ECONOMIA E MERCATI FINANZIARI
PRIMO TRIMESTRE 2011
1. Economia internazionale
La ripresa dell’economia mondiale risulta essere meno dipendente dal sostegno pubblico, tuttavia
permangono differenze tra paesi e regioni in termini di intensità della crescita. In base alle
proiezioni del Fondo monetario internazionale, il prodotto mondiale aumenterebbe di circa il 4,5
per cento nell’anno in corso e nel prossimo. Nei paesi avanzati la crescita del PIL si attesterebbe
intorno al 2,5 per cento, a fronte del 6,5 % in quelli emergenti. L’indice composito mondiale dei
responsabili degli acquisti (PMI) relativo alla produzione è salito a 59,4 in febbraio (da 58,3 in
gennaio), per poi scendere in marzo a 54,7, risentendo dell’incertezza economica causata
dall’intensificarsi delle turbolenze geopolitiche in Nord Africa e Medio Oriente e dalle ripercussioni
del terremoto in Giappone. Nelle economie avanzate vari fattori ostacolano l’espansione della
domanda interna per consumi. In particolare mercati del lavoro e immobiliari deboli, i recenti rialzi
dei prezzi internazionali delle materie prime e le manovre fiscali finalizzate a ridurre i disavanzi
ampliatisi con la crisi riducono il potere d’acquisto delle famiglie. Le pressioni inflazionistiche a
livello mondiale sono in crescita. Nei paesi dell’OCSE l’inflazione complessiva sui dodici mesi è
salita al 2,4 per cento in febbraio dal 2,2 di gennaio. Nell’area euro l’inflazione è gradualmente
aumentata nei primi mesi del 2011 portandosi in marzo, secondo la stima flash dell’Eurostat, al 2,6
per cento sui dodici mesi, dal 2,2 in dicembre. Nella media del primo trimestre si è collocata al 2,5
per cento, contro il 2,0 del quarto del 2010. Il rialzo è attribuibile in larga parte all’accelerazione
dei prezzi dei beni energetici e di quelli alimentari1.
1
In tale contesto nella riunione di inizio aprile il Consiglio direttivo della Banca centrale europea (BCE) ha stabilito di
aumentare di 25 punti base il tasso minimo sulle operazioni di rifinanziamento principali, portandolo all’1,25 per
cento.
Pagina 1
Fonte: Bollettino economico n. 64 BANCA D’ITALIA – Aprile 2011.
Fonte: Bollettino economico n. 64 BANCA D’ITALIA – Aprile 2011.
Pagina 2
Fonte: Bollettino mensile BCE – Aprile 2011.
Fonte: Bollettino economico n. 64 BANCA D’ITALIA – Aprile 2011.
Pagina 3
Fonte: Bollettino economico n. 64 BANCA D’ITALIA – Aprile 2011.
Circa l’andamento del mercato del lavoro, in USA il tasso di disoccupazione a marzo è risultato
pari all’8,8 per cento (13,5 milioni di disoccupati). Nell’area euro i dati più recenti mostrano che il
tasso di disoccupazione è diminuito al 9,9 per cento in febbraio dal 10,0 di gennaio.
Fonte: EUROSTAT.
Pagina 4
Fonte: EUROSTAT.
2. MERCATI FINANZIARI INTERNAZIONALI
I rendimenti dei titoli pubblici nei principali paesi avanzati si sono riportati a metà aprile sui valori
di inizio febbraio, al 3,6 per cento negli Stati Uniti, al 3,8 nel Regno Unito, al 3,5 in Germania e
all’1,3 per cento in Giappone. La volatilità implicita nei mercati obbligazionari sia dell’area
dell’euro sia degli Stati Uniti si è ridotta tra fine febbraio e gli inizi di aprile, pur restando su livelli
elevati. Le agenzie di rating hanno ridotto il merito di credito di Irlanda, Grecia, Spagna e
Portogallo. Dall’inizio dell’anno gli spread per il Portogallo sono aumentati di 150 punti base; si
sono invece ridotti per gli altri paesi: di 74 punti per la Spagna, 63 per l’Italia, 43 per l’Irlanda, 22
per il Belgio, 14 per la Grecia e 11 per la Francia.
Pagina 5
Fonte: Bollettino economico n. 64 BANCA D’ITALIA – Aprile 2011.
Pagina 6
Fonte: Bollettino economico n. 64 BANCA D’ITALIA – Aprile 2011.
Sui mercati azionari, dall’inizio dell’anno alla prima decade di aprile, la borsa giapponese ha fatto
registrare un calo del 5 per cento, a fronte di un guadagno del 5,3 negli Stati Uniti, del 5,4 nell’area
dell’euro e del 2,3 nel Regno Unito. L’andamento al rialzo quasi ininterrotto dei corsi azionari
iniziato a metà 2010 si è arrestato in marzo. Le tensioni in atto nel Nord Africa e nel Medio Oriente
e il terremoto in Giappone hanno causato flussi di investimenti rifugio ed un aumento della
volatilità nei mercati azionari.
Pagina 7
Fonte: Bollettino mensile BCE – Aprile 2011.
3. MERCATO DEGLI ETF:MONITO FINANCIAL STABILITY BOARD
Il 12 aprile 2011 il F.S.B. ha emesso la nota: "Problemi potenziali di stabilità finanziaria originati
dalle tendenze recenti degli ETF", in cui si anticipa l’avvio di un " monitoraggio del mercato degli
ETF in virtù dei preoccupanti sviluppi in alcuni segmenti di mercato". In particolare nel documento
si fa riferimento al recente aumento della varietà e della complessità dei prodotti2 ed al crescente
utilizzo degli ETF sintetici3.
2
Gli ETF si sono allargati ad altre categorie quali reddito fisso, credito, mercati emergenti, commodity dove la liquidità
è tipicamente più scarsa e la trasparenza minore.
3
Gli ETF si dividono in due categorie: quelli fisici replicano il benchmark comprando i titoli che compongono l’indice di
riferimento con lo stesso peso; quelli sintetici replicano l’indice di riferimento utilizzando i derivati. Attraverso la
replica sintetica o swap based, l’etf investe in un paniere di titoli, detto substitute basket, e paga la performance di
questo paniere alla controparte dello swap, che a sua volta ritorna al fondo il rendimento dell’indice. Il principale
svantaggio di prodotti così strutturati è l’esposizione al rischio di controparte dello swap.
Pagina 8
Fonte: FSB - Potential financial stability issues arising from recent trends in Exchange-Traded Funds (ETFs).
Nel primo trimestre del 2011 il patrimonio gestito in Etf nel mondo è aumentato del 6,7%,
raggiungendo l’attuale livello di 1.399 miliardi di dollari (da 1.311). Alla fine del primo trimestre
l’industria globale degli Etf conta 2.605 prodotti, emessi da 142 provider su 48 Borse valori di tutto
il mondo4. In Europa più del 60% degli Etf utilizzano i derivati per riprodurre la performance del
benchmark; negli USA solo il 20% degli Etf è a replica sintetica. Il FSB ha pertanto esortato
l'industria finanziaria, già nelle prime fasi di ideazione del prodotto, ad adeguare le procedure di
gestione del rischio e ad aumentare il livello di trasparenza.
4. ITALIA
Gli indicatori congiunturali evidenziano una crescita dell’economia nel primo trimestre del 2011. A
febbraio 2011 l’indice destagionalizzato della produzione industriale è aumentato dell’1,4%
rispetto al mese precedente. Nella media del trimestre dicembre-febbraio l’indice è cresciuto dello
0,1% rispetto al trimestre immediatamente precedente.
4
Dati BlackRock. In termini di masse gestite a fine marzo 2011, su 1400 miliardi di $ totali, 1000 miliardi si riferiscono
ad ETF emessi in USA e circa 300 miliardi ad ETF europei.
Pagina 9
Il tasso di inflazione a marzo è salito in Italia al 2,5%, dal 2,4% di febbraio. L’accelerazione
dell’inflazione registrata a marzo risente in primo luogo delle tensioni sui prezzi dei beni alimentari
e dei beni energetici non regolamentati5.
Ad aprile 2011 l’indice del clima di fiducia dei consumatori scende a 103,7 da 105,1 di marzo. Il
peggioramento è dovuto soprattutto ad una caduta dell’indicatore relativo alle prospettive future
(da 93,7 a 90,1); migliora lievemente, per contro, l’indice sulla situazione corrente (da 113,9 a
114,4).
5
Nel mese di aprile, secondo le stime preliminari ISTAT, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività
(NIC), comprensivo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,5% rispetto al mese di marzo 2011 e del 2,6% rispetto
allo stesso mese dell’anno precedente.
Pagina
10
Fonte: ISTAT
Pagina
11
Fonte: ISTAT – 27 aprile 2011.
Sul versante del mercato del lavoro, il tasso di disoccupazione a marzo si attesta all’8,3%. Gli
inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuiscono dello 0,8% (-114 mila unità) rispetto al mese precedente,
portando il tasso di inattività al 37,7%. Il tasso di occupazione è pari al 57,1%, in aumento di 0,3
punti percentuali sia rispetto a febbraio sia a marzo 2010. il tasso di disoccupazione giovanile sale
di 0,3 punti percentuali, posizionandosi al 28,6%.
Pagina
12
Fonte: ISTAT - 29 Aprile 2011.
I mercati finanziari nel primo trimestre dell’anno hanno fatto segnare un lieve aumento. Fino alla
metà di febbraio le quotazioni azionarie sono salite, per poi subire un ribasso dei corsi dalla
seconda metà di febbraio alla fine di marzo. Nella prima decade di aprile gli indici di borsa sono
aumentati di circa il 2 per cento sia in Italia sia nell’area dell’euro6.
Fonte: Bollettino economico n. 64 BANCA D’ITALIA – Aprile 2011.
6
I rialzi sono stati innescati dal buon andamento degli utili annunciati dalle imprese e da una temporanea attenuazione
delle tensioni sui debiti sovrani nell’area dell’euro. In seguito le quotazioni hanno risentito del riacutizzarsi delle
turbolenze sui mercati dei titoli di Stato, dell’incertezza sui nuovi meccanismi di risoluzione delle crisi del debito
sovrano nell’area dell’euro, delle tensioni geopolitiche nel Nord Africa e dei timori per le conseguenze economiche del
terremoto in Giappone.
Pagina
13
5. LE PROSPETTIVE
In prospettiva, l’economia mondiale dovrebbe rafforzarsi, in linea con la rilevazione dell’indicatore
composito dell’OCSE di gennaio, che continua a segnalare una crescita in gran parte dei paesi
appartenenti all’organizzazione, anche se lo scenario rimane molto incerto. I disordini in Nord
Africa e Medio Oriente hanno impattato negativamente sul clima di fiducia. Il protrarsi delle
tensioni connesse alle crisi dei debiti sovrani, l’aumento dei prezzi dei beni energetici, i rischi
potenziali derivanti dall’impatto economico del recente terremoto in Giappone rappresentano
fattori di rischio al ribasso che incideranno sull’intensità della crescita economica. La Banca del
Giappone (BoJ), a causa dei danni legati al sisma/tsunami dell’11 marzo, ha tagliato le stime della
crescita del Giappone nell’anno 2011/12, ipotizzando un Pil in rialzo dello 0,6% contro l’iniziale
1,6%. Anche la Fed ha rivisto al ribasso, in data 27 aprile, le stime sulla crescita del Pil degli USA
nel 2011 (tra il 3,1 e il 3,3% contro stime di gennaio che prevedevano un rialzo compreso tra il
3,4% e il 3,9%) e il Federal Open Market Committee ha ribadito che i tassi resteranno "a lungo
eccezionalmente bassi". Secondo il Presidente della Fed Bernanke, il cambio di rotta dipenderà
"dall'inflazione sottostante e dalle stabili aspettative di inflazione. Quando queste condizioni
saranno violate o quando ci allontaneremo da queste condizioni, allora sarà il momento di una
stretta".
Fonte: Bollettino mensile BCE- Aprile 2011.
Pagina
14