Logopedia www.salutare.info Le fase orale Secondo la teoria psicoanalitica lo sviluppo del bambino avviene seguendo varie fasi, la prima delle quali è denominata da Freud “fase orale”e corrisponde al primo anno di vita. a cura della dott.ssa Rossella Santoro Inizialmente la personalità del bambino è tutta fondata su impulsi e bisogni che rappresentano necessità che vanno immediatamente soddisfatte. Questo insieme di istintualità viene denominato Es, esso è predominante nelle prime fasi di vita, ma nel tempo il contatto con il mondo esterno, le frustrazioni e le difficoltà che da esso provengono, nonché le regole che esso impone rendono necessari alcuni accomodamenti e lo svilupparsi dell’Io (componente cosciente e razionale) e del Super-io (componente normativa e sociale). Tornando alla primissima infanzia nei primi due mesi di vita il bambino non percepisce gli oggetti quali entità diverse da sé, ma come estensioni della propria corporalità, in questo senso il seno materno è parte del suo corpo quanto una sua mano o un piedino. Questa fase, pre-oggettuale caratterizzata da quello che Freud chiama “narcisismo primario” termina con il primo sorriso, intorno ai due mesi di età. Prima di quest’età il sorriso, nel senso psicologico del termine, non è possibile e quelli che vengono scambiati per 32 sorrisi altro non sono che contrazioni della muscolatura facciale,mentre a quest’epoca rappresentano la percezione degli oggetti quali entità diverse dal sé. Il primo sorriso è generalmente rivolto ad un volto situato di faccia ed in movimento. Solo intorno al settimo mese, però il bambino sviluppa il rapporto oggettuale con un oggetto privilegiato costituito dalla madre. In questa fase il bambino non ha più una risposta indiscriminata di fronte ad uno stimolo, ma compare la paura dell’estraneo, quel pianto improvviso ed inspiegabile che esplode dinnanzi ad un volto non familiare. Nonostante la fase relativa al primo anno di vita sia denominata “orale” va sottolineato che l’esplorazione dell’ambiente avviene anche attraverso la vista, in questo periodo infatti, il bambino è attivissimo nel seguire tutto con gli occhi. Anche la stimolazione cutanea è fondamentale per l’equilibrio psico-fisico del neonato. Quella del contatto fisico è una delle esperienze più coinvolgenti e arcaiche: la sensazione che dà un abbrac- cio, o l’essere cullato sono esperienze fondamentali per lo sviluppo del senso di sicurezza. In questo interviene anche il canale acustico: la prosodia della voce materna (timbro, ritmo, melodia) ha un’immediata risposta emotiva. Da ciò si evince quanto tutti i canali sensoriali siano importanti nello scambio emotivo tra il neonato e chi gli sta accanto, in special modo la madre; va ricordato, inoltre, che il neonato non è l’elemento passivo della diade madre-bambino. Egli, infatti, non solo è in grado di reagire agli stimoli esterni con una vasta gamma di espressioni (sorriso, serenità, tutte le modulazioni del pianto dal lamento alla collera), ma è in grado di dare egli stesso l’avvio a sequenze interattive con la madre e gli altri membri della famiglia. Proprio sulla qualità della relazione tra neonato e famiglia si fonda l’affettività del bambino, nel primo anno di vita infatti cominciano a radicarsi i sentimenti di sicurezza o insicurezza, fiducia o sfiducia in sé e negli altri che tanto peso avranno negli anni successivi.