L’ECO DI BERGAMO 28 Cultura LUNEDÌ 22 FEBBRAIO 2016 Pirandello intuiva già il Teorema di incompletezza di Gödel Mathesis Al Lussana un’interessante conferenza di Gian Italo Bischi sul contenuto scientifico della letteratura Matematica e letteratura, scienze «dure» e scienze umane non sono mondi separati. Conoscere logica, fisica, matematica aiuta a comprendere più profondamente le opere letterarie. Sapersi esprimere non solo per simboli ma con raccon- ti, metafore, linguaggio efficace e incisivo aiuta gli scienziati a esporre più efficacemente le loro teorie, a farsi leggere non solo presso dagli addetti ai lavori. Lo ha dimostrato, con bella ricchezza di esempi, Gian Italo Bischi, docente di Matematica all’Università di Urbino, nell’incontro «Matematica e letteratura dalla Divina Commedia al noir», organizzato giovedì da Mathesis Bergamo al liceo «Lussana». Si è iniziato e chiuso con Leo- nardo Sinisgalli, poeta-ingegnere del ’900: «La scienza e la tecnica ci offrono ogni giorno nuovi ideogrammi, nuovi simboli ai quali non possiamo rimanere indifferenti, senza il rischio di mummificazione o fossilizzazione totale della nostra coscienza e della nostra vita. Piero della Francesca, Leonardo e Dürer, Cardano, Della Porta e Galilei hanno sempre beneficiato di una simbiosi fruttuosissima tra logica e fantasia». Poi, naturalmente, Dante: per Bischi Il grande logico Kurt Gõdel L'INTERVISTA MASSIMO CACCIARI. Il filosofo domani pomeriggio a Nembro (ore 17) parla del dramma dell’Umanesimo, per Noesis «NON ABBIAMO PIÙ LA MISURA PER VALUTARE I PROBLEMI ATTUALI» GIULIO BROTTI Si direbbe che «umanesimo» sia una parola un po’ fuori stagione: mediamente, non confidiamo più molto nell’idea che l’uomo sia artefice/ responsabile della propria vita, in un’epoca in cui le vicende dei popoli (i costi delle materie prime, i saliscendi dei mercati, l’accesso alle risorse) paiono decidersi altrove, in centri di potere che non si rintracciano con il gps. Non avrà comunque un tono fatalista la lezione su «Il dramma dell’Umanesimo» che Massimo Cacciari, fondatore e professore emerito della facoltà di Filosofia dell’Università VitaSalute San Raffaele, terrà domani presso l’Auditorium «Modernissimo» di Nembro (l’incontro, anticipato alle 17, 12 1 Il ’500 è stato un’epoca drammatica, ma aveva una prospettiva chiara» rientra nel XXIII Corso di Filosofia dell’associazione Noesis; si richiede la prenotazione attraverso il sito www.noesisbg.it). «Nella stagione rinascimentale – ricorda Cacciari - nacquero i capolavori dell’arte italiana che moltissimi ammirano e visitano en tourisme tra Firenze e Roma; ma si sbaglia credendo che quella fosse un’epoca improntata a una sostanziale armonia, a un generale spirito di concordia. In realtà il periodo dell’Umanesimo fu segnato da contrasti drammatici, perfino tragici: la coscienza europea moderna si andò formando attraverso lacerazioni di ogni tipo, puntualmente rispecchiate nelle grandi opere degli umanisti, da Leon Battista Alberti a Lorenzo Valla, da Marsilio Ficino a Giovanni Pico della Mirandola». Il filosofo Massimo Cacciari ANSA/ M. BAZZI Tettamanzi: «Decliniamo la misericordia in famiglia» Ponte San Pietro Il cardinale ha proposto il Giubileo come occasione di riconciliazione anche fra i coniugi Secondo il cardinale Dionigi Tettamanzi, l’insegnamento della parabola evangelica del buon samaritano si applica anche alla vita di coppia e familiare: «Ogni membro di una famiglia dovrebbe esercitare su- rRZSEerdH/Mo4qf1xKBcX1YiinFdF0ea5x0VI4Bmjm4= gli altri lo stesso sguardo compassionevole che il samaritano porta sul malcapitato che giace mezzo morto a lato della strada; allargandosi per cerchi concentrici, poi, questo atteggiamento misericordioso dovrebbe estendersi oltre i confini della famiglia, in direzione dell’intera società». Venerdì sera il cardinale Tettamanzi è stato ospite del Centro Culturale «Cittadini» delle Suore Orsoline di Somasca, a «C’è affinità - concorda Bischi - fra matematica, geometrie non euclidee, meccanica quantistica e relativismo pirandelliano. Il punto è la coerenza del sistema, a seconda dell’assioma di partenza». In «Così è se vi pare» le verità contrapposte del signor Ponza e della signora Frola sono tutt’e due vere: «Io sono colei che mi si crede», come nei teoremi di incompletezza di Gödel. cento, non sappiamo dare risposte alle tragedie del nostro tempo. Gli umanisti riuscivano a considerare prospetticamente i drammi e le contraddizioni di allora; noi non collochiamo più alcunché entro una prospettiva; non disponiamo di una misura per valutare la situazioni e i problemi del XXI secolo». dam delle soluzioni pratiche ai drammi del presente; potremmo invece tentare di rappresentare questo nostro tempo, di ritrarlo in un’immagine complessiva, proprio come gli umanisti fecero con la loro epoca. Ecco, questo costituirebbe oggi un buon compito a casa per chi non volesse rassegnarsi all’ignoranza, alle chiacchiere, alle tirate demagogiche». Agli inizi dell’Età moderna, si pensava che gli Stati nazionali fossero lo strumento più idoneo per garantire le libertà dei cittadini contro lo prepotenze dei signori feudali. «Gli umanisti, effettivamente, parlavano di “Repubbliche” – pensando secondo i casi a Firenze, a Venezia, a Lucca -, il termine “Stato” incominciò ad affermarsi solo con Machiavelli. Rimane vero che, a partire dalla fine del medioevo, si era andata elaborando quella che poi sarebbe stata chiamata “teoria dello Stato”, una riflessione sistematica su un’istituzione preposta a garantire la sicurezza dei cittadini e la giustizia. Anche questa ricerca nasceva comunque dalla drammatica consapevolezza della fragilità degli ordinamenti sociali e religiosi del tempo. Significativamente Thomas More pubblicò nel 1516 un libro intitolato “Utopia”, inaugurando un lunga serie di rappresentazioni immaginarie dell’assetto che dovrebbe avere una società governata in vista del benessere dei cittadini». Appunto, noi non abbiamo perso per strada questa capacità di progettare, o perlomeno sognare una città ideale? Liberati dalle immagini cartolinesche, questi autori risultano oggi attuali? «Anche inattuali, potremmo dire, nel senso che Nietzsche conferiva a questa parola: perché noi, rispetto agli intellettuali del Quattro e del Cinque- la Commedia sarebbe «quasi un trattato di divulgazione scientifica». Poi, Galileo, secondo Calvino «il più grande scrittore della letteratura italiana di ogni secolo». Il più rappresentato, con 18 brani, nella «Crestomazia italiana» di Leopardi. Prima occupazione del quale - ricorda Bischi - fu la compilazione di opere scientifiche. Meno prevedibilmente, ancora, Pirandello, che Bruno de Finetti, insigne matematico, definiva «uno di più grandi spiriti matematici». Ponte San Pietro, in qualità di relatore dell’appuntamento conclusivo del ciclo «Parole e silenzi, ferite e attese. Dolore e perdono tra coppie e famiglie». Rispondendo a questioni formulate dalle coppie che avevano partecipato a due precedenti incontri coordinati dalla sociologa Laura Boschetti dell’Università di Bergamo, l’arcivescovo emerito di Milano è ritornato su alcuni punti che già aveva preso in esame nella sua lettera pasto- rale «Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito» e nel volume «Il Vangelo della misericordia per le famiglie ferite», pubblicato dalle Edizioni San Paolo. Passaggio delicato per il Papa «Papa Wojtyla – ha detto il cardinale Tettamanzi – sottolineava come la condizione della persona umana si lasci descrivere mediante due preposizioni, “con” e “per”: l’essere umano è chiamato a vivere con gli altri e a fare agli altri dono di sé. Oggi la famiglia è chiamata a incarnare questi principi, contrastando l’individualismo e l’egoismo tipici della cultura del nostro tempo: assolvere tale compito può risultare più difficile che in passato, ma può essere anche «Sì, è così. Da una conoscenza dell’umanesimo che andasse oltre gli stereotipi potremmo però ancora ricavare un’indicazione di metodo. Non si tratta di cercare nelle pagine di More o di Erasmo da Rotter- molto più bello e gratificante». Il relatore ha poi citato alcuni passaggi di un’intervista concessa nei giorni scorsi da Papa Francesco ai giornalisti di diverse testate durante il volo di ritorno dal Messico in Italia. A una domanda sulla possibilità che i divorziati risposati siano riammessi ai sacramenti Bergoglio ha risposto che «sulla famiglia hanno parlato due Sinodi e il Papa ha parlato tutto l’anno nelle catechesi del mercoledì. Nel documento post-sinodale che uscirà – forse prima di Pasqua –, in uno dei capitoli si riprende tutto quello che il Sinodo ha detto sui conflitti o sulle famiglie ferite, e la pastorale delle famiglie ferite». Tettamanzi ha appunto invitato «a pregare perché lo Vincenzo Guercio ©RIPRODUZIONE RISERVATA Siamo sicuri che l’uomo come tale non risulterà presto inadeguato rispetto ai progressi della cibernetica e dell’ingegneria genetica? È un cavallo di battaglia, questo, del movimento «transumanista». «Di per sé l’uomo è un esperimento, non una realtà già definita; è sempre inadeguato rispetto alle situazioni che si trova a fronteggiare, sempre è chiamato a compiere uno sforzo di superamento di sé. Lo sottolineava Pico nel suo “Discorso sulla dignità dell’uomo”, in cui fa pronunciare a Dio queste parole, rivolte ad Adamo: “Non ti ho fatto né celeste né terreno, né mortale né immortale, perché di te stesso quasi libero e sovrano artefice ti plasmassi e ti scolpissi nella forma che tu avessi prescelto”. L’essere umano vive nel segno della possibilità, del progetto. La vera questione è capire quale progetto oggi si voglia perseguire, se davvero vogliamo accontentarci di tirare a campare, un giorno dopo l’altro, o se desideriamo qualcosa di più». ©RIPRODUZIONE RISERVATA 12 1 L’uomo è un esperimento, non una realtà già definita: è sempre inadeguato» Spirito Santo assista particolarmente il Papa nella redazione di un documento che dovrà presentare una visione unitaria della Chiesa su questo argomento». Il cardinale ha infine avanzato una proposta: «La celebrazione di questo Anno Santo avente come tema la misericordia potrebbe essere declinata anche a livello della vita di coppia e familiare. Penso che sarebbe bello se dei coniugi o delle intere famiglie, i genitori con i figli, attraversassero insieme una delle Porte Sante; credo che questo sarebbe un gesto originale, utile anche a riportare al centro dell’attenzione collettiva il tema della famiglia». G. B. ©RIPRODUZIONE RISERVATA