Vol. 96, N. 3, Marzo 2005 Pagg. 155-158 Correlazioni patogenetiche tra arteriosclerosi, diabete di tipo 2 e disfunzione erettile. Attuali vedute Carmine Gazzaruso Riassunto. La disfunzione erettile è frequentemente associata a diabete mellito e a malattie aterotrombotiche, come cardiopatia ischemica, ictus, arteriopatia obliterante cronica periferica, ateromasia carotidea. Di recente, nel paziente diabetico è stata anche descritta una associazione tra disfunzione erettile e ischemia miocardica silente angiograficamente accertata. L’associazione tra disfunzione erettile e aterotrombosi, specie nel paziente diabetico, potrebbe essere spiegata da diversi meccanismi patogenetici, come per esempio la condivisione di un comune quadro di fattori di rischio cardiovascolare, la presenza di neuropatia autonomica o la disfunzione endoteliale. Le implicazioni cliniche di tale correlazione potrebbero essere molto importanti, dal momento che alla disfunzione erettile potrebbe essere assegnato il ruolo di predittore di eventi cardiovascolari silenti o precoci, specialmente nel paziente diabetico. Parole chiave. Aterosclerosi, diabete, disfunzione endoteliale, disfunzione erettile, ischemia, trombosi. Summary. Current opinions on the relationships between athero-thrombosis, type 2 diabetes mellitus and erectile dysfunction. Erectile dysfunction is often associated with diabetes mellitus and athero-thrombotic diseases, such as coronary heart disease, stroke, peripheral vascular disease. An association between erectile dysfunction and asymptomatic coronary artery disease angiographically verified has been recently shown in diabetic patients. Several pathophysiological mechanisms may explain the relationship between erectile dysfunction and athero-thrombosis, especially in diabetic subjects. Among these mechanisms, it is of interest to consider a common pattern of cardiovascular risk factors, the presence of autonomic neuropathy and endothelial dysfunction. The strong association between erectile dysfunction and athero-thrombosis may have some important clinical implications. In particular, erectile dysfunction may be used as a predictor of silent or early athero-thrombotic diseases, especially in diabetic patients. Key words. Atherosclerosis, diabetes, endothelial dysfunction, erectile dysfunction, ischemia, thrombosis. Disfunzione erettile: prevalenza e cause Per disfunzione erettile (DE) si intende l’incapacità, che può essere ricorrente o persistente, a raggiungere e/o mantenere un’erezione adeguata a condurre a compimento un rapporto sessuale soddisfacente per entrambi i partner. Non si conosce la precisa prevalenza della DE nella popolazione generale. I motivi sono rappresentati dal fatto che parte dei soggetti affetti da DE tende a negarne la presenza, che gli studi epidemiologici di solito hanno analizzato popolazioni selezionate e che i criteri utilizzati per definire la DE sono stati molto differenti tra uno studio e l’altro. Questo spiega perché la prevalenza della DE riportata nei diversi studi è estremamente variabile, passando da percentuali di poco inferiori al 20% a percentuali superiori al 50% 1. Il Massachusetts Male Aging Study ha analizzato circa 1300 uomini di età compresa tra i 40 e i 70 anni2. Esso ha accertato la presenza di una DE completa nel 9,6% della popolazione esaminata; tuttavia circa il 25% dei soggetti arruolati presentava un deficit erettile di gravità moderata e il 17% un deficit lieve2. Pertanto, se si sommano tutte le forme di DE, si può stimare che la prevalenza della DE possa essere superiore al 50% in soggetti ultraquarantenni, con percentuali che incrementano parallelamente all’età dei soggetti esaminati. U.O. Medicina Interna, Presidio Ospedaliero di Sarnico, I.R.C.C.S. Fondazione Salvatore Maugeri, Pavia. Pervenuto il 16 dicembre 2004. 156 Recenti Progressi in Medicina, 96, 3, 2005 Uno studio epidemiologico italiano ha evidenziato nel nostro Paese dati simili a quelli americani3. In una casistica di 2010 maschi la prevalenza della DE era del 12,8%, con un incremento della prevalenza nelle varie fasce d’età: nei soggetti di età inferiore ai 40 anni essa era circa il 2%, per arrivare a percentuali prossime al 50% in individui ultrasettantenni3. La tabella 1 sintetizza le più importanti malattie, condizioni cliniche e abitudini di vita associate alla presenza di DE. Tra i fattori di rischio per DE merita un cenno particolare il diabete mellito, dal momento che tra i diabetici la prevalenza della DE risulta particolarmente elevata. Si pensi che in tale popolazione diversi studi epidemiologici hanno registrato addirittura prevalenze della DE prossime al 60% 1. Sono invece pochissimi gli studi che hanno registrato tra i diabetici prevalenze inferiori al 25%. Fedele, in diabetici italiani, ha documentato una prevalenza di DE del 26% nel diabete di tipo 1 e del 37% nel diabete di tipo 2 4. Si ritiene che nello sviluppo di DE del paziente diabetico possano svolgere un ruolo rilevante il grado di scompenso glico-metabolico, la durata della malattia e la neuropatia. Tabella 1. - Principali malattie, condizioni cliniche e abitudini di vita associate con la presenza di disfunzione erettile. Malattie endocrino-metaboliche • Diabete mellito • Ipogonadismo • Ipo e ipertiroidismo • Iperprolattinemia Malattie neurologiche • Lesioni midollari • Demenza Malattie vascolari • Malattie aterotrombotiche, evidenti o silenti • Ipertensione arteriosa Tumori maligni • Organi sessuali o riproduttivi • Pelvi • Mammella Uso o abuso di sostanze voluttuarie • Alcool • Fumo Chirurgia o radioterapia della pelvi Epatopatie, specie se avanzate Traumatismi Farmaci Malattie sistemiche Disfunzione erettile e aterotrombosi Una caratteristica comune a tutti gli studi epidemiologici è che la presenza di DE risulta strettamente associata alla presenza di ictus, arteriopatia obliterante cronica periferica, atero- masia carotidea e coronaropatia 1. Per esempio, è stato osservato che fino al 64% degli uomini con infarto del miocardio avevano presentato precedentemente all’evento cardiaco disturbi di erezione e che più del 55% dei pazienti sottoposti a intervento per by-pass aorto-coronarico aveva manifestato DE prima dell’intervento chirurgico1,5. Queste ed altre evidenze suggeriscono che la DE possa essere un fattore di rischio per atero-trombosi coronarica. È stato persino ipotizzato che la gravità della DE potesse essere correlata al grado di estensione della malattia aterosclerotica a carico dei vasi coronarici6, anche se recenti dati di Montorsi non sembrano confermare tale rilievo7. Una forte associazione tra DE e manifestazioni cliniche di aterotrombosi sono state evidenziate non solo nella popolazione generale, ma anche in popolazioni ad elevato rischio cardiovascolare, come sono, appunto, i pazienti diabetici1. Recentemente è stato osservato su una popolazione di diabetici di tipo 2 a relativamente basso rischio cardiovascolare che la presenza della DE era fortemente ed indipendentemente associata a ischemia miocardica silente8. L’ischemia miocardica era stata evidenziata con test ergometrico e successivamente confermata da una scintigrafia miocardica da sforzo. L’angiografia aveva poi documentato che l’ischemia era dovuta ad una significativa stenosi coronarica. Nei diabetici con ischemia silente la prevalenza di DE era risultata pari al 33%, mentre tra i diabetici in cui la ischemia silente era stata esclusa con test ergometrico, eco-stress e ECG Holter delle 48 ore, la prevalenza della DE era di gran lunga più bassa, cioè inferiore al 5%. Il dato più interessante è emerso dall’analisi multivariata, che ha mostrato come, tra tutti i potenziali fattori di rischio analizzati, la DE era il predittore più potente di ischemia miocardica silente8. Correlazione tra disfunzione erettile e aterotrombosi: potenziali meccanismi patogenetici Se la relazione tra la DE e gli eventi aterotrombotici sembra abbastanza chiara, non altrettanto definiti appaiono i meccanismi fisiopatologici alla base di tale relazione. Il legame tra DE e aterotrombosi potrebbe anzitutto essere spiegato dal fatto che entrambe le condizioni condividono un quadro di fattori di rischio cardiovascolare. Infatti, sia l’aterotrombosi, che la DE riconoscono come fattori di rischio il diabete, l’ipertensione, il fumo di sigaretta, l’ipercolesterolemia, l’obesità. Di conseguenza, tali fattori di rischio potrebbero agire simultaneamente sui due versanti, da un canto determinando la DE e dall’altro promuovendo l’aterotrombosi. C. Gazzaruso: Correlazioni patogenetiche tra arteriosclerosi, diabete di tipo 2 e disfunzione erettile. Attuali vedute Un’altra condizione che potrebbe spiegare l’associazione tra DE e aterotrombosi è la neuropatia autonomica, soprattutto nei soggetti diabetici. Infatti, la neuropatia del sistema nervoso autonomo è stata ampiamente documentata non solo nella patogenesi della DE, ma anche nell’insorgenza delle cardiopatie su base ischemica, anche se non tutti gli autori sono concordi nel considerare la disautonomia un fattore indipendente di rischio cardiovascolare. Di recente, si tende a pensare che, soprattutto nei diabetici, il fattore in grado di legare la DE con lo sviluppo dell’aterotrombosi possa essere la disfunzione endoteliale. La disfunzione endoteliale, infatti, è causata e mantenuta dai vari fattori di rischio comuni alla DE e all’aterotrombosi, quali diabete, ipertensione, ipercolesterolemia, obesità, ipertensione, fumo. Pertanto, una volta instauratasi, la disfunzione endoteliale potrebbe da un canto ostacolare la normale fisiologia dell’erezione e dall’altro porre le basi per il futuro sviluppo dell’aterotrombosi. La disfunzione endoteliale può determinare DE, poiché nei meccanismi fisiologici dell’erezione svolge un ruolo centrale proprio l’endotelio. Infatti il meccanismo dell’erezione inizia quando l’endotelio dei vasi del pene e delle lacune dei corpi cavernosi rilascia ossido nitrico, che attiva un enzima, il guanilato-ciclasi, che poi innesca gli eventi che portano all’erezione. Essendo l’ossido nitrico il prodotto principale dell’attività endoteliale, è evidente che quando si ha la disfunzione endoteliale si può avere DE. La disfunzione endoteliale, però, determina i suoi effetti negativi non solo sul distretto vascolare del pene; essa ha anche effetti sistemici, coinvolgendo così tutto il circolo e promuovendo di conseguenza l’aterotrombosi. Kaiser ha di recente dimostrato che, in soggetti senza alcun fattore di rischio cardiovascolare noto, la presenza di DE era associata a disfunzione endoteliale, mettendo in luce il ruolo indipendente che la disfunzione endoteliale ha nello sviluppo di DE9. D’altra parte, questo ruolo basilare della disfunzione endoteliale ha trovato recente conferma sperimentale proprio nel diabete mellito10. In ratti resi diabetici con streptozotocina, l’attività enzimatica del sistema RhoA e Rho-chinasi determinava DE, mediante una riduzione dell’attività dell’enzima edoteliale eNOS, che è appunto deputato alla sintesi dell’ossido nitrico. Inibendo RhoA e Rho-chinasi, si assisteva al pronto ripristino dei livelli di eNOS, con incremento delle concentrazioni di cGMP nel corpo cavernoso, le quali diventavano così simili a quelli dei ratti non diabetici. La tabella 2 riassume le possibili basi patogenetiche tra aterotrombosi e DE. Tabella 2. - Potenziali meccanismi patogenetici in grado di spiegare l’associazione tra l’aterotrombosi e la disfunzione erettile nel diabetico. Comune quadro di fattori di rischio cardiovascolare Neuropatia disautonomica Disfunzione endoteliale 157 Implicazioni cliniche Oggi si profila per la DE un utilizzo nel campo della prevenzione e della diagnosi precoce delle malattie atero-trombotiche. Questo ruolo potrebbe derivare dalla stretta associazione che la DE ha mostrato con manifestazioni cliniche di aterotrombosi, con l’ischemia miocardica silente e con una alterata reattività vascolare, indice di disfunzione endoteliale. Pertanto la DE potrebbe non solo predire futuri eventi cerebro-cardiovascolari, ma essere addirittura un marcatore di una manifestazione atero-trombotica ancora silente o persino di disfunzione endoteliale, molto prima che questa abbia dato i suoi effetti negativi sullo sviluppo delle manifestazioni atero-trombotiche. Pertanto, negli ambulatori di prevenzione cerebro-cardiovascolare come gli ambulatori di diabetologia, di ipertensione, di lipidologia e dell’obesità, tutti i pazienti dovrebbero essere accuratamente valutati al fine di accertare la eventuale presenza della DE, onde possedere un ulteriore strumento di valutazione del rischio cardiovascolare globale. Questo screening sistematico della DE potrebbe avere ricadute positive non solo nel campo della prevenzione cardiovascolare, ma anche nella cura della stessa DE. Infatti, esso potrebbe consentire l’identificazione di un maggior numero di soggetti con DE nei quali iniziare, una volta esclusa una patologia cardiovascolare sottostante, un trattamento specifico per la DE, che potrebbe implicare un miglioramento della qualità di vita. Poiché i pazienti con DE potrebbero avere ritrosia ad ammetterne la presenza, è consigliabile somministrare il questionario validato IIEF-5 (International Index Erectile Function5), che consta di cinque semplici domande, dalle cui risposte si ottiene un punteggio atto a verificare l’assenza di DE o di stimarne la gravità. Conclusioni e prospettive 1. La presenza di disfunzione erettile dovrebbe essere sempre guardata con sospetto dal clinico, soprattutto quando si inscrive in un contesto di patologie a rischio cardiovascolare, come il diabete, perché essa potrebbe rappresentare la spia molto precoce di una patologia su base atero-trombotica. 2. Futuri studi prospettici dovranno definitivamente chiarire se la DE debba essere aggiunta alla lista di predittori di eventi cardiovascolari. 3. Inoltre, questi studi dovranno verificare l’esatto impatto che la DE ha nel condizionare l’incremento del rischio cardiovascolare dell’individuo, in relazione agli altri fattori di rischio cardiovascolare presenti. 158 Recenti Progressi in Medicina, 96, 3, 2005 Bibliografia 1. Gazzaruso C. Erectile Dysfunction and silent myocardial ischemia. In: Harrison’s Principles of Internal Medicine. 16th edition online, in corso di stampa. 2. Feldman HA, Goldstein I, Hatzchristou DG, Krane RJ, McKinlay JB. Impotence and its medical and psychosocial correlates: results from the Massachusetts Male Aging Study. J Urol 1994; 151: 54-61. 3. Parazzini F, Menchini Fabris F, Bortolotti A, Calabrò A, Chatenoud L, Colli E, Landoni M, Lavezzari M, Turchi P, Sessa A, Mirone V, on behalf of Gruppo Italiano Studio Deficit Erettile. Frequency and determinants of erectile dysfunction in Italy. Eur Urol 2000; 37: 43-49. 4. Fedele D, Bortolotti A, Coscelli C, Santeusanio F, Chatenoud L, Colli E, Lavezzari M, Landoni M, Parazzini F, on behalf of Gruppo Italiano Studio Deficit Erettile nei Diabetici. Erectile dysfuncion in type 1 and type 2 diabetics in Italy. Int J Epidemiol 2000; 29: 524-31. 5. Muller JE. Sexual activity as a trigger for cardiovascular events: what is the risk? Am J Cardiol 1999; 84: 2N-5N. 6. Greenstein A, Chen J, Miller H, et al. Does severity of ischemic coronary disease correlate with erectile function? Int J Impot Res 1997; 9: 123-6. Indirizzo per la corrispondenza: Dott. Carmine Gazzaruso Via Aselli 5 27100 Pavia E-mail: [email protected] 7. Montorsi F. Briganti A, Salonia A, Rigatti P, Marginato A, Macchi A, Galli S, Ravagnani PM, Montorsi P. Erectile dysfunction prevalence, time of onset and association with risk factors in 300 consecutive patients with acute chest pain and angiographically documented coronary artery disease. Eur Urol 2003; 44: 360-4. 8. Gazzaruso C, Giordanetti De Amici E, Bertone G, Falcone C, Geroldi D, Fratino P, Solerte SB, Garzaniti A. Relationship between erectile dysfunction and silent myocardial ischemia in apparently uncomplicated type 2 diabetic patients. Circulation 2004;110: 22-6. 9. Kaiser DR, Billups K, Mason C, Wetterling R, Lundberg JL, Bank AJ. Impaired brachial artery endothelium-dependent and -independent vasodilation in men with erectile dysfunction and no other clinical cardiovascular disease. J Am Coll Cardiol 2004; 43: 179-84. 10. Bivalacqua TB, Champion HC, Usta MF, Cellek S, Chitaley K, Webb RC, Lewis RL, Millis TM, Hellstrom WJ, Kadowitz PJ. RhoA/Rho-kinase suppresses endothelium nitric oxide synthase in the penis: a mechanism for diabetes-associated erectile dysfunction. Proc Natl Acad USA 2004; 101: 9121-6.