Perché è importante parlare ad un neonato? E ancor prima perché parlare al feto? Preoccupazione primaria “una malattia normale” (Winnicott) Da sempre le madri nel prendersi istintivamente cura del proprio neonato parlano con lui Già dal medio evo si era intuito che la vita fisica e affettiva della madre aveva influenza sullo sviluppo del feto l “IL NEONATO non è una tabula rasa, ma conserva le tracce senso-motorie della sua vita precedente” I suoi comportamenti neuromotori sono in continuità con le precedenti acquisizioni fetali Fin dalla nascita è alla ricerca di del contatto con ciò che sta fuori di sé Come emerge e si sviluppa la mente e quale è ruolo del parlare con il neonato Concorrono ed hanno concorso a queste conoscenze: I progressi tecnologici della medicina (avvento dell’Ecografia) Le recenti scoperte nell’ambito delle Neuroscienze L’ Infant research (infant observation) Neuroscienze I risultati delle ricerche concordano Conoscenza dei processi o meccanismi alla base della PERCEZIONE e della MEMORIA e dell’ APPRENDIMENTO ECOGRAFIA Conoscenza dello sviluppo fetale e della Personalità Fetale Psicologia infantile Infant research Conoscenza dell’influenza delle relazioni famigliari sullo sviluppo del bambino Pregiudizi millenari e scientifici hanno ostacolato la conoscenza dei vissuti profondi del neonato Il Neonato è stato considerato per un lungo periodo in permanente simbiosi con la madre, incapace di comunicare con l’ambiente, ripiegato su se stesso Infant research Tutto ciò è stato contraddetto dalle osservazioni dirette della “infant observation “ E ciò in concordanza con gli studi delle neuroscienze e lo studio ecografico dello sviluppo del feto Infant Research I neonati hanno preferenze percettive e capacità di attenzione innate Sono in grado di apprendere rapidamente grazie a queste capacità percettive e alla possibilità di memorizzarle Stern “ fin dal primo giorno di vita emerge tra il sé e l’ambiente una distinzione aurorale… “ Neuroscienze La mente relazionale (D.J, Siegel 1999) La mente emerge dalle attività del cervello , le cui strutture e funzioni sono direttamente influenzate dalle esperienze interpersonali La mente malleabile La capacità del nostro cervello di cambiare la propria struttura in risposta all’ambiente è conosciuta come neuroplasticità Caratteristica distintiva del tessuto nervoso, che è costituito dai neuroni, è che è progettato per cambiare in risposta ai segnali esterni La mente malleabile Alla nascita sono presenti nel cervello circa 100 miliardi di neuroni Nei primi tre anni di vita il cervello è impegnato a sviluppare in modo permanente connessioni 500 trilioni di sinapsi connettono in rete i neuroni cerebrali Il periodo post natale è caratterizzato da una proliferazione smisurata di sinapsi e questo processo sinapsi avviene sotto il controllo dei geni attivati dall’esperienza Rete neurale Una immensa rete neurale 15.000 sinapsi per ogni neurone 1,8 milioni di sinapsi al secondo si costituiscono dal 2° mese di gestazione ai 2 anni A 3 anni il numero di sinapsi raggiunge la cifra di 1000 trilioni A 12 anni metà delle sinapsi sono state abbandonate e ne rimangono 500 trilioni. LA POTATURA Le ricerche, basate sull’evidenza, supportano il principio che i circuiti corticali sono generati da una produzione geneticamente, all’inizio sovrabbondante, di connessioni sinaptiche, a cui segue un processo guidato dall’ambiente che seleziona solo quelle connessioni più utilizzate per le informazioni dell’ambiente La memoria implicita Le esperienze fatte nell’ambiente plasmano il cervello, registrandosi in modo permanente nei circuiti neurali predisposti geneticamente. I neonati sono in grado di percepire l’ambiente che li circonda fin dai primi giorni di vita. La memoria implicita Molteplici studi dimostrano che i neonati sono in grado di ricordare esperienze precedenti che permettono l’apprendimento La memoria implicita è mediata da aree cerebrali che non richiedono una partecipazione della coscienza ai processi di registrazione Memoria implicita (precoce, procedurale, non dichiarativa) Le strutture cerebrali coinvolte sono quelle che presiedono alla memoria emozionale, comportamentale, percettiva e somato-sensoriale Memoria implicita Questi elementi impliciti sono fondamentali nel determinare il senso soggettivo di noi stessi Agiamo, sentiamo, pensiamo senza necessariamente riconoscere l’influenza delle passate esperienze Parlare è mettersi in relazione… Le relazioni umane plasmano lo sviluppo delle connessioni nervose che danno origine alla mente Comprendere l’impatto che le nostre esperienze hanno sulla mente ci aiuta a capire come il nostro passato continui ad influenzare il nostro presente e le nostre decisioni per il futuro Il neonato nasce competente perché prima di lui il feto era competente Con l’avvento dell’ecografia (Ianniruberto e Taiani 1981, De Vries, 1982) si riconosce che il feto inizia a muoversi dalla fine del secondo mese di gravidanza Attività motoria B. Bobath: “ il bambino sano nasce con una grande varietà di movimenti che ha ricordato e precedentemente sperimentato, sentito e pertanto può ricordare ed usare” MOVIMENTI FETALI a 8 settimane - L’embrione lungo meno di 1 cm. mostra già i primi movimenti Da irregolari e sporadici sempre più complessi SEQUENZE MOTORIE CARATTERISTICHE DEL FETO Movimenti mano-faccia, mano-bocca Controllo dell’asse corporeo: può mantenersi eretto nel sacco amniotico Si dondola bilanciandosi sulle gambe Con lo sviluppo della sensorialità il feto inizia ad esplorare con le mani la parete uterina, il cordone ombelicale, la placenta. Movimenti fetali Mano- faccia Mano-bocca Movimenti fetali di raddrizzamento e dondolamento Influenza dell’ambiente sulla gravidanza Comportamento fetale Terremoto di Terlizzi 1980 studio ecografico sullo stress emotivo (IANNIRUBERTO) Su 28 gravide tutti i feti hanno mostrato ipercinesia da due a 8 ore ed in 20 casi a questa è seguita ipocinesia della durata di 24-72 ore- Lo stress emotivo materno L’incremento della motilità a causa dello stress materno è stato confermato da studi successivi La motilità fetale si riduce quando la madre ascolta musica Ma la motilità non è che uno degli aspetti della vita intrauterina infatti è evidente come il feto sia anche stimolato da una ricca sensorialità (R. Negri) Dalla fine del secondo mese appaiono nell’ordine le afferenze sensoriali: Cinestesiche Tattili Vestibolari sorriso Olfattive Gustative Acustiche deglutizione Visive occhi aperti SUONI E ODORI • Dalla 24° settimana il feto reagisce alle stimolazioni vibro-acustiche. Nel terzo trimestre sente la musica, le voci, riconosce quella materna. • E’ accertato che utilizza l’olfatto ed il neonato sin dalla nascita riconosce la madre dall’odore oltre che dalla voce • Dalle 12 settimane deglutisce GUSTO: percepisce i sapori Una sostanza dolce introdotta nel liquido amniotico induce il feto ad inghiottire più liquido. Una sostanza amara riduce l’assunzione di liquido, rallenta la deglutizione, chiude la bocca, fa le smorfie. VISTA Dalla 17° settimana muove gli occhi. L’ambiente uterino è sufficientemente chiaro da consentire agli occhi di prepararsi alla visione. Una forte luce accesa all’improvviso sul ventre materno può indurre il feto a girare gli occhi o il capo da un’altra parte. Il feto memorizza le proprie esperienze Nel corso della vita prenatale le esperienze sensoriali e motorie si depositano nella memoria implicita, una memoria essenzialmente emozionale che inizia con la maturazione dell’amigdala (Mancia 2006). MEMORIA FETALE Nel terzo trimestre la corteccia cerebrale, divenuta matura, diventa la sede dove le esperienze sensoriali: uditive e somatoestesiche che posso permettere al feto una forma di coscienza a contenuto sensoriale Romana Negri, 2009 Dalle osservazioni condotte su coppie di gemelli dopo la nascita, si è potuto riconoscere come ogni bambino abbia specifiche modalità nel relazionarsi con l’ambiente che ripropongono un modello già sperimentato nella vita fetale Questa acquisizione specifica, che è differente per ciascun bambino, sembra dimostrare una vera e propria personalità fetale Memoria implicita Questa prima forma di memoria si pone come protofunzione inconscia sulla quale verrano a stratificarsi le esperienze sensoriali, affettive, emozionali che caratterizzano la vita del neonato (Delassus, 2001; Mancia 2006)- NECESSITA’ del BISOGNO DELL’ALTRO (Bion, 1978 ) Sosteneva che Il feto alla sua nascita ha una personalità, percezioni, emozioni comportamenti di cui egli non sa il significato E’ necessaria una persona esterna affinché tutte queste esperienze possano acquisire un significato Anche nelle migliori delle situazioni l’uomo, a partire dalla nascita, viene amputato di gran parte della ricchezza di queste parti embrionali impoverendo la sua personalità Il neonato è programmato per mettersi in relazione con l’ambiente L’esigenza di mettersi in relazione domina le prime interazioni dell’essere umano Comportamenti legati - ad esigenze vitali come suzione, deglutizione - all’omeostasi termica: orientamento verso fonti di calore, accostarsi ai propri simili - a strategie di risparmio energetico: durata del sonno E’ dotato di Comportamenti che sollecitano le cure materne • Il piangere, il sorridere, la ricerca del contatto occhio-occhio • Il pianto del neonato è efficace a stimolare l’arrivo del nutrimento ed il contatto corporeo; • Inoltre induce la montata lattea ed un incremento della temperatura della mammella. Competenze neonatali Il neonato alla nascita possiede tutte le competenze sensoriali maturate nel periodo prenatale Vista, odorato, gusto, tatto e udito concorrono completandosi a mettere il neonato in relazione con il caregiver Queste competenze vengono utilizzate in modalità transmodale FACOLTA’ UDITIVE FETALI E NEONATALI La vita endouterina è una vita estremamente rumorosa ed il feto a partire dalla ventiquattresima settimana reagisce alle stimolazioni vibroacustiche.. (Birnholz, Benaceraff 1983) Competenze uditive • Le strutture anatomiche periferiche per la trasmissione dei suoni sono alla nascita in un avanzato stadio di sviluppo • Già dal 5° mese di gestazione queste strutture hanno raggiunto le caratteristiche dell’adulto. Riconoscimento della voce umana De Casper, e Fifer (1980) hanno dimostrato che il feto nell’ultimo trimestre non solo è in grado di di udire le conversazioni, ma impara a riconoscere la voce che presumibilmente ascolta di più: quella della propria madre Esperienze uditive fetali registrate nella memoria implicita Testimonianza del direttore di orchestra canadese Boris Brott che racconta: “ stavo dirigendo una partitura per la prima volta e d’improvviso, la parte del violoncello mi colpì in modo particolare, e il seguito del brano mi fu noto ancor prima di girare la pagina dello spartito. Un giorno ne parlai con mia madre, che è violoncellista di professione. Quando seppe di che brano si trattava il mistero si risolse immediatamente: tutte le partiture che conoscevo a prima vista erano quelle che lei aveva suonato mentre era incinta”. Esperienza personale con il mio secondo nipote Il neonato conserva le competenze del feto Della voce umana umana il feto riconosce -Il tono (acuto e basso) -Il contorno melodico (saliscendi della voce) -L’intensità -Le pause e il ritmo della prosodia di un racconto Competenze uditive neonatali Il neonato possiede: Una sensibilità acustica di poco inferiore a quella dell’adulto (10-15 dB) Una capacità di captazione delle frequenze più ampia da 100 e 4000 Hz l’adulto tra i 2000 e 4000 Hz Ciò consente al neonato una più ampia ricezione di informazioni acustiche dell’ambiente oltre a quelle legate alla voce umana. Competenze uditive Il neonato possiede Una capacità discriminativa che gli consente di reagire differentemente a voci diverse ed in particolare di preferire la voce femminile Una capacità ad orientarsi verso sorgenti di suoni Postura e stato di vigilanza Esiste uno stretto rapporto tra postura e stato comportamentale. Lo stato di massima attenzione “alert inactivity” si realizza nella postura antigravitaria Competenze posturo-motorie Il comportamento posturale influenza il rapporto diadale Competenze posturo-motorie Due individui che parlano tra loro mettono in atto una serie di movimenti e posture che fanno parte della comunicazione Quando un adulto parla ad un neonato, quest’ultimo si muove secondo ritmi precisi che corrispondono al ritmo del discorso dell’adulto E’ interessante sottolineare che i neonati interagiscono sincronicamente sia ascoltando il cinese che l’inglese Competenze sociali relazionali Il neonato possiede attitudini sensoriali e posturo motorie innate adatte alla socializzazione Presenta una netta preferenza visiva per il volto umano ed in particolare gli occhi Ha una predilezione per il suono della voce umana specie femminile Ed olfattoria per l’odore del corpo umano e del latte materno COMPETENZE RELAZIONALI DEL NEONATO La parte più vitale del mondo che circonda il neonato è la connessione emozionale con il suo genitore (caregiver = colui che se ne prende cura) COMPETENZE RELAZIONALI DEL NEONATO Le ricerche nell’ambito delle neuroscienze hanno dimostrato che il neonato è geneticamente programmato a ricercare immediatamente questa connessione, a registrala e a rispondervi. “UTERO SPEECH EXPERIENCE” un celebre lavoro di DE CASPER SONO STATI FATTI ASCOLTARE AI NEONATI DUE RACCONTI: IL PRIMO ERA GIA’ STATO ASCOLTATO IN EPOCA PRENATALE MENTRE IL SECONDO NO I NEONATI HANNO PRESTATO PIU’ ATTENZIONE E PER MAGGIOR TEMPO AL PRIMO RACCONTO Competenze avanzate del feto Il feto - riconosce suoni - discrimina sillabe come “ba”, “da”, “ ga” La RMN cerebrale ha mostrato che queste funzioni linguistiche fetali si attivano nelle stesse aree dell’emisfero sinistro del cervello adulto Riconoscimento della voce materna Il neonato riconosce la voce materna dalla prosodia e dall’intonazione della frase La frase pronunciata in senso inverso, perdendo la prosodia e l’intonazione non viene riconosciuta APPRENDIMENTO INTERMODALE RICONOSCERE IL VOLTO MATERNO ATTRAVERSO L’ASCOLTO DELLA VOCE MATERNA Il neonato sin dai primi giorni di vita vede un volto di cui distingue bene occhi, bocca, naso, smorfie mimica, mentre lo guarda ascolta una voce che riconosce L’INTERMODALITA’ SENSORIALE ARRICHISCE LE COMPETENZE SOCIALI DEL NEONATO LA VISUALIZZAZIONE DEL VISO MATERNO INSIEME ALL’ASCOLTO DELLA SUA VOCE FACILITA IL RICONOSCIMENTO DEL VOLTO MATERNO UNA COMPETENZA SOCIALE IMPORTANTE CHE PERMETTE AL NEONATO DI METTERSI IN RELAZIONE CON CHI SI PRENDE CURA DI LUI COMPETENZE MUSICALI LA RNM FUNZIONALE DURANTE L’ASCOLTO DI BRANI MUSICALI HA DIMOSTRATO CHE I L NEONATO E’ DOTATO DI UN SISTEMA PERCETTIVO SPECIFICO PER LA MUSICA FIN DAI PRIMI GIORNI DI VITA Ascolto di musica originale consonante verso ascolto stesso brano alterato e dissonante Attivazione della corteccia uditiva dx Attivazione corteccia frontale inf. e struttura limbica sx Sez. Trasv. Amigdalaippocampo dx Sez-sag. Area temporale sup. dx MUSICA E CANTO L’ESPERIENZA MUSICALE E SONORA NEONATALE COINVOLGE OLTRE ALLE AREE DELL’ELABORAZIONE PERCETTIVA MUSICALE ANCHE LE AREE PER IL LINGUAGGIO E PER L’ELABORAZIONE DEL CONTENUTO EMOTIVO CAPACITA’ ESPRESSIVE DEL PIANTO DEL NEONATO ATTRAVERSO IL PIANTO IL NEONATO IMITA LA PROSODIA DELLA LINGUA MATERNA IL NEONATO FRANCESE PIANGE CON UN ARCO MELODICO CRESCENTE IL NEONATO TEDESCO PIANGE CON UN ARCO MELODICO DISCENDENTE DAL PIANTO ALLE VOCALIZZAZIONI IN RISPOSTA AL PARLARE DEI GENITORI IL PIANTO PRIMA TAPPA FONDAMENTALE PER LO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO DAL 1°-3° MESE IL NEONATO SI ESPRIME CON SUONI GUTTURALI DAL 3° MESE CON LA MATURAZIONE DELL’APPARATO FONATORIO E ARTICOLATORIO INIZIA LE VOCALIZZAZIONI IN RISPOSTA ALLE CONVERSAZIONI CON IL PROPRIO GENITORE BABY TALK o MOTHERESE o MAMMESE o “INFANT DIRECT SPEECH” Linguaggio musicale cantilenante, dal ritmo lento, a tonalità acuta, con parole scandite ed aumento della qualità espressiva della voce Caratterizzato anche dalla multimodalità attraverso l’utilizzo delle espressioni mimiche del volto e della gestualità del corpo BABY TALK LINGUAGGIO TRANSCULTURALE GLI ADULTI DI OGNI CULTURA SI RIVOLGONO AI NEONATI ED AI BAMBINI PIU’ PICCOLI CON QUESTA PARTICOLARE FORMA COMUNICATIVA Baby talk un linguaggio univerale … I NEONATI E I BAMBINI PICCOLI PREFERISCONO E SONO PIU’ ATTENTI ALL’ASCOLTO DI ADULTI CHE PARLANO LORO ATTRAVERSO IL MAMMESE SIA CHE SI TRATTI DELLA MAMMA O DI ALTRO ADULTO ANCHE DI DIVERSA CULTURA O LINGUA Mammese un linguaggio ricco di emozioni Questa particolare forma di linguaggio con cui gli adulti si rivolgono al neonato e al bambino piccolo è caratterizzata da intonazioni di accentuato interesse emotivo accompagnato da sincrone espressioni del volto e del corpo Le emozioni sulle ali della prosodia Le emozioni, i sentimenti dell’adulto sono trasportati dalla prosodia: intonazione della voce e ritmo, pause, respiri del dire, del parlare dei genitori che fornisce al loro bambino maggiori informazioni rispetto al parlato normale e rende più comprensibili il contenuto e le intenzionalità dell’adulto INTENZIONALITA’ ED EMOZIONI La nostra voce giunge carica delle nostre intenzionalità ed emozioni se parliamo al neonato nei momenti di veglia attenta (arousal) e nel rispetto dei suoi momenti di quiete e dei turni comunicativi I lattanti prestano più attenzione e la mantengono più a lungo se si parla loro in modo gioioso sia che si tratti di baby talk che del parlare adulto E’ necessario tener conto della loro disponibilità a mettersi in ascolto e rispettare i momenti in cui hanno bisogno di quiete; due abilità di ascolto dei genitori che non devono mai mancare Parlare senza contorno melodico, in modo non musicale e senza emozione, svia lo sguardo del neonato e mette a rischio la relazione genitore bambino, lo stato di autoregolazione e lo sviluppo del bambino Musicalità Attenzione condivisa Sviluppo del linguaggio La musicalità del nostro parlare sostiene lo sviluppo dell’attenzione condivisa, il coinvolgimento reciproco Facilita nel bambino un più rapido sviluppo del vocabolario espressivo e ricettivo Aiuta il bambino a comprendere l’intenzionalità del genitore - Allattare - Dare la pappa - Cambiare il pannolino - Il bagnetto sono momenti di scambio di parole e vocalizzazioni che fanno sperimentare al bambino i propri stati emotivi interiori Il baby talk e il canto facilitano una modalità relazionale adulto –bambino che porta ad una adeguata lettura delle emozioni… … e getta le basi per comprendere gli stati mentali altrui e lo sviluppo dell’intelligenza sociale Daniel Stern definisce la comunicazione musicale come un processo di sintonizzazione interpersonale che permette alla mamma di essere emotivamente connessa ai segnali emozionali del bambino Questa sintonizzazione è una capacità comunicativa che permette al genitore di connettersi agli stati emotivi del proprio bambino entrando in risonanza emotiva con lui Il genitore recepisce i segnali comunicativi del bambino dando loro un significato . I genitori rendendo pensabile ciò che il neonato non è ancora in grado di pensare, e quindi potenzialmente angosciante per lui, glielo restituiscono attraverso una modalità trasformata, accettabile e comprensibile Spontaneamente i genitori con il proprio comportamento riconoscono uno stato mentale al proprio bambino trattandolo come persona dotata di una propria mente. I dialoghi lo aiutano a regolare la propria affettività, a modulare i propri stati affettivi; un processo che lo porta allo sviluppo di un senso ben organizzato di sé e di essere a se stante Paolo un giorno di vita Grazie dell’attenzione