LA TIrOIDE Una “farfalla” in delicato equilibrio.

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La tiroide
EDUCATIONAL
Una “farfalla”
in delicato
equilibrio.
CLINICA CASTELLI
INDICE
La tiroide: una “farfalla” in delicato equilibrio. . . 3
PRIMA PARTE
La tiroide: cos’è e come funziona. . . . . . . . . . . . 4
Le patologie della tiroide. . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
Ipotiroidismo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
Ipertiroidismo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
Gozzo e noduli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
I tumori della tiroide. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
SECONDA PARTE
L’approccio diagnostico-terapeutico
in Clinica Castelli. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10
La diagnosi. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10
La tiroide:
una “farfalla” in delicato equilibrio
Situata alla base del collo, la tiroide
assomiglia a una farfalla, perché
costituita da due lobi a forma di ali.
La ghiandola tiroidea svolge un ruolo
cruciale nel controllo del metabolismo
corporeo: influisce sul battito cardiaco,
tasso di colesterolo, peso corporeo,
livello energetico, massa muscolare,
condizioni della pelle, vista, ciclo
mestruale, stato mentale e altre
funzioni.
Per circa 7 milioni di italiani,
soprattutto donne, è fonte di
problemi e nonostante sia
fondamentale per la nostra salute, non
esiste ancora una diffusa consapevolezza sull’importanza della tiroide e sulle
patologie che possono condizionarne il
funzionamento.
La terapia medico-chirurgica. . . . . . . . . . . . 12
Coordinatore Scientifico dell’Educational:
Dr. Alessandro Colli, Responsabile U.O. Otorinolaringoiatria
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CLINICA CASTELLI
La tiroide:
cos’è e come funziona
La tiroide è una ghiandola endocrina
collocata nella parte più bassa e
anteriore del collo, al di sotto della
cartilagine tiroidea - il cosiddetto
“pomo di Adamo” - e al di sopra dello
sterno. È costituita da due lobi, ciascuno
di circa 5 cm di diametro, uniti fra loro
per mezzo di una giunzione di tessuto
chiamata “istmo”.
Nonostante le piccole dimensioni, la
tiroide svolge un ruolo chiave per lo
sviluppo, i processi metabolici e il
consumo di energia dell’organismo.
La tiroide influenza l’attività di buona
parte dell’organismo attraverso gli
ormoni che produce e secerne nel
circolo sanguigno: la tiroxina (T4) e la
triiodotironina (T3).
Per sintetizzare questi due ormoni la
tiroide ha bisogno dello iodio, una
sostanza chimica contenuta nel sale
marino iodato, nel pesce e in molti frutti
di mare.
Un insufficiente apporto di questa
sostanza può provocare, soprattutto
durante la gravidanza e l’infanzia, gravi
conseguenze allo sviluppo.
Le funzioni della tiroide sono regolate
dal TSH, un ormone prodotto dall’ipofisi,
la ghiandola posta alla base del cranio.
Quando la tiroide funziona meno del
necessario e i livelli di TSH nel sangue
sono elevati si parla di ipotiroidismo,
mentre quando la funzione tiroidea è
eccessiva e i livelli del TSH si abbassano
si parla di ipertiroidismo.
Negli esiti degli esami di laboratorio
l’eccesso di ormoni tiroidei (ipertiroidismo)
è caratterizzato da livelli bassi di TSH
associati a valori elevati di FT4 e FT3,
le frazioni libere rispettivamente del T4
e del T3, e cioè non legate alle proteine
plasmatiche di trasporto dell’ormone.
Al contrario, la carenza di ormoni
tiroidei (ipotiroidismo) viene segnalata
dalla presenza di alti valori di TSH unita
a bassi livelli di FT3 e FT4.
Sale: poco e iodato
La carenza di iodio rappresenta un grave problema di salute pubblica: nonostante
l’avvio di programmi nazionali per la promozione
del sale iodato, nel mondo circa 2 miliardi di persone
soffrono di carenza di iodio.
L’insufficienza di iodio rappresenta la prima causa di danni
neurologici evitabili che si manifestano con una ridotta capacità
intellettuale, uno scarso rendimento scolastico e una minor capacità
lavorativa. È anche la principale causa di gozzo e dell’alta prevalenza
dei noduli tiroidei.
Per questo motivo l’Organismo Mondiale della Sanità, l’ONU e
l’UNICEF hanno adottato, a partire dagli anni ’90, delle linee
guida programmatiche per eliminare la carenza di iodio nel
mondo. Assumere sale iodato è il metodo più semplice e meno
costoso per sopperire alla mancanza di iodio: è sufficiente
utilizzarlo come condimento in minima quantità
(2-3 grammi al giorno) per avere un apporto
quotidiano adeguato di iodio.
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CLINICA CASTELLI
Le patologie
della tiroide
Le malattie della tiroide si possono
distinguere in disfunzioni (ipertiroidismo
e ipotiroidismo), alterazioni morfologiche (gozzi e noduli) e tumori (benigni
e maligni).
confusi con altre condizioni, come il
naturale processo d’invecchiamento,
la menopausa o lo stress. Inoltre, molte
persone non si sottopongono ad alcuna
visita o cura per anni, a causa della
mancanza d’informazione.
Fortunatamente, anche le forme più
lievi di ipotiroidismo possono essere
individuate grazie al test del TSH
(ormone ipofisario), che permette di
diagnosticare le disfunzioni tiroidee ad
uno stadio iniziale della patologia.
Per curare l’ipotiroidismo è necessario
ristabilire la normale concentrazione
dell’ormone tiroideo nel sangue,
somministrando la quantità
che manca.
Ipotiroidismo
Si tratta della disfunzione più diffusa,
che insorge quando la tiroide non è
in grado di produrre una quantità
sufficiente di ormoni.
I sintomi spesso non sono evidenti
e, di conseguenza, difficilmente si è
consapevoli di soffrire di ipotiroidismo.
Anche se la disfunzione appare lieve, se
non curata può progredire e mostrare
sintomi più evidenti: stanchezza,
raucedine, difficoltà nella deglutizione,
repentini cambiamenti di umore, vuoti
di memoria, intolleranza al freddo,
pelle e capelli secchi.
Le cause più comuni sono legate a
ereditarietà, insufficiente assunzione di
iodio, asportazione totale o parziale
della ghiandola tiroidea, uso di farmaci
antitiroidei.
Individuare casi di ipotiroidismo può
risultare difficile, poiché spesso i sintomi
sono piuttosto vaghi e vengono
6
Le patologie
della tiroide
Ipertiroidismo
Con il termine di ipertiroidismo
s’intende una situazione caratterizzata
dall’aumento di ormoni tiroidei
in circolo. Poiché questi ormoni
sono i principali regolatori del
metabolismo, una loro eccessiva
produzione determina un aumento
delle reazioni metaboliche.
Dimagrimento, accelerazione del ritmo
cardiaco, nervosismo, tremori alle mani,
ansia, insonnia, debolezza muscolare,
sudorazione eccessiva sono i sintomi
più frequenti. Talvolta, chi soffre di
ipertiroidismo presenta bulbi oculari
sporgenti e doloranti (esoftalmo) e
ingrossamento della ghiandola (gozzo).
L’ipertiroidismo, più comune nelle
donne rispetto agli uomini,
può avere diverse cause;
la più frequente è il
morbo di Basedow,
che insorge soprattutto
nelle donne giovani
e
consiste
nella
anomala formazione
di
anticorpi
che
stimolano la tiroide a
produrre un’eccessiva
quantità di ormoni.
Alcuni farmaci, inoltre, possono
provocare
l’ipertiroidismo
detto
“factitio”: è il caso in cui si assumono
quantità eccessive di ormoni tiroidei
esogeni, magari con l’intento di
dimagrire; questa abitudine deve
essere scoraggiata in maniera assoluta,
perché il dimagrimento provocato da
ipertiroidismo si accompagna alla
perdita della massa magra, ossia
dei muscoli - tra cui quello cardiaco
- e della massa ossea, che viene
pericolosamente indebolita.
La terapia e la cura dell’ipertiroidismo
possono risultare abbastanza complesse
e richiedono un programma a lungo
termine, con l’obiettivo di ridurre la
quantità di ormone tiroideo secreto
dalla ghiandola.
Il
trattamento
dell’ipertiroidismo
prevede una cura farmacologica che
permette di arrestare la produzione
dell’ormone tiroideo, una cura a base
di iodio radioattivo che permette di
neutralizzare l’iperattività della tiroide
e, infine, l’intervento chirurgico
volto a rimuovere una parte o tutta la
ghiandola.
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CLINICA CASTELLI
Le patologie
della tiroide
Gozzo e noduli
Il gozzo è un aumento di volume
della tiroide, spesso accompagnato
da alterazioni della funzionalità
tiroidea, sia in difetto (ipotiroidismo)
sia in aumento (ipertiroidismo). Il
gozzo determina disturbi dovuti alla
compressione degli organi vicini: senso
di soffocamento o di ingombro alla
base del collo, difficoltà a respirare
soprattutto in posizione sdraiata,
difficoltà a deglutire, abbassamento del
tono di voce.
Alcuni gozzi non modificano la
funzionalità tiroidea; tuttavia, anche
questi necessitano di un trattamento
farmacologico
o
chirurgico
se
l’aumento di volume è eccessivo.
I noduli tiroidei sono frequenti e spesso
non danno alcun sintomo. Generalmente
non alterano la funzionalità tiroidea, ma
necessitano di essere studiati a fondo
per escludere sia patologie tumorali sia
possibili disfunzioni future.
Il riscontro di uno o più noduli tiroidei
non deve allarmare, ma è importante
ricorrere alla consulenza di uno
specialista che, dopo aver richiesto gli esami opportuni, valuterà se sia
il caso di monitorarlo con periodiche
ecografie o se instaurare una terapia
farmacologica o chirurgica.
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I tumori
della tiroide
Benigni o maligni, i tumori della tiroide
sono provocati dalla crescita anomala
di un gruppo di cellule tiroidee. Sono
più frequenti nelle donne e nelle persone
con familiarità per carcinoma tiroideo;
inoltre, è alto il rischio per chi è stato
esposto a dosi elevate di radiazioni al
collo durante l’infanzia o l’adolescenza.
Esistono quattro tipi principali di
tumore della tiroide: il carcinoma
papillifero o papillare, il carcinoma
follicolare, il carcinoma midollare e il
carcinoma anaplastico.
I carcinomi papillari e follicolari sono
i più frequenti, spesso localizzati nella
sola tiroide e qualche volta diffusi ai
linfonodi del collo e raramente sono
distanziati. Le probabilità di guarigione
sono molto alte. Il carcinoma
midollare può essere ereditario e i
membri della stessa famiglia che ne
sono affetti sviluppano il carcinoma
midollare in giovane età. Test genetici
consentono di stabilire quali sono i
membri della famiglia che sicuramente
svilupperanno il tumore e che dovranno
sottoporsi all’intervento preventivo
di tiroidectomia totale. Il carcinoma
anaplastico della tiroide è molto
raro ed è più frequente in
età
avanzata.
U n a
v o l t a
accertata
la
presenza
del
tumore, è necessario effettuare ulteriori
accertamenti per verificare se le cellule
neoplastiche si sono diffuse ad altri
organi. La stadiazione è importante per
la scelta del trattamento più indicato.
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CLINICA CASTELLI
L’approccio diagnostico-terapeutico in
Per la diagnosi e cura delle patologie
tiroidee, Clinica Castelli offre un
servizio completo che coinvolge lo
Specialista Endocrinologo, il Chirurgo
Otorinolaringoiatra e, per i pazienti
affetti da tumore della tiroide, i medici
del G.L.O.C. - Gruppo di Lavoro
Oncologico di Clinica Castelli, progetto
nato per favorire il coordinamento
delle strategie terapeutiche e offrire un
supporto concreto di assistenza al
paziente.
La diagnosi
La diagnosi avviene in seguito a
una visita specialistica, durante
la quale l’Endocrinologo valuta la
morfologia della tiroide e la presenza
di sintomi o segni indicativi di alterata
funzione tiroidea. L’approfondimento
diagnostico prevede specifiche analisi
di laboratorio, come il Test del TSH e
il dosaggio delle frazioni libere degli
ormoni tiroidei (FT3 e FT4) ed esami
strumentali, come l’ecografia, la
scintigrafia, l’agoaspirato, la TAC e la
Risonanza Magnetica.
CLINICA CASTELLI
Test del TSH
Consiste nel prelievo di un campione
di sangue che viene analizzato in
laboratorio per calcolare il valore del
TSH, l’ormone prodotto dall’ipofisi per
stimolare la ghiandola tiroidea.
Sulla base di una scala di valori, si
determina se tale valore rientra nella
norma (eutiroidismo), se è inferiore alla
norma (ipertiroidismo) oppure superiore
(ipotiroidismo). Se c’è il sospetto di una
disfunzione della tiroide è opportuno
richiedere al proprio Medico o a uno
specialista Endocrinologo di controllare
il dosaggio dell’ormone TSH.
Il test TSH non permette soltanto di
effettuare una diagnosi accurata e
precoce, ma ricopre un ruolo di primo
piano nella definizione della terapia: il
risultato del test serve al medico per
stabilire il dosaggio dei farmaci
in caso di ipotiroidismo
o ipertiroidismo e di
modificarlo nel corso del
trattamento.
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L’approccio diagnostico-terapeutico in
Ecografia
Si tratta di un’indagine semplice e non
invasiva. L’ecografia fornisce informazioni morfologiche sulla ghiandola
(forma, dimensioni, presenza di noduli)
sui linfonodi delle aree vicine e, in
particolare, i criteri di probabilità sulla
natura benigna o maligna dei noduli.
I criteri per definire il sospetto di
malignità sono:
•le dimensioni del nodulo;
•i margini della lesione (sospetto di
malignità se sono sfumati e irregolari);
•la presenza di microcalcificazioni.
In presenza di uno o più di questi fattori
l’Endocrinologo può consigliare al
paziente di effettuare l’agoaspirato e
l’esame citologico del nodulo
tiroideo.
CLINICA CASTELLI
Agoaspirato
ed esame citologico
Per analizzare le cellule del nodulo
tiroideo e verificarne la malignità si
ricorre all’agoaspirato, un intervento
poco invasivo con cui si preleva una
piccola quantità di cellule tiroidee:
sotto controllo ecografico, con un ago
sottile si “punge” il nodulo e si aspira
del materiale cellulare che viene poi
applicato su un vetrino per essere
esaminato.
Nella maggior parte dei casi,
l’agoaspirato non crea disagi. In
caso di dolore o gonfiore nelle ore
successive, è sufficiente assumere degli
antinfiammatori.
Tac e RM
In casi particolari e limitati è necessario
ricorrere alla Diagnostica per Immagini.
Tac e Risonanza Magnetica permettono,
infatti, di evidenziare il tumore e le
metastasi, di valutarne il rapporto con
gli organi circostanti e prendere le
opportune decisioni terapeutiche.
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CLINICA CASTELLI
La terapia
medico-chirurgica
Le opzioni terapeutiche e chirurgiche per
il tumore tiroideo sono diverse e talvolta
combinate tra loro. I nuovi approcci
medico-chirurgici permettono di ottenere
alte percentuali di guarigione completa
o lunghi periodi di remissione con un
buon controllo della malattia. A questo
proposito, il lavoro in équipe dei vari
specialisti coinvolti - l’Endocrinologo,
il Chirurgo, il Radiologo e l’Oncologo
- è fondamentale poiché permette di
individuare la miglior scelta terapeutica
per ogni singolo paziente.
Intervento chirurgico
Si ricorre all’intervento chirurgico in
presenza di tumori (benigni e maligni),
struma (gozzo) e ipertiroidismo,
quando non può essere curato
efficacemente con la terapia medica.
Gli interventi di tiroidectomia, ovvero
di asportazione della tiroide, vengono
effettuati in anestesia generale e
consistono nell’asportazione completa
(tiroidectomia totale) o parziale
(emitiroidectomia, lobectomia) della
tiroide stessa. La decisione di effettuare
una tiroidectomia totale dipende dallo
stadio della malattia: più l’asportazione
chirurgica è radicale, meno probabilità
ci saranno di riscontrare recidive.
Dopo l’intervento il paziente è ricoverato
per uno o due giorni; il dolore postoperatorio è generalmente ben tollerato
e l’eventuale terapia con ormoni
tiroidei, se necessaria, viene iniziata nei
giorni successivi. Circa una settimana
dopo la dimissione viene effettuata una
medicazione ambulatoriale. La regione
anteriore della base del collo, sede
dell’intervento, rimane leggermente
gonfia per alcune settimane per poi
ritornare normale senza bisogno di
alcuna cura.
I rischi dell’intervento chirurgico
sono rari e dovuti alla particolare
conformazione anatomica della tiroide.
È possibile che si verifichi una situazione
di disfonia da alterata funzione dei
nervi laringei che regolano il movimento
delle corde vocali. I nervi laringei, a
stretto contatto con la tiroide, sono
estremamente sensibili a piccoli traumi,
stiramenti e infiammazioni che sono una
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normale conseguenza degli interventi
chirurgici. La gran parte dei pazienti con
disfonia post-operatoria guarisce nel
corso di alcune settimane.
Altra conseguenza dell’intervento chirurgico è l’ipoparatiroidismo, dovuto
all’asportazione o alla sofferenza delle
ghiandole paratiroidee. Le paratiroidi
sono quattro minuscole ghiandole
endocrine che secernono il paratormone
(PTH), un ormone con il compito di
mantenere il livello di calcio costante
nel sangue. Questa condizione può
essere transitoria oppure definitiva (solo
il 2% degli interventi di tiroidectomia). In
tal caso il paziente deve assumere, oltre
all’ormone tiroideo, anche del calcio
e della vitamina D e deve controllare
regolarmente il livello di calcio nel
sangue.
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CLINICA CASTELLI
CLINICA CASTELLI
La terapia
medico-chirurgica
Terapia ormonale
Il buon funzionamento della tiroide
è necessario per la crescita e per
il mantenimento di una normale
condizione fisica e intellettiva. In seguito
all’asportazione completa della tiroide
occorre seguire una terapia a base
di ormoni tiroidei per tutta la vita.
L’indicazione terapeutica con ormoni
viene valutata dal medico caso per caso.
La terapia con Levotiroxina, l’ormone
tiroideo sintetico, deve essere seguita
da tutti i pazienti che hanno effettuato
l’intervento di tiroidectomia (asportazione della tiroide) oppure in seguito alla
diagnosi di ipotiroidismo. Per stabilire il
giusto dosaggio ormonale, nelle prime
fasi della cura occorre fare dei dosaggi
del TSH e di FT4 ogni 45-60 giorni.
Gli ormoni tiroidei possono essere
somministrati a scopo sostitutivo: una
corretta terapia sostitutiva prevede
che il TSH rientri all’interno dei limiti di
normalità.
In alcuni casi può essere necessario
abbassare il livello di TSH sotto il
valore minimo della norma, in quanto
il TSH è un ormone stimolante sia delle
cellule sane sia di quelle tumorali. In
pazienti ad alto rischio di recidive, infatti,
l’ormone tiroideo può proteggere o
rallentare la ricomparsa di nuovi tumori.
Questo tipo di terapia viene chiamata
soppressiva ed è indicata dopo un
intervento chirurgico di tiroidectomia
totale, quando il tumore asportato
ha alcune caratteristiche oppure per
tentare di bloccare la crescita di noduli
tiroidei benigni. È preferibile evitare
dosi soppressive sopra i 60 anni di età,
durante la menopausa, in caso di alto
rischio di osteoporosi e di cardiopatia,
soprattutto se si tratta di una patologia
tiroidea nodulare benigna.
Una volta raggiunta la dose desiderata,
è opportuno prevedere dei controlli
ormonali a intervalli regolari e comunque ogni qual volta si presentino
dei sintomi quali eccessiva e prolungata
stanchezza, ripetuti episodi di tachicardia,
variazioni di peso inspiegabili, alterazioni
dell’alvo e un eccessivo, anomalo senso
di freddo o di caldo.
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Clinica Castelli è una Casa di Cura
polispecialistica, nata a Bergamo nel 1933
e accreditata con il Servizio Sanitario
Nazionale.
La Clinica è suddivisa in tre Dipartimenti,
ciascuno dei quali si compone di Unità
Operative specifiche.
Il Dipartimento di Area Chirurgica comprende
le Unità di Chirurgia Generale, di Oculistica,
di Ortopedia, di Otorinolaringoiatria e di
Urologia.
Il Dipartimento di Area Medica è composto
dall’Unità Operativa di Medicina Generale,
Servizio di Diabetologia, Servizio di
Medicina Preventiva e Check up.
Il Dipartimento dei Servizi Sanitari
comprende il Servizio di Radiologia e
Diagnostica per Immagini, il Servizio di
Anestesia e Rianimazione, l’Ambulatorio
di Cardiologia, il Laboratorio Analisi, il
Servizio di Gastroenterologia-Chirurgia
ed Endoscopia Digestiva, il Servizio
Ambulatoriale e Check up di Ortopedia.
Tiroide:
l’approccio diagnostico-terapeutico
in Clinica Castelli
Per la diagnosi e cura delle patologie
tiroidee, Clinica Castelli offre un servizio
completo che coinvolge lo Specialista
Endocrinologo, il Chirurgo Otorinolaringoiatra e, per i pazienti affetti da tumore
della tiroide, i medici del G.L.O.C.
Gruppo di Lavoro Oncologico di Clinica
Castelli. Il lavoro in équipe dei vari
specialisti coinvolti è fondamentale per
individuare la scelta terapeutica adeguata
per ogni singolo paziente.
CLINICA CASTELLI
Via G. Mazzini 11 - 24128 Bergamo - Italia - CUP +39 035 280 820
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