TERESA MONTI PICHLER.
OME Ministro della Pubblica'Istruzione, e per cura della
Direzione generale delle Antichità e Belle Arti, acquistai
nel 1908 il ritratto di Vincenzo :Monti dipinto dall'Appiani e quello della figlia Costanza, sposa al Conte Perti.
cari dipinto dall'Agricola: due insigni opere d'arte che
figurano oggi « nella Galleria d'arte moderna a Roma» e
che hanno tanti ricordi nella storia della letteratura
del secolo XIX, primo fra tutti, per alta poesia e per
dolcezza infinita, il sonetto del grande poeta alla figlia
che fu tanto intelligente, infelice e calunniata. A integrare la serie domestica viene ora il ritratto clp-lla moglie del Monti (madre
della celebre e bellissima Costanza) nata a Roma il 3 giugno 1769, figlia dell'incisore di cammei, lodatissimo, Giovanni Pichler.
Sarebbe stato bene per la storia delle lettere e per le memorie di Roma
che il ritratto cii Teresa restasse unito a quello del marito e della figlia, ma
si è voluto collocare nella celebre raccolta iconografica delle RR. Gallerie cii
Firenze, per la ragione che non è una vera opera d'arte,
11 ritratto era di proprietà rlell'ing, Cesare :Monti, clelia famiglia cii Vincenzo,
ed è opera del pittore Carlo Lahruzzi, nato in Roma verso il 1765, Era costui
pittore cii paesaggi, ma acquistò qualche fama anche come pittore di figure e
come ritrattista ed eseguì pure stampe a contorno riproduce nti opere cii Masaccio e cii Michelangelo.
Teresa Monti clai capelli ncrissimi, con riccioli sulla fronte, in veste tutta
bianca con ricami bianchi, sta appoggiata al busto del padre. Il mantello, che
ha gettato sulla base de l busto paterno, è rosso lacca con ricami all'orlo e in
basso, minuti e a vari colori.
15 -
Bol/. d' .4,.te.
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La base e il busto del Pichler sono di un grigio leggermente verdognolo.
Dietro, occupa presso che tutto il quadro un salice piangente la cui tinta
(dicono i tecnici) per cattiva preparazione chimica è tutto screpolata e ribollita.
Solo a sinistra si apre un po' di paese con lontano, al cii là cii alcuni ruderi, la
vista cii S. Pietro e del Vaticano.
Fig.!. - Andrea Appiani. - Ritratto di Vincenzo ì\Ionti. -
Roma, Galleria d'arte moderna.
Due iscrizioni porta il quadro: nel vivo ciel piedistallo che sopporta il busto
IOANNI PICHLER
QVI VNVS
IN GEMMARV?! SCALPTVRA
AD VETERVM LAVDEM ACCESSIT
THERESIA
P.A.RENU
BENEMERENTISSI~ro
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nella cornice inferiore elel piedistallo:
Carlo Labruzzi, 1807
Teresa Pichler - la bellissima tra le belle, come diceva il Lampredi - che
molti ricordano, e per le ire del Foscolo (che se ne era molto innamorato e che
"
rigo
2. -
Filippo Agricola. -
Ritratto di Costanza Perticari. -
Roma, Galleria d'arte moderna.
indegnamente si vendicò nell'Ipercalùse); e per le diatribe violenti del poeta
Gianni, l'implacaiJile nemico ed emulo del padre; e per le calunnie cIel Berardi;
e per il libello di Farinello Semoli (I), e pitl per la bellezza e la grazia decantate eia
(I) FARINELLO SEMOLI pubblicò nel 1829 - dopo morto il Monti - un opuscolo (rarissimo) «jv[emorie storiche per servire ai/a vita del filonti» lette (sic) nella Società Colombaria
di Firenze, nell'adunanza del 7 marzo (Firellze, Tipog. Allegretti, 1829), » dove raccolse ingiurie
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tutti - si era sposata il 3 luglio 1791 a Vincenzo Monti (aveva allora 22 anni)
che le fece donazione del suo patrimonio e prese casa a Roma in piazza di
Spagna, dove ebbe una bimba - dopo I l mesi di nozze, il 7 giug'l1o 1792 _..cui fu posto il nome eli Costanza, per onorare la bella e nohiliss ima protettrice
cii Vincenzo, Costanza Braschi Palconieri.
Alta, elegante, fresca, piena eli brio e di vivacità, Teresa era ammirata a
Roma clove recitò la tragedia del marito e fu ammirata a Dologna clove recitò
nel Teatro patriottico. Per tanta bellezza e bontà certo Teresa fu molto lodata,
e anche molto corteggiata e molto calunniata.
Dopo le polemiche per la Basvilliana, quando il Monti lasciò Roma per
recarsi a Milano, si scrisse e si ripetè, che la hellissima era partita col giovane
ufficiale francese Marmont, il futuro duca eli Ragusa, nato IleI 1754, morto a
Venezia nel 1856, dopo aver scritto i molti volumi delle sue interessanti memorie.
Su questo viaggio ricamarono molta stoffa i denigratori, gli invidiosi, e a dir
vero, anche gli innamorati respinti. Orbene questo viaggio di Teresa non è vero;
solo Vincenzo partì con Marmont.
Nel pieno fervore della nuova Repuhblica Cisalpina, a Milano la bellezza
di Teresa fece girar molte teste e cambiar molte opinioni. Mentre però si accanivano le ire contro il poeta, che tutti vinceva per solennità di forma e per
impeto di poesia, Ambrogio Birago, che fu poi ministro del Tesoro nel Regno
italico e che nella Cisalpina si era mostrato nemico del :Monti, diventò amico
d'improvviso e invitò a pranzo i coniugi. E Vincenzo, meravigliato di cortesie
e di inviti cui non era abituato a Milano, scriveva: « Non vorrei però che tutte
queste cortesie si facessero più per Maddalena che per Lazzaro (Lettere, voI. I,
pago 290. Torino. - Roux).
E Foscolo, che aveva scritta una così alta e nobile difesa dell'amico (allora)
doveva confessare, nel 1801: « Ella, in tanti anni, mi ha dato quella poca amicizia che il suo cuore può dare » e lo scriveva in una lettera ad Antonietta
Fagnani! E il Chiarini che studiò nei due bei volumi Zanichelliani, con
tanta cura gli Alltori di UglJ Foscolo - ricoilOsce che non potè avere dalla bella
Teresa « nemmeno un sospiro e nemmeno la speranza di una lacrima, se si
fosse ucciso per lei ».
A quarant'anni Teresa conservava ancora la sua ahbagliante bellezza, racconta il Pieri e riferisce il Diagi nel stIO hel volume d'aneddoti letterarii che
pure riporta' dal Pieri il giudizio di Teresa su Foscolo: «Un bel pazzo quel
vostro amico, disse sollevando fieramente la testa. Si era avvelenato perchè
non gli davo retta. Ma non è il solo pazzo che io abbia conosciuto ».
Tra i corteggiatori di Teresina, grande intimità domestica ebbe l'Aureggi,
amico del Monti. Anzi più amico di Teresa che di Vincenzo, scriveva sarcasticamente il romagnolo Roverella. E sia; ..... ma Teresina e Aureggi avevano allora
passato i cinquant'anni e non è proibito di riconoscere l'idillio tardivo.
Teresa Monti fu, come molte delle sue belle contemporanee, amante c1elle
feste amiche, delle relazioni cordiali; era nata a Roma nell'epoca dei cavalieri
serventi e (nella gaia :Milano di allora, così bene descritta da Stenclhal) non si
meravigliava nè si doleva, eli averne vicini e assidui.
contro la Monti: la Società protestò e sconfessò il libercolo. Del fatto dà notizia il Tipaldo
nella Biografia del Semoli, che era l'abate ragni Giovanni, pedante e lingui~ta. Della Teresa dii
notizie il Vicchi nel suo bel libro (incompiuto) sul Monti.
:...
Carlu Lai>ruzzi. -
Ritratto di T e resa l'ichler l\ l u llt i.
Firenze, RR. Gallerie.
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rrS -
Nell e relazioni con la famiglia Monti fu piena di premure, co me risulta rlalle
lettere che la mostrano curante, assai pitl del poeta, delle cose domestiche e
degli affari. Vincenzo Monti, sposanc1ola, le aveva fatto donazione delle terre
possedut e in Romagna, ecl essa doveva curarle, chè il poeta era tutto assorto a
tracl u l're l' .Iliade.
Quanclo morÌ Vin ce nzo .Monti, T e resa non fu buona con la figlia infe lice,
che e ra rimasta vedova del Perticari e perseguitata dalla famiglia di lui. Le
lettere pubhlicate dalla prof. Romano e da me; quelle inedite al Della Ripa
che il mio illustre compianto amico prof. Senatore D'Ancona mi diede da leggere,
mostrano che Teresa non fu quanto doveva essere dolce e confortatrice con
la buona Costanza. Il Monti colpito dal male, mandò la figlia ad amministrare
i suoi beni in Romagna; e Teresa accusò la figlia di aver rovinato la famiglia!
Ma aveva torto marcio e fu crudele.
Le due donne a Milano vissero separate: una contenta del suo stato, per
il suo naturale stoico (così diceva il marito), l'altra infelice, povera e malata,
e sempre sconfortata, anche per non poter provvedere alla fama del padre e
del marito con la pubblicazione delle loro opere, di cui avevano cura il cattivo
cognato Perticari p er l'uno, e Teresa stessa per l'altro.
Teresa ammalò nel 1833 e, quasi pentita, si rivolse allora con affetto alla
figlia desiderando vivere insieme e morì nel 1834, il 19 maggio, a 65 anni (I).
Bella tra le belle, lieta, spensierata, troppo fu bersagliata dalle calunnie
e dalle malignità, specie per opera di innamorati respinti. Anche se Ugo Foscolo
fu lJiasimato da tutti per ciò ch e scrisse nell'.Ijercalissc con parole non degne
di lui, le calunnie rimasero anche per opera di critici postumi che volevano
essere o cercavano pare re imparziali, quali il Cantt!. Essa meritò tutte le lodi
che ebbe per la bellezza e la grazia; non meritò le calunnie; e dove doveva essere
biasimata, p el poco amore suo verso la figlia vedova e infelice, biografi e critici
tacquero.
El voila jl/slemenl comllle
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ieri! l'lzisloire
ripeterà qualcuno con Voltaire: ma tutti, vedendola in effigie, ammireranno la
bellissima che fu musa ispiratrice cii Vincenzo Monti e suscitò nel cuore di
Ugo Foscolo tutte le ire funeste dell'innamorato respinto.
LUIGl RAVA.
(r) 1\ Pecc hio, nella Vita di Ugo Foscolo. parla spesso della Monti che nOli amò Foscolo e
dice che non è la Teresa cI e ll'Ortis. Ve dasi ora la ristampa del lil>ro ci e l Pecchio (con not izie
interessantissime e bella introdllzione) a cura del Pruf. Tomlllasini Mattiucci (1915).