secoli, che emerge nei Salmi, nel grido di
Giobbe, nelle pagine dei profeti. Con un atto istintivo, naturale e umanissimo, vorremmo un
Dio pronto a risponderci a chiare lettere: la nostra dimensione razionale, in questi casi, fa
la parte del leone ed esclude la realtà più profonda dello spirito. È difficile riuscire a riflettere con animo onesto - libero da remore e da pregiudizi - sul cammino dell’umanità nella
sua relazione con Dio, sul passo di Isaia che ci parla del servo sofferente (il giusto che soffre enormemente e senza un perché, in modo iniquo e ingiusto) e, infine, sul Mistero della
Croce: Dio non ha eliminato il dolore nel mondo e Gesù non si è sottratto alla Croce; Egli
ha condiviso con noi pienamente questa dimensione dell’esistenza.
Il dolore fa parte della nostra storia: è un mistero che con la ragione non possiamo spiegare e non riusciamo a penetrare fino in fondo. Ma c’è anche un’altra dimensione dell’esistenza, che emerge chiarissima, dalle pagine del Vangelo: è un modo di affrontare la
sofferenza e, quindi, il modo giusto di affrontare la vita.
Sono tante le persone che ogni giorno, con generosità, decidono di fare un tratto di strada
accanto a chi soffre: queste non sprecano il loro tempo in chiacchiere, ma danno aiuto concreto e affettuosa vicinanza, seppur in silenzio e con discrezione. C’è chi “non abbandona
la vigna” (Isaia 5,2) ma anzi la cura con amore, chi dissotterra il talento ricevuto, se mai
l’ha lasciato inutilizzato, e offre solidarietà profonda.
Perché queste persone scelgono di vivere in questo modo? Non lo sappiamo. Anche questo è un mistero. C’è chi non riesce ad accorgersi della loro presenza perché è chiuso da secoli, allenato da una vita a non considerare nulla al di fuori di sé. Eppure, se ci si rende conto
che esiste un altro modo di vivere, la nostra storia si arricchisce di un’esperienza umana
molto grande: cambia la prospettiva, migliora la qualità della vita e il “giogo si fa più leggero” (Mc 23,9). Questa realtà che si interseca con il mistero della fede e dell’amore ci interroga: anche queste sono dimensioni non spiegabili con la ragione.
Ringrazio Stefania, Tina e Luisa per avermi coinvolto in questa straordinaria nuova avventura, che suscita in me sentimenti di stima e di grande ammirazione.
Con affetto e con amicizia,
Carmen Greco
2
Dicembre 2011
C
Primo giorno dell’anno
Primo giorno dell’anno, sereno, silenzioso
ma che io rendo prezioso
con le musiche gioiose degli Strauss.
Se qualche prima lacrima arriva,
è tradizione mia farla arrivare
per non perdere abitudine a sensibilizzare
i pensieri novelli, i ricordi più belli,
i volti di persone a me più care
e lavorare con attenta cura e fissare
le gioiose cose che fanno luminoso
il mio vecchio cuore, sempre giovane,
e colmare l’anima ancora disponibile
ad accogliere offese e tenerezze…
o telefonate portatrici d’augurio
a mezzanotte o a mezzogiorno, a cucire
la mia trascorsa vita alla presente…
e alla futura che, se verrà, sarà la benedetta.
Nella mia solitudine dolce, stracolma
di ricordi bianchi, azzurri, rossi, neri,
c’è posto anche per chi mi porterà
sorrisi, pene, speranze o tenerezze
ribollenti di voci e di progetti
che mai dovranno mancare.
Auguri a voi, angeli buoni
o folletti dispettosi
che mi vorrete stuzzicare e “costringermi”
a… continuare a solcare questo immenso.
tentatore…non facilissimo mare.
S
Va Pensiero
La Voce libera degli anziani musicisti di Casa Verdi
“Viva Verdi” - Associazione verdiana nel mondo di Norinberga, ci scrive:
Verdi è sempre con voi!
arissimi Ospiti, vi pensiamo sempre con immenso affetto, dopo oltre
20 anni di visite si è creato un legame indissolubile che va al di la
dei confini territoriali e del tempo.
Ricordiamo ancora la bellissima
giornata trascorsa assieme a
Parma, al Teatro Regio per assistere alla rappresentazione de
“I Vespri Siciliani” del nostro
amato Verdi e ci ha molto commosso il messaggio che avete letto durante il pranzo,
pensieri scritti con l'anima che ci hanno fatto scendere le lacrime. Abbiamo pensato a
voi anche nella scelta del menù, un menù speciale con pietanze preferite dal Maestro.
Nonostante la lontananza da Milano, non ci siamo dimenticati del Maestro affidandovi
il mazzo di fiori, posto in prima fila durante la rappresentazione dell'opera, da deporre
nella Cripta dove riposa. Anche la serata trascorsa al Teatro alla Scala ad applaudire i
nostri amici Leo Nucci e Michele Pertusi, magnifici interpreti di “Attila”, è stato un
momento di incontro dove abbiamo avvicinato ancora una volta i nostri cuori, la nostra
sensibilità, accomunati dalla stessa passione: l'eterna riverenza al nostro “Beppino”.
Vi siamo e vi saremo sempre vicini soprattutto ora che state vivendo un periodo
non sereno, di incomprensione e di scoraggiamento. Ci rattrista e sconfortano le notizie che giungono d'oltralpe: la Casa Verdi si merita di più e meglio. Ci auguriamo, come
abbiamo letto dai giornali, che le autorità competenti intervengano per cambiare la
grave situazione che si protrae da troppo tempo e riportino al più presto la serenità e la
tranquillità che meritate e per la quale Verdi ha speso gli ultimi anni della sua vita dedicando agli anziani musicisti la sua “Opera più bella”.
Per noi rimarrà sempre un luogo “sacro”, un luogo di “culto” e crediamo che sia un
privilegio vivere accanto al Maestro; siamo sicuri che ci sta osservando e ci assiste
anche nei momenti difficili. In tutte le visite, abbiamo sempre omaggiato il Maestro e
ci fa piacere ricordare che i nostri amici e grandi interpreti verdiani hanno sempre accolto il nostro invito facendoci dono della loro arte e trascorrere momenti di grande
emozione. Non possiamo dimenticare gli incontri con Riccardo Muti, Renato Bruson,
Leo Nucci, Fiorenza Cedolins, Michele Pertusi, Vincenzo La Scola, solo per citarne alcuni. Abbiamo fatto dono alla redazione della “La Voce” l'occorrente per agevolare la
realizzazione del giornalino, computer, stampante e videocamera che per molti anni ha
dato i suoi frutti. Ci ha mortificato la comprensibile sospensione della pubblicazione,
ma ora che vi siete di nuovo messi in moto con la realizzazione di un nuovo e indipendente giornalino “Va Pensiero” e di un autonomo sito internet dove tutti potranno liberamente esprimersi, ci rende felici e confidiamo che sia l'inizio di una nuova e proficua
stagione, di sicuro vi assisterà e aiuterà il buon “Beppino”. Non potevate scegliere un
titolo migliore! Vi siamo grati per le lettere e le telefonate che riceviamo, ci fate sentire ancora più vicini e, con la speranza di riprendere le consuete visite non appena le
circostanze saranno favorevoli, vi auguriamo pace e serenità e che lo protezione del
Maestro vegli su tutti noi.
Un abbraccio a tutti.
Ursula Riccio
Presidente Associazione “Viva Verdi”
I nostri tormenti che ad ogni buon artista
non devono mai mancare...però ogni medaglia ha anche il suo rovescio. Eccoci,
quindi a sottolineare quanto sia difficile
riuscire a realizzare un “modus vivendi”
accettabile nella quotidianità. Occorre accettare, anche se è difficile, le diversità di
cultura, educazione, livelli artistici mentali. I rapporti con la direzione, il personale e con gli altri ospiti non sempre
possono risultare idilliaci, ma soprattutto
grande è la difficoltà nel riuscire a sopportare le due ore complessive di pranzo e
cena per l'aria che si respira. La tavola anziché luogo di incontro, conversazione, distensione e gradevole colloquio, è diventa
un luogo dove scaricare le proprie tensioni
e ansie mettendo a rischio anche la salute.
Grazie e auguri a tutti.
Paolo Cesare Ottaviani
Riportiamo un estratto dell'articolo pubblicato su “Facebook-Lirica” di un nostro collega
“VIVA VERDI”
crivo dalla mia nuova e spero ultima dimora, dalla Casa, che Giuseppe Verdi ha
dedicato a quelli che hanno impiegato parte della loro vita a diffondere le sue
musiche e quelle degli altri compositori. Un grande e generoso Benefattore.
Posso affermare senza ombra di dubbio che la mia prima settimana è stata così intensa
e meravigliosa che voglio rendervi partecipi. Per la prima volta mi sono sentito accudito, insieme a mia moglie. Ciò che mi sta principalmente a cuore comunicarvi, è stata
l’escursione a Parma. Ci è stata offerta dall’Associazione “VIVA VERDI” di Norimberga che da vent’anni offre agli ospiti di questa fondazione con regali e donazioni
un’affettuosa presenza nel nome del “Cigno” di Busseto.
La cosa sorprendente, i fondatori di questa iniziativa, sono i signori Riccio, di nazionalità italo-tedesca che da sempre amano la musica di Verdi al punto tale da dedicare ad ogni loro presenza nei teatri del mondo da loro frequentato, un posto a nome
del Compositore, autore dei capolavori che continuano a mieter successi in tutto il
mondo. Così è avvenuto al Teatro Regio di Parma, dove nella prima fila di platea sedevamo noi e nel mezzo un posto vuoto con un enorme mazzo floreale dedicato a Giuseppe Verdi autore di quella bella edizione de “I Vespri Siciliani” .
Il mazzo di fiori alla fine della
rappresentazione ci è stato consegnato, con la preghiera di essere riposto sulla tomba di Giuseppe Verdi,
qui nella casa che Lui stesso definì
l’opera migliore. Cosa che abbiamo
fatto con solennità. Inoltre l’Associazione ci ha regalato un pranzo in
un ristorante esclusivo di Parma e un
dono a ciascuno degli ospiti presenti
di Casa Verdi e il viaggio in pullman.
Quante persone oggi in Italia, sono
dotate di tanta generosità disinteressata, amanti della Musica e dei compositori italiani
come questa Associazione Tedesca? Fuori dai nostri confini, esistono ancora valori
per i quali sono rimasto ammutolito e profondamente emozionato. E’ stato un attimo
bellissimo che vorrei giungesse anche agli Autori di questo per me, indimenticabile
viaggio.
Claudio Giombi
S
Il suono di un percussionista
Lettera letta durante la cena offerta dall'Associazione “Viva Verdi”
Carissima Presidente Ursula, carissimo Tony e amici tutti,
Vi rivediamo con tanta gioia, e ricordatevi che Casa Verdi è anche vostra e lo sarà sempre, perché la Casa
Verdi è di tutti coloro che la amano. Splendida l'idea di organizzare per noi la giornata della vostra visita a Parma,
credeteci rimarrà nei nostri ricordi più belli. Nonostante il periodo brutto che stiamo passando, voi non ci avete
abbandonato proprio come si comportano i veri amici, e per questo, ve ne siamo eternamente grati. Voi ci portate sempre gioia e serenità che per noi anziani è la vita, e che purtroppo ci è stata tolta. Siamo consapevoli del
fatto che non siete più venuti a Casa Verdi e speriamo, anzi ne siamo certi, che la situazione debba al più presto
cambiare. Vi portiamo gli abbracci e i ringraziamenti di tutti gli altri Ospiti, che non sono potuti venire per le
loro condizioni fisiche. Non abbandonateci mai, perché di persone come voi ne abbiamo bisogno! Solo al pensiero di avervi vicini, ci rasserena e ci da il coraggio di affrontare i disagi della vita.
Per tutto questo vi ringraziamo e auguriamo a tutti voi ogni bene.
Parma, 24 ottobre 2010
Gli Ospiti di Casa Verdi
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ono Ospite nella Fondazione Casa dei Musicisti
“Giuseppe Verdi” da oltre due anni e sento la necessità di presentarmi ai futuri lettori di questo nuovo
giornale dal titolo emblematico “Va pensiero” - la voce
libera degli anziani musicisti, poiché ho notato che la conoscenza reciproca di ognuno di noi è piuttosto limitata.
Presentando questo mio pensiero voglio stimolare altri
Ospiti a fare altrettanto. Sono stato e in parte sono ancora
un percussionista e per excursus professionale, batterista.
Inizialmente alla decisione di entrare in questa comunità
musicale prevalentemente composta da professori di musica classica, lirica, sinfonica,
cantanti e ballerini, rappresentati da signore donne e da signori uomini, ero un po perplesso ed anche timoroso. Il mio mondo musicale è stato quello di musica leggera per
il lavoro con risvolto economico e di musica jazz per passione e riferimento ispiratore.
L’ottima accoglienza avuta e le rassicurazioni datemi dal direttore allora in carica dott.
Diego Mattiello, l’elegante ambiente formale e strutturale mi hanno convinto a provare
questa esperienza, considerandola quasi una sfida, cosa a me congeniale caratterialmente. Voglio aggiungere che la mia preparazione musicale comprende anche lo studio
del pianoforte e che la musica nella sua totalità mi attira ed emozione. Viviamo in questa meravigliosa struttura in circa 60 persone, condividiamo i concerti, le riunioni informative e ludiche, la sala pranzo, le gite, ma non ci conosciamo abbastanza, tranne
quelli che condividiamo i pasti al comune tavolo. Certo che la vita di comunità ci fa incrociare spesso gli uni con gli altri, si gioca a carte, si comunica, ma quanti gli esclusi.
Ho conosciuto persone stupende con qualità umane e musicali di primordine, per cui allargare queste esperienze alle persone che lo desiderano è un obbiettivo che ci dobbiamo prefiggere, per ora concludo con un semplice messaggio, anche se è un po’
retorico: conosciamoci meglio, progettiamo insieme e condividiamo fini comuni.
Confidiamo in nuove iniziative da chi ha la responsabilità che agevolino le conoscenze reciproche, i rapporti umani, facendo cadere le barriere che sono state innalzate.
La musica ci deve unire e i buoni intenti ci faranno vivere meglio e in armonia, come
del resto deve essere la buona musica.
Colgo l’occasione unitamente alla mia consorte Marta, per fare i più cordiali auguri
di Buon Natale.
Leonello Bionda
Dicembre 2011
Va Pensiero
L
Ospite in tournèe
ina Vasta soprano e stimata insegnante di canto
Ospite di Casa Verdi da ben 27 anni, e da 10 insegna canto. Dicono che la musica allunga la vita
e difatti l’età dei musicisti è superiore alla media nazionale. Lina Vasta è eccezionale, la natura le ha concesso
un dono straordinario la bellezza della sua voce, difatti
canta come un usignolo. Donna di grande temperamento, i suoi allievi l’adorano. Nell’isola di Kagascima, in Giappone un’isola bellissima, in una tenuta di
una celebre pianista del posto, proprietaria di questo
grande sito dove lei e altri maestri insegnano pianoforte
e canto, è rimasta incantata ad ascoltare la sua dolcissima voce. Per le sue doti canore e didattiche da diversi
anni tiene nelle più importanti città del Giappone, delle
lezioni concerto per far apprendere ai giovani cantanti i segreti dell’arte. “L’ospitalità è stata
speciale quest’anno” dice la signora Vasta, il figlio pianista l’ha accompagnata in tutti i
suoi concerti anche lui si è esibito in pubblico con pezzi di Chopin e Debussy, a tutti i costi
volevano prolungare il loro soggiorno. E' felice di essere stata accolta con tanto affetto e simpatia, e diciamolo pure, anche per la sua grande esperienza di cantante. “Devo dire” ci confida la Sig.ra Vasta “che ho passato questi giorni in tranquillità e serenità. Questo grande
popolo Giapponese ama moltissimo la musica Italiana, ed io spero di ritornarci il prossimo anno”.
La Redazione
S
Un gatto a Casa Verdi
ono Veronica Kleiber e sono a Casa
Verdi dall'autunno del 1994. A richiesta
della signora Sina espongo il mio pensiero sul tema “Animali a Casa Verdi”: non
credo adatto il possesso di cani, perché per gli
anziani è difficile portarli fuori tre, quattro
volte al giorno.
Per i gatti e chi ne volesse uno o due con se,
il discorso è diverso: la persona deve impegnarsi per iscritto ad avere cura degli animali,
interessarsi del loro cibo, dell'assistenza veterinaria, etc... e sarebbe utile che due o più persone si assumessero questo incarico, perché è
pericolosa l'idea che questi animali restino
senza “padroni” e dovessero poi pensarci altre
persone o nessuno. Insomma, sarebbe bello,
ma non è semplice che funzionasse la pet-therapy anche a Casa Verdi come avviene già in
molte case di riposo. Per un pollaio, sarebbe
possibile e simpatico, ma dove?
E chi se ne dovrebbe occupare?
Veronica Kleiber
La Pet-therapy
I nostri amici a 4 zampe
V
Il mio laboratorio, la mia vita
orrei esprimere ciò che sento nel profondo della mia anima che canta la testimonianza della mia appartenenza al
Signore. Volevo dire che, nonostante la visibile sofferenza e gravi limiti fisici, sono una
persona ricca di entusiasmo. Da quando sono
in Casa Verdi il mio pensiero è sempre fra le
matasse di lana colorata, anch’io di fronte ai
gomitoli vorrei essere un gatto e giocare.
Oggi le nuove mode, le combinazioni di
colori fanno volare la fantasia e mi stimola la
creazione di capi di maglieria. Gestisco con
passione ed amore il laboratorio e l’ho riempito non solo di lana, ma di armonia
dove tutti vengono volentieri. Sono coadiuvata da diverse volontarie, prepariamo
berretti, sciarpe, golfini, giacconi tutti fatti a mano, questo per i mercatini che
noi facciamo durante l’anno. Lavoro con lo stesso spirito di quando ero giovane
anche perché il ricavato contribuisce al mantenimento dei miei due bambini adottati che seguo da lontano. Prendermi cura degli altri per me è fonte di gioia e di
felicità e mi da lo scopo per andare avanti. Tutto questo lavoro mi fa dimenticare
i miei problemi fisici e non solo quelli. Ho superato 92 anni che pesano sulle
spalle, prego il Signore che mi dia la forza e la salute di poter “dirigere ancora
per un po” questo laboratorio che è diventato il mio rifugio, la mia oasi di pace.
Rosy Mirabelli
Foto gentilmente concesse
dalla Dott.ssa Maura Giovine - www.mauragiovine.it
Nei bambini con particolari problemi, negli anziani, in
alcune categorie di malati e di disabili fisici e psichici il contatto con un animale può aiutare a soddisfare certi bisogni
(affetto, sicurezza, relazioni interpersonali) e recuperare alcune abilità che queste persone possono avere perduto. La
soddisfazione di tali bisogni, necessaria per il mantenimento
di un buon equilibrio psico-fisico è uno degli scopi della pettherapy che offre, attraverso alcune Attività Assistite dagli
Animali, soprattutto quelli detti d'affezione o di compagnia,
cui si riferisce il termine pet nella lingua inglese, una possibilità in più per migliorare la qualità della vita e dei rapporti
umani. La pet-therapy può anche contribuire, affiancando
ed integrando le terapie mediche tradizionali, al miglioramento dello stato di salute di chi si trova in particolari condizioni di disagio, attraverso Terapie Assistite dagli Animali,
interventi mirati a favorire il raggiungimento di funzioni fisiche, sociali, emotive e/o cognitive.
È stato infatti rilevato da studi condotti già negli scorsi
decenni e oggi comprovati da sempre più numerose esperienze, che il contatto con un animale, oltre a garantire la sostituzione di affetti mancanti o carenti, è particolarmente
adatto a favorire i contatti inter-personali offrendo spunti di
conversazione, di ilarità e di gioco, l'occasione, cioè, di interagire con gli altri per mezzo suo. Può svolgere la funzione
di ammortizzatore in particolari condizioni di stress e di conflittualità e può rappresentare un valido aiuto per pazienti
con problemi di comportamento sociale e di comunicazione,
specie se bambini o anziani, ma anche per chi soffre di alcune forme di disabilità e di ritardo mentale e per pazienti
psichiatrici. Ipertesi e cardiopatici possono trarre vantaggio
dalla vicinanza di un animale: è stato, infatti, dimostrato che
accarezzare un animale, oltre ad aumentare la coscienza
della propria corporalità, essenziale nello sviluppo della personalità, interviene anche nella riduzione della pressione arteriosa e contribuisce a regolare la frequenza cardiaca. Che
si tratti di un coniglio, di un cane, di un gatto o di altro animale scelto dai responsabili di programmi di pet-thrapy, la
sua presenza solitamente risveglia l'interesse di chi ne viene
a contatto, catalizza la sua attenzione, grazie all'instaurazione di relazioni affettive e canali di comunicazione privilegiati con il paziente, stimola energie positive
distogliendolo o rendendogli più accettabile il disagio di cui
è portatore.....Altre esperienze di Attività Assistite dagli Animali riguardano anziani ospiti di case di riposo.
Si è osservato che a periodi di convivenza con animali è
corrisposto un generale aumento del buon umore, una maggiore reattività e socievolezza, contatti più facili con i terapisti. Un miglioramento nello stato generale di benessere per
chi spesso, a causa della solitudine e della mancanza di affetti, si chiude in se stesso e rifiuta rapporti interpersonali.
Nel campo delle Terapie Assistite dagli Animali, dove le
prove di un effettivo miglioramento dello stato di salute di
alcuni pazienti si stanno accumulando nella letteratura scientifica, la pet- therapy propone co-terapie dolci da affiancare
4
La Voce libera degli anziani musicisti di Casa Verdi
S
Un cane a Casa Verdi, che bella idea!
ono Vincenzo Reina e da
circa un anno sono a Casa
Verdi, nessuno sa che sono
arrivato qui, non solo con le mie
valige, ma con il mio Duca, un bellissimo cane, la mia compagnia.
Purtroppo qui a Casa Verdi non mi
è stato permesso di tenere animali
di nessuna specie, quindi con
grande dispiacere l'ho affidato ad una signora con due bambine, a seguito di un annuncio pubblicato dal gruppo animalista di Milano. Questa signora l'ha adottato per tenere
compagnia alle sue bambine cadute in depressione a seguito
a gravi problemi famigliari. Dopo l'immenso dispiacere dal
distacco dal mio “figlio”, ora sono sereno perché Duca ha
trovato una nuova famiglia circondato da affetto e perché è
stato di fondamentale importanza per una delle bambine, rinata dalla depressione che era caduta. Inoltre coincidenza
straordinaria, la signora abita a pochi passi da Casa Verdi e
questo mi permette di continuare a vederlo e fare le stesse
passeggiate che ero solito a fare. Un pensiero va a tutti quegli anziani e quegli animali che non hanno avuto la mia
stessa opportunità!
Vincenzo Reina
alle terapie mediche tradizionali e, attraverso un preciso protocollo terapeutico, è diretta a pazienti colpiti da disturbi dell’apprendimento, dell’attenzione, disturbi psicomotori,
nevrosi ansiose e depressive, sindrome di Down, sindrome
di West, autismo, demenze senili di vario genere e grado,
patologie psicotiche, ma anche a quanti necessitano di riabilitazione motoria come chi è affetto da sclerosi multipla o
reduce da lunghi periodi di coma.
L’intervento degli animali, scelti tra quelli con requisiti
adatti a sostenere un compito così importante, è mirato a stimolare l’attenzione, a stabilire un contatto visivo e tattile,
un’interazione sia dal punto di vista comunicativo che emozionale, a favorire il rilassamento e a controllare ansia ed
eccitazione, ad esercitare la manualità anche per chi ha limitate capacità di movimento, a favorire la mobilitazione
degli arti superiori, ad esempio accarezzando l’animale, o
di quelli inferiori attraverso la deambulazione con conduzione dell’animale la cui presenza rende gli esercizi riabilitativi meno noiosi e più stimolanti.
(fonti: Ministero della Salute - Direzione generale della
sanità pubblica veterinaria - gennaio/2003)
Nella prossima pubblicazione riporteremo il progetto pilota
di pet-therapy per anziani realizzato in RSA e le testimonianza della bella esperienza avvenuta alla Casa di Riposo
di Boario Terme.